A seguito del protocollo di collaborazione siglato con Sace per sostenere la liquidità delle imprese italiane colpite dall'emergenza Covid-19, UniCredit comunica di aver deliberato un finanziamento da 10 milioni di euro a favore del Pastificio Di Martino, prima operazione nell’ambito del programma GARANZIA ITALIA di SACE. La procedura per l’emissione della garanzia è stata completata digitalmente.

L’operazione odierna conferma la completa operatività di UniCredit su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità.

“Questa operazione di finanziamento – ha affermato Francesco Giordano, CO-CEO Commercial Banking Western Europe di UniCredit – testimonia l’impegno di UniCredit nel supportare le imprese del territorio. Oggi sentiamo ancor di più la responsabilità di continuare a garantire tutto il nostro sostegno all’economia del Paese e di rafforzare l’impegno a favore delle eccellenze italiane. Il Pastificio Di Martino è una impresa dinamica e innovativa basata al Sud e rappresenta un esempio di azienda locale che ha saputo conquistare una posizione di leadership nel suo segmento di mercato, il food & beverage, che è strategico per il rilancio e la crescita del Paese”.

“Ringrazio UniCredit e Sace per questo finanziamento e per la celerità dell’operazione che ci permetterà di continuare ad implementare i nostri piani di sviluppo e di crescita – ha affermato Giuseppe Di Martino, titolare del Pastificio Di Martino – E’ anche un bel segnale per il Paese che il primo finanziamento della banca con garanzia Sace nell’ambito del Decreto Liquidità vada ad una impresa del Sud. Grazie a questa operazione potremo assorbire al meglio lo shock subito dalla filiera produttiva a seguito della diffusione del Covid-19 e far fronte con maggiore tranquillità alle esigenze di capitale circolante, garantendo quindi la continuità operativa e la fornitura dei nostri prodotti”.

Come previsto dal decreto liquidità, Sace concederà fino al 31 dicembre 2020 garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia, per finanziamenti alle imprese.

Milano, 27 aprile 2020

Torna a cedere il latte spot, il burro e anche le creme. In flessione anche i listini delle due principali DOP   

di Virgilio Parma 28 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT – Torna a scendere pesantemente il latte spot. Il latte spot nazionale cede il -2,5%. Il latte spot crudo nazionale cede tra 29,90 31,45/100 litri di latte. Ben più sensibile la perdita del latte intero pastorizzato "spot" estero (-6,1% Germania Austria) che quota così tra 26,81 28,87 €/100 litri di latte. Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero rimane invariato tra  13,46 15,53 €/100 litri di latte (-12,1% GERMANIA AUSTRIA).
 
BURRO E PANNA – Irrefrenabile caduta del burro. Altri 10 centesimi si aggiungono ai 15 centesimi precedenti persi Milano. A Parma lo zangolato lascia ancora 10 centesimi. Anche la crema cede (-4,2%),seguita dalla panna veronese.
Borsa di Milano 27 aprile 2020: 
BURRO CEE: 2,65 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 2,80 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,05 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,36€/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 27 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,40 / 1,50 €/Kg.
 
Borsa di Parma 24 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,60 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 21 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,60 - 0,60 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 27 aprile 2020 – Listini in leggera flessione.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,55 – 6,75 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,20 – 8,45 €/Kg. (-)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,70 – 8,90 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,45 – 5,60 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 24 aprile 2020 – Listini in tenue flessione per il 18, 24 e 30 mesi.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,40 - 10,05 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,10 - 10,95 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,200 - 10,95 €/Kg.(-)

 

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“Attendevamo la presentazione del nuovo Decreto con speranza, ma a nostro malgrado, non è arrivato il tanto atteso cambiamento che migliaia di imprenditori artigiani stavano attendendo per ricominciare la propria attività. Perché è del tutto evidente come l’unico punto di riferimento di questi provvedimenti, per ciò che riguarda gli aspetti legati all’economia, sia l’industria. Tra le diverse task force all’opera, manca un tavolo di lavoro che rappresenti il mondo dell’artigianato e della piccola impresa, la linfa vitale del tessuto imprenditoriale italiano”.

Questo quanto affermato dal Presidente di CNA Parma, Paolo Giuffredi, riferendosi in particolare alla data fissata il 1° giugno per l’apertura delle attività dei settori del benessere, della ristorazione e degli esercizi pubblici.

“L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del Presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno, è intollerabile. Rappresenta una condanna a morte per questi settori”. Solo per quanto riguarda il tessuto imprenditoriale composto da acconciatori ed estetisti, si contano 135.000 imprese e oltre 260.000 addetti, un settore che partecipa in maniera determinante all’economia italiana. È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo. La CNA chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività – afferma Paolo Giuffredi. Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, chiediamo che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale, non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe.

La disperazione si sta trasformando in rivolta. 

Il Presidente Paolo Giuffredi rinnova, inoltre, la denuncia del dilagare dell’abusivismo che sta penalizzando la professionalità delle imprese in regola, mettendo a rischio la salute delle persone e aggiunge: “È necessario e chiediamo, quindi, un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli."

“A questo grido di allarme si aggiunge l’amara delusione di ristoratori e imprenditori di attività commerciali, afferma Andrea Allodi, Direttore di CNA Parma – che rappresentano un settore strategico per il Paese. Allungare nuovamente la sospensione significa nessun canale di sbocco per agricoltura, alberghi, beverage, food e moda. Significa condannare tutte le produzioni agroalimentari e manifatturiere, vanto dell’Italia nel mondo. Dal punto di vista della sicurezza le imprese sono pienamente coscienti e rispettose delle indicazioni del Governo, già indicate dalla Commissione Europea l’8 di aprile e dal Ministero della Salute il 9 di aprile”. Sentimenti di rabbia e di sconforto che si uniscono alla grave crisi economica che pesa sulle micro e piccole imprese, considerando i costi fissi che nonostante la mancanza di entrate si accumulano sulle spalle degli imprenditori artigiani e rendono sempre più difficile una ripresa in tempi brevi. Occorre, inoltre, non dimenticare una categoria minore, ma fondamentale per l’imprenditorialità italiana: i restauratori di beni culturali che sono stati erroneamente assimilati agli operatori dello spettacolo.

“L’errore è stato fatto dalla Commissione Tecnico Scientifica – afferma Andrea Allodi - dove nel documento pubblicato il 23 aprile, ha assegnato al codice Ateco 90 un livello 4 ad alto rischio, come i lavori effettuati in stretta prossimità con persone, senza verificare la specificità dell’attività di restauratore molto simile al cantiere edile e non a caso, visto che i restauratori applicano ai propri dipendenti il CCNL dell’edilizia”. I restauratori della CNA chiedono per tanto con estrema forza la immediata rettifica dell’Allegato 3 al DPCM che inserisca le aziende di conservazione e restauro di beni culturali tra quelle autorizzate a riprendere le attività il 4 maggio.

 

Targa Telematics, azienda che studia la mobilità per fornire soluzioni innovative per l'autonoleggio, ha analizzato il traffico automobilistico in Emilia Romagna dopo il Decreto della Presidenza del Consiglio del 16 marzo 2020.

É stato rilevato che il 45% delle vetture di flotte aziendali, o a noleggio a lungo termine per privati, era ancora in circolazione. La percentuale si attesta invece al 29,5% se si considerano i veicoli noleggiati a breve termine.

A livello nazionale i numeri più o meno coincidono almeno per quanto riguarda il noleggio a lungo termine, attestatosi sul 45%. Aumenta leggermente la percentuale per il noleggio a breve termine che, per quanto riguarda la media nazionale, ha raggiunto il 31,6%.
Nonostante il blocco, il numero di veicoli in circolazione, anche se in netto calo rispetto ai mesi precedenti, è comunque significativo.

Si tratta comunque di spostamenti necessari, finalizzati a fare la spesa, effettuare visite mediche o recarsi al lavoro. In particolare in una regione ampia ed estesa come l'Emilia-Romagna, per percorrere lunghe distanze l'utilizzo di una quattro ruote diventa quasi obbligatorio.

Il noleggio a lungo termine a Bologna, ed in generale in tutte le altre città dell'Emilia-Romagna dove ci sono ditte ed attività cruciali per la produzione di beni di prima necessità, è una pratica molto diffusa tra privati, professionisti ed aziende.

Rent4you rappresenta una delle realtà vincenti e consolidate in Emilia-Romagna, ma in generale su tutto il territorio nazionale, per il noleggio auto.

Il gruppo può vantare un parco auto molto ampio, tra cui scegliere modelli premium o city car per assecondare le diverse richieste del mercato.

Sono disponibili anche vetture elettriche, così da poter circolare liberamente nei giorni di blocco e nelle zone a traffico limitato. Professionisti ed aziende che si occupano del trasporto merci possono quindi godere di notevoli benefici, spostandosi liberamente nelle varie zone delle città senza alcun limite o pericolo di incappare in sanzioni pecuniarie.
Ritornando alla ricerca condotta da Targa Telematics, i dati relativi al noleggio a breve termine non hanno considerato le richieste di natura turistica che si sono praticamente azzerate in questo periodo.

La maggior parte delle vetture noleggiate appartiene a professionisti provenienti da fuori che, per motivi lavorativi, sono costretti ad entrare ed uscire quotidianamente o comunque frequentemente dalla regione.

Questi dati evidenziano i grandi vantaggi del noleggio, grazie al quale è possibile calmierare i costi legati alla manutenzione ed alla gestione dell'auto.

É previsto il pagamento di un unico canone mensile, che comprende però diverse altre spese come costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, bollo, assicurazione, soccorso stradale ecc.

Chi decide di noleggiare un'auto deve quindi pagare un'unica rata mensile, senza incorrere in rischi come immobilizzazione dei capitali e svalutazione del mezzo.

Confcommercio: "Con questa fase 2 danni gravissimi a imprese e lavoro" Secondo il presidente Sangalli, "il rinvio della riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi produce danni gravissimi". "Chiediamo un incontro urgente al premier Conte".

''La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro". Così il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta le disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio.

"In queste condizioni - sottolinea - diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese". "Chiediamo - conclude Sangalli - al Presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese''.

Parma, 27 Aprile 2020 - Sta iniziando in questi giorni, nei quartieri residenziali della città compresi fra la circonvallazione interna e l'anello delle tangenziali, la distribuzione dei sacchi per la raccolta differenziata che terminerà entro Luglio, mentre nella zona forese, in Centro Storico e in Oltretorrente la medesima è prevista per Novembre/Dicembre. Che ci azzecca con Fido? Semplice: ai possessori di cani iscritti alla anagrafe canina del Comune di Parma, assieme ai sacchi per la raccolta differenziata verrà consegnata una dotazione di sacchetti per le deiezioni canine.

"La raccolta delle deiezioni canine è un passo di civiltà come quello della raccolta differenziata, sono rifiuti che vanno correttamente smaltiti. Questa dotazione vuole essere un incentivo per tutti i possessori di cani a prestare attenzione al decoro e alla pulizia della nostra città" dichiarano l' Assessora al Benessere Animale Nicoletta Paci e l'Assessora all'Ambiente Tiziana Benassi

Nel caso che l'utente risulti assente, la dotazione verrà lasciata presso la residenza dell'utente insieme ai sacchetti per la raccolta differenziata.

 

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Pesanti critiche di Cna al programma di riaperture annunciato ieri sera.

Modena, 27 aprile 2020. “Attendevamo la presentazione del nuovo decreto con speranza, l’abbiamo archiviata con un misto di delusione, rabbia e sconcerto. Perché è del tutto evidente come l’unico punto di riferimento di questi provvedimenti, per ciò che riguarda gli aspetti legati all’economia, sia l’industria. Come era lecito attendersi, visto che tra le centinaia di componenti delle più diverse task force all’opera non c’è uno che sia uno, di rappresentanti del mondo dell’artigianato e della piccola impresa”. È una bocciatura senza mezzi termini quella che Alberto Papotti, segretario di provinciale di CNA Modena, dà del decreto presentato ieri sera dal Presidente del Consiglio.

Particolarmente grave è la data fissata per l’apertura delle attività artigiane del benessere, della ristorazione e degli esercizi pubblici, il 1° giugno. “Stiamo parlando di imprenditori che, sulla base di anticipazioni giornalistiche mai smentite, hanno già iniziato a fare investimenti per assicurare il distanziamento fisico e la ripresa in sicurezza. Ebbene, queste categorie sono state rispedite in panchina per cinque settimane, non si sa bene sulla base di quali considerazioni medico-scientifiche, visto che allo stesso tempo si dà il via ai trasporti pubblici, ben più pericolosi dal punto di vista sanitario”.

Ovviamente non si vuole mettere a confronto l’utilità pubblica di questi ultimi rispetto all’acconciatura, però diventa difficile spiegare ad un imprenditore del settore, chiuso dall’11 marzo, la ragione per cui dovrebbe continuare a tenere le serrande abbassate. Magari dopo essere andato a fare la spesa in un supermercato ed aver visto la promiscuità commerciale a cui quest’ultima dà luogo. Imprenditore che è abituato da anni a rispettare norme igieniche piuttosto ferree.
In questo modo, continua CNA, il settore va verso la chiusura di almeno un’impresa su tre, dando peraltro buona linfa all’abusivismo. Che del rispetto delle norme sanitarie se ne frega.

“Per non dire – continua Papotti – della chiusura dell’edilizia privata e della ripresa dei cantieri pubblici, una differenza ingiustificata, visto che il protocollo anti-covid è lo stesso”.
“Lavoreremo subito – conclude il Segretario di CNA Modena – per far sì che questo decreto possa essere migliorato, decreto che peraltro scade il 17 maggio e che per questo ha ancora spazi di correzione. Noi continuiamo a ritenere che la data più opportuna per la ripresa di queste attività sia l’11 maggio. Di certo non lasceremo nulla di intentato per cercare di dare agli artigiani quella dignità che sino ad oggi non hanno avuto, senza escludere manifestazioni di protesta”.

Se questa è la Fase 2 della ripartenza allora dobbiamo preoccuparci per il nostro futuro e quello dei nostri eredi ai quali lasceremo solo debiti.

Di Lamberto Colla Parma 27 aprile 2020 – Al netto e dato per scontato che la priorità deve essere rivolta alla salute pubblica, questo non può e non deve obbligare a una ulteriore e forzata reclusione. Prudenza va bene ma gli eccessi sono insostenibili.

Maggiore fiducia al senso di responsabilità si poteva concedere e soprattutto, dalla elaborazione cerebrale di oltre i 300 specialisti suddivisi nelle 15 task force, ci si aspettava molto ma molto di più. Ad esempio delle delucidazioni tecniche sulle modalità di approccio al nuovo stato di libertà, mentre di apertura non si fa cenno, salvo qualche settore, le imprese che guardano all'estero e l'edilizia pubblica.

Libertà che è stata concessa invece a 40 capi mafiosi e 300 loro sottoposti ma non agli italiani che hanno dimostrato grande diligenza nel sopportare una situazione di fermi domiciliari mettendo peraltro a rischio le loro attività e i loro impieghi.

Dal 4 maggio non sarà ancora possibile muoversi senza la autocertificazione che giustifichi una inderogabile necessità. Rimarrà quindi l'impossibilità di muoversi in comuni diversi da quello di residenza mentre sarà concesso il ricongiungimento familiare per quelle coppie che a causa della prima fase furono "congelate" in domicili diversi.

Si potrà andare a trovare l'anziana madre ma in pochi soggetti per volta e comunque nel rispetto delle disposizioni di distanziamento sociale.

Sarà possibile celebrare i funerali ma solo con familiari e non con più di 15 persone, ma non potranno essere celebrate le messe in chiesa, con il disappunto dei "Vescovi" della CEI che hanno immediatamente replicato e ottenuto un ripensamento.

Non sarà invece possibile trovarsi con gli amici, men che meno residenti in comuni diversi. Guai a avere amicizie d'altre regioni, probabilmente non si vedranno mai più.

Di turismo non si è fatto cenno e si sono spostate le aperture di molti esercizi pubblici al 1° giugno.

Insomma, Conte ha parlato per oltre mezz'ora per non dare nessuna nuova informazione o utile speranza.

Un discorso che, per i verbi utilizzati, poteva essere datato a 40 giorni fa, non certo al 65esimo giorno dell'anno 1 dell'era COVID-19 e 46° pandemico.

Ovviamente, come ormai è consuetudine, la parte autocelebrativa è ridondante in ogni passaggio, e ripetutamente si fa riferimento a come l'Italia sia un modello per gli altri Paesi e infine spiega come sia una grande opportunità il Recovery Fund, ottenuto dalle insistenze del Governo,  mentre essere stata una passiva accettazione dello stesso alla proposta francese che, come al solito, finge di stemperare le rigidità tedesche formulando una ipotesi, molto probabilmente, già concordata con i teutonici. 

Siamo alle solite, si stanno tirando troppo le corde, troppe promesse non mantenute, eccesso di autocelebrazioni e un tentativo esagerato di mantenere un clima di paura che, come spiegano gli psicanalisti, potrebbe però trasformarsi in rabbia e allora sarebbero guai seri per tutti.

Interessante risulta una considerazione sul lessico governativo illustrata dall'avvocato Maurizio Villani che, dalle pagine di "Sportello dei Diritti" del 26 aprile, evidenzia come siano stati mal utilizzati certi verbi, definendoli "inappropriati e inefficaci".

In attesa della libertà, Vi propongo la lettura dell'articolo del consulente della organizzazione di consumatori.

 
avv._villani_maurizio_2_c7043af9260d556d371e03d991137da9.jpg "Emergenza Covid-19: il Governo utilizza verbi inappropriati ed inefficaci"

In questo particolare – scrive l'avvocato Villani, e delicato momento storico, soprattutto a seguito di un Documento di Economia e Finanza appena approvato molto oneroso, tanto è vero che per il debito pubblico si prevedono 43.000 euro a testa compresi i neonati, secondo me, nei vari provvedimenti legislativi sino ad ora approvati, il Governo utilizza verbi inappropriati ed inefficaci, quali “prestare”, “sospendere” e “correggere”, invece di utilizzare i più efficaci verbi “finanziare”, “rinviare” e “riformare”.

Infatti, oggi, il Governo ha previsto semplici prestiti da restituire con gli interessi e le commissioni bancarie, peraltro con tempi lunghi aggravati dalla burocrazia bancaria.

Oltretutto, anche se il rimborso dei prestiti fino a 25.000 euro, garantiti al 100% dallo Stato, non deve iniziare prima di due anni dalla loro erogazione, il problema finanziario non cambia di molto.

Inoltre, per i professionisti, il Decreto Liquidità n.23/2020 è ulteriormente complesso ed incerto, tanto è vero che alcune banche continuano a rifiutare il prestito affermando che possono ottenerlo soltanto i professionisti esercenti attività d’impresa per cui, ad esempio, non spetterebbe all’avvocato o al commercialista mentre potrebbe ottenerlo l’assicuratore (articolo di Luigi Chiarello, in Italia Oggi di sabato 25 c.m.) .

Sino ad oggi, secondo quanto riferito dal Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, sono state accolte 3, 5 milioni di domande su 4,4 milioni di richieste, per cui quasi un milione di contribuenti è rimasto escluso per insufficienza dei fondi statali.

Il prestito, con gli interessi e commissioni, deve essere restituito entro 6 anni e questo non fa che aggravare la difficile situazione finanziaria di imprese e professionisti, molti dei quali erano già in difficoltà economica prima del coronavirus.

Secondo me, invece, sarebbe opportuno prevedere un finanziamento in tutto o in parte a fondo perduto, parametrato al volume d’affari del 2019 (al limite, nella misura del 5% o 10% come in Germania) in modo da consentire ai contribuenti di poter riprendere le proprie attività bloccate da oltre due mesi e con la prospettiva che i propri clienti difficilmente rispetteranno i vari pagamenti a seguito delle difficoltà finanziarie.

Anche la breve sospensione dei versamenti delle tasse e contributi al 30 giugno 2020 non risolve i problemi, ma anzi li aggrava, perché a giugno ci sarà un grave ingorgo fiscale dovendo pagare in unica soluzione, oppure con brevi cinque rate, tutte le tasse di marzo, aprile, maggio e giugno.

Invece, è necessario un rinvio generalizzato almeno fino a settembre 2020, compresi gli avvisi bonari, fino ad oggi totalmente ignorati, prevedendo inoltre per gli stessi avvisi bonari una rimessione in termini per mancati versamenti precedenti.

Inoltre, anche gli indici di affidabilità economica devono essere totalmente rinviati al prossimo anno, prevedendo anche un ampliamento del meccanismo premiale.

Bisogna, altresì, prorogare al 30 settembre 2020 tutti i termini processuali ed amministrativi in atto, in modo da consentire ai contribuenti di poter meglio organizzare la propria tutela difensiva.

Da ultimo, secondo me, si deve approfittare di questo terremoto economico – finanziario per riformare strutturalmente il fisco, compresa la giustizia tributaria, e non semplicemente apportare piccole ed insignificanti correzioni.

Nel 1971 la Legge delega per la riforma tributaria seppe coniugare l’istituzione di una imposta personale progressiva sul reddito complessivo con l’adeguamento della disciplina del reddito d’impresa alle esigenze di efficienza, rafforzamento e razionalizzazione dell’apparato produttivo in affanno al termine del boom degli anni ‘60 (artt. 1, comma 1, n. 1 e n. 2, e 16 della Legge n. 825 del 1971).

Bisogna riprendere e rispettare lo spirito innovatore di cui sopra, con leggi scritte in modo chiaro e preciso (non come oggi !!), prevedendo una generale “conciliazione fiscale” per chiudere tutte le controversie in atto.

Avv. Maurizio Villani

Plastic Free significa letteralmente “libero dalla plastica”. La plastica ha rivoluzionato le nostre vite, tanto che il suo inventore, l’italiano Giulio Natta, ha ricevuto il premio Nobel per la chimica nel 1963 per il “moplen”, la plastica ancora oggi utilizzata per vasche e vaschette anche per uso alimentare.

Di Coopservice 22 Aprile 2020 - Il successo della plastica è dovuto alla sua leggerezza, malleabilità, facilità di lavorazione, indistruttibilità e, soprattutto, economicità rispetto ad altri materiali come cartone, vetro o alluminio. Inoltre è praticamente indistruttibile e pertanto può durare all’infinito ed essere riutilizzata più e più volte.

Per certi prodotti, la plastica rappresenta tutt’oggi la soluzione più adatta e conveniente. Preserva igienicamente gli alimenti, resiste all’usura, protegge il contenuto adattandosi a qualsiasi forma. Qual è quindi il vero problema?

È l’utilizzo intensivo di questo materiale per il suo basso costo, a discapito di materiali alternativi in molti casi decisamente superiori per qualità, ma purtroppo anche per prezzo. Ma soprattutto, la sua caratteristica principale di essere indistruttibile è stata associata ai prodotti usa e getta che per loro stessa definizione esauriscono la loro funzione con un solo utilizzo e diventano subito rifiuti.

Il vero problema non è quindi la plastica in sé ma il rifiuto di plastica che, se non viene avviato correttamente al riciclo, diventa un inquinante estremamente pericoloso.

Uno studio della Commissione Europea ha rivelato che più dell’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica, in particolare da oggetti monouso: sacchetti, bottiglie, flaconi, stoviglie, bastoncini per le orecchie. Per alcuni di questi oggetti sono state emanate delle disposizioni che vietano l’uso della plastica nella loro fabbricazione, ma per altri (come ad esempio le bottiglie per acqua e bibite) i produttori continuano a preferire la plastica ad altri materiali più ecologici e solo per una questione di costi.

Per quanto la plastica non biodegradabile sia indistruttibile, la gravità dei suoi effetti inquinanti è la sua deteriorabilità. Infatti, l’oggetto di plastica si degrada e si rompe in pezzi sempre più piccoli, trasformandosi in microplastica ed entrando nella catena alimentare di animali, come i pesci e gli uccelli, che la scambiano per cibo. Nutrendosi di plastica, questi animali finiscono per morire di indigestione o soffocamento. Un impatto devastante sull’intero ecosistema e sull’uomo, che a sua volta può cibarsene.

Il devastante impatto ambientale della plastica spinge le nostre coscienze ad assumere comportamenti più rispettosi dell’ambiente e a ridurre i rifiuti in plastica, attraverso scelte di acquisto che premiano le aziende che confezionano i propri prodotti con materiali alternativi.

La plastica non va demonizzata ma va abolita ogni qualvolta esiste una valida alternativa ad essa. Possiamo modificare le nostre abitudini quotidiane e adottare piccoli accorgimenti:

- Utilizzare shopper e borse di tessuti naturali.
- Preferire le bevande in bottiglie di vetro o in lattina di alluminio alle bottiglie di plastica.
- Fare uso di borracce di acciaio o alluminio da riempire.
- Acquistare i prodotti alla spina, riutilizzando i contenitori presso gli appositi distributori.
- Scegliere spazzolini biodegradabili in bamboo o altri materiali ecologici.
- Non acquistare prodotti cosmetici o dentifrici contenenti microplastiche (microgranuli).
- Evitare tessuti sintetici che rilasciano fibre (microplastiche) e preferire tessuti naturali.
- Per le macchine per il caffè, preferire le capsule compostabili.
- In generale, prediligere prodotti in materiale vegetale o comunque biodegradabili.

I progetti delle principali associazioni ambientaliste

WWF in agosto 2019 ha pubblicato il report “Fermiamo l’inquinamento da plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio male”. Sono stati esaminati i sistemi di gestione della plastica di tutti i Paese per far emergere i principali fallimenti e le responsabilità nel sistema di gestione da parte dei produttori, delle autorità pubbliche e dei consumatori. Il report definisce poi un piano di azioni politiche e iniziative che l’area mediterranea e i singoli Paesi devono sviluppare per raggiungere un’economia sostenibile e circolare che riduca a zero la produzione di rifiuti dal sistema di gestione della plastica. Sulla pagina del sito #stopplasticpollution è possibile anche firmare la petizione per chiedere un accordo globale che ponga fine alla dispersione di plastica in natura entro il 2030.

Legambiente a fine 2019 ha avviato il progetto “Zero plastica in mare” per liberare il mare e i fiumi italiani dalla plastica. L’obiettivo che si stima di raggiungere entro il 2021 è la raccolta di almeno 15 tonnellate di plastica, l’equivalente di oltre 340mila bottiglie e contenitori.

Greenpeace che da sempre si batte per proteggere l’ambiente, promuovere la pace e incoraggiare le persone a cambiare abitudini, ha attivato Plastic Radar, un servizio per segnalare via whatsapp la presenza di rifiuti di plastica che inquinano spiagge, mari e fondali, ma anche fiumi e laghi. Anche Greenpeace ha lanciato una petizione “Basta plastica usa-e-getta” per chiedere alle grandi multinazionali di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.

Il progetto “Plastic Free” di Coopservice

Le aziende possono contribuire alla diminuzione dei rifiuti in plastica, mettendo a disposizione dei propri dipendenti soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Coopservice ha accolto la campagna del Ministero dell’Ambiente #IoSonoAMBIENTE e ha lavorato in questi mesi per adottare una serie di misure per eliminare la plastica ove possibile.

Purtroppo l’emergenza Covid-19 ha causato un’interruzione forzata delle attività legate al progetto, ma appena si tornerà alla normalità procederemo a completare il processo che vede coinvolte 15 siti sul territorio nazionale, tra cui la sede centrale di Reggio Emilia e altre 14 filiali (quelle con il maggior numero di dipendenti in loco).

L’azione più importante e significativa è l’eliminazione delle bottiglie di plastica dai distributori automatici e la sostituzione di tutti i contenitori di plastica, come bicchierini per le bevande calde, con prodotti in materiale biodegradabile. Per l’approvvigionamento dell’acqua, verranno installati dei distributori di acqua filtrata, collegati alla rete idrica, mentre ai dipendenti, che non potranno più rifornirsi di acqua in bottiglia di plastica, verrà regalata una borraccia di acciaio inox personalizzata. L’acciaio, pur essendo più costoso rispetto ad altri materiali, garantisce una maggiore sicurezza di pulizia e igiene considerato che può essere lavato in lavastoviglie, oltre a mantenere, grazie alla doppia camera, la temperatura più adatta alla bevanda (caldo per una tè o una tisana, freddo per acqua o bibite). Le sale riunioni, dove spesso vengono accolti ospiti esterni, verranno rifornite con bottiglie di acqua in vetro sigillate e bicchieri ecologici.

Nella scelta dei prodotti (snack, merendine, bevande) da introdurre nei distributori automatici verranno privilegiati i fornitori che limitano l’uso di plastica nella confezione e che scelgono soluzioni per il packaging ecologiche e a basso impatto, come ad esempio l’alluminio, il tetrapak oppure i nuovi materiali biodegradabili.

Il progetto Plastic Free si inserisce in un percorso che come Coopservice abbiamo avviato diversi mesi fa per ridurre la nostra impronta ambientale e che ci vede impegnati nella ricerca di soluzioni in linea con le 3 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.

È parte di questo percorso anche la strategia di raccolta differenziata dei rifiuti che abbiamo intensificato a partire dal II semestre del 2019 con l’introduzione in tutti gli uffici delle principali sedi, oltre al cestino per l’indifferenziata, di appositi contenitori per la raccolta di carta e plastica, mentre in tutte le sale comuni sono stati predisposti anche i contenitori per il vetro/alluminio e per l’organico.

La differenziazione dei rifiuti condotta a livello dei singoli uffici, solo nella sede centrale ha consentito di conferire ad ENIA il 58% in meno di rifiuti indifferenziati. Un risultato davvero sorprendente di cui spetta il merito al senso di responsabilità di tutti i colleghi. La riduzione dell’indifferenziato ha comportato il conferimento di circa 2.700 kg di organico e 200 kg di vetro/alluminio, oltre ad un aumento del 54% della raccolta della plastica. Queste differenti tipologie di materiali possono ora essere smaltiti correttamente ed entrare nella catena del riciclo, con conseguenze positive sull’ambiente.

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Coronavirus. Da domani, lunedì 27, possono ripartire imprese e distretti la cui attività guardi prevalentemente all'export e i cantieri per opere pubbliche. Dal 4 maggio, poi, toccherà a tutte le manifatture, le costruzioni e l'edilizia. Il presidente Bonaccini: "Accolta la nostra proposta, condivisa con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro. Fare squadra continua a pagare"

Dovranno essere in grado di rispettare a pieno i protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro e darne comunicazione al Prefetto. Il presidente della Regione: "Nessun via libera generalizzato, l'azione di contrasto al contagio prosegue ma intanto creiamo le condizioni per poter ripartire garantendo la sicurezza di lavoratrici e lavoratori". Fa eccezione la provincia di Piacenza, dove restano in vigore le misure ulteriormente restrittive. Dal 4 maggio via anche al commercio all'ingrosso legato ai due comparti che ripartono

Bologna 26 aprile 2020 – Da domani, lunedì 27 aprile, in Emilia-Romagna (fatta eccezione per Piacenza), così come in tutto il Paese, potranno ripartire le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export e le aziende del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria. Lo potranno fare solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro firmati dal Governo e da tutte le parti sociali sui due settori tre giorni fa, il 24 aprile, inviando una comunicazione ai Prefetti.

Ciò, però, non potrà accadere nella provincia di Piacenza, dove sono tuttora in vigore le misure regionali ulteriormente restrittive, anche per le attività economiche.

La possibilità di partire da domani è prevista in una comunicazione inviata oggi dai ministri Roberto Speranza (Sanità), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Paola De Micheli (Trasporti) alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nella quale forniscono l’interpretazione autentica su quali siano le attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale da autorizzare fin da subito se in grado di ripartire rispettando a pieno le misure anti-coronavirus previste nei protocolli di sicurezza.

A darne notizia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella riunione della Cabina di regia nazionale nel pomeriggio, nella quale il premier ha descritto le modalità di ripartenza dell’intero comparto produttivo manifatturiero e di quello delle costruzioni dal 4 maggio, compreso il commercio all’ingrosso funzionale ai due settori. Nuove norme, sempre dal 4 maggio, anche per la mobilità delle persone: ad esempio, potrà ripartire l’attività sportiva individuale.

“Mentre si profilano le linee guida nazionali e il quadro complessivo che permetteranno una prima, importante fase di ripartenza dal prossimo 4 maggio- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- viene accolta la nostra proposta, che qui avevamo condiviso con tutte le parti sociali nel Patto per il lavoro regionale, e che come Emilia-Romagna avevamo poi avanzato al Governo, anche a nome delle altre Regioni. Cioè la possibilità di far ripartire anche prima due settori – le filiere a maggior valenza internazionale e le costruzioni, riferite alle opere pubbliche – e di farlo attraverso comunicazioni alle Prefetture. Sia chiaro- prosegue Bonaccini- non siamo in presenza di alcun via libera generalizzato e incondizionato. L’azione di contrasto al contagio prosegue e deve proseguire, ma nel frattempo creiamo le condizioni sicure per ripartire gradualmente, con l’intero sistema socioeconomico regionale che si fa garante del rispetto delle condizioni di sicurezza a tutela di lavoratrici e lavoratori. Certo- conclude il presidente della Regione- siamo di fronte a un passo avanti importante, al quale siamo arrivati facendo gioco di squadra”.

 

Di Mario Vacca Parma 26 aprile 2020 - Le norme emanate con cadenza settimanale per contrastare l’emergenza sanitaria derivante da Covid-19 ed in particolar modo per sostenere l’economia hanno creato non poca confusione finendo pure per sovrapporsi; è accaduto quando il decreto liquidità ed il maxiemendamento di conversione in legge del “Cura Italia” si sono sovrapposti su diversi argomenti generando incertezza tra gli imprenditori ed i professionisti.

Altre incertezze sono generate dal decreto liquidità per le imprese in crisi tanto che al riguardo intervengono Magistrati esperti nella disciplina della crisi tra Roma e Milano come Luciano Panzani e Roberto Fontana.

Secondo il primo è necessario introdurre misure protettive dell’impresa dalle azioni esecutive che i creditori potrebbero promuovere ed ovviamente dalle istanze di fallimento mentre per Fontana bisognerebbe evitare che i finanziamenti pubblici vadano ad imprese decotte e non meritevoli di credito, pensando ad autodichiarazioni che certifichino la solidità aziendale.
Per quanto concerne le istanze di fallimento è intervenuto il decreto liquidità ma mancherebbe ancora una misura sulla sospensione delle esecuzioni. Una misura doverosa in considerazione del fatto che con l’attuale situazione d’incertezza economica con la conseguente imprevedibilità del mercato qualsiasi piano di ristrutturazione sarebbe troppo aleatorio.

Sino al primo luglio sarà in vigore la moratoria completa sui fallimenti ma da questa data , scaduta la moratoria, ci sarà bisogno di regole meno condizionate dall’emergenza e soprattutto più chiare.
Rimodulazione dei sistemi di allerta, accesso alla liquidità, interventi sulla responsabilità degli amministratori e sui bilanci, mai come adesso serve incentivare il ricorso ai manager che affianchino l’imprenditore che dovrà pensare a far ripartire l’azienda. Scrivo da molto al riguardo ed oggi anche Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, si rivolge al governo per richiedere un’agevolazione specifica per le aziende; Cuzzilla evidenza che occorrono competenze organizzative e tecniche specifiche non solo per riaprire i luoghi di lavoro ma anche per riprogettare il futuro dell’impresa “ le PMI, cioè il cuore della manifattura Italiana, sono di fronte ad una sfida eccezionale ed hanno bisogno di tutto il supporto manageriale possibile”.

Nell’eventualità che il governo accettasse con un provvedimento ad hoc, si aprono nuovi scenari per i manager italiani che anche in epoca Covid non si sono mai fermati. Finanziare l’affiancamento all’imprenditore di un manager preparato potrebbe essere un vero aiuto alle imprese consentendole di prepararsi adeguatamente alla sfida della fase 2.

 

 

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
WEB Linkedin: https://www.linkedin.com/in/vaccamario/?originalSubdomain=it

Editoriale:  - L'Unità, fallita! -Lattiero caseario. Precipita il burro.  - Cereali e dintorni. Tra incertezza e volatilità. - Assistenza diretta alla gestione aziendale durante e dopo l’emergenza sanitaria - FederUnacoma: l’agricoltura rischia la crisi per le mancate risposte del Governo - Davide contro Golia: il Consorzio Parmigiano Reggiano costringe il colosso americano Campbell’s a cambiare le sue etichette. -  

SOMMARIO Anno 19 - n° 17 26 aprile 2020
1.1 editoriale
L'Unità, fallita! 
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Precipita il burro.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tra incertezza e volatilità.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 imprese e crisi  Assistenza diretta alla gestione aziendale durante e dopo l’emergenza sanitaria
9.1 parmigiano reggiano  Davide contro Golia: il Consorzio Parmigiano Reggiano costringe il colosso americano Campbell’s a cambiare le sue etichette. 
8.1 clima e rischio idrogeologico  Coldiretti, rischio idrogeologico su terreni aridi. In regione piogge regolari, a tratti intense, ma non dureranno.
9.1 macchine agricole FederUnacoma: l’agricoltura rischia la crisi per le mancate risposte del Governo
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Da Meccagri.it 23 aprile 2020 - «Un mese di lavoro in agricoltura è un tempo enorme e il Governo non riesce a capirlo». Così il presidente di FederUnacoma torna sul problema relativo al blocco delle forniture di macchine agricole, che da settimane è all’attenzione dell’Esecutivo e che non ha ancora trovato risposta.

«Alla fine di marzo, insieme con le organizzazioni professionali agricole, abbiamo investito il Governo di una questione molto concreta e molto urgente – spiega Alessandro Malavolti – perché le lavorazioni primaverili erano iniziate e gli agricoltori non potevano acquistare i mezzi meccanici necessari a causa del blocco della produzione; ma a distanza di un mese ancora nulla è cambiato».

IL CALENDARIO DEL GOVERNO INCOMPATIBILE CON IL LAVORO NEI CAMPI
La preparazione del terreno, la semina, i trattamenti antiparassitari e le prime irrigazioni – ripetono gli agronomi e i tecnici della meccanica agricola – hanno un preciso calendario, imposto dal clima e dal ciclo vegetativo delle piante. Anche due o tre settimane di ritardo nella semina, per la mancanza delle macchine e delle attrezzature necessarie, compromettono la quantità e la qualità del raccolto, e un ritardo di dieci giorni nei trattamenti può comportare l’attacco dei parassiti con danni irreparabili alla qualità dei prodotti e con il crollo del loro prezzo sul mercato.

«È paradossale – conclude Malavolti – che, oltre a disporre aiuti economici per l’industria e per il terziario, il Governo debba fronteggiare i danni all’agricoltura, unico settore che avrebbe potuto continuare la propria attività senza limitazioni e che rischia di uscire anch’esso gravemente segnato da questa emergenza»

Fonte: FederUnacoma
 

 

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Reggio Emilia, 24 aprile 2020 – Prosegue senza sosta la battaglia del Consorzio del Parmigiano Reggiano per la tutela del consumatore contro inganni e frodi.

Dopo una lunga querelle, il colosso americano delle zuppe Campbell’s – che produce un fatturato di 8 miliardi l’anno – ha comunicato di accettare le richieste del Consorzio di tutela di eliminare dalle etichette dei suoi prodotti qualsiasi riferimento al Re dei Formaggi.
Sulla linea di sughi “Prego” erano infatti visibili foto di porzioni di formaggio con i noti puntini che vengono impressi all’origine su ogni forma di Parmigiano Reggiano.

I sughi Campbell’s riportano in etichetta l’ingrediente parmesan che nulla ha a che vedere con l’originale prodotto Dop italiano.
Per questo motivo, il Consorzio - con il supporto dello studio legale Shepherd, Finkelman, Miller & Shah, LLP - si è opposto ed ha richiesto all’industria conserviera statunitense di rimuovere le immagini in quanto ingannevoli per gli acquirenti.

Ricordiamo che il Parmigiano Reggiano è una Dop e che, come tale, può essere prodotta solo in zona tipica: nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, parte di Bologna e di Mantova e che l’utilizzo del marchio di origine (i famosi puntini riportanti la denominazione: “Parmigiano Reggiano”) possono essere riferiti solo all’autentico prodotto italiano.

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Non è la prima battaglia che il Consorzio affronta contro multinazionali dalle risorse economiche pressoché illimitate.

Risale a qualche mese fa il ricorso depositato contro la Kraft Foods Group Brands LLC che sta tentando di ottenere la registrazione del ‘KRAFT PARMESAN CHEESE’ come marchio ufficiale in Nuova Zelanda, dove il Consorzio da oltre 20 anni ha registrato il marchio Parmigiano Reggiano. E ci sono altre cause contro Kraft in diversi paesi: Australia, Uruguay, Paraguay, Cile, Thailandia, Ecuador.

“Il Consorzio Parmigiano Reggiano è attento e pronto a combattere ogni frode - ha evidenziato il presidente Nicola Bertinelli - questo successo alimenta la nostra fiducia nella battaglia per la difesa del ‘parmesan’ che stiamo conducendo da decenni, prima in Europa e ora nel Mondo. Se una multinazionale come Campbell usa le immagini del Parmigiano Reggiano su un prodotto contenente parmesan, questa è la prova evidente che per i consumatori di Campbell il nome ‘parmesan’ non è generico, e viene legato alla DOP Parmigiano Reggiano”.

 

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I misteri dell'accelerazione degli elettroni radioemittenti sulla cresta di una colossale onda d'urto cosmica scoperta dalla rete di telescopi LOFAR.

C’è un giovane studente di dottorato dell'Università di Bologna (che collabora anche con l'Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF) alla testa di un gruppo internazionale di astronomi che ha scoperto, nell’ammasso di galassie Abell 2249, uno degli shock intergalattici più estesi ed elusivi mai osservati nel cielo fino ad oggi. Gli esperti guidati da Nicola Locatelli lo hanno chiamato “Cornetto Relic”, il che rievoca la sua forma a mezzaluna.

Locatelli sta prendendo parte al progetto MAGCOW finanziato con i fondi europei Horizon 2020 per lo studio dei campi magnetici nelle regioni più vaste e rarefatte dell’Universo. I dati che hanno portato a questo risultato sono stati ottenuti durante una survey realizzata con il potente telescopio europeo Low Frequency Array (LOFAR), la più estesa rete per osservazioni radioastronomiche in bassa frequenza al mondo attualmente operativa. Lo studio è stato accettato sulla rivista MNRAS Letters.

Abell 2249 è un agglomerato di centinaia di galassie immerse in una “bolla” di decine di milioni di anni luce di gas rarefatto e caldissimo, costituito da protoni ed elettroni non legati tra di loro (cioè dal cosiddetto plasma). Come in altri grossi ammassi dell'Universo, il gas può essere talvolta solcato da gigantesche onde, sollevate ogni qual volta ammassi più piccoli si imbattono nel maggiore venendone attratti dalla forza di gravità.

Quando le onde generate dallo scontro viaggiano più veloci della velocità del suono del plasma (cioè a diverse migliaia di chilometri al secondo) formano degli shock, ovvero delle onde d'urto. Ciò che le rende particolari è il fatto che molti elettroni liberi del gas vengono accelerati fin quasi alla velocità della luce e che, grazie alla presenza di campi magnetici, emettono onde radio che possono essere catturate dai radiotelescopi sulla Terra.

In queste circostanze, uno shock intergalattico diventa un “relitto radio”, uno dei fenomeni complessivamente più potenti dell'Universo. In Abell 2249 non era però ancora nota l'esistenza di alcun relitto radio, nonostante questo ammasso fosse un candidato ideale per ospitarne uno. E proprio grazie a LOFAR è stato possibile scoprirlo e studiarlo.

L'accelerazione di elettroni da parte di onde d'urto astrofisiche è nota da decenni, a partire dallo studio dei resti di supernova, ed è spiegata da un meccanismo proposto per la prima volta da Enrico Fermi nel 1949”, ricorda Franco Vazza, Principal Investigator del progetto MAGCOW finanziato da Horizon 2020, nonché ricercatore presso l’Università di Bologna e associato INAF, “tuttavia, nel caso degli shock negli ammassi di galassie, un grosso problema energetico dà sempre filo da torcere agli astronomi: la potenza osservata in praticamente tutti i relitti radio è così elevata da richiedere che qualche ulteriore meccanismo, tuttora ignoto, abbia operato prima del passaggio dello shock, per pre-riscaldare gli elettroni, come nei warm-up sportivi”.

L’evocativo nome “Cornetto” è stato scelto perché è uno delle forme mancanti nel censimento di questi grandiosi oggetti astrofisici: il Cornetto Relic promette di essere il prototipo di una classe di giganteschi relitti radio fin qui passati inosservati da parte di tutti i telescopi radio, per motivi di sensibilità, che invece il LOFAR potrebbe aver iniziato a scoprire con regolarità.

Il primo autore dello studio, Locatelli, spiega: “La novità introdotta da questo lavoro è che il Cornetto Relic emette tutta la sua enorme potenza a partire da un’area abbastanza estesa nel cielo (circa mezza Luna), da apparire debole alle nostre antenne, ed essere in compenso facilmente spiegabile dal classico meccanismo à-la Fermi, senza richiedere nessun ingrediente aggiuntivo. La 'forza' del Cornetto starebbe quindi ironicamente nella sua ‘debolezza’”.

Proprio legandosi a questo concetto, Gianfranco Brunetti dell'INAF di Bologna, coordinatore del consorzio italiano LOFAR, precisa: “Il punto è capire quanto comuni siano questi relitti di bassa brillanza, in tal senso LOFAR apre una finestra di osservazione nuova che ci permette di testare i meccanismi di accelerazione di particelle negli ammassi. Il nostro studio ha permesso di porre vincoli molto più stringenti che in passato sui parametri fisici del relitto e sull'efficienza di accelerazione delle particelle".

LOFAR è un potente strumento di ultima generazione costituito dall’insieme di 25 mila antenne raggruppate in 51 stazioni radio sparse per mezza Europa, frutto di una grande collaborazione. Ricordiamo che l’INAF guida un consorzio nazionale e dal 2018 al 2022 ha pianificato di investire in LOFAR circa 2,5 milioni di euro partecipando con il suo personale anche allo sviluppo della nuova generazione di dispositivi elettronici allo stato dell’arte che equipaggeranno il radiotelescopio e al software che regola il funzionamento del telescopio. LOFAR è concepito per catturare le onde radio alle frequenze più basse captabili da Terra, 10-240 MHz (mega-Hertz). L'emissione radio prodotta dai relitti, non a caso, è tipicamente molto più intensa alle basse frequenze (poche centinaia di MHz), ovvero quelle per le quali LOFAR è stato progettato.

Lo studio di oggetti come il Cornetto richiede un notevole tempo di utilizzo dei telescopi e di calcolo, ed è necessario l'impiego di grandi team per l'analisi dei dati. Le antenne di LOFAR producono un’immensa quantità di dati e in questo caso l’elaborazione e l’analisi è stata eseguita utilizzando i nodi di calcolo italiani.

Con questo studio, gli autori sono convinti di aver dimostrato che l'accelerazione da shock “classica” possa operare efficacemente anche sull’enorme scala dei milioni di anni luce tra le galassie, e che sia questa in effetti la prima volta che possiamo osservare direttamente questo fenomeno, mentre accade.

L’articolo “Discovering the most elusive radio relic in the sky: Diffuse Shock Acceleration caught in the act?” di Nicola T. Locatelli (Università di Bologna, INAF – Istituto di Radioastronomia) et al. è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society Letters. Allo studio hanno contribuito anche K. Rajpurohit, D. Dallacasa, A. Bonafede, C. Stuardi ed E. Bonassieux (per l’Università di Bologna, tutti finanziati dal progetto Horizon 2020 DRANOEL), F. Gastaldello e M. Rossetti dello IASF di Milano.

Prosegue senza sosta la battaglia del Consorzio del Parmigiano Reggiano per la tutela del consumatore contro inganni e frodi.

Dopo una lunga querelle, il colosso americano delle zuppe Campbell’s – che produce un fatturato di 8 miliardi l’anno – ha comunicato di accettare le richieste del Consorzio di tutela di eliminare dalle etichette dei suoi prodotti qualsiasi riferimento al Re dei Formaggi.

Sulla linea di sughi “Prego” erano infatti visibili foto di porzioni di formaggio con i noti puntini che vengono impressi all’origine su ogni forma di Parmigiano Reggiano.

I sughi Campbell’s riportano in etichetta l’ingrediente parmesan che nulla ha a che vedere con l’originale prodotto Dop italiano.

Per questo motivo, il Consorzio - con il supporto dello studio legale Shepherd, Finkelman, Miller & Shah, LLP - si è opposto ed ha richiesto all’industria conserviera statunitense di rimuovere le immagini in quanto ingannevoli per gli acquirenti.

Ricordiamo che il Parmigiano Reggiano è una Dop e che, come tale, può essere prodotta solo in zona tipica: nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, parte di Bologna e di Mantova e che l’utilizzo del marchio di origine (i famosi puntini riportanti la denominazione: “Parmigiano Reggiano”) possono essere riferiti solo all’autentico prodotto italiano.

Non è la prima battaglia che il Consorzio affronta contro multinazionali dalle risorse economiche pressoché illimitate.

Risale a qualche mese fa il ricorso depositato contro la Kraft Foods Group Brands LLC che sta tentando di ottenere la registrazione del ‘KRAFT PARMESAN CHEESE’ come marchio ufficiale in Nuova Zelanda, dove il Consorzio da oltre 20 anni ha registrato il marchio Parmigiano Reggiano. E ci sono altre cause contro Kraft in diversi paesi: Australia, Uruguay, Paraguay, Cile, Thailandia, Ecuador.

Il Consorzio Parmigiano Reggiano è attento e pronto a combattere ogni frode - ha evidenziato il presidente Nicola Bertinelli - questo successo alimenta la nostra fiducia nella battaglia per la difesa del ‘parmesan’ che stiamo conducendo da decenni, prima in Europa e ora nel Mondo. Se una multinazionale come Campbell usa le immagini del Parmigiano Reggiano su un prodotto contenente parmesan, questa è la prova evidente che per i consumatori di Campbell il nome ‘parmesan’ non è generico, e viene legato alla DOP Parmigiano Reggiano”.

Il Consorzio ha sempre proseguito la sua attività ordinaria anche in fase emergenziale, ma l’avvio della Fase 2 post Covid 19 consentirà un piano immediato per interventi di difesa idraulica e miglioramento della rete per l’irrigazione per oltre 2,7 milioni di euro nelle province di Reggio Emilia e Modena

Reggio Emilia, 24 Aprile 2020 – 31 progetti da realizzare al più presto in tutto il comprensorio gestito per un ammontare complessivo di oltre 2,7 milioni di euro. E’ stata questa l’energica e più immediata cura che in una sola seduta del Comitato ha spronato la governance del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale a rilanciare – da subito – l’operatività d’intervento al di là delle funzioni essenziali mantenute anche nel corso del periodo emergenziale causato dalla pandemia da Coronavirus.

Nel completo rispetto delle indicazioni governative in termini di sicurezza sul lavoro i cantieri contribuiranno notevolmente all’incremento della difesa idraulica, alla regimazione dei flussi in aree montane, al miglioramento e ottimizzazione dell’estesa rete di canalizzazione consortile e delle arginature, alla sistemazione di strade, consolidamento dei versanti, prevenzione dai fenomeni franosi e smottamenti, all’ammodernamento e all’efficienza degli impianti.
Nel complesso insomma rappresenteranno uno stimolo del tutto positivo all’economia locale visto il contestuale coinvolgimento di numerose imprese del territorio oggi notevolmente penalizzate dall’obbligato periodo di stop.

Le opere pianificate presentate al termine dell’incontro, tenuto in video-conferenza dal presidente del Consorzio di Bonifica Matteo Catellani, riguarderanno i numerosi comuni dell’intero comprensorio servito dalla Bonifica in tre province.

Quelli Reggiani: Albinea, Baiso, Boretto, Canossa, Castelnovo ne’ Monti, Castelnuovo di Sotto, Casalgrande, Castellarano, Quattro Castella, San Polo d’Enza, Ventasso, Vetto, Vezzano sul Crostolo, Viano.
Quelli Modenesi: Carpi, Frassinoro, Lama Mocogno, Montefiorino, Palagano, Pavullo nel Frignano, Prignano, Polinago, Sassuolo, Serramazzoni.
E infine quello Parmense di Tizzano Val Parma.

“Abbiamo ritenuto doveroso approntare con celerità questo piano di interventi assolutamente utili al nostro territorio e alle sue comunità provate dagli effetti della pandemia – ha sottolineato con soddisfazione il presidente Matteo Catellani – . Appena possibile, in massima sicurezza operativa, daremo esecuzione ad una lunga catena di lavori necessari che mitigheranno le criticità derivanti dal dissesto idrogeologico, consentiranno maggiore efficienza della rete, miglioreranno strade e impianti di bonifica. La speranza e l’auspicio è che queste opere possano anche rappresentare un rilevante incentivo per le economie locali oggi particolarmente sofferenti”.

“Le modalità operative in smart-working hanno consentito il prosieguo dell’attività consortile anche in un momento particolarmente difficile come questo – ha chiosato il direttore Domenico Turazza – dove abbiamo garantito, grazie all’impegno dei nostri tecnici e di tutto il personale dell’ente, la piena e completa organizzazione anche nelle fasi di progettazione e pianificazione dei lavori”.

(In allegato i due file dei progetti)

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Finora potevamo solo supporlo, ma adesso vi è la conferma: il cambiamento climatico fa male alla salute. A sancirlo è l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha radunato un team di climatologi nell'IPCC, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, che hanno analizzato lo scenario sulla base di dati ed evidenze.

L'aumento delle temperature gioca un ruolo fondamentale su molti aspetti della salute umana, impattando non solo sulla qualità della vita, ma anche sulla mortalità. I dati parlano chiaro: nella tremenda estate del 2003, una delle più calde della storia, si sono avuti circa 70mila decessi nei soli Paesi di Italia, Spagna e Francia. Nel 2010 non è andata meglio alla Russia, che ha contato circa 52mila morti.

Secondo l'OMS, entro la fine del secolo avremo ben 250 giorni di afa in Italia. Già oggi si segna un aumento della temperatura media terrestre di un grado centigrado rispetto al secolo scorso. Per far comprendere come un solo grado sia capace di influenzare fortemente la salute si è ricorso all'esempio della normale febbre e di quanto incida il fatto che la temperatura corporea salga anche di soli dieci decimi.

A livello di salute in senso stretto, tenderanno sempre più ad aumentare le malattie cardiovascolari e quelle respiratorie, con disturbi e patologie anche mentali e legate alla riproduzione. Ancora, cosa da non sottovalutare sebbene considerata un effetto secondario, la tropicalizzazione del clima tenderà a portare anche malattie e patogeni tropicali, come la febbre Degue e la Zika, diffusesi nel nostro Paese attraverso la temibile zanzara tigre.

Durante il Cop21 di Parigi, il meeting internazionale sulla crisi climatica, sono emersi tre possibili scenari da qui fino alla fine del secolo:
1. nessuna misura di contenimento adottata rispetto al presente, ed un aumento della temperatura terreste stimato fino a 6,4° entro la fine del secolo
2. una progressiva riduzione delle emissioni di CO2 e un aumento della temperatura di 2°
3. uno stop immediato alle emissioni di CO2,e un conseguente aumento della temperatura di solo 1°
Siamo di fronte a numeri e scenari decisamente preoccupanti, destinati a crescere in maniera esponenziale se non si cambia rotta e lo si fa in maniera compatta e decisa, globalmente.

Per fortuna, la sensibilità internazionale a livello politico, finanziario e professionale sta virando rotta verso un modello di crescita più sostenibile, così come affermano anche le ricerche di settore di ING Italia, la banca olandese che da sempre si fa promotrice di azioni mirate a contrastare il cambiamento climatico e ad adottare un modello di economia circolare.
Solo optando per un cambio radicale di mentalità si sarà certi di fare qualcosa per evitare un potenziale disastro ambientale, modificando le proprie abitudini e gli stili di vita, nell'ottica di un rinnovamento globale che coinvolge tutti.

Gli studenti delle classi 1C e 1D della Scuola Secondaria di Primo Grado “Biagio Pelacani” dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi-Montalcini” hanno sviluppato il progetto in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Parmense da casa, utilizzando Google Meet e Google Maps, realizzando anche un interessante spot video .

Parma Aprile 2020 – La distanza forzata ed il lockdown, dovuti all’emergenza Covid-19, non fermano il desiderio e la voglia degli studenti – coinvolti nelle attività formative del Consorzio della Bonifica Parmense – di conoscere ed approfondire il proprio territorio ed in particolare l’importanza delle funzioni consortili nella gestione della risorsa idrica per la difesa e lo sviluppo del comprensorio.

Mettendo a profitto una collaborazione con i tecnici del Consorzio che ha preso il via nell’autunno scorso, i ragazzi e le ragazze delle classi 1C e 1D della Scuola Secondaria di Primo Grado “Biagio Pelacani” dell’Istituto Comprensivo di Noceto “Rita Levi-Montalcini” hanno scelto di non fermarsi e, al contrario, di portare avanti e di concludere – sperimentando anche l’impiego di nuovi strumenti tecnologici – il progetto di ricerca sulla storica rete dei canali , con particolare riferimento nella fattispecie al Canale Sanvitale. La fitta rete di canalizzazione infatti rappresenta un’opera di fondamentale importanza per l’economia dei comuni di Medesano, Noceto, Fontevivo, Fontanellato e San Secondo lungo un’unica “strada d’acqua” che dalla pedemontana si adagia verso la Bassa alimentando i distretti del Parmigiano Reggiano e del pomodoro.

Il progetto, nato nell’ambito delle attività formative per gli istituti scolastici, è stato sviluppato dagli studenti, che hanno studiato e approfondito i temi ambientali affrontati, dalle proprie abitazioni, con il coordinamento delle loro insegnanti.

L’obbligo di svolgere le attività didattiche a distanza ha portato anche alla conseguente modifica del programma iniziale e ad una serie di innovazioni che alla fine hanno dato un soddisfacente risultato.
Gli studenti hanno potuto sperimentare l’utilizzo di strumenti come le App di Google, Meet e Google Maps e hanno anche realizzato il Quick Response Code: un’immagine che può essere decodificata tramite appositi lettori contenuti negli smartphone e nei tablet per poter vedere il video prodotto.

In particolare il progetto ha permesso di creare una vera e propria mappatura – visualizzabile tramite Google Map all’indirizzo urly.it/3570x – della rete dei canali Sanvitale: in corrispondenza di ogni canale è stata inserita una descrizione. Gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Noceto hanno anche realizzato uno spot video del progetto di ricerca sulla rete dei canali Sanvitale, leggendo, in prima persona, alcuni testi – dai toni scherzosi e in rima – sull’importanza degli interventi del Consorzio della Bonifica Parmense sul territorio. Lo spot è visibile sul portale web della scuola all’indirizzo: http://icnoceto.edu.it/iorestoacasa/893-canali-sanvitale.html.

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Lotta al cuneo salino e studio delle falde acquifere, il progetto internazionale prende il via da Comacchio

Grazie ai laboratori del CER in collaborazione con il Consorzio Pianura di Ferrara e alle Università di Padova, Pavia ma anche accademie spagnole, turche e giordane inizia RESERVOIR, progetto destinato a condizionare le future scelte dei paesi del Mediterraneo oggi alle prese con crisi idriche e risalita del cuneo salino

Gli effetti del cambiamento climatico globali mostrano chiare ripercussioni anche nelle regioni del Mediterraneo e l’incremento delle temperature ha proporzionalmente aumentato la diretta dipendenza dalle acque sotterranee come indispensabile fonte di acqua dolce. Una fonte oggi più che mai al centro dell’attenzione corale e con essa gli inevitabili impatti qualitativi e quantitativi che ne derivano. Per rispondere in maniera adeguata a queste nuove rilevanti sfide nasce il progetto RESERVOIR con l'obiettivo di fornire nuovi prodotti e servizi utili all’insegna di una gestione sostenibile delle acque sotterranee da testare in quattro aree scelte in maniera oculata nel Mediterraneo e particolarmente soggette a stress idrico: Italia, Spagna, Turchia e Giordania.

L’area-test italiana è rappresentata da una fetta di territorio composito a ridosso della costa Adriatica, nella zona di Comacchio in provincia di Ferrara, in cui il Canale Emiliano Romagnolo, in stretta collaborazione con il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara, si occuperà del miglioramento delle conoscenze sull’impatto sugli acquiferi delle attività agricole e civili in zona anche non lontana ad insediamenti urbani a forte vocazione turistica. In particolare, nell’arco dei 4 anni di durata del progetto, saranno messi a punto modelli di gestione delle acque superficiali adeguati a contrastare l’avanzata del cuneo salino verso le aree interne, con gli immaginabili effetti positivi sulla qualità delle risorse, uno dei principali obiettivi delle Direttive Europee in materia di conservazione delle acque.

I risultati di RESERVOIR saranno utilissimi per le decisioni future, tali da poter incidere sulle politiche nei cosiddetti paesi-target presi in esame e con ogni probabilità potrebbero diventare modello riconosciuto, soprattutto in ambienti con equilibri ambientali fragili, in cui le risorse idriche hanno impatti evidenti su tutti i comparti produttivi: agricolo, industriale e civile. Il Canale Emiliano Romagnolo , forte del suo ruolo di gestore di risorsa idrica superficiale e di ente di ricerca tecnico-scientifica (AcquaCampus) con vasta e maturata esperienza in materia di studio di falde acquifere destinate al soddisfacimento dei fabbisogni idrici delle colture, è partner e parte integrante del team di progetto che raggruppa tra gli altri l’Università di Pavia e le Università di Padova, Alicante (Spagna), Dokuz Eyul (Turchia), Giordania.

 

Coldiretti, rischio idrogeologico su terreni aridi. In regione piogge regolari, a tratti intense, ma non dureranno.
Parma 20 aprile 2020 - Il maltempo è atteso nelle campagne per combattere il rischio siccità e non lasciare l’Italia a secco in un 2020 segnato fino a ora da precipitazioni dimezzate, ma la pioggia però per portare benefici deve cadere in modo costante e prolungato. Al momento in Emilia Romagna le precipitazioni sono per lo più regolari e a volte intense nelle zone di montagna, con una caduta media di pioggia di 20 mm.

Ma la pioggia durerà meno di una settimana e quindi non sarà, con ogni probabilità, sufficiente a garantire le campagne contro il rischio siccità. È quanto afferma Coldiretti in riferimento al ciclone che ha investito la Penisola con l’allerta della Protezione civile per il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico.
 
Una situazione che mette in pericolo le forniture alimentari alle famiglie italiane in piena emergenza coronavirus – continua la Coldiretti – con laghi, fiumi e invasi a secco nel momento in cui le colture hanno bisogno di acqua per svilupparsi. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – precisa la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
 
Il cambiamento climatico si abbatte – conclude la Coldiretti – su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico con 7275 i comuni complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale) dove vivono 7 milioni gli italiani.
 

 

 

Di Mario Vacca Parma 22 aprile 2020 - Il decreto Cura Italia (articolo 55 D.L. n. 18/2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17 marzo 2020) introduce nel nostro ordinamento una disposizione temporanea volta ad incentivare la cessione di crediti deteriorati che le imprese hanno accumulato negli ultimi anni, con l’obiettivo di sostenerle sotto il profilo della liquidità nel corrente contesto di incertezza economica, una norma disaminata nel precedente articolo del 30 marzo scorso.
La nuova fattispecie è stata inserita attraverso l’integrale sostituzione dell’articolo 44-bis del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 e reca, quale meccanismo incentivante, la possibilità, per le imprese, di trasformare in credito d’imposta una quota di attività per imposte anticipate (“DTA”) riferibili alle perdite fiscali pregresse ed alle eccedenze di ACE, in misura proporzionale ai crediti ceduti entro il 31 dicembre 2020.

Presupposto per accedere all’agevolazione è che la cessione dei crediti avvenga entro il 31 dicembre 2020.
L’articolo 44-bis, tuttavia, non chiarisce il significato da attribuire al concetto di «cessione a titolo oneroso» ed al periodo di cessione contenuta nel suo primo comma, ponendosi al riguardo una rilevante questione interpretativa.

Il permanere di una situazione di incertezza circa la corretta interpretazione di detto concetto, così come un’interpretazione restrittiva dello stesso da parte dell’Agenzia delle entrate, avrebbero limitato fortemente l’applicabilità della disposizione, vanificandone di fatto la portata agevolativa. Al contrario, un’interpretazione di detto concetto, da parte dell’Agenzia delle entrate, che rinviasse alle disposizioni del Codice civile avrebbe favorito l’applicazione della disposizione, andando incontro alle esigenze delle imprese. La norma la norma dovrebbe peraltro essere interpretata attribuendo alla locuzione “cessione dei crediti” il significato che essa ha sulla base delle disposizioni del Codice civile e non dei principi contabili IAS od OIC e, cosa non affatto di minore importanza, dovrebbe inoltre essere riferita sia alle cessioni di crediti pro-soluto sia a quelle pro-solvendo, in quanto entrambe utili rispetto all’obbiettivo della creazione di liquidità per l’impresa.

All’interpretazione di cui sopra ci pensa un emendamento parlamentare all’articolo 55 del decreto Cura Italia - in corso di approvazione alla Camera – che conferma la possibilità di trasformare in crediti d’imposta le imposte anticipate corrispondenti a perdite fiscali ed eccedenze Ace non ancora utilizzate per le società che cedono crediti verso debitori inadempienti entro il 31 dicembre 2020 opera dalla data di efficacia giuridica della cessione e non dal periodo d’imposta successivo. La precisazione è importante per dirimere i dubbi generati dalla norma e pertanto la trasformazione può essere effettuata dalla data di efficacia giuridica della cessione e non dalla data di efficacia economica, mentre «non rileva, ad esempio, la data di derecognition contabile del credito». Ciò premesso quindi la cessione è valida anche se effettuata pro solvendo e non pro soluto. Occorre tener presente che spesso i contratti di cessione prevedono una data di effetto giuridico non coincidente con quella di effetto economico. La trasformazione è consentita per le Dta corrispondenti (ad esempio, 24%) al minore importo fra: perdite fiscali ed eccedenze Ace non utilizzate, anche se non iscritte in bilancio, eil 20% del valore nominale dei crediti ceduti, per un ammontare massimo di due miliardi.

L’emendamento contiene altri importanti chiarimenti in ordine all’esclusione della cessione crediti infragruppo ed interviene sulla cessione plurima dello stesso credito confermando che nel caso in cui uno stesso credito sia ceduto più volte, la trasformazione può essere fruita una sola volta.

La trasformazione è condizionata di un’opzione che comporta il pagamento di un canone annuo (deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap nell’esercizio in cui avviene il pagamento) dell’1,5% commisurato alle Dta effettivamente trasformate (non quindi quelle potenzialmente trasformabili) in crediti d’imposta. L’opzione – che deve essere esercitata entro l’esercizio in corso a quello in cui ha effetto la cessione dei crediti – ha efficacia dal periodo d’imposta successivo a quello della cessione stessa e come chiarito nell’emendamento ciò si riferisce esclusivamente alla decorrenza del canone.

 

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
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Premiate le idee di 47 imprese su Big Data & Additive Manufacturing, per dare impulso alla trasformazione tecnologica e digitale. Aziende vincitrici, per metà PMI, provenienti da 7 regioni e 9 filiere industriali.

Un bando da 3,2 milioni di Euro, assegnato a 47 aziende di 9 filiere produttive diverse, provenienti da 7 regioni d'Italia per sviluppare 18 idee innovative di Industria 4.0, coinvolgendo 10 università: sono questi i numeri della prima call per la selezione di progetti di innovazione tecnologica delle imprese, realizzata dal consorzio Big Data Innovation & research Excellence (Bi-Rex) di Bologna per favorire la trasformazione digitale, supportando programmi di ricerca e sviluppo basati su Big data e Additive manufacturing.

Le idee ritenute ammissibili riguardano sette aree: Big data per la sostenibilità; Big data per il manufacturing; ICT per macchine e linee di produzione; Sistemi avanzati per la gestione dei processi di produzione; Security e Blockchain; Additive & Advanced Manufacturing; Robotica collaborativa, warehousing e Automated guided vehicle.

La cifra destinata da Bi-Rex nell’ambito di questo primo bando cofinanziato con il Ministero dello Sviluppo Economico è stata la più alta messa a disposizione da tutta la rete degli 8 Competence Center italiani. “Investire nella capacità di innovazione delle imprese e nella ricerca, per avviare e innescare il prima possibile i processi di ripresa: è questo il segnale che intendiamo dare all'intero tessuto industriale italiano, in un momento critico come quello che stiamo attraversando”. Così Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex, spiega l'obiettivo dell'iniziativa, rivolta a imprimere la massima accelerazione possibile all'innovazione e alla digitalizzazione delle imprese.

La necessità di adeguarsi ai cambiamenti economici e tecnologici in atto, nonché di innovare i modelli di business verso l'Industria 4.0 è stata avvertita in modo trasversale e diffuso dalle imprese che hanno risposto al bando Bi-Rex. In primo luogo a livello nazionale, le aziende vincitrici provengono da sette diverse regioni italiane: Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana e Trentino Alto-Adige. Secondo, la diversità delle nove filiere di appartenenza, a conferma di una vasta richiesta di big data e digitalizzazione: Ict, Meccatronica, servizi Finanza & Logistica, Biomedicale, Energia & Ambiente, Agrifood, Automotive & Aerospace, IT e Chimica. Infine, le dimensioni dei soggetti partecipanti: quasi la metà (circa il 45%), delle beneficiarie sono Pmi, a riprova di un interesse per lo sviluppo digitale non circoscritto solo alle grandi aziende e alle multinazionali.

Le scelte di Bi-Rex sono state assunte in linea con i principi fondanti del consorzio. Oltre all'innovatività, alla qualità e alle ricadute economiche del progetto, un aspetto fondamentale ha riguardato la valorizzazione dei progetti collaborativi tra pubblico e privato: sono stati premiati i progetti che prevedono la presenza in partnership di più imprese e la collaborazione con organismi di ricerca e università. Configurarsi come aggregatore di eccellenze pubbliche e private, in grado di rafforzare il network tra tutti i player coinvolti nei progetti di digitalizzazione, innovazione in ottica Industria 4.0, rappresenta infatti un elemento chiave delle attività di Bi-Rex

La crisi legata alla pandemia Covid-19 testimonia come big data, innovazione e digitalizzazione diventino sempre più imprescindibili nel contesto socio-economico odierno, a maggior ragione in un contesto come quello di domani che sarà da ridefinire sulla base di quanto accaduto – osserva Cattorini -. Proprio in questo periodo è emersa la portata rivoluzionaria costituita dall’utilizzo dei Big data: investire nella capacità di innovazione diventa perciò una condizione essenziale, non solo in ottica di supporto alle imprese per l’ottimizzazione dei processi produttivi e l'ampliamento dei business, ma anche per una comprensione chiara e definita delle enormi sfide che la nostra società globale è costretta ad affrontare. Il segnale che abbiamo voluto lanciare va proprio in questa direzione”.

Piacenza, 21 aprile 2020 - Tanti gli interventi ad opera del Consorzio di Bonifica di Piacenza in Val d’Arda.
Il più importante, giunto quasi al termine, è senza dubbio l’efficientamento dell’impianto idrovoro di sollevamento di San Nazzaro in comune di Monticelli d’Ongina; cantiere dove nei giorni scorsi si è svolto un sopralluogo tecnico alla presenza dei vertici della Bonifica e di Aipo congiuntamente ai tecnici di cantiere e all’impresa esecutrice.

"Sono contenta che i campi abbiano l’acqua e che potremo godere dei prodotti di questa vallata" commenta l’ingegner Mirella Vergnani, Dirigente dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO); che prosegue: "Insieme alla Bonifica abbiamo lavorato al meglio e nel pieno confronto, mettendo sempre in primo piano l’interesse pubblico che lega il nostro operato al territorio".

E’ Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza a spiegare l’importanza dell’intervento: "Abbiamo ridato massima funzionalità all’impianto che permette la distribuzione idrica dal Po alla bassa Val d’Arda. Un’opera strategica restituita ad uno dei territori più produttivi".
Oltre alle colture foraggere, tra le eccellenze della zona spiccano: pomodoro, mais, aglio, cipolle, scalogno e orticole in genere.
Continua Fausto Zermani: "Quanto fatto è un esempio dell’Italia che funziona e che lavora con impegno e passione per un obiettivo comune: garantire ai nostri figli la produzione di cibo. Un sentito ringraziamento va agli agricoltori per la pazienza e la comprensione, ad AIPO per la proficua collaborazione e ai tecnici e agli operai del Consorzio che - unitamente all’impresa- hanno lavorato senza sosta nonostante le difficoltà".

INTERVENTO
Le prime inefficienze alla stazione di sollevamento di San Nazzaro sono state riscontrate lo scorso luglio, nel pieno della stagione irrigua. Senza indugio sono iniziati i primi interventi urgenti ad opera del personale consortile con mezzi dell’ente e contestualmente gli affidamenti ad operatori economici specializzati per quei servizi e quelle forniture non possibili da gestire internamente.
Sono stati poi eseguiti diversi sopralluoghi congiunti con i tecnici di AIPO al fine di condividere il
quadro conoscitivo delle criticità e valutare soluzioni costruttive praticabili per il ripristino della funzionalità dell’impianto, dei manufatti collegati e delle parti integranti del sistema di distribuzione dal Po alle campagne vicine.
Da lì in poi sono stati eseguiti gli interventi di sostituzione e consolidamento di quanto danneggiato o non più pienamente efficiente. Ancora in corso le ultime lavorazioni urgenti.

Presenti al sopralluogo in cantiere: per il Consorzio, Fausto Zermani (Presidente), Paolo Calandri (Vice Presidente), Giampiero Cremonesi (Amministratore), Angela Zerga (Direttore Generale), Danilo Savi (tecnico responsabile della zona Arda). Per AIPO, Mirella Vergnani (Dirigente territoriale dell’Emila Ovest), Carlo Romano (tecnico della zona di Piacenza).

 

 

Martedì, 21 Aprile 2020 17:15

Lattiero caseario. Precipita il burro.

Inizio di stabilizzazione del latte. Precipita il burro. Padano in flessione con i freschi, resta invariato il “parmigiano"  

di Virgilio Parma 21 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT –Leggera flessione del latte spot.  Il latte spot nazionale cede lo -0,8%. Il latte spot crudo nazionale cede tra 30,93-33,51 /100 litri di latte. Ben più sensibile la perdita del latte intero pastorizzato "spot" estero (-5% Germania Austria) che quota così tra 28,87 30,41 €/100 litri di latte. Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero rimane invariato tra  15,53 17,60 €/100 litri di latte (-0% GERMANIA AUSTRIA)."
 
BURRO E PANNA – Irrefrenabile caduta del burro. Altri 15 centesimi si aggiungono ai 20 centesimi persi nella scorsa settimana a  Milano. A Parma lo zangolato lascia ancora 20 centesimi. Ma a reggio Emilia la caduta replica di ulteriori 10 centesimi.  Crema invece resta stranamente invariata, mentre la panna veronese si allinea a milano e cede qualche centesimo..
Borsa di Milano 20 aprile 2020: 
BURRO CEE: 2,75 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 2,90 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,15 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,95 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,42€/Kg. (=)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 20 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,45 / 1,55 €/Kg.
 
Borsa di Parma 17 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,70 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 21 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,60 - 0,60 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 20 aprile 2020 – Listini in flessione delle partite iù fresche
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,65 – 6,85 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,50 – 5,55 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 17 aprile 2020 – Listini invariati.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,05 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(=)

 

#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

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 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Mario Vacca Parma 21 aprile 2020 - Gli aspetti economici che conseguiranno le problematiche inerenti le emergenze sanitarie con la relativa chiusura di tutte le attività al fine di evitare il diffondersi del virus Covid-19 dovranno essere fronteggiati in modo tempestivo dalle aziende; il rischio è che il 10,4% delle PMI fallisca nel breve, come evidenzia lo studio “The impact of coronavirus on Italian non financial corporates” commissionato da Cerved Rating Agency.

In questo momento è importante determinare in via immediata il fabbisogno finanziario di breve periodo (da 1 a 5 mesi) e di medio (fine sei mesi – fine anno), che indica la quantità dei flussi di cassa che occorrono per tenere l’azienda in piedi e quanti assorbimenti di liquidità la medesima possa sopportare.

Gran parte delle aziende – soprattutto le piccole imprese – si trovano impreparate di fronte a questa necessità, imprese che già normalmente sono compresse tra costi, riduzioni di fatturato, uscite impreviste, incertezze legislative e dalla presenza di un socio occulto come il fisco che drena gran parte degli sforzi.
E’ importante ed essenziale annoverare professionalità interne o esterne all’impresa che stimino attentamente l’impatto della crisi sui conti aziendali e valutino immediatamente tutte le possibili strade da intraprendere, in primis l’opportunità di aderire ai finanziamenti agevolati tramite il sistema delle “garanzie statali”, la sospensione dei pagamenti per un anno delle quote capitali dei finanziamenti, il ricorso agli ammortizzatori sociali (in modo diretto o indiretto), le agevolazioni fiscali, etc.

Ho più volte posto l’accento sul controllo di gestione che diventa vitale, infatti non a caso il nuovo Codice della Crisi D’Impresa e dell’Insolvenza ne ha evidenziato l’importanza per tutte le aziende di qualsiasi dimensione esse siano; benché il legislatore abbia da poco prorogato l’entrata in vigore delle nuove norme, la situazione attuale – come non mai - obbliga all’adozione di un buon piano di controllo.

In questo momento non è la causa della crisi da indagare quanto piuttosto la portata della stessa e si rende imprescindibile misurare la continuità aziendale futura (cosiddetto approccio forward looking).

Formazione, specializzazione e flessibilità come chiave per la scelta dei professionisti a cui rivolgersi per superare situazioni di crisi, competenze che non mancano in un territorio come quello emiliano che annovera tantissime PMI che potrebbero ricorrere alle mani di esperti che nel frattempo hanno creato un Team eterogeneo di professionalità, come la piacentina C&C Holding ( www.ccholding.it  – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  ) con lunga esperienza nelle diverse tipologie di operazioni finanziarie e consulenza gestionale e la parmigiana G-advisor  (g-advisor.it – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) per le operazioni di ristrutturazione aziendali del debito (finanza varia – fisco – fornitori, ecc.) con soluzioni extra-giudiziali o con apposite procedure concorsuali (piani di attestazione ex art. 67 L.F., accordi di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis L.F., transazioni fiscali ex art. 182 ter L.F., ecc).

Saper reagire cambia le cose: restare immobili lascia ogni cosa così com’è.

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
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Alberto Papotti, segretario modenese dell’Associazione: “evitare le interpretazioni territoriali e dare precisi orientamenti alle imprese, come non è stato fatto, ad esempio, per gli screening sierologici: il protocollo di sicurezza c’è già, quello del 14 marzo. Apire subito meccanica, moda, edilizia, attività individuali e pensare alle norme per i servizi alla persona

“Il tempo delle mezze misure è finito: se il 4 maggio, possibilmente prima, le imprese non riapriranno per il nostro Paese sarà il tracollo. Oggi In gioco non c'è solo il presente, ma il futuro dei nostri figli. E non è catastrofismo o cinismo, ma solo realismo”. È perentorio il parere di Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA, in merito alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza.

“La riapertura può essere, anzi deve esse progressiva, per tenere conto della salute pubblica che era e rimane una priorità. Una priorità che è però compatibile con una ripresa delle attività economiche, che sia basata su tempi certi e regole altrettanto definite”.

Di sicuro, secondo CNA, non devono essere fatte differenze tra grandi e piccoli, tra filiere e filiere. “Abbiamo sentito parlare della riapertura del l'edilizia pubblica: che differenza c'è tra questa e i cantieri privati? Le commesse sono più contagiose degli appalti? Perché una restauratrice di quadri che lavora da sola non può andare nel proprio nel suo laboratorio? La stessa considerazione può essere fatta per un imbianchino?”, si chiede Papotti.

A proposito di protocolli, è impensabile ed irricevibile l'idea di protocolli differenziati per territorio. Già oggi le interpretazioni differiscono da regione a regione, i moduli cambiano da prefettura a prefettura, da comune a comune, alimentando incertezza e burocrazia, l'ultima cosa di cui si senta il bisogno. Esiste già un protocollo, quello del 14 marzo, immediatamente applicabile senza ulteriori specifiche territoriali o settoriali, salvo quelli stipulati per trasporto e edilizia. Va da sé che occorrerà tenere conto di eventuali implementazioni decise a livello nazionale.

Bene le regole, quindi, ma devono essere comuni e note in fretta. É il lavoro in quanto tale che deve essere tutelato, quello vede imprenditori e dipendenti operare negli stessi spazi, oggi con un unico obiettivo: la difesa della salute e la dignità data dal reddito.

“Ecco perché – continua il segretario della CNA modenese - chiediamo la riapertura, ecco perché chiediamo subito protocolli di sicurezza chiari, come invece non è la recente delibera regionale sullo screening sierologico.
Ecco perché chiediamo sostegni che siano a fondo perduto per quelle imprese che sono chiuse dall’11 marzo e che chissà fino a quando continueranno ad esserlo, come quello del turismo, del commercio e dei servizi alla persona.

Ecco perché chiediamo tanti piccoli interventi pubblici, piuttosto che mega strutture: quante scuole ed altri edifici potremmo mettere in sicurezza, anche sanitaria, oggi?
Quante strade potremmo riasfaltare, quanti piccoli interventi urbanistici potrebbero essere realizzate, ricorrendo alle piccole imprese locali, la cui motivazione sarebbe ancora più forte, lavorando nella e per la propria comunità? La nostra richiesta di sospendere per due anni il codice degli appalti va proprio in questa direzione.

In definitiva, secondo CNA, ci sono diverse filiere che potrebbero essere aperte, anche prima del 4 maggio. Quella della meccanica, della moda, l’edilizia, i lavori individuali e persino certe attività che coinvolgono il pubblico: l’acconciatura ed estetica, con l’accesso per appuntamento nei locali, la tenuta di registri per monitorare l’accesso dei clienti, test sierologici per gli addetti, la pulizia dopo ogni appuntamento, l’uso della mascherina e, quando possibile, dei guanti (e, comunque, la continua pulizia delle mani). Perché la loro chiusura sta alimentando l’abusivismo, con rischi sanitari ancora maggiori.

“In questa vicenda ci sono due tipi di responsabilità – chiosa Papotti - quella della classe politica dirigente, che ha il compito di pensare anche al domani, non solo all'oggi, e quella degli imprenditori e della comunità, che deve rispettare le regole. Ma il rispetto delle regole, però, esige condivisione di queste ultime. Una condivisione che sta venendo meno, rendendo la situazione sempre meno controllabile.

Autorità Distrettuale e AIPo a confronto  con il neo assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo

Parma, 18 Aprile 2020 – Sul tema della gestione della risorsa idrica e sulla pianificazione di breve, medio e lungo periodo il territorio distrettuale del Fiume Po ha immediata necessità di risposte adeguate anche in periodo di Covid-19: è per questo che – in un contesto di massima sicurezza per tutti i presenti – le autorità idrauliche di intervento e programmazione dell’intero bacino si sono incontrate a Parma nella sede dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po per un primo rilevante confronto di approfondimento con il neo Assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo.

In visita ai volontari ed operatori della Protezione Civile l’Assessore Priolo ha successivamente partecipato al summit che grazie, ad AIPo e Autorità, si è tenuto nella sala conferenze del Distretto del Po. Il Segretario Generale del Distretto Meuccio Berselli ha introdotto l’appuntamento straordinario presentando l’articolato scenario distrettuale e focalizzandosi naturalmente sulla progettualità dell’area emiliano-romagnola. Dapprima si è parlato di un auspicabile snellimento delle procedure burocratiche per favorire l’avvio in sicurezza delle opere prioritarie e per contribuire – sempre in una complessiva ottica di sostenibilità – alla ripartenza delle economie locali.

Subito dopo il Segretario Generale ha proseguito la narrazione tematica il direttore generale di AIPo Luigi Mille che ha rimarcato la rilevanza della gestione delle manutenzioni degli alvei delle sponde arginali, della navigazione e di un nuovo approccio a sostegno di una mobilità dolce nel bacino che relativo incremento della fruibilità delle vie d’acqua e di quelle limitrofe di terra confinanti.

All’ordine del giorno anche i livelli, “quasi estivi” delle portate del Po, le casse di espansione importanti per il contenimento delle piene alluvionali, i progetti per raccogliere le scarse precipitazioni in adeguati invasi magazzino e riserve di risorsa per le DOP più rilevanti dell’export del paese come il Parmigiano Reggiano.

Intervento anche del Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi che ha posto l’attenzione sulla strategica necessità di proseguire negli investimenti a sostegno della massima difesa del suolo del nostro Appennino.

L’incontro si è concluso con l’accordo di un ulteriore confronto “dal vivo” su tutte le primarie necessità già il prossimo 11 Maggio; nel frattempo tutti gli uffici tecnici degli enti resteranno operativi su ogni fronte di azione comune.

 

FOTO IN ALLEGATO, DA SINISTRA: IL SEGRETARIO GENERALE DELL'AUTORITA' DISTRETTUALE DEL FIUME PO (ADBPO) MEUCCIO BERSELLI; L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA IRENE PRIOLO; IL DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO (AIPO) LUIGI MILLE]

di Mario Vacca Parma 19 aprile 2020 - A seguito dello stop forzato della propria attività, limitatamente alle attività non indicate negli allegati 1 e 2 del D.P.C.M. 11.3.2020), il D.L. 18/2020 ha introdotto uno specifico credito d’imposta da spendere in compensazione nel modello F24 tramite l’articolo 65 D.L. 18/2020 introducendo a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa, un bonus nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1.

L’utilizzo del credito è stato attivato tramite la risoluzione 13/E/2020 che ha introdotto il codice tributo 6914, spendibile esclusivamente in F24 per la compensazione di altri tributi o contributi con decorrenza dal 25 marzo scorso.

L’Agenzia delle Entrate attraverso la circolare 8/E/2020 ha fornito chiarimenti in merito a tale agevolazione.

Un primo chiarimento riguarda il perimetro applicativo dell’agevolazione ed infatti il bonus spetta esclusivamente agli immobili censiti nella categoria catastale C/1, dedicata a “negozi e botteghe”.

Letteralmente la norma non richiede che il canone risulti pagato, quindi tale credito è sembrato liberamente spendibile senza la necessità di verificare l’effettiva corresponsione, ma l’Agenzia interpreta la norma introducendo un ulteriore requisito che il legislatore non ha posto, ovvero quello del pagamento del canone la cui giustificazione risiederebbe nel fatto che il bonus viene concesso “con la finalità di ristorare il soggetto dal costo sostenuto costituito dal predetto canone, sicché in coerenza con tale finalità il predetto credito maturerà a seguito dell’avvenuto pagamento del canone medesimo.”

Di conseguenza, seguendo l’interpretazione dall’Agenzia, il diritto all’utilizzo del credito d’imposta maturerà soltanto quando sarà pagato il canone di competenza del mese di marzo 2020.
La risoluzione ha contemplato il caso di restituzione del credito fruito indebitamente nell’eventualità - nel periodo intercorrente tra la pubblicazione del decreto e la risoluzione dell’Agenzia - qualche soggetto abbia utilizzato il credito pur in presenza del mancato pagamento del canone di affitto, considerando l’esonero dall’applicazione di sanzioni.

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
WEB Linkedin: https://www.linkedin.com/in/vaccamario/?originalSubdomain=it

Editoriale:  - "C'era una volta un virus tanto buonino… “ - Lattiero caseario. Latte e materie grasse in forte discesa. - Cereali e dintorni. Il Covid sta mettendo a dura prova la tenuta dei mercati - Coronavirus: con il Cura Italia, le imprese agricole potranno accedere in maniera diretta al fondo di garanzia - In Emilia-Romagna la manodopera stagionale per l'agricoltura si cerca online. -

SOMMARIO Anno 19 - n° 16 19 aprile 2020
1.1 editoriale
"C'era una volta un virus tanto buonino… “
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte e materie grasse in forte discesa.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il Covid sta mettendo a dura prova la tenuta dei mercati.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 coronavirus e manodopera  Coronavirus. In Emilia-Romagna la manodopera stagionale per l'agricoltura si cerca online.
9.1 agricoltura e fondo covid-19 Coronavirus: con il Cura Italia, le imprese agricole potranno accedere in maniera diretta al fondo di garanzia
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Permettere un rapido e consistente afflusso di liquidità alle imprese del settore primario diviene ancor più cruciale in questo momento drammatico per l’economia italiana, bloccata dalle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19.

Roma 14 aprile 2020 - L’intera filiera agroalimentare sta continuando ad operare ma il mondo agricolo va sostenuto attraverso strumenti in grado di iniettare finanziamenti in modo immediato. Un obiettivo raggiunto al Senato grazie ad un emendamento al Dl Cura Italia che ha esteso alle imprese agricole la possibilità di avvalersi in maniera diretta degli interventi del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, comprendendo ovviamente i benefici previsti dalle ultime disposizioni normative.

“Un risultato importante che risponde alle esigenze e alle richieste del mondo agricolo, soprattutto in questo periodo d’emergenza sanitaria, e in cui abbiamo creduto sin dal primo momento – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Attualmente, infatti, il comparto primario può accedere solo attraverso i Confidi agricoli che, però, di fatto non esistono a livello nazionale e, quelli esistenti, riescono a far erogare finanziamenti in poche province per importi di entità modestissima. Come già verificatosi per l’agroalimentare, con 1 miliardo di euro concesso nel solo 2019, il Fondo di Garanzia – prosegue L’Abbate – sarebbe in grado di concedere agevolmente erogazioni di prestiti di liquidità, ripianamento passività e investimenti in grado di sostenere e rilanciare il settore agricolo, anche in previsione della cosiddetta Fase 2. Risulterà determinante, infatti, mettere gli istituti finanziari nelle condizioni di poter sostenere in maniera agile e immediata anche il comparto agricolo. Un risultato raggiungibile con l’accesso diretto al Fondo di Garanzia, su cui convergono anche le stesse banche, alla luce di alcune mie prime interlocuzioni. Questo settore dell’economia nazionale – conclude il Sottosegretario L’Abbate – ancor di più in questa fase di emergenza, si sta rivelando strategico per l’interesse del Paese e l’economia nazionale e va sostenuto nel modo adeguato. Sarà determinante, pertanto, procedere rapidamente dopo la definitiva conversione in legge del Cura Italia alla Camera dei Deputati, dove auspichiamo che la norma venga confermata”.

 

 

 

 

 

Ziveri: “È il modo migliore per contrastare l’abusivismo e tenere sotto controllo le condizioni igienico sanitarie”

Parma 16 aprile 2020 - Il rischio di contagio da Covid-19 è oggi aggravato da un fenomeno che Confartigianato Benessere, già prima dell’esplodere dell’emergenza, ha più volte segnalato: l’abusivismo nei settori estetica e acconciatura. Infatti, a seguito della chiusura di queste attività si registra un ulteriore incremento di questa pratica che affligge il settore. Sono molti infatti i soggetti che, in seguito della prolungata chiusura delle attività regolari, approfittando dell’impennata della richiesta, stanno recandosi al domicilio del cliente in modo abusivo, aggravando le carenze dal punto di vista igienico-sanitario.

Anche per questa ragione, oltre che per mitigare l’evidente danno economico del settore e combattere il disagio crescente tra i cittadini, dai quali ogni giorno Confartigianato riceve telefonate per sapere quando riapriranno tali attività, Confartigianato Benessere chiede che si consenta la riapertura delle imprese di acconciatura e dei centri estetici, utili anche al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico.

“La comunità scientifica ribadisce spesso l’importanza della cura di sé – spiega Michele Ziveri, membro della giunta nazionale di Confartigianato Benessere. Le donne, in generale, riescono meglio ad occuparsi del proprio corpo, anche grazie ai prodotti che i professionisti sono autorizzati a vendere e consegnare a domicilio, così non è per gli uomini. Fra le tante (minori) conseguenze dell’emergenza da Covid 19, ci sono anche uomini con strane e inusuali pettinature… O capelli lunghissimi oppure completamente rasati… Abbiamo visto tutti, per esempio, il fuori onda del Presidente Mattarella… Ma a parte le battute, mi sento di segnalare la problematica dell’abusivismo e di ciò che comporta a livello igienico sanitario, ancor di più in questo periodo. È complicatissimo porvi un freno oggi, se non consentendo la riapertura dei centri in regola. Per questo abbiamo studiato una serie di misure e confezionato una proposta che crediamo possa salvaguardare la salute di tutti”.

La condizione per la ripresa dell’attività dovrà essere l’applicazione di misure igienico-sanitarie e di modalità di lavoro che vanno a integrare le già stringenti disposizioni in materia che gli operatori rispettavano già prima del Covid-19, in ossequio delle leggi di settore e dei regolamenti regionali e comunali.

Confartigianato Benessere ritiene infatti che, ferme restando le disposizioni previste dal DPCM 11 marzo 2020, integrate dal protocollo condiviso sottoscritto tra Governo e parti sociali, le imprese regolari del settore siano in condizioni di sostenere una riorganizzazione delle attività e una parziale rimodulazione delle modalità di erogazione dei servizi stessi, che consenta di operare in sicurezza, tutelando la salute di tutti.

Nel documento presentato ci sono sia proposte di carattere organizzativo (dallo svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento alla delimitazione degli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile) che di carattere igienico-sanitario (dall’utilizzo mascherina, guanti, occhiali protettivi o visiera in plexiglas, all’igienizzazione delle postazioni di lavoro dopo ogni trattamento/servizio).


“Colgo l'occasione per dire che molte signore stanno chiedendo ai propri parrucchieri ed estetisti di acquistare on-line i prodotti abituali e questo può essere il momento per gli operatori di attrezzarsi con un sito internet, anche questo è un modo per non restare fermi e lavorare per la propria attività – conclude Ziveri”.

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