La cooperativa casearia di Sestola celebra il 60 esimo di nascita con una struttura che va incontro alle esigenze anche culturali dei consumatori.

Sestola (MO) 13 novembre 2014 -

A 60 anni dalla fondazione il caseificio di Roncoscaglia inaugura il casello rinnovato ma sulla forma dei vecchi caseifici. Un investimento di 200.000€ grazie a un contributo ottenuto dal Gal Antico Frignano e Appennino reggiano.
Occupa una superficie di 150 mq e comprende una sala polivalente con museo utilizzabile anche per le degustazioni dei prodotti, salumi compresi. C'è anche un nuovo punto vendita. Il Roncoscaglia è stata una della prime cooperative del Frignano.
I NUMERI
9 soci
17.500 quintali di latte anno
3.200 forme anno

(Guarda il video -http://www.youtube.com/watch?v=5Y7f8uuwCGg&list=PL0894FC627ABA9B16)

D.LGS. 150/2012. Introdotte nuove disposizioni per il rilascio e rinnovo delle abiitazioni alla vendita, acquisto e per consuenza sull'impiego di prodotti fitosanitari in agricoltura.

Parma, 13 novembre 2014 -
Il d.lgs. 150/2012, attuativo della direttiva 2009/128/CE in materia di utilizzo sostenibile dei pesticidi, stabilisce che a decorrere dal 26 novembre 2015 chiunque acquisti e utilizzi in modo professionale prodotti fitosanitari o intenda svolgere attività di vendita di tali prodotti o di consulenza sull'impiego degli stessi, deve essere in possesso di specifiche abilitazioni.

Le abilitazioni sono ottenibili in base a un sistema di formazione, rilascio e rinnovo, che le Regioni – secondo quanto stabilito dal Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (DM 22 gennaio 2014) - devono mettere a disposizione degli utenti entro il 26 novembre 2014, attenendosi ai requisiti indicati dal d.lgs. 150/2012 e dal Piano medesimo.

La nuova disciplina nazionale - rispetto alla previgente recepita dalla Regione con la DGR 1120/2008 - prevede la nuova figura del consulente per l'impiego dei prodotti fitosanitari, un incremento della durata complessiva dei corsi e un aggiornamento dei loro contenuti, sia di quelli finalizzati all'abilitazione che di quelli di aggiornamento.

E' prevista una clausola che salvaguarda la formazione svolta ai sensi della DGR 1120/2008, se autorizzata prima dell'entrata in vigore della nuova DGR.
(allegato File del Decreto di Giunta Regionale Emilia Romagna 1722/2014)

Un focus finalizzato all'approfondimento del MKT territoriale a partire dall'Alto Adige e dalla Strada del Prosciutto e dei vini dei colli di Parma.

Parma, 12 novembre 2014 - L'istituto Rural dell'Università di Helsinki (gruppo di ricerca che si occupa di turismo rurale) in viaggio in l'Europa per apprendere la gestione del turismo rurale per l'Italia ha chiesto di poter visitare, per la loro unicità di offerta, l' Alto Adige e di incontrare il Presidente della "Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma".

Il focus è finalizzato all'approfondimento del MKT territoriale.
" Vista la vostra singolare peculiarità i ricercatori del Ruralia Istitute hanno chiesto di poter organizzare un incontro con il promotore della "Strada del Prosciutto" per un'ora circa il giorno 18 c.m. punto 1 come siete riusciti a trasformare un idea in realtà 2 come si permette di facilitare la visibilità di tutte le aziende anche di piccole dimensioni, valorizzando i prodotti e produzioni di nicchia 3 obbiettivi. So che tale richiesta potrebbe essere un po' inconsueta, ma penso che esportare dei buoni casi studio in Europa sia un esempio di come il know-how italiano sul cibo sia ancora un riferimento in Europa. Rimango a disposizione per eventuali domande o chiarimenti, e ringraziandola sinora della collaborazione. Cordiali saluti (Enrico Vidale. University of Padua Campus Agropolis.)"

L'incontro si svolgerà presso la sede della "Strada del Prosciutto" nelle sale della Rocca di Sala Baganza , martedì 18 c.m. alle ore 11.00
(fonte Strada del Prosciutto di Parma)

Dal 12 novembre è online sul sito del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Un valore in più per gli allevatori.

Reggio Emilia, 12 novembre 2014 - Giunge all'ultima tappa il cammino che ha portato alla definizione del nuovo Piano di regolazione dell'offerta per il Parmigiano Reggiano.
Dopo le possibilità concesse dall'Unione Europea con il "Pacchetto latte" (che nel rispetto della libera concorrenza consente di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità) e il cammino interno al comprensorio di produzione, che con l'assemblea consortile del settembre 2013 diede il via a larghissima maggioranza al nuovo Piano produttivo, dal 12 novembre sarà online il Registro delle quote latte per la produzione di Parmigiano Reggiano (consultabile sul sito: http://registro.parmigianoreggiano.it).

"Un passaggio – sottolinea il Consorzio – che rimarca un legame tra produttori di latte e caseifici che non ha uguali in Europa: il Parmigiano Reggiano, infatti, diviene così l'unico formaggio che assegna direttamente agli allevatori (e non ai caseifici), cioè ai titolari della materia prima a qualità distintiva, le quote latte da destinare alla trasformazione, creando anche nuovo valore per quasi 3.500 allevamenti".
"Si completa così – prosegue il Consorzio – un percorso che per la prima volta ha visto proprio i produttori agricoli (e non solo i caseifici) diretti protagonisti della scelta del governo della produzione; dopo l'esito assembleare pressoché unanime da parte dei caseifici per il via ai piani produttivi, infatti, i produttori hanno singolarmente validato con la propria firma un impegno che è divenuto collettivo e individuale al tempo stesso".
I produttori riceveranno nei prossimi giorni una comunicazione scritta della propria quota latte, e attraverso il registro online, che è pubblico, sarà possibile a chiunque la visura precisa dei produttori che operano all'interno del comprensorio e delle relative quantità.
"Uno degli aspetti più importanti – spiega il Consorzio – è che la quota è di esclusiva proprietà degli allevatori: questo significa che potranno scegliere se utilizzarla per mungere latte da destinare a Parmigiano Reggiano o, eventualmente, per trasferirla a terzi o usarla come elemento di garanzia per ottenere credito".
(Fonte Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano)

Tutto il personale tecnico impegnato anche nella notte per governare una situazione molto problematica di precipitazioni che in alcune zone non si verificava dai 100 ai 500 anni -

Parma, 14 novembre 2014 –

50 impianti idrovori a pieno regime e dieci pompe mobili azionate con l'ausilio dei trattori posizionati nelle zone nevralgiche della pianura della provincia di Parma sono stati attivati in sole 24 ore dal Consorzio di Bonifica Parmense che ha sollevato oltre 70 milioni di metri cubi di acqua per ovviare ad un fenomeno di precipitazione violento che in alcune zone non si verificava in un intervallo di tempo che va dai 100 ai 500 anni.

I 50 tecnici del Consorzio, in servizio costante anche durante la notte, hanno cercato di governare non senza difficoltà, attraverso l'utilizzo degli impianti dislocati sul comprensorio, una situazione molto problematica verificatasi durante la fase di emergenza e allerta. Le condizioni del terreno infatti non hanno consentito un assorbimento immediato delle piogge cadute nelle ultime ore proprio perché la terra era già ampiamente satura delle acque cadute nei giorni precedenti. La quantità di pioggia inusuale si è così velocemente accumulata in un brevissimo lasso di tempo nei canali di bonifica che contemporaneamente erano già in fase di rigurgito come conseguenza diretta delle piene dei torrenti provenienti dall'Appennino e in parte dal Po.

Il Consorzio di Bonifica sta tutt'ora svolgendo l'attività di rilascio delle acque canalizzate e tutto il personale è in fase di allerta in vista di possibili ulteriori precipitazioni. Restano sorvegliate attraverso il telecontrollo e a vista tutti gli impianti messi in funzione (ricordiamo che nella notte tra mercoledì e giovedì sono caduti sulla pianura parmense in media 85 mm d'acqua con punte di 120 mm a Fontevivo e 105 a Noceto). In base alle differenti necessità riscontrate nelle zone della Bassa in cui si sono verificati anche alcuni straripamenti e allagamenti conseguenti ad una massa di acqua incontenibile anche con tutta la rete attivata sono stati distribuiti migliaia di sacchetti di sabbia, con cui è stata, fra l'altro, tamponata una falla sull'argine sinistro del canale Gaiffa a sud di San Secondo. Sempre in zona è stato sovralzato l'argine destro della Dugara Casalora a Ravadese a difesa dell'impianto fotovoltaico presente. Anche un importante opificio a Coltaro è stato salvato dall'allagamento in tempo utile.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio della Bonifica Parmense)

Per la prima volta l'evento più importante dell'area del Mediterraneo dedicato al business e alla ricerca nelle tecnologie per la trasformazione dei prodotti vegetali ha accolto anche operatori del Far East. Nella cornice di Cibus Tec si sono svolti centinaia di incontri d'affari che hanno aperto nuove relazioni commerciali. Grande soddisfazione tra le imprese di Parma e tra gli organizzatori: la Camera di Commercio di Parma, Unioncamere Emilia-Romagna, la Camera di Commercio italiana per la Francia a Marsiglia e il polo francese Terralia.

Parma, 14 novembre 2014 -

La Camera di commercio di Parma traccia, con il suo presidente Andrea Zanlari, un bilancio della quinta edizione di "Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings", manifestazione di business-matching svoltasi dal 29 al 30 ottobre alle Fiere di Parma nella cornice di Cibus Tec. "Siamo soddisfatti, - dice il presidente - i riscontri avuti dalle nostre imprese sono molto positivi. Tutte, ed erano 23 quelle di Parma, hanno incontrato tantissimi operatori esteri e tutte hanno sottolineato l'efficacia degli incontri e la funzionalità dell'organizzazione. Il nostro obiettivo, come Camera di commercio, è stato quello di favorire la conoscenza della tecnologia parmense per l'agroalimentare in molti Paesi contemporaneamente, favorendo relazioni e business, e posso dire che abbiamo centrato questo risultato".

Tra le 126 organizzazioni partecipanti, in prevalenza aziende (105), spiccava la significativa presenza del mondo dell'università e della ricerca (10), come per esempio l'INRA francese e la Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve alimentari (azienda speciale della Camera di commercio). Nove gli istituti pubblici presenti.

Undici i paesi rappresentati, provenienti da tre continenti; per la gran parte dell'area del Mediterraneo, c'erano tuttavia alcune interessanti eccezioni: oltre Algeria (15 partecipanti), Egitto (6), Marocco (3), Tunisia (9), Turchia (7), Libano (3), Francia (5), Italia (55), Spagna (4), erano presenti infatti 12 operatori dalla Russia e 8 dal Vietnam. Circa 500 gli incontri b2b realizzati, tutti nella filiera della trasformazione di frutta, verdura e cereali e in quella vitivinicola e olearia. In particolare, i paesi dell'area Maghreb e la Turchia hanno dimostrato un forte interesse verso le tecnologie di lavorazione e confezionamento di ortaggi, frutta e olio. Ma il Paese che ha forse suscitato il maggiore interesse è stato il Vietnam, perché ancora poco esplorato e con caratteristiche molto interessanti per le aziende italiane.

Da Parma, hanno preso parte a Tech Agrifood, Asepsystems Srl, Bg Srl, Ceti Group Srl, Cobe Ingegneria Srl, Fipal Srl, Ghizzoni D. Spa, Ing. A. Rossi Impianti Industriali Srl, Labs Srl, Lanzi Tiziano, Levati Food Tech Srl, L.W.P. Engineering Srl, MGF Srl, Navatta Grop Food Processing Srl, Nuova Sara Srl, Parma Tech Magreb, PSA Italy Srl, Refri Group Srl, Rg Strumenti Srl, Stv di Salati G. & C. Snc, Tropical Food Machinery Srl, Zacmi Spa e Zilli & Bellini Srl oltre alla già menzionata Ssica.

"Questa manifestazione, che organizziamo con la Camera di commercio italiana di Marsiglia e con Terralia, Polo di competitività del sud est della Francia, è nata 5 anni fa per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, tecnologici e scientifici su alcuni temi focali tra cui i processi di conservazione e trasformazione, l'imballaggio e il confezionamento, lo stoccaggio e la distribuzione" aggiunge Zanlari. "Parma – spiega ancora il presidente della Camera di commercio - è leader in tutti questi settori ed è per questo che, per la seconda volta, abbiamo deciso di portare la manifestazione, nata in Francia, qui da noi. Siamo centrali in Europa ed è giusto che riva nord e riva sud del Mediterraneo si incontrino qui. Quest'anno inoltre abbiamo deciso di allargare la partecipazione anche a due mercati difficili ma decisamente interessanti come Vietnam e Russia. L'interesse per la nostra tecnologia è stato alto. Mi fa veramente piacere che molte aziende ci abbiamo detto che grazie a questa manifestazione hanno incontrato Paesi e operatori che altrimenti non avrebbero mai avuto l'occasione di conoscere".

(Fonte: Ufficio Stampa Camera di commercio di Parma)

"Senza la bonifica in queste ore la regione sarebbe alluvionata". Al via l'iniziativa di Urber e Cer "Acqua & Territorio Lab". Il primo laboratorio interattivo regionale partito dall'Istituto Agrario Zanelli di Reggio Emilia grazie al Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale -

Reggio Emilia, 12 novembre 2014 -

Un centinaio di studenti delle scuole superiori radunati nell' Aula Magna, gli esperti del sistema dei Consorzi di Bonifica e un'analisi approfondita, senza filtri, dell'ambiente che ci circonda: "In Emilia-Romagna si distribuiscono oltre 1,2 miliardi di metri cubi d'acqua, senza di questi la regione sarebbe completamente arida. Ma i 20 mila chilometri di canali proprio in queste ore contribuiscono a scolare le piogge eccessive che cadono violentemente su un territorio cementificato e mutato che, diversamente, sarebbe alluvionato e paludoso".

Questo, in sostanza, l'avvio del tutto inatteso per tanti futuri periti agrari dell'Istituto Agrario Zanelli di Reggio Emilia che ancora non conoscevano in modo approfondito l'attività di bonifica sul loro comprensorio. La giornata di studio di "Acqua e Territorio Lab", dedicata interamente alla gestione e alla qualità delle acque, è nata da una collaborazione attiva tra Urber (l'Unione Regionale delle Bonifiche dell'Emilia Romagna) Cer (Canale Emiliano Romagnolo) e grazie all'esperienza maturata in campo divulgativo dal Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale.

Le classi 4 E, A, C, M dell'Istituto hanno così colto con attenzione l'opportunità offerta dal laboratorio multidisciplinare delle bonifiche per sperimentare in prima persona cosa significa conoscere e governare l'acqua per renderla valore aggiunto per l'agricoltura, settore in crescita a doppia cifra che potrà assicurare loro un lavoro nell'immediato futuro.

"Queste giornate sono essenziali per la crescita del settore – ha evidenziato Massimiliano Pederzoli (presidente di Urber e Cer) lo scambio reciproco con gli studenti per noi è un ponte sul domani fatto di conoscenza e innovazione tecnologica, un'occasione da non perdere e da incrementare".
"Senza il lavoro dei Consorzi di Bonifica il territorio non sarebbe come lo conosciamo – ha spiegato Marino Zani, presidente dell'Emilia Centrale – grazie allo scolo delle acque, all'irrigazione e alla difesa dell'ambiente. Con 20.000 chilometri di canali, 3.600 nel nostro comprensorio, che servono per l'industria e per i privati e l'ambiente".

"Ciò nonostante, l'incremento della popolazione previsto richiede nuove produzioni" ha spiegato Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale nell'illustrare il sistema della bonifica locale capace di irrigare ben 120mila ettari dove il 90% dell'acqua serve per foraggere cereali e vigneti. A fianco a questo le opere agroambientali realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica.

Daniele Galli, docente dell'Istituto Zanelli ha ricordato anche il piano per il Monitoraggio della qualità delle acque irrigue del Consorzio dell'Emilia Centrale. "Un progetto con finalità agronomica e ambientale a tutela delle acque quale fattore produttivo, capace di aumentare la produttività di 2,5 volte e che ha visto monitorare 54 parametri per ognuno dei campioni analizzati nel tempo". Tra le innovazioni più recenti per una applicazione tecnologica pratica all'agricoltura Irrinet, ideato dai ricercatori del Canale Emiliano Romagnolo, spicca per riconosciuta utilità tra gli addetti ai lavori.

Gioele Chiari- (Cer) ha spiegato agli studenti Irrinet , esempio virtuoso del servizio irrigazione realizzato proprio dal Cer e a disposizione di tutte le aziende agricole dell' Emilia Romagna, un software di ultima generazione in grado di fornire consigli irrigui via sms sul momento più idoneo di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche.

(Fonte: ufficio stampa URBER)

Nessuna variazione per il burro. Segno negativo per la crema a uso alimentare e per il Parmigiano Reggiano. Latte spot, cresce solo il nazionale.

di Virgilio, 12 novembre 2014 -

LATTE SPOT In leggera crescita il latte crudo spot nazionale. Registrato un +1,35% che porta il livello dei listini veronesi a collocarsi tra 38,15 e 39,18€/100 litri di latte. Invariato invece il latte intero pastorizzato estero mentre lo scremato è stato ritoccato in crescita del 2,27%. Rispetto il 2013 il valore medio dei listini ha ceduto del 10,24% relativamente al latte spot nazionale (41,84 /100 litri latte) e del 14,02% riguardo al latte di provenienza estera, Germana e Austria (39,73€/100 litri).

Latte Spot

BURRO E PANNA Sulla piazza milanese nessuna variazione è stata registrata riguardo al burro. 2,85€/kg il listino del Burro CEE ormai fermo da oltre due mesi. Altrettanto dicasi per le altre tipologie di burro che hanno tutte replicato i medesimi valori della precedente ottava.
Anche il burro zangolato da panne fresche, contrattato a Parma, ha mantenuto il prezzo di 1,50€/kg. Segno negativo invece per le creme a uso alimentare quotate a Milano che, con un -2,38%, sono discese a 1,64€/kg.
Nessuna variazione invece sulla piazza veronese.

Burro CEE

GRANA PADANO Stabile il Grana Padano DOP sulle piazze di Mantova e di Milano.
Nello specifico il Grana Padano quotato nel capoluogo lombardo ha confermato il prezzo compreso tra il minimo di 6,35 e il massimo di 6,60€/kg e tra 7,00 e 7,65€/kg rispettivamente per il 9 mesi di stagionatura e per il 15 mesi e oltre di stagionatura.

GP MI 9M

PARMIGIANO REGGIANO La lenta emorragia non si arresta.
Se il Grana Padano soffre, il "Parmigiano" un po' di più. Altri 5 centesimi lasciati sul mercato da parte del Re dei formaggi sia per il 12 sia per il 24 mesi di stagionatura sulla piazza di riferimento comprensoriale di Parma e perdita confermata anche per il 24 mesi contrattato a Reggio Emilia nella giornata di ieri. Stabili invece le quotazioni a Milano.

PRRE 12M PR

(Grafici realizzati da CLAL)

Il Consorzio della Bonifica Parmense presenta a Roma i risultati dei propri modelli di prevenzione e intervento. I progetti "Difesa Attiva Appenino" e "SOS Bonifica" riscuotono il plauso del ministro Galletti -

Parma, 11 novembre 2014 –

"Presa di coscienza del rischio idrogeologico e stop al consumo di suolo": con questi due imperativi si sono riuniti oggi a Roma gli Stati generali nazionali contro il dissesto idrogeologico che sta creando danni gravissimi in molte zone del paese.
A margine dell'iniziativa "Fuori dal fango", coordinata alla Camera dei Deputati dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Delrio, dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Galletti e dal Capo Dipartimento della Protezione civile Nazionale Gabrielli, i vertici del Consorzio della Bonifica Parmense Luigi Spinazzi e Meuccio Berselli hanno incontrato il Capo della Struttura di Missione Contro il Dissesto Erasmo D'Angelis per presentare i due modelli di intervento, Difesa Attiva Appennino e SOS Bonifica, già attuati con risultati tangibili proprio nella provincia di Parma.

I due progetti di salvaguardia ambientale montana "made in Parma", che mirano ad intervenire in tempi più rapidi, sveltendo le molteplici fasi burocratiche, hanno riscosso l'interesse del ministro Galletti che ha rinnovato l'impegno del suo dicastero su tutte le attività per un corretto uso del suolo.

La Struttura di Missione del Governo ha confermato la stretta collaborazione con gli enti di tutela ambientale e soprattutto con i Consorzi di bonifica attraverso un accurato e costante monitoraggio comune delle numerose criticità del territorio appenninico. Fino ad oggi i cantieri aperti dalla Struttura di Missione sono 300 su 1500 programmati per un investimento complessivo che arriverà a 5-6 miliardi di euro in 6-7 anni nelle zone più fragili.

L'incontro, che ha unito in un unica prospettiva gli enti che hanno la medesima vocazione alla difesa del suolo, insieme al ciclo di pianificazione delle opere di difesa 2015-2020 (con il contributo rilevante dei fondi europei per lo sviluppo di coesione) rappresenta un passo decisivo verso la creazione di un unico coordinamento di prevenzione suddiviso solo per le diverse competenze.

(Fonte: Ufficio stampa Consorzio della Bonifica Parmense)

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 45 novembre 14

SOMMARIO (scaricabile formato pdf - in allegato)

SOMMARIO Anno 13 - n° 45 10 Novembre 2014
1.1 editoriale Burocrati, permalosi con qualche scheletro nell'armadio, e un piano segreto?
2.1 Girolio Eventi Girolio D'Italia. La tappa di Parma.
3.1 Lattiero caseario Niente di nuovo sul fronte lattiero caseario
4.1 crisi russa Ucraina: Coldiretti, controlli su carne tedesca all'antrace
5.1 eventi Cioccolato in Piazza
5.2 nutrizione e benessere Bye bye dieta vegetariana. A rischio salute e buon umore.
5.3 nutrizione Memoria più giovane con il cioccolato
6.1 alluvione Parma Alluvione Parma. Ricognizione danni.
6.2 turismo e tradizioni November food tour: Parmigiano e Culatello di Zibello DOP
7.1 turismo e tradizioni "Non solo maiale". I Luoghi del "Culatello di Zibello DOP"

Domenica, 09 Novembre 2014 11:19

Girolio D'Italia. La tappa di Parma.

Tappa Girolio 2014 a Parma. Cibo, identità, economia: Parma alla prova del futuro. In programma a Parma dal 21 al 22 novembre. Convegno sul valore delle produzioni agroalimentari tipiche ed educational tour per foodblogger provenienti da tutta Italia.

Parma, 7 novembre 2014 -

Si fermerà a Parma la Tappa Girolio 2014 e sarà l'occasione per favorire la conoscenza di un nuovo prodotto del nostro territorio, ancora veramente di nicchia, l' "olio del Ducato", e per discutere del valore delle tipicità alimentari nello sviluppo di un'economia sostenibile, attenta al territorio, alla sua storia e peculiarità.
La Tappa è inserita nella manifestazione GIROLIO D'ITALIA che si svolge ogni anno in una diversa città italiana e che la Camera di commercio di Parma sta promuovendo in accordo con l'Associazione Nazionale Città dell'Olio.

Fulcro della manifestazione sarà il convegno dedicato a: "CIBO, IDENTITA', ECONOMIA: Parma alla prova del futuro", che si terrà venerdì 21 novembre alle ore 16 alla Camera di Commercio di Parma. Dopo l'apertura dedicata al ventennale dell'Associazione Città dell'Olio Italiane, prenderanno la parola, per un breve saluto, le istituzioni (Camera di commercio, Comune e Provincia di Parma) quindi, con la moderazione di Marzia Morganti Tempestini (giornalista e docente dell'Università di Parma), interverranno:

Carlo Cambi (giornalista enogastronomo), sul tema: Il territorio di origine come strumento di marketing territoriale nelle produzioni agroalimentari
Giorgio Dell'Orefice (giornalista Agrisole-Il Sole 24Ore), sul tema: Parma Food Valley: attualità e scenari. Guardare al futuro
Antonio Giovanni Cocco (direttore generale ISNART), sul tema: I ristoranti italiani nel mondo: un'opportunità di mercato per le produzioni di qualità
GianMaria Cunial (presidente Associazione Olivicoltori parmensi), sul tema: Il valore delle produzioni agroalimentari di qualità e di nicchia nella promozione e valorizzazione del territorio
Seguiranno le testimonianze dei Consorzi di tutela del territorio.
Il saluto conclusivo sarà di Giuseppe Romanini, parlamentare e membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Scarica qui il programma dettagliato>>

L'incontro è aperto a tutti i partecipanti, ma si prega di confermare la presenza alla Segreteria organizzativa:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel. 0521 210280-246-203.
(Fonte CCCIAA Parma)

PR Girolio Cartina

Casi di contaminazione all'antrace riscontrati in Germania.

Parma 05 novembre 2014 ----
Occorre immediatamente verificare l'autenticità della notizia sui casi di antrace nella carne bovina proveniente dalla Germania che è anche tra i principali fornitori dell'Italia.

E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della Russia di vietare l'importazione di alcuni tipi di carne bovina, tra cui salsicce, provenienti da diversi Paesi Ue, tra cui Italia, Francia, Spagna e Germania perché in quest'ultimo Paese si sono registrati casi di contaminazione da antrace in carni bovine. Al rischio per l'Italia si aggiunge il danno provocato dall'escalation dell'embargo russo. La nuova misura decisa da Putin segue di poco – sottolinea la Coldiretti - la decisione di bloccare l'import di farine animali, grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati di bovini e suini provenienti dall'Ue.

Il 7 agosto 2014 – ricorda la Coldiretti – era invece stato decretato un divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce. A seguito di questi provvedimenti la Coldiretti ha stimato danni diretti solo nell'alimentare per un ammontare di circa 200 milioni di euro all'anno ai quali si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy ma anche la possibilità che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano piu' uno sbocco nel Paese di Putin.

Una buona notizia per i "carnivori", verrano meno le pressioni per cambiare abitudini alimentari. Le proteine della carne migliori di quanto la cultura popolare moderna supponesse o intendesse fare credere.

Parma, 03 novembre 2014 --
Premesso che la miglior dieta è quella mediterranea, perfetto mix tra carboidrati, proteine animali e grassi sia di origine vegetale sia animale (olio e burro per intendersi), sta finalmente smontando la convinzione che vegetariano è "felicità e benessere".

Un contro ordine che viene da uno studio condotto nell'Università Medica di Graz, in Austria, pubblicato dalla rivista PLos One.
I risultati ai quali i ricercatori sono giunti stravolgono, e perciò è facile prevedere ben presto delle contro ricerche, le convinzioni più popolari e comunque suffragate anch'esse da ricerche. Secondo i ricercatori, infatti, coloro che eliminano la carne dal proprio regime alimentare hanno il 50% di possibilità in più di ammalarsi di cancro o di subire un infarto, e non solo. I vegetariani hanno il doppio delle probabilità di soffrire di allergie e risulterebbero anche più esposti alla depressione e all'ansia.

Pur riconoscendo che i vegetariani hanno un body mass index inferiore e abitudini migliori (ad esempio, in genere fanno più attività fisica, bevono meno alcool e non fumano) la ricerca, intitolata Austrian Health Interview Survey, si contrappone nettamente a quanto finora conosciuto ovvero che le diete ricche di vegetali e frutta riducono il rischio del cancro e di altre malattie croniche in tutti i gruppi demografici.

A onor del vero, la ricerca in esame, stabilisce che il problema non starebbe nel fatto che frutta e vegetali sono dannosi, ma nella dieta sbilanciata. Infatti anche i grassi animali, assunti in dosi ragionevoli, hanno una missione positiva da portare avanti nel metabolismo corporeo.

Domenica, 09 Novembre 2014 09:16

Memoria più giovane con il cioccolato

Corsi e ricorsi storici. La scienza e in particolare quella connessa alla nutrizione, continua a sorprenderci. Dopo il burro sta cadendo il tabù del cioccolato.

di Virgilio. Parma, 04 novembre 2014 --
Nell'era moderna a salvare il cioccolato era solo il il suo effetto "droga" sull'umore. La capacità riconosciute a stimolare la produzione di endorfine (ormone della felicità), polipeptidi presenti nel cervello e nell'ipofisi ad attività oppiaceo-simile, da parte del cioccolato è stata incontrovertibilmente certificato dalla comunità scientifica.

Ma, e c'è sempre un ma quando qualche alimento diventa troppo attrattivo, il cioccolato è sempre stato osteggiato per i suoi grassi e conseguentemente per i problemi connessi al colesterolo. Almeno al colesterolo "cattivo" perché uno "buono" è già stato trovato e chissà che, ben presto anche questo tabù potrà anch'esso decadere.

Il cioccolato per la felicità e come analgesico, grazie appunto alle endorfine in grado di stimolare i centri del piacere creando situazioni soddisfacenti e riducendo dolore e malessere, ma non solo.
Recentissime ricerche, infatti, dimostrano come il cioccolato sia in grado di "ringiovanire la mente" di trent'anni. La notizia è stata pubblicata da Nature Neuroscience e divulgata da Huffington Post.it lo scorso 27 ottobre a firma di Ilaria Betti.
L'elisir di giovinezza albergherebbe quindi nei chicchi di cacao. Il cioccolato avrebbe quindi il potere di rallentare il processo di perdita della memoria nelle persone anziane. "I flavonoli, gli antiossidanti contenuti nei chicchi di cacao, possono far tornare la memoria di una persona di 60 anni a quella di un trentenne o di un quarantenne", spiegano gli studiosi della Columbia University.

A Soragna si spalancano le porte del Gusto! Le date di svolgimento saranno: sabato 8, 15, 22, 29 novembre 2014.

Soragna, 9 novembre 2014 -
Il costante e crescente successo della manifestazione turistico-gastronomica del "November Porc", che tocca nel 2014 la sua tredicesima edizione, dimostra che l'attenzione per la gastronomia e le produzioni d'eccellenza è sempre più un motivo di attrazione per viaggiatori di ogni tipo, dall'Italia e dal mondo.
Chi viene per assistere alla produzione dei "ciccioli", chi per assaggiare i piatti tradizionali, chi per fare acquisti con assoluta garanzia di qualità, spesso desidera ampliare la propria esperienza con sempre nuovi modi di vivere la "bassa".

Ecco quindi l'importanza della rete della Strada del Culatello, di cui fanno parte i comuni di Fontanellato, Soragna, Roccabianca, Colorno, San Secondo, Polesine Parmense, Sissa, Zibello, e dell'offerta turistica ad essi collegata. Oltre ai Castelli, ai luoghi di Verdi, alle escursioni nei parchi, si aggiunge per la durata del November Porc una "gustosa" novità proposta dal Comune di Soragna: il "November Food Tour – a Soragna si spalancano le porte del gusto", che offre la possibilità di entrare direttamente nelle aziende di produzione di Culatello di Zibello DOP e di Parmigiano Reggiano, normalmente non aperte al pubblico, in compagnia di una Guida autorizzata. La Guida, specializzata in turismo enogastronomico, offrirà dettagliate spiegazioni sui prodotti, la loro lavorazione, gli usi in cucina, rispondendo alle curiosità di tutti i partecipanti.

Il tour a cadenza settimanale offre una mattina intera di autentica "esperienza" gastronomica, arricchita da una degustazione finale, che sarà indimenticabile per i partecipanti.
Il Tour si rivolge a tutti gli appassionati e i curiosi della migliore gastronomia italiana, sia italiani che stranieri con spiegazioni in italiano e in inglese.
Le date di svolgimento saranno: sabato 8, 15, 22, 29 novembre 2014, con partenza alle 8,45 presso l'Ufficio Turistico di Soragna (via Repubblica, 3 – tel. 0524 598932). E' necessario che i partecipanti possiedano auto propria (in caso di necessità, è disponibile un servizio di noleggio con conducente a prezzo convenzionato). La quota a persona è di 55 euro.
Per aderire è sufficiente prenotare via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - o chiamare al n. +393277469902. Le Guide di Itinera Emilia forniranno tutte le informazioni utili.
....E speriamo ci sia la nebbia!

tournovember
(Fonte Comune di Soragna)

Venerdì, 07 Novembre 2014 12:57

Trender, Modena meno peggio e prima nelle reti

I numeri relativi al primo semestre 2014 esaminati da TrendER, l'osservatorio di CNA validato dall'Istat e elaborato in collaborazione con la Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo: tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013 -

Modena, 7 novembre 2014 -

Sono stati presentati nei giorni scorsi a Bologna i numeri relativi al primo semestre 2014 esaminati da TrendER, l'osservatorio di CNA validato dall'Istat e elaborato in collaborazione con la Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo, che si basa su una banca dati di migliaia di imprese con meno di venti addetti della nostra regione. Una situazione, quella fotografata da CNA, ben poco rosea: tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013: il fatturato complessivo cala dell'8,6%, quello estero del 21,1%, quello interno dell'8,3%, quello per conto terzi del 10,2%. Insomma, dal 2008, anno in cui è esplosa la crisi, quelli del 2014 sono i dati peggiori. Ed è poco consolante sapere che in questo scenario negativo Modena se la passa meglio di altre province.

Andamento fatturato imprese con meno di 20 dipendenti – primo semestre 2014
(percentuale rispetto allo stesso perido dell'anno precedente)

fatturato imprese mo trender 1

 La tenuta del nostro sistema produttivo è ancora più evidente se si analizza il livello di fatturato a giugno 2014, facendo pari a 100 quello del primo semestre 2014. In questo Modena è la seconda provincia, dietro Ravenna, in termini di recupero del fatturato pre-crisi.

fatturato imprese mo trender2

 Le altre province, insomma, stanno peggio, ma ciò non significa che Modena goda di buona salute, anzi. 

MALE SERVIZI E COSTRUZIONI, TIENE IL MANUFATTURIERO. La decisa caduta che interessa il fatturato complessivo (-6,4%) è ancora più pronunciata per la componente in conto terzi (-9,3%) che era entrata in forte crisi già nella seconda metà del 2013 e che, dunque, caratterizza in negativo le dinamiche recenti dell'economia provinciale.
Si arresta e si inverte il processo di crescita delle spese per retribuzioni (da +6,5% a -5,9%). Un andamento preoccupante, quest'ultimo, perché individua un calo dell'occupazione (nelle rilevazioni precedenti, iniziate nel 2008, quest'ultima era sostanzialmente stabile). Continuano a calare le spese per consumi (-6,9%), cioè materie prime ed energia, e crollano quelle per la formazione (-34,1%), diminuzione particolarmente preoccupante, perché determina un arretramento del nostro sistema produttivo in termini di competitività.
La forte diminuzione del fatturato totale è dovuta soprattutto al calo registrato dal terziario e dalle costruzioni (oltre il 10% in meno in ambedue i casi); assai più contenuto è il ridimensionamento registrato nel manifatturiero (-1,8%), ridimensionamento che, tuttavia, configura un preoccupante stop al processo di ripresa del comparto che si era avviato a fine 2012.

Analizzando le prosuzioni manifatturiere, mentre la meccanica registra l'arresto del processo di ripresa che si era avviato a fine 2012 (-0,2% la variazione tendenziale di fatturato), per legno mobile e sistema moda prosegue il trend negativo. Solo le trasformazioni alimentari registrano una (modesta) crescita di fatturato (+0,9%). Tra le attività di servizio, le dinamiche più negative interessano ancora i servizi a persone e famiglie (-12,9%) e le riparazioni veicoli (-15,7%).

Le considerazioni finali non rappresentano una novità: regge meglio chi esporta e chi produce in conto proprio (non a caso, il calo del fatturato totale è direttamente correlato a quello del fatturato interno e all'andamento del fatturato in conto terzi). Al solito, ci si aggrappa alla meccanica, vera spina dorsale del nostro sistema produttivo, mentre torna in crisi la moda. Nel settore legno si produce la metà di quanto si faceva nel 2008, mentre continua la crisi del settore costruzioni.

fatturato imprese mo trender 3

LE RETI. Nel corso della presentazione dei dati si è parlato anche di reti, una delle modalità per affrontare la crisi. Da questo punto di vista le imprese dell'Emilia Romagna non sono state con le mani in mano, tanto meno quelle modenesi. La nostra regione, infatti, è la seconda in Italia per numero di contratti di rete: sono 1.107 le imprese che hanno utilizzato questa nuova forma di aggregazione, solo la Lombardia fa meglio con 1.997 imprese. I benefici del fare network tra imprese sono invece testimoniati dai risultati del progetto "Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici 2" avviato nel 2011 da diversi soggetti, tra cui Cna Innovazione, col finanziamento della Regione Emilia Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo progetto ha prodotto 93 nuove reti che hanno coinvolto complessivamente 281 imprese, di cui 118 micro e piccole aziende. Questa iniziativa ha consentito l'assunzione di quasi 300 ricercatori e ricercatrici nelle imprese delle reti, dei quali 170 con contratti non occasionali. Le reti sono nate praticamente in tutti i settori, per quanto riguarda le province, 85 le imprese modenesi che hanno partecipato al progetto, 81 quelle di Bologna, 42 di Reggio Emilia, 34 di Ravenna, 31 di Forlì Cesena, 23 di Rimini, 17 di Parma, 14 di Piacenza, 11 di Ferrara.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

 

La Camera di Commercio di Reggio Emilia punta ad un nuovo rialzo delle esportazioni reggiane verso la Turchia, facendo leva su uno dei settori trainanti gli scambi commerciali con il mercato turco: le macchine agricole -

Reggio Emilia, 7 novembre 2014 -

Dopo il buon risultato del 2013 (138 milioni di valore, con un +4,6% sul 2012), la Camera di Commercio di Reggio Emilia punta ad un nuovo rialzo delle esportazioni reggiane verso la Turchia, facendo leva su uno dei settori trainanti gli scambi commerciali con il mercato turco: le macchine agricole.
Proprio a questo comparto, infatti, sono dedicati gli incontri – organizzati in collaborazione con Promec, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Modena - che il 10 e 11 novembre nella nostra città vedranno a confronto un gruppo di operatori turchi e una ventina di aziende reggiane delle macchine agricole e della componentistica, espressione di quel tessuto economico locale che, nel 2013, ha esportato beni per oltre 138 milioni in Turchia.

"Il dato più interessante per le nostre imprese della meccanica agricola – spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – è rappresentato da una domanda che in Turchia si mantiene particolarmente forte: siamo, infatti, di fronte ad un Paese che lega all'economia agricola il 16% del Pil e oltre il 26% della forza lavoro, con ampi spazi anche nell'industria zootecnica, nelle tecnologie per l'irrigazione e nell'industria connessa all'allevamento".

"L'industria della meccanica agricola reggiana – prosegue Landi – è peraltro particolarmente apprezzata in Turchia per la sua capacità d'innovazione e la sua affidabilità, tanto che quasi il 20% di tutto l'export italiano di settore si lega alla nostra provincia".
L'iniziativa camerale prevede una serie di incontri individuali tra le aziende reggiane e gli operatori economici turchi che si terranno a Palazzo Scaruffi.
All'iniziativa hanno aderito 19 imprese reggiane che incontreranno 7 operatori turchi.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Giovedì, 06 Novembre 2014 19:05

Allerta per il PO

Rischio di superamento del livello 1. La piena a Piacenza è prevista per questa notte. Rientrate le criticità di Enza e Taro.

Parma 06 novembre 2014 ----
A seguito delle intense precipitazioni, la Protezione Civile dell'Emilia Romagna ha diramato una allerta (n°164) per la piena del fiume Po nel tratto che attraversa alcuni comuni nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
A seguito delle intense precipitazioni registrate sul bacino del Po, si spiega nell'allerta, si sono verificati innalzamenti dei livelli idrometrici delle sezioni del fiume a monte di Piacenza. Sulla base delle valutazioni di Aipo e del Centro funzionale Arpa-Simc, si prevede il superamento del livello 1 in tutte le sezioni del Po da Piacenza a Borgoforte nelle prossime 48 ore. Nella sezione di Piacenza il transito del colmo e' previsto questa notte con superamento del livello 1.

A Reggio nel primo semestre 2014 calano ancora fatturato complessivo (-8,3%) e investimenti (-16,1%). Il settore manifatturiero quello più in perdita (-16,3%), crescono i trasporti (+7,6%)

Reggio Emilia, 5 novembre 2014 -

Se le imprese che hanno fatto rete sorridono, per il resto le piccole aziende dell'Emilia Romagna hanno ben pochi motivi per essere soddisfatte in questo 2014: tutti negativi gli indici di fatturato complessivo (-8,6%), investimenti (-1,3%), export (-21,1%) e consumi (-7%). E' questa la sintesi dei risultati del progetto "Distretti 2" e dell'analisi congiunturale sull'Osservatorio regionale di CNA Emilia Romagna Trender per il primo semestre 2014, presentati in un convegno promosso dalla CNA regionale al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

La nostra regione è la seconda in Italia per numero di contratti di rete, sono 1.107 le imprese che hanno utilizzato questa nuova forma di aggregazione, solo la Lombardia fa meglio con 1.997 imprese. I benefici del fare network tra imprese sono testimoniati dai risultati del progetto "Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici 2" avviato nel 2011 da diversi soggetti, col finanziamento della Regione Emilia Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo progetto ha prodotto 93 nuove reti che hanno coinvolto complessivamente 281 imprese praticamente di tutti i settori, di cui 118 micro e piccole aziende. Ben 42 le imprese di Reggio Emilia aderenti al progetto.

"Un esempio eccellente – commenta il Presidente provinciale CNA Nunzio Dallari - dell'importanza per i più piccoli di unirsi in consorzi e aggregazioni per affrontare e superare la crisi. Anche CNA Reggio Emilia è in prima linea nella promozione delle reti d'impresa, un'arma vincente nel mercato domestico e soprattutto internazionale".

Ma di buone notizie per le piccole imprese dell'Emilia-Romagna non ce ne sono altre. Per le aziende con meno di 20 addetti il primo semestre 2014 segna l'aggravarsi della crisi, tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013: il fatturato interno cala dell'8,3%, quello per conto terzi del 10,2%. Dal 2008, anno in cui è esplosa la crisi, quelli del 2014 sono i dati peggiori.

Sul piano provinciale il 2014 si apre con un'ulteriore diminuzione del fatturato complessivo (-8,3%), la quinta consecutiva, mentre calano in misura inferiore le componenti del fatturato nazionale (-7,8%) e in conto terzi (-4,1%).

Calano ancora gli investimenti (-16,1%) dopo il crollo di fine 2013 (-44,9%) così come le spese per retribuzioni (-14,2%). Continuano decisamente a crescere, invece, le spese per formazione (+48%) e quelle per assicurazioni (+12,1%).

Il prolungarsi della crisi riguarda soprattutto il manifatturiero (-16,3%) con particolare riferimento ai settori della meccanica (-15,8%) e del sistema moda (-16,5%); per il legno mobile il calo del fatturato è anch'esso intenso (-10,8%) ma segue ad un aumento registrato a fine 2013. Nel terziario, sono in perdita soprattutto le riparazioni veicoli (-12,9%), poi i servizi a persone e famiglie (-1,7%), mentre riprende a crescere il fatturato dei trasporti (+7,6%).

"Uno scenario sconfortante – conclude il Presidente Dallari - che a sei anni dal boom della crisi deve far riflettere su quanto poco è stato fatto e quanto resta da fare in tempi strettissimi per salvare quell'imprenditorialità diffusa costituita da micro e piccole imprese, che pur rappresentando oltre il 90% del Pil italiano, sono agonizzanti sotto il peso di una pressione fiscale altissima e adempimenti burocratici onerosi in termini di tempi e costi. Basterebbe cominciare da riforme sostanziali su fisco e PA per ottenere i primi risultati positivi".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

Difficile la quantificazione dei danni, la situazione viene aggiornata in cooperazione con i Comuni parmensi alluvionati e con le associazioni di categoria. Obiettivo: varare un bando per aiutare le imprese a far fronte ai danni subiti -

Parma, 5 novembre 2014 -

A due settimane dall'attivazione del sondaggio "SOS Imprese" della Camera di Commercio, rivolto a ottenere un primo riferimento sui danni provocati dai recenti eventi alluvionali alle aziende parmensi, sono state censite una trentina di realtà che hanno evidenziato perdite di beni e attrezzature aziendali, scorte, l'inagibilità di strutture immobili e altre conseguenze legate all'inondazione.

Nella maggior parte dei casi le imprese non sono ancora nelle condizioni di fornire una stima precisa dei danni subiti, ma quelle che hanno formulato una prima ipotesi quantificano in media circa 100 mila euro di danni. La situazione viene aggiornata di giorno in giorno attraverso un coordinamento attivato con tutti i Comuni parmensi colpiti dall'alluvione e con le associazioni di categoria.

La Camera di Commercio tiene aperta la linea telefonica dedicata e invita le imprese a segnalare la propria situazione, telefonando tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e nei pomeriggi dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 17 al numero 0521.210430. E' anche a disposizione l'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La Camera di commercio ricorda che il sondaggio è realizzato in funzione di un bando per la concessione di contributi a fondo perduto. Obiettivo: mettere le imprese nelle condizioni di far fronte con immediatezza ai danni subiti e riprendere al più presto le normali attività.

(Fonte: ufficio stampa Camera di commercio Parma)

Un suggestivo viaggio nella storia, quello fra le rocche e i castelli della Bassa parmense.

di Sara Bondani - Parma 05 novembre 2014 --

Iniziamo dai luoghi del "Culatello di Zibello DOP" e, come prima puntata, i paesi che ospitano il circuito del "November Porc". Non si può comunque, non partire con un cenno sulla seconda, per importanza dopo il palazzo Ducale di Parma e prima del Casino dei Boschi di Sala Baganza, residenza ducale, la Reggia di Colorno.

Sontuosa e monumentale residenza dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia d'Austria, fonde la bellezza dei cortili interni con la ricchezza delle sale affrescate e stupisce il visitatore con i giochi d'acqua dello splendido giardino alla francese; il Castello di Roccabianca, fatto edificare a metà del XV secolo da Pier Maria Rossi per l'amata Bianca Pellegrini - da cui trae il nome - imponente e al tempo stesso elegante, custodisce al suo interno numerosi dipinti di pregio; la Rocca dei Rossi di San Secondo, fatta erigere da Pier Maria Rossi nel 1450-1460 con la struttura del fortilizio, è in pratica il punto d'incontro di tutte le strade di accesso al paese. Accresciuta e restaurata nel corso del Cinquecento, la massiccia residenza nobiliare celebra nei grandiosi affreschi dell'interno le gesta e la potenza del casato dei Rossi; la Rocca di Sissa, imponente rocca difensiva fu fatta erigere dalla potente famiglia Terzi, che un tempo dominava sul piccolo paese, sul luogo di una preesistente torre quadrangolare, eretta ai tempi del Capitolo. La Rocca conobbe un periodo di grande potenza sotto il dominio di Ottobono Terzi, gran capitano di Gian Galeazzo Visconti che comportò innumerevoli e sanguinosi attacchi specialmente da parte dei Rossi di San Secondo.

Zibello porticato rid cibus

Zibello - La vera e propria storia ha inizio nel Medioevo, per tutta la durata del quale esso rimase legato a Cremona. Nel 1249 Zibello passò, insieme ad altre terre e castelli, tra i quali anche Busseto e Polesine, al marchese Uberto Pallavicino il Grande che ne fu investito da Federico II Imperatore. Da allora, salvo alcuni periodi, i marchesi Pallavicino vi dominarono incontrastati.
Sulla sponda destra del Grande Fiume, fra le città di Parma, Piacenza e Cremona, è famoso per essere la patria, del re dei salumi: il Culatello.
Però pochi sanno che questa è l'unica zona al mondo dove, dal maiale, viene tratta la maggior varietà di salumi, le cosiddette "immagliature" prima di macinare la carne residua e le rifilature per ottenere, il salame. Una fama che deve la sua fortuna ai freddi inverni umidi e nebbiosi e alle estati assolate ed afose.

Sissa - La Rocca -

Sissa - Lungo un millenario tracciato storico il territorio ha conosciuto momenti di fama, di distruzione, di abbandono e di intensa vita civile, politica e culturale. I Terzi, i Simonetta, i Rangoni, famiglie dominanti in un lungo arco di tempo, si sono avvicendati nel possesso di un feudo non secondario nel quadro generale delle dispute militari e legali che hanno caratterizzato le lotte di predominio nel parmense dal Quattrocento all'Ottocento.
Tanto c'è da vedere nel territorio del Comune di Sissa: dalla Rocca dei Terzi a Corte Sala, dalla Villa Simonetta nella frazione di Torricella all'importante area rivierasca detta "Boschi di Maria Luigia" che sorge poco distante dal centro abitato di Coltaro, al mitico "ponte del diavolo" di Gramignazzo che nemmeno un bombardamento alleato durante il secondo conflitto mondiale è riuscito ad abbattere. Nella frazione di Torricella si può trovare forse il più importante porto nautico della Provincia di Parma.

Antica Corte Pallavicina - Polesine Parmense
Polesine Parmense - Il Paese della Bassa che più lega le origini a quelle del fiume Po, è l'unico infatti, il cui nome deriva proprio da quello del Grande Fiume.Il nome deriva dal fatto che il borgo anticamente sorgeva su un polesine, vale a dire una piccola isola del Po che, trascinata dalla corrente, arrivò ad espandersi e a congiungersi poi con la riva. A testimonianza della storia il ritrovamento, di reperti all'interno del Po di questo centro sommerso e ormai completamente corroso dalle acque.

Precise documentazioni storiche affermano, in particolare, che due chiese in secoli diversi, furono corrose e demolite dal Po; nel fiume è finito pure l'antico castello di cui alcuni resti di un merlo sono oggi esposti nei pressi della sede municipale.
Soggetto al potere temporale del Vescovo di Cremona, attorno alla metà dell'anno mille, divenne feudo dei Pallavicino sino al 1731, dei quali rimane la residenza,Il Palazzo delle Due Torri, monumento più importante del paese. Passò poi sotto il ducato dei Farnese, mantenendo a lungo una notevole importanza come porto commerciale fluviale e centro agricolo.
Il porticciolo di Polesine è un comodo approdo per i turisti che navigando sul Po e possono visitare le "Terre Verdiane" gustando i sapori tipici della zona.
Per un turismo slow e sostenibile si può inoltre utilizzare la pista ciclabile, di oltre 50 chilometri, che unisce Mezzani a Polesine Parmense, passando per Zibello, Roccabianca, Sissa, Colorno o l' area verde adiacente al fiume Po, opportunamente recintata e organizzata con percorso.
Curiosità - Nella parte superiore dello stemma comunale è rappresentato il Po nelle vesti di un vecchio Re che versa la sua brocca dalla quale sgorga l'acqua che dà origine al fiume.
Polesine è sempre stata una delle mete preferite di Giovannino Guareschi, il grande scrittore che di fronte alla grandiosa varietà di paesaggi e di sfumature create dall'ambiente fluviale era solito dire: "si sta meglio qui, su questa riva". Ed è sempre a Polesine che Guareschi, di fronte alle memorabili battaglie tra il parroco don Davighi e il Sindaco Carini, trovò l'ispirazione per dar vita ai celebri personaggi di Peppone e Don Camillo.

Castello di Roccabianca

Roccabianca - Non è da sempre che Roccabianca porta questo nome.
Pare che il primo nucleo abitativo del centro sia da rintracciare nel vicino villaggio di Rezinoldo o Arzenoldo, e che troviamo nominato per la prima volta in un diploma di Federico Barbarossa, come facente parte del feudo di Oberto Pallavicino. Nella contesa tra i Pallavicino, della marca bussetana e i Rossi, conti di San Secondo, che si protrae lungo tutto l'arco del XIV e del XV secolo, i primi si appropriano di Zibello e Rezinoldo, che nel 1417 viene bruciato. Nel 1449, però Francesco Sforza conferma solennemente la proprietà dei Rossi sulle terre contese. E' a questo punto che entra in scena Roccabianca: Pier Maria Rossi, infatti attorno alla metà del secolo, fa erigere un castello nei pressi di Rezinoldo, a difesa delle terre che possiede presso il Po. Secondo alcuni il suo nome deriverebbe da quello di Bianca Pellegrini, per la quale il Rossi, suo amante, avrebbe in realtà fatto costruire il castello.
Francesco Luigi Campari, il maggiore storico del paese di Roccabianca, invece, sostiene che il nome della rocca deriva dal fatto che essa fosse interamente intonacata di bianco e a questo proposito cita cenni storici.

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Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".

Per scoprire altri luoghi della nostra meravigliosa Italia: Italian Tourism Expo

In Mezzo al PO - località Sacca di Colorno - ottobre 2013

Mercoledì, 05 Novembre 2014 08:45

Niente di nuovo sul fronte lattiero caseario


Leggera crescita del latte spot quotato alla borsa lodigiana e della crema di centrifuga a uso alimentare quotata a Verona.

di Virgilio, Parma 5 novembre 2014 - 

LATTE SPOT Nessuna nuova sul fronte del latte spot. 37,63€/100 litri di latte è il valore minimo contrattato a Verona per il latte crudo spot nazionale e 38,66€/100 litri di latte il prezzo massimo. Invariato anche il listino, per la terza settimana consecutiva, del latte intero pastorizzato di provenienza estera (37,60 - 37,63€/100 litri). Diversa invece la tendenza registrata a Lodi (quotazioni quindicinali) dove a una costante discesa, avviata sin dallo scorso 26 agosto, nella seconda quindicina di ottobre si è rilevata una leggera ripresa (+0,41%) che ha portato i valori minimo e massimo a 36,60 e 38,66€/100 litri rispettivamente.

BURRO E PANNA Calma piatta sul fronte del burro e della panna. Unica eccezione una ripresa della quotazione della crema di centrifuga a uso alimentare quotata a Verona. Un +3,08% utile a quotare il listino minimo a 1,65€/kg e il massimo a 1,70€/kg
Invariati da otto settimane i listini del burro alle borse di Milano, Parma e Reggio Emilia.

GRANA PADANO Nessuna nuova anche relativamente al Grana Padano. Listini fermi sia a Mantova sia a Milano.
Tra 7,00 e 7,65/kg. il prezzo del Padano di 15 mesi e oltre registrato sulla piazza borsistica milanese mentre è confermato il listino compreso tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi e oltre di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Listini al palo anche per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano su tutte le piazze prese a riferimento. 7,30 e 7,70€/kg i listini relativi al valore minimo e massimo del 12 mesi quotati a Parma che salgono tra 9,10 e 9,85 per il 24 mesi.

Ismea, prosegue il calo dei prezzi per i lattiero caseari
Il mercato dei lattiero-caseari mantiene in Italia un andamento negativo. Lo rileva l'Ismea nel rapporto di analisi "Tendenze Lattiero-caseari" del terzo trimestre 2014, segnalando in generale una caduta dei prezzi del 3,7% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,7% su base annua.
La dinamica negativa ha coinvolto diverse produzioni: dai formaggi duri (-3,8% su base trimestrale) al burro (-5,2%) al latte crudo alla stalla (-4,3%).
Per il latte, in particolare, Ismea rileva, nei mesi di luglio e agosto, un prezzo medio di 40,88 euro/100 litri, contro i 42,32 euro registrati mediamente nella prima metà di quest'anno. La pressione dell'offerta, sia in Italia che nel resto d'Europa, è il principale fattore che spiega la tendenza al ribasso prezzi, in un mercato ancora sbilanciato. Una conferma viene anche dalle quotazioni del latte spot, il latte crudo commercializzato fuori dagli accordi regionali, che in un anno cedono il 25%.
Riguardo ai formaggi, il Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura è sceso, nel terzo trimestre 2014, su una media di 7,91 euro/kg, toccando il minimo da un quinquennio e perdendo il 9% su base annua.
In calo, seppure in maniera meno marcata, anche i prezzi del Grana Padano, prodotto che più di altri sta risentendo dell'embargo sulle importazioni di lattiero-caseari imposto dalla Russia.
(fonte ismea servizi 23 ottobre 2014)

PRREGP

Martedì, 04 Novembre 2014 15:23

Ecosistema Urbano, Parma prima in Regione

Con il 61,30% di risultato Parma si classifica in testa fra le città emiliane per l'ecosistema urbano nella classifica annuale di Legambiente.

Parma, 4 novembre 2014 -

La città ducale occupa il 14° posto assoluto fra i capoluoghi di provincia a livello nazionale.

Le prime cinque città in classifica sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone. Fra le altre città emiliane, dietro Parma troviamo Forlì al 16° posto e Modena in trentottesima posizione. Inquinamento atmosferico a livelli d'emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante e trasporto pubblico in crisi: questo il quadro poco lusinghiero che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, presentato nei giorni scorsi a Torino.

Quest'anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell'aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull'offerta, il secondo sull'uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull'incidentalità stradale, due sull'energia (consumi e diffusione rinnovabili).

A passarsela meglio sono città medio-piccole, soprattutto del nord Italia, anche se tra le prime 10 in classifica troviamo ben tre città del centro: Oristano, L'Aquila e Perugia, con Venezia, in decima posizione, prima fra le grandi città.

(Fonte: Comune di Parma)

 

Seminario della Camera di Commercio mercoledì 5 novembre in Sala Grasselli su made in Italy e tutela dei prodotti agroalimentari -

Reggio Emilia, 4 novembre 2014 -

Si parlerà di made in Italy e di tutela dei prodotti agroalimentari nell'incontro organizzato dalla Camera di Commercio per mercoledì 5 novembre alle ore 15,00 in Sala Grasselli (piazza della Vittoria, 3).
Un confronto che propone alle aziende dell'agroalimentare una serie di approfondimenti che vanno dalla tutela dei marchi alle azioni di vigilanza e repressioni messe in atto sul versante delle frodi e delle contraffazioni.

Il seminario si aprirà proprio con la presentazione delle attività e dei servizi della Camera di Commercio nel campo della tutela della proprietà intellettuale nell'ambito dell'innovazione e del "made in", per poi spostarsi sulla normativa di riferimento per la definizione dell'origine, sull'uso del marchio collettivo geografico come indicatore di provenienza, sul packaging dei prodotti alimentari.
Due interventi, inoltre, saranno specificatamente dedicati al ruolo dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli nella lotta alle contraffazioni dei prodotti alimentari e all'azione antifrode e a tutela della legalità in campo agroalimentare a cura del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Parma.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

I risultati dell'indagine condotta da CNA che ha coinvolto 2.400 imprese "misurare" l'impatto sulle aziende della burocrazia non tanto in termini economici, ma di percezione degli imprenditori -

Modena, 3 novembre 2014 -

Cosa vuol dire burocrazia? Vuol dire – ed è solo l'esempio più recente - spiegare con due circolari di 65 pagine un comma di sette righe, come accaduto nel caso della norma che impone l'annotazione sul libretto di circolazione del nominativo di chi, non essendone proprietario né parente convivente, utilizzi il mezzo per un periodo superiore a trenta giorni. Una vicenda che ha tenuto impegnati per giorni professionisti e tenuto in ansia imprese ed utilizzatori di mezzi aziendali che ben testimonia nei fatti coa si nasconde dietro questa famigerata parola.

CNA ha cercato di "misurare" l'impatto sulle aziende della burocrazia non tanto in termini economici, ma di percezione degli imprenditori. Un sondaggio che ha coinvolto 2.400 imprese, molte di queste sul nostro territorio, per i tre quarti delle quali la burocrazia è tra i principali fattori responsabili della decrescita economica dell'Italia. Burocrazia intesa, per la maggioranza degli intervistati (il 72%) come complessità degli adempimenti. La difficile comprensibilità delle norme sottrae un tempo rilevante all'attività aziendale: per il 41,8% delle imprese, si arriva fino a tre giorni al mese (24 ore lavorative) ma nel 30,7% dei casi, vengono impiegate fino a 5 giornate al mese (40 ore lavorative). Tempo che significa maggiori costi.

Sistri, responsabilità solidale negli appalti e spesometro sono considerati gli adempimenti più odiosi e complicati (soltanto per l'adempimento degli obblighi inerenti responsabilità solidale le imprese affrontano un costo calcolato in 1,2 miliardi di euro).
Una situazione che negli ultimi anni non è certo migliorata, visto che il 75% delle imprese ha una percezione negativa delle presunte operazioni di semplificazioni introdotte dai governi che si sono succeduti negli ultimi sei anni. Ma c'è fiducia, visto che un'impresa su due ritiene che l'attuale governo potrà ridurre significativamente il carico burocratico che grava sul sistema produttivo.

Di certo c'è che il livello di informatizzazione delle PA è giudicato del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle imprese da circa il 53% di esse. L'inadeguatezza del livello di informatizzazione della PA si evince anche dalla capacità di interagire on-line con l'operatore pubblico: in media, solo un'impresa su tre (quasi il 30%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica. Ecco perché gli imprenditori sono concordi nel ritenere che la riforma della Pubblica Amministrazione sia tra gli obiettivi da perseguire prioritariamente nei prossimi mesi e che l'innalzamento del livello di informatizzazione non sia rinviabile. Maggiore informatizzazione della PA è sinonimo di agilità e tempestività: oltre a permettere una riduzione dei costi operativi, essa consentirebbe alle imprese di avere innanzitutto risposte più chiare e tempestive da parte dell'operatore pubblico(30,8%), poi maggiore certezza nei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi (27,4%).

Il giudizio critico sulla burocrazia trova conferma quando agli imprenditori viene chiesto di elencare le riforme dell'agenda di Governo ordinandole per priorità in un ventaglio ristretto di materie cruciali nella vita delle imprese: il fisco, il lavoro, la giustizia e, per l'appunto, la PA. In cima alle aspettative delle imprese ci sono le riforme del fisco e del lavoro. Si tratta di un risultato scontato: il peso del fisco sulle imprese italiane (sintetizzato dal cosiddetto total tax rate che, secondo stime CNA, può raggiungere in alcuni casi il 74,4% ) è tra i più alti d'Europa e lo stesso vale per il costo del lavoro. La riforma del fisco risulta poi ampiamente prioritaria tra le imprese con meno di 10 addetti mentre quella del lavoro viene auspicata soprattutto tra le imprese con più di 10 addetti, nelle quali operano più frequentemente lavoratori dipendenti. È invece sorprendente che la necessità di riformare in tempi brevi la PA trovi il consenso di una quota non irrilevante di imprenditori (il 14,4%), a conferma della consapevolezza che lo snellimento della pubblica amministrazione rappresenti un fattore strategico per incrementare la competitività del Sistema-Italia.

sondaggio CNA MO

Insomma, abbattere la burocrazia non è solo un atto dovuto, ma un'azione concreta per contribuire ad uscire dalla crisi e ridare fiducia alle imprese.

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 44 novembre 14

SOMMARIO
Anno 13 - n° 44 03 Novembre 2014 (in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 13 - n° 44 3 novembre 14

1.1 editoriale Generosi con l'UE, sadici con i cittadini.
2.1 cereali In crescita i prezzi di frumento duro e della semola
3.1 Lattiero caseario Nuovo scivolone per le due principali DOP
4.1 ambiente Invito a salvare il "Casino dei Boschi di Carrega"
5.1 November porc "I Sapori del Maiale" 20 anni e non sentirli
5.1 eventi Ecomondo, a Rimini gli stati generali della Green Economy
7.1 pubblicita' "L'uomo è Cacciatore"
7.2 eventi Formaggio, nuovo magazzino "Cavazza" inaugurato a Toano
7.3 Vino Lambrusco, cantine cooperative ottimiste sulla commercializzazione
8.1 turismo e tradizioni Un PO di burro,
13.1 in Breve - Direttiva Nitrati: divieti in vigore dall'11 novembre
- November food tour: Parmigiano e Culatello di Zibello DOP

Ismea pubblica "Tendenze" frumento e mangimistica. Lieve progressione del frumento tenero e una netta contrazione dell'offerta del frumento duro. Particolarmente elevate le quotazioni del "duro".

Roma, 29 ottobre 2014 -

Le più recenti indicazioni sull'evoluzione dell'offerta mondiale di frumento nel 2014 evidenziano una lieve progressione della produzione di frumento tenero a fronte di un netto calo di quella del frumento duro. In Italia, si evince dal report Ismea Tendenze relativo al terzo trimestre dell'anno, le stime dell'Istituto indicano invece per entrambe le tipologie raccolti in aumento. Di riflesso alla contrazione dell'offerta mondiale, il trimestre si è chiuso con le prime tensioni al rialzo per i prezzi del frumento duro nel mercato italiano (+5% su base congiunturale). Solo nelle ultime settimane del corrente mese, tuttavia, il frumento duro ha raggiunto delle quotazione particolarmente alte (328,14 €/t la quotazione media nella settimana dal 20 al 26 ottobre) portandosi di circa il 40% sopra i livelli dello scorso anno.

Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, nei primi nove mesi dell'anno si è osservata una ripresa tendenziale degli acquisti domestici di pasta di semola (+1,8%) Sul lato degli scambi con l'estero, gli ultimi dati disponibili aggiornati a luglio evidenziano un peggioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di frumento rispetto ai primi sette mesi del 2013, da imputare al consistente incremento dei volumi importati, seppure a valori medi unitari più bassi. Nello stesso periodo, l'attivo di bilancio del settore pastario ha evidenziato solo una lieve erosione in ragione della contrazione dei prezzi all'export. Migliora infine in maniera significativa, nel trimestre di osservazione, il clima di fiducia sia dell'industria molitoria che nell'industria pastaria.

Per il mais e la soia Ismea stima un incremento produttivo rispettivamente di circa il 14% circa e 33%. Le rilevazioni dell'istituto, indicano per entrambi i prodotti, quotazioni all'origine in calo su base trimestrale e annua, sulla scia delle dinamiche internazionali. Migliora sia per il mais che per la soia il deficit strutturale della bilancia commerciale grazie a minori esborsi per l'import.
(fonte Ismea 29 ottobre 2014)

20 anni e non sentirli. E' il claim dell'edizione inaugurale del circuito November Porc 2014 che prenderà vita il prossimo 5 Novembre a Sissa. Tante le novità a partire dalla nuova amministrazione a seguito della fusione con Trecasali.

di Lamberto Colla - Sissa 01 Novembre 2014 --
Il modulo o meglio la spina dorsale della manifestazione è sempre la stessa, una nutrita schiera di volontari che presta, con rinnovato entusiasmo, la propria opera per garantire la migliore ospitalità alle migliaia di appassionati che ogni anno, da vent'anni, calpestano il suolo sissese per un'immersione totale nei gusti, aromi e colori che l'autunno, in queste terre della bassa parmense, riesce a donare.
Accantonato per un anno la storica frase "Speriamo che ci sia la nebbia" evocatrice dell'ambiente, il "marcatore culturale del Culatello di Zibello DOP", che ha generato il prezioso salume insaccato, a favore della ricorrenza ventennale della manifestazione coincidente con il trentennale del corso di formazione dedicato alla lavorazione delle carni che inaugurò questa splendida manifestazione.

Igino Zanichelli - assessore attività produttive Sissa Trecasali
"20 anni e non sentirli, spiega l'assessore alle attività produttive Igino Zanichelli, nella speranza di replicare i successi delle edizioni precedenti. I presupposti ci sono tutti a partire dal record di espositori. 300 bancarelle, un terzo delle quali offriranno prodotti gastronomici, e un allungamento delle giornate dedicate agli intrattenimenti. Si partirà mercoledì 5 novembre alle 21,00 con l'incontro con il professor G.F. Marchesi e la partecipazione di Mauro Adorni alla sala Cinema dal tema "I bei paesaggi fanno bene al cervello ... anche all'umorismo" per proseguire la sera successiva 6 novembre con lo spettacolo umoristico "Andom a redar in la basa" organizzato dalle 5 compagnie dialettali di Parma (5 euro ingresso - ndr)." Dal 5 al 9 novembre un intenso calendario di appuntamenti consentirà di dare soddisfazione a giovani e meno giovani, con musica e intrattenimenti vari tra i quali il 5° Palio della Spalla Cruda di Palasone di Sissa pur senza tralasciare la parte di educational. "Oltre alla tradizionale dimostrazione di come vengono confezionati i vari salumi da parte degli operatori di Agriform, l'ente di formazione professionale per l'agricoltura, quest'anno, in collaborazione con la Università degli Studi di Parma, verranno organizzate delle divulgazioni, a opera di "Gastro Parma" coadiuvati da una cinquantina tra medici e infermieri, sulla gastroenterologia spiegata con parole semplici, attraverso un percorso guidato negli apparati gastrici "gonfiabili". Infine, da quest'anno, avviamo un rapporto stretto con le scuole che proseguirà anche nelle altre manifestazioni, come ad esempio la fiera Agricola di Trecasali, partendo dall'Istituto Galileo Galilei di San Secondo che illustrerà il percorso di studi di agraria".

Speriamo quindi che ci sia la nebbia e buon divertimento. E dopo Sissa Trecasali sarà la volta di Polesine Parmense il 15-16 novembre.

La Rocca di Sissa - vista notturna

In allegato il volantino scaricabile in pdf
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Par il programma completo della manifestazione: www.comune.sissatrecasali.pr.it
November porc: www.novemberporc.it
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Sissa sapori14 20esimo locandinaSissa sapori programma 2014

 

Oltre 100 relatori in programma, 437 imprenditori a confronto sulla green economy: tutti i risultati dell´indagine del Consiglio Nazionale

Rimini 31 ottobre 2014 -
Si è tenuta lo scorso 14 ottobre, alla presenza di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione dello Sviluppo Sostenibile, Francesco La Camera, Direttore Generale del Ministero dell´Ambiente, e Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera, la presentazione del programma della terza edizione degli Stati Generali della Green Economy, dedicati a ´Lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana´, in programma il 5-6 novembre a Ecomondo-Key Energy e Cooperambiente a Rimini Fiera.

La due giorni sarà aperta con la sessione della mattina del 5 novembre dal Ministro dell´Ambiente e a seguire interventi di rappresentati di istituzioni e organizzazioni europee. I lavori proseguiranno nel pomeriggio del 5 novembre in 7 sessioni tematiche di approfondimento e consultazione. I risultati della discussione verranno presentati la mattina del 6 novembre in occasione della sessione conclusiva alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico. Parteciperanno complessivamente oltre 100 autorevoli relatori, tra i quali rappresentanti istituzionali, imprese e organizzazioni di imprese, mondo della ricerca e associazioni.
´Gli Stati Generali della Green Economy - ha commentato Gian Luca Galletti, Ministro dell´Ambiente - sono il motore della conversione culturale, e quindi politica ed economica, che sta ponendo l´economia sostenibile al centro del progetto-paese. I dati parlano chiaro: in anni di crisi gravissima, cresce, e vigorosamente, nel nostro paese un solo comparto, quello della green economy. È cresciuto il volume d´affari ed è cresciuta soprattutto l´occupazione. Il Governo sostiene questa ´rivoluzione ambientale´ e vede negli ´Stati Generali´ il laboratorio privilegiato del cambiamento´.

´La direttrice dei contenuti degli SGGE 2014 - ha dichiarato Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera SpA - è perfettamente aderente a ciò che oltre 90.000 operatori italiani ed esteri troveranno ad ECOMONDO e nei cinque saloni che in contemporanea l´accompagnano. Abbiamo concentrato ogni sforzo per garantire alle imprese della green economy strumenti di business e di sviluppo, indicheremo percorsi e favoriremo nuove relazioni coi mercati internazionali più appetibili. Questo siamo convinti sia il mestiere di una fiera concreta ed efficiente´.

Nel corso della conferenza stampa, sono stati presentati e commentati i risultati dell´indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy. Al sondaggio, articolato in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. Il campione è eterogeneo e include imprese di diverse dimensioni (micro, piccole, medie e grandi), distribuite su tutte le aree del paese (nord ovest, nord est, centro, sud e isole), di tutti i settori più rappresentativi della green economy (agroalimentare di qualità ecologica, riciclo di rifiuti, altri beni e servizi di elevata qualità ecologica, energie rinnovabili, efficienza energetica, servizi per l´ambiente).
´Nel panorama italiano - ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - un gruppo esteso di imprenditori si caratterizza per un nuovo orientamento, chiaramente green, e comincia a operare nella stessa direzione sulla base di idee e convinzioni condivise. È su questo importante fattore, emerso dall´indagine condotta dal Consiglio Nazionale, che vogliamo incentrare la discussione a Rimini, presentando al Governo imprenditori pronti a fare squadra per affrontare la crisi economica e climatica´.
I risultati più significativi emersi dall´indagine nelle 8 tematiche chiave affrontate:
• Rispetto al rapporto tra imprese e green economy: il 95% dichiara che un´impresa green deve produrre con processi produttivi di elevata qualità; il 94% dichiara che un´impresa tradizionale può avviarsi verso una green economy se realizza un serio programma di interventi e di investimenti finalizzati a raggiungere un´elevata qualità ecologica del processo produttivo, dei beni e dei servizi prodotti; per il 97% degli intervistati, sono fondamentali i valori e la visione di chi guida un´impresa green.
• Sulla visione dell´economia: la finalità dell´economia deve essere quella di assicurare un benessere duraturo e inclusivo per il 94% degli imprenditori; il 98% è d´accordo nell´affermare che l´economia deve puntare sul risparmio e l´uso sempre più efficiente dell´energia e delle risorse naturali; il 95% dichiara che, tra le finalità dell´economia, dovrebbero esserci quelle di conservare il capitale naturale e assicurare i servizi ecosistemici per avere un futuro.
• Rispetto alla crisi economica: il 92% degli intervistati afferma che la crisi è profonda e sollecita cambiamenti perché le vecchie strade non sono più sufficienti per riaprire prospettive durature di sviluppo; per il 97% la crisi è aggravata dagli sprechi nella spesa pubblica, dalla corruzione e dall´inefficienza della politica; il 90% afferma che innovare, differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green potrebbe contribuire in modo significativo ad alimentare una ripresa economica, con nuovi investimenti e nuova occupazione; l´Italia può uscire meglio dalla lunga recessione se trova la capacità di valorizzare la sua vocazione alla qualità e alla bellezza, secondo il 94% degli intervistati.
• Tra le politiche ambientali da mettere in atto: per il 92% degli imprenditori la crisi climatica è ormai un´emergenza globale e richiede drastici tagli delle emissioni di gas di serra, una rivoluzione energetica basata sul risparmio, l´efficienza e le fonti rinnovabili; il 99% dichiara che occorre risparmiare e usare in modo più efficiente le risorse e i materiali, ridurre la produzione di rifiuti, migliorare e aumentare la durata e la riutilizzabilità dei prodotti, massimizzando il riciclo, valorizzando il recupero e puntando a ridurre al minimo lo smaltimento; per ridurre i rischi di dissesto idrogeologico, di frane e alluvioni occorre gestire meglio, tutelare e fermare il consumo di nuovo territorio, utilizzando aree già urbanizzate, bonificando e recuperando siti contaminati (98%).
• Sul tema ´Le imprese della green economy e la società´: per il 94% la trasparenza e la correttezza nei confronti dei clienti - e più in generale i cittadini - sono comportamenti etici che hanno anche ricadute economiche positive; il 97% dichiara che il personale, ai vari livelli, va attivamente e consapevolmente coinvolto negli obiettivi aziendali ma anche nelle azioni di responsabilità sociale.
• Tra gli obiettivi e gli orientamenti d´impresa è importante: per il 95% essere in regola con tutte le normative in tutti i settori, con particolare attenzione a quella ambientale; innovare, differenziare e migliorare la qualità ecologica dei prodotti (96%); minimizzare o eliminare gli impatti ambientali dei processi produttivi per prevenire danni alla salute e all´ambiente (97%); creare un ambiente attrattivo per i migliori talenti e per favorire un lavoro creativo e responsabile (96%); realizzare un´attività che sia duratura nel tempo, che generi utili, ma che sia anche utile e apprezzata dalla comunità (97%).
• Per quel che riguarda le iniziative per il futuro delle imprese green per il 94% degli intervistati è necessario promuovere l´ecoinnovazione degli impianti, dei processi, dei beni e dei servizi.
• Tra le priorità per le politiche pubbliche è necessario: definire norme più semplici e più incisive, più tempestive, più chiare e stabili per il 97% degli intervistati; attuare una decisa lotta alla corruzione e alla criminalità (98%); valorizzare i potenziali di una green economy italiana basata sulle vocazioni dei nostri territori, della nostra manifattura, sulle nostre risorse culturali e naturali, di qualità e di bellezza (97%).

Altri dati interessanti:
• All´affermazione ´un´impresa green può avere oggi maggiori possibilità di successo di mercato´, c´è un consenso alto fra gli imprenditori che gestiscono imprese green di grandi dimensioni (fra abbastanza d´accordo e molto d´accordo - superiore all´80%), mentre è più basso tra le micro, piccole e medie imprese.
• All´affermazione ´La finanza deve essere più controllata e l´impiego del risparmio deve restare più ancorato agli investimenti locali´ l´accordo è più elevato fra gli imprenditori delle micro-imprese, più legate alla dimensione locale (82%), meno elevato fra quelli delle grandi imprese.
• L´affermazione ´Valorizzare le certificazioni ambientali di prodotto e di organizzazione´ incontra un vasto consenso fra tutti gli imprenditori della green economy, ma con una significativa differenza fra l´altissimo consenso di quelli delle grandi imprese (95%) e quello meno elevato delle microimprese (76%).

Il Consiglio Nazionale della Green Economy è composto da 67 organizzazioni di imprese rappresentative della green economy italiana. Promuove, in collaborazione con il Ministero dell´Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico, gli Stati Generali della Green Economy. Il Consiglio si è dotato di 10 gruppi di lavoro su 10 settori strategici - che coinvolgono quasi 400 esperti in tutta italia - allo scopo di sviluppare una piattaforma di proposte strategico-programmatica per lo sviluppo di una green economy come via d´uscita dalla crisi economica e come chiave per il rilancio di investimenti e occupazione attraverso un Green New Deal. Il processo di elaborazione partecipata ha coinvolto tra il 2012 e il 2013 più di 4.000 stakeholder.

Per maggiori informazioni sugli Stati Generali della Green Economy: www.statigenerali.org

In tempi di crisi c'è chi ancora decide di investire in montagna.

Toano (RE) 28 ottobre 2014 --
Si è inaugurato nel tardo pomeriggio di sabato 25 ottobre a Toano il "Magazzino di stagionatura Cavazza", alla presenza dell'assessore alle attività produttive, del personale e dei tributi Massimo Albertini, con la benedizione dei parroci di Toano e Monzone, Don Graziano e Don Alpino.
Il proprietario Maurizio Cavazza, espertizzatore e commerciante di formaggio, ha deciso questo investimento in previsione della realizzazione, a breve, del nuovo "Marchio di Montagna".
La struttura è stata ricavata dal vecchio caseificio chiuso sette anni fa. Gli interni sono stati resi completamente antisismici e adeguati alle severe norme igieniche e di sicurezza. Il magazzino è stato dotato dei migliori impianti di antifurto sul mercato, e delle più moderne attrezzature per la gestione delle forme. La capienza della struttura è di 4350 forme.

Quattro generazioni Cavazza

Vendemmia, - 5,5 per cento rispetto a 2013, ma uva di buona qualità

Modena 28 ottobre 2014 --
Diminuisce la raccolta di uva nella nostra provincia, mentre si conferma buona la qualità. Lo afferma Confcooperative Modena, che ha analizzato i dati sulla vendemmia delle quattro cooperative vitivinicole aderenti, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena. Ricordiamo che il movimento cooperativo nel suo complesso produce il 90 per cento dei Lambruschi modenesi. Quest'anno il prodotto conferito negli stabilimenti delle Cantine di Carpi e Sorbara, S. Croce di Carpi, Settecani di Castelvetro e Formigine Pedemontana ammonta a 672.312 quintali. «Rispetto all'anno scorso registriamo un calo del 5 e mezzo per cento - dichiara Alberto Vaccari, presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – Si temeva che le abbondanti piogge estive potessero compromettere la raccolta, invece l'andamento climatico di settembre, e soprattutto della prima metà di ottobre, unito a un maggior impegno richiesto ai viticoltori, ha consentito un risultato soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo, nelle zone del Grasparossa grazie alla maturazione tardiva rileviamo un minore calo del contenuto zuccherino, mentre la zona del Sorbara ha risentito di un calo quantitativo a causa delle grandinate di aprile. Nel complesso, quindi, l'uva raccolta dalle nostre cantine si presenta in buone condizioni». Vaccari si dichiara ottimista anche sull'andamento delle vendite. «Gli operatori del settore credono nel prodotto e speriamo condividano sempre più il lavoro che si sta facendo tra Modena e Reggio Emilia per valorizzare il Lambrusco. Avremo un vino fresco, dalle belle tonalità e di buona personalità in grado – conclude il presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – di raccontare le eccellenze del nostro territorio».

Domenica, 02 Novembre 2014 10:00

Un PO di burro.

Ci voleva proprio il "Time" per riabilitare il burro?

di Lamberto Colla - Parma, 31 ottobre 2014 -

Nella culla del "parmigiano", in quelle terre a scavalco del PO che comprendono le province di Parma, Reggio nell'Emilia, Modena e una parte di Mantova e un'altra di Bologna, il burro è sempre stato, come il famoso formaggio DOP "parmigiano Reggiano" un componente importante della dieta alimentare.

Sciolto sui "tortelli d'erbetta" piuttosto che sulle paste in "bianco" o usato per cucinare la carne, il "burro", per lo più prodotto dalla panna di affioramento residuale della lavorazione del "Parmigiano Reggiano", magari accompagnato da un velo di zucchero o di marmellata spalmato sulla fetta di pane è stato il quotidiano compagno di merende dei bambini di campagna e di città. Chi non ha nostalgia di quegli anni, quando la mamma ci rincorreva per farci fare la sacrosanta merenda. Estate - inverno sempre a giocare, nelle periferie delle città, tutte uguali. In quelle disordinate terre di nessuno a fare da interdizione tra la campagna e la città che da lì a poco sarebbero divenute territori di conquista delle gru, simbolo della rinascita dell'Italia negli anni '60.

Affioramento della panna nella lavorazione del Parmigiano Reggiano

Cresciuti tutti bene e sani a differenza degli americani, coloro i quali iniziarono la guerra contro il nostro burro, proprio loro, mangiatori a "sbafo" di margarina. Già la margarina, il surrogato del "burro". Quel prodotto "inventato" per soddisfare i soldati napoleonici durante le lunghe campagne di guerra. Parente solo per il colore e la spalmabilità al più prezioso e nutriente burro, la margarina è il risultato dall'idrogenazione dei grassi vegetali, venne "spacciata" per alimento "leggero" quando invece era nota, almeno a tutte le comunità scientifiche, l'indigeribilità dei grassi trasformati nel processo di idrogenazione.

Pane burro

E gli effetti negativi sulla salute degli statunitensi non hanno tardato a manifestarsi con una obesità diffusa e oggi finalmente contrastata dalla First Lady Michelle Obama.
Forse, anche in forza di questa spinta politica, è per questa ragione che molte delle tradizioni mediterranee stanno per essere riabilitate dalla cultura scientifica d'oltreoceano.

Ed è proprio dell'estate scorsa che, attraverso il "Time", è stata data una spallata al comune pregiudizio sulla pericolosità del burro.
"La sua riabilitazione, scrive adnkronos lo scorso 21 giugno commentando la copertina di TIME, sembra dunque annunciare una vera e propria rivoluzione negli Usa. La rivista cita uno studio dell'Università di Cambridge (Uk), pubblicato su 'Annals of internal medicine', che ha passato in rassegna circa 80 ricerche su oltre 500 mila persone. I ricercatori sono giunti alla conclusione che i grassi saturi non aumentano il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari.
Secondo lo studio, inoltre, anche i cosiddetti grassi 'buoni' sembrano non avere effetti protettivi rispetto al rischio".

Una notizia che può avere sorpreso molti ma non sicuramente il Dr., Dr. H.C., Prof. Giovanni Ballarini, illustre scienziato ma anche appassionato di culinaria tant'è che dal 2008 è stato chiamato a presiedere la prestigiosa Accademia Italiana della Cucina, il quale scrisse, circa una decina d'anni fa, addirittura l'Elogio del Burro, "Butter is Better".

Uno scritto che è sempre un piacere leggere per la preziosità dei contenuti narrati da mano appassionata e capace.

Per questa ragione, credo conveniente, riportare alcuni stralci che, ne sono sicuro, gradirete.

Una musica per il palato - Foto Consorzio Parmigiano Reggiano

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CENNI STORICI SUL BURRO

Il rapporto che l'uomo ha con gli alimenti non è mai stato unicamente ed esclusivamente di tipo nutrizionale o, come oggi si dice, fisiologico, e neppure di tipo soltanto economico. La scelta degli alimenti e di conseguenza anche il loro valore è dipeso e continua a dipendere anche dal soddisfacimento d'altre esigenze, di tipo psicologico interno spesso inconscio, ma anche di riferimento e legittimazione di valori e significati culturali. Questi potevano anche essere il frutto di condizionamenti spirituali e religiosi, poi tradotti in regole di vita od in rituali, quando non erano la fonte di pregiudizi culturali, che spesso vediamo ancora persistere od assumere nuove forme nelle attuali "religioni laiche". In quest'ambito, soprattutto per lo storico dell'alimentazione e del costume, ma anche dell'economia e della salute, una particolare importanza assumono i condimenti sia come fondi di cottura, sale ed aceto, spezie, ma soprattutto le sostanze grasse, che sono una componente irrinunciabile ad ogni sistema alimentare, definendone caratteri, specificità ed identità, tanto da poter essere inquadrati tra i marcatori culinari. In quest'ultimo ambito il burro non può essere considerato da solo, ma in rapporto anche ad altri grassi.

Lunga è la storia del burro, anzi la sua preistoria, in quanto si fa risalire all'inizio della domesticazione degli animali da latte, anche se con una contrapposizione ai latti fermentati. In modo molto schematico si ritiene che la vasta area della domesticazione degli animali produttori di latte, fin dai primordi sia stata inizialmente divisa in due sottoaree: a meridione ed in ambito della fertile mezzaluna
la temperatura elevata ha favorito lo sviluppo dei latti acidi; a settentrione il clima freddo ha favorito la produzione e l'utilizzo dei burro.

Nella Naturalis Historia (libro XXVIII) Plinio il Vecchio scrive che dal latte si ricava il burro e che questo è l'alimento più raffinato, e non soltanto un condimento, dei popoli barbari: un prodotto alimentare il cui consumo distingue i ricchi dai poveri (E lacte fit et butyrum, barbararum gentium lautissimus cibus et qui divites a plebe discernat). Il burro, condimento di lusso e grasso di élite dei popoli settentrionali, definiti "barbari", si contrappone all'olio d'oliva in uso presso i romani ed i greci, popoli "civili".
Oltre questa contrapposizione tra barbari e civili s'inseriscono già gli usi non nutrizionali del burro. Sempre Plinio ricorda che il burro ha attività protettive dai raggi solari e dall'umidità, per molti versi peraltro simili a quelle dell'olio. Se i barbari hanno l'abitudine di spalmarlo sulla pelle, Plinio ricorda che "anche noi lo facciamo con i nostri bambini". A Roma, infatti, il burro era reperibile, ma per usi diversi da quelli alimentari. Per questo Caio Giulio Cesare si stupisce quando, nella Gallia Cisalpina, gli sono offerti asparagi cotti nel burro. In tempi precedenti, in Grecia Ippocrate ricordava che il burro era importato dall'Asia per essere usato come unguento.
Nell'antichità la contrapposizione olio/burro era costantemente rappresentativa di un contrasto tra civiltà e barbarie. Riferendosi ai montanari dei Pirenei, Strabone con disprezzo afferma che "il burro serve loro da olio".

Passando al Medioevo JeanLouis Flandrin individua il burro come alimento popolare e provinciale, in contrapposizione anche all'olio. E' soprattutto nel medioevo che però si stabilizza la gran divisione dell'Europa in due parti. Nell'area mediterranea domina incontrastato l'olio d'oliva e successivamente d'altri vegetali, mentre nell'area continentale dominano i grassi animali, da quello di maiale (lardo e strutto od oleum lardinum) al più prezioso e raffinato burro. Una bipartizione tra grassi vegetali ed animali che comporta anche pregiudizi: se il burro nei paesi nordici era ritenuto ricco di virtù terapeutiche, e capace di alleviare la fame e la sete, oltre che imprimere energia, nell'Italia meridionale era considerato pericoloso, e causa di terribili malattie, quali la lebbra. Una concezione razzista quest'ultima che vediamo ripetersi per ogni alimento esotico: tipica è l'accusa, ancora nel settecento, alla patata di causare la lebbra.

Nell'ora accennata bipartizione s'inserirono anche valutazioni d'ordine religioso e soprattutto quelle relative ai concetti di "magro" e "grasso" e dell'astinenza dalle "carni". Termini questi che devono essere virgolettati in quanto di valore religioso che non coincide con quello odierno di tipo "botanico" o "zoologico". Infatti, già durante il Medioevo, il burro fu ammesso come alternativa all'olio per i giorni di magro, dapprima sporadicamente e, poi, in maniera sempre più generale. Negli ultimi secoli del Medioevo le autorità ecclesiastiche di diverse comunità dell'Europa settentrionale concessero il burro come condimento "magro" e nel capitolare de villis di Carlo Magno il butirum è elencato fra i prodotti quaresimali. In questo modo il burro viene a collocarsi vicino all'olio nella cucina "magra", mentre il lardo rimane sempre nella cucina "grassa".

Anche se non strettamente necessario, è utile accennare a quello che sembra sia stato il criterio religioso per discriminare tra "magro" e "grasso", qui di nuovo virgolettati. Con riferimento prima alla quaresima, poi per estensione alle vigilie ed a tutte le altre occasioni d'astinenza, sembra sia il criterio preso come riferimento sia stata l'arca di Noè che durante quaranta giorni (la stessa durata della quaresima) portò in salvo anche gli animali che, ovviamente non furono mangiati. Ciò che era fuori dell'arca poteva essere mangiato da Noè e dalla sua famiglia: dal pesce alle rane fino ad alcuni uccelli acquatici come le folaghe. Quest'ultima, almeno, era, infatti, l'interpretazione data dai monaci dell'abbazia di Pomposa. Inoltre tutto quello che era dentro all'arca era definito come "grasso" e quello che era fuori, invece, era giudicato "magro". La regola poteva tuttavia essere interpretata ed è ovvio che se sull'arca vi era una mucca, Noè e la sua famiglia si sarà cibato del latte e dei suoi derivati, ad iniziare dal burro. Per questo il burro poteva essere definito "magro".

Con il procedere dei tempi e soprattutto con il diminuire della forza delle concezioni religiose, pur interpretate come facevano i monaci dell'abbazia di Pomposa... assumono maggiore importanza le componenti economiche e da non trascurare quelle gastronomiche. Infatti, i caratteristici punti di fusione dei diversi grassi li indirizza ad usi specifici: gli oli per condire, i grassi per cucinare, ecc. In questa situazione il burro non ha un posto di rilevo. Da una parte è confinato tra gli Alimenti "magri" e dall'altro è ritenuto un alimento per poveri, come sopra già indicato. Nel XV secolo in Italia vi è ancora una certa ambivalenza di significazioni.
Il Platina nel suo famoso trattato De honesta voluptate et valetudine composto a circa la metà del XV secolo afferma che il burro si può usare "in luogo del grasso e dell'olio per cucinare qualsiasi vivanda", ma nello stesso periodo il padovano Michele Savonarola sostiene che "molti (il burro) l'usano in loco de olio ( ... ) ma el buthiero nuoce allo stomaco e ai soi villi, quelli relaxendo, e a chi non l'ha usato, ge turba el stomaco".

Nell'etá moderna il burro assume un ruolo di èlite. Già a metà del secolo XVII Vincenzo Tanara nella sua opera L'economia del cittadino in villa non solo riconosce la particolare vocazione nei paesi settentrionali di quest'alimento, ma anche il suo utilizzo da parte dei ceti abbienti. Presso gli antichi, riferisce Tanara, il burro era la separazione della nobiltà dalla plebe, del ricco dal povero, perché il plebeo povero non poteva usare il burro per il suo prezzo elevato. Oltre alla possibilità di usare il burro al posto dell'olio e d'altri grassi, molte proprietà medicinali gli sono ascritte: dalle malattie respiratorie da raffreddamento al catarro ed alla tosse; dalle scottature alla cura dei foruncoli; dall'azione benefica sulle gengive e di rendere più fermi i denti alle screpolature delle labbra ed infiammazioni della bocca; dalla capacità di far sputare, fino all'attività contro il veleno di vipere ed aspidi, senza dimenticare le benefiche attività quando è spalmato sul corpo. Nell'alimentazione è sottolineata la sua capacità di sostituirsi all'olio, ma anche di essere utilizzato nelle decorazioni dei piatti e come medicamento.

Poco tempo dopo, il cardinale Alberoni, proponendo al re di Spagna, per le seconde nozze avvenute nel 1714, Elisabetta Farnese la descriveva "impastata di butirro e di formaggio piacentino" e cioè nutrita con quanto di meglio vi era, il che doveva far immaginare una pelle liscia e vellutata. Un rapporto tra burro e pelle d'altronde ben radicato anche negli allevatori che dalla sottigliezza ed untuosità della pelle dicevano di poter individuare la vitella o la vacca che avrebbe dato un latte ricco di grasso.
Come si vede il burro ha sempre avuto ma duplice valutazione: positiva e negativa, ma sempre per motivi estranei alla sua composizione. Una lunghissima preistoria ed un'ampia e diversificata storia ha comunque spesso celebrato gli aspetti positivi del burro, nelle sue molteplici applicazioni, ma soprattutto in quelle alimentari, sia nutrizionali sia gastronomiche, senza dimenticare le applicazioni cosmetiche e le utilizzazioni medicinali. Aspetti positivi che sono ampiamente documentati dalla tradizione, ma anche dal suo valore simbolico e, non da ultimo, anche dal suo valore commerciale, quando ad esempio in pianura padana il burro aveva un prezzo almeno pari a quello del formaggio grana.

Negli ultimi anni e per una non sempre limpida serie di motivi vi è stata un'inversione di valutazione e dall'amore sembra che si sia passati ad un odio, fino ad un'ingiusta criminalizzazione del burro che, nel quadro di una religione salutistica "laica", non è molto diversa dalla concezione che derivava da una religione "fideista" che lo inseriva tra i cibi "magri", in quanto prodotto da un animale portato da Noè sull'arca.
Il recente sviluppo della ricerca sulle attività non soltanto nutrizionali, ma anche sulle attività extranutrizionali e sulle caratteristiche salutistiche degli alimenti, non solo sta dimostrando che la tradizione aveva ragione, ma che il burro è dotato di particolari attività salutari, forse più d'altri alimenti oggi di moda

"Recenti indagini indicano come i grassi del burro hanno rilevanti attività salutistiche, in particolare di tipo extranutrizionale: attività immunostimolanti ed antinfettive, ormonali, psicodietetiche, anticancerogene, protettive cardiovascolari, antiartritica ed antiosteoporotica che rivalutano un alimento ingiustamente criminalizzato.
Inoltre il burro ha inimitabili doti che lo rendono insostituibile in cucina."
(Diritti del professor Giovanni Ballarini)
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- Informazioni sul burro -

Attività nutrizionali
Il nuovo orientamento nutrizionale e la rivalutazione del burro è una rivoluzione dovuta essenzialmente al nuovo posizionamento che i grassi hanno assunto nel fabbisogno giornaliero procapite:
il 30% delle calorie deve necessariamente derivare dai grassi.
In una normale dieta si dovrebbe consumare una quantità di grassi pari a 60-90 grammi al giorno: se si compie una discreta attività fisica o se si è in fase di accrescimento la quantità di grassi giornaliera dovrebbe arrivare a 100 grammi o più.
Ai grassi oggi sono collegate una serie di attività cosiddette extranutrizionali: i grassi sono importanti non solo quali apportatori di energia ma quanto apportatori di altri elementi che sono necessari per una vita sana e per un buon livello di salute.
Parlare di burro significa evocare il fantasma di un'altra parola ben più temuta: colesterolo.
Oggi le nuove conoscenze hanno stabilito che non è tanto importante la quantità: ma il rapporto tra colesterolo e lecitina.
Se infatti al colesterolo viene affiancata una discreta quantità di lecitina esso si trasforma in "colesterolo buono".
Nel burro ci sono circa 15 parti di lecitina per una sola parte di colesterolo.
Nel grasso del latte sono presenti inoltre degli acidi grassi che sviluppano un'ottima azione anti-tumorale, le vitamine A ed E che hanno proprietà antiossidanti ed il selenio.

Le attività salutistiche dei grassi del latte e del burro sono molteplici: dalla protezione dalle malattie cardiovascolari, ad una attività immunostimolante e di regolazione contro le allergie, ad una attività protettiva contro l'osteoporosi.
Senza dimenticare che i grassi del latte svolgono anche un'attività, più difficilmente dimostrabile, di natura psicodietetica ovvero di controllo psichico del senso di fame.

Il Burro in Cucina
Le caratteristiche gastronomiche del burro sono essenzialmente due:
la prima è quella che permette una cottura dolce legata al fatto che il burro contiene una discreta quantità d'acqua e proteine; l'altro aspetto è caratterizzato dalla presenza di lecitina che conferisce alle preparazioni gastronomiche particolare fragranza e morbidezza.
Pensare di produrre pasticceria di qualità senza l'apporto del burro è praticamente impossibile.
Vi è anche un altro aspetto importante da valutare: non esiste infatti un solo tipo di burro ma tanti tipi di burro così come esistono tanti tipi di vini e di oli di oliva.
L'originalità e la tipicità del burro dipende dal tipo di alimentazione della vacca da latte.
Un tempo la caratteristica di un burro era determinata esclusivamente dalla stagionalità. Le mucche partorivano in primavera, si cibavano di foraggio fresco, il periodo estivo era quello della lattazione che si protraeva fino agli inizi di novembre, quindi il risultato era un burro di colore giallo, molto fluido e spalmabile per la presenza di acidi grassi corti.
Oggi la situazione è ben diversa. Il latte viene prodotto tutto l'anno e la sua produzione, legata tendenzialmente alla creazione di formaggi di tipo industriale, punta molto sulla quantità di latte prodotto.
Nella nostra regione, precisamente nella zona di produzione del Parmigiano-Reggiano, i produttori di latte hanno voluto continuare nel solco della tradizione alimentando le vacche da latte esclusivamente con foraggio fresco e con alimenti rigorosamente approvati dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano.

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