Martedì, 26 Febbraio 2019 13:40

Violenza sessuale e lesioni: al via il processo (senza sconti) per Federico Pesci In evidenza

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Federico Pesci Federico Pesci

L’avvocato dell’imprenditore parmigiano, accusato dello stupro di una 21 enne insieme a un complice nigeriano, suo pusher, aveva chiesto il patteggiamento. Ma il giudice ha detto no. Si procede quindi con il rito ordinario. Pesci rischia fino a 10 anni di carcere. 

PARMA -

Nessun patteggiamento con pena sospesa, come aveva chiesto la difesa, per Federico Pesci, l’imprenditore parmigiano 47 enne, molto noto in città, accusato di violenza sessuale e lesioni nei confronti di una 21 enne. Il Gip ha infatti rigettato la richiesta poiché la pena che potrebbe arrivare con il patteggiamento sarebbe di troppo inferiore a quanto Pesci rischierebbe in caso di condanna per stupro, cioè fino a 10 anni di carcere. Il prossimo 17 aprile, quindi, si aprirà il processo a carico dell’imprenditore con rito ordinario.

Insieme a Pesci, che attualmente è agli arresti domiciliari, andrà a processo, ma con rito abbreviato, quindi con uno sconto di pena di un terzo, anche il suo complice e pusher Wilson Ndu Aniyem, di origine nigeriana, che si trova a tutt’oggi in carcere. 

Ricordiamoi fatti. Nel luglio dello scorso anno, Federico Pesci, di famiglia agiata e titolare di alcuni negozi di articoli sportivi di marchi ricercati e sponsor di eventi legati alla movida, con una passione per le moto vintage, conosce su Facebook una 21 enne parmigiana. Si scambiano alcuni messaggi, lui la lusinga sfoggiando il suo benessere, confermato dalle foto sul suo profilo, poi la invita a prendere un aperitivo. È la sera del 18 luglio. A mezzanotte, Pesci invita la ragazza nel suo attico di via XXIV maggio, a Parma. La ragazza lo segue, consenziente. E qui scatta la trappola. Perché Pesci, che fa uso di cocaina, telefona al suo pusher, Wilson Ndu Aniyem, che arriva nel suo appartamento. Per la 21 enne è l’inizio di un incubo. Secondo la denuncia presentata dalla giovane, viene prima colpita con una cinghiata alla schiena, poi viene legata con delle corde robuste e le viene infilato in bocca un morso di cuoio affinché non gridi. 

 

I due uomini, sotto l’effetto della cocaina, per sei ore la sottopongono a violenze di ogni tipo, la percuotono, la stuprano. Pesci chiama nel suo appartamento altre tre pusher per rifornirsi ancora di cocaina. È mattina quando la furia dei due finalmente si placa. L’imprenditore, dopo una notte di droga e violenza, chiama un taxi e fa accompagnare la ragazza a casa. Ma lei va diretta in ospedale, dove un medico del Pronto Soccorso dichiarerà: “In tanti anni di lavoro non ho mai visto un corpo ridotto in questo modo… con lesioni così diffuse e gravi”. Per la ragazza la prognosi è di 45 giorni per le lesioni fisiche. Per quelle psicologiche probabilmente non basterà una vita. La ragazza sporge denuncia contro Pesci e Aniyem. I due vengono arrestati il 30 agosto dello scorso anno. Successivamente, per Pesci vengono disposti i domiciliari.

 

La difesa dell’imprenditore punta invece alla tesi che la ragazza fosse in realtà una prostituta, quindi consenziente e regolarmente pagata per una prestazione ispirata al film “Cinquanta sfumature di grigio”. I giudici del Tribunale del riesame, invece, ritengono credibili le accuse della ragazza, supportate dai referti medici. Gli sviluppi il prossimo 17 aprile. 

 

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