Corsi e ricorsi storici. La scienza e in particolare quella connessa alla nutrizione, continua a sorprenderci. Dopo il burro sta cadendo il tabù del cioccolato.
di Virgilio. Parma, 04 novembre 2014 --
Nell'era moderna a salvare il cioccolato era solo il il suo effetto "droga" sull'umore. La capacità riconosciute a stimolare la produzione di endorfine (ormone della felicità), polipeptidi presenti nel cervello e nell'ipofisi ad attività oppiaceo-simile, da parte del cioccolato è stata incontrovertibilmente certificato dalla comunità scientifica.
Ma, e c'è sempre un ma quando qualche alimento diventa troppo attrattivo, il cioccolato è sempre stato osteggiato per i suoi grassi e conseguentemente per i problemi connessi al colesterolo. Almeno al colesterolo "cattivo" perché uno "buono" è già stato trovato e chissà che, ben presto anche questo tabù potrà anch'esso decadere.
Il cioccolato per la felicità e come analgesico, grazie appunto alle endorfine in grado di stimolare i centri del piacere creando situazioni soddisfacenti e riducendo dolore e malessere, ma non solo.
Recentissime ricerche, infatti, dimostrano come il cioccolato sia in grado di "ringiovanire la mente" di trent'anni. La notizia è stata pubblicata da Nature Neuroscience e divulgata da Huffington Post.it lo scorso 27 ottobre a firma di Ilaria Betti.
L'elisir di giovinezza albergherebbe quindi nei chicchi di cacao. Il cioccolato avrebbe quindi il potere di rallentare il processo di perdita della memoria nelle persone anziane. "I flavonoli, gli antiossidanti contenuti nei chicchi di cacao, possono far tornare la memoria di una persona di 60 anni a quella di un trentenne o di un quarantenne", spiegano gli studiosi della Columbia University.