Nel pomeriggio del 27 febbraio scorso, personale della Sottosezione Modena Nord della Polizia Stradale, nel corso di un servizio di prevenzione e repressione dei reati predatori all'interno delle aree di servizio autostradali della provincia, ha tratto in arresto per furto aggravato due cittadini algerini di anni 31 e 37, entrambi domiciliati in Austria.

I due, sono stati colti in flagranza mentre borseggiavano un cittadino italiano intento a consumare un pranzo presso il ristorante dell'area di servizio Secchia Ovest. Gli agenti hanno notato l'anomala posizione che i due giovani avevano assunto tra le file di tavoli: uno seduto e l'altro in piedi al suo fianco. Mentre il complice rimasto in piedi fungeva da schermo per gli altri avventori, quello seduto aveva avvicinato la propria sedia a quella della vittima e, dopo aver finto di sfilarsi il cappotto per appoggiarlo allo schienale, pur volgendogli le spalle era riuscito a frugargli nel giubbotto e a sfilargli 370 euro in banconote di vario taglio dal portafoglio, senza estrarlo dalla tasca.

Non appena i due hanno tentato di allontanarsi, gli operatori li hanno bloccati. La perquisizione a loro carico ha dato esito positivo in quanto è stato rinvenuto il contante appena sottratto, che è stato restituito al legittimo proprietario, un imprenditore sessantenne della provincia di Pesaro, ignaro di quanto accaduto.

Ai due malviventi è stato altresì notificato l'avviso di fine indagini preliminari per un altro procedimento pendente presso la Procura di Bologna. Nel novembre dello scorso anno, infatti, si erano resi autori di tre borseggi all'interno dell'aeroporto Marconi di Bologna consumati tutti nello stesso giorno nell'arco di una ventina di minuti ai danni di altrettanti viaggiatori, che stavano pranzando in alcuni ristoranti dello scalo aereo felsineo.

In esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Parma, Ufficiali ed agenti di PG della Questura di Parma – Squadra Mobile hanno tratto in arresto Salerno Andrea, classe 1983, originario di Eboli (SA), fortemente indiziato della commissione di due rapine ai danni di altrettante prostitute operanti in Parma.

Le indagini, eseguite dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma hanno preso l'avvio da una segnalazione effettuata da una delle vittime il 30.1.19. In tale data, infatti, un equipaggio dell'U.P.G.S.P. si recava in via Emilio Lepido per segnalazione di avvenuta rapina ai danni di una donna.
La vittima, una giovane donna di origini straniere, riferiva al personale della Polizia che circa mezz'ora prima, mentre era in attesa di clienti, si era fermata la vettura di quello che credeva essere un cliente ed il conducente, pattuito il prezzo della prestazione, la faceva salire in auto.

Raggiunto un luogo appartato, alla richiesta della donna del pagamento anticipato, l'uomo le avrebbe intimato di dargli tutti i soldi incassati, accompagnando la richiesta dalla esibizione di un coltello e di una forchetta, che poi puntava contro la pancia della donna; grazie a tale condotta, l'uomo si impadroniva di due telefoni cellulari e della somma di 300 euro, per poi aprire la portiera dell'auto e spingere la donna fuori dalla stessa.

Al fine di identificare l'autore del fatto, sul presupposto che potesse trattarsi di un rapinatore seriale che avrebbe potuto usare le prostitute (in genere irregolari nel territorio dello Stato e dunque poco inclini a denunciare i reati subiti), la Polizia di Stato intraprendeva attività di pattugliamento delle zone interessate dal fenomeno della prostituzione in strada, avendo cognizione del tipo di auto (vecchio modello di monovolume grigia) e delle fattezze fisiche del rapinatore (giovane e di origini meridionali).
Dopo alcuni giorni, altra giovane straniera subiva una rapina con modalità analoghe; nella circostanza il rapinatore l'aveva minacciata con un coltello e l'aveva percossa alla schiena con un tubo di ferro mentre la vittima cercava di scappare dall'auto.

Dalle indicazioni fornite dalla seconda vittima, emergeva l'alta probabilità che si trattasse del medesimo soggetto autore della prima rapina.
I meticolosi accertamenti esperiti al P.R.A. hanno permesso di limitare l'attenzione attorno ad alcune centinaia di veicoli, sino ad arrivare alla individuazione della targa completa dell'auto, presumibilmente in uso all'autore delle rapine, risultata però intestata ad uno straniero che, da accertamenti successivi, risultava essere completamente estraneo ai fatti.

In ulteriore prosieguo, la sera del 10 febbraio scorso, una pattuglia dell'antirapina impegnata nel servizio finalizzato all'identificazione del rapinatore in argomento notava transitare una vettura avente caratteristiche similari all'auto descritta dalle vittime; il personale operante seguiva l'auto a distanza fino a rilevare la targa della stessa, che corrispondeva a quella ritenuta di interesse investigativo. Detta auto veniva seguita a distanza fino a Langhirano ove veniva notata entrare nell'area cortilizia di un complesso condominiale.
Dagli accertamenti presso l'Anagrafe del Comune di Langhirano, emergeva che, dei 44 residenti, solo due nuclei familiari erano di origini italiane e solo uno di origini meridionali.
Acquisita la fotografia del capofamiglia, subito si poteva constatare che il soggetto aveva caratteristiche fisiche e somatiche perfettamente collimanti con quelle del rapinatore come descritto dalle vittime.

Le ulteriori indagini, anche attraverso individuazioni fotografiche, consentivano di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell'odierno indagato, nei cui confronti, come anticipato in premessa, questo Ufficio chiedeva ed otteneva ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nel corso della perquisizione effettuata nella sua abitazione, veniva rinvenuto e sequestrato uno dei due telefoni rapinati alla prima vittima.
L'operazione in questione –con accertamenti eseguiti in maniera esemplare dalla P.G. delegata per le indagini- costituisce elemento a riprova dello sforzo che, sinergicamente, Autorità giudiziaria e Polizia giudiziaria stanno svolgendo al fine di garantire livelli sempre più alti di sicurezza nel territorio del circondario di Parma.

Ponte Europa e zone limitrofe per presenza di bivacchi e di soggetti ritenuti pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Nella mattinata di ieri, 1 equipaggio di  UPGSP e n. 3 pattuglie della locale Polizia Municipale hanno effettuato un accurato controllo della zona del Ponte Europa e aree limitrofe
Nell'occasione veniva rintracciato uno straniero ivoriano, positivo SDI per furto e resistenza a Pubblico Ufficiale. in regola sul territorio nazionale, senza fissa dimora, nei pressi di alcune baracche presenti sul luogo dell'ispezione. Gli agenti hanno potuto osservare una grave situazione di degrado con abbandono di vari mobili, suppellettili ed altro ragione per la quale la Polizia Municipale si faceva carico di attivare il non facile ed oneroso iter per il recupero di tutti ivi rifiuti presenti.

Controllo proseguito a piedi anche nei campi posti alle spalle dello stabilimento Bormioli Luigi che permetteva di accertare la presenza di un container vecchio ed abbandonato, con all'interno chiari segni di bivacco.

Successivamente, controllo esteso anche sotto il ponte della Ferrovia ove sono in corso dei lavori senza rintracciare persone sospette e/ o pericolose.

È costante il controllo e le verifiche delle zone segnalate dai cittadini da parte degli uomini della Polizia di Stato della Questura di Parma, anche in cooperazione con le altre forze di polizia come in questa occasione.

 

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Uomo in arresto cardiaco sulla parete rocciosa del monte Groppo: intervento salvavita del 118 a Roccamurata. Dopo i soccorsi l’uomo è stato trasportato d'urgenza all’Ospedale di Parma in Emodinamica per un intervento, perfettamente riuscito, di angioplastica.

Parma -

Un soccorso difficile sulla parete rocciosa del monte Groppo, quello che ieri ha visto protagonisti i professionisti dell’Ospedale di Parma. Prima quelli della Centrale operativa 118 diretti da Adriano Furlan, poi l’equipe della cardiologia interventistica di Luigi Vignali. Una corsa contro il tempo che si è conclusa con un intervento, perfettamente riuscito in emodinamica. Salvavita, come si dice in questi casi.

I FATTI

Parma, centrale operativa 118, attorno alle 8 arriva una chiamata, località Roccamurata, comune di Borgotaro. Una voce dall’altra parte avvisa che un uomo, un operaio di 52 anni, è accasciato a terra a causa di un forte malore, capitato sulla parete rocciosa a fianco dell’Autostrada della Cisa, dove insieme ad altri colleghi stava mettendo in sicurezza i tralicci dell’alta tensione. La zona è particolarmente impervia, si muove subito l’elisoccorso dal Maggiore e  in appoggio l’elicottero 118 da Pavullo, attrezzato con verricello per operazioni speciali.

Subito accorrono sul luogo anche l’ambulanza e l’automedica da Borgotaro, una squadra dei Vigili del Fuoco, i carabinieri  della stazione di Borgotaro e le squadre del Soccorso alpino.

I primi sanitari a prestare le cure, un medico e due infermieri dell’Ospedale Maggiore, capiscono subito che il malore è un infarto. L’uomo è in arresto cardiaco e iniziano subito le prime manovre di rianimazione: un massaggio cardiaco e una scarica con il defibrillatore. Poi l’elettrocardiogramma praticato sul ciglio della scarpata e la trasmissione via GSM dei tracciati direttamente nelle sale di Emodinamica dell’Ospedale di Parma. Dopo le manovre e le cure sul posto l’uomo viene recuperato e arriva a  Parma. Il passaggio diretto dalla piazzola dell’elisoccorso nei pressi dell’Ala sud alle sale di emodinamica è l’ultimo atto di un percorso di cura  che prevede che i pazienti abbiano un accesso diretto alla sala di intervento, dove ad accoglierli c’è un equipe pronta alle cure del caso. Infine l’intervento di angioplastica coronarica, ossia la riapertura di un’arteria eseguita dal dottor Iacopo Tadonio.

Questo il prima e il dopo di una mattinata impegnativa per il personale medico e sanitario dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma in mezzo ci sono loro: Paola Ghirardi, Tino Marano e Gianni di Lalla, infermieri del 118, e Laura Malchiodi, rianimatore della 1° anestesia del Maggiore.

Si è svolta il 14 febbraio scorso l'udienza nel giudizio di appello promosso da Elshennawi Moustafa per la riforma della condanna subita in primo grado, in relazione agli scontri con le forze dell'ordine verificatisi nel febbraio 2018 durante la manifestazione di protesta per l'apertura della sede di CasaPound.

Il Gip del Tribunale di Piacenza aveva condannato Elshennawi alla pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, nonché a risarcire i danni arrecati al Comune di Piacenza, costituitosi parte civile nel processo. All'Amministrazione comunale era stata riconosciuta la legittimazione ad agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza degli scontri, rappresentato dalla sofferenza e dal turbamento provocati alla collettività, in pregiudizio a tutte le iniziative dell'Ente volte a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico. Il danno era stato liquidato in euro 50.000.

La Corte d'Appello di Bologna ha ora ridotto la pena inflitta all'egiziano a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione, ma ha confermato nel resto la sentenza impugnata. Restano pertanto confermati i principi in base ai quali deve essere riconosciuto l'Ente locale parte civile in un processo che vede leso il bene pubblico sicurezza e ordine pubblico. Per la giurisprudenza antecedente la persona offesa da tali reati era semmai lo Stato.

Si consolida così quanto affermato dal giudice di primo grado, ossia che il Comune di Piacenza "ha comprovato di perseguire tra i propri scopi, sanciti nello Statuto comunale, la libertà e i diritti costituzionali delle persone del suo territorio e, in particolare, di essere impegnato, con iniziative che hanno trovato capillare attuazione in costanti interventi, in iniziative volte a diminuire il senso di insicurezza dei cittadini e, dall'altro ridurre i fenomeni di degrado sociale e di contrastare episodi di violenza avuto riguardo alla percezione di strade e piazze della città funestate da episodi di guerriglia urbana, valutazione – questa – che è destinata ad essere assorbita dall'effettiva liquidazione effettuata in questa sede. E' quindi confermato quanto la pronuncia di primo grado. In una siffatta prospettiva, va riconosciuto all'Amministrazione comunale il potere e la legittimazione ad agire in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni cagionatigli da siffatti eventi qui precisandosi che sono risarcibili non solo gli eventuali danni patrimoniali, ma anche quelli non patrimoniali rappresentati, oltre che da sofferenze fisiche o psichiche logicamente non rapportabili alle persone giuridiche, anche da turbamenti morali della collettività pregiudizievoli all'attività dell'Ente comunale".

Si tratta di un indiscutibile riconoscimento agli sforzi che un Comune compie sulla sicurezza e vivibilità della città, anche alla luce delle competenze attribuite dal legislatore ai sindaci in materia, in un rapporto di collaborazione con il governo nazionale, rispetto a priorità, scelte, strategie e strumenti di intervento.

 

“E’ da pazzi fino a quando non lo fai”. Il nuovo spot emozionale di Nike, mostrato per la prima volta agli Oscar 2019, celebra le donne incitando alla sfida verso ogni limite.

La voce di Serena Williams, campionessa di tennis statunitense, racconta il coraggio e la determinazione delle donne che si sono distinte per la prima volta in uno sport: dalla prima donna maratoneta, alla prima donna a gareggiare con l’hijab. 

"Una donna che corre la maratona è da pazzi. Una donna sul ring della boxe è da pazzi. Una donna che fa canestro è da pazzi. Essere un’allenatrice del NBA è da pazzi. Gareggiare col hijab è da pazzi. Cambiare sport, fare un doppio avvitamento con lo snowboard o vincere 23 Grandi Slam, avere un figlio e poi tornare a gareggiare per vincere ancora. Pazzia. Pazzia. Pazzia." L'ultimo riferimento è proprio a Serena Williams, voce narrante del video, che non ha taciuto la sua depressione post parto, per poi tornare a prendere la racchetta in mano, nonostante la pausa della maternità.

Ci definiscono melodrammatiche, svitate, squilibrate…non date loro retta: mostrate sempre cosa sa fare una "pazza"!

Nike fa centro anche questa volta. 

#justdoit

I Carabinieri di Parma hanno tratto in arresto, nelle prime ore di questa mattina, otto indagati, tutti maghrebini, ritenuti responsabili di spaccio e di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Sei sono attualmente in carcere a Modena, uno a Reggio Emilia e un altro è stato rintracciato in Germania.

L'attività si inserisce in un'ampia cornice investigativa partita nel 2016 dalla provincia di Parma, che ha portato al sequestro di ben 200 kg di hashish e 100 grammi di cocaina per un valore di mercato di circa 200 mila euro. I Carabinieri del nucleo investigativo di Parma, attraverso intercettazioni e pedinamenti, sono riusciti a ricostruire la vasta rete di spaccio che copriva Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna.

Due degli arrestati erano attivi nella distribuzione all'ingrosso di cocaina a Modena e riuscivano a piazzare fino a quasi mezzo chilo al giorno. Sempre a Modena, altre due persone, una delle quali gestore di una barberia riceveva dal Marocco proposte di acquisto di partite di stupefacente dislocate in varie parti d'Italia.

Ambulanza bloccata da pilomat, il consigliere Andrea Galli(Fi) sollecita l'intervento della Regione. In particolare, l’attivazione di un protocollo per dotare gli operatori attivi sui mezzi di soccorso di telecomandi per l’abbassamento dei dissuasori mobili.

Reggio Emilia

Recentemente, ai margini del centro storico di Reggio Emilia, per contingentare gli ingressi, sono stati installati otto dissuasori. Questi pilomat sono in grado, attraverso dei sensori, di riconoscere il rumore delle sirene dei mezzi d’emergenza. Ieri pomeriggio, però, un’ambulanza non e’ potuta accedere in piazza Prampolini durante un intervento di emergenza a sirena spiegata per il mancato abbassamento di un pilomat.

Il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Galli sollecita quindi l’attivazione di un protocollo per dotare gli operatori attivi sui mezzi di soccorso di telecomandi per l’abbassamento dei dissuasori mobili - "predisponendo un protocollo, in accordo con gli enti locali, per dotare gli operatori attivi sui mezzi di soccorso di telecomandi per l’abbassamento dei dissuasori mobili, a Reggio così come nelle altre città della regione".

Fonte: Regione Emilia Romagna

Contravvenzioni mai notificate e firme false. Un’inchiesta della nota trasmissione di Italia 1 ha fatto emergere un’anomalia nel servizio delle (mancate) notifiche, gestito da Parma Gestione Entrate e dalla società appaltante Nuovi Servizi. E a pagare sono stati i cittadini, che si sono trovati multe superiori del 500% sugli importi dovuti.

PARMA –

Ignorare una multa, facendo finta di non essere in casa o non ritirare la notifica, non è mai una buona idea. Perché, si sa, più si tarda più l’importo originario rischia di “lievitare”. È cosa ben diversa, invece, se quella notifica non è mai stata ricevuta e, cosa ancora più grave, se sulla ricevuta c’è una firma che falsificata. Se poi a denunciare fatti simili sono più persone, diciamo diverse centinaia, è evidente che qualcosa a monte non va.

Un servizio della nota trasmissione di Italia 1, “Le Iene” ha fatto infatti emergere a Parma uno scandalo legato alle multe e che vede come vittime i cittadini, che a causa di una mala gestione del servizio da parte di Parma Gestione Entrate, che fa capo al Comune, e della società appaltatrice Nuovi Servizi, ora si trovano a pagare contravvenzioni “lievitate” rispetto agli importi originari del 500%. Multe di cui non sapevano assolutamente nulla e che si dicono sicuri di non avere mai ricevuto.

L’incresciosa situazione si sarebbe venuta a creare quando Parma Gestione Entrate ha sostituito il vecchio Ufficio Tributi del Comune e ha appaltato la consegna delle multe a una società esterna, appunto Nuovi Servizi, che avrebbe dovuto consegnare le multe nelle case dei cittadini, seguendo un iter ben codificato. Cioè, dopo un primo passaggio, nel caso il messo non avesse trovato nessuno in casa, avrebbe dovuto effettuare un secondo tentativo. Nel caso anche questo fosse “andato a vuoto” avrebbe dovuto lasciare un avviso in cui si invita il cittadino a ritirare l’atto presso la Cassa Comunale. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta. Anzi, a fronte dei numerosi cittadini che hanno dichiarato di non avere mai ricevuto le notifiche, c’è anche chi ha denunciato che la firma sull’atto non fosse la sua e che sia stata falsificata.

Una fonte interna al Comune, che ha voluto rimanere anonima, ha raccontato all’inviato delle Iene Alessandro De Giuseppe di essersi visto riconsegnare dopo appena due ore un pacco con 200 atti. La cosa lo ha lasciato interdetto, non solo perché sarebbe stato impossibile consegnare un tale numero di notifiche in così poco tempo, ma anche altrettanto impossibile che i messi non avessero trovato in casa neanche un cittadino su 200. La fonte ha anche dichiarato di aver informato Parma Gestione Entrate dell’anomalia, ma nessuno provvedimento, almeno finora, è stato preso.

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Quali sono le possibili ragioni della mancata consegna degli atti? Per legge le multe devono essere notificate entro 90 giorni, oltre i quali scatta la prescrizione e la multa non deve essere pagata. Un’altra ipotesi è che nel periodo preso in esame, di circa tre mesi, sono stati emessi be 61 mila verbali, pari a circa 1000 notifiche al giorno. Impossibili da consegnare da parte dei tre messi in forze alla società Nuovi Servizi. 

Le Iene, come da loro stile, sono andate anche a sentire l’attuale direttrice di Parma Gestione Entrate, Giulia Fava, la quale ha dichiarato di essere “molto dispiaciuta per quanto accaduto e di essere in attesa dei risultati dell’indagine in corso”, anche se di fronte alla domanda di un eventuale rimborso ai cittadini “gabbati” non ha rilasciato nessuna dichiarazione.

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, anch’egli intervistato dalle Iene, ha invece dichiarato che, qualora venissero dimostrate le responsabilità di Parma Gestione Entrate, il Comune si costituirà parte civile. E i cittadini? La loro situazione può essere riassunta con quell’ “E io pago!”, urlato ai microfoni delle Iene da un parmigiano esasperato.

A questo link il video della puntata de Le Iene 

 

Solidarietà per i giovani dell’Ospedale dei bambini di Parma. La famiglia Adami ricorda il figlio Alex e dedica strumenti tecnologici diagnostici ai giovani sportivi con patologie cardiache congenite.

Parma -

“Il nostro desiderio è aiutare a salvare altre vite e, facendolo, ridiamo un po’ di vita anche a Alex”: sono parole chiare e forti, quelle che Sonia e Franco Adami impiegano per illustrare il percorso che porta nuovi strumenti tecnologici alla Cardiologia pediatrica del Maggiore, guidata da Bertrand Tchana

Essere giovani e praticare un sport con passione, infatti, può diventare la circostanza in cui le patologie cardiache congenite si manifestano. In questi casi, tempestività e precisione nella diagnosi sono elementi che cambiano la prospettiva della terapia e dunque della salute. E’ accaduto così anche ad Alex, giovane calciatore del Noceto, affetto da una cardiopatia congenita, che si è manifestata quando aveva nove anni.

Per questo, oggi la famiglia Adami sceglie di ricordarlo con un gesto di generosità che mette a disposizione dei giovani di Parma, utenti della Cardiologia pediatrica, strumenti tecnologici di elevata precisione, che facilitano la diagnosi e dunque l’efficacia dell’intervento, anche mentre l’attività sportiva è in corso. Un holter pressorio, un event recorder e un elettrocardiografo, che, collegati alla rete, consentono di trasmettere i dati dal campo sportivo al cardiologo o dal letto del paziente allo specialista. “La grande versatilità è la caratteristica degli strumenti scelti che, coniugata con elevata tecnologia, rappresenta la possibilità di diagnosi veloci e precise”, spiega Bertrand Tchana, responsabile della cardiologia pediatrica nell’illustrare il dono. “Arriva ad un servizio di eccellenza del nostro Ospedale questa offerta della famiglia Adami”, sottolinea Alberto Anedda, già direttore della medicina sportiva.

“Un gesto encomiabile – come rimarca in fine Giovanna Campaniello, responsabile Qualità del Maggiore – che promuove la sicurezza delle cure, patrimonio per i giovani della città”.

Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

L'elicottero dei Vigili del fuoco "Drago" VF60 ha soccorso, e poi portato in una zona sicura, un cavallo che era scivolato per 30 metri in una scarpata. Una volta trasportato, l'animale è stato affidate alle cure dei veterinari.

Parma -

I Vigili del Fuoco sono stati allertati ieri mattina, alle 7:30 circa, dalla proprietaria del cavallo che non vedendo l’animale nel recinto si è spinta in una porzione di bosco adiacente ad una scarpata. Il povero animale era infatti rotolato per circa 30/40 metri andandosi a fermare in un canalone coperto da una fitta coltre di rovi.

Le squadre intervenute in prima battuta sono state quelle di Fidenza. E' stato poi necessario l’intervento dell’elicottero per recuperare l'animale. La cavalla dopo essere stata sedata e idratata dai veterinari è stata imbragata con difficoltà e recuperata con il Drago 60 da Bologna con personale elisoccorritore. L’intervento è terminato intorno alle 12 circa.

Le foto dell'intervento dei Vigili del Fuoco

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Migliorano le condizioni dei due coniugi accoltellati domenica 24 febbraio, dalla figlia, a Piumazzo, frazione di Castelfranco Emilia in provincia di Modena: l’uomo GG, di 79 anni e la donna FN di 77. I pazienti rimangono ricoverati in prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva all’Ospedale Civile di Baggiovara dell’AOU di Modena, diretto dalla dottoressa Elisabetta Bertellini.

Come noto, i due erano stati sottoposti, appena giunti al PS dell’Ospedale Civile, diretto dal dottor Geminiano Bandiera, a due delicati interventi da parte delle equipe di Chirurgia Vascolare, diretta dal dottor Roberto Silingardi (Dott. Giovanni Ragazzi e dott. Luca  Farchioni) e di Otorinolaringoiatria, diretta dal prof. Livio Presutti (dott. Matteo Ciuffelli Alicandri) che hanno operato, insieme agli anestesisti (dott.ssa Laura Mosca e dott. Davide Iori).

Mentre la donna entrava subito in sala operatoria per la una profonda ferita al collo sotto la mandibola e veniva gestita dalla prima equipe di vascolari e otorinolaringoiatri, il marito veniva sottoposto alla TAC che evidenziava una lesione all’esofago e veniva operato dalla seconda equipe, mentre era ancora in corso l’intervento sulla moglie. 

I prossimi i prossimi giorni saranno decisivi per sciogliere la prognosi che per ora rimane riservata. 

Si tratta di un italiano di 64 anni seguito dal SERT per problemi di tossicodipendenza che aveva occupato un appartamento vuoto. La morte sarebbe avvenuta a causa di una sigaretta lasciata accesa mentre l’uomo dormiva. Disposta l’autopsia. 

MODENA –

Il cadavere semicarbonizzato di un uomo è stato rinvenuto nel pomeriggio di ieri in un appartamento di via Rua Frati Minori a Modena, in pieno centro storico. La vittima è stata identificata in F.L., 64 anni, italiano, noto per i suoi problemi di tossicodipendenza e in cura presso il SERT, il Servizio dell’Ausl dedicato a chi ha problemi di dipendenza.  

L’appartamento in cui è stato trovato il corpo era da tempo vuoto, in quanto la palazzina, un tempo adibita all’edilizia convenzionata, da qualche mese era stata assegnata al patrimonio per la vendita. Tuttavia, pare che negli ultimi tempi fosse frequentata da senzatetto e sbandati, che vi trovavano rifugio dopo aver forzato l’ingresso.

L’allarme è stato dato dai vicini, che hanno avvertito un odore acre e intenso e hanno subito allertato i Vigili del Fuoco. Intervenuti sul posto, hanno forzato la porta e hanno fatto il macabro ritrovamento. Successivamente, è intervenuta anche la Squadra Mobile e la Scientifica per i primi rilievi. Il corpo presentava infatti diverse bruciature, ma pare che la morte sia sopraggiunta per cause naturali. L’incendio, probabilmente causato da una sigaretta lasciata accesa, che ha infiammato il materasso sui cui l’uomo dormiva, è rimasto circoscritto senza propagarsi nel resto dell’appartamento.  

Il Procuratore Capo di Modena Lucia Musti, ha spiegato che verrà comunque disposto “l’accertamento delle cause della morte attraverso conferimento dell’incarico di autopsia”, anche se “le risultanze del sopralluogo inducono a ipotizzare ragionevolmente un incidente”.

 

Indagine lampo – la Polizia di Stato individua un rapinatore, borseggiatore seriale e lo espelle con accompagnamento al cpr di Potenza. Sequestrato un telefonino,  huawei, modello p8 lite, colore nero, in attesa del legittimo proprietario (Foto in calce).

Nella giornata di Venerdì 22.02 u.s. un cittadino straniero si è reso responsabile di una rapina, commessa all'interno della locale stazione ferroviaria, a danno di una viaggiatrice. La condotta è consistita in una spinta nei confronti della donna, violenza finalizzata poi ad asportare dall'interno dello zainetto il suo telefono cellulare.
Immediate indagini svolte da parte di personale della Polfer di Parma, hanno permesso di individuare il criminale, il quale in quella circostanza, prima di darsi alla fuga, si era, in modo sospetto, recato prima all'interno del Bar Europa.

Il soggetto, grazie all'acume investigativo degli operatori è stato identificato sin dall'inizio con nome e cognome e con tanto di volto. Infatti, il reo, è un soggetto noto a questi uffici come borseggiatore seriale e come autore di diversi furti aggravati.

Nella giornata di domenica, durante lo svolgimento del servizio di o.p. in occasione di Parma- Napoli, personale Polfer ha individuato il soggetto in stazione, lo ha immediatamente bloccato e compiutamente identificato.

Non solo, l'attività degli agenti, grazie all'ausilio dei sistemi di video sorveglianza, è proseguito, notando che il reo, quella stessa domenica, prima di entrare in stazione, proprio come lo scorso venerdì, era entrato all'interno del bar Europa. Questo elemento ha portato gli operanti a richiedere la visione delle immagini di videosorveglianza del Bar Europa, dalle quali è emerso che il senegalese, il precedente venerdì, si era recato all'interno del bar con in mano il cellulare sottratto alla donna poco prima e lo aveva ceduto ad un barista in cambio di alcune banconote.

Il barista, presente sul posto veniva invitato a riconsegnare il cellulare, cosa che veniva fatta e conseguentemente lo smartphone veniva restituito alla legittima proprietaria.
Nell'occasione, il barista è stato denunciato a piede libero per il reato di ricettazione, mentre il senegalese, classe 72 è stato denunciato per il reato di rapina e, poiché quella Domenica il senegalese è stato trovato in possesso di un altro cellulare, di cui non era in grado di giustificare il possesso, è stato denunciato altresì per il reato di ricettazione.

Inoltre, grazie alla grande collaborazione e scambio di informazioni tra la Questura e le specialità della Polizia di Stato, il soggetto, poiché irregolare sul territorio nazionale è stato fatto oggetto, il giorno successivo, di un provvedimento di espulsione per pericolosità sociale.

Detta espulsione è stata eseguita mediante accompagnamento, da parte di personale della Questura, al c.p.r. di Potenza, ove a seguito di ulteriori accertamenti verrà rimpatriato in Senegal.
Il telefono sequestrato per ricettazione è un huawei, modello p8 lite, colore nero, di cui si allega fotografia di modo che il legittimo proprietario lo possa reclamare.

 

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Sono 10 le tartarughe marine recuperate nelle ultime 24 ore in ipotermia, complice il freddo pungente dello scorso weekend, ma il numero purtroppo è destinato ad aumentare nelle prossime ore. Il freddo ha infatti causato il fenomeno degli spiaggiamenti massivi di tartarughe marine sulle costa fra Emilia Romagna e Marche. A darne notizia è la Fondazione Cetacea Onlus, organizzazione che da oltre 30 anni è impegnata nella tutela dell’ecosistema marino.

Gli esemplari recuperati a Cervia, Pesaro, Fano, Senigallia, Falconara e Porto Recanati, sono arrivati al Centro di Recupero delle Tartarughe Marine di Riccione fortemente debilitati e presentano i sintomi di una sindrome nota come cold stunning, detta comunemente ipotermia, ma diverse presentano anche ferite, alcune probabilmente da costrizione dovute all’incontro accidentale con reti, lenze o altri rifiuti presenti in mare: nei prossimi giorni le analisi e le visite accurate a cui verranno sottoposti ci diranno di più sulle loro condizioni di salute. 

Le tartarughe affette da cold stunning si immobilizzano, rallentano al massimo le proprie funzioni vitali, e finiscono a causa di correnti e mareggiate per spiaggiarsi sulle nostre coste, rischiando la morte per assideramento per le temperature fuori dal mare ancora più rigide di quelle in acqua. 

 

COSA FARE SE CI SI IMBATTE IN UNA TARTARUGA SPIAGGIATA 

Ogni minuto in più al freddo potrebbe rivelarsi fatale per cui la Fondazione Cetacea Onlus chiede a chiunque dovesse imbattersi in una tartaruga spiaggiata di avvisare immediatamente la Capitaneria di Porto di competenza e la Fondazione stessa allo 0541691557. In attesa dei soccorsi consiglia di mettere la tartaruga al caldo, coperta con un asciugamano asciutto (avendo l’accortezza di tenere la testa scoperta).

 

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In manette scippatore seriale. È accusato di essere l’autore di sette rapine violente. Si tratta di un cittadino marocchino di 34 anni, irregolare sul territorio. Prendeva di mira donne sole, che aggrediva alle spalle per poi strappare loro i gioielli che avevano addosso per poi scappare a bordo di una bicicletta.

MODENA –

Le sue vittime preferite erano le donne sole, che prendeva di mira mentre camminavano per strada, oppure negli androni dei palazzi, per poi strappare loro di dosso orologi e monili. Tutte le aggressioni, almeno sette quelle accertate, ma potrebbero essere molte di più, erano caratterizzate dalla violenza e dalla mancanza di scrupoli.

Con queste accuse è finito in manette un 34 enne marocchino, in Italia senza fissa dimora e clandestino, dopo che la sua richiesta di asilo era stata rigettata nel 2017. L’uomo è stato fermato in un appartamento di via Archirola e condotto in carcere in seguito a un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Modena, su richiesta del sostituto procuratore Marco Imperato, coordinatore delle indagini della Squadra Mobile.

A suo carico l’accusa di sette scippi, commessi in città dall’autunno di due anni fa ad oggi. Il primo risale all’ottobre del 2017, quando una 35 enne ucraina viene aggredita nell’androne di casa in via Voghera e derubata. Nel maggio del 2018, invece, tocca a una 64 enne modenese, alla quale viene strappata dal collo una collana. In quell’occasione, l’uomo si era “accomodato” sul sedile posteriore dell’auto della vittima, mentre questa era parcheggiata presso il centro commerciale La Rotonda. Stessa modalità il 14 gennaio di quest’anno, ai danni di una 77 enne. È il classico “passo falso” che permette agli inquirenti di stringere il cerchio attorno all’uomo, grazie anche alla testimonianza di una guardia giurata che presta servizio presso il centro commerciale. Arriviamo quindi al febbraio di quest’anno, quando il malvivente si concentra sulle donne che stanno rientrando a casa. Il 2 febbraio colpisce in via Malmusi, malmenando la vittima, che deve ricorrere alle cure dei sanitari con una prognosi di 10 giorni. Il 20 febbraio, poco prima di essere rintracciato e incastrato, va a segno due volte, in via Fratelli Rosselli e in via Zurlini. 

A suo carico ci sarebbe anche un ulteriore scippo violento, diverso per modalità, avvenuto lo scorso 19 settembre al Parco Amendola, quando il marocchino aveva tentato di scippare una donna, ma il marito di lei aveva reagito, provocando la reazione del malvivente e rimediando la frattura del setto nasale. 

 

 

L’avvocato dell’imprenditore parmigiano, accusato dello stupro di una 21 enne insieme a un complice nigeriano, suo pusher, aveva chiesto il patteggiamento. Ma il giudice ha detto no. Si procede quindi con il rito ordinario. Pesci rischia fino a 10 anni di carcere. 

PARMA -

Nessun patteggiamento con pena sospesa, come aveva chiesto la difesa, per Federico Pesci, l’imprenditore parmigiano 47 enne, molto noto in città, accusato di violenza sessuale e lesioni nei confronti di una 21 enne. Il Gip ha infatti rigettato la richiesta poiché la pena che potrebbe arrivare con il patteggiamento sarebbe di troppo inferiore a quanto Pesci rischierebbe in caso di condanna per stupro, cioè fino a 10 anni di carcere. Il prossimo 17 aprile, quindi, si aprirà il processo a carico dell’imprenditore con rito ordinario.

Insieme a Pesci, che attualmente è agli arresti domiciliari, andrà a processo, ma con rito abbreviato, quindi con uno sconto di pena di un terzo, anche il suo complice e pusher Wilson Ndu Aniyem, di origine nigeriana, che si trova a tutt’oggi in carcere. 

Ricordiamoi fatti. Nel luglio dello scorso anno, Federico Pesci, di famiglia agiata e titolare di alcuni negozi di articoli sportivi di marchi ricercati e sponsor di eventi legati alla movida, con una passione per le moto vintage, conosce su Facebook una 21 enne parmigiana. Si scambiano alcuni messaggi, lui la lusinga sfoggiando il suo benessere, confermato dalle foto sul suo profilo, poi la invita a prendere un aperitivo. È la sera del 18 luglio. A mezzanotte, Pesci invita la ragazza nel suo attico di via XXIV maggio, a Parma. La ragazza lo segue, consenziente. E qui scatta la trappola. Perché Pesci, che fa uso di cocaina, telefona al suo pusher, Wilson Ndu Aniyem, che arriva nel suo appartamento. Per la 21 enne è l’inizio di un incubo. Secondo la denuncia presentata dalla giovane, viene prima colpita con una cinghiata alla schiena, poi viene legata con delle corde robuste e le viene infilato in bocca un morso di cuoio affinché non gridi. 

 

I due uomini, sotto l’effetto della cocaina, per sei ore la sottopongono a violenze di ogni tipo, la percuotono, la stuprano. Pesci chiama nel suo appartamento altre tre pusher per rifornirsi ancora di cocaina. È mattina quando la furia dei due finalmente si placa. L’imprenditore, dopo una notte di droga e violenza, chiama un taxi e fa accompagnare la ragazza a casa. Ma lei va diretta in ospedale, dove un medico del Pronto Soccorso dichiarerà: “In tanti anni di lavoro non ho mai visto un corpo ridotto in questo modo… con lesioni così diffuse e gravi”. Per la ragazza la prognosi è di 45 giorni per le lesioni fisiche. Per quelle psicologiche probabilmente non basterà una vita. La ragazza sporge denuncia contro Pesci e Aniyem. I due vengono arrestati il 30 agosto dello scorso anno. Successivamente, per Pesci vengono disposti i domiciliari.

 

La difesa dell’imprenditore punta invece alla tesi che la ragazza fosse in realtà una prostituta, quindi consenziente e regolarmente pagata per una prestazione ispirata al film “Cinquanta sfumature di grigio”. I giudici del Tribunale del riesame, invece, ritengono credibili le accuse della ragazza, supportate dai referti medici. Gli sviluppi il prossimo 17 aprile. 

 

Martedì, 26 Febbraio 2019 10:10

Parmensi e il futuro: realisti ma ottimisti.

Nonostante tutto, uno sguardo positivo sul tenore di vita per il 51% dei parmensi. Il 13% degli intervistati vede un futuro negativo per i propri risparmi. La forma di copertura più gettonata? Il fondo pensione.

Roma, febbraio 2019 - Aumento delle tasse, costo della vita, pensioni basse, precarietà del lavoro: tutto questo fa ancora paura ai parmensi, ma nonostante tutto affrontano il futuro con moderato ottimismo. Secondo l'ultima ricerca dell'Osservatorio Sara Assicurazioni1, la compagnia assicuratrice ufficiale dell'Automobile Club d'Italia, più della metà degli intervistati (51%) affronta il proprio futuro dal punto di vista economico in modo positivo.

Se il 27% prevede di mantenere l'attuale tenore di vita nel prossimo futuro, una parte dei parmensi si riconosce tra quel 17% di intervistati che ammette di vedere nel proprio futuro minori disponibilità economiche, ma che con un po' di accortezze, si saprà adattare. Il 24% pensa che avrà disponibilità economiche superiori rispetto a quelle attuali, dato che fortunatamente cresce al 51% tra i giovani intervistati. Un 17% ha risposto di vivere nell'incertezza mentre un altro 13% si dichiara pessimista e teme che le proprie disponibilità economiche saranno inferiori a quelle attuali.

In che modo, secondo gli intervistati, ci si può garantire un futuro migliore? Una buona fetta di parmensi vede di buon occhio l'utilizzo delle forme di pagamento rateali, sia perché consentono di acquistare con calma (29%), sia perché permettono di gestire meglio il bilancio familiare (17%). C'è chi invece è più propenso alla sottoscrizione di diverse forme di risparmio o previdenza, tra cui spicca il fondo pensione, preferito dal 38% degli intervistati; seguono i piani individuali di risparmio con il 27% e i prodotti assicurativi di investimento, specie quelli collegati a gestioni separate e quindi sicuri per il 16%.

D'altra parte, ricorrere a una forma di risparmio può aiutare ad affrontare il futuro con più serenità e a porsi degli obiettivi anche a medio/lungo termine, come dimostrano i dati: il 70% dei parmensi infatti ammette di voler mettere da parte una somma sufficiente per affrontare eventuali imprevisti, il 34% vuole invece mantenere l'attuale tenore di vita. Grande attenzione verso i figli: il 28% vuole essere certo di poter aiutare i propri figli in un futuro, mentre il 26% non vuole gravare su di loro in caso di perdita di lavoro o di pensione bassa.

E a proposito di pensione, quest'ultima risulta essere uno dei fattori che preoccupano di più i parmensi in questo momento: al primo posto nei loro pensieri si trovano i fattori fiscali ed economici, come ad esempio l'aumento del costo della vita o delle tasse (58%), seguono poi la paura di spese impreviste (50%), la precarietà del lavoro (37%) e la prospettiva di una pensione bassa (31%).

A chi rivolgersi, dunque? La metà dei parmensi (50%) si affiderebbe alla propria banca, il 33% chiederebbe consiglio ad una compagnia di assicurazioni mentre il 30% si rivolgerebbe a un consulente.

"E' importante, specialmente in questi ultimi periodi, affrontare il futuro con praticità e concretezza", commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni "ed è altrettanto incoraggiante sapere che gli italiani stiano capendo l'importanza di rinforzare per tempo, con una forma di welfare appropriata, la costruzione del proprio futuro. Che ci si rivolga ad una banca o ad una assicurazione, è in ogni caso fondamentale affidarsi a strutture solide e preparate, che sappiano come pianificare le migliori soluzioni per ognuno di noi".

1-Indagine CAWI condotta dall'istituto di ricerca Nextplora nel 2018 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d'età, sesso ed area geografica.

Sara Assicurazioni
Sara Assicurazioni, primo esempio europeo di joint venture tra un'associazione di consumatori - l'ACI - e una compagnia di assicurazioni, è nata nel 1946 con l'obiettivo di mettere a disposizione degli automobilisti un'ampia gamma di servizi assicurativi. Sara Assicurazioni è ad oggi la compagnia ufficiale dell'Automobile Club d'Italia ed è punto di riferimento per le famiglie italiane e per tutte le esigenze legate alla sicurezza personale, patrimoniale e del tenore di vita. La sua organizzazione commerciale è formata da una struttura che comprende oltre 400 agenzie e circa 1.500 punti vendita. Oltre a Sara Assicurazioni, del Gruppo fa parte Sara Vita, compagnia specializzata nell'area del risparmio, della previdenza e della tutela, con un'offerta articolata anche nell'area degli investimenti.

Milano, come ogni anno, è sotto i riflettori per la Settimana della moda. Fra sfilate ed eventi, i grandi brand presentano in anteprima le tendenze della prossima stagione, animando la città con oltre 60 sfilate, 80 presentazioni e oltre 30 eventi. 

La nostra Francesca Bocchia ha immortalato i “fuori sfilata” fra top model di fama internazionale, visi noti e personaggi dai look curiosi. 

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La bellissima Eva Herzigova, con i suoi 46 anni portati splendidamente, è sulla cresta dell’onda da quasi 30 anni.

 

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Marino Ferrari, 77 anni, di Pavullo nel Frignano in provincia di Modena, stava allestendo la sua bancarella di borlenghi presso il carnevale di Cento quando, all’improvviso, si è accasciato al suolo. Inutili i soccorsi. La sfilata è proseguita in accordo con i familiari.

CENTO (FE) –

Doveva essere una domenica di festa, con gli enormi carri allegorici, la musica, le danze delle ballerine brasiliane, grandi e piccoli in costumi, come da tradizione al Carnevale di Cento. Invece, quella di ieri si è trasformata in tragedia.

Erano circa le 10.30 e gli ambulanti stavano allestendo le loro bancarelle in attesa del clou della manifestazione attesa per il primo pomeriggio. Tra loro c’è anche Marino Ferrari, 77 anni, di Pavullo nel Frignano, che con il suo stand di borlenghi vuole portare un po’ dei sapori e delle tradizioni dell’Appennino modenese nella città del Guercino.

A un tratto, l’uomo si accascia a terra, privo di sensi. Immediato l’intervento del personale sanitario, giunto sul posto con un’auto medica e un’ambulanza. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il 77 enne non c’era purtroppo più niente da fare e il decesso è stato dichiarato sul posto

Immediatamente allertati, hanno raggiunto i familiari anche il sindaco di Cento Fabrizio Toselli e il patron del Carnevale Ivano Manservisi. Marino Ferrari era infatti molto conosciuto e ci si è subito interrogati se sospendere o meno le manifestazioni del Carnevale. Dopo aver parlato con i familiari, tuttavia, è stato deciso di non interrompere la parata dei carri, un evento che Ferrari amava molto e a cui partecipava da diversi anni. 

La decisione se proseguire con la terza sfilata del Carnevale è stata molto sofferta. La scelta di andare avanti è venuta dopo aver parlato con il figlio Marco che mi ha detto che avrebbe preferito che il carnevale si fosse svolto regolarmente come avrebbe voluto suo padre. Tutta la comunità centese si unisce al dolore di questa famiglia per la dolorosa perdita” ha dichiarato il sindaco di Cento Fabrizio Toselli.

 

L’episodio a Piumazzo di Castelfranco, attorno alle 13 di ieri quando la donna, che in passato aveva sofferto di problemi psichici, forse in seguito a un banale diverbio ha impugnato il coltello e ferito gravemente l’anziana coppia. Poi si è barricata in casa. I Carabinieri hanno fatto irruzione dal balcone.

PIUMAZZO di CASTELFRANCO (MO) –

Un terribile fatto di sangue ha scosso la tranquilla comunità di Piumazzo di Castelfranco, proprio nel giorno in cui si festeggiava il Carnevale. Erano circa le 13 quando, al civico 26 di via Ciro Menotti, una donna di 35 anni, Elena Gherardi, probabilmente al culmine di un diverbio, ha afferrato un coltello e ha ripetutamente colpito alla gola e al torace gli anziani genitori, Gino Gherardi, 79 anni, e Novella Ferri, 77.

Nonostante la gravità delle ferite, i due hanno trovato la forza di chiedere aiuto, prima urlando dal balcone per attirare l’attenzione dei vicini, poi riuscendo a raggiungere il pianerottolo del condominio. Per fortuna, gli altri condomini, a quell’ora tutti in casa per il pranzo, hanno intuito subito che qualcosa di grave era successo e hanno chiamato subito i Carabinieri e il 118. I sanitari hanno subito soccorso i due anziani, tamponando le ferite da taglio e trasportandoli d’urgenza all’ospedale di Baggiovara. 

La madre è entrata subito in sala operatoria, dove è stata sottoposta a un intervento per suturare una profonda ferita al collo, sotto alla mandibola. L’intervento è stato coordinato da un’equipe di Chirurgia Vascolare diretta dal Dottor Roberto Silingardi e di Otorinolaringolatria diretta dal professor Livio Presutti. Il marito, nel frattempo, è stato sottoposto a una TAC, che ha evidenziato una lesione all’esofago e anche lui è stato operato da una seconda equipe mentre era ancora in corso l’intervento sulla moglie. Entrambi gli interventi sono tecnicamente riusciti, ma i sanitari si sono riservati la prognosi. 

Mentre i genitori venivano soccorsi e trasportati, Elena Gherardi, che risulta disoccupata e che in passato è stata in cura per problemi psichici, anche se attualmente aveva finito il percorso di cura e non assumeva farmaci, si è barricata in casa. Temendo che potesse compiere un gesto estremo e che fosse ancora armata, i Carabinieri sono riusciti a entrare passando dal balcone dei vicini. La scena che si sono trovati davanti era degna di un film dell’orrore. C’era sangue dappertutto, anche se, data l’ora e l’arma, è probabile che la violenza si sia consumata in cucina, e che poi la coppia, ferita e sanguinante, sia corsa nelle altre stanze per cercare aiuto e sfuggire alla furia omicida della figlia minore. 

Elena Gherardi, che all’ingresso dei militari era sotto shock, è stata posta in stato di fermo per tentato duplice omicidio ed è tutt’ora piantonata nel reparto di Diagnosi e Cura dell’ospedale di Baggiovara. Fondamentali per la ricostruzione della vicenda saranno le dichiarazioni dei coniugi Gherardi, una volta ripresisi dall’aggressione.

Sul posto è intervenuta poi anche la Scientifica, oltre al maresciallo della caserma dei Carabinieri di Castelfranco, il Comandante del Nucleo Investigativo di Modena Paolo Bigi, su richiesta del Pm De Sanctis, che si occupa dell’inchiesta, e alla Polizia Municipale. Poco dopo, allertata dai Carabinieri su quanto accaduto, ha raggiunto la casa dei genitori anche la primogenita dei Gherardi, di 51 anni.

Tre nuove segnalazioni dal Poggio di Sant'Ilario Baganza alla redazione della Gazzetta dell'Emilia.

Di Redazione - Felino 25 febbraio 2019 -  Alcuni residenti della frazione felinese di Poggio Sant'Ilario Baganza, sempre attenti alla  sicurezza e al decoro urbano, ci segnalano tre nuovi casi da porre all'attenzione degli organismi competenti:

1) Il guasto di un lampione collocato presso la rotatoria. Secondo quanto riportato dai nostri lettori, il lampione è inattivo dal mese di novembre 2018 e attualmente svolge solo la funzione di arredamento stradale. Però chissà, magari è una cosa voluta per dare un pizzico di originalità al panorama notturno, è il commento sarcastico di qualcuno.

 

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2) Viene segnalata la presenza di un paio di dossi artificiali. Il primo poco dopo l'ingresso in paese, provenendo da Felino. Il dosso, secondo il parere di alcuni, sarebbe stato posizionato in modo scorretto in quanto non sarebbe in grado di svolgere appieno le proprie funzioni. Secondo altri, al contrario, si tratta di un buon lavoro, in quanto i dossi all'ingresso dei centri abitati "non possono far altro che bene."  Un  secondo dosso è collocato in paese, nei pressi del negozio di alimentari. Anche in questo caso riscontriamo posizioni favorevoli e contrarie. Secondo molti è ritenuto inutile data la sua posizione, secondo altri invece la sua collocazione è fondamentale e non è da rimuovere. Ad ogni modo, tra favorevoli e contrari, molti dei cittadini concordano sull'installazione di un terzo dosso, uscendo dal Poggio, in direzione Calestano per rallentare l'arrivo delle auto. Si spera in un intervento da parte della provincia su richiesta dell'amministrazione comunale. Ci troviamo infatti lungo una strada provinciale, Via Calestano, e qui le automobili sfrecciano a gran velocità e la pericolosità é alquanto elevata. Installare un dosso in quel punto potrebbe favorire una maggiore sicurezza e tranquillità per i residenti. Abbiamo già trattato un argomento analogo nel nostro articolo sul "Dosso di San Michele Gatti" che potete rileggere cliccando qui https://www.gazzettadellemilia.it/motori/item/22485-un-dosso-rischioso-e-per-certi-versi-inutile-a-san-michele-gatti.html 

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3) La terza ed ultima segnalazione riguarda un caso di vandalismo e inciviltà. Nel centro del paese, la pensillina è stata danneggiata gravemente. Da più di un anno nulla è stato fatto per sistemarla, nonostante le solecitazioni di alcuni residenti. Nella Val Baganza non sono rari i casi di questo tipo, ma in una piccola e tranquilla località come il Poggio di Sant'Ilario Baganza, dove tutti si conoscono è una cosa inaccettabile. Qualcuno ha anche pensato che per una maggiore sicurezza, una soluzione ideale potrebbe essere quella di adottare un servizio di  controllo di vicinato. In attesa si potrebbe provvedere alla riparazione della pensilina nel minor tempo possibile.

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Per approfondire l'argomento riguardo il controllo id vicinato, invitiamo alla lettura collegandosi al sito del Comune attraverso il seguente: link: http://www.comune.felino.pr.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=41744&idArea=56413&idCat=69595&ID=69595&TipoElemento=categoria 

Per le  segnalazioni alla redazione della Gazzetta dell'Emilia, potete scrivere  all'indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  (N.C.)

 

 

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Nella serata di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino moldavo, di anni 34, responsabile del reato di maltrattamenti contro familiari.

Intorno alle ore 21.00 è giunta una segnalazione al numero di emergenza 112NUE da parte di una ragazza, che richiedeva l'intervento della Polizia perché era stata aggredita dal proprio fratellastro.
All'arrivo degli agenti, la donna che si trovava al piano terra perché era scappata dall'appartamento, dove era ancora presente il suo aggressore, era in uno stato di forte agitazione e lamentava un dolore al volto.

L'appartamento era a soqquadro, il piano del tavolo della cucina era stato spaccato da un pugno e vi erano alcune sedie capovolte a terra. Nonostante la presenza della Polizia, il 35enne ha iniziato ad inveire nei confronti della sorellastra minacciandola di morte per aver contattato le Forze dell'ordine.

L'uomo, con un precedente per resistenza a pubblico ufficiale, è stato accompagnato in Questura per accertamenti più approfonditi, al termine dei quali è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale di Modena, come disposto dal Magistrato di turno, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

La vittima, che ha dichiarato di aver già subito violenze psicologiche e aggressioni fisiche da parte del fratello, alcune suffragate da referti medici, ma di non aver mai sporto denuncia nei suoi confronti per timore di ritorsioni, è stata refertata dal Pronto Soccorso dell'Ospedale di Baggiovara con una prognosi di 7 giorni per un trauma facciale con ferita lacerocontusa.

Gli Anarchici locali sono riusciti a farsi propaganda su tutto il territorio nazionale grazie alle loro scritte contro Salvini, al quale augurano la morte per mano di qualcuno con buon amira e inneggiando alla libertà degli anarchici e delle anarchiche ospiti delle patrie galere.

di LGC 23 febbraio 2019 - Mentre tutti i Tg hanno messo in risalto la notizio non altrettanto diffusa è stata l'alzata di scudi a difesa e a sdegno di una tale minaccia verso un rappresentante dello Stato e per di più Ministro dell'Interno. 

Stupisce, infatti, che sul sito del Comune di Parma non compaia alcun comunicato stampa e la posizione dell'Amministrazione sia stata intercettata e diffusa dalla Gazzetta di Parma che riporta "Il sindaco Federico Pizzarotti e l'assessore Cristiano Casa deplorano le scritte con minacce di morte comparse sul muro del liceo Marconi e sottolineano che saranno esaminate le immagini della videosorveglianza, per risalire ai responsabili." "Sono cose che mi fanno imbestialire - scrive Pizzarotti sulla sua pagina Facebook - Inaccettabili le minacce di morte al ministro Salvini, al quale va la mia solidarietà. Le idee politiche si contrastano con idee politiche differenti, non con le minacce. La gente ignorante che manda messaggi minatori, sporca i muri, scrive cose senza senso è da condannare. Mi auguro che la videosorveglianza abbia individuato il manipolo di cretini che ha fatto questo".

L'assessore Cristiano Casa anch'egli interviene attraverso il suo profilo facebook  dichiarando "La mia solidarietà al ministro Salvini per le minacce di morte subite. La politica è discussione, non minacce. Agli imbecilli che hanno deturpato le pareti di Parma, atteggiandosi ad anarchici ma dimostrando soltanto di essere piccoli e ignoranti bulletti di quartiere, dico che visioneremo la telecamere e, una volta presi, quelle scritte ve le faremo pulire: vogliamo vedere i muri di Parma lustri e luccicanti. Poi, infine, una bella multa salata così la prossima volta anziché prendere il pennello prendete in mano un libro."

La deputata parmigiana della Lega Laura Cavandoli è intervenuta sulla sua pagina Facebook sulle scritte anti-Salvini apparse a Parma

"Non sono le prime minacce di morte a Matteo Salvini apparse sui muri di Parma e di altre città italiane.
Mi sento di assicurare agli autori che non saranno queste manifestazioni meschine a fermare il Governo del Cambiamento e un Ministro che si è impegnato come mai accaduto in passato per la sicurezza, il controllo del territorio, la lotta allo spaccio - soprattutto davanti agli istituti scolastici -, la legalità e l'ordine pubblico.
Nell'esprimere la mia solidarietà a Matteo Salvini, credo sia doveroso prendere le distanze da queste parole e da chi le pronuncia troppo spesso.
Spero che la eco mediatica della notizia riesca a sollecitare anche il sindaco nonostante la cronica e perdurante assenza da Parma."

Fabio Rainieri, anch'egli dal suo profilo facebook scrive

"SPARA A SALVINI E MIRA BENE": SPIACE CHE QUESTI ATTIVISTI DI SINISTRA NON CONOSCANO FORME DI COMUNICAZIONE CIVILE, MA SOLO L'USO DELLA MINACCIA E DELLA VIOLENZA...
Ancora scritte ingiuriose sui muri del Marconi. Qualche vandalo delinquente ha tracciato sui muri dell'Oltretorrente delle frasi inaccettabili, una in particolare incita alla violenza: "Spara a Salvini e mira bene". Ebbene, scritte con insulti e soprattutto minacce di morte sono inaccettabili ed è per questo che auspichiamo che si possano punire questi personaggi incivili e violenti che utilizzano metodi deplorevoli e fuori dal tempo per cercare di intimidire il ministro Matteo Salvini e chi rappresenta il nostro partito. Questi modi vigliacchi vanno repressi con decisione. Spiace constatare che questi attivisti di sinistra non conoscono forme di comunicazione civile se non l'uso della minaccia e della violenza. Confidiamo quindi nella professionalità delle forze dell'ordine, a cui va il nostro ringraziamento.

FORZA CIVICA

"Le scritte spray comparse a Parma in cui si invita a sparare contro il Ministro Salvini rappresentano un grave attacco oltre che alla persona, alle istituzioni – dichiarano gli esponenti di Forza Civica – la violenza e l'odio sono l'unica arma di chi non ha idee e coraggio di confrontarsi civilmente.
Chi semina odio deve essere isolato e punito con pene severe, l'istigazione alla violenza va combattuta da tutti, nessuno escluso.
Esprimiamo al Ministro – conclude la nota degli esponenti civici - la nostra solidarietà e vicinanza."

FORZA ITALIA

MINACCE A SALVINI PARMA
Parma, 22 febbraio 2019 | "Inaccettabili le minacce al Ministro dell'Interno Matteo Salvini che questa mattina sono comparse sul muro della facciata della scuola superiore Marconi di Parma", così il vice coordinatore provinciale di Forza Italia Parma & Provincia Nicolas Brigati commenta le scritte contro Salvini.
"Mi auguro che l'Amministrazione Comunale faccia rimuovere immediatamente le scritte vergognose e prenda una posizione decisa contro coloro che le hanno realizzate. La firma, chiaramente anarchica, nasconde un profondo problema della società che arriva a scrivere simili minacce nei confronti di un Ministro, di qualsiasi colore o partito esso sia. Si tratta - prosegue Brigati - di un problema politico molto grave dove viene a mancare il rispetto per le Istituzioni e per il ruolo che il Ministro stesso ricopre all'interno dello Stato". Le minacce a Salvini, come sottolinea
il vice coordinatore di FI, sono un fatto estremamente grave per il quale occorre subito prendere precauzioni: "La morte - conclude Brigati - non si deve augurare a nessuno. Ribadisco la gravità delle scritte e mi auguro che da tutte le parti politiche arrivi il sostegno al Ministro e venga ribadita l'indignazione per quanto successo oltre che fortemente condannata l'azione"

NICOLAS BRIGATI Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia Parma e Provincia

Sinistra: Non pervenuta! Dal Profilo facebook del PD ci si indigna e si prendono giustamente  le difese di Emma Marrone,  per i commenti sessisti e soprattutto volgari di un consigliere leghista, immediatamente espulso, ma di Salvini si cerca solo di evidenziare i suoi rapporti con Putin.

Tutto il resto è niente, parafrasando una magnfica canzone di Franco Califano (Tutto il resto è noia)

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Aqualena Florida Fitness: il valore dell’immobile si aggira sui 2,8 milioni di euro, quattro le società coinvolte a vario titolo, create ad hoc, anche intestate a prestanome, per sfuggire al pignoramento in seguito a una evasione fiscale dell’IVA di circa 500 mila euro.

PARMA –

Su disposizione del Tribunale di Parma, i finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Parma hanno eseguito il sequestro preventivo dell’Aqualena Florida Fitness, la struttura che include la palestra e la piscina, situata fra via Budellungo e Via Ximenes, il cui valore si aggira su 2,8 milioni di euro. 

Il sequestro preventivo è arrivato alla fine di una complessa indagine giudiziaria, che ha visto coinvolte quattro società: la V. V. V. Aqualena srl, società di fitness, la Aqualena sport asd, un’associazione sportiva dilettantistica, la HCP srl, società che svolge l'attività di gestione di alberghi; la House Immobiliare srl, e il coinvolgimento di vari soggetti, alcuni dei quali ritenuti i veri titolari delle società, ed altri che sono parsi dei meri prestanome.

Per quanto riguarda l'immobile, il reato per cui si procede, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, viene ipotizzato a carico di Michele Mari, legale rappresentante della V.V.V. Aqualena srl, nonché di Marcello VetereAntonio Vetere e Alessandro Vitale, quali amministratori di fatto sia della V.V.V. Aqualena che della House Immobiliare srl.

 

L'INDAGINE 

La complessa indagine tributaria ha inizio nel 2017, quando l’immobile oggetto di sequestro apparteneva all’Aqualena srl, società operante nel settore del fitness e della gestione di piscine. Nel dicembre di quell’anno le viene notificato da parte dell’Agenzia delle Entrate un atto di accertamento per oltre 500 mila euro per reiterata evasione dell’IVA per due anni consecutivi. Tuttavia, subito dopo l’accertamento, gli amministratori di fatto della società, nonostante l’immobile fosse stato acquistato da meno di tre mesi, avevano costituito ex novo una società, la House Immobiliare srl, che a sua volta aveva acquisito la proprietà del centro sportivo, spogliando la società venditrice, gravata dal debito tributario, dell’unico bene di valore.

Nel corso dell’attività investigativa, tuttavia, è emerso che non solo la House Immobiliare srl era priva di mezzi finanziari e, di conseguenza, non aveva di fatto mai pagato il corrispettivo della compravendita, ma le rate del mutuo che ancora gravava sull’immobile continuavano a essere pagate, anche dopo la vendita, dalla Aqualena srl. Da qui la conclusione che l’acquisto del complesso fosse simulato con lo scopo di sottrarre l’immobile a un’eventuale azione esecutiva da parte del fisco, cambiandone di fatto l’intestazione. 

È scattata quindi la contestazione del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, punito con la reclusione sino a 6 anni e che permette il sequestro del bene sottratto alla garanzia. Il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Parma, ha riguardato sia la struttura ma anche risorse finanziarie, beni mobili e immobili derivanti da profitti ottenuti dall’evasione fiscale e realizzati dalle tre società: V. V. Aqualena srl, Aqualena sport asd ed HCP srl.

 

I REATI CONTESTATI

Per le "imprese" di fitness che gestiscono la piscina e la palestra del centro sportivo oggetto di sequestro (Aqualena srl e Aqualena sport asd), i reati contestati sono l'omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e l'indebita compensazione di crediti tributari inesistenti con debiti della stessa natura ma reali, mentre alla società di gestione alberghiera HCP srl vengono contestati la dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione di crediti IVA.

Attraverso apposite verifiche fiscali riferite al 2013 e al 2014, la Guardia di Finanze e l’Agenzia delle Entrate di Parma hanno ipotizzato come l’Aqualena spor asd, l’associazione sportiva dilettantistica che gestiva la piscina, svolgesse di fatto un’attività commerciale e dovesse, pertanto, presentare la dichiarazione dei redditi, versando imposte per oltre 500 mila euro, senza poter usufruire dei consistenti benefici fiscali previsti invece per le associazioni sportive senza fini di lucro. In relazione a tale contestazione è stato emesso decreto di sequestro preventivo sino alla concorrenza di oltre 350.000 €, nei confronti della società e, in caso di incapienza, nei confronti di Antonio Caruso, nonché di Antonio Vetere, Marcello Vetere e Alessandro Vitale.

La V.V.V Aqualena srl, cioè la società di capitali che gestiva la palestra, aveva omesso nel 2014 di presentare la dichiarazione ai fini IVA per circa 200 mila euro, mentre nel 2015 e 2016 aveva compensato i propri debiti tributari con un credito IVA fittizio, evitando di versati circa 150 mila euro di imposte. In relazione a tali contestazioni è stato emesso decreto di sequestro preventivo sino alla concorrenza di circa € 520.000 € nei confronti della società e, in caso di incapienza, nei confronti di Nicola Ciarliero e Michele Mari (a seconda dei periodi di gestione), nonché di Antonio Vetere, Marcello Vetere e Alessandro Vitale.

Gli accertamenti sono stati poi stati estesi anche ad una società di gestione alberghiera, la HCP sr1 che avrebbe annotato nella propria contabilità un credito fiscale fittizio, fraudolentemente acquistato da altra società con lo scopo di compensare i propri reali debiti tributari, per un importo di circa 50.000 € Peraltro, l'indebito utilizzo in compensazione del fittizio credito IVA, in questo caso, è stato effettuato indicando alcuni particolari codici tributo, all'epoca non rilevabili dal controllo automatizzato eseguito dall'Anagrafe Tributaria, determinando una modalità fraudolenta capace di ostacolare l'accertamento e di indurre in errore l'Amministrazione finanziaria.

Per quest'ultimo delitto, pertanto, l'Autorità Giudiziaria ha ipotizzato anche il diretto coinvolgimento del consulente fiscale della società Alberto Pagliani, quale concorrente nel reato commesso dal contribuente, in quanto egli avrebbe fornito il supporto tecnico necessario alla realizzazione del fraudolento risparmio d'imposta. In relazione a tale contestazione è stato emesso decreto di sequestro preventivo sino alla concorrenza di circa 48.000 €, nei confronti della società e, in caso di incapienza, nei confronti di Mari Michele Mari e Alberto Pagliani, nonché di Antonio Vetere, Marcello Vetere e Alessandro Vitale.

Parma Quality Restaurants: Antica Corte Pallavicina, Inkiostro, Due Spade e Locanda del Sale sono i nuovi ristoranti del consorzio parmigiano, presentati nell’incontro dedicato a cultura e cibo.

Parma

Cresce la squadra del Parma Quality Restaurants, il consorzio dei ristoratori di città e provincia, nato sulla scia del titolo Unesco creative city of Gastronomy. E lo fa nel segno della qualità e della valorizzazione del territorio, perché quello che conta è: «Essere tutti uniti in un sistema complessivo, ognuno con il suo ruolo, per crescere insieme» ha sottolineato Enrico Bergonzi, presidente Parma Quality Restaurants, in apertura dell’incontro “Cibo e cultura: aspettando Parma2020”, organizzato dai ristoratori al Museo Glauco Lombardi. L’iniziativa ha voluto creare un momento di confronto con enti, istituzioni e aziende sul valore del cibo come fattore culturale e identitario della città ed è stato l’occasione per presentare ufficialmente i quattro nuovi soci del PQR: Antica Corte Pallavicina (Polesine Zibello), Ristorante Inkiostro (Parma), Ristorante Due Spade (Bardi) e Locanda del Sale (Lesignano). Ben due ristoranti stellati e altrettanti presidi di territorialità e tipicità a rafforzare l’impegno del consorzio nella promozione della cultura enogastronomica del parmense, declinata in tutti i suoi aspetti.

Cultura e cibo, uniti in uno stretto vincolo, come ricordato dal padrone di casa, Maurizio Dodi, presidente del Glauco Lombardi e del Consorzio dei Vini dei colli di Parma: «Il cibo è cultura, Il vino e la cucina sono il saper fare dell’uomo. Valorizzare questi aspetti è importante, anche in un contesto come quello museale». Una strategia che risulta quindi determinante nel cammino verso il 2020.

«Parma2020 è una scuola, nessuno di noi ha mai affrontato il percorso di capitale della cultura – ha spiegato Michele Guerra, assessore alla Cultura del Comune -. È un’opportunità per tutti, un treno che passa solo una volta e che deve essere preso nel modo migliore. Il prossimo anno molti turisti e visitatori transiteranno da Parma e noi dovremo accoglierli al meglio e saper raccontare a loro tutte le nostre specificità e unicità, culturali, artistiche ed enogastronomiche. E per far questo dobbiamo unire l’azione culturale all’attività di Parma città creativa della Gastronomia Unesco».

Ma come possiamo davvero migliorare? A questa domanda ha risposto l’assessore comunale al Turismo e Progetto Unesco, Cristiano Casa: «Il dossier di Parma2020 ha raccolto qualcosa che già esisteva, delle eccellenze già presenti e attive che dobbiamo imparare a raccontare sempre meglio e tutti quanti, uniti da una visione comune che coinvolge i diversi aspetti culturali e gastronomici».

Il valore della collaborazione e dell’unione è stato ripreso anche da Alessandra Foppiano, executive manager di Parma Alimentare che ha spiegato come «sia fondamentale creare uno storytelling del territorio e delle sue eccellenze, definire una corretta strategia comunicativa e continuare nel percorso di lavoro sinergico avviato in questi anni». Tutti elementi alla base del successo degli eventi in programma anche quest’anno, come Cibus Off, la Cena dei Mille e Giardini Gourmet, che vedranno fra i protagonisti proprio i ristoratori del Parma Quality Restaurants, perché «squadra che vince non si cambia». 

Fiorano, tragico scontro tra due auto. Muore una donna di 37 anni. Per cause in corso di accertamento una Ford Focus su cui viaggiava la vittima ha invaso la corsia opposta e si è scontrata con una Citroen Picasso con a bordo un 64 enne. 

FIORANO (MO) –

Tragico incidente, ieri attorno alle 19.30 sulla pedemontana, nel tratto che attraversa l’abitato di Fiorano, all’altezza di via dell’Industria. Per cause ancora in fase di accertamento, una Ford Focus con a bordo due donne di nazionalità ucraina ha invaso la corsia opposta, scontrandosi frontalmente con una Citroen Picasso condotta da un uomo di 64 anni che viaggiava in direzione di Sassuolo.

L’impatto è stato devastante, al punto che delle due auto non è rimasto che un ammasso di lamiere. Sul posto sono intervenuti Carabinieri, Polizia Municipale, Vigili del Fuoco di Sassuolo e personale del 118. Il tratto di pedemontana è stato chiuso al traffico per facilitare le operazioni di soccorso. Purtroppo, per Oksana Pletenytska, 37 anni, di origine ucraina, che viaggiava sulla Ford insieme a una connazionale di 39, non c’è stato nulla da fare. Al momento dei soccorsi era già deceduta. 

Gravissime le condizioni dell’altra occupante della Focus e dell’uomo che guidava la Citroen, che sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale di Baggiovara. La salma di Oksana Pletenytska, dopo il nulla osta del magistrato di turno, è stata recuperata dai necrofori e trasferita all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico.

L’allarme lanciato da un capotreno che lo ha sorpreso disorientato e infreddolito mentre attraversava i binari. Nell’attesa dell’arrivo della famiglia per recuperarlo, è stato rifocillato e trasferito al Pronto Soccorso. Di lui si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?” 

REGGIO EMILIA - 

Una storia a lieto fine, questa volta, che vede protagonista, ancora una volta, un anziano malato di Alzheimer che si era allontanato da casa facendo perdere le sue tracce e gettando nello sconforto i familiari. 

L’uomo, che era scomparso da Reggio Emilia, e del quale si era occupata anche la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, è stato rintracciato ieri pomeriggio alla stazione ferroviaria di Lecce, in seguito alla segnalazione di un capotreno che ha notato una persona anziana in difficoltà, disorientata e infreddolita, che si aggirava per la stazione, attraversando addirittura i binari. 

La Polizia Ferroviaria è quindi intervenuta, verificando che l’uomo, assai confuso, con abiti non adatti alla stagione, non era in possesso dei documenti e non riusciva a dire il suo nome. Immediatamente soccorso e rifocillato con generi di conforto si è quindi cercato di risalire alla sua identità. Dopo circa un’ora di ricerche, dalla banca dati sono emerse le sue generalità, ma anche una nota che ne rilevava la scomparsa con la richiesta di rintraccio emessa dalla Questura di Reggio Emilia.

La Polfer leccese ha quindi contattato i colleghi reggiani che hanno provveduto ad avvertire la famiglia del ritrovamento del congiunto. In attesa che i parenti arrivassero a Lecce per recuperarlo, l’anziano, che a causa della sua patologia non era in buone condizioni di salute, è stato ricoverato al Pronto Soccorso di Lecce. 

11 colpi in 20 giorni: serrate indagini della Polizia di Stato, coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, "incastrano" il ladro seriale. Eseguita ieri mattina l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Modena 20 febbraio 2019 - Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena nei confronti di un cittadino moldavo di 31 anni, pregiudicato ed irregolare sul territorio nazionale, autore di numerosi furti e rapine in città.

L'attività investigativa, condotta dagli uomini della Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del Pubblico Ministero dott.ssa Sighicelli, ha consentito di far luce su una serie di reati predatori, che hanno interessato Modena tra la fine di dicembre e i primi giorni del nuovo anno.

Nulla è stato lasciato al caso: indagini svolte nell'immediatezza su indicazioni della Procura, testimonianze, esame dei fotogrammi delle telecamere di videosorveglianza, rilievi particolareggiati ed analisi comparata dei dati acquisiti hanno permesso di attribuire al moldavo la responsabilità di ben 11 atti predatori avvenuti a Modena nell'arco temporale di una ventina di giorni, dal 21 dicembre 2018 all'11 gennaio 2019, commessi con non comune spregiudicatezza e modalità altamente professionali.

L'11 gennaio scorso, gli agenti della Squadra Volante lo avevano arrestato in flagranza del reato di rapina impropria: l'uomo aveva sottratto dalla borsa di una ragazza il portafoglio mentre era intenta a guardare le vetrine di un negozio in via Emilia Centro. Accortasi del furto, la giovane aveva cercato di inseguire il ladro attirando l'attenzione dei passati che erano riusciti a fermarlo con non poca fatica in via Albinelli, dove la Polizia lo aveva definitamente bloccato.
Al moldavo sono addebitati ulteriori 10 reati predatori:
Il primo commesso il 21 dicembre scorso ai danni di un discount di via Rainusso, dove il 31enne si era impossessato di 1300 euro in contanti sottraendoli con destrezza dal registratore di cassa, approfittando di un momento di distrazione della cassiera; durante la fuga il ladro aveva perso il proprio telefono cellulare, elemento che ha contribuito in modo positivo al prosieguo delle indagini della Polizia.
Il secondo furto, avvenuto alla fine di dicembre, è stato perpetrato ai danni di un esercente del mercato Albinelli. Anche in questo caso, il moldavo aveva sottratto denaro dalla cassa, mentre il titolare era impegnato in altra attività, per poi darsi alla fuga.
Il 6 gennaio scorso, l'indagato dopo aver sottratto due telefoni cellulari dal bancone di un esercizio commerciale in piazza della Pomposa era scappato facendo perdere le proprie tracce.
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, il 31enne aveva asportato sempre dal registratore di cassa di un esercizio pubblico ubicato all'interno del parco Novi Sad, la somma in contanti di 430,00 euro. Il proprietario era riuscito a bloccarlo fino all'arrivo di militari dell'Arma dei Carabinieri, ai quali il malfattore aveva restituito il denaro provento del furto.
Il giorno successivo era stato perpetrato un altro furto all'interno del mercato Albinelli ai danni di un negozio di ortofrutta. Anche qui era stata asportata la somma di 100 euro dalla cassa durante un momento di distrazione da parte del titolare. Nel pomeriggio della stessa giornata presso il Mc Drive di Modena Ovest, il 31enne aveva sradicato il registratore di cassa, ove erano contenuti 100 euro in contanti.
E ancora, esattamente due giorni dopo, un ennesimo furto a lui ascrivibile è stato commesso ai danni di una gelateria di via Emilia Centro, dove erano stati rubati 380 euro, prelevandoli sempre dal registratore di cassa, durante una momentanea assenza del personale. Anche qui il ladro si era dato a precipitosa fuga.
Il 10 gennaio gli agenti della Volante sono intervenuti presso un Discount di via Emilia Est, dove il moldavo aveva appena commesso una rapina ai danni di una cassiera che era stata aggredita alle spalle con violenza in modo da allontanarla dalla postazione al fine di sottrarre il denaro contenuto nel registratore. L'autore del fatto si era poi allontanato di corsa. La donna aveva riportato lesioni personali giudicate guaribili in 5 giorni.
Infine, proprio la mattina dell'11 gennaio scorso, poco prima del suo arresto per tentata rapina impropria in via Albinelli, era stato perpetrato un furto a lui ascrivibile, commesso all'interno di un'attività ricettizia di via Ferrari, ai danni di un cliente, al quale il moldavo, di nascosto, aveva sottratto lo zaino contenente un coltello multiuso, un tablet, una torcia ed un power bank per un valore complessivo di 680 euro.

Il coltello multiuso e la torcia sono stati rinvenuti sulla sua persona nel corso della perquisizione successiva all'arresto in flagranza.

Accade sull’Appennino reggiano dove al piccolo, dopo un percorso di inserimento e la costante presenza di un genitore, è stata negata la possibilità di frequentare la scuola d’infanzia dove era stato assegnato. L’alternativa? Un asilo parrocchiale a 7 km di distanza. 

Reggio Emilia –

Fa discutere il caso del piccolo Francesco (nome di fantasia), di due anni e mezzo malato di diabete di tipo 1 che, dopo un percorso di inserimento lungo e tortuoso nella scuola di infanzia dove era stato assegnato, si è visto negare la possibilità di frequentarla per le difficoltà organizzative del personale a rispondere alle sue esigenze.

Questi i fatti. Francesco si ammala di diabete di tipo 1, quello insulino-dipendente, all’inizio di febbraio del 2018. Per rendergli la vita un po’ più semplice, data anche la giovanissima età, i genitori, in accordo con la pediatra diabetologa di Reggio che segue il piccolo, lo dotano di un microinfusore di ultima generazione per evitare le iniezioni di insulina con penne e di un sensore per rilevare, anche in remoto, quindi anche dal luogo di lavoro dei genitori, i valori della glicemia in tempo reale.

Nel frattempo, nella scuola d’infanzia che il piccolo dovrebbe frequentare iniziano le difficoltà. Il personale svolge un primo corso sul diabete e sull’utilizzo del microinfusore, ma demanda la decisione definitiva sull’inserimento di Francesco a un mese di prova, durante il quale un familiare avrebbe dovuto essere sempre presente all’asilo insieme al piccolo. Uno dei genitori, grazie al fatto di essere libero professionista e con l’aiuto di un parente, riesce ad accompagnare il figlioletto all’asilo. 

“Durante questo mese”, racconta però il genitore di Francesco, “non c’è stata alcuna volontà del personale scolastico di provare a mettere in pratica quanto appreso al corso che, singolarmente, è valso il rilascio di un attestato. Al termine del mese di ‘prova’ ci è stata formalizzata la indisponibilità del personale scolastico a seguire il bambino in classe e, tantomeno, a impostare il microinfusore per la somministrazione dell’insulina al pasto. A questo punto abbiamo continuato ad accompagnare per due mesi, nonostante evidenti disagi, nostro figlio a scuola in attesa di un riscontro tra le diverse autorità competenti”.

Il riscontro, arrivato in dicembre, ha purtroppo confermato l’indisponibilità a inserire il bambino nella scuola pubblica, prevedendo, in alternativa l’iscrizione a una scuola d’infanzia parrocchiale, che dista però 7 km dalla casa dei genitori e dei nonni, una distanza che in montagna, soprattutto in inverno, diventa difficoltosa da percorrere. Francesco, inoltre, si troverebbe lontano dai suoi amichetti e dagli ambienti a lui familiari.

“Si tratta di un fatto discriminatorio gravissimo e inaccettabile, che avviene nella provincia degli asili più belli del mondo, di Reggio Children, del Reggio Approach: in questo caso la scuola dell’infanzia pubblica è incapace di farsi carico della sua situazione di diabetico. Cosa che, invece, farà benissimo la scuola parrocchiale”, ha dichiarato Rita Lidia Stara, presidente della Federazione emiliano-romagnola delle associazioni che si impegnano per le persone con diabete (Fe.D.ER) salita nelle settimane scorse nella montagna reggiana per cercare, d’intesa con pediatria di comunità, Comune coinvolto, dirigente scolastico, insegnanti e genitori una possibile soluzione. “

È la prima volta che osservo una simile chiusura”, continua Stara “Ora questo caso dovrà servire ad ottenere una normativa nazionale a tutela di tutti i bambini che hanno necessità di farmaci durante l’orario scolastico, ma anche della stessa scuola. Il caso di Francesco non deve passare inosservato ne abbiamo parlato anche in Regione Emilia Romagna e sarà portato all’attenzione del Comitato di Indirizzo per La Malattia Diabetica, ne sarà informato l’ufficio scolastico regionale e i ministeri competenti”.

"Quanto accaduto in Appennino, - ha aggiunto Barbara Berni, neopresidente della Fand reggiana, l’associazione di riferimento per la diabetologia pediatrica di Reggio, - è un fatto grave. Trovare l'umana accoglienza per un bambino dovrebbe essere un preciso dovere della scuola che lo dovrebbe far muovere ben oltre i protocolli e le formalità. Quanto accaduto ci ha resi consapevoli di alcune carenze del sistema e servirà da sprone per avviare gruppi di auto aiuto tra genitori, di informazione e formazione nelle scuole affinché questo non abbia più ad accadere”.

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