Sono cinque le persone indagate dalla Squadra Mobile, che a vario titolo risultano coinvolte in un giro di ricettazione di pezzi di ricambio per autovetture e merchandising a marchio Ferrari S.p.A..

L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha avuto avvio da una segnalazione pervenuta alla Squadra Mobile che aveva portato, nel febbraio scorso, dopo una mirata attività investigativa, alla perquisizione presso il domicilio di un 35enne, dove erano stati rinvenuti e sequestrati 110 pezzi di ricambio riconducibili a furti perpetrati presso i depositi di stoccaggio della Ferrari S.p.A., nonché la somma di 157.000 euro in contanti, probabile provento della vendita illecita di altri prodotti.

Ulteriori accertamenti, effettuati anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche e con sistemi di captazione a distanza delle giacenze delle caselle di posta elettronica, hanno permesso di risalire ad altri soggetti dipendenti della Ferrari e di società collegate, con la cui complicità il 35enne si sarebbe procacciato il materiale da vendere su circuiti paralleli.
Personale della Squadra Mobile ha effettuato su delega del P.M. quattro perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti, rinvenendo diversi cambi marca GETRAG, all'interno dell'abitazione di uno degli indagati, e oltre 70 capi di abbigliamento e parti meccaniche, riconducibili alla casa costruttrice Ferrari S.p.A. presso l'abitazione di un terzo complice.

Quest'ultimo, in particolare, mentre usciva dallo stabilimento alla guida di un furgone del reparto di appartenenza, è stato sottoposto ad un controllo da parte del personale preposto alla vigilanza, il quale ha rinvenuto, occultato sotto il sedile di guida due kit SAP, destinati alla gestione elettronica dei cambi GEDRAG per le vetture di ultima generazione, incompatibili con il materiale trasportato.

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Sono stati necessari mesi di indagini, accertamenti ed una successiva verifica fiscale condotta dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia per individuare una società con sede in Poviglio (RE), utilizzata per ottenere indebiti rimborsi IVA ed evadere sistematicamente le imposte.

Dopo i primi approfondimenti la situazione contabile della società è apparsa subito molto grave agli investigatori della Guardia di Finanza: costi iscritti in bilancio in assenza di idonea documentazione; ingenti crediti IVA ottenuti senza aver svolto alcuna attività economica presso la sede dichiarata; omissioni contabili e fiscali che qualificano la società come "evasore totale", avendo omesso di presentare la dichiarazione dei redditi relativa all'anno 2016; coinvolgimento della società stessa e del suo amministratore in complesse indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Cosenza, sono solo alcune delle evidenze oggetto di indagine.

Peraltro la società aveva repentinamente cambiato l'attività svolta: circa un anno fa aveva abbandonato il settore dell'edilizia per passare al commercio all'ingrosso di prodotti non alimentari, una differenza di categoria economica troppo evidente per non destare sospetti. Le indagini del Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Reggio Emilia, coordinate dalla Procura della Repubblica della stessa città, sono state condotte anche mediante consultazione di banche dati, coordinamento con altri Reparti del Corpo e con l'Agenzia delle Entrate ed hanno permesso di individuare ingenti costi indebitamente dedotti e basi imponibili sottratte a tassazione per importo complessivo di oltre 135 milioni di euro, nonché circa 32 milioni di euro di maggiore IVA dovuta.

Il responsabile, un 67enne avente origini e residenza in provincia di Cosenza, già noto alla Guardia di Finanza reggiana perché emerso in pregresse indagini in materia fallimentare, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per reati tributari.

Giovedì, 26 Luglio 2018 11:06

Sulla vicenda della Polizia Municipale

Riceviamo e pubblichiamo - "L'indignazione dei Sindaci della Val d'Enza, in merito all'indagine della Magistratura sulla Polizia Municipale, ha dell'incredibile.

E' incredibile e vergognoso che, se le gravissime accuse dovessero venire confermate, solo ora si sveglino da un lungo letargo durato, a quanto sembra, ben otto anni. Eppure di segnali ne avrebbero avuti a dismisura ad iniziare da una incessante ed anomala richiesta di mobilità in uscita, così come da candidati che seppur vincitori di concorso rifiutano il servizio scegliendo altre realtà.

Ma questa vicenda evidenzierebbe, in maniera eclatante, un castello di sabbia costruito ad arte da loro stessi e si evince dalle dichiarazioni che in questi giorni hanno rilasciato.

"L'Unione Val d'Enza definisce il programma e gli obiettivi del corpo unico di polizia municipale. Come raggiungere quegli obiettivi spetta al responsabile" afferma Paolo Colli ex Presidente dell'Unione dimenticandosi che è da loro nominato in modo fiduciario: come lavarsi le mani a delle doverose responsabilità politiche ed amministrative.
Le stesse responsabilità che in questi anni tutti i sindaci hanno cercato e voluto delegare ad una entità poco democratica (l'Unione è un ente di secondo livello senza un'elezione diretta, democratica e rappresentativa, dei cittadini degli otto comuni).

Questa sarebbe, se tutto venisse confermato dal procedimento giudiziario, la dimostrazione di una mancanza di controllo politico ed amministrativo di tutte quelle funzioni, a diretto contatto con il cittadino, che sono state dirottate, svuotando i Comuni, all'Unione.

Oggi l'Unione dei Comuni è una sovrastruttura utile solo per avere finanziamenti, ma abbandonata ad una gestione tecnicista senza nessun controllo diretto della politica e quindi del bene comune di tutti i cittadini.
Altro che indignazione, dovrebbero essere perseguiti per una visione dell'amministrazione della cosa pubblica distorta e poco lungimirante.
Al prossimo Consiglio dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza, come gruppi di minoranza, presenteremo un ordine del giorno per la costituzione di una commissione d'indagine amministrativa, strumento previsto dallo statuto.

E' un atto dovuto per trasparenza, informazione e per tutelare il corpo della polizia municipale. La commissione avrà compiti che non si sovrappongono a quelli di indagine affidata agli organi inquirenti per la verifica dei reati. Questa commissione servirà ad appurare il tema degli eventuali mancati controlli amministrativi all'interno del corpo della polizia municipale e delle ipotetiche mancanze che potrebbero aver creato problemi di funzionamento e hanno arrecato gravi danni di immagine al servizio.

I cittadini della Val d'Enza si aspettano azioni concrete per capire i fatti e porne rimedio, e l'istituzione di una commissione d'inchiesta risponde a tutto questo. La scelta dipende dalla maggioranza del PD in unione: avranno il coraggio di mettersi in discussione e accettare il confronto istituendo la commissione? o pavidamente la bocceranno gongolandosi nella loro autoreferenzialità?

Il rinnovamento e il radicamento sul territorio passa anche attraverso la chiarezza e la coerenza: vedremo cosa diranno e cosa faranno!

I Consiglieri dell'Unione Val d'Enza
Maurizio Vergallo "Bibbiano Bene Comune"
Natascia Cersosimo "Movimento 5 Stelle"
Marco Bertolini "Gattatico Bene Comune"

Un architetto in pensione di 83 anni, originario del milanese ma da tempo residente in provincia di Parma in prossimità di Medesano, ha sparato alla moglie Giustina di 65, quindi, prima di rivolgere l'arma contro sè stesso, ha avvistao il figlio del suo gesto.

A riferirlo è l'agenzia di stampa ANSA sottolineando che Luigi Diomede, questo il nome dell'omicida-suicida, e la moglie, secondo quanto riportato ai Carabinieri che sono intervenuti, non avevano mai fatto ritenere vi fossero dissidi tra i coniugi.

(Parma 24 luglio 2018)

 

 

San Matteo della Decima, 24 luglio 2018 – Truffa online da 24.000 euro: napoletano denunciato dai Carabinieri.

I Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto hanno denunciato un quarantacinquenne napoletano per truffa ai danni di un cinquantaduenne di Alto Reno Terme con cui aveva avviato una trattativa telematica per la vendita di un'automobile usata marca Land Rover, modello Evoque, che era stata pubblicizzata in un sito internet di un'azienda che gestisce le vendite e gli acquisti tra privati.

La vittima, interessata all'acquisto del SUV, telefonava al numero di telefono che era stato inserito nell'annuncio. Durante la conversazione, il cinquantaduenne veniva informato dal presunto venditore che prima di vedere l'automobile avrebbe dovuto trasmettergli, a titolo di garanzia, 24.000 euro sotto forma di assegni circolari intestati a una certa persona.

La vittima, convinta di fare l'affare dell'anno, assecondava la richiesta recandosi velocemente in banca e facendosi rilasciare la somma tramite due titoli di credito che fotografava e trasmetteva al venditore con WhatsApp. Fino a quel momento il cinquantaduenne non aveva avuto alcun dubbio di essere stato truffato, anzi, vedendo l'immagine fotografica "Rocco Car" che il venditore aveva caricato sull'immagine del profilo di WhatsApp, era convinto di essersi affidato alla persona giusta.

I sospetti sono arrivati quando il venditore è mancato all'appuntamento e non ha più risposto ad alcuna telefonata dell'acquirente, rendendosi irreperibile. In seguito, il cinquantaduenne veniva informato dalla sua banca che era stato truffato e che gli assegni erano stati incassati a Napoli.

A quel punto, quando la vittima ha sporto denuncia, i Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto si sono messi al lavoro, passando al setaccio tutti i passaggi della compravendita, studiata a tavolino da un truffatore incensurato ma esperto, il quarantacinquenne napoletano che dopo aver architettato il raggiro usando il telefono di un'altra persona, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, era riuscito a incassare il denaro sparendo nel nulla.

All: Foto pattuglia – Stazione Carabinieri San Giovanni in Persiceto.

L'annuncio è stato dato su Facebook dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini che si è complimentato con la Polizia di Stato. L'uomo domenica sera aveva aggredito, picchiato selvaggiamente e violentato una ragazza reggiana di 24 anni. Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi: "Ci costituiremo parte civile".

REGGIO EMILIA –

Meno di 24 ore per catturare e assicurare alla giustizia l'autore di un delitto brutale e vigliacco, perpetuato ai danni di una ragazza reggiana di 24 anni che domenica sera, attorno alle 20.30, stava passeggiando nei dintorni del campo da baseball di via Petit Bon, nella prima periferia reggiana, in un quartiere residenziale considerato tranquillo.
A sorprenderla alle spalle e a trascinarla in un cespuglio per attutirne le urla disperate, picchiandola e usandole violenza è un cittadino ucraino di 26 anni, richiedente asilo politico.

Ad annunciare la sua cattura è stato il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che su Facebook si è complimentato per l'ottimo lavoro svolto dalla Polizia di Stato. "Ragazza violentata domenica a Reggio Emilia", ha scritto il Ministro, "arrestato un richiedente asilo ucraino di 26 anni. Complimenti alla Polizia di Stato. Per la sinistra la nostra linea sarebbe "troppo dura". Sbagliato, inaspriremo leggi troppo deboli: via dall'Italia i clandestini delinquenti, via ogni forma di protezione a chi si macchia di questi reati schifosi".

E mentre la giovane, che dopo la violenza subita ha trovato il coraggio di tornare a casa e di raccontare ai familiari quanto le era accaduto, è stata affidata alle cure dei sanitari del Santa Maria Nuova, che hanno fatto scattare per lei il protocollo per le vittime di abuso, tra cui il supporto psicologico, le parole di indignazione e la richiesta di fermezza nei confronti dell'uomo che le ha rovinato la vita sono giunte da più parti.

"Desidero complimentarmi con le forze di polizia per la grandissima professionalità dimostrata nella brillante operazione che ha portato nell'arco di sole 24 ore all'individuazione e alla cattura del responsabile del caso di violenza sessuale avvenuto in città nei giorni scorsi", ha scritto in una nota il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.

"Contestualmente, ha aggiunto, "nel ribadire i sentimenti di vicinanza e di solidarietà alla vittima, il Comune di Reggio Emilia nell'auspicare la massima severità di giudizio verso questa condotta odiosa ha dato mandato al proprio ufficio legale di valutare l'opportunità di costituirsi parte civile. Non di meno riteniamo che, qualora sussistessero i presupposti di legge, il soggetto in questione dovrebbe essere espulso con effetto immediato dal nostro Paese."

Affida il suo pensiero a Facebook anche la senatrice reggiana del PD Vanna Iori: "Dalle ultime notizie di stampa, pare che le Forze dell'Ordine abbiano consegnato alla giustizia la bestia responsabile di questo crimine. Nessuno stupro deve rimanere impunito: le donne devono essere tutelate contro ogni forma di violenza e sostenute nel corso de processo attraverso la gratuità dell'assistenza legale".

Si è allontanata il 10 luglio, zona Montechino di Gropparello, in provincia di Piacenza. Ha alle spalle una storia di sofferenze e finalmente aveva trovato una famiglia. L'appello della sua "mamma" umana per ritrovarla.

GROPPARELLO (PC) –

Alyssa ha il manto biondo, le orecchie lunghe e due occhi dolci che, se potessero parlare, chissà quante ne potrebbero raccontare. Alyssa è la segugina di Daniela Gatti, la persona che finalmente le aveva dato l'amore e il calore di una famiglia dopo molti anni trascorsi in canile dopo un sequestro. E che ora su Facebook lancia un appello per trovare la sua "nonnina", che si è allontanata da Zona Montechino di Gropparello, nel piacentino.

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La "mamma" di Alyssa offre una ricompensa di 10.000 euro a chiunque le riporti a casa la sua "bimba", garantendo comunque l'anonimato a chi la ritroverà. Nessuna ipotesi è, purtroppo, esclusa. C'è anche una ricompensa di 2000 euro per chi la ritrovasse anche morta, ma riconoscibile.

Condividiamo l'appello, nella speranza che Alyssa torni presto a casa. Proprio ieri abbiamo raccontato la storia del Labrador rubato a Medicina e ritrovato dopo sette mesi. Un segnale di speranza per tutti coloro che smarriscono un amico a quattro zampe.

I contatti della signora Daniela sono 335/6878667 e 0523/1613072

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Foto di Alyssa, tratte dalla pagina Fb di Daniela Gatti

La Guardia di Finanza di Ferrara, durante lo scorso fine settimana, nel centro cittadino, ha proceduto al controllo di un esercizio commerciale utilizzato come deposito di sostanze stupefacenti.

R.R., ferrarese di cinquant'anni, è stato trovato in possesso di 5 chili e mezzo di stupefacenti del tipo "hashish" e del tipo "marijuana", quindi arrestato per aver violato l'art.73 del testo unico sulle sostanze stupefacenti e processato per direttissima.

Lo stupefacente tolto al mercato, al dettaglio, avrebbe fruttato circa 100.000 euro.

Personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino albanese di anni 46 per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Nel primo pomeriggio di ieri, a seguito di segnalazione alla linea di emergenza 112 NUE, gli agenti sono intervenuti presso l'abitazione dell'albanese dove si era appena verificata una lite tra coniugi in presenza dei figli minori di 15 e 4 anni.

L'uomo aveva aggredito verbalmente la donna, aveva lanciato oggetti per aria e, impugnando un coltello da cucina, l'aveva minacciata di morte. Per impedirle di chiamare la Polizia, aveva gettato violentemente a terra il cellulare della donna, rendendolo inutilizzabile. Il figlio più grande, frappostosi tra i due genitori a difesa della madre, aveva ricevuto un forte schiaffo al volto, refertato dal Pronto Soccorso con prognosi di 4 giorni per trauma facciale da percosse.
L'appartamento, al momento dell'arrivo della Polizia, si trovavo a soqquadro e una porta a vetri era rotta in quanto l'albanese l'aveva colpita con un pugno, procurandosi una ferita.

La donna e i figli, nonostante non si siano rivolti alla Polizia per denunciare le violenze del marito, hanno confermato le numerose aggressioni verbali e fisiche perpetrate dall'uomo nei confronti della moglie nel corso degli anni.

L'uomo, già arrestato per rissa nel 2014, è stato accompagnato in Questura per accertamenti più approfonditi, al termine dei quali è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno.

L'albanese è stato anche denunciato in stato di libertà per il reato di minaccia e violenza privata aggravata.

Le Fiamme Gialle di Parma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma, hanno concluso una complessa indagine di polizia giudiziaria e tributaria nei confronti di un'articolata organizzazione criminale dedita alla frode fiscale, denunciando 59 persone e sequestrando beni mobili ed immobili per un valore di circa quattro milioni di euro.

I due imprenditori organizzatori del sistema di frode, di origine campana ma residenti all'estero, sono anche destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Allo stato, i due soggetti si sono resi irreperibili e sono in corso le ricerche per il rintraccio.

Il meccanismo illecito ideato prevedeva la creazione o l'acquisizione - avvalendosi anche di professionisti del settore - di numerose società, che erano poi affidate a rappresentanti legali, quasi sempre extracomunitari, risultati meri prestanome. Nelle prime dichiarazioni fiscali presentate, i predetti soggetti economici esponevano falsi crediti IVA, generati da costi (per centinaia di migliaia di euro) in realtà mai sostenuti, non documentati o addirittura supportati da false fatture.

I crediti fittizi così creati venivano ceduti - tramite atti notarili - ad altre società o cooperative effettivamente operanti, gestite di fatto dai due medesimi imprenditori, ed attive, in diverse province del nord Italia, nel fornire personale per i settori della meccanica e dell'edilizia. Le società operative utilizzavano i crediti fittizi acquisiti per compensare reali debiti tributari e previdenziali maturati nel tempo, consentendo così di ridurre i versamenti dovuti nei confronti dell'Erario e di "monetizzare" il profitto dell'illecita condotta.

I Finanzieri hanno ricostruito crediti fittizi, esposti in dichiarazione, per un importo complessivo pari a circa 14.000.000 di euro, di cui 4.000.000 già indebitamente utilizzati in compensazione.

Il sistema fraudolento consentiva alle imprese non solo di ottenere un ingiusto risparmio di imposta, ma anche di risultare competitive nel mercato, potendo offrire manodopera a prezzi contenuti, a discapito delle società concorrenti che operano in modo regolare.

L'attività investigativa, che ha consentito di delineare compiutamente il contesto di riferimento nonché ruoli e responsabilità di ciascuno degli indagati, è stata sviluppata dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Parma mediante tecniche di investigazione pura (intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e appostamento ed esame documentale).

Sulla base dell'attività svolta, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, ha emesso apposite ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due imprenditori, considerati i principali artefici del disegno criminoso, le cui ricerche sono tuttora in corso.

Gli ulteriori responsabili, ben 57 individui riconducibili a 92 società operanti in varie zone del territorio nazionale, sono stati invece denunziati a piede libero.
N. 13/2018

 

La Procura della Repubblica di Parma ha inoltre richiesto e ottenuto dal GIP il sequestro dei beni e delle disponibilità finanziarie degli indagati, da effettuarsi anche "per equivalente", fino al raggiungimento del valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.

Nel corso dell'operazione, sono stati sottoposti a sequestro le quote di 5 società operative, gli autoveicoli di lusso intestati ai soggetti coinvolti, due terreni ed un immobile siti nella provincia di Napoli, e quattro fabbricati nella provincia di Parma, nonché somme liquide, depositate sui conti correnti nella disponibilità degli arrestati, per un valore pari ad € 1.500.000 circa.

L'operazione, eseguita sul tutto il territorio nazionale, ha coinvolto oltre 100 militari appartenenti al Comando Provinciale di Parma ed agli altri Reparti competenti per territorio.

Nel complesso, sono state eseguite 49 perquisizioni presso le sedi delle società coinvolte ovvero le residenze dei soggetti implicati.

L'attività portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza, in stretta sinergia operativa e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Parma, nel combattere, con incisività ed efficacia, strutture criminali specializzate nella commissione di articolate frodi fiscali.

La finalità è quella di salvaguardare gli imprenditori onesti e corretti, contrastando fenomeni di criminalità economico-finanziaria che producono consistenti danni all'Erario ed effetti negativi o distorsivi per l'economia del territorio, ostacolando la normale concorrenza tra le imprese.

Il cucciolone era stato rubato a gennaio di quest'anno dal giardino di una villetta di Medicina, nel bolognese. È stato recuperato mentre vagava sfinito sotto il temporale tra Baricella e Minerbio. Rintracciata la famiglia grazie al microchip.

BOLOGNA –

Una storia a lieto fine che riaccende la speranza in tutti colori che hanno smarrito o si sono visti portare via il proprio amico a quattro zampe quella che arriva da Medicina, in provincia di Bologna.
Protagonista un simpatico cucciolone di labrador dal mantello nero che era stato portato via alla sua famiglia nello scorso mese di gennaio. I malviventi si erano introdotti nel giardino della villetta dei proprietari tagliando la rete e si erano impossessati del cane, con l'idea, probabilmente, di rivenderlo su internet. Qualcosa, però, deve essere andato storto, perché, sette mese dopo i "rapitori" hanno abbandonato il cucciolone tra Baricella e Minerbio, sotto a una pioggia scrosciante.

Per fortuna, i carabinieri del radiomobile di Molinella lo intercettano mentre, debilitato e spaventato, sta vagando sulla carreggiata, rischiando di essere investito, considerate anche le condizioni di scarsa visibilità. Impossibile dire da quanto tempo il cane si stesse aggirando senza meta.

Grazie all'aiuto dei volontari del canile di Calderara, il cane viene prelevato e messo in salvo. Nel frattempo, gli vengono prestate le prime cure e viene rifocillato. Si verifica la presenza del microchip e l'esito è positivo. Viene quindi rintracciata la famiglia. La proprietaria non crede alle sue orecchie e, felicissima, si precipita incredula a riabbracciare il suo cucciolone che, probabilmente, dava perduto per sempre.

Una storia con un lieto fine, per fortuna. Ma chissà se quegli occhi dolci e scuri potessero parlare che cosa potrebbero raccontare di questi sette mesi trascorsi lontano da casa.

L'uomo, dall'età apparente di circa 55 anni, rasato, con maglietta rossa e cappellino, si è accasciato a metà del percorso. Con sé non aveva né documenti né cellulare né chiavi dell'auto. Era un amatore e non indossava nemmeno la pettorina con il numero d'iscrizione. L'appello dei Carabinieri di Frassinoro per risalire alla sua identità.

FRASSINORO (MO) –

Circa 55 anni, rasato, maglietta rossa e cappellino. I Carabinieri di Frassinoro hanno rilanciato anche sui siti di Modenacorre e Reggiocorre la foto dell'uomo che ieri, attorno alle 10.30 è deceduto, colpito da un infarto fulminante, mentre partecipava da podista amatoriale alla "Cotta", gara storica della provincia, giunta alla sua 29° edizione, che si snoda per 9 km sull'Appennino, tra salite, discese e crinali e inserita come 5° tappa del circuito Parco del Frignano e 8° del Campionato Provinciale Uisp di corsa di montagna.

L'uomo non aveva con sé né documenti, né cellulare, né chiavi della macchina e non indossava nemmeno il pettorale con il numero, che avrebbe consentito di risalire alla sua identità attraverso l'iscrizione. Alla corsa, infatti, hanno partecipato quasi 500 podisti "ufficiali", ma è aperta anche ai tanti amatori, che non sono però tenuti a registrarsi.

Dopo il raduno alle ore 8 in piazza del Castello e la partenza alle 9.30, a circa metà del percorso l'uomo, che era nelle ultime fila, ha accusato un malore e si è accasciato al suolo mentre stava percorrendo il tratto del Monte Spalanco, appena sopra al paese. Gli altri podisti hanno chiamato subito i soccorsi, e hanno intentato, nell'attesa dell'arrivo del personale medico, le prime disperate manovre di soccorso e rianimazione. Il medico di assistenza alla corsa è arrivato immediatamente a bordo di un fuoristrada, pochi istanti dopo sono giunti in elicottero del 118 di Pavullo anche un altro medico e un infermiere, ma per lo sfortunato podista non c'è stato nulla da fare. Ai sanitari non è rimasto altro che constatarne il decesso.

La salma è stata portata nel reparto di Medicina Legale del Policlinico di Modena in attesa dell'identificazione. Fino alla tarda serata di ieri, infatti, nessuno aveva segnalato la mancanza dell'uomo da casa, e non è stato nemmeno possibile risalire a un'eventuale auto abbandonata, poiché il paese era "invaso" dai turisti accorsi per la Festa Matildica.

Questa mattina pare ci siano state le prime segnalazioni, ma si attende ancora quella definitiva per risalire alle generalità del deceduto.

Chi avesse notizie, può contattare i Carabinieri oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Lunedì, 23 Luglio 2018 13:58

Blitz "incastra" gli spacciatori dei VIP

Si tratta di due tunisini di 34 e 38 anni, in regola con il permesso di soggiorno e domiciliati a Cavezzo. Sequestrati 25 grammi tra cocaina e hashish, 4500 euro in contanti e materiale per confezionare le dosi.

CARPI (MO) – Imprenditori, modelle, calciatori non professionisti e persino un ex concorrente emiliano di un reality show. Erano nel "portafoglio clienti" di due pusher tunisini di 34 e 38 anni con un giro di affari tra Carpi e la Bassa modenese, che sono stati fermati e tratti in arresto dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Carpi e dai colleghi di Cavezzo e San Prospero proprio mentre erano intenti a smerciare le dosi.
I due, regolari sul territorio, da settimane erano sospettati di gestire una proficua attività di spaccio di cocaina nella zona. I due sono quindi stati fermati mentre consegnavano a domicilio, a Carpi, cinque dosi di cocaina, nascoste in bocca.
Immediata la perquisizione nelle abitazioni dei due tunisini, domiciliati a Cavezzo, che ne ha confermato l'attività criminale. Sono infatti stati rinvenuti altri 30 grammi di cocaina, 5 di hashish, bilancini di precisione, materiale per tagliare e confezionare gli stupefacenti, tre telefoni cellulari e 4500 euro in contanti.
I due sono stati portati nel carcere di Sant'Anna, in attesa del pronunciamento dell'autorità giudiziaria.

A seguito dell'arresto dell'uomo che l'altra notte in un bar di viale Dante, si è macchiato dei reati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e anche evasione (era agli arresti domiciliari) nei confronti di una giovane donna, il sindaco Patrizia Barbieri fa presente quanto segue: "Desidero ringraziare il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Corrado Scattaretico e i componenti il Nucleo Investigativo e dell'Aliquota Operativa del Norm di Piacenza, per avere portato a termine in poche ore un intervento non certamente semplice, che ha condotto in carcere lo stupratore che si è macchiato della violenza più barbara nei confronti di una giovane donna e madre, cui sono vicina in questo momento di profonda sofferenza e di dolore, e alla quale va tutta la mia solidarietà e quella dell'intera Amministrazione".

Prosegue il sindaco: "Non si tratta della prima e non sarà certamente l'ultima azione importante delle Forze dell'ordine sul territorio, ma ritengo indispensabile valorizzare un'operazione di tale portata e i risultati conseguiti, cogliendo l'occasione per esprimere al colonnello Scattaretico la mia gratitudine più sincera, anche a nome di tutti i cittadini che hanno seguito da subito e con particolare attenzione questa vicenda che ha lasciato attonita e sgomenta un'intera città". Aggiunge Patrizia Barbieri: "Come Amministrazione Comunale ho sempre apprezzato il costante impegno quotidiano profuso per intensificare le attività di contrasto alla criminalità da parte di tutti gli uomini e le donne delle Forze dell'ordine e dei loro responsabili che in ogni occasione dimostrano di operare nella legalità a garanzia dell'incolumità dei cittadini".
Conclude il primo cittadino: "Il mio grazie di cuore va in questo momento a tutti i protagonisti di questa azione che, con professionalità e accuratezza, giornalmente svolgono le loro funzioni, anche con controlli mirati atti a prevenire molti reati".

Personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino coreano di anni 21, resosi responsabile di un furto all'interno dell'Ospedale Policlinico di Modena.
Lo straniero si era introdotto in un ufficio, non accessibile al pubblico, e aveva asportato dalla borsa di una dipendente della struttura ospedaliera un cellulare e la somma di 35 euro in contanti, suddivisa in vari tagli.

Accortasi del furto, la vittima che aveva notato lo straniero aggirarsi per gli uffici, ha avvertito il personale addetto alla vigilanza che è riuscito ad individuarlo e a fermarlo.

La Volante è intervenuta immediatamente e ha proceduto all'arresto del malvivente in quanto trovato in possesso della refurtiva.

Il coreano, regolare sul territorio nazionale, è stato accompagnato in Questura per accertamenti più approfonditi, dai quali sono emersi a suo carico precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, commessi anche di recente, nonché la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla P.G. presso i Carabinieri del comune di residenza.

Come disposto dal Magistrato di turno, lo straniero è stato trattenuto presso le celle di sicurezza in attesa del processo con rito direttissimo.

Grande successo per l'appuntamento coclusivo di Stelle Vaganti, rassegna estiva della Fondazione Toscanini, giunta alla quinta edizione. 

Interprete pluripremiata, dotata di una sensibilità e di una impronta personalissima, Arisa, oltre ad essere una delle più affermate cantanti italiane è attrice, doppiatrice e presenza televisiva di rilievo (sia come giudice di tre stagioni del talent show X Factor, sia come co-conduttrice nel 2015 della 65ª edizione del Festival di Sanremo).

Ieri sera, ha entusiasmato il pubblico poponendo i suoi maggiori successi arrangiati per la prima volta in versione sinfonica, orchestrati e diretti per l'occasione dal Maestro Beppe D'Onghia. 

(Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia)

 

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Venerdì, 20 Luglio 2018 15:26

Diagnosticato un caso di Dengue

L'Azienda USL di Reggio Emilia informa che è stato diagnosticato un caso di Dengue in una persona residente a Guastalla, recentemente rientrata da un viaggio in area in cui è endemica questa malattia. Le attuali condizioni di salute sono buone.

La febbre di Dengue è una malattia virale trasmessa attraverso la puntura di zanzara e caratterizzata da febbre alta, forti dolori articolari e muscolari, dolore retrorbitario e rash cutaneo.

Sono stati attivati immediatamente, in collaborazione con il Comune di Guastalla, i protocolli del caso che contemplano l'effettuazione, in un'area corrispondente ai luoghi di permanenza del caso segnalato, di una serie ripetuta di disinfestazioni contro la zanzara tigre, sia in area pubblica sia privata, con modalità "porta a porta", per abbattere la popolazione di zanzare presenti nell'area dove la persona ha soggiornato al rientro dal viaggio.
Si ricorda che la zanzara è l'unico vettore di questa patologia: la febbre di Dengue, infatti, non si trasmette direttamente da uomo a uomo ma solamente attraverso la puntura di una zanzara infetta.

Ogni anno, visto il grande numero di viaggiatori in aree in cui la malattia è diffusa, si registrano alcuni casi in Italia e anche nella nostra regione, in persone al rientro da viaggi all'estero.
Non vi è, al momento, nessun altro caso sospetto e non sussiste alcun allarme sanitario.

Per maggiori informazioni sugli interventi messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna per la protezione nei confronti delle zanzare invasive: www.zanzaratigreonline.it 

E' stato fermato a Milano, a meno di trenta ore dei fatti, il colpevole dello stupro avvenuto a Piacenza, nella notte fra mercoledì e giovedì. Vittima una barista di nazionalità cinese, che trovandosi da sola, in prossimità dell'orario di chiusura del locale è stata legata, imbavagliata e abusata per ore.

L'uomo, romeno di 34 anni, pregiudicato che stava scontando una condanna per altri reati, era ai domiciliari e usufruiva del permesso di uscire per lavorare durante il giorno. E' stato identificato e arrestato dai Carabinieri di Piacenza mente si trovava a piedi in zona Forlanini, forse in procinto di prendere un treno. Le accuse a suo carico sono di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e anche evasione.

La povera vittima, una donna cinese di 40 anni, era riuscita a fuggire in un attimo di distrazione urlando e destando l'attenzione dei vicini. Ricoverata in ospedale sito shock, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni.

Spazio aereo belga bloccato a causa di problemi tecnici. Nessun aereo è autorizzato a sorvolare il Belgio.

A causa di problemi tecnici con il controllo del traffico aereo belga, Belgocontrol, lo spazio aereo belga è bloccato. La società ha dichiarato giovedì pomeriggio nel servizio di messaggistica breve Twitter, che operano nella modalità "Clear the sky". Ciò significa. evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che nessun aereo è autorizzato a sorvolare il Belgio.

Il team della manutenzione è al lavoro per stabilirne la causa il prima possibile, ha riferito un portavoce a Bruxelles. Quanto ci vorrà, non è dato sapere. Decine di voli sono stati segnalati come ritardati, cancellati o deviati sulla homepage dell'aeroporto di Bruxelles.

(19 luglio 2018)

Operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche che, all'esito di una specifica attività di monitoraggio della Rete volta al contrasto della contraffazione online, ha sottoposto a sequestro, disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, n. 156 risorse Web dedite ad attività di vendita di prodotti contraffatti.

Le investigazioni su Internet sono state effettuate attraverso consolidate metodologie di Open Source Intelligence (OSINT), tecnica che consente di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili sul Web, le quali sono state poi sottoposte ad articolati processi di analisi e filtraggio dei dati, che hanno consentito di ampliare il panorama delle potenziali risorse dedite alla vendita di prodotti contraffatti o all'utilizzo non autorizzato di segni distintivi dei marchi registrati.

L'esperienza maturata dal Nucleo Speciale in attività investigative concernenti fattispecie di contraffazione ha consentito di dirigere l'esplorazione sul Web prioritariamente verso proposte di vendita online in base a specifici criteri e indicatori di rischio.

I fattori che maggiormente hanno inciso sull'individuazione delle fattispecie di contraffazione sono il prezzo di vendita, notevolmente inferiore rispetto a quello normalmente praticato sul mercato, nonché l'utilizzo di canali di vendita non ufficiali, rispetto a circuiti esclusivi normalmente utilizzati dai più noti brand.

Le indagini di P.G. sono state mirate anche a verificare l'affidabilità del proponente. Infatti le attività che si pubblicizzano sul Web senza riferimenti precisi sul proprio titolare o ragione sociale e della relativa sede di esercizio sono indice di anomalia in quanto l'intento è proprio quello di celare l'identità di chi propone i prodotti contraffatti. Solitamente tali informazioni sono fornite dai siti Web di e-commerce nei quali, tra l'altro, deve essere esposta obbligatoriamente la partita I.V.A. del venditore.

I beni contraffatti proposti sulle piattaforme online rientrano tra le categorie maggiormente ricercate dagli utenti del Web, dalle borse alle scarpe, dagli occhiali agli orologi, ma anche profumi e abbigliamento sportivo. I brand danneggiati dalle condotte illecite sono diversi, tra di essi Armani, Adidas, Hogan, Prada, Louis Vuitton, Rolex, Gucci, Chanel, Rayban.

Le vendite avvenivano attraverso i canali di diffusione costituiti dai siti Web, anche mediante profili e pagine presenti sui social network più noti, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube che, ormai capillarmente diffusi tra gli utenti del Web, non richiedono costi di gestione in quanto liberamente disponibili.

Tramite i citati social sono stati pubblicizzati i prodotti contraffatti e gli accordi per l'acquisto avvenivano mediante contatti privati. Di particolare interesse è l'utilizzo del canale Youtube, che viene sempre più frequentemente impiegato per mostrare e proporre i prodotti come una vera e propria televendita sul Web.

Durante l'operazione sono stati individuati utenti che pubblicavano annunci sui portali di e-commerce internazionali, tra i quali soprattutto Amazon e il cinese Alibaba. Anche ad essi sono stati notificati provvedimenti di sequestro e rimozione delle risorse.

L'operazione della Guardia di Finanza a tutela del consumatore ha visto il coinvolgimento delle società titolari dei marchi, che hanno riconosciuto attraverso le sole immagini pubblicizzate la non autenticità dei beni messi in vendita online.

Le condotte illecite individuate hanno integrato le violazioni previste dagli art 473 e 474 c.p., riguardanti i reati di contraffazione di marchi e segni distintivi, nonché di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi.

La Guardia di Finanza di Cesena ha scoperto un'organizzazione che sfruttava lavoratori, di nazionalità pachistana, per l'attività di distribuzione di volantini pubblicitari effettuata in diverse province della regione Emilia Romagna.

A capo del gruppo criminale vi erano 3 soggetti di nazionalità pachistana, appartenenti ad uno stesso nucleo familiare, che avevano costituito delle ditte individuali che reclutavano i lavoratori, privi di regolare contratto ed anche (in un caso) del permesso di soggiorno, per l'attività di volantinaggio.

Le indagini svolte dal Reparto della Guardia di Finanza nell'ambito di un procedimento penale acceso presso la Procura della Repubblica di Forlì hanno permesso di documentare lo sfruttamento cui erano sottoposti i numerosi cittadini pachistani - reclutati illecitamente dai soggetti denunciati - che erano costretti a vivere, in condizioni igienico-sanitarie precarie, in un'abitazione di Gambettola (FC) presa in affitto dai "caporali". Per poter soggiornare ammassati in quell'appartamento i lavoratori pagavano un canone di locazione mensile (tra i 100 ed i 200 euro) che veniva defalcato dalla paga mensile.

Tutti i lavoratori venivano sottoposti illecitamente (in assenza di autorizzazioni richieste dallo Statuto dei Lavoratori) a continua sorveglianza da parte dei "caporali" attraverso sistemi di localizzazione satellitare (gps) dei cellulari che ne monitoravano tutti gli spostamenti, così limitandone la libertà
personale.

Al termine delle indagini è stato anche dimostrato che i "caporali" erano in realtà dei dipendenti di altre società operanti nel riminese per le quali reclutavano quotidianamente distributori di volantini e per le quali emettevano fatture per operazioni inesistenti, quantificate in oltre 1,9 milioni di euro.

Pertanto sono stati denunciati complessivamente 8 soggetti che rispondono, a vario titolo, dei reati di natura tributaria e di sfruttamento della manodopera lavorativa e sono state eseguite attività di natura fiscale che hanno portato alla rilevazione di violazioni connesse all'emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 1,9 milioni di euro e l'individuazione di n. 9 dipendenti "in nero".

Riceviamo e pubblichiamo la "Lettera aperta ai CCV dei quartieri San Leonardo e Cortile San Martino prevenuta dal "Manifesto Per San Leonardo".

Spett.le
CCV SAN LEONARDO
CCV CORTILE SAN MARTINO
Parma

Gentili membri dei Consigli Cittadini Volontari in indirizzo,
abbiamo avuto modo di incontrarci durante le vostre prime riunioni dopo l' elezione dei nuovi CCV: con alcuni di voi abbiamo avuto modo di confrontarci e collaborare durante lo scorso mandato , con gli altri speriamo di conoscerci e ragionare insieme nel tempo.

Il nostro Gruppo è animato e si muove con l' unico obbiettivo di contribuire al bene comune del Nostro Quartiere (S. Leonardo e Cortile S Martino) ed è in quest'ottica che ci pare utile ed importante ritornare sinteticamente ad evidenziare i temi e le problematiche da noi presentate negli anni e racchiuse nel documento MANIFESTO SAN LEONARDO; situazioni e criticita' che necessitano di essere tenute in evidenza e che riteniamo dovrebbero essere oggetto primario delle vostre Riunioni ed Ordini del giorno perché ancora irrisolte ed addirittura peggiorate

La necessità che come CCV (S. Leonardo e Cortile S Martino) riprendiate in mano i temi esposti nel MANIFESTO e quelli che abbiamo evidenziato via, via sulla nostra pagina Facebook (ad esempio i vari "Dove eravamo rimasti") nasce dal fatto che ultimamente ascoltiamo, talvolta attoniti, affermazioni del tipo:
- il Nostro Quartiere non è peggio di altri quartieri (sui quotidiani in effetti anche altri quartieri si lamentano per lo stato di abbandono.....),
- la situazione non è così male perché ci sono tante positività (nel Nostro Quartiere le associazioni, i gruppi, le parrocchie si muovono, si incontrano........),
- l'illegalità è diffusa ovunque ........

Ci pare evidente il tentativo di "annacquare" , smorzando, attenuando o ignorando i problemi cronicizzati del Nostro Quartiere che, come noi diciamo da anni, richiedono un impegno straordinario non solo dal basso, ma anche e soprattutto dall'alto delle Amministrazioni e delle Istituzioni.
E' evidente che il "mal comune" non è "un mezzo gaudio"!

Se criminalita'/illegalità/degrado stanno infestando anche altri quartieri, se il NOSTRO QUARTIERE piange e gli altri (e la città) non ridono, non ci dà soddisfazione anzi ci inquieta e ci preoccupa ancor di piu'.

Sul tema Sicurezza è prima di tutto doveroso ringraziare tutti gli appartenenti alle Forze dell'Ordine ed alla Polizia Municipale per gli sforzi che devono sostenere in mancanza di risorse, ma non possiamo non evidenziare che quanto è stato attuato fino ad oggi è, come i fatti dimostrano, insufficiente, inefficace o, per dirla in altro modo: tutto troppo "ordinario".

Eliminare una "occupazione del territorio" come quella che negli anni si e' insediata in San Leonardo, richiede interventi specifici, dedicati e continuativi (conoscenza delle peculiarità territoriali di cui all'articolo 21 del Patto per una città più sicura del 2015!!!).

La cartina al "tornasole" di tale condizione critica è il perdurare, anzi il peggiorare, della situazione di illegalità e di pressoché totale impunità. Gli spacciatori aumentano mentre probabilmente si riducono le denunce, la sfiducia si accresce, ma soprattutto ci si sta "abituando" rassegnati, a subire la loro presenza indisturbata.
Occorre riconoscere la straordinaria gravità della situazione ed intervenire di conseguenza.

Anche la recente modifica al Regolamento della Polizia Municipale, per adeguarlo alle nuove disposizioni introdotte dal Decreto Minniti, sembra limitarsi ad un ambito ordinario tralasciando quelle opportunità che il decreto contempla e che aumenterebbero l'efficacia degli interventi attuabili. Infatti il decreto Minniti da maggiori poteri al Sindaco, sia in veste di Ufficiale del Governo per le ipotesi riconducibili alla sicurezza pubblica, sia quale Rappresentante della comunità locale per tematiche che vanno al di là della sola sicurezza pubblica (ad esempio tutela della tranquillità e del riposo dei residenti nonché dell'ambiente e del patrimonio culturale....).

Non possiamo accettare, lo ribadiamo, che le istituzioni si arrendano lasciando ai singoli cittadini l'onere della difesa e del contrasto all'illegalità e alla criminalità, come sembra avvenire guardando il recente articolo giornalistico sul pensionato che disturba gli spacciatori.

Si deve intervenire presto ed in modo "straordinario" sicuramente anche sul fronte del "consumo" attraverso il coinvolgimento di Scuole, Asl etc.... (ma qui occorre progettualità a medio/ lungo termine).

Ambiente: su tutti i temi da noi sollevati relativamente a questo ambito (smog, rumore, calore, elettromagnetismo....) tutto tace e noi continuiamo a respirare aria "strainquinata".
Silenziosamente emergono nuovi Supermercati (si parla di uno nuovo anche nell'area ex-Tarasconi), ma non si sente mai parlare di nuove alberature (ad esempio lungo gli assi di penetrazione) malgrado l'ampia disponibilità di spazi, né di sostituzione degli alberi morti, mentre le postazioni in cui sono stati abbattuti gli alberi vengono asfaltate; non vengono allestite le barriere antirumore, mentre si delineano, in un orizzonte molto prossimo, realizzazioni e costruzioni ad alto impatto ambientale, come l'Aeroporto Cargo, il Mall di Baganzola, un Nuovo impianto di trattamento rifiuti e, forse, l'aumento della quantità di rifiuti bruciati dall'inceneritore.

Pur apprezzando le zone 30, ci aspettavamo qualche intervento più incisivo sul traffico e pensiamo che per parlare di rivoluzione ambientale non sia sufficiente ampliare di pochi metri le zone trenta già esistenti o crearne altre di poche decine di metri quadri, peraltro non interconnesse tra loro.

Anche il nuovo complesso ex Cral Bormioli non può essere spacciato come la panacea di tutti i mali ambientali del San Leonardo .......
Partendo da queste premesse come possiamo pensare che il Protocollo d'intesa sul Verde del 23/5/2018 non rimanga solo sulla carta? se a quanto ci risulta non viene neppure applicata la Legge 29/1/1992 n.113 che prevede la piantumazione di un albero per ogni neonato residente?

Degrado: ahinoi!! anche qui non temiamo smentite........chiediamo uno sforzo di memoria a tutti: andate a vedere le situazioni di degrado urbanistico da noi e da altri segnalate e verifichiamo quanto è stato fatto. .... Stu Stazione, Ex Boschi ...........Ex Bormioli Rocco ..........
Non ci risultano investimenti a sostegno del commercio di vicinato ..........

Chiediamo un impegno "straordinario" anche a voi Consiglieri pur consapevoli del fatto che siete "volontari", che avete risorse scarse se non addirittura nulle.
Mettete all'ordine del giorno questi temi, chiedete documentazione a supporto per valutare la coerenza col bene pubblico delle scelte effettuate sul Nostro Quartiere (ad esempio sull'Ostello della Gioventù, sull'apertura dei nuovi Supermercati, sul piano di Videosorveglianza che tenga conto della cartina Pusher, .....), coinvolgete i Consiglieri Comunali eletti dal quartiere nelle file della maggioranza e facciamo fronte comune per migliorare le nostre condizioni di vita.

SICUREZZA AMBIENTE DEGRADO SOCIALITA' EDUCAZIONE CIVICA......
Quello che sarà il NOSTRO QUARTIERE domani lo si sta determinando oggi.
E' necessario perciò mettere in piedi azioni immediate ed una progettualità che consenta di realizzare un quartiere SOSTENIBILE FIN DA OGGI.

p.s.: bisognerebbe chiedere anche una modifica del Bilancio Partecipativo in maniera tale che almeno un progetto per quartiere venga finanziato
Per maggiori approfondimenti vi rimandiamo alla lettura delle nostre lettere inviate a diversi destinatari in questi anni e presenti sulla nostra pagina face book.
Cordiali saluti
MANIFESTO PER SAN LEONARDO

Personale del Commissariato di P.S. di Carpi,  a seguito di una serie di furti perpetrati su autovetture in sosta nella zona est della città, ha avviato un'attività d'indagine che, sulla scorta di riscontri oggettivi, ha portato a focalizzare l'attenzione degli investigatori sul campo nomadi sito in via Tresinaro Sinistra a Correggio.

Nelle prime ore della mattinata di ieri, su delega della Autorità Giudiziaria, gli agenti del Commissariato di P.S., unitamente al Reparto Prevenzione Crimine e alla Squadra Mobile di Reggio Emilia, coordinati sul posto dal Vice Questore dott.ssa Laura Amato, hanno proceduto alla perquisizione dell'intero campo nomadi.

La vasta area, dove risiedono 95 nomadi stanziali di origine Sinti è stata minuziosamente passata al setaccio alla ricerca del materiale rubato.

Sono state identificate complessivamente 45 persone, di cui la metà con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio; una risulta sottoposta agli arresti domiciliari.

I risultati dell'attività sono al vaglio degli inquirenti.

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La Polizia di Stato ha tratto in arresto in flagranza del reato di estorsione aggravata un cittadino italiano, di anni 49, originario della provincia di Napoli, titolare di una agenzia investigativa privata a Modena.

Il detective era stato ingaggiato dalla vittima, un consulente fiscale di Sassuolo, al fine di avviare una attività investigativa difensiva.
L'arrestato aveva preteso un compenso di 30mila euro per essere riuscito ad acquisire alcune informazioni riservate relative al suo cliente - di cui aveva dato prova mostrandogli un documento riportante le date dei controlli a cui era stato sottoposto negli anni dalle Forze di Polizia, le denunce sporte e la vicenda giudiziaria che lo riguardava – fornitegli, a suo dire, da alcune amicizie tra le Forze dell'Ordine e in altri apparati dello Stato, che lo avevano anche aiutato a distruggere le intercettazioni telefoniche con valore probatorio che lo avrebbero incastrato.

Incalzato da pressanti richieste, il consulente fiscale aveva consegnato immediatamente 10.000 euro, con la promessa che avrebbe saldato il conto nei giorni successivi in ragione delle pesanti minacce ricevute.

La vittima a questo punto ha deciso di rivolgersi alla Polizia ed immediatamente sono partite le indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Sassuolo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena. All'ennesima richiesta di denaro pervenuta a mezzo "Telegram" con messaggi minatori a cancellazione automatica a tempo, le parti hanno concordato un altro incontro per la consegna di ulteriori 4000 euro.

Attraverso un servizio di appostamento con l'utilizzo di apparati tecnici di intercettazione e di video riprese, gli agenti hanno potuto incastrare l'estorsore nel momento in cui riceveva la somma pattuita per poi nasconderla all'interno della propria biancheria intima.

Nel corso dell'attività investigativa, è emerso il concorso in estorsione da parte di un esponente delle Forze dell'Ordine, che avrebbe fornito informazioni riservate attraverso l'accesso abusivo a sistemi informatici, motivi per i quali è stato deferito all'Autorità Giudiziaria.

Aveva tentato di uccidere la moglie, prima sparandole in viso con un apistola detenuta illegalmente, poi con un forcone e infine, nel tentativo di fuggire era caduto da una altezza di circa 8 metri ferendosi gravemente.

Non ce l'ha fatto Carlo Pibiri, il sessanteseienne di Parma che alle 5 di domenica scorsa, nella casa di Martorano, aveva tentato di sopprimere la compagna 52enne, ed è spirato ieri al reparto di rianimazione dell'Ospedale di Parma dove era stato trasportato d'urgenza.

 

Si tratta di una giovane romena di 27 anni che ha messo a segno diversi colpi fingendo di conoscere la persona derubata. Viaggia a bordo di una Fiat Bravo condotta da un complice.

di Manuela Fiorini Carpi (MO) – Non ci si può più fidare...neanche di un abbraccio. È proprio questa la tecnica adottata da una giovane rumena di 27 anni per mettere a segno furti ai danni soprattutto di anziani a Carpi e nella Bassa modenese, ma si indaga su un caso analogo a Sassuolo per capire se l'autrice può essere la stessa.

L'ultimo in ordine di tempo in Corso Fanti, nel centro storico di Carpi dove un anziano ha visto la ragazza corrergli incontro e gettargli le braccia al collo, facendo finta di conoscerlo. Non gli ci è voluto molto, però, per accorgersi di essere stato derubato della catenina. L'uomo ha quindi chiamato i Carabinieri della Compagnia di Carpi, che dalla descrizione della donna hanno riconosciuto la giovane romena, con precedenti specifici e hanno deciso di diramarne la fotografia a fini investigativi, con la raccomandazione, in caso di avvistamento o di incontro, di starle alla larga e chiamare il 112, ma, soprattutto, di sfuggire al suo abbraccio truffaldino. La donna si sposterebbe a bordo di una Fiat Bravo condotta da un uomo, suo complice.

Il consiglio si rivolge soprattutto agli anziani, vittime "preferite" di questi truffatori, che fingono di essere amici o conoscenti. Sono stati segnalati diversi casi di furti messi a segno con la stessa tecnica. In particolare, nella Bassa modenese, due anziani sono stati derubati a Mirandola e a San Felice, domenica mattina, sempre a Carpi, in via Barozzi, un'84 enne è stata "alleggerita" della catenina, mentre nel pomeriggio di lunedì, a Modena, in via Boni, una 85 enne è stata avvicinata da una donna che, fingendosi una sua conoscente, è riuscita a farsi consegnare gioielli e 700 euro in contanti prima di sparire nel nulla.

Ora le Forze dell'Ordine stanno cercando di capire se dietro a questa serie di eventi ci sia un'azione criminale organizzata.

Locali più funzionali per il reparto dell'Ospedale Maggiore di Parma che migliora l'accoglienza ai pazienti in cura presso il centro.

Lavorano già a pieno regime i due ambulatori della Radioterapia dell'Ospedale Maggiore ricavati al piano rialzato della palazzina che si affaccia su via Gramsci, dove si trova il reparto diretto da Nunziata D'Abbiero. Quelle che erano due stanze di servizio, grazie all'attenzione dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e alla generosa disponibilità dell'impresa Bonatti, sono diventate due nuovi ambulatori a disposizione del personale e dei pazienti. Se l'impresa parmigiana si è fatta carico della ristrutturazione dei locali, l'arredatore reggiano Marco Mazzali ha invece regalato gli arredi che hanno reso più gradevoli gli ambulatori. Entrambe le donazioni scaturiscono da una conoscenza diretta del centro e rappresentano un riconoscimento alla professionalità e all'umanità che ne è stata riscontrata.

"Era un mio desiderio migliorare l'accoglienza della nostra Radioterapia oncologica e ho colto al volo la disponibilità della Bonatti che si è offerta di aiutarci nei lavori di recupero di questi spazi", spiega la dottoressa D'Abbiero. "Ringrazio tantissimo anche Marco Mazzali che ci ha consentito di essere subito operativi. In pochissimo tempo abbiamo così guadagnato due ambulatori in più al servizio del personale e soprattutto dei pazienti, un ampliamento preziosissimo per noi che, solo lo scorso anno, abbiamo effettuato 7200 visite con una presa in carico di 1074 pazienti".

"La Radioterapia, grazie alla qualità del suo personale, dà un contributo inestimabile alla nostra città", conclude Corrado Chiesa, CFO del Gruppo Bonatti. "Il nostro intervento non è che un grazie per l'impegno e l'applicazione che questo reparto dedica ogni giorno alle persone costrette, purtroppo, ad attraversare momenti di difficoltà".

Un piccolo grande gesto che aiuta a migliorare l'accoglienza di persone che devono affrontare lunghi percorsi di cura.

 

Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

La Guardia di Finanza di Piacenza, nel contesto dei servizi predisposti al fine di rafforzare il dispositivo di sicurezza e di controllo del territorio durante il periodo estivo, ha effettuato, sabato notte, interventi a tappeto a presidio delle strade e finalizzato al contrasto di fenomeni illegali, focalizzati soprattutto nei principali locali e centri di aggregazione giovanile.

I CONTROLLI

I controlli, svolti da pattuglie automontate in uniforme e in abiti civili, effettuati anche con l'ausilio delle unità cinofile, hanno interessato complessivamente oltre 40 veicoli e circa 60 persone, ed hanno permesso di rilevare la presenza di diversi tipi di sostanze stupefacenti occultati in scomparti delle autovetture. L'attività si è conclusa con il sequestro di gr. 3 di hashish, gr. 2,5 di marijuana, gr. 0,5 di eroina, gr. 0,2 di cocaina, tre spinelli, la relativa denuncia dei 5 soggetti in possesso delle sostanze stupefacenti e il ritiro di una patente di guida. I cinque soggetti, tutti di nazionalità straniera ma domiciliati in Italia, sono stati segnalati alla locale Prefettura per la detenzione di sostanza stupefacente in violazione dell'art. 75 DPR. 309/90. Tale intervento, si inquadra nell'ambito del progetto "Estate sicura" che prevede un rafforzamento dei vari dispositivi messi in campo dalle diverse Forze di Polizia per garantire una maggior sicurezza del territorio durante la stazione estiva.

La Guardia di Finanza continuerà pertanto a sostenere il piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario per prevenire e contrastare, anche nei periodi estivi, fenomeni di illegalità diffusa a tutela degli operatori economici onesti e al contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti.

Dopo circa 40 anni di attività, il 3 di agosto l'edicola di Via Toscana, accanto alla Concessionaria Ford, cesserà definitivamente la propria attività.

Il signor Roberto Toscani, ormai prossimo alla pensione, l'aveva rilevata 31 anni fa. Un lavoro portato avanti con passione negli anni, che giunge al termine e segna la chiusura definitiva dell'edicola.

Insieme alla moglie, saluta con affetto tutti i suoi fidati clienti. 

Foto a cura di Francesca Bocchia

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I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, dando esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal locale Tribunale, hanno confiscato, tra le province di Bologna, Modena e Rimini, un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare - costituito da appartamenti, auto, conti correnti e quote di società, del valore di oltre 7 milioni di euro - riconducibile a un imprenditore di Monte San Pietro (BO), già condannato dallo stesso Tribunale di Bologna - Ufficio G.I.P., a 1 anno e 8 mesi di reclusione, per "associazione a delinquere", per essere stato costitutore, promotore ed organizzatore di un sodalizio dedito alla "frode fiscale".

La società di cui il medesimo è stato rappresentante, una s.r.l. operante nel settore del "commercio all'ingrosso di articoli di cancelleria e per l'ufficio", è risultata, infatti, coinvolta in un meccanismo di frodi all'I.V.A. comunitaria (noto come "frode carosello") finalizzato: sotto l'aspetto fiscale, all'indebito ottenimento di un'IVA a credito da utilizzare in detrazione o di cui chiedere il rimborso (con conseguenti mancati introiti per l'Erario); sotto l'aspetto commerciale, alla possibilità per la società di acquisire e rivendere beni a prezzi inferiori a quelli di mercato, con ripercussioni negative sulla libera concorrenza.

L'odierno provvedimento, che giunge al termine di complesse indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Morena Plazzi, rappresenta il secondo atto di un procedimento per l'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali antimafia, nel cui ambito il Tribunale di Bologna aveva già accolto e disposto, nel mese di settembre del 2016, il sequestro dei citati beni.

In particolare, le indagini di polizia economico-finanziaria condotte dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) hanno permesso di appurare come il citato imprenditore, oltre a rientrare nella categoria prevista dal Codice Antimafia della "pericolosità sociale cd. generica", quale "evasore fiscale seriale, abituale, sistematico delle imposte dirette e indirette", presentasse un profilo reddituale dichiarato al Fisco sproporzionato rispetto all'elevato tenore di vita e ai beni posseduti, che sono stati di conseguenza confiscati in quanto ritenuti acquisiti con proventi, appunto, frutto di evasione fiscale.

Ora questi patrimoni potranno essere gestiti dall'Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne curerà la destinazione e il riutilizzo a fini sociali.

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