Grazie all’Adiconsum Emilia Centrale, l’anno scorso i consumatori reggiani e modenesi hanno recuperato complessivamente 300 mila euro.
Lo rende noto la stessa associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale tracciando un bilancio dell’attività svolta nel 2018 Reggio Emilia e a Modena. Nel 2018 gli sportelli modenesi e reggiani di Adiconsum hanno aperto circa 1.200 pratiche, 841 delle quali di conciliazione paritetica relative alla telefonia con Tim, Windtre e Fastweb.

«Il 99 per cento delle conciliazioni telefoniche si è concluso positivamente per gli utenti, che hanno recuperato complessivamente 165 mila euro – afferma Adele Chiara Cangini, responsabile di Adiconsum Emilia Centrale e conciliatrice regionale per le controversie con le compagnie telefoniche - Le altre pratiche aperte nel 2018 riguardano attivazioni di servizi non richiesti, acquisto di auto nuove o usate, forniture di acqua, elettricità e gas, canone Rai, rottamazione cartelle esattoriali, problemi con finanziarie e mutui.
Non si contano, invece, - continua Cangini - le risposte e i consigli forniti quotidianamente al telefono o via mail. Si tratta perlopiù di persone anziane cui è stata carpita la buona fede e che vogliono annullare contratti telefonici o acquisti conclusi fuori dai locali commerciali. Sono numerosi, infine, i consumatori che chiedono informazioni e supporto».

Una della vertenze che più sta impegnando gli operatori di Adiconsum Emilia Centrale è la nota vicenda dei diamanti da investimento proposti da alcune banche.
Sono 200 e hanno investito complessivamente 2,6 milioni di euro i consumatori modenesi e reggiani assistiti da Adiconsum, che il 13 maggio, insieme alle principali associazioni di consumatori, incontrerà i vertici del Banco Bpm, con il quale è aperto il tavolo di conciliazione.

«Ricordando che è ancora possibile chiedere la restituzione dei diamanti, invitiamo tutti gli interessati a rivolgersi ai nostri uffici o ai propri legali di fiducia. Adiconsum Emilia Centrale – conclude Cangini - mette a disposizione dei consumatori coinvolti nella vicenda i propri legali per la consulenza e l’eventuale redazione delle istanze».

La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale assegnato ogni anno alle località turistiche balneari, in 49 paesi. Quest'anno sono 183 i Comuni italiani che hanno ottenuto la Bandiera Blu, 8 in più rispetto allo scorso anno. Obiettivo principale di questo programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale in base a Educazione ambientale ed Informazione - Qualità delle acque - Gestione Ambientale - Servizi e Sicurezza. 

L'iconica Bandiera Blu è uno dei marchi di eco-label volontari più riconosciuti al mondo, assegnato a spiagge, porti turistici e operatori del turismo nautico sostenibile. Per qualificarsi per la Bandiera Blu, devono essere soddisfatti e mantenuti una serie di rigorosi criteri ambientali, educativi, di sicurezza e di accessibilità.

A guidare la classifica nazionale del 2019 é la Liguria che grazie a tre nuovi ingressi arriva a 30 località: aggiunte Imperia, Riva Ligure (Imperia) e Sanremo (Imperia).

 

LE BANDIERE BLU DELL'EMILIA ROMAGNA

L'Emilia Romagna conferma le sue 7 bandiere Blu alle località di: Comacchio (Lido Spina, Lido di Volano, Nazioni, Pomposa, Lido degli Scacchi, Garibaldi, Lido degli Estensi) Cesenatico, Ravenna (Casal Borsetti, Lido di Dante, Lido di Classe, Lido di Savio, Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano, Marina Romea, Porto Corsini) Cervia (Milano Marittima, Pinarella), Misano Adriatico (Punto Dieci, Portoverde), Bellaria-Igea Marina e Cattolica.


    

Legambiente attacca il Comune di Parma sulla scelta di collocare la manifestazione Street Food Festival in programma dal 10 al 12 maggio, dentro il Parco Ducale. Di seguito il comunicato arrivato alla nostra redazione.

Parma -

L’Amministrazione Pizzarotti non si smentisce nella sua lotta contro il verde pubblico ed autorizza lo svolgimento dello Street Food Festival, dal 10 al 12 maggio, dentro il Parco Ducale, provocandone l’ennesimo scempio. 

Legambiente esprime netta contrarietà alla concessione del Parco per manifestazioni che sono il contrario di quella tutela “delle caratteristiche peculiari strutturali e morfologiche” che è esplicitata come dovere dal Comune stesso nell’art. 32 del Regolamento del Verde.

Legambiente chiede inoltre di sapere se è stata interpellata la Soprintendenza ai beni Architettonici e del Paesaggio dell’Emilia Romagna che, come riconosce il Regolamento stesso, è titolare del vincolo di tutela sul Parco Ducale, in quanto parco monumentale. In caso, l’associazione ambientalista chiede che sia reso pubblico il parere. 

Dato che la manifestazione autorizzata, prevede furgoni e camioncini, accanto agli ippocastani e ai platani secolari, Legambiente solleva altre due contraddizioni in cui è caduta l’Amministrazione comunale: la prima è sulla parola “street” che significa tenere la manifestazione in strada e non in un parco. La seconda è che, proprio sul tema cibo, ci risulta che sia ancora in vigore l’ordinanza che vieta di fare i pic-nic nei parchi. Domanda: nei giorni del Festival ci si può portare il cibo da casa o si sarà multati? 

Legambiente ricorda come il Comune di Parma, all’art 32 del Regolamento del Verde esplicita che il Parco Ducale “è come tale definito e normato secondo i principi espressi dalla carta dei giardini storici detta “Carta di Firenze”. Tale carta all’art. 19 recita: “Per natura e per vocazione, il giardino storico è un luogo tranquillo che favorisce il contatto, il silenzio e l'ascolto della natura. Questo approccio quotidiano deve essere in opposizione con l'uso eccezionale del giardino storico come luogo di feste. Conviene allora definire le condizioni di visita dei giardini storici cosicché la festa, accolta eccezionalmente, possa esaltare lo spettacolo del giardino e non snaturarlo o degradarlo”.

Domanda: come si può chiedere il rispetto delle regole se il primo a violarle è colui che le emana? 

Legambiente considera lo Street Food Festival un evento che snatura e degrada il Parco Ducale e, pertanto, chiede all’Amministrazione comunale di spostarlo in altra sede: meglio se “stradale” e, in ogni modo, di applicare fin da subito la direttiva europea sul divieto di utilizzo di plastica monouso per la distribuzione di cibo e bevande. 

Mercoledì 8 maggio, alle ore 17.30,  presso la sala-convegni Ascom, in strada Abbeveratoia 67/c, si terrà una conferenza dibattito, avente il seguente titolo: “I diritti dei disabili. Dalla Convenzione Onu all’attuazione nell’ordinamento nazionale italiano”. 

Parma

L’evento è organizzato dall’Ugl di Parma, sarà moderato dal segretario provinciale Ugl Matteo Impagnatiello, e vedrà al tavolo dei relatori l’on. Elisabetta Gardini, parlamentare europeo; Laura Pineschi, docente presso l’Università di Parma; l’avvocato Federico Gennari, del foro di Parma e Laura Schianchi, responsabile regionale Ugl Politiche per la Disabilità.

“La disabilità non può restare un pregiudizio; - così dichiara Matteo Impagnatiello, in merito al tema della conferenza- sono ancora molte le città che limitano i diritti umani alle persone disabili. Sono così tante che si inizia a parlare di città disabilitanti”. 

Solo in Italia, 13.000 persone vivono con una disabilità. Di loro, tante sono segregate nelle proprie abitazioni o escluse dai processi sociali, culturali e lavorativi.

Il più delle volte sono cittadini senza diritti, impigliati negli astrusi regolamenti delle politiche sanitarie. Cittadini privati, nei momenti di crisi economica, dei deboli diritti, quasi a voler stigmatizzare la “colpa” della disabilità.

Per tale ragione, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite ribadisce che “la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”.

“Il sindacato estende l’invito a tutta la cittadinanza, data l’importanza della tematica - conclude il segretario provinciale.

Venerdì, 03 Maggio 2019 09:22

Attenzione ai finti regali di Google

Truffe online: finti regali di Google, che ovviamente non ne sa nulla. La nuova bufala del Samsung Galaxy S10 in dono. L’allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. 

3 maggio 2019

Tutti vorrebbero ricevere in regalo l’ultimo smartphone di grido. Ma come andiamo ripetendo da tempo noi dello “Sportello dei Diritti”, nessuno regala nulla per nulla, neanche il colosso del web Google. Ecco perché bisogna prestare la massima attenzione ai tentativi di truffa che ci pervengono attraverso innocui, ma solo in apparenza, messaggini che c’invitano a cliccare su un link per ricevere gratis addirittura un costosissimo Samsung Galaxy S10, ma che in realtà sono pericolosissimi “specchietti per le allodole” di hacker e truffatori telematici.

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Se si seguono le istruzioni, infatti, non si fa altro che consentire a questi malintenzionati di accedere abusivamente ai nostri dispositivi per sottrarre dati personali o bancari. A ricordarcelo ancora una volta è la Polizia Postale, che con un altro post pubblicato sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”, con lo screenshot di uno dei tipici messaggi cui dobbiamo far attenzione a sottolineato che: “Congratulazioni se continui sarai il prossimo utente truffato. Non crediamo ai regali e non regaliamo i nostri dati.”.

Attenzione, quindi! È solo verificando ogni messaggio che giunge sui nostri apparati - rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - che si può evitare di cadere nella trappola e quindi di farsi sottrarre dati sensibili o bancari. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

L’intervento del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Parma, Col. t.ST Gianluca De Benedictis, che ha incontrato gli studenti del Liceo Classico ed Europeo del “Convitto Nazionale Maria Luigia”, ha concluso il ciclo di interventi organizzati dalle Fiamme Gialle di Parma nell’ambito della settima edizione del Progetto “Educazione alla legalità economica”.  

Anche quest’anno l’iniziativa ha permesso ad oltre 350 studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado della Provincia di incontrare la Guardia di Finanza e di riflettere con gli investigatori di polizia economico-finanziaria su temi attuali di cronaca e fenomeni di importanza sociale sempre di grande impatto. In particolar modo, i militari hanno tenuto i loro interventi presso l’Istituto “Sorbolo e Mezzani”, l’ITIS “Galileo Galilei” di San Secondo Parmense, l’ITIS “Leonardo da Vinci”, il Liceo Linguistico “G. Marconi”, la Scuola Primaria “Pezzani” ed il Liceo Classico ed Europeo del “Convitto Nazionale Maria Luigia”.

Il Progetto, che trae origine dal Protocollo d’intesa stipulato tra il Comando Generale della Guardia di Finanza ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è finalizzato a far maturare nei giovani la consapevolezza del valore della legalità economica, con particolare riferimento alla prevenzione dell’evasione fiscale e dello sperpero di risorse pubbliche, delle falsificazioni, della contraffazione, nonché dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Temi particolarmente sentiti dai ragazzi si sono dimostrati il costo sociale e umano della contraffazione e i rischi per gli acquirenti dei prodotti contraffatti, oltre alla lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti e gli effetti derivanti dal loro uso. Le domande dei giovani più curiosi hanno permesso di instaurare un dialogo particolarmente dinamico che ha coinvolto anche gli insegnanti presenti, facendo sì che gli interventi delle Fiamme Gialle si siano inseriti compiutamente in quel percorso didattico intrapreso dagli studenti, che passa dalle nozioni apprese tra i banchi di scuola fino ad arrivare alla formazione di cittadini consapevoli.

E' stato sorpreso mentre cercava di asportare un martelletto frangivetro a bordo di un treno regionale della linea Fidenza-Salsomaggiore.

Il ragazzo, appena maggiorenne, in compagnia di alcuni amici ha dapprima tentato di distrarre l'attenzione del personale della Protezione Aziendale FS che si trovava sul treno, salvo poi, vedendosi scoperto, tentare di rimettere al suo posto il dispositivo di emergenza.

Identificato da parte della Polizia Ferroviaria di Fidenza, attivata dal personale ferroviario, il giovane è stato contravvenzionato ai sensi dell'art. 26 del Regolamento di Polizia Ferroviaria - DPR 753/80, che prevede il pagamento di una sanzione di 516 euro.

Sono in corso ulteriori approfondimenti da parte della Polizia Ferroviaria.

Il risultato è frutto dell'intensificazione dei controlli, anche in abiti civili, svolti in sinergia con Protezione Aziendale FS Italiane sulle linee Fidenza/Salsomaggiore e Fidenza/Cremona a seguito di alcuni danneggiamenti riscontrati nel recente periodo a bordo dei convogli regionali.

Le attività proseguiranno anche con la collaborazione del Compartimento Polizia Ferroviaria per la Lombardia.

Si tratta di adulti residenti per lo più nel capoluogo, di cui 2 ricoverati all'Ospedale Maggiore di Parma in buone condizioni. E’ in corso la profilassi ai contatti più stretti dei malati con invito alla vaccinazione.

Parma -

Salgono a 22 i casi di morbillo tra Parma e provincia segnalati da metà aprile. Dopo un primo gruppo di 6 malati, anche nei giorni scorsi sono proseguite le segnalazioni: si tratta di adulti (solo due sono minorenni) per lo più maschi nella fascia di età dai 30 ai 35 anni, di cui 18 residenti a Parma e gli altri 4 in provincia. Attualmente due persone sono ricoverate all’Ospedale Maggiore, entrambe in buone condizioni.

Grazie all’indagine epidemiologica effettuata dai professionisti del Servizio Igiene pubblica dell’AUSL tutti i contatti più stretti delle 22 persone malate sono stati informati e invitati alla vaccinazione. Ad oggi, sono state vaccinate oltre una cinquantina di persone e sono stati fissati altri appuntamenti nei prossimi giorni.

Si ricorda che i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta sono il primo punto di riferimento per problemi di salute, anche in caso di sintomi da morbillo. In caso di febbre e tosse, è bene restare a casa e non frequentare luoghi affollati e chiusi.

 

IL MORBILLO: CHE COSA E’ E COME SI CURA

Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae). È una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni. Si trasmette solo nell’uomo. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita. Anche l’immunità indotta dal vaccino, obbligatorio nei bambini ai fini della frequenza scolastica, è di durata molto lunga.

Il morbillo non ha sintomi gravi, provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina. Dura tra i 10 e i 20 giorni. I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Le complicazioni sono relativamente rare, e sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. (Fonte: Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità).

 

Fonte: Ausl Parma

Un concerto della “Lepido Youth Orchestra” in onore del Mire e dei piccoli ricoverati. Giovedì 9 maggio alle ore 18 nel piazzale antistante il Santa Maria Nuova l’esibizione di 72 ragazzi delle scuole Medie a indirizzo musicale M.E. Lepido e Correggio 1.

Reggio Emilia

Con chitarre, saxofoni, clarinetti, flauti, violoncelli, pianoforte, tastiere e percussioni, 72 giovani musicisti renderanno omaggio in un abbraccio musicale simbolico ai piccoli ricoverati del Santa Maria Nuova e al Mire (Maternità Infanzia Reggio Emilia), ospedale della donna e del bambino che sorgerà a fianco del Core. L’esibizione sarà giovedì 9 maggio alle ore 18 nel piazzale antistante l’Arcispedale, proprio sotto le finestre del reparto di Pediatria, a suonare saranno i ragazzi della Lepido Youth Orchestra che raccoglie gli allievi degli Istituti comprensivi a indirizzo musicale “Marco Emilio Lepido” di Reggio Emilia e “Correggio 1”.

L’evento, alla sua terza edizione, è promosso dall’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia e da Curare Onlus che da anni dedica il suo impegno alla realizzazione del MIRE- Maternità Infanzia Reggio Emilia. MIRE è la struttura ospedaliera che sorgerà nell’area del Santa Maria Nuova con l’obiettivo di tutelare la salute della donna, della gestante, della coppia, del neonato e del bambino, caratterizzandosi come luogo accogliente dotato delle più moderne tecnologie e competenze, associate a caratteristiche che permettano le migliori modalità di cura.

“Siamo lieti di accogliere di nuovo questa iniziativa – spiega Sergio Amarri, direttore della struttura complessa di Pediatria dell’Arcispedale. - Ringraziamo l’associazione Curare Onlus, la sua presidente Deanna Ferretti e le due scuole per avere scelto di manifestare in questo modo la loro vicinanza ai degenti e agli operatori”.

Il repertorio proporrà brani famosi di epoche e stili differenti. Nell’occasione gli studenti di 12 e 13 anni saranno diretti dai quattro docenti della “Marco Emilio Lepido”: Andrea Corradi (docente di saxofono), Rosario Senatore (docente di pianoforte), Sergio Cattolico (docente di chitarra classica) e Claudio Guido Longo (docente di flauto traverso). La Lepido Youth Orchestra si è costituita quattro anni fa: ne fanno parte gli allievi delle classi seconde e terze dell’omonimo plesso. L’orchestra ha tenuto concerti per enti e associazioni della città e per sensibilizzare la comunità scolastica sui temi educativi e sociali emergenti, coerentemente alle finalità educative della scuola. Della compagine orchestrale faranno parte anche gli allievi di clarinetto del professor Simone Fornaciari e di violoncello coordinati dal professor Paolo Testi dell’orchestra della scuola media a indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo “Correggio 1” con la quale i docenti della Lepido Youth Orchestra hanno instaurato una proficua collaborazione che dura ormai da anni e che vede, nell’alternarsi degli eventi musicali, la partecipazione degli allievi di entrambe le scuole. I docenti e gli allievi rivolgono un sentito ringraziamento per il sostegno avuto nella realizzazione di questo concerto all’associazione Curare Onlus e all’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia.

 

PROGRAMMA DEL CONCERTO 

THE SOUND OF MUSIC MEDLEY di O. Hammerstein II e R. Rodgers

1812 OVERTURE di P. I. Tchaikovsky

STAR WARS MEDLEY di J. Williams

VIA CON ME di P. Conte

GAROTA DE IPANEMA di A.C. Jobim

RADIOACTIVE degli Image Dragons

 

La Lepido Youth Orchestra

A partire dall’anno scolastico 2003-2004 l’Istituto Comprensivo “M. E. Lepido” ha attivato il corso a Indirizzo musicale ed è l’unica scuola del Comune di Reggio Emilia che offre agli studenti la possibilità di iniziare lo studio di uno strumento musicale all’interno delle attività curricolari di base della scuola secondaria di primo grado. Si tratta di una proposta didattica che permette agli allievi di vivere l’esperienza pratica di suonare e di condividere con i compagni l’attività della musica d’insieme, due momenti di crescita emotiva e culturale. L’Indirizzo musicale non si propone di formare degli strumentisti professionisti ma, in accordo con le finalità generali della scuola media, svolge un percorso educativo e formativo attraverso la musica fornendo, al tempo stesso, le competenze necessarie a chi intende continuare gli studi musicali.

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Le foto della Festa del Primo Maggio presso il Parco Ex Eridania di Parma negli scatti di Emiliano Zampella

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Le foto della Festa del Primo Maggio presso il Parco Ex Eridania di Parma negli scatti di Francesca Bocchia

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Giovedì, 02 Maggio 2019 05:44

1° Maggio a Traversetolo con il PSI

Di Nicola Comparato e foto di Valentina Carpin Traversetolo 1 maggio 2019 - . Come già annunciato, il PSI Federazione di Parma e provincia, coordinato dal segretario provinciale Cristiano Manuele, ha celebrato il 1 Maggio a Traversetolo. Il PSI da sempre schierato dalla parte dei più deboli e dei lavoratori, non poteva certo mancare a questo evento che rappresenta il sacrificio, le lotte e le conquiste dei lavoratori.

Il segretario provinciale Cristiano Manuele in un comunicato dichiara:

"I Socialisti del Parmense anche quest'anno hanno onorato la festa dei lavoratori del 1 Maggio incontrandosi anche a Traversetolo. La manifestazione nazionale di Bologna ha distolto l'attenzione dei sindacati locali dalle celebrazioni nei nostri territori, ma noi Socialisti abbiamo voluto ricordare, invece, che la festa del lavoro deve essere celebrata sempre e comunque in ogni città, paese, posto di lavoro per non lasciare adito, al revisionismo fascista dilagante, che vuole far passare il messaggio che la sinistra italiana sia alle corde, che la sinistra italiana non si preoccupi più dei problemi degli ultimi, dei bisognosi, di chi trae il proprio sostentamento dal lavoro.
I Socialisti Parmensi sono sempre attenti e vigili capendo che solo con più Lavoro, più Socialismo e più Europa si possono risolvere i problemi della nostra epoca."

Parma, 1° maggio 2019 - Partenza da via D'Azeglio e arrivo in piazza Garibaldi con sosta al monumento al Partigiano e alle lapidi ai Caduti. Il corpo bandistico Giuseppe Verdi ha fatto da sottofondo al percorso.

In Piazza Garibaldi la conclusione del corteo con gli interventi di Lisa Gattini, segretaria generale Cgil Parma, e di Angela Calò, segretaria generale aggiunto Cisl Parma e Piacenza. Il Sindaco Federico Pizzarotti ha invece invitato l'Unione Europea a farsi "garante dei diritti dei lavoratori e di concrete prospettive occupazionali per i giovani".

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"Domani facciamo una bella festa, il modo migliore per reagire dopo quanto accaduto a Modena il 25 aprile". Lo dice il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta annunciando il programma delle celebrazioni per il 1° Maggio organizzate da Cgil Cisl Uil. 

Modena -

«Anche Modena ha il suo Concertone del 1° Maggio, che vede protagonisti gli studenti, cioè il nostro presente e futuro – sottolinea Ballotta – Domani giovani e famiglie, lavoratori e pensionati, con o senza bandiere sindacali, manifestano in modo allegro e pacifico per chiedere un’Europa del lavoro, della solidarietà e della crescita. Canteremo e balleremo insieme, il modo migliore per rispondere al pessimo spettacolo andato in scena giovedì scorso 25 aprile nel centro storico di Modena. Perché tutti hanno il diritto di manifestare ed esprimere le proprie idee, ma nessuno – conclude il segretario generale della Cisl Emilia Centrale – può farlo imbrattando o danneggiando anche una sola pietra».
 
Nella mattinata di domani – mercoledì 1 maggio – dirigenti, delegati e attivisti sindacali modenesi partecipano alla manifestazione nazionale, che si tiene a Bologna alla presenza dei segretari generali di Cgil Maurizio Landini, Cisl Annamaria Furlan e Uil Carmelo Barbagallo. 
A Modena città il 1° maggio viene festeggiato il pomeriggio. Si comincia con la Wind Band del liceo musicale Sigonio, che alle 16 parte da piazzale San Giorgio suonando una marcia musicale che attraversa le vie del centro storico fino a raggiungere piazza Grande. Intorno alle 16.30 parla il segretario generale Uil Modena e Reggio Emilia Luigi Tollari. Segue il concerto dell’orchestra del triennio del liceo musicale Sigonio, inframezzato da letture di testi di Alda Merini e Umberto Saba a opera degli studenti del liceo scientifico Tassoni.

Nel corso della notte appena trascorsa, personale della Squadra Volante di Modena ha tratto in arresto un cittadino tunisino di 38 anni, destinatario di un provvedimento di rispristino di un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì il 4 aprile scorso.

Lo straniero, fermato per un controllo d’iniziativa in via Emilia Est all’altezza di via Begarelli, è risultato sprovvisto di documenti d’identificazione, motivo per il quale è stato accompagnato presso gli Uffici della locale Questura per accertamenti più approfonditi.

L’uomo, con numerosi precedenti di Polizia e penali per reati contro il patrimonio, contro la persona ed in materia di immigrazione clandestina, deve espiare una pena residua di anni 1 mesi 8 giorni 16 di reclusione per i reati di tentato omicidio, lesioni aggravate, violazione di domicilio, resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale.

Al termine degli accertamenti, il tunisino è stato associato alla locale Casa Circondariale.

Un nuovo progetto internazionale avrà casa in Emilia-Romagna. Entro la fine del 2020 a Bologna direzione dell'Osservatorio CTA, la più grande rete al mondo per studiare l'Universo nei raggi gamma. Nascerà sotto forma di un Consorzio europeo per le infrastrutture di ricerca. E dal 6 al 9 maggio il capoluogo felsineo ospiterà il primo Simposio scientifico organizzato dal Cherenkov Telescope Array. Nella serata aperta ai cittadini, i due premi Nobel per la fisica Takaaki Kajita e Rainer Weiss faranno viaggiare il pubblico nell'Universo.

Bologna -

Un altro progetto internazionale troverà presto casa in Emilia-Romagna, che si candida sempre di più ad essere centro nevralgico della ricerca. La futura direzione e sede amministrativa del CTA (Cherenkov Telescope Array), il più grande e più sensibile osservatorio per raggi gamma al mondo, con una rete di 118 telescopi per studiare l’Universo violento, sarà istituita entro la fine del 2020 a Bologna sotto forma di un Consorzio europeo per le infrastrutture di ricerca (ERIC). Un progetto di grande valore scientifico, a cui stanno lavorando oltre 1.400 scienziati e ingegneri di 31 Paesi del mondo.
E intanto dal 6 al 9 maggio il capoluogo felsineo ospiterà,al teatro Duse, il primo Simposio scientifico organizzato dal CTA, che prevede una serata (lunedì 6 maggio) aperta al pubblico con due ospiti d’eccezione: i premi Nobel per la fisica Takaaki Kajita e Rainer Weiss, e al quale presenzierà anche il presidente della Regione.

Le iniziative sono state illustrate oggi alla stampa a Bologna, nella sede della Regione.

 

Il progetto sui raggi gamma 

Dopo il Data centre del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf) nell’area del Tecnopolo, progetto fortemente voluto dalla Regione, Bologna diventa dunque sede di un'altra istituzione di livello internazionale.
I dati raccolti dai telescopi, collocati per la maggior parte nelle Ande, in Cile e sull’isola di La Palma, nelle Canarie, saranno distribuiti dal data center di Zeuthen, in Germania, ma la sede centrale dell’organizzazione sarà a Bologna.
Il progetto CTA coinvolge l’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto nazionale di Fisica nucleare (INFN): la sede dell’Osservatorio sarà infatti ospitata all’interno dell’INAF- Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio, in un edificio condiviso con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna.
Un’opera a cui lavorano decine di ricercatori, ingegneri e tecnici italiani assieme ad aziende private specializzate. Una volta in funzione, questi complessi strumenti consentiranno di raccogliere dati sui raggi gamma, la radiazione elettromagnetica più intensa proveniente dallo spazio, in grado di fornire informazioni indispensabili per la comprensione dei fenomeni più energetici dell’Universo.

 

Il Simposio scientifico

Dal 6 al 9 maggio, a Bologna, si svolgerà al teatro Duse il primo Simposio scientifico organizzato dal CTA, evento destinato principalmente alla comunità scientifica internazionale, che si riunirà qui con un preciso obiettivo: condividere conoscenze sulle ultime generazioni di strumenti capaci di rivelare i segreti dell’Universo e suscitare sinergie nella nuova astronomia detta “multi-messaggera”. L’astronomia, cioè, basata sull'osservazione e l'interpretazione coordinata di diversi tipi di segnali "messaggeri", come le radiazioni elettromagnetiche, le onde gravitazionali, i neutrini e i raggi cosmici, che essendo generati da processi astrofisici diversi possono rivelare informazioni complementari sulle complesse strutture astronomiche che generano i segnali.

 

Appuntamento aperto a tutti

Lunedì 6 maggio dalle ore 20, si svolgerà anche un grande appuntamento gratuito aperto alla cittadinanza. Werner Hofmann, co-ideatore del progetto CTA, e i vincitori del premio Nobel per la fisica, Takaaki Kajita nel 2015 e Rainer Weiss nel 2017, faranno viaggiare il pubblico nell’Universo durante unaserata intitolata "Can you hear me?". Un racconto dell’evoluzione del nostro modo di guardare all’Universo, a partire da Galileo, dalla cui prima osservazione sono passati esattamente 410 anni, fino ad arrivare alle più recenti metodologie di studio e alle nuove tecnologie e scoperte che spingono il nostro orizzonte della conoscenza sempre più in là.
Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio, infinitamente affascinante e moderato da Stefano Sandrelli, anche le voci dello Stato Sociale e di Kepler-452, che si uniranno ai suoni dei ‘messaggeri cosmici’.
L’evento è organizzato dal CTA in sinergia con enti pubblici (Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna), istituti di formazione e di ricerca (Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, CNR, INAF e INFN) e imprese del territorio (Alfacod e Zanichelli) che hanno concesso il loro patrocinio e/o un loro contributo.

 

È successo nella giornata di ieri, in provincia di Bologna. La pattuglia dei militari, impegnata nei controlli del territorio, si è accorta che una casa situata in via Lazio ad Osteria Grande (BO), una frazione del Comune di Castel San Pietro Terme, era invasa da una coltre di fumo denso e nero.

I Carabinieri si sono precipitati all’interno dell’abitazione e quando sono entrati hanno trovato un’anziana che non riusciva ad alzarsi dal divano. I due Carabinieri hanno preso in spalla la signora e l’hanno accompagnata fuori in attesa dello spegnimento delle fiamme scaturite accidentalmente dalla canna fumaria. La donna, 86enne, originaria di Lanciano (CH) è rimasta, per fortuna, illesa. 

Questa mattina, i Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme (BO) sono andati a trovare la signora e nell’occasione le hanno regalato una copia del Calendario Storico dell’Arma. Tra l’altro, il mese di aprile 2019 è dedicato a una grande innovazione nel rapporto tra l’Arma e i cittadini, avvenuta nei primi anni ’80: l’istituzione del 112.

Martedì, 30 Aprile 2019 08:21

Piccioni vivi come esca: condannati

Usavano piccioni vivi come esca: condannati pescatori. Per la Cassazione una vera sevizia l'imbragatura all'amo del volatile, che rischia l'affogamento a ogni lancio della lenza: irrilevante, date le sofferenze inflitte, che il columbide sia «preda naturale» del grosso pesce di fiume

E' reato di maltrattamenti se il pescatore sportivo usa come esca per il grosso pesce un volatile vivo catapultandolo di continuo in acqua come richiamo, sottoponendolo a crudeltà e sevizie. Lo ha stabilito la Cassazione che, con la sentenza n. 17691/19, pubblicata oggi dalla terza sezione penale, che condannando alcuni pescatori professionisti, rigetta il loro ricorso condannandoli a pagare 4 mila euro di multa per aver maltrattato dei volatili. Alla base della contestazione, l'utilizzo di piccioni vivi come esca per attirare un grosso pesce di fiume, il pesce siluro, appesi per una zampetta all'amo, provocandone poi la morte.

Il collegio ritiene che le condotte degli imputati meritino di essere punite. È vero che i pescatori che praticano tale attività con la canna impiegano come esca vermi vivi, «ma a prescindere dal fatto che si tratta di larve tra le più usate, i bigattini o le camole, il loro utilizzo a tal fine non si presta in ogni caso a recar loro sofferenze». Del tutto diverso è l'impiego di volatili «legati per una zampetta all'amo e costretti a seguire il volo della lenza fino a venire ripetutamente catapultati nel fiume quale richiami per la cattura del pesce siluro che, a detta della difesa, di tali uccelli si nutre».

È «evidente» come non solo le condizioni di cattività a cui questi animali sono stati esposti con l'imbracatura alla lenza, «ma altresì l'attentato alla loro stessa sopravvivenza con gli affogamenti ripetuti nell'acqua si configuri come una vera e propria sevizia, atta a provocare agli uccelli, gravi sofferenze».

Sostenere, così come fa la difesa, che i piccioni siano «prede naturali del pesce siluro», è argomento «che elude la ratio della norma in contestazione, come se fosse la natura di preda a determinare la legittimità del suo utilizzo, e in ultima analisi del suo "sacrificio", per finalità assolutamente non necessarie rispetto allo scopo dell'attività amatoriale praticata che preveda la cattura del predatore». La Corte d'appello, ha basato correttamente la sua decisione sulla considerazione che le condotte degli imputati hanno determinato «rilevanti sofferenze», senza il requisito della necessità. La pesca, e anche quella del pesce siluro, si può comunque praticare con le esche di uso comune, animaletti o pezzetti di carne o di altri organi animali, sostanze diverse o anche oggetti luccicanti, senza che ci sia l'esigenza di fare ricorso ai piccioni, che di certo, «non facendo parte del suo naturale habitat, non costituiscono le uniche prede di un animale ricompreso nella categoria dei pesci, sia pure di acqua dolce e che invece sono stati in tal modo sottoposti a condizioni insopportabili per le loro attitudini etologiche».

Seviziare piccioni vivi per pescare il Silurello, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è un'idea piuttosto bislacca, ma soprattutto crudele. Integra il reato di maltrattamento di animali, con l'aggravante della morte (art. 544 ter cod. pen.). Non c'è davvero limite alla stupidità umana.

(29 aprile 2019)

Anche il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni stamattina all’avvio dei lavori all’ex seminario “Assegnati al termine di un percorso amministrativo nel segno della trasparenza e della legittimità”.

Reggio Emilia -

“La Provincia c’è e ci sarà sempre perché vuole camminare insieme a voi in questo importante e ambizioso progetto di riqualificazione del sistema educativo ed urbano di una parte importante della città”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, partecipando alla cerimonia di avvio del cantiere all’ex seminario vescovile di viale Timavo, dove verrà realizzata la nuova sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia che, nell’autunno 2020, ospiterà circa duemila persone, tra studenti e personale, e che includerà un nuovo studentato con oltre cento camere. 

Proprio nel ricordare l’impegno, anche economico attraverso un cofinanziamento, assicurato dalla Provincia di Reggio Emilia, il presidente Zanni ha voluto complimentarsi “per il percorso amministrativo seguito dal Comitato Reggio Città universitaria che ha portato all’aggiudicazione di questi primi lavori”. “Trasparenza e legittimità, a maggior ragione quando si gestiscono anche capitali pubblici, devono sempre essere elementi cardine di un buon operare, finalizzato ad utilizzare le risorse nel migliore dei modi possibile”, ha detto il presidente Zanni.

La cerimonia, aperta dalla demolizione simbolica del primo muro, si è chiusa con la benedizione dei lavori da parte del vescovo Camisasca, che ha parlato di una “iniziativa dal forte significato ecclesiale e civile al tempo stesso” proprio nella giornata di apertura del Giubileo per il 400esimo anniversario del miracolo della Ghiara.

Fonte: Provincia di Reggio Emilia

Grande successo ha ottenuto la prova sul campo degli occhiali predisposti per la realtà aumentata, sperimentata per la prima volta in ambito nazionale presso la scuola media Montanari di Mirandola

Lo scopo è stato quello di favorire la nascita di modelli didattici innovativi orientatati alla inclusione degli alunni con disagio. La prova doveva verificare la possibilità di avviare una interazione sincrona tra l’insegnante e l’alunno in modo da facilitare l’apprendimento nelle differenti discipline. In questo momento è possibile inviare le informazioni digitali nel “terzo occhio dello studente” e di poterle visualizzare, ma non di interagire. È necessario avanzare nella realizzazione di un progetto per computer che consenta allo studente di comunicare in modo digitale con l’insegnante. Per Guido Zaccarelli, ideatore e promotore dell’iniziativa «questo dimostra l’importanza di promuovere iniziative che sostengano lo sviluppo tecnologico in quegli ambiti che spesso sono esclusi dalla ricerca perché focalizzati in ambito industriale e commerciale». 

Nonostante questo, alla scuola secondaria di I grado “F. Montanari” continua la sperimentazione didattica con la realtà aumentata e virtuale. “Sono quasi due decenni che il nostro istituto sperimenta sistematicamente metodologie didattiche che prevedono l’utilizzo di strumenti tecnologici. Nel corso degli anni, la presenza di un team digitale particolarmente attente alle innovazioni ma consapevole della priorità del metodo rispetto agli strumenti, ci ha consentito, oggi, di costruire, su solide basi metodologiche, percorsi didattici tutti da sperimentare che prevedono il ricorso a questa nuova frontiera della tecnologia”, ricordano gli insegnanti del nuovo team digitale formato dalle professoresse Bruno Cecilia, Anna Perretta, Rosa Navarra, Serra Francesca, Elisa Golinelli, operative da questo anno scolastico. 

“Il nostro obiettivo, in continuità con quanto realizzato negli anni dai nostri colleghi”, ricordano ancora gli insegnanti, “è praticare l’inclusione invisibile: un’offerta formativa che ponga al centro del processo di insegnamento - apprendimento le abilità e le fragilità di ciascun allievo, a partire dalle quali costruire percorsi formativi personalizzati, flessibili, efficaci, tenendo bene a mente, però, i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento che caratterizzano il nostro segmento scolastico. 

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La realtà aumentata e virtuale, nella varietà delle sue declinazioni didattiche, può sostenerci nel nostro obiettivo”, continuano gli insegnanti. “Ci stiamo muovendo nella direzione tracciata dal MIUR, dalle azioni del PNSD e dalla lungimiranza di personalità esterne alla scuola, come il dottor Guido Zaccarelli che appoggia e implementa le nostre progettualità”. 

Alla prova su campo era presente alla la Dr.ssa Daniela Pederzoli, una mamma operativa presso un'associazione di volontariato che si occupa di disabilità infantile: «sono molto affascinata e incuriosita dal mondo della realtà aumentata. Ritengo che, una volta risolte alcune criticità, come ad esempio quella rappresentata dalla struttura degli occhiali, ancora non adatta all’uso quotidiano, l’impiego della realtà aumentata in ambito scolastico, così come nel sociale, possa diventare uno strumento facilitante (e inclusivo) per i nostri ragazzi. Penso in particolare a quelli più fragili, con disturbi dell’apprendimento o che rientrano nello spettro autistico o ancora con la sindrome di down, ecc.. Se si riuscirà ad ottenere un’adeguata customizzazione del prodotto, la realtà aumentata potrà diventare davvero una risposta tangibile alle esigenze più diverse. La voglia di esplorare questo sentiero c’è, le energie non mancano e tante idee stanno già affiorando alla mente».

In questo momento del tempo si invitano le aziende e le istituzioni ad avviare al loro interno azioni che possano contribuire a completare il progetto di sperimentazione in stretta sintonia con il corpo docenti perché possa ambire a diventare un progetto pilota da estendere, in base ai risultati ottenuti, a livello nazionale.  

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Lunedì, 29 Aprile 2019 16:04

Tutti in bici con i Cicloamatori Mirandola

Le nuvole basse che hanno adombrato il pomeriggio del 25 Aprile 2019, lasciando trapelare sporadici raggi di sole, alterni a improvvisi acquazzoni, non hanno impedito agli oltre 140 partecipanti di aderire alla 29° Pedalata Ecologica promossa e organizzata dai Cicloamatori Mirandola.

Anche in questa occasione la partecipazione è stata particolarmente numerosa grazie a tutte le famiglie che con i loro bambini, ragazzi e nonni hanno mantenuto fede ai propositi e aderito al progetto rivolto all’ambiente, per infondere nuovi stili di vita e comportamenti fondati sull’etica e sul rispetto reciproco dell’ambiente.

L’ecologia è la scienza che studia la relazione tra persone e il suo ambiente e deve condurre l’uomo al rispetto dei luoghi che abita per sé e per le future generazioni. La parola cultura, significa coltivare, avere cura, trattare con impegno, avere premura di onorare ciò che si è ricevuto nel segno della continuità. Nel senso figurato, di ruotare la terra, dove avere cura del terreno per fare crescere e godere le persone dei suoi frutti. Per ottenere questo è necessario vivere i luoghi del proprio tempo agendo sulle  relazioni sociali che diventano il fondamento e l’unità di misura con la quale edificare il patrimonio socio – culturale della nostra città e delle civiltà future.

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I Cicloamatori Mirandola da 29 anni organizzano la pedalata ecologica per non perdere il contatto con la cultura e le tradizioni della nostra terra. La cittadinanza, consapevole dello spirito che anima il loro fare e agire organizzativo anche quest’anno, come nelle edizioni precedenti, ha mantenuto fede alle promesse, presentandosi  numerosa all’appuntamento pronta a sfidare il tempo e a percorrere in allegria i 16 Km di un tracciato stradale immerso nelle campagne limitrofe le porte della città. L’impegno è stato ampiamente ripagato all’arrivo con un abbondante ristoro offerto dalla direzione di Villa Fondo Tagliata.

I Cicloamatori Mirandola pensano già al futuro, al prossimo appuntamento, pronti a festeggiare la 30° pedalata ecologica e coinvolgere un maggior numero di persone per pedalare insieme in armonia. Si ringrazia il Comune di Mirandola per aver concesso l’ambito patrocinio, le forze dell’ordine, le aziende e tutte le persone che hanno sostenuto l’iniziativa e hanno decretato il successo della manifestazione “tutti in bici insieme”. 

Guido Zaccarelli, AS Cicloamatori Mirandola

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Una ventina di chilometri fra risate a non finire, per l'appuntamento con la quarta edizione della mitica Coppa Fantozzi 2019, svoltasi ieri a Parma! La manifestazione non competitiva organizzata da Mirko Leraghi, Andrea Saccon e Xavier Lecarre é partita dal Bar Gianni per arrivare al Circolo Arci di Baganzola per l'abbuffata finale.

Tantissimi i partecipanti, ovvimente vestiti a tema che hanno omaggiato il mitico film "Fantozzi contro tutti".

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Lunedì, 29 Aprile 2019 08:37

Tragico Selfie, muore folgorato a 15 anni

Un ragazzino è morto folgorato a 15 anni per farsi un selfie sul tetto di un treno. Il ragazzo era salito su uno dei due convogli fermi nella stazione di Châble in Svizzera

Un quindicenne è morto folgorato dopo essersi arrampicato per gioco sopra il tetto di un vagone nella stazione ferroviaria di Châble (CH). L'incidente è avvenuto poco dopo le 15.50 del 27 aprile, riferisce la polizia vallesana in una nota. Il ragazzo era salito su uno dei due convogli fermi in stazione. Gravemente ferito, le sue condizioni sono apparse subito disperate ed è stato trasportato in ospedale, a Sion, dove è spirato.

È stata aperta un'inchiesta per chiarire i fatti e per capire come sia stato possibile che quel ragazzo sia riuscito a sfuggire ai controlli e a raggiungere il tetto del treno. Da quanto si ipotizza, il ragazzo si era arrampicato tutto per immortalare con un selfie la conquista del tetto del treno.

La vicenda qui raccontata sembra incredibile, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Nel senso che mai e poi mai vorremmo credere che qualcuno sia morto per scattarsi il selfie "perfetto".

Eppure è accaduto. Perché se in fondo può essere una bella sensazione guardare il proprio selfie e accorgersi di aver dato vita a un'opera fantastica, può essere altrettanto sciocco perdere la vita per scattare un selfie che non vedremo mai. Un selfie non dovrebbe mai costare la vita a nessuno. Uno studio choc rivela che fra il 2011 e il 2017, sono morte accidentalmente 259 persone durante lo scatto di selfie.

(28 aprile 2019)

Parma: nella giornata di Venerdì alle ore 20 circa è giunta una chiamata al 113 da parte di un utente dell'autostrada A15, il quale ci ha segnalato la presenza di alcuni gattini abbandonati che stavano transitando sulle carreggiate.

La sala operativa ha immediatamente inviato sul posto una pattuglia della Polizia Stradale di Parma - sottosezione di Berceto, già impegnata nel pattugliamento dell'A15.
Giunta all'altezza del km dove erano stati segnalati i gattini, gli Agenti della Polizia Stradale con prontezza e determinazione hanno tratto in salvo, non senza difficoltà, 4 dei 5 gattini, evitando che potessero essere schiacciati dalle auto in transito.

L'ultimo è stato messo al sicuro anche grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco di Parma, infatti, il gattino si era nascosto all'interno di una tubatura angusta presente in autostrada.

Una volta messi al sicuro i 5 gattini sono stati affidati all' E.n.p.a., Ente Nazionale Protezione Animali, nella persona di Lella Gialdi, suo presidente, che ha potuto offrire un luogo caldo ed accogliente, lontano dal traffico autostradale, agli animali.

Si coglie l'occasione per ammonire formalmente tutti coloro che abbiano intenzione di emulare comportamenti simili, infatti, azioni di questo tipo costituiscono reato, e la Polizia di Stato contrasta con ogni mezzo questo fenomeno.

 

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Amore - l'innamoramento, la via più veloce per diventare un killer, ovvero la fenomenologia della dipendenza psicologica. Per mettere a fuoco i meccanismi mentali che ci creano problemi a livello individuale e relazionale e avere gli strumenti per affrontarli in modo semplice.

di Paolo Mario Buttiglieri 28 aprile 2019 - E' ora di fare chiarezza su dei fenomeni che creano disagio e sofferenza.

Uno di questi è l'innamoramento. Ingenuamente siamo portati a credere che innamorarsi significhi dare il proprio amore all'oggetto di cui ci si innamora. Se qualcuno è innamorato di noi, pensiamo di essere amati. Se ci innamoriamo di qualcuno pensiamo di amarlo. Le cose però non stanno così.

Innamorarsi è in realtà la decisione che prendiamo nei confronti di una cosa che ci attrae. Una persona ci attrae e allora decidiamo di impossessarcene, di farla diventare nostra. Non desideriamo che sia libera ma che sia di nostra proprietà. Se anche l'altra persona è attratta da noi può succedere che anche lei decida di innamorarsi di noi, cioè di impossessarsi di noi e di desiderare che la persona non sia più libera ma sua proprietà. E se questo accade diremo "il mio partner", il mio moroso, il mio fidanzato, la mia compagna e l'altro dirà la stessa cosa. E ci sembrerà una cosa magica. In realtà quello che è successo è che abbiamo ammanettato quella persona e gli abbiamo anche messo un guinzaglio. Lei ha fatto la stessa cosa. Due prigionieri reciproci. Andiamo al cinema, andiamo al ristorante, andiamo a fare shopping. E se uno dei due volesse liberarsi da questo legame? Ci sposiamo e deleghiamo allo Stato di vigilare che nessuno dei due si liberi da guinzaglio e manette e scappi. Per essere ancora più sicuri facciamo un figlio e così oltre alle manette avremo una bella responsabilità. Prima o poi le manette stringono, il guinzaglio ci toglie il respiro, il figlio diventa un peso. E allora ci viene voglia di essere liberi. E quando il partner se ne accorge si arrabbia, ci fa il muso, ci ricorda le nostre responsabilità.

La nostra voglia di libertà diventa per l'altro mancanza di amore verso di lui, egoismo, e questo ci fa soffrire. Lui è nostro!! Perchè vuole staccarsi da me? Cosa gli manca? Traditore! E' interessata a un altro? Di sicuro c'è un altro. Stronza. Sta sempre di più fuori casa. E sta sempre senza manette. Se non sta con me io non valgo niente, mi sento morire, non mi interessano le altre. Voglio solo lei. O lei o niente. E allora mi ritrovo ammanettato e senza niente e nessuno nella mia vita. Le altre non mi interessano: lei invece era speciale. Era mia prigioniera. Cosa gli mancava? Non gli bastavano le manette che gli avevo regalato? Non gli piaceva più il morso del mio guinzaglio. E mio figlio? Vorrà mica portarmelo via?

Nel momento in cui semplicemente vogliamo esercitare la nostra libertà, esprimere liberamente la nostra personalità ci accorgiamo che la persona di cui ci eravamo innamorati e che avevamo anche sposato in realtà non ci amava ma ci possedeva. Eravamo diventati sua proprietà. Eravamo un oggetto. Ora ne siamo consapevoli. Ma, se lui non lo è, crede di amarci quando tira il guinzaglio e ci controlla che indossiamo le manette. La nostra voglia di libertà per lui è ingiustificato tradimento, un capriccio, una nostra debolezza, una nostra immotivata cattiveria che lui non merita. E lei cucinava, mi faceva compagnia, si occupava del bambino, rifaceva il letto, faceva la spesa, passava il week end con me. Io avevo delegato a lei queste cose, che già faceva quando ero piccolo mia madre. E ora? Sono solo e abbandonato. E più mi sento solo e abbandonato, e più ho goduto della mia partner e più la odio.

A volte questo odio nelle persone fragili porta anche all'omicidio, alla persecuzione del partner insofferente al guinzaglio. Si può uccidere solo una persona che si possiede e non una persona che si ama. Si può essere gelosi solo di una cosa che si possiede e non che si ama. Le cose che si amano si rispettano, ci si preoccupa che siano libere, che possano esprimersi liberamente. Ma se tu stai male e non sai amarti non sarai capace di amare. Sentirai forte il bisogno che qualcuno ti ami, che ti faccia star bene, che ti dia quella felicità che non sei capace di dare a te stesso, che respiri al posto tuo. E quando incontri qualcuno attratto da te e che decide di amarti tu non vedi l'ora di fargli indossare le manette e il tuo guinzaglio. E appena accade tiri un respiro di sollievo: finalmente lei è tua. Tu eri zoppo e adesso ti appoggi a lei, alle sue due gambe. Così non senti il peso della gamba che ti manca. E quando lei deciderà di lasciarti tu sarai nel panico. Perché ti vedrai precipitare a terra. La sua libertà per te è la tua rovina e non potrai che odiarla. Più lei ti ha amato, più ti ha fatto sentire bene e più nel momento dell'abbandono ti farà sentire male. E allora ti sembrerà normale fargliela pagare e anche ucciderla. In realtà non l'hai mai amata.

Ma non ne sei consapevole. Non voler possedere niente e nessuno, ma cogli il profumo e la bellezza di ogni cosa e di ogni persona. Ama te stesso! Butta via quelle manette e quel guinzaglio e diventerai anche più simpatico. In caso contrario rimarrai uno stronzo.

Paolo Mario Buttiglieri, sociologo (Fiorenzuola D'Arda - PC)

Cittadino italiano classe 71 nato a Fidenza residente a Parma, la notte scorsa si era barricato all'interno della propria abitazione, dove era presente la moglie, minacciando di dare fuoco all'appartamento e a tutta la palazzina.

La moglie durante un alterco è riuscita a chiamare il 112. Seppure la linea fosse caduta appena dopo la chiamata, i carabinieri hanno comunque rintracciato la telefonata e sono riusciti a tenerli impegnati al telefono.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della stazione di Parma centro e del reparto operativo del comando provinciale di Parma unitamente al personale dei vigili del fuoco e del 118.

Forse mai come questa volta siamo arrivati qui con la consapevolezza che non siamo in grado di fare durare NOI le cose belle che ci capitano nella vita. E forse mai come oggi siamo stati consapevoli di quanto siamo bisognosi di qualcuno che regga l'urto del tempo rispondendo al nostro sterminato bisogno di durata. Julián Carrón

Di Guido Zaccarelli Mirandola 25 aprile 2019 - Dalla piramide al cerchio è un saggio che è stato scritto pensando all'attività svolta dai lavoratori a catena di montaggio, confrontato con il duro lavoro degli schiavi a bordo delle galee. Le galee erano imbarcazioni lunghe una cinquantina di metri che fecero la loro prima apparizione intorno al XIV secolo e impiegate per scopi bellici e mercantili spostandosi da un porto all'altro del Mediterraneo.

La particolare sagoma le rendeva instabili per navigazioni oltre oceano e nei periodi invernali, limitandone l'uso nei soli periodi estivi. Le ridotte dimensioni della stiva le obbligavano a viaggiare a bordo costa per facilitare il rifornimento delle cisterne d'acqua riservate a dissetare i rematori. Potevano incontrare mari tranquilli e alati che accompagnavano la navigazione oppure incontrare onde vigorose che s'infrangevano contro l'imbarcazione, increspandosi ad ogni sobbalzo dello scafo. Sbuffi di acqua marina pronti ad inondare la nave nel caso l'equipaggio non fosse stato pronto a resistere ai lamenti e ai fragori della natura.

Per farlo dovevano dare il meglio di sé per il bene soggettivo. La vita a bordo era molto dura e spesso portava alla morte a causa delle sofferenze inflitte dall'aguzzino che, armato di frusta, obbligava a remare fino allo sfinimento. Chi non riusciva a reggere il compito veniva sostituito e il più delle volte, considerato lo stato fisico, abbandonato in mare. L'alimentazione era di scarsa qualità e veniva somministrata ogni quattro ore durante una pausa di dieci minuti, preferibilmente all'imbrunire, per non mostrare ai rematori il contenuto di questo miscuglio fatto con farina, acqua e aceto. Era una vera e propria prigione: del resto la parola galera deriva proprio da galea, per indicare un luogo dove veniva limitata, se non abolita, la libertà personale.

Il corpo dei vogatori era formato dagli schiavi, dai galeotti e dai buonavoglia. Ora, nel XXI le persone che quotidianamente lavorano in una catena di montaggio, a cui viene chiesto di produrre incessantemente per raggiungere elevati livelli di produzione e di redditività aziendale, vivono le stesse condizioni provate dai rematori ai tempi delle Galee, oppure qualcosa è cambiato? La catena di montaggio di molte aziende è infernale. La velocità di scorrimento è elevata e i tempi macchina sono frustranti. Si pensi che in talune situazioni il tempo macchina per svolgere una attività ( più fasi ) è di soli cinque secondi. I turni sono incalzanti e la pausa è di breve durata a metà di ogni mezzo turno. Il lavoratore è immerso nella propria attività e rare sono le occasioni nelle quali viene permesso il dialogo per un confronto. La relazione è verticistica seppur inquadrata all'interno di uno schema a matrice.

Dal taylorismo, al fordismo in avanti, lo schema produttivo è rimasto invariato nella filosofia: le persone svolgono un lavoro parcellizzato il cui requisito fondamentale è l'attenzione da porre alla sequenza delle attività da svolgere per garantire gli standard di qualità. Il turnover è molto elevato per la stanchezza fisica e psichica che il lavoro comporta connesso al clima ambientale e al numero di operazioni routinarie che devono essere eseguite nell'unità di tempo. La catena di montaggio meccanica si trasforma in una catena di montaggio umana dove ogni lavoratore diventa una parte intercambiabile di un altro lavoratore con il quale forma la linea di produzione.

Il sistema familiare e sociale si sfascia per l'incapacità della società di autoregolarsi in una dimensione umana della relazione portando l'individuo all'esasperazione complice la manca di regole che consentano di vivere il tempo nella pienezza. L'economia del benessere è la dimensione che consente di avvicinare la dimensione reale di una società che produce beni e servizi per migliorare gli stili di vita delle persone e dall'altro godere della disponibilità di tempo per vivere nel benessere, ovvero stare bene con se stessi per stare bene con gli altri. In questo millennio, assai lontano dal secolo delle galee sono ancora oggi presenti situazioni lavorative che necessitano di essere trasformate per donare loro quel valore etico che il lavoro possiede e alle persone restituire la loro dignità personale e professionale. Possiamo pensare di trasformare le galee aziendali in imbarcazioni dove lavorare a misura d'uomo?

Julián Carrón a Rimini il 12 Aprile 2019: «E questo stupisce ancora di più, dal momento che viviamo in una società liquida e quindi dovremmo esserci abituati al fatto che niente dura. Siamo tante volte in preda a un vortice di affetti, di sentimenti, in cui tutto si costruisce e si smonta sempre molto in fretta; di conseguenza, facilmente siamo vittime della delusione. Niente sembra tenere, il tempo consuma, svuota tutto; quello che è accaduto ieri perde la sua presa su di noi, il suo fascino». Lo scopo è «... il desiderio cioè di una felicità che duri, che non si dissolva nello spazio di una giornata o di una stagione».

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Che cosa regge l'urto del tempo? Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione Rimini, 12 aprile 2019 Appunti dall'Introduzione di Julián Carrón
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/ 

 

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GUIDO ZACCARELLI

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

Era l'8 febbraio del 2018 quando il gruppo AMO COLORNO segnalava la pericolosità della porta della sala d'aspetto della stazione di Colorno. In quell'occasione una mamma non vedente con un bambino di soli due anni, sfiorandola con il suo bastone, sentì cadere una barra di metallo a pochi centimetri dalla testa del suo bambino, assieme ad alcuni vetri. Dopo ciò ci interfacciamo con RFI e riuscimmo ad ottenerne la riparazione, così come la reimbiancata dei muri interni e della facciata esterna che ad oggi è stata nuovamente deturpata da squallidi graffiti.

Da quel giorno, le cose non sono migliorate, e diversi furono i tentativi del nostro gruppo di richiedere l'installazione di videosorveglianza nell'area a costante vandalismo e degrado, nonché la chiusura della stazione, nelle ore notturne. Per chiedere questo chiedemmo anche al consigliere regionale Dott. Giancarlo Tagliaferri di FDI di eseguire in regione per nostro conto un'interrogazione, a cui RFI rispose di essere disposta a "ragionare" sull'installazione delle telecamere. A seguito dell'interrogazione regionale n. 7197 del 21 settembre 2018, però, nulla è stato fatto.

Nelle scorse settimana abbiamo deciso di contattare il presidente della regione Dott. Stefano Bonaccini, che ci ha fatti contattare con una cortese telefonata, dal sottosegretario Dott. Giammaria Manghi, il quale dopo aver chiesto dettagli sulla situazione della stazione di Colorno, ci ha informati che si sarebbe interessato.

I cittadini di Colorno attendono che la stazione tutelata dalle belle arti, nodo cruciale di collegamento tra due regioni (vista anche la chiusura del ponte sul PO tra Colorno e Casalmaggiore), torni ad essere decorosa, come si addice ad un paese di grande interesse turistico di Colorno e mentre questo avviene, arriva la notizia di un ulteriore atto di spregevole vandalismo. La vetrata della porta della sala d'aspetto viene nuovamente distrutta e la stanza deturpata ovunque dall'urina.

A questo punto non sappiamo davvero più cosa debba accedere prima di decidere di installare la videosorveglianza e di programmarne una chiusura notturna. Non basta l'aver dovuto reimbiancare per 3 volte di fila la facciata della stazione? Non basta l'aver dovuto imbiancare più volte i muri della sala d'aspetto? Non basta l'aver riparato inutilmente una porta a vetri?...

Se RFI ha soldi da spendere faccia pure, ma vogliamo ricordare che il biglietto noi lo paghiamo, e non meritiamo tutto questo. In stazione a Colorno, non ci sono nemmeno i bagni agibili. Speriamo che si decida finalmente di rimediare e questa volta con cognizione.

 

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Il gruppo
AMO - COLORNO

Dove la musica e le parole non riescono ad arrivare, entra in gioco Valentina Carpin con le sue fotografie. Ma raccontiamo la sua storia dall' inizio.

Di Nicola Comparato Felino 27 aprile 2019 - Valentina Alessandra Carpin nasce a Rho (MI) i'11 Ottobre 1985.

Fin da piccola si sente a suo agio tra diapositive, rullini e stampe presso l'agenzia "FarabolaFoto" di Milano dove lavorava sua madre, "costretta" a portare Valentina e la sua sorellina sul posto di lavoro quando i nonni e il papà erano impegnati.

Valentina si diploma nel 2005 presso l'istituto Ipsia Piero Sraffa in Fotografia, conseguendo poi la specializzazione in Fotografia Digitale nello stesso anno. Sucessivamente svolge uno stage formativo presso la "FarabolaFoto" (MI) approfondendo le sue specializzazioni in Grafica Pubblicitaria. Comincia a Lavorare presso la ex "ClicPhoto" a Milano come collaboratrice, ottenendo fin da subito pubblicazioni su riviste quali "Bella" "Novella 2000" "Chi" e varie riviste sportive.

Oltre a questo collabora per i cataloghi "Caleffi" e per alcune aziende di profumi.

Ma non finisce qui. All' inizio del 2007 diventa collaboratrice nel foto giornalismo con conferenze stampa per personaggi famosi quali "Stefano Accorsi, Carolina Kostner etc.."
Intervista anche personaggi sconosciuti ma che realizzano ad esempio profumi per personaggi famosi come "Laura Bossetti Tonatto" che ha creato profumi per la Regina Elisabetta e per i nostri Vip Italiani.

Inoltre, fotografando i piccoli artigiani, Valentina Carpin è andata alla scoperta delle nostre campagne e dei prodotti tipici della nostra Italia.

In quegli anni ha eseguito a livello grafico e fotografico, ritocchi dell'immagine per le foto dei vip sui magazine.

Valentina si è recata in vari luoghi della Lombardia e del Piemonte eseguendo servizi di reportage per immortalare ville e giardini per conto di riviste e magazine dedicati al nostro paese, ma secondo il parere di Valentina, il suo reportage più bello è stato quello ad Helsinki (Finlandia), città che tutt'ora ha nel cuore e che visitava ogni estate, dove ha stretto anche molte amicizie.

Nel 2009 si trasferisce a Parma per completare i suoi studi universitari, ma incontrando l'amore e con la nascita di suo figlio nel 2011, il suo percorso si ferma per qualche anno.
Riprende la sua attività nel 2016 come fotografa di eventi (matrimoni , battesimi, cresime e compleanni), eseguendo servizi innovativi, facendo reportage completi dell'evento e non le classiche foto posa di rito.

Infatti, grazie ai suoi set fotografici, fu contattata da un'importante fotografo specializzato in matrimoni a livello internazionale per seguire un corso di aggiornamento in Inghilterra. Ma purtroppo il lavoro di suo marito non glielo permise, essendo lui a quel tempo un militare.
L'attuale ritorno di Valentina a Parma dopo quasi 10 anni le sta dando la possibilità di rimettersi in gioco e di ricominciare laddove aveva lasciato.

La fotografia è da sempre il suo hobby, il suo lavoro, il suo sfogo, il suo modo di esprimersi, e non può proprio farne a meno. Negli anni in cui non ha potuto lavorare, il suo bellissimo bambino e i monti dell' Alto Adige sono stati i suoi soggetti più fotografati e più amati.

Ma le passioni di Valentina non si fermano alla fotografia. I suoi svaghi sono l'equitazione, sport che ha iniziato a praticare a 6 anni, lo yoga e la cristalloterapia. Però ammette che le serate a teatro con suo marito sono il massimo e la "Bella Parma" su questo ha molto da offrire.

Ecco il link della pagina Facebook di Valentina Carpin https://www.facebook.com/FrozenPhotoEvents/ 

 

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La Procura di Parma propone ricorso avverso gli atti di riconoscimento di figli effettuati da coppie omosessuali, ricevuti dal Sindaco di Parma

Il Procuratore della Repubblica di Parma ed il Sostituto Procuratore dott. Ausiello hanno presentato ricorso nei confronti di quattro atti di riconoscimento successivo effettuati in data 21.12.2018, relativo ad altrettanti bambini, effettuati da donne unite civilmente e/o conviventi con le madri naturali; tali riconoscimenti erano stati effettuati dinanzi al Sindaco di Parma, nella qualità di Ufficiale dello Stato Civile.
In uno dei casi si era trattato di una sorta di riconoscimento incrociato, atteso che ciascuna delle due madri -tra loro conviventi- aveva riconosciuto il figlio partorito dall'altra donna.

Si tratta di una vicenda analoga a quella -già pendente dinanzi al Tribunale di Parma- relativa al Comune di Fidenza: in tale ultimo caso, però, l'Ufficiale di Stato Civile aveva rifiutato di ricevere l'atto di riconoscimento, per cui le due donne avevano presentato ricorso al Tribunale, e la Procura di Parma era intervenuta, chiedendo il rigetto del ricorso stesso.

Anche la presente vicenda si inserisce pertanto nel solco del delicato problema della possibilità che un bambino, riconosciuto alla nascita soltanto dalla madre (con l'espressa indicazione che il figlio era "nato dall'unione naturale di essa dichiarante con uomo non parente né affine con lei nei gradi che ostano al ricevimento ai sensi dell'art. 251 del codice civile"), venga successivamente riconosciuto come proprio figlio anche dalla donna, convivente o unita civilmente con la madre naturale; in altri termini, il problema se un bambino possa essere riconosciuto come figlio di una coppia omosessuale, possibilità che, nell'ordinamento italiano, ad oggi nessuna norma consente o prevede.
E' noto che, tuttavia, nonostante lo sbarramento normativo, i Sindaci di alcuni Comuni abbiano ritenuto ugualmente di poter ricevere le dichiarazioni di riconoscimento successivo, mentre in altri casi, allorquando la richiesta non sia stata accolta dal Comune, alcuni Tribunali abbiano ordinato all'Ufficiale di stato civile di ricevere gli atti di riconoscimento.

La Procura di Parma, invece, rifacendosi ai principi della separazione dei poteri (con il richiamo alla non ingerenza del potere giudiziario nel settore legislativo, ed al rispetto delle reciproche perimetrazioni) e del rispetto della legge (non solo dal punto di vista dell'ossequio formale, ma da quello sostanziale) ha sostenuto l'illegittimità degli atti di riconoscimento in questione.

Negli atti di ricorso al Tribunale, la Procura ha infatti evidenziato che, secondo le norme del codice civile e dell'ordinamento dello stato civile, l'atto di riconoscimento successivo (ovvero proprio quello ricevuto dal Sindaco di Parma) è previsto solo per il figlio nato fuori dal matrimonio e può essere effettuato esclusivamente dalla madre e dal padre che non lo abbiano riconosciuto al momento della nascita.

Pertanto, visto che, nei quattro casi in questione, il riconoscimento originario del bambino era stato effettuato solo dalla madre, il riconoscimento successivo poteva essere effettuato esclusivamente dal padre e non da un'altra donna, che ovviamente non è madre nè tantomeno può essere padre.

A sostegno della tesi contraria al riconoscimento, la Procura ha prodotto anche una relazione tecnica da parte dell'Ufficio di Stato civile di Parma, che si è espresso nel senso di ritenere non accoglibile il riconoscimento richiesto dalle coppie omosessuali, proprio perché non previsto dal nostro ordinamento (tanto che il Sindaco, titolare dell'Ufficio di Stato Civile, è dovuto personalmente intervenire per ricevere gli atti di riconoscimento successivo).

La Procura di Parma ha poi passato in rassegna alcune pronunzie giudiziarie precedenti (che avevano ritenuto ammissibili tal genere di riconoscimenti), criticandone le motivazioni proprio per lo stridente contrasto con l'attuale normativa e, rispetto alla pregressa vicenda di Fidenza, si è a lungo soffermata anche su aspetti di costituzionalità della legge n° 40 del 2004 (relativa alla procreazione medicalmente assistita), che spesso viene richiamata nei provvedimenti giudiziari per giustificare i riconoscimenti da parte di coppie omosessuali. Tale norma, invece, esplicitamente vieta il ricorso a questo tipo di procreazione da parte delle coppie omosessuali; in particolare, nei ricorsi in questione, la Procura si è dilungata per dimostrare che tale divieto legislativo non sarebbe costituzionalmente illegittimo.

Negli atti di ricorso la Procura di Parma -consapevole di diversi precedenti giudiziari di segno contrario- ha più volte insistito sulla circostanza che l'Autorità giudiziaria è solo l'interprete della norma, e non la creatrice della norma stessa, sottolineando, per un verso, che è compito del Legislatore creare le leggi e, per altro verso, che non spetta al Giudice colmare (veri o presunti) vuoti normativi. A tal fine ha ricordato che le norme del codice civile e dell'ordinamento dello stato civile (anche quelle relative agli atti di riconoscimento successivo) sono state modificate tra il 2013 ed il 2015 e, in quella circostanza, il Legislatore (unico legittimato a modificare le leggi) ben avrebbe potuto introdurre questo genere di riconoscimento da parte delle coppie omosessuali.

Infine la Procura ha ricordato che neppure la legge Cirinnà (che è ancora più recente, essendo stata approvata nel 2016) che ha introdotto le unioni civili tra coppie dello stesso sesso, ha inteso legiferare in materia di filiazione di coppie omosessuali, per cui anche sotto questo aspetto gli atti di riconoscimento ricevuti dal Sindaco appaiono non conformi alle disposizioni di legge.

Il Tribunale dovrà ora fissare l'udienza per la decisione sui ricorsi.

Parma, 27.4.2019

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