Il mare di Rimini è ufficialmente da oggi "Dog friendly": firmata l'ordinanza sperimentale con cui si disciplina la possibilità della balneazione dei cani.

1 giugno 2018

Si innova la qualità dell'offerta turistica della spiaggia riminese. E' stata firmata quest'oggi l'ordinanza sperimentale con cui si disciplina la possibilità della balneazione dei cani a cui, oltre a quella di scendere in spiaggia, in determinate zone sarà consentito anche la possibilità – solo ed esclusivamente in determinate ore - di entrare in acqua. Acquisiti tutti i parerei dagli enti preposti, entra quindi in vigore il dispositivo con cui viene definito il sistema di regole grazie al quale potranno convivere sull'arenile riminese i "quattrozampe" coi loro proprietari e l'utenza più tradizionale. Un'opportunità prevista dall'Ordinanza balneare regionale e disciplinato da appositi provvedimenti adottati dall'AUSL, che rimandano poi ai comuni la possibilità di provvedere con un proprio specifico provvedimento.

La possibilità di destinare uno specchio acqueo alla balneazione dei cani– specifica l'ordinanza - sarà riservata ai titolari degli stabilimento balneare che già si sono avvalsi della facoltà di attrezzare aree della loro concessione all'accoglienza dedicata. L'area di mare destinata alla balneazione dei cani dovrà essere individuata nello specchio acqueo antistante lo stabilimento balneare, delimitata da boe ed individuata dal cartello "specchio acqueo destinato alla balneazione dei cani".

Il bagno in mare sarà consentito esclusivamente nella prima mattina, dalle 6 alle 8 o di sera dalle 19,30 alle 21 ma saranno sempre i proprietari a garantire con la propria presenza la sorveglianza dell'animale che dovrà essere condotto fino allo specchio acqueo con l'ausilio del guinzaglio, non lasciando mai i cani incustoditi o liberi di vagare nemmeno durante la balneazione. Particolare attenzione l'ordinanza la riserva alla pulizia sia dello specchio acqueo che dell'arenile specie per quel che riguarda le eventuali deiezioni degli animali.

Ai bagnini è affidato il compito di controllo delle regole oltreché l'obbligo di osservare tutte le prescrizioni e tutti i requisiti imposti dall'Ausl e dal Comune per l'allestimento delle aree attrezzate per l'accoglienza dei cani.

L'accesso ai servizi di spiaggia e alla balneazione, negli orari e modalità sopra indicate, è consentito solo agli animali i cui padroni hanno provveduto ad effettuare l'apposita registrazione presso lo stabilimento balneare, così come previsto dall'ordinanza balneare regionale e dai provvedimenti emanati dall'AUSL.

 

Fonte: Comune di Rimini

All'Università di Parma 86 corsi di studio tra liberi, con test nazionale o locale, in ordine cronologico con valorizzazione del merito.

Parma, 1° giugno 2018 –

Si aprono il 17 luglio le immatricolazioni all'Università di Parma, che per l'anno accademico 2018-2019 presenta un'offerta formativa ancora più ampia, arrivando a 86 corsi complessivi. Si allarga quindi ancora il ventaglio delle proposte dell'Ateneo, per rispondere al meglio alle esigenze formative di acquisizione di conoscenze e competenze da parte di tutti coloro che sono intenzionati a intraprendere un percorso universitario.

La nuova offerta formativa è stata approvata nei giorni scorsi dagli Organi accademici, unitamente al Manifesto degli Studi 2018-2019, pubblicato sul sito dell'Ateneo. Al debutto due nuovi corsi di studio sul Food: il Corso di Laurea Magistrale in Gestione dei Sistemi Alimentari di Qualità e della Gastronomia e il Corso di Laurea Magistrale in Food Sciences for Innovation and Authenticity, con sede amministrativa presso la Libera Università di Bolzano.

Questa l'articolazione della nuova offerta formativa, che copre tutti gli ambiti di studio presenti nei 9 Dipartimenti dell'Ateneo:
39 corsi di laurea – 3 anni
6 corsi di laurea magistrale a ciclo unico – 5 o 6 anni
41 corsi di laurea magistrale – 2 anni

L'elenco completo degli 86 corsi è visibile sul sito web di Ateneo

VIA ALLE IMMATRICOLAZIONI IL 17 LUGLIO, MA CONVIENE REGISTRARSI FIN DA ORA
Le immatricolazioni all'Università di Parma per l'anno accademico 2018-2019 si apriranno il 17 luglio.
L'Ateneo consiglia di registrarsi fin da ora sul sito web www.unipr.it/registrazione  per ottenere le proprie credenziali individuali (username e password) e accelerare così la fase successiva, che prenderà avvio il 17 luglio.
Per accedere alla procedura, dall'home page del sito web di Ateneo, occorre cliccare sul banner "Iscrizioni on line" www.unipr.it/iscrizioni 

Per avere supporto tecnico sarà possibile scrivere all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o rivolgersi al Numero Verde dell'Ateneo 800.904084.
Per informazioni è possibile rivolgersi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Ateneo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0521.034006.

DIVERSE TIPOLOGIE DI ACCESSO: CORSI LIBERI, CON TEST NAZIONALE O LOCALE, IN ORDINE CRONOLOGICO CON VALORIZZAZIONE DEL MERITO

Ci sono diverse tipologie di accesso, che differenziano gli 86 corsi:
55 corsi a libero accesso: accettazione delle domande dal 17 luglio fino alla scadenza del periodo d'immatricolazione indicato nel Manifesto degli Studi.
14 corsi a numero programmato nazionale con test d'ingresso: per questi corsi (Architettura Rigenerazione Sostenibilità, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria e Protesi Dentaria e i corsi di studio delle Professioni Sanitarie) il Ministero ha reso note le date di svolgimento delle prove di ammissione, che si svolgeranno a partire dal 4 settembre.
8 corsi a numero programmato locale con test d'ingresso. Tra questi, i corsi interateneo con sedi amministrative presso altri Atenei hanno scadenze proprie delle sedi di riferimento (Università di Modena e Reggio Emilia per la triennale Scienze e Tecniche Psicologiche e la magistrale Advanced Automotive Engineering; Università di Bologna per la magistrale Advanced Automotive Electronic Engineering).
5 corsi a numero programmato locale con selezione effettuata in base all'ordine cronologico di prenotazione con valorizzazione del merito attraverso il voto di maturità.
1 corso, triennale in Chimica, a numero programmato locale con test d'ingresso per una parte dei posti e ordine cronologico di prenotazione con valorizzazione del merito attraverso il voto di maturità per l'altra parte dei posti disponibili.
2 corsi, magistrale in Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive e magistrale interateneo in Food Sciences for Innovation and Authenticity, a numero programmato locale con selezione per titoli.

Nell'offerta formativa è inoltre presente il corso telematico in Lingua e Cultura Italiana per Stranieri: info su www.italicon.it 

Nell'anno accademico 2017-2018 l'Università di Parma ha registrato 6.221 immatricolati complessivi ai corsi triennali e magistrali a ciclo unico, con un incremento percentuale del +8,7% rispetto all'anno precedente, consolidando la crescita avviata dopo l'exploit e l'inversione di tendenza del 2015-2016, ribadita anche nel 2016-2017, e confermandosi fortemente attrattiva con il 47,7% di iscritti residenti al di fuori della Regione Emilia-Romagna.

 

Fonte: Ufficio Stampa Università degli Studi di Parma

Nel corso dei servizi di controllo economico del territorio, la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato circa 6.000 articoli, tra i quali giocattoli, accessori per bigiotteria, dispositivi elettronici, articoli sportivi, occhiali, oggettistica varia, non conformi ai requisiti disposti dalla Comunità Europea ed in contrasto con le norme del Codice del Consumo, per un valore complessivo di oltre 20.000 euro.

Nello specifico, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Emilia, al termine di accurati accertamenti presso un esercizio commerciale di Sant'Ilario d'Enza gestito da una cittadina cinese, hanno sottoposto a sequestro il materiale sopra descritto in quanto privo del marchio "CE"; delle indicazioni di provenienza e delle caratteristiche informative minime per i consumatori o posti in commercio con etichettatura irregolare o assente e dunque potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori.

La titolare del negozio è stata segnalata alla Camera di Commercio di Reggio Emilia per violazioni al D.Lgs. 54/2011 ed al D.Lgs. 206/2005, e sarà soggetta alla sanzioni pecuniarie fino a 25.000 euro.

Peraltro la maggior parte dei prodotti era destinata alla fascia protetta dei bambini o minori di anni 14.

Nell'ambito dell'ordinaria attività di controllo del territorio volta alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, personale della Squadra Mobile di Modena ha intercettato due cittadini albanesi, che si aggiravano con atteggiamento sospetto a bordo di una autovettura in zona Fratelli Rosselli.

I due stranieri, di 23 e 26 anni, senza lavoro, trovati in possesso 2.300 euro in contanti, non sono stati in grado di giustificare la provenienza dell'ingente somma di denaro, fornendo risposte evasive e contraddittorie.

Anche la perquisizione all'interno della loro abitazione ha dato esito positivo in quanto, sopra un comò della camera da letto, sono state rinvenute varie confezioni contenenti cocaina, per un peso complessivo di 88 grammi, oltre ad una serie di strumenti utilizzati per la preparazione e il confezionamento in dosi della sostanza stupefacente. Il tutto, unitamente al denaro contante e a cinque telefoni cellulari, è stato sottoposto a sequestro.

I due albanesi sono stati tratti in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e tradotti presso la locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno, a disposizione della Autorità Giudiziaria.

Giovedì, 31 Maggio 2018 14:48

Università di Parma: proclamato lo sciopero

Lo sciopero è stato proclamato dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria. L'Università di Parma comunica che il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria ha proclamato l'astensione dagli esami di profitto nella prossima sessione estiva, precisamente nel periodo compreso tra il 1 giugno e il 31 luglio 2018.

A seguito della proclamazione di tale sciopero potrebbero verificarsi situazioni di incertezza sul regolare svolgimento degli esami.

 

La Guardia di Finanza di Carpi – coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del Sostituto Procuratore dott.ssa Francesca Graziano – ha recentemente concluso le operazioni relative all'esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per circa 1 milione di euro, emesso dal GIP presso il Tribunale di Modena, nei confronti di soggetti (società ed amministratore) ritenuti responsabili di aver sottratto al fisco diversi milioni di ricavi spariti nell'ombra della Grande Muraglia.

La misura cautelare conferma la validità di una importante operazione di servizio protrattasi per oltre un anno, che ha permesso di individuare una stabile organizzazione materiale "occulta", una vera e propria filiale estera non dichiarata al fisco italiano, attraverso la quale un contribuente di questa provincia realizzava in Cina una parte consistente della sua produzione. I frutti dell'evasione venivano poi trasferiti anche in paradisi fiscali (Seychelles e Isole Marshall), tramite conti correnti e società create ad hoc.

I primi riscontri acquisiti nel corso dell'attività di intelligence e di verifica sull'esistenza di società di diritto cinese, di cui non vi era traccia nella contabilità del soggetto italiano controllato, hanno trovato piena conferma nelle successive indagini di polizia giudiziaria, sviluppatesi anche attraverso l'effettuazione di perquisizioni locali e personali e conclusesi con l'esecuzione di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca degli illeciti profitti (da evasione fiscale) per quasi un milione di euro nonché con il rinvio a giudizio del responsabile disposto dal GIP a questa sede.

Sul piano amministrativo, a riscontro della bontà dell'attività eseguita che ha fatto emergere la sottrazione all'erario nazionale di redditi per importi significativi, la società ha chiesto all'ufficio finanziario competente ed ottenuto di definire un accertamento con adesione con sostanziale conferma delle conclusioni raggiunte dai finanzieri carpigiani.

L'attività di servizio condotta dalle Fiamme Gialle di Carpi rappresenta un'efficace e concreta testimonianza della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, a contrasto dei fenomeni di evasione e pianificazione fiscale internazionale aggressiva, nel perseguimento dell'obiettivo di ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini e di tutela della collettività, evitando il prodursi degli effetti dannosi tipici dell'evasione in termini di alterazione della normale concorrenza tra le imprese e di maggior carico fiscale per i cittadini onesti.

I Carabinieri di Carpi e quelli di Novi, insieme ai volontari Oipa, sono intervenuti in un campo nomadi tra Carpi e Novi in seguito a una segnalazione e hanno trovato il cane rinchiuso in una gabbia artigianale e con una corda stretta al collo che gli aveva procurato ferite.

CARPI (MO) – Ha solo sette mesi, ma ha già conosciuto la cattiveria umana o, almeno, quella di chi lo teneva rinchiuso in una gabbia artigianale, senza protezione dal sole a picco o dalle intemperie, tra piastrelle rotte e rottami di vario tipo. In più, con una corda al collo così stretta da procuragli ferite al collo.

È stato trovato così, in seguito a una segnalazione, un cucciolo di pitbull, che era detenuto in condizioni disumane in un campo nomadi della Bassa modenese, tra Carpi e Novi di Modena.
Intervenuti sul posto, i Carabinieri di Carpi e di Novi di Modena, insieme ai volontari delle Guardie eco-zoofile Oipa, hanno anche verificato che il cane era privo del microchip obbligatorio per legge.

È stato quindi sequestrato, preso in custodia dalle guardie zoofile e trasferito al canile di Carpi per curare le ferite, quelle fisiche, ma, soprattutto, quelle dell'anima. Per la proprietaria, una nomade di 39 anni, è scattata invece la denuncia per maltrattamento di animali.

I 17 imputati (inizialmente erano 35)  escono totalmente indenni dalla vicenda che li ha visti coinvolti nella vicenda del Consorzio Agrario di Parma. Il GUP Mattia Fiorentini ha chiuso il caso con formula piena: "il Fatto non sussiste". 

Nessuna delle tre ipotesi di reato contestate hanno retto e gli imputati, dopo una vicenda che per alcuni di loro era iniziata quasi otto anni fa, sono tutti assolti.

Chi erano gli imputati e i loro difensori (Ordine alfabetico):

Genesio Banchini - avvocati Stefano del Signore e Francesco Mattioli

Paolo Bandini - avvocato Sergio Andrea Ghiretti

Guido Baratta - avvocato Antonino Tuccari

Massimo Bianchi - avvocato Stefano del Signore

Enrico Bilzi - avvocato Mario Bonati

Lorenzo Bonazzi - avvocati Daniele Carra e Alfredo Cortesi

Gianluca Broglia - avvocati Matteo Manici e Roberto Sutich

Gianni Brusatassi - avvocato Mario Bonati

Fabio Massimo Cantarelli - avvocato Federica Folli

Celeste Cavaciuti - avvocato Stefano Molinari

Lamberto Colla - avvocati Amerigo Ghirardi e Franco Magnani

Davide Guareschi - avvocato Stefano Molinari 

Maurizio Magri - avvocati Gian Paolo Del Sasso e Francesco Mattioli

Luigi Malenchini - avvocato Mario Bonati

Marco Menegoi - avvocati Clemente Giorgio Grosso e Fabio Trovato

Ezio Pederzani - avvocato Stefano Molinari

Michele Pelizziari - avvocati Luigi De Giorgi e Luca Sirotti

 

 

 

 

Lotta al contrabbando di tabacchi: 9.000 Kg. di sigarette provenienti dal Marocco sequestrati da Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane di Livorno, per un controvalore di 1,5 milioni di euro.

Nella giornata del 25 maggio u.s., i finanzieri del Comando Provinciale di Livorno e funzionari della locale Agenzia delle Dogane, fra numerosi containers provenienti dal Nord Africa, nel locale porto, ne hanno selezionato e ispezionato uno ritenuto altamente sospetto, rinvenendo e sequestrando al suo interno 9.000 chilogrammi di sigarette di contrabbando.

L'ingente quantitativo di TLE (tabacchi lavorati esteri), suddiviso in ben 900 casse da 50 stecche ciascuno, era stato nascosto, dietro a pezzi di arredamento provenienti dal porto africano di Bissau (Guinea Bissau), con scalo a Tangeri (Marocco), all'interno del container che, documentalmente, risultava utilizzato per il trasporto di tavoli e sedie di legno destinati in Italia.

I marchi dei pacchetti sequestrati si riferiscono alle cc.dd. "cheap white", ossia sigarette che non vengono immesse in consumo nell'Unione Europea perché non rispondono ai livelli qualitativi e di sicurezza comunitari, ma oggi molto ricercate per il loro basso prezzo.
Una volta immesse sul mercato con la vendita al dettaglio, avrebbero, infatti, fruttato 1,5 milioni di euro.

Il sequestro è frutto della quotidiana attività operativa dei funzionari doganali e dei finanzieri, che procedono con un'accurata selezione dei containers che destano sospetti per la provenienza, la destinazione o il tipo di carico.

Comando Provinciale Guardia di Finanza Livorno
57123 Piazza delle Fiamme Gialle, 2 - Livorno Telefonoe Fax0586/896327
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficio delle Dogane di Livorno 57123 Livorno, Piazza dell'Arsenale,10 –
Telefono +39 055736601 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

I finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Livorno ed i funzionari del locale Servizio di Vigilanza Antifrode Doganale operano ogni giorno attraverso un'attenta attività di controllo sulle merci in arrivo, che rende sempre più efficiente la lotta ai traffici illeciti nel porto labronico.
Sono in corso indagini sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Livorno, Cons. Ettore Squillace Greco e del Sost. Procuratore dott. Daniele Rosa.

Crisi aziendali. Il presidente Bonaccini e l'assessore Costi incontrano sindacati e lavoratori della della Martini Luce di Concordia: "Siamo e saremo al vostro fianco. Il nostro impegno per non interrompere la produzione, attivare gli ammortizzatori sociali e salvaguardare azienda e occupazione"

Già avviato il dialogo con il curatore fallimentare. Sorpresa per la manca cessione alle Coemar Lighting: "Marchio nazionale, valutiamo anche se portare la vertenza al tavolo del nuovo Governo non appena insediato"

Bologna – Avviare subito la ricerca di un acquirente industriale, insieme al curatore fallimentare; evitare che la Martini venga spezzettata e venduta a blocchi; utilizzare gli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori che al momento sono sospesi dal lavoro a causa della dichiarazione di fallimento. Evitare che l'azienda si fermi e fare tutto il necessario affinché resti a Concordia, sul territorio.

Sono questi i temi più rilevanti al centro dell'incontro di questa mattina a Mirandola (Mo) tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, il sindaco di Concordia, Luca Prandini, i sindacati e i rappresentanti delle Rsu aziendale di Fiom e Fim con i lavoratori della Martini Luce di Concordia (Mo), la nota azienda di illuminotecnica il cui fallimento è stato decretato dal Tribunale di Modena nei giorni scorsi, come atto conseguente alla sorprendente notizia della non avvenuta formalizzazione della cessione di ramo d'azienda alla Coemar Lighting di Castiglione delle Stiviere.

Il presidente Bonaccini e l'assessore Costi hanno rimarcato "sorpresa per il mancato accordo, che era ad un passo. Ora occorre evitare il blocco della produzione ed affrontare subito con il curatore fallimentare il tema della attivazione degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori, obiettivo che si può perseguire se si avvia un esercizio provvisorio delle attività aziendali, salvaguardando la produzione".

"Il nostro impegno- ha sottolineato il presidente- è far sì che la produzione della Martini rimanga a Concordia e siamo pronti da subito, utilizzando tutte le opportunità disponibili, a sostenere chi subentra o dovesse subentrare nella gestione dell'azienda". "Tra l'altro- ha concluso Bonaccini- i numeri della ricostruzione post sisma dicono che l'area del cratere cresce più di prima. E tutto questo facendo le cose insieme - istituzioni e cittadini -, firmando sempre accordi con i sindacati e le parti sociali. Ma ora la nostra attenzione va a chi rischia di perdere il lavoro, che è dignità e loro per primi non meritano di perderla: essendo un marchio nazionale, porteremo la vicenda della Martini Luce ad un tavolo con il nuovo governo, perché siamo al lavoro per trovare uno sbocco positivo per i lavoratori e per l'azienda stessa".

 

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Installazione Martini al Castello Sforzesco

Domenica, 27 Maggio 2018 17:51

Ultima Ora - Donna assassinata a Piacenza

Alle porte del cetro storico di Piacenza, una donna è stata trovata assassinata nel proprio appartamento di via Dante. L'ANSA riferisce che la tragedia è accaduta davanti al figlio diciassettenne che ha chiamato la Polizia.

Il marito, fuggito in un primo momento, alla fine si è costituito.

Ammonta ad almeno 10 milioni di euro la richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali avanzata dagli avvocati Salvatore Tesoriero e Federico Fischer per conto della Provincia di Reggio Emilia e dei Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo, costituisi parte civile al processo Aemilia che – nell'aula bunker appositamente allestita nel cortile del Palazzo di giustizia di Reggio – si sta avviando a conclusione.

Nel dettaglio, per i soli capi di imputazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, è stata chiesta la condanna di 13 imputati al pagamento, in solido tra di loro, di 500.000 euro sia alla Provincia sia al Comune di Brescello e di 300.000 euro per ognuno dei Comuni di Bibbiano, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo. In più, per ognuno dei delitti del corposo capo d'imputazione per i quali è stata pure prevista l'aggravante mafiosa (poco più di un centinaio, tra estorsioni, usure, danneggiamenti, frodi fiscali, reati finanziari e armi) sono stati richiesti risarcimenti tra i 25.000 e i 100.000 euro a seconda della gravità.

"Le richieste avanzate in aula evidenziano l'entità dell'ingente danno che è stato arrecato al nostro territorio ed in particolare ai valori e alla dignità di una comunità che è stata profondamente oltraggiata da chi ha cercato di radicare nella nostra provincia metodi e azioni che non ci appartengono", commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi definendo pertanto "doverosa la scelta, non scontata, che gli enti locali reggiani ed emiliani hanno compiuto decidendo di costituirsi parte civile in un procedimento così complesso e delicato". "Se le nostre richieste, nella misura che il Tribunale riterrà opportuna, verranno accolte, anche queste somme saranno destinate a sostenere e implementare le tante iniziative per la legalità che da tempo stiamo realizzando e che continueremo a promuovere, ribadendo il nostro impegno comune nel tenere alta la guardia contro ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nel nostro territorio", aggiunge il presidente Manghi ricordando come "già nel procedimento con rito abbreviato, sia stato riconosciuto, anche in appello, alla Provincia e ai Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo un risarcimento, sotto il profilo giuridico e morale, di 850.000 euro per i danni subiti dalle comunità che rappresentiamo".

La ferita si trova proprio sotto all'occhio. L'esame autoptico ha rilevato anche un'ecchimosi sul labbro. Ma secondo il medico legale il decesso del bimbo di quattro anni è il soffocamento. Resta indagata la mamma 30 enne.

CARPI - Procedono le indagini sulla morte del piccolo Nicolas,  il bambino di quattro anni deceduto dopo che la mamma, la 30 enne carpigiana Anna Beltrami, lo aveva trovato riverso sull'erba mentre giocavano a nascondino vicino all'argine del Cavo Lama, a Soliera.

La donna ha sempre detto di essere stata lei stessa a togliere di bocca al figlioletto un giocattolo di gomma, che ne avrebbe provocato il successivo soffocamento. Se da un primo esame il medico legale non aveva rilevato nella bocca e nella gola del bimbo ferite o lesioni, ora dall'autopsia emergono nuovi particolari.

Il piccolo avrebbe una lesione sulla fronte, proprio sopra agli occhi, e un'ecchimosi sul labbro. Ferite che, tuttavia, non sono collegabili al decesso. Secondo il medico legale incaricato dalla Procura, infatti, la causa è l'ipossia, anche se sul piccolo non sono trovate tracce esterne, come macchie sul collo o sotto agli occhi, tipiche di un soffocamento.

Resta quindi da stabilire come Nicolas si sia procurato le ferite alla fronte e al labbro. Secondo la mamma, che resta indagata come atto dovuto per consentire le indagini, e il suo avvocato Luca Brezigar, il bimbo potrebbe essersele procurate durante i concitati momenti che hanno seguito il suo ritrovamento privo di sensi. È stata infatti la mamma a caricarlo in macchina e a portarlo di corsa al Ramazzini di Carpi. Da qui, data la gravità della situazione, Nicholas è stato successivamente trasferito al Policlinico di Modena dove, purtroppo, è deceduto il mattino successivo.

In via Emilia Est un mezzo SETA di ventidue anni ha preso fuoco ieri sera attorno alle 19.30. A metà pomeriggio, invece, un magrebino ha aggredito un autista che lo aveva rimproverato per aver battuto troppo forte contro un vetro.

 

Utilizzare i mezzi pubblici al posto dell'auto privata aiuterebbe di sicuro l'ambiente. Tuttavia, salire su un autobus sta diventando ogni giorno più rischioso, sia per i passeggeri che per i conducenti.
Nella giornata di ieri, a Modena, lungo la via Emilia, sono stati ben due gli episodi spiacevoli che hanno visto coinvolti due mezzi di Seta. Il primo si è verificato nel pomeriggio in via Emilia Ovest, all'altezza della Comet, quando l'autobus della Linea 9 ha effettuato la fermata. Poco dopo essere ripartito, l'autista si è fermato di nuovo per consentire a tre persone uscite dal lavoro di salire sul mezzo. Appena le porte si sono chiuse, tuttavia, un giovane magrebino ha sferrato un gran colpo contro il finestrino per chiedere di salire anche lui, arrivato in ritardo.
A questo punto, l'autista gli ha aperto la porta, ma lo ha redarguito per la violenza con cui aveva sferrato il colpo contro al vetro, rischiando di romperlo. Il giovane, allora, ha cominciato a provocare il conducente del bus: "Stai calmo, stai calmo...", continuava a ripetere a raffica.
L'autista, infastidito, ha "osato" rispondere con un "Altrimenti?". Il magrebino, allora, è sceso dal mezzo approfittando del fatto che la porta fosse ancora aperta e ha afferrato un sasso con il tentativo di colpire il conducente. Ma questi ha prontamente chiuso la porta e ha avvisato le Forze dell'Ordine. A questo punto, il giovane si è dileguato. All'arrivo della Polizia, gli altri passeggeri hanno testimoniato a favore del dipendente Seta.

Da via Emilia Ovest, ci spostiamo in via Emilia Est, dove, alle 19.30 circa un altro mezzo Seta, un "veterano" con alle spalle ventidue anni di onorato servizio, ha preso fuoco per un guasto meccanico.
Durante la corsa della Linea 1, alcuni passeggeri hanno segnalato all'autista un odore acre, come di cavi bruciati, che sembrava provenire da sotto il mezzo. Poco dopo, un automobilista di passaggio ha segnalato la presenza di fumo proveniente proprio dalla parte posteriore. Il conducente ha quindi accostato e ha chiamato i Vigili del Fuoco, che hanno provveduto a domare le fiamme prima che si propagassero.
È il quinto mezzo Seta ad andare a fuoco nel giro di un mese, e il nono in quattordici mesi.

All'esame della patente con auricolare e telecamera: la Polizia di Stato incastra tre stranieri ed un italiano

Nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà quattro individui che, in concorso tra loro, hanno tentato di falsare l'esito finale della prova d'esame del conseguimento della patente di guida con strumentazione radio collegata a distanza.

La Squadra Volante durante il servizio del controllo del territorio, transitando in Strada per Cognento, nei pressi del parcheggio posteriore dell'ex hotel Raffaello, ha notato un via vai sospetto di uomini ed ha deciso di procedere al controllo di due autovetture a bordo della quale vi erano un cittadino rumeno, un italiano ed un marocchino.

Alla vista della Polizia i due hanno cercato di disfarsi di alcuni oggetti successivamente recuperati, ovvero un "antennino" collegato a dei fili ed a un circuito con del nastro isolante.

Da una perquisizione più approfondita del veicolo del rumeno, è stato recuperato svariato materiale elettronico tra cui diversi modem portatili, auricolari per cellulari, trasmettitori, batterie, microcamere e antenne di piccole dimensioni.

Nella tasca dei pantaloni dell'italiano sono stati recuperati 1265 euro in banconote di vario taglio e 15 bollettini postali in bianco intestati al Dipartimento dei Trasporti Terrestri recuperati all'interno della propria auto.

Il marocchino, di 41 anni, invece occultava sotto i vestiti una telecamera, un trasmettitore collegato ad un auricolare, strumentazione attraverso la quale avrebbe ottenuto suggerimenti per la corretta compilazione del test, in cambio di una somma di 3000 euro. Pur utilizzando questo stratagemma NON ha conseguito il titolo.
Nei pressi delle due autovetture è stato fermato ed identificato anche un quarto uomo, un cittadino indiano di 25 anni, che spontaneamente ha riferito agli operatori di polizia di aver appena sostenuto l'esame di teoria per il conseguimento della patente di guida presso la Motorizzazione Civile utilizzando la strumentazione fornita dal rumeno in cambio di una somma imprecisata che gli avrebbe consegnato successivamente.

I quattro soggetti sono stati accompagnati in Questura per accertamenti più approfonditi dai quali è emerso che il rumeno di anni 43 era già stato deferito all'A.G. per il medesimo reato mentre l'italiano, classe 1974, risulta avere a proprio cariche condanne precedenti per reati contro la persona e il patrimonio.

 

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Prosegue l'attività di controllo della Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Parma che si avvale della collaborazione delle altre Forze di Polizia ed Enti, con la finalità di verificare la correttezza nella conduzione di attività economiche ed altro.
In tale ottica, in ottemperanza alle direttive del Questore, negli ultimi due mesi sono stati effettuati controlli ai quali hanno partecipato, oltre al personale della Squadra Amministrativa della Polizia di Stato, anche personale dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale, dei Vigili del Fuoco, del S.I.A.N. dell'AUSL, dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro.

I controlli hanno riguardato alcuni pubblici esercizi, circoli privati e locali di pubblico spettacolo cittadini.
All'esito dell'attività di accertamento sono state contestate violazioni amministrative da parte della P.M. (pubblicità dei prezzi, cartellonistica per il divieto di fumo, strumentazione per la misurazione del tasso alcolemico, sorvegliabilità e somministrazione di alimenti e bevande nei circoli privati, ecc); da parte dell'AUSL, sono state elevate sanzioni amministrative pecuniarie per oltre 2000 euro e sanzioni penali, con sequestro di merce in cattivo stato di conservazione e denuncia all'Autorità Giudiziaria; l'Ispettorato del Lavoro ha riscontrato la presenza di lavoratori in "nero", e conseguente chiusura dell'attività con sanzione amministrativa, e penale conclusisi con la denuncia all'Autorità Giudiziaria per violazioni anche della normative sulla videosorveglianza; da parte della Guardia di Finanza sono state emesse sanzioni per mancata emissione di scontrini.

Il personale dei Vigili del Fuoco in presenza di irregolarità sotto l'aspetto della prevenzione incendi, ha disposto l'immediata regolarizzazione dei locali ad opera dei gestori.
Sempre nell'ambito del contrasto alle illegalità in tale settore, la Divisione di Polizia Amministrativa della Questura ha deferito alla competente Autorità Giudiziaria il titolare di un "compro oro" ed un soggetto che esercitava abusivamente l'attività di "buttafuori"
Nel corso di tali servizi sono state identificate e controllate oltre 50 persone.

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione, ieri mattina, a un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. di Monza nei confronti di 30 persone – residenti nelle province Milano, Monza e Brianza, Lecco, Bologna. Asti e Reggio Calabria – indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione.

Le indagini sono scaturite da un esposto, presentato nell'ottobre 2014, presso la Procura della Repubblica di Monza su un presunto episodio corruttivo, risalente al 2010, riguardante un comune brianzolo.

Su delega della locale Autorità Giudiziaria, le Fiamme Gialle hanno iniziato accertamenti, anche di natura tecnica, rilevando una pluralità di condotte illecite, sia di carattere fiscale sia in materia fallimentare, poste in essere nella gestione di circa 40 società appartenenti ad un gruppo societario facente capo ad un noto imprenditore edile operante nella provincia di Monza e Brianza. L'esame della documentazione amministrativo-contabile sequestrata nel corso delle perquisizioni effettuate dai Finanzieri presso le sedi delle società coinvolte, unitamente agli accertamenti bancari ed alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di appurare come l'imprenditore arrestato avesse, nel corso degli anni, organizzato la propria struttura aziendale grazie all'apporto qualificato di professionisti e consulenti compiacenti, nonché avvalendosi di una folta schiera di "prestanome", al fine di occultare la reale riconducibilità dei propri beni.

L'attività investigativa ha accertato, nel suo complesso:
- il sistematico ricorso all'emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte delle società dell'imprenditore per un ammontare di circa 95 milioni di euro;
- distrazioni patrimoniali per un valore pari a circa 234 milioni di euro.

Nel corso delle indagini, i militari del Gruppo di Monza hanno ricostruito, tra l'altro, una serie di operazioni societarie fraudolente di natura distrattiva poste in essere al solo fine di preservare dalle pretese dei creditori il patrimonio di una delle società riconducibili all'imprenditore, costituito da un prestigioso albergo di Venezia, il quale, dopo una serie di passaggi societari, è stato infine trasferito ad una nuova società, costituita ad hoc, legalmente rappresentata dalla segretaria e storica collaboratrice dell'arrestato.

Per impedire il perfezionamento della distrazione, ad aprile 2017, i Finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla Procura della
Repubblica di Monza, cautelando le quote della predetta società per un valore stimato di oltre 75 milioni di euro, quale prodotto e/o profitto del delitto di bancarotta fraudolenta, sequestro successivamente convalidato dal G.I.P. e confermato sia dal Tribunale del riesame che, a febbraio scorso, dalla Corte di Cassazione.

Le risultanze investigative acquisite dalla Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno portato all'emissione da parte del G.I.P. di misure cautelari personali nei confronti di 30 indagati, dei quali 9 destinatari di custodia cautelare in carcere, 12 degli arresti domiciliari, 1 dell'obbligo di dimora, 5 dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e 3 del divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali per la durata di 12 mesi.
In relazione ai reati contestati, il G.I.P. di Monza ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo:

- di 28 unità immobiliari, quote societarie e disponibilità finanziarie, oggetto di distrazione,
per un valore complessivo di 9,3 milioni di euro;
- finalizzato alla confisca fino a concorrenza dell'importo di circa 10 milioni di euro, corrispondente all'imposta evasa.

 

Una sofisticata indagine tecnica è stata condotta nel mondo nel Dark Web dal Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, coordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia, che ha eseguito in Napoli n. 3 misure cautelari e n. 5 perquisizioni locali per i reati di falsificazione di banconote e di metalli preziosi, utilizzo di carte di credito e SIM telefoniche clonate, vendita di documenti falsi, accesso abusivo a sistema informatico e riciclaggio.

L'attività di indagine ha preso avvio dall'analisi della offerta in vendita di documenti di identità falsi su piattaforme Internet del Dark Web, risorsa informatica accessibile solo utilizzando browsers che consentono di navigare in rete in completo anonimato (browser TOR con dominio .onion). Le risorse del Dark Web non vengono indicizzate dai comuni motori di ricerca e non sono registrate presso i pubblici registri dei domini in quanto finalizzate a garantire l'anonimato degli utenti che vi navigano. Per ottenere questo risultato la connessione viene fatta "rimbalzare" tra più server, ubicati in Stati diversi, chiamati nodi, in modo da rendere pressoché impossibile rintracciare la sua reale origine. Inoltre, i dati scambiati vengono criptati tra un nodo e l'altro. E' infatti difficile trovare una categoria di merce illecita che non sia commercializzata, nel totale anonimato, nei marketplace del Dark Web (anche noti con il nome di Black Market). L'accesso non è libero ma ristretto agli utenti accreditati; i siti sono suddivisi in sezioni classificate in base alla tipologia dei prodotti in compravendita (es. Fraud, Drugs, Weapons, Counterfeit Items, Identity Data, Credit Cards, Knives, Guns and Explosives, Passports, etc.).

Le attività investigative esperite sono state finalizzate alla captazione di ogni utile informazione ricavabile dall'analisi degli annunci di vendita presenti sui vari Market.
Attraverso mirate analisi tecniche delle poche informazioni presenti nel Dark Web è stato possibile ricavare alcuni indizi che sono stati opportunamente isolati e analizzati. Tali elementi sono risultati a loro volta associati ad altre informazioni rintracciate nel mondo del Clear Web, ossia all'interno di applicazioni e siti Internet tracciabili.

Grazie alla perizia e all'intuito degli investigatori, sono state avviate indagini tecniche sul territorio che hanno permesso di accertare come il soggetto principale  volgesse la propria attività illegale, unitamente ad altri due soggetti, nella città di Napoli.

Ulteriori riscontri svolti "sul campo", resi peraltro difficoltosi dalle caratteristiche dei quartieri più popolari della città di Napoli ove risiedevano gli autori dei reati e venivano svolte le attività criminali, hanno consentito di appurare che i tre soggetti erano dediti alla compravendita di banconote false e oro contraffatto, oltre ad utilizzare i proventi dell'utilizzo di carte di credito e SIM telefoniche clonate per acquistare beni di consumo da rivendere sul mercato locale.

In particolare, le carte di credito clonate appartenevano per lo più ad ignari cittadini spagnoli e tedeschi i cui codici di accesso erano oggetto di scambio proprio sui Black Market del Dark Web. I guadagni così ottenuti fruttavano migliaia di euro mensili.
L'organizzatore del traffico illecito era conosciuto in rete con il "nickname" di Benz99 ed era riuscito a guadagnarsi la stima di diversi compratori per la qualità degli articoli posti in vendita on-line.

Gli investigatori del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma hanno quindi ricostruito l'intero sodalizio criminale attraverso le fonti di prova attribuibili ai tre soggetti. Pertanto, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria di Brescia, hanno eseguito tre misure cautelari consistenti rispettivamente in una ordinanza di custodia in carcere, una ordinanza di custodia agli arresti domiciliari e un obbligo di firma presso l'Autorità di Polizia.
Effettuate perquisizioni domiciliari e locali ove sono stati rinvenuti Computer e Smartphone che saranno analizzati secondo le tecniche della "Digital Forensics".

 

Al fine di rendere sempre più incisiva l'azione di prevenzione e di contrasto del fenomeno dei reati predatori, il Ministero dell'Interno ha ritenuto opportuno realizzare un Action Day, una giornata dedicata alla lotta dei furti in abitazione.

In sede di riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto di Modena, svoltosi il 15 maggio scorso, sono stati concordati i dettagli delle fasi esecutive del servizio straordinario da attuarsi nella giornata odierna, con il concorso di tutte le Forze di polizia, delle Polizie locali e con il supporto della Guardia di Finanza per l'attività di specifica competenza in ambito economico-finanziario.

È stato effettuato un attento monitoraggio degli hot spot, ovvero dei luoghi ove tale fenomeno è maggiormente significativo, delle vie di trasporto nonché dei luoghi ove potrebbe essere ricettato il provento del furto.

L'Action Day è stata preceduta da un tavolo tecnico tenutosi in Questura, al quale hanno partecipato Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e le Polizie Municipali di Modena, Sassuolo, dell'Unione Terre d'Argine e dell'Unione Area Nord, in cui sono state tracciate le linee operative per l'esecuzione dei servizi, coordinati dalla Polizia di Stato, su tutto il territorio interessato.

È in atto da questa mattina il servizio straordinario che vedrà impegnate per tale attività tutte le Forze dell'Ordine nel corso dell'intera giornata.

Per quanto riguarda la Polizia di Stato sarà impiegato personale della Squadra Volante, della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine nonché delle pattuglie della Polizia Stradale per i servizi di controllo presso i caselli autostradali e del Posto Polfer per le verifiche in ambito ferroviario.

L'Action Day prevede anche una specifica attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini che si concretizzerà nei prossimi giorni attraverso la distribuzione nei centri di aggregazione di un vademecum in cui verranno forniti validi suggerimenti da adottare in via di autotutela per prevenire tali reati o minimizzarne i danni.

Per molte ore si era temuto il peggio dopo la scomparsa anomala di James Mossali, il professionista originario di Corniglio che nella mattinata di lunedi aveva fatto perdere le sue tracce subito dopo essere uscito dal suo ufficio, situato nella periferia est di Parma.

Dopo avere girovagato per moltissime ore, in preda a una pesante amnesia e privo di portafoglio e cellulare, in un momento di lucidità recuperata è riuscito a contattare il 118 da una cabina telefonica con l'unica monetina che aveva in tasca.

La cosa importante è che ora James è al sicuro, in buone mani e sta bene.

La compagna, Ilaria Nicoli, ci tiene a ringraziare i tanti che spontaneamente si sono dati da fare per cercare di intercettare James.

Da parte nostra i migliori auguri di una pronta guarigione.  

Nel maxiprocesso per le infiltrazioni mafiose in Emilia, chieste le condanne per tutta la famiglia Bianchini, inclusi i figli minori che hanno fatto da prestanome, e per l'ex patron del Modena Volley.

23 maggio 2018

Centinaia di udienze, 148 persone imputate e più di mille anni di carcere richiesti. Sono questi i numeri del maxiprocesso Aemilia sulle infiltrazioni e relazioni di stampo mafioso tra Modena e Reggio Emilia.

Ieri sera, nell'aula bunker del Tribunale di Reggio Emilia, al termine di tre lunghe udienze, in cui sono stati riassunti anni di indagini, intercettazioni e prove, i PM Marco Mescolini e Beatrice Ronchi della DDA di Bologna hanno formulato le richieste di condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso, specificando le richieste di condanna a carico di ciascun imputato. Operazione per la quale hanno impiegato più di mezz'ora.

Per quanto riguarda il "filone" modenese del processo Aemilia, sono stati chiesti diciassette anni e 10 mesi, con tanto di pene accessorie, tra cui due anni di casa di lavoro, per Gino Gibertini, imprenditore modenese del ramo petroli ex presidente del Modena Volley. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, Gibertini si sarebbe rivolto alla 'Ndrangheta per "convincere" un debitore a pagare.

I PM Mescolini e Ronchi hanno poi chiesto pene per tutta la famiglia Bianchini, imprenditori di Rivara di San Felice accusati di aver favorito e sostenuto l'infiltrazione e il radicamento delle cosche mafiose nelle zone terremotate, approfittando della ricostruzione, traendone reciproci vantaggi. Con l'aggravante di aver distribuito e sepolto amianto nei cantieri della ricostruzione post sisma. Sono quindi stati chiesti quindici anni e sei mesi con pene accessorie e confische, per entrambi i coniugi Bianchini, Augusto e la moglie Bruna Braga. Dodici anni e dieci mesi per il figlio maggiorenne Alessandro, cinque anni e sei mesi per la figlia Alessandra e sei anni per il figlio Nicola, questi ultimi minorenni, ma accusati di avere fatto da prestanome ai genitori per aggirare i blocchi imposti dalla white list alla Bianchini Costruzioni di San Felice.
Ora tocca alla difesa e alle parti civili, tra cui i Comuni modenese dell'Area Nord, sindacati, associazioni e imprenditori.

Mercoledì, 23 Maggio 2018 08:45

Parma. URGENTE! Aiutiamo a ritrovare James

L'appello arriva dalla compagna di James Mossali, Ilaria Nicoli, che da ieri mattina ha perso le sue tracce da quando è uscito dalla sua abitazione, di Via Passo della Colla, 8 (una traversa di Strada Quarta) sprovvisto di cellulare, portafoglio, portatile e giacca.

Al Momento della scomparsa James indossava jeans azzurri, maglietta polo e scarpe blu.

Chi dovesse intercettarlo o avere sue notizie è pregato di contattare le forze dell'ordine o Ilaria Nicoli al numero di telefono 347 9606682 oppure  scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Grazie per la collaborazione.

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- Appelli anche via Social... 

 

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La donna, con la quale un casertano residente a Carpi aveva una relazione clandestina, voleva interrompere il rapporto. Lui si è vendicato postando sul web e sui telefoni dei familiari di lei e foto e video girati nell'intimità. È stato denunciato.

di Manuela Fiorini - Modena 22 maggio 2018 - Prima di girare video e scattare foto erotiche, magari in un momento intimo con il partner, bisogna sempre pensarci due volte, soprattutto nell'epoca di internet e cellulari. Sì, perché quello che all'inizio vorrebbe essere un semplice "gioco" per mettere un po' di pepe a una relazione, nel caso le cose cambino tra i partner, può rivelarsi oggetto di ricatto o vendetta.

Ne sa qualcosa una solierese che aveva intrecciato una relazione extraconiugale con un 55 enne casertano residente a Carpi. La donna voleva mettere fine a quella relazione clandestina, ma lui era di tutt'altro avviso, così ha pensato di vendicarsi diffondendo su internet foto e immagini hard dell'ormai ex amante. Gli scatti e i video, che dovevano rimanere privati, non solo si sono diffusi rapidamente nel web, ma sono finiti anche su siti pornografici. Ma al 55 enne non è bastato. Infatti, non pago, ha inviato il materiale anche sugli smartphone del marito della donna, della madre di lei e di altri parenti.

A questo punto, la solierese ha denunciato tutto ai Carabinieri che hanno svolto qualche indagine su quanto accaduto, risalendo facilmente al colpevole. Il 55 enne è quindi stato denunciato per i reati di diffamazione e lesione del diritto alla riservatezza.

Rimuovere del tutto i video e le foto dal web, invece, sarà molto difficile.

Questa mattina, presso l'Aula Magna della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, si è tenuta una giornata di formazione e aggiornamento professionale congiunto delle Forze di Polizia, in attuazione di quanto previsto nel Patto per Modena Sicura.

Al convegno hanno partecipato oltre 120 operatori tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale.
Relatore dell'incontro l'avvocato Guido Sola, Presidente delle Camere Penali di Modena, che ha approfondito la tematica relativa agli atti di Polizia Giudiziaria. Hanno aperto i lavori, portando il proprio saluto ai presenti il Questore Filippo Santarelli e il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Luigi Foffani.

L'episodio alle ieri alle 23 nel centro storico di Modena, dove un 22 enne, in regola con il permesso di soggiorno, in preda a una furia cieca, è prima entrato nell'androne di un palazzo, poi ha aggredito due ristoratori.

MODENA – Notte brava per un 22 enne georgiano, in regola con il permesso di soggiorno, completamente ubriaco e molesto, che ieri sera attorno alle 23, tra via San Giacomo e via Stella, nel centro storico di Modena, ha creato panico e scompiglio.

Il ragazzo è stato visto aggirarsi in strada scalzo, con il volto coperto di sangue, a causa di una ferita procuratosi chissà come, in preda a un delirio alcolico che gli faceva urlare frasi senza senso e lo ha dotato di una furia difficile da calmare.

Prima, infatti, si è introdotto nell'androne di un palazzo, poi ha raggiunto gli appartamenti ai piani superiori prendendo a calci e a pugni le porte, spaventando a morte i residenti, che si sono barricati in casa in preda al terrore. Non pago, è sceso di nuovo in strada e ha cominciato a prendersela con le auto parcheggiate, danneggiandone tre.

L'uomo, indomabile, ha poi rivolto la sua furia contro le persone accorse per calmarlo, in particolare i gestori del vicino ristorante l'Incontro. Uno dei due titolari, accorso per difendere un collega, ha ricevuto un pugno in faccia dal georgiano.

A quel punto, qualcuno aveva provveduto a chiamare le Forze dell'Ordine. La Polizia e un'ambulanza del 118 sono quindi intervenute sul posto, ma il giovane non aveva nessuna intenzione di farsi ammansire. Prima si è scagliato contro gli agenti con calci e pugni, poi, una volta ammanettato e fatto salire in auto, nel tragitto verso la Questura, ha cominciato a prendere a testate il separé di plexiglass che divide il sedile posteriore dall'abitacolo di guida.

Finalmente, la forza fisica e la sbronza, sono andate scemando e l'uomo è stato tranquillizzato e medicato. Una bella denuncia a piede libero per danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale, però, non gliel'ha evitata nessuno.

Affollata cerimonia nella Casa dello Studente in vicolo Grossardi. Letto un messaggio inviato dai genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni

Parma, 21 maggio 2018 – Da oggi all'Università di Parma una Sala Studio porta il nome di Giulio Regeni. L'Ateneo, su proposta del Consiglio degli Studenti approvata dagli Organi accademici, ha infatti deciso di dedicare la Sala Studio nella Casa dello Studente di vicolo Grossardi al ricercatore italiano, ucciso in Egitto nel 2016 mentre stava completando la tesi sui sindacati indipendenti egiziani per il Dottorato svolto all'Università di Cambridge.

Oggi pomeriggio la cerimonia di intitolazione, nella quale sono intervenuti il Rettore Paolo Andrei, il Presidente del Consiglio degli Studenti Guglielmo Agolino, le rappresentanti di Amnesty International Parma Patrizia Ciurlia e Martina Di Piazza (con un videomessaggio) e Riccardo Noury, Portavoce nazionale di Amnesty International Italia, che ha letto un messaggio dei genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni. Folto il pubblico presente: autorità, personale dell'Università e tanti studenti, a sottolineare l'attenzione alla vicenda di Giulio Regeni e l'apprezzamento per il gesto dell'Ateneo.

L'Università di Parma, che già nel febbraio 2016 con molti altri Atenei italiani aveva aderito all'appello della Conferenza dei Rettori delle Università italiane - CRUI per far emergere la verità sulla morte di Giulio Regeni, con questa intitolazione si affianca alle numerose iniziative che il mondo universitario italiano sta realizzando affinché non scenda il silenzio su questo tragico caso.
L'Ateneo intitolerà inoltre a Giulio Regeni una borsa di studio nell'ambito del Corso di Dottorato in Scienze Giuridiche coordinato da Alberto Cadoppi
Da due anni Amnesty International sta portando avanti con la famiglia Regeni la campagna "Verità per Giulio Regeni", cui hanno aderito tanti enti locali, università e luoghi di cultura ribadendo la richiesta di un impegno per avere la verità sulla morte di Giulio.

Giulio Regeni, nato a Trieste il 15 gennaio 1988, dopo aver lavorato all'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale e aver svolto per un anno ricerche per conto della società privata di analisi politiche Oxford Analytica, stava conseguendo un dottorato di ricerca al Girton College dell'Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani all'Università Americana del Cairo.
Fu rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Il suo corpo fu ritrovato, torturato e senza vita, il 3 febbraio successivo, nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.

(Foto di Francesca Bocchia)

 

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La donna, una 30 enne di Carpi è indagata per omicidio volontario come atto dovuto. L'auto, una Lancia Musa con la quale la madre portò il piccolo esanime al Pronto Soccorso dell'ospedale di Parma sarà passata al setaccio alla ricerca di eventuali indizi e tracce biologiche.

I RIS di Parma analizzeranno la Lancia Musa di Anna Beltrami, 30 enne carpigiana, mamma del piccolo Nicholas, il bambino di 4 anni deceduto lo scorso 24 aprile al Policlinico di Modena, dove era stato trasferito in codice rosso dall'ospedale Ramazzini di Carpi, in seguito a un arresto cardiocircolatorio.
Era stata proprio la mamma a portarlo al Pronto Soccorso del nosocomio carpigiano, raccontando di aver trovato il figlio esanime nelle campagne vicino a Soliera, dove stavano giocando a nascondino. La donna aveva anche raccontato che il bambino aveva in bocca un giocattolo di gomma, che lei stessa aveva provveduto a togliere prima di caricare il figlioletto in auto e recarsi all'ospedale.
Il personale del triage del Ramazzini aveva trovato il bambino riverso sotto il cruscotto della Lancia Musa della madre, probabilmente a causa una frenata brusca che lo aveva fatto cadere dal sedile anteriore.

In seguito al decesso del piccolo, Anna Beltrami è stata iscritta nel registro degli indagati come atto dovuto, al fine di poter procedere con le indagini. Proprio dall'autopsia, è emerso che all'interno della bocca del piccolo Nicholas non sono state trovate lesioni o ferite. Da qui la decisione di passare al vaglio l'auto con cui la donna ha trasportato il figlioletto al Ramazzini di Carpi, alla ricerca di eventuali tracce biologiche.
Intanto, è stato identificato anche il giocattolo che, secondo il racconto della donna, Nicholas aveva conficcato in bocca quando lei lo ha trovato privo di sensi: si tratta di un pupazzetto di Gattoboy, personaggio del cartone animato I Super Pigiamini, di plastica dura, con un'altezza di 9,5 cm e una larghezza di 4.

Il Comando di Polizia Municipale di Parma comunica che, dal 21 maggio al 25 maggio 2018, proseguirà la sua opera di contrasto verso quei comportamenti volti al superamento dei limiti di velocità sulle strade dell'intero comprensorio comunale, con particolare attenzione alle segnalazioni dei cittadini; di seguito riportiamo a titolo esemplificativo, le strade dove potrebbero essere posizionate le postazioni di accertamenti strumentali di velocità.

Viale Mentana, Viale Fratti, Viale Tanara, Viale Martiri della Libertà, Viale Rustici, Viale Vittoria, Viale dei Mille, Via Emilia est, via Emilio Lepido, via Sidoli, via Casa Bianca, Via Budellungo, Martorano, San Prospero, Il Moro,Via Spezia, via Traversetolo, Botteghino, Pilastrello, Marano, Porporano, Str. Vigheffio, Str, Bassa dei Folli, Str. Argini Parma, via Pastrengo, Via Montanara, Gaione, San Ruffino, Carignano, Via Langhirano, Fontanini, Corcagnano, Panocchia, Vigatto, Via Martinella, Vigatto, GAIONE in postazione SPEEDCHECK, Via Mantova, Via Burla, Via Colorno, Via San Leonardo, via Baganzola, Vicomero, Baganzola, via Cremonese, Fognano, Viarolo, Strada Vallazza, Via Benedetta, BAGANZOLA in postazione SPEEDCHECK, Via Emilia Ovest, San Pancrazio, Vigolante, Vicofertile, Tangenziale del Ducato, via Fleming, via Volturno, VIGOLANTE in postazione SPEEDCHECK, VICOFERTILE in postazione SPEEDCHECK

Prosegue anche l'opera di contrasto alla circolazione di quei veicoli privi dell'obbligatoria copertura assicurativa, della prescritta revisione e mezzi soggetti a fermo amministrativo o pignoramento.

Di seguito se ne riporta la programmazione:

Lunedì 21- Centro-Pablo

Martedi 22- San Lazzaro-San Leonardo

Mercoledì 23 - San Lazzaro - Oltretorrente

Giovedì 24- Centro- San Lazzaro

Venerdì 25 - San Leonardo- Pablo

Hai un conto BancoPosta o una Postepay? Stai attento ai falsi messaggi che invitano a sbloccarli. L'allerta sulla pagina Facebook della Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": aumentano le frodi informatiche che coinvolgono gli utenti di Poste Italiane. I clienti facciano più attenzione ai messaggi fraudolenti, ma l'ente faccia qualcosa per migliorare le misure di sicurezza

Sono quotidiane le segnalazioni che pervengono allo "Sportello dei Diritti" di titolari di conti correnti BancoPosta o di Postepay incappati in frodi informatiche che il più delle volte trovano la loro origine in semplici messaggi che in apparenza provengono da Poste Italiane, ma che in realtà invitano a cliccare su link che poi si rivelano un modo per sottrarre le credenziali ed accedere abusivamente ai nostri risparmi, per prosciugarli. A conferma di tanto un altro post pubblicato dalla Polizia Postale sulla sua pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia che con lo screenshot di uno dei tipici messaggini ricevuti sui telefonini dei clienti di Poste Italiane invita ancora una volta a fare attenzione.

Il rischio che hacker e truffatori telematici si insinuino nei nostri dispositivi, infatti, è ormai all'ordine del giorno è ad essere particolarmente nel mirino di questi malintenzionati sono i conti correnti e i prodotti creditizi di Poste Italiane per la loro diffusione tra la platea dei residenti in Italia e per la circostanza che molti tra coloro che hanno un qualsiasi rapporto con l'azienda in questione sono anziani, giovanissimi o stranieri e quindi più vulnerabili.

Non passa istante, infatti, che sul territorio nazionale non si senta qualcuno che abbia ricevuto sulla propria mail o sul proprio dispositivo quale smarthpone, tablet o pc, un messaggio che inviti a mettere mano ai propri dati o a cliccare su qualche link che riguarda la propria Postpay, il proprio conto BancoPosta o prodotti similari. Come andiamo ripetendo da tempo, il modo migliore per difendersi è quello di prestare sempre attenzione ad ogni messaggio che ci giunge, leggendolo attentamente e cestinarlo subito dopo, una volta verificato il contenuto truffaldino.

Ed è sufficiente non cliccare sui link cui solitamente conducono, non rispondere alle richieste di dati personali o bancari o aprire gli allegati che spesso sono contenuti, per evitare qualsiasi tipo di conseguenza pregiudizievole.

È bene ricordare, ancora una volta, che Poste Italiane non utilizza mai queste modalità per le proprie procedure o comunicazioni destinate alla clientela. Ma l'aumento costante delle truffe di questo tipo, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è così preoccupante che è necessario che l'ente controllato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze intervenga con ulteriori misure per garantire ancor maggior sicurezza dei propri prodotti. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

(20 maggio 2018)

Nella mattinata di ieri, personale dipendente, ha denunciato in stato di libertà una cittadina romena, presente in città per turismo, a seguito di furto perpetrato all'interno della profumeria "BEAUTY STAR" ubicata al Barilla Center.

La donna, T.I.A., classe 1986, incensurata, dopo aver effettuato alcuni giri all'interno dell'esercizio, usciva dal medesimo, facendo attivare l'allarme collegato alle barre antitaccheggio.
Raggiunta immediatamente da una dipendente della profumeria, la cittadina romena, facendo finta di non comprendere la lingua italiana, tentava di allontanarsi dal posto, nonostante venisse invitata più volte a ritornare in negozio per controllare il contenuto della borsa che aveva al seguito.
La GPG in servizio presso l'area commerciale, prontamente allertata, raggiungeva la donna romena e la invitava a fare ritorno presso la profumeria dove poco dopo era possibile accertare come la stessa si fosse impossessata di profumi, smalti creme ed altri prodotti di bellezza per un importo di circa 260,00 euro.
Merce riconsegnata all'avente diritto, e cittadina romena indagata in stato di libertà.

Ancora ieri, durante la serata, nell'ambito di controlli volti ad infrenare il dilagante fenomeno dello spaccio di stupefacenti, personale dipendente attenzionava 2 stranieri fermi, a piedi, all'angolo tra Via Buffolara e Via Savani i quali, alla vista della pattuglia di davano alla fuga.
Uno di questi, prima di essere raggiunto e bloccato, si liberava di una confezione in cellophane di colore bianco che, prontamente recuperata, risultava contenere sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso di grammi 1,6 circa
Il soggetto fermato, nigeriano, I.E., classe, 1990, residente a Bologna, con richiesta di rinnovo di soggiorno per motivi umanitari, sprovvisto di attività lavorativa, già distintosi per spiccate qualità nell'ambito dell'illecita attività di spaccio di stupefacenti, veniva trovato in possesso della somma di 160 euro, composta da banconote da 50 e 20 euro, tutte singolarmente accartocciate e conservate nella tasca dei pantaloni – chiaro segnale di un passaggio furtivo e veloce acquirente/spacciatore e quindi evidente provento della precedente attività delittuosa – veniva trovato in possesso di n. 3 telefoni cellulari, evidentemente utilizzati per mantenere contatti utili per la propria illecita attività di approvvigionamento e spaccio di stupefacenti, nonché di numerosi bigliettini manoscritti riportanti l'indicazione di una delle utenze mobili trovate in suo possesso, segno evidente di una costante, pianificata ed organizzata attività di spaccio.

La sostanza stupefacente, la somma di denaro e i telefoni cellulari, così come i biglietti "pubblicitari" venivano posti in sequestro e lo straniero indagato per detenzione ai fini spaccio.

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