La Camera di Commercio punta a rafforzare ulteriormente le esportazioni reggiane verso la Germania: vale 250 milioni su un export totale di 1 miliardo in Germania -

Reggio Emilia, 5 febbraio 2015 -

Dopo l'exploit del 2014 (circa il 13% in più), la Camera di Commercio punta a rafforzare ulteriormente le esportazioni reggiane verso la Germania, primo Paese di riferimento per la nostra economia, con un export che vale oltre 1 miliardo di euro.
Nell'ambito dell'intenso programma di incoming di operatori varato anche in vista di Expo 2015, una intensa giornata di confronti ha infatti interessato 15 imprese reggiane e una decina di operatori tedeschi, interessati, in particolare a macchinari e lavorazioni in subfornitura.

Del pool di operatori provenienti dalla Germania facevano parte anche esponenti di imprese note a livello internazionali, alla ricerca di nuovi fornitori in una provincia che proprio in Germania nel 2014 ha registrato un tasso di crescita delle esportazioni più che doppio rispetto alla media generale.
"Il dato più interessante riscontrato nel corso degli incontri – spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi è rappresentato da una domanda che in Germania si mantiene particolarmente forte: siamo, infatti, di fronte ad un mercato che assorbe rilevanti volumi di componenti e macchinari finiti sia per un uso diretto che per le lavorazioni".
"Le produzioni meccaniche (macchinari e componenti) realizzate a Reggio – prosegue Landi – sono peraltro particolarmente apprezzate in Germania per la qualità che da sempre le contraddistingue e per la flessibilità dei processi produttivi che gli imprenditori reggiani sanno realizzare".
Non a caso proprio queste produzioni hanno rappresentato circa un quarto dell'export reggiano in Germania.

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Il mercato dei cereali osservato da un operatore commerciale. "Difficile individuare le logiche del "board" e lo scorso martedi ne è stata una ulteriore dimostrazione."

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 05 febbraio 2015 -

Martedì: Milano 3 / 2 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI mar 987,00 (+27,4) maggio 993,00 (+26,6)
FARINA mar 340,60 (+12,7)maggio 332,30 (+10,7)
OLIO mar 30,80 (+0,39) maggio 31,03 (+0,38)
CORN mar 385,60 (+16) maggio 393,60(+16)
GRANO mar 513,60 (+21) maggio 517,60 (+20,4)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 577 punti, il petrolio ha realizzato un balzo improvviso in avanti portandosi a 52,51dollari al barile (era 47,06€/bar venerdi scorso), il cambio gira a 1,1448.

CerealiTAB 3feb2015 cibus

Mercato internazionale - Difficile individuare con sicurezza le motivazioni di queste repentine variazioni. Per quanto riguarda il petrolio potrebbe essere plausibile la giustificazione determinata dall'inasprimento rinnovato sul fronte Ukraina-Russia-Europa. Per il resto solo supposizioni in attesa del raccolto Brasiliano. che ancora non pesa sulle quotazioni. Nonostante tutto in molti hanno fatto acquisti (Arabia Saudita e Egitto). I tempi di attesa ai porti del sud sono intorno ai 20 giorni. La sensazione è che il mercato sia fortemente oggetto di speculazioni.

Mercati interno - Sul fronte interno si continua a rilevare un ridotto numero di scambi e i bassi rimangono i consumi. Ridotta liquidità e bassa propensione al rischio speculativo sta portando a continui ribassi innalzando però lo stato di incertezza e confusione. Con i prezzi in lento ma costante calo si riducono anche le ricoperture e si assiste a storni e slittamenti di quote a dimostrazione dei consumi ridotti.

Un dato è certo, nonostante le rassicurazioni governative e positive attese delle statistiche sui dati economici nazionali, la realtà dimostra che alla riduzione del patrimonio bovino nazionale si è affiancato anche una quota di riduzione dei consumi alimentari.
Anche i tentativi di operare sui futuri, in questo momento, sono frustrati, dallo stato generale di incertezza, e i pochi che si cimentano si muovono in punta di piedi sui cereali e sui proteici e a bassi volumi.

MAIS - Il mais sulla nuova campagna è sui 170 euro partenza (pta) nord Italia, per ottobre-dicembre e le farine di soya aprile-giugno a 383/396€ per normale e proteica, mentre il luglio-dicembre gira a 366/379€, e 1/12 per tutto il 2016 363/375€.

Nulla da segnalare per il settore delle bionergie se non che trovano trinciati a 40 euro alla tonnellata e mais in varie forme da 110 euro alla tonnellata in su, pta Nord Italia.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - granaglie e cereali - Milano

L'economia reggiana sta decisamente giocando la carta dell'innovazione per riprendere la via della crescita, e lo fa con un'intensità che non ha uguali in Emilia-Romagna -

Reggio Emilia, 4 febbraio 2015 -

I dati del 4° Rapporto Innovazione presentato dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia evidenziano, che nell'ultimo triennio due imprese su tre hanno investito in innovazione di processo e di prodotto, e solo il 30,6% ha dichiarato di non aver introdotto alcuna innovazione, mentre la media regionale si colloca al 39%.
Il Rapporto, oltre che dalle 219 interviste dirette alle imprese reggiane, trae i dati da diverse fonti, fra le quali soprattutto dall'Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna, strumento progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, studiandone i punti di forza, le aree di miglioramento e altresì le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio.

"Insieme all'importanza di un dato generale che vede la nostra provincia ai vertici della graduatoria regionale per capacità di innovazione – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – gli aspetti più interessanti sono legati alle linee di investimento scelte dalle aziende reggiane, che vedono in buon equilibrio quelli finalizzati all'incremento della produzione e quelli che generano innovazioni radicali di prodotto, con cambiamenti che incidono profondamente nelle caratteristiche del tessuto produttivo e vanno a cogliere nuove opportunità di mercato".

"Emblematico, in tal senso – prosegue Landi – è il fatto che i maggiori tassi di innovazione connotano le imprese rivolte ai mercati internazionali, mettendo insieme due fattori – internazionalizzazione e innovazione – sui quali si sono concentrati crescenti volumi di risorse da parte della Camera di Commercio a beneficio del nostro sistema imprenditoriale".
Quanto l'innovazione incida sullo sviluppo delle imprese è attestato dal dato riguardante la crescita del fatturato registrato all'interno delle imprese intervistate: nel periodo 2010-2013, l'11,1% delle società che hanno innovato ha registrato incrementi di fatturato, mentre la crescita riguarda solo il 4,1% delle imprese non innovative".

Fra le imprese che hanno innovato nell'ultimo triennio, il 24,2% ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale ed una percentuale pari al 20,1% ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo incrementale. Ha realizzato innovazione radicale di prodotto (l'innovazione ritenuta più pregiata) ben l'11,4% delle imprese del campione di Reggio Emilia contro il 9,7% di quelle del campione emiliano-romagnolo, mentre l'innovazione radicale di processo ha interessato una quota più ridotta di casi, anche se pur sempre superiore alla media regionale: il 5,9% a Reggio Emilia contro il 5,5% regionale.

Una quota più elevata di imprese innovative appartiene ai settori della meccanica, della ceramica, del chimico/farmaceutico e della gomma-plastica. Le differenze non riguardano soltanto il settore produttivo bensì la dimensione di impresa, con le imprese più grandi che si dimostrano maggiormente in grado di innovare.
Una relazione strettissima – come si diceva - emerge poi tra capacità d'innovazione delle imprese e apertura al mercato internazionale.
Fra le imprese con mercati di sbocco collocati esclusivamente a livello locale, infatti, non ha innovato il 43% delle imprese del campione, mentre fra quelle con un maggior grado di apertura a paesi esteri, tale percentuale scende fino al 7,3%.

E' cresciuta rispetto al passato, raggiungendo il 16,3%, la percentuale di imprese reggiane che ha deciso di investire acquistando nuovi macchinari e attrezzature (quasi 6 milioni di euro investiti dal campione di imprese). Al secondo posto, in linea con il dato regionale, salgono gli investimenti per lo sviluppo/design di nuovi prodotti all'interno dell'azienda - 23 milioni di euro investiti in generale per attività in grado di sviluppare il know how interno aziendale a Reggio Emilia - seguiti dagli acquisti dell'area informatica (oltre 1 milione di euro di effettivo investimento).

Oltre un terzo (37,1%) delle imprese del campione provinciale ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento (32% medio regionale). Si tratta di benefici che riguarderebbero in primis l'eco-sostenibilità ed in seconda battuta le ricadute socio-occupazionali.
Il focus sui temi dello sviluppo sostenibile e della green economy, evidenzia che oltre un quarto (25,7%) delle imprese reggiane si è già convertito alla green economy (dato in netta crescita rispetto al 13,3% della precedente rilevazione) e superiore a quello medio dell'Emilia-Romagna (19,8%). Reggio Emilia si posiziona seconda fra le nove province della regione preceduta solo da Forlì-Cesena (27,8%). La conversione al green ha riguardato innanzitutto il tema dell'energia (impianti fotovoltaici, fonti rinnovabili, macchinari a minore consumo, maggiore efficienza energetica, ecc.).

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Caseificio Dismano di Montese (MO) premiato per medaglia World Cheese Awards. Non era mai successo che un formaggio Dop come il Parmigiano Reggiano ricevesse tanti riconoscimenti a un concorso internazionale -

Modena, 4 febbraio 2015

C'era anche il caseificio Dismano di Montese tra i 21 caseifici premiati a Reggio Emilia per le medaglie vinte al World Cheese Awards svoltosi dal 14 al 16 novembre 2014 a Londra. Si tratta del più grande concorso mondiale per produttori e distributori di formaggi, al quale hanno partecipato 3 mila prodotti provenienti da 33 paesi, dall'Australia agli Usa, dal Sudafrica al Nord Europa, giudicati da 250 giurati in rappresentanza di 26 nazioni. Ebbene, a Londra il re dei formaggi ha conquistato complessivamente 23 medaglie: otto ori, sette argenti, sette bronzi e il Supergold.

Non era mai successo che un formaggio Dop come il Parmigiano Reggiano ricevesse tanti riconoscimenti a un concorso internazionale. Per questo i caseifici medagliati sono stati invitati l'altro giorno a Reggio per essere premiati. Il vicepresidente del Dismano Daniele Deluca ha partecipato insieme a un centinaio di amministratori e casari dei 21 caseifici di Bologna, Modena, Parma e Reggio riuniti nella Nazionale del Parmigiano Reggiano. A Londra, infatti, il caseificio Dismano ha ottenuto la medaglia d'argento nella categoria oltre i 24 mesi di stagionatura. La consegna dei premi è avvenuta nella Sala del Tricolore, presenti i rappresentanti delle istituzioni e del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

Tra i 21 caseifici che compongono la Nazionale del Parmigiano Reggiano ci sono anche il Nuovo Malandrone di Pavullo e il Querciola di Lizzano in Belvedere (Bologna). Quest'ultimo fa parte, come il Dismano, del Consorzio Terre di Montagna, nato a Montese nel 2008 per promuovere e commercializzare il Parmigiano Reggiano di montagna. Il caseificio Dismano trasforma il latte che proviene da sedici soci che hanno le loro stalle nel Comune di Montese a un'altitudine superiore ai 600 metri sul livello del mare; l'anno scorso ha lavorato circa 63 mila quintali di latte. Oltre al Parmigiano Reggiano di montagna (12 mila forme annue), il Dismano produce ricotta, caciotte e yogurt che si possono acquistare direttamente nel punto vendita del caseificio oppure on line.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

 

Stock elevati e con l'approssimarsi dei raccolti in Brasile e Argentina le quotazioni internazionali continuano, lentamente, a ridursi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 04 febbraio 2015 -

Il board non ha notizie che diano supporto alle quotazioni. La borsa di Chicago continua la sua lenta strada al ribasso determinato soprattutto dai prossimi raccolti di Brasile ed Argentina e gli stock mondiali sono ancora elevati.

Venerdì : 30 / 1 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI: mar 961,00 (-7,2) maggio 967,60 (-7)
FARINA mar 329,90 (-8) maggio 324,00 (-6,6)
OLIO mar 30,00 (+0,46) maggio 30,24 (+0,46)
CORN mar 370,00 (-1,4) maggio 378,40(-1,4)
GRANO mar 502,60 (-5) maggio 506,60 (-5,6)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 608, il petrolio si sta stabilizzando intorno ai 47,06 dollari al barile, il cambio gira a 1,1315. 

Cereali tab 3feb2015 cibus1

Mercato Interno -
L'andamento dei mercuriali delle Borse Merci pur nella chiarezza, manifesta segnali di forte instabilità e comunque con tendenze al ribasso. I proteici attualmente si difendono dal favorevole momento del cambio valutario.

Mercati esteri -
In Francia sul "fisico", mercato di scambi reali, il grano quotava euro 181€ contro 182€ di giovedì reso Rouen. Il corn invariato a 148€, fob Bordeaux. L'orzo invariato a 174€ reso Rouen. Il grano duro invariato a 370€ reso Port La Nouvelle.
Il corn Ukraino venerdì quotava dal Mar Nero invariato da giovedì a dollari 171€ fob. Il marzo a 172€ contro 173€. L'aprile a 173€ contro 175€. Il maggio a 174€ contro 177€. Il novembre invariato a 180€. Il bulgaro/rumeno, a Costanza, per il febbraio era invariato ad euro 152€. Il marzo a 156€ contro 153€ l'aprile a 158€ contro 154€. Il grano russo (12,50 % proteine ) per marzo invariato a $ 250 fob.
L'aprile invariato a $ 252. L'agosto invariato a $ 234.

Bioenergie -
Il settore delle bionergie continua la sua quasi totale assenza dal mercato, piange per le imposizioni fiscali e la nuova normativa Iva.
Mais -
Scambi ridotti anche se qualcuno comincia a preoccuparsi per il futuro del Mais i sul prossimo raccolto, dove già si ipotizzano ettarati minori. Se i consumi resteranno ai livelli attuali il rischio che si potrebbe palesare sta nei riporti elevati il tutto a discapito della qualità della merce.

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NOTE

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. Si prega di non inoltrare ad altri tale informativa se non previo accordo con lo scrivente.

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Il Grana Padano è sinonimo di stabilità. Dopo una ripresina di due settimane, si arrestano anche i listini del "Parmigiano". Stabili anche i derivati del latte.

di Virgilio, 04 febbraio 2015 -

LATTE SPOT Dura poco l'ascesa del latte spot. Alla sesta settimana, dopo due turni in sensibile ripresa, il latte crudo spot nazionale arresta la sua ascesa e segna un passo indietro del -0,70%. 35,57€/100 litri di latte è il prezzo minimo registrato a Verona mentre l'estremo si riposiziona al valore dell'ottava precedente a 37,12€/100 litri. Invariato invece il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che si conferma tra 31,96 e 32,99€/10 litri di latte.

BURRO E PANNA Un fuoco di paglia anche la ripresa del burro. Al palo i listini di tutte le tipologie di burro fatto salvo per lo zangolato di panna fresca (1,30€/kg +8,33%) quotato a Parma lo scorso venerdì 30 gennaio. Un'incremento di 10 centesimi realizzati sull'onda positiva dei listini milanesi. Nessuna variazione è stata rilevata a riguardo le creme a uso alimentare quotate a Milano e Verona.

GRANA PADANO Prosegue la ferrea stabilità del Grana Padano sia alla piazza di Mantova sia a quella di Milano. 6,35-6,45€/kg il listino milanese per il 9 mesi di stagionatura e 7,05-7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Dopo due settimane di prezzi in leggero rialzo, anche i listini del Parmigiano Reggiano si sono arrestati. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi di invecchiamento è stato fissato tra 7,35 e 7,75€/kg mentre tra 8,75 e 9,10€/kg il listino del 24 mesi d'invecchiamento.

 

Ancora fortemente penalizzate le microimprese del commercio e del turismo: i dati dell'Osservatorio Confesercenti -

Parma, 3 febbraio 2015 -

I dati sulle dinamica territoriale dei prestiti bancari alle imprese commerciali e turistiche dell' Emilia Romagna evidenziano a settembre 2014, una forte asimmetria in base alla dimensione delle impresa: mentre per le imprese che occupano almeno 20 addetti il cosiddetto "credit crunch" si è esaurito definitivamente (+5,1% su base annua), si è invece fortemente inasprito per le microimprese fino a 5 addetti (-7,5%).
Fortemente differenziati anche i dati relativi alla dinamica tendenziale delle sofferenze lorde per le imprese dello stesso comparto in Regione: mentre la crescita media del complesso delle imprese del settore è pari al 23,4% su base annua, sempre a settembre 2014, le microimprese fino a 5 addetti, fanno registrare una crescita del 12,1%, solamente la metà rispetto al dato complessivo del comparto.

"Le microimprese del commercio e del turismo fino a 5 addetti sono ancora fortemente penalizzate nell'accesso al credito – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti commentando i dati dell'Osservatorio – e in misura meno accentuata ne sono colpite quelle da 6 a 19 addetti, mentre il credit crunch è stato completamente superato per le imprese con almeno 20 addetti.
E' necessaria quindi un'attenzione particolare con politiche e sostegni mirati per l'accesso ai finanziamenti a favore delle imprese di più piccole dimensioni che rappresentano circa il 95% del totale, che sono così importanti per la tenuta del tessuto economico e sociale; ma sono anche quelle che, operando quasi esclusivamente sul mercato interno, hanno pagato il prezzo più alto durante questa lunghissima crisi che speriamo finalmente di lasciarci alle spalle nel corso di quest'anno".

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(Fonte: L'Ufficio stampa Confesercenti Regionale Emilia Romagna)

Alai, presidente del Parmigiano Reggiano: le quote agli allevatori sono una risorsa economica reale. Attenzione della politica, compiti dei Consorzi, interprofessionalità, più tutele all'estero e nuove aggregazioni d'impresa. L'intervento del ministro Martina.

Soragna-PR, 31 gennaio 2015 -  "Se la regolazione dell'offerta consentita dal "Pacchetto latte" dell'Unione Europea e adottata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano costituiva già una risposta strutturale all'esigenza di un nuovo equilibrio tra domanda e offerta capace di assicurare crescita e stabilità ai redditi dei produttori, questa stessa misura oggi appare ancora più rilevante nella sua portata". Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha aperto così il convegno che oggi a Soragna (dove ottant'anni fa venne firmato l'atto costitutivo del Consorzio di tutela) ha visto la partecipazione di tutte le associazioni del mondo agricolo cooperativo, degli assessori regionali all'agricoltura Simona Caselli (Emilia Romagna), Giovanni Fava (Lombardia) e del ministro Maurizio Martina. "La imminente cessazione di quel regime comunitario delle quote, che per trent'anni ha vincolato la produzione di latte - ha sottolineato Alai - apre scenari fondati su un'espansione della produzione europea, una esasperazione della competizione e quotazioni in ribasso: è proprio in questo contesto che l'assegnazione delle quote latte da trasformare in Parmigiano Reggiano direttamente agli allevatori ha attribuito ai produttori non solo la responsabilità e la possibilità di regolare i flussi, ma soprattutto un nuovo valore economico reale".

Ma a Soragna, ottant'anni dopo la nascita del Consorzio, le riflessioni di Alai si sono presto allargate ben oltre il tema del governo della produzione. "I tempi che stiamo vivendo - ha detto il presidente del Consorzio - esigono una nuova e grande attenzione da parte della politica, una grande difesa sindacale che riguarda il mondo dell'associazionismo e una forte evoluzione dei sistemi di aggregazione che investono le imprese, con ruoli sicuramente inediti anche per i consorzi di tutela". "E' in questo contesto che ci si deve chiedere - ha detto Alai - se il nostro Consorzio debba associare solo i trasformatori o anche gli allevatori, in un'ampia riflessione sulle sue funzioni, sull'interprofessionalità, sul come rendere più forte la coesione del sistema e sul ruolo fondamentale di quanti, all'interno del mondo agricolo, svolgono funzioni associative e di coordinamento, perché senza questo lavoro ampio e comune qualsiasi obiettivo diviene difficilmente perseguibile". Molto forte, da parte del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'appello alla politica e all'amministrazione pubblica: "conosciamo - ha detto Alai - le difficoltà della finanza pubblica e non sono comunque queste le risorse oggi prioritarie, quanto invece i sostegni per portare a compimento l'evoluzione interprofessionale del sistema e il sostegno per abbattere le tante barriere che in molti mercati ancora ci impediscono di entrare e quelle che in un numero ancora più alto di Paesi (vedi gli Usa, ad esempio) ci impediscono di tutelare e difendere la nostra denominazione da imitazioni e usurpazioni". "Per far crescere redditi e investimenti - ha concluso il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricordando come tappa fondamentale quella degli accordi con gli Stati Uniti-TTIP - la priorità è rafforzare le condizioni per la crescita della domanda estera, che entro il 2020 dovrà valere il 50% sul totale della nostra produzione".

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA: IMPEGNO CENTRALE SU INTERPROFESSIONE ED EXPORT

Precise le osservazioni del ministro Marizio Martina rispetto ai temi al centro del convegno, a partire da quello che ha definito "un gioco i squadra importante di tutte le forze in campo, perché le istituzioni, da sole, non possono risolvere problemi che coinvolgono direttamente altri soggetti ed altri attori importanti a tutela delle nostre eccellenze". Siano in ritardo, ha detto Martina, rispetto ad azioni sulle quali già da 2008 occorreva avviare n dibattito più concreto e produttivo, perchè è da allora che conosciamo i tempi della cessazione del regime delle quote latte UE: in ogni caso dobbiamo guardare avanti, puntando su due punti di forza: l'interprofessione nel sistema latte e formaggio, sulla quale il ministero farà la propria parte per essere elemento di stimolo e di coagulo riorganizzativo e, contemporaneamente, il rafforzamento dei consorzi di tutela in uno scenario che cambia e va riletto con una visione aperta. Per Martina, il problema è sì il mercato interno, ma soprattutto lo scenario internazionale: l'Italia - ha detto - è il Paese che meglio utilizza le possibilità di tutela offerte dalla Corte di Giustizia UE, ma fuori dall'Europa c'è il grande tema politico della protezione in grandi Paesi come gli Usa, molto attenti alla politica dei marchi, mentre noi siamo molto attenti alla tutela dele DOP. Il saldo - ha aggiunto Martina- è a nostro favore nelle trattative sull'agroalimentare, possiamo agire bene e con una buona tattica, e di fronte alle opportunità che abbiamo (e anche ai rischi comunque insiti nelle trattative) è fondamentale il tema organizzativo, il presentarsi uniti e capaci di migliorare le nostre piattaforme sulle nostre esortazioni.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

(Formato pdf scaricabile in allegato)

SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

1.1 editoriale Picconate alla Grecia! La finanza internazionale non perdona i ribelli.
2.1 nomine Alleanza Cooperative: Rosario Altieri è il nuovo presidente,
2.2 consumi Ismea, leggero rimbalzo dei consumi.
3.1 cereali Cereali, rientrano le previsioni pessimistiche sulla produzione canadese
4.1 Lattiero caseario Primi segnali di ripresa del burro
5.1 Agricoltura IMU: Moncalvo (Coldiretti), Governo mantiene impegni, bene Martina.
5.2 Ho.Re.Ca. Confesercenti Emilia Romagna, indilazionabile l'abbattimento fiscale.
6.1 terremoto Le utenze private vanno pagate da tutti, anche nei MAP..
6.2 EXPORT Distretti produttivi. In crescita l'export nel terzo trimestre 2014.
7.1 Expo 2015 La Fondazione Barilla ha presentato la "Carta di Milano" a Washington.

Cibus 5 COP

Altieri: "Il 2015 anno decisivo per proseguire il percorso verso la centrale unica"

Roma, 29 gennaio 2015 – È Rosario Altieri il nuovo presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane per il mandato 2015. Lo ha eletto all'unanimità l'assemblea dei delegati svolta al Palazzo della Cooperazione di Roma. Mauro Lusetti e Maurizio Gardini sono i copresidenti.

"Con l'Assemblea di oggi – ha detto il neo presidente Altieri – l'Alleanza delle Cooperative Italiane conferma la piena determinazione a proseguire speditamente sulla strada dell'unione organica del movimento cooperativo italiano rappresentato da Agci, Confcooperative e Legacoop, ribadendo la data del gennaio 2017 quale termine per la costituzione della Centrale unica".

La decisione assunta oggi dall'Assemblea di eleggere a presidente dell'Alleanza Rosario Altieri, numero uno di Agci "non deve e non può essere considerata un atto dovuto, ma la dimostrazione della coerenza e della lealtà dei rapporti tra le tre Associazioni di rappresentanza della cooperazione, a prescindere dalla loro consistenza quantitativa. La mia presidenza – ha proseguito Altieri – sarà caratterizzata da un ancora più forte livello di collegialità, indispensabile per assicurare il notevole e prezioso apporto che le due componenti maggiori dell'Alleanza si impegnano a non far mancare".
"L'Alleanza si impegna a fare la sua parte – ha concluso Altieri – affinché la Cooperazione diventi uno strumento efficace per la crescita e lo sviluppo, forte del contributo notevole che è in grado di assicurare e dell'altrettanto apprezzabile funzione sociale e di inclusione di cui questa forma di impresa è capace".
Il copresidente Mauro Lusetti nella relazione ha tracciato i punti del futuro prossimo dell'Alleanza. "Dobbiamo avere la capacitá di abbattere i muri che rimangono. Il 2015 è l'anno in cui l'Alleanza deve assumere un protagonismo maggiore: verso la politica, verso le altre organizzazioni, verso i cittadini. È necessario affermare un pensiero cooperativo importante perché dobbiamo essere interlocutori forti e credibili con la politica e con quelli che debbono essere i nostri alleati. Se non avremo la capacitá di stare al passo col cambiamento saranno altri che lo faranno. Dobbiamo essere orientati al nuovo".

Il copresidente Maurizio Gardini intervenendo ha detto "I fatti di cronaca che riguardano alcune cooperative ci pongono, in termini forti, la necessità di tenere alta l'attenzione sulla buona cooperazione che é l'assoluta maggioranza laboriosa del movimento. Una foresta di cooperatori laboriosi da difendere con rigore. Rispetto alle sfide del paese la cooperazione non si arrocca, é pronta al confronto è a proporre modelli di risposta ai bisogni del territorio dal quale non abbiamo mai delocalizzato".
In particolare parlando della delicata situazione politica ed economica del Paese, Altieri ha auspicato una elezione rapida del Presidente della Repubblica e ha espresso la certezza che il Parlamento saprà scegliere, tra le tante figure di prestigio del nostro Paese, una personalità in grado di garantire l'alto valore etico e sociale da sempre caratteristica dei Presidenti che si sono succeduti. Fa inoltre voti affinché il Governo continui nella sua opera di riforma delle Istituzioni e delle regole del gioco, in modo da determinare le condizioni per garantire, insieme alla diminuzione del peso della burocrazia, una maggiore competitività del sistema Italia.

(Fonte Alleanza Cooperative 29 gennaio 2015)

Domenica, 01 Febbraio 2015 11:08

Ismea, leggero rimbalzo dei consumi


L'ultimo scorcio del 2014, complice il calo del prezzo del petrolio e un tasso di inflazione ai minimi storici, regala un mini rimbalzo dei consumi alimentari delle famiglie italiane.

Roma - È quanto emerge dai dati del Panel famiglie Ismea Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi dell'anno, da cui si evince un recupero della spesa per alimenti e bevande di circa mezzo punto percentuale su base annua.

Un primo timido segnale di inversione di tendenza, dopo il dato particolarmente allarmante del 2013 ( -3,1% la contrazione della spesa alimentare) che prelude, se non a un rilancio dei consumi, quanto meno ad uno stop del trend flessivo che ha caratterizzato il periodo recente.

Il potere d'acquisto delle famiglie (in crescita dell'1,9% nel terzo trimestre dell'anno) ha trovato giovamento dall'inflazione vicina allo zero, dal calo del prezzo della benzina e da una politica di bilancio pubblico, dopo anni di austerity, un po' meno restrittiva, ma l'elevata disoccupazione e la frenata degli investimenti lasciano ancora dubbi su un auspicabile consolidamento del trend.

Tra le varie categorie di prodotto, aumenta in particolare la spesa dei derivati dei cereali (+5,6%), trainati prevalentemente dalla biscotteria (+6%). Si conferma la buona performance del complesso dei dolciumi (+4% in valore), e degli oli e grassi vegetali (+6,1%), con gli oli di oliva extravergine che spuntano un +3,3%.
Positivo anche il dato dei prodotti ittici, che stanno lentamente risalendo la china (+1,8%) dopo la caduta a doppia cifra del 2013. Tra le carni fresche, che avanzano nel complesso dello 0,7% (sempre in valore) si rilevano dinamiche divergenti, con i tagli bovini e avicoli in aumento rispettivamente dell'1,5% e del 4,7% a fronte del meno 6% della carne suina. In flessione anche la spesa delle famiglie in salumi (-0,8%), nonostante un aumento dei volumi acquistati.
Riguardo poi all'ortofrutta, secondo il panel famiglie Ismea- GFK/Eurisko - che monitora gli acquisti non solo presso gli scaffali della Gdo ma anche nel dettaglio tradizionale, mercati rionali, ambulanti e porta a porta - gli italiani hanno risparmiato, negli acquisti di frutta e verdura fresche, il 2,4% sul 2013, aumentando invece del 3,6% il budget destinato alla frutta trasformata. Un segmento in ridimensionamento nel carrello degli italiani è poi quello del latte e derivati (-1,1% in valore), che sconta sia la disaffezione nei confronti del latte fresco da parte di alcune fasce di consumatori (-5% la spesa, in presenza di un calo ancora maggiore dei volumi), sia la flessione degli acquisti di formaggi (-0,9%) dovuto in particolare ai freschi (-5,1%). Il comparto del beverage (+3,3%), al contrario, pare abbia trovato, dopo il tonfo del 2013, un nuovo slancio grazie soprattutto alle acque minerali. Per i vini il dato resta invece leggermente negativo, con un meno 0,2% sul 2013.

La tabella è consultabile su Ismea servizi a questo link http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5166

(Fonte Ismea 23 gennaio 2015)

Si allentano le tensione sul frumento duro. Le informazioni dal Canada attenuano le pessimistiche previsioni di fine anno scorso pur rimanendo in netta flessione rispetto al 2013.

di Lgc - Parma, 29 gennaio 2015 -

Il mercato cerealico, nel suo complesso, continua a mostrare segnali di tensione e le reali intenzioni degli investitori rimangono ancora oscure, almeno stando all'osservazione dell'andamento dei grafici dei contratti a termine.

Da un lato le tensioni geopolitiche (Russia e Ucraina ad esempio) dall'altro gli andamenti climatici non consentono di avere uno scenario ben definito del panorama mondiale de cereali.

Ai sopracitati elementi di negatività però se ne stanno sovrapponendo altri, di natura più positiva, che potrebbero sensibilmente attenuare gli effetti negativi dei primi.

Primo fra tutti i dati che provengono dal Canada. Le previsioni funeste sulla produzione e sulla qualità, soprattutto connessa al più piccolo mercato del frumento duro smentiscono, in parte, le catastrofiche previsioni di dicembre scorso. Sarebbero ben 800.000 gli ettari in più che verrebbero destinati al frumento canadese raggiungendo quindi l'impensabile soglia dei 10 milioni di tonnellate di produzione cerealicola ben lontano dalla riduzione del 27% previsto. Tuttavia, la I.G.C. (International Grains Council) parla di una riduzione mondiale delle scorte soprattutto da parte dei grandi esportatori, come UE e Russia, ma con tutti gli altri paesi produttori, Stati Uniti compresi, pronti e disponibili a sopperire alla domanda di cereali.

Restando nell'ambito geopolitico con le prossime elezioni in Argentina potrebbero venir meno gli impedimenti all'export dei cereali nel caso si dovesse concretizzare un'uscita di scena dell'attuale presidente Cristina Fernández de Kirchner. Un'ipotesi che si tradurrebbe, secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell'Agricoltura USA con sede a Buenos Aires, in un incremento di 500.000 tonnellate rispetto alle previsioni ufficiali per un totale di 6.5 milioni di tonnellate.

In conclusione, secondo i dati forniti dall'agenzia IGC, si stima una produzione di grano mondiale nel 2015 intorno ai 701 Mil. di tonnellate in calo di 16 Mil. di t. dallo scorso anno ma ancora superiore alla media degli ultimi cinque anni di circa il 2%. L'incertezza riguarda solo le stime da parte di Russia e Ucraina dove è ormai preso in considerazione il peggioramento dei raccolti da parte degli operatori agricoli.


Mantenuti gli impegni per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione.

Roma - Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione per tutti nei comuni montani e a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, o a chi a loro affitta, in quelli parzialmente montani.

E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l'esito del Consiglio dei Ministri straordinario sull'Imu agricola montana che, con il lavoro del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e su proposta del premier Matteo Renzi, ha fissato nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – sottolinea Moncalvo - hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l'intera collettività.

Il testo prevede che a decorrere dall'anno in corso, 2015, l'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) si applica:
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat;
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat.
Tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014.
(Ufficio Stampa Coldiretti 23 gennaio 2015)


I "correttivi anticrisi" non sono più sufficienti. Dall'analisi di un campione di 9.342 studi di settore effettuato da Confesercenti Emilia Romagna si evince come, nonostante la crisi, sia sempre maggiore il numero di soggetti congrui ma anche l'indebolimento sensibile dei ricavi per talune categorie.

di LGC - Parma, 28 gennaio 2015 -
Pizzerie e ristoranti ma non solo. E' tutto il comparto della somministrazione e dei servizi che sta soffrendo una costante riduzione di ricavi.
A rilevarlo è l'ufficio economico di Confesercenti Emilia Romagna che nei giorni scorsi ha diffuso i dati relativi all'analisi svolta su un campione di 9.342 aziende operanti nell'ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all'anno di imposta 2013 e confrontati con gli anni precedenti.

L'indagine si è concentrata in modo specifico sugli studi di settore evidenziando come, rispetto all'anno precedente (2012), le ditte cosiddette congrue siano rimaste invariate passando dal 77,2% al 76,8% (-0,4%) del 2013. Aprendo il campo di osservazione all'anno pre-crisi, nel 2006 era pari al 65,5%, con il 76,8% del 2013, si evince che nel periodo c'è stato un aumento dell'11,3% di ditte che rispettano gli studi di settore.

In ogni caso, negli ultimi 4 anni, la somma delle ditte congrue più adeguate si è attestata sempre su una media superiore al 75%.
"Per quanto riguarda l'incidenza dei correttivi anticrisi - scrive Confesercenti Emilia Romagna - sugli indici di congruità delle ditte, si riscontra una diminuzione del dato che era del 43,1% nel 2012 ed è passato al 41,6% nel 2013; ciò significa che si è tenuto conto, ma in modo insufficiente, della situazione molto pesante che stanno vivendo le imprese che vedono i costi aumentare, mentre la redditività si è ridotta ai minimi termini, tanto è vero che molte sono costrette a chiudere."

Infine dall'analisi emerge il costante e diffuso ridimensionamento dei ricavi in particolare su alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi. Ad esempio i ristoranti e pizzerie hanno registrato un ricavo medio diminuito del 2,2% tra il 2013 e il 2012, il commercio ambulante del -6,1% e settore dei generi di monopolio il ricavo medio è diminuito del 5,5% in un anno.
Una situazione che ha spinto l'organizzazione di categoria, attraverso il direttore regionale Stefano Bollettinari, a sollecitare l'abbattimento della pressione fiscale. "Ancora una volta i dati dimostrano il grande impegno delle p.m.i. a rispettare gli studi di settore nonostante la pesantezza della crisi e la flessione dei fatturati – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna – ma nello stesso tempo si evidenzia che fanno sempre più fatica a farlo e che gli stessi 'correttivi anticrisi' non sono ormai più sufficienti. E' quindi indilazionabile l'abbassamento in forma strutturale e permanente della pressione fiscale generale e locale su imprese, famiglie e lavoro, se vogliamo veramente uscire dalla crisi nel corso del 2015".


Bollette energia elettrica nei Map (Moduli Abitativi Provvisori): l'assessore regionale alla Ricostruzione Palma Costi: "La Regione e i Comuni non stanno lasciando solo nessuno, ma le utenze vanno pagate da tutti. Stiamo seguendo, insieme i Comuni, la questione: per chi si trova in condizioni socio-economico problematiche saranno attivate misure di tutela sociale da parte dei competenti servizi comunali"

Bologna – «La Regione e i Comuni non stanno lasciando solo nessuno. Ma è chiaro che le bollette dell'energia elettrica consumata va pagata. Da tutti, anche da chi provvisoriamente risiede nei Map. È una questione di equità tra cittadini: il pagamento delle utenze personali prescinde dalla forma di assistenza post-sisma in cui ci si trova. Caso per caso - e i Comuni conoscono bene le singole realtà dei nuclei famigliari - dove si verificherà che i cittadini si trovino in condizioni socio-economico problematiche saranno avviate, misure di tutela sociale da parte dei competenti servizi comunali».

Così l'assessore regionale alle Attività produttive e Ricostruzione post sisma Palma Costi rispondendo al deputato M5S sul tema dli pagamenti della bollettazione elettrica nei Moduli abitativi provvisori per molti dei quali gli utenti dall'istallazione ad oggi non sono stati coperti i costi.
Al pari di tutte le forme di assistenza anche per i Map – la cui unica spesa è quella dell'energie elettrica sia per la cucina e acqua sia per il riscaldamento - non è prevista la copertura delle spese per i consumi delle utenze in quanto strettamente legate alle abitudini personali dei singoli nuclei e peraltro spese di carattere non straordinario bensì sostenute a prescindere dall'evento calamitoso. Inoltre, le bollettazioni Enel per i consumi di energia elettrica nei Map, sono stati tariffati con particolare agevolazioni concesse dall'Autorità per l'energia elettrica oltre che, nei casi di importi elevati, sono già stati previsti pagamenti rateizzati.

«Non è accettabile parlare di vergogna. I Map - ha aggiunto l'assessore Costi - sono stati una scelta obbligata a fronte di una grande emergenza. Sin dall'inizio il Commissario ha provveduto a reperire soluzioni per far fronte all'emergenza abitativa derivante dal sisma. Tra questi gli alloggi in affitto, il Contributo di autonoma sistemazione e i Moduli abitativi urbani e rurali. Nei primi mesi si è fatto fronte a 45 mila persone sfollate e oltre 14 mila edifici inagibili: a fine 2012 sono stati chiusi i campi d'emergenza e i 757 Map sono stati una scelta, benché contenuta, obbligata».

Oggi i Moduli urbani occupati sono 485 e vi abitano circa 1.500 persone: dopo il sisma del 20 e 29 maggio 2012 i moduli realizzati erano 757 distribuiti in 7 comuni (Cavezzo, Concordia, Mirandola, Novi, San Possidonio, San Felice nel modenese e Cento nel ferrarese), dove il sisma ha provocato i maggiori danni e la disponibilità di abitazioni era insufficiente a fronteggiare l'emergenza.
(Fonte Regione Emilia Romagna)


Il terzo trimestre del 2014 mette in evidenza molti fattori di positività in merito all'export dei distretti industriali dell'Emilia Romagna. L'analisi elaborata dal centro studi di Carisbo mette in luce che 14 distretti su 20 del territorio emiliano romagnolo hanno chiuso in positivo.

di LGC, Parma  - Ben 14 dei 20 distretti produttivi dell'Emilia Romagna hanno segnato positivamente nel terzo trimestre del 2014 per quanto riguarda l'export. A metterlo in evidenza è stato il rapporto sui distretti elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma che ha messo in evidenza una crescita dell'export complessiva del 3,7% ben superiore alla media nazionale attestata al 2,2%. Una crescita sostenuta dalle buone performance dei mercati maturi (+4,8%) dove spiccano USA e Paesi Bassi ma anche da quelli emergenti (+1,9%) Hong Kong e Indonesia soprattutto.

Nello specifico, la crescita dell'export segnato dalla meccanica non ha ricevuto il contributo del distretto di Reggio e Modena per quanto riguarda la meccanizzazione agricola che invece perde un -2,8%. In crescita le macchine utensili di Piacenza (+19,1%), la food machinery di Parma (+10,6%), i ciclomotori di Bologna (+6,1%), le macchine per il legno di Rimini (+7,2%) e anche per le macchine per l'industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+6,5% secondo i dati ACIMAC).

Dati maggiormente contrastanti derivano dal settore alimentare dove alla sensibile crescita dell'alimentare parmense (+14%), dei salumi del modenese (+9%) e di Reggio Emilia (+3%) affiancati da un +0,6% realizzato dal lattiero caseario di Reggio Emilia, l'ufficio studi di Carisbo registra una perfomance negativa per lattiero-caseario parmense (-2,1%), dei salumi di Parma (-3,7%) e il crollo dell'ortofrutta romagnola (-18,3%) che sconta gli effetti del maltempo che ha colpito il territorio nel 2014.

Anche nel settore moda ai fattori di positività si affiancano alcuni dati negativi che provengono in particolare dall'abbigliamento di Rimini (-8,4%) e le calzature di Fusignano-Bagnacavallo (-14,2%). Al contrario note assolutamente positive arrivano dall'abbigliamento e maglieria di Carpi (+4,8%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+9,1). Notevole la crescita registrata nel settore della casa con un +14,2% realizzato dai mobili imbottiti di Forlì.
In ripresa (+0,9%) il distretto biomedicale di Mirandola (MO) mentre risulta ancora in perdita l'export del distretto biomedicale di Bologna (-6,5%)


La Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) ha presentato, lo scorso 22 gennaio, la Carta di Milano – proposta italiana di accordo alimentare globale che sarà illustrata presso l'Expo di Milano

di Lgc - Parma, 26 gennaio 2015 - "Un accordo globale sul cibo" è, in breve sintesi, l'obiettivo del protocollo di Milano. "È assurdo che oggi ci sia cibo in abbondanza per tutti e contemporaneamente che un miliardo di persone soffra la fame, mentre spreco, consumo eccessivo e utilizzo della terra a fini diversi dalle produzioni alimentari sono pratiche normali", afferma Guido Barilla, Presidente della Fondazione BCFN. "L'Expo 2015 deve lasciare un'eredità più profonda e duratura e non essere solamente una vetrina per prodotti alimentari raffinati".

Il protocollo di Milano, presentato lo scorso 22 gennaio a Washington durante il primo Food Tank Summit, evento organizzato in collaborazione con la George Washington University, elenca misure specifiche per:
- Combattere lo spreco alimentare dal campo alla tavola
- Combattere fame e obesità, promuovendo stili di vita sani a partire dalla giovane età
Incoraggiare l'agricoltura sostenibile opponendosi alla speculazione finanziaria sulle materie prime.
Il primo Food Tank Summit a Washington D.C., organizzato in collaborazione con la George Washington University, ha riunito più di 75 leader internazionali nel campo alimentare e dell'agricoltura: una tavola rotonda globale per discutere di nuovi accordi sul tema dell'agricoltura sostenibile, come la Carta di Milano.

Con il contributo di istituzioni, mondo accademico, società civile e settore privato, la Carta di Milano traccia le linee guida che il governo italiano seguirà per promuovere un sistema alimentare globale più sostenibile nel corso dell'Expo 2015. Nella sua versione definitiva verrà consegnato al Segretario generale delle Nazioni Unite durante la Giornata mondiale sull'alimentazione del 16 ottobre, come lascito dell'Expo 2015.

La Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, da quando è stato presentato il Protocollo di Milano ha operato per ottenere la firma di oltre 100 organizzazioni, istituzioni e aziende private di alto livello, così come di migliaia di cittadini privati.
Nei prossimi mesi invece l'obiettivo della Fondazione Barilla si concentrerà, in di concerto con il Governo italiano, per ottenere che i 146 Paesi che prenderanno parte all'Expo supportino la Carta di Milano.

 

Monitoraggio del dissesto idrogeologico dell'Emilia Romagna, URBER - Unione Bonifiche Emilia Romagna: "Servono 894 interventi per un valore di 1 miliardo e 100 milioni. Rischio che si impenna del 10% in più rispetto all'anno scorso - 

Parma, 31 gennaio 2015 -

Lo stato geomorfologico della regione Emilia Romagna è gravissimo e senza essere accusati di allarmismo i dati più aggiornati raccolti minuziosamente sul territorio palesano questa realtà tutt'altro che rosea.
Il rischio di dissesto idrogeologico in tutta l' Emilia Romagna è peggiorato notevolmente aumentando complessivamente di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente.

A renderlo noto è l'URBER (Unione Regionale delle Bonifiche dell'Emilia Romagna) che il 5 febbraio prossimo presenterà al Governo a palazzo Chigi - nell'ambito del Piano Nazionale contro il Rischio Idrogeologico redatto da ANBI ( Associazione Nazionale Bonifiche Italiane)-, l'elenco dettagliato al centesimo degli interventi che, se realizzati in tempo utile, contribuirebbero in modo sostanziale alla messa in sicurezza del territorio dai fenomeni di frane e alluvioni che minacciano le comunità e le attività economiche emiliano-romagnole.

Gli interventi complessivi che i Consorzi di bonifica regionali evidenziano sono ben 894 per un importo che supera ormai di gran lunga il miliardo di euro attestandosi sulla cifra di un miliardo e cento milioni di euro. Le opere da realizzare riguardano le manutenzioni "straordinarie" di bonifica, sistemazioni idrauliche, adeguamento e potenziamento delle opere di scolo delle acque, laminazione delle piene, realizzazione delle casse di espansione (fondamentali per la sicurezza anche dei centri urbani), consolidamento frane ripristino dei versanti montani dal dissesto, realizzazione di briglie di contenimento del terreno. La rapidità del cambiamento climatico, alla radice delle violente precipitazioni cadute in tempi assai più ridotti, ha fatto impennare il numero delle emergenze montane che hanno avuto conseguenze immediate e drammatiche a valle dove oggi contenere i flussi, accerchiati da una urbanizzazione invasiva, è diventato sempre più arduo, lento e costoso. La media del valore degli interventi in pianura infatti, contrariamente a quanto si possa erroneamente presumere, è ben più alta rispetto a quella registrata sui rilievi a causa degli obblighi di legge che scaturiscono dall'operare su territori inurbati.

Particolarmente significativo è il confronto che URBER propone con il recente passato e che nel dettaglio riguarda la comparazione con l'anno 2010 in cui le necessità dell'Emilia Romagna erano ferme a quota 564.046.000 di euro per 652 interventi auspicabili. Oggi l'ammontare complessivo ha fatto registrare un incremento esponenziale negativo pari al 40%; un dato eclatante e preoccupante che il Governo stesso e l'ANBI hanno posto di recente al centro delle loro priorità, un dato che in modo inoppugnabile mostra come sia impellente, anche e soprattutto in Emilia Romagna, il bisogno di intervenire con convinzione e mezzi per arginare il grave rischio idrogeologico. "Nonostante l'impegno profuso dagli enti, in primis la Regione Emilia Romagna, - sottolinea il presidente URBER Massimiliano Pederzoli - i fenomeni climatici avversi si ripetono a catena ed è per questo che la realtà fragile del territorio emerge tra le assolute priorità nazionali. Il bisogno è grande, i progetti ci sono, ora servono risorse adeguate."

(Fonte: ufficio stampa URBER)

Gli imprenditori agricoli di Parma possono partecipare a "La Corte dalla terra alla tavola" facendo richiesta entro il 14 febbraio 2015 incluso -

Parma, 30 gennaio 2015 -

Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di autorizzazione alla partecipazione al mercato degli imprenditori agricoli "La Corte dalla terra alla tavola", per il periodo marzo 2015- febbraio 2016. Il mercato realizzato dagli imprenditori agricoli di Parma, è riservato alla vendita diretta da parte degli agricoltori dei propri prodotti.

Le domande compilate e complete con la richiesta documentazione devono essere presentate al Consorzio La Corte di Parma entro e non oltre il 14 febbraio 2015 incluso.

In allegato il modulo scaricabile.


Seconda settimana in crescita per il Parmigiano Reggiano. Il Latte spot crudo nazionale ancora in salita. Padano ancora dormiente mentre il burro guadagna 10 centesimi.

di Virgilio, 28 gennaio 2015 -

LATTE SPOT Prosegue anche nella 5° settimana il recupero del Latte crudo spot nazionale. Con un +1,43%, che segue il +2,94% registrato nella ottava precedente, la borsa veronese registra tra 36,09 e 37,12 €/100 litri di latte gli estremi dei prezzi contrattati. Fermo invece il latte spot pastorizzato estero il quale nella precedente seduta borsistica aveva, in un solo colpo, guadagnato il 3,28% (31,96-32,99€/100/litri).

BURRO E PANNA Colpa di coda del burro che guadagna 10 centesimi sulla piazza milanese relativamente a tutte le referenze oggetto di contrattazione.
Recupera 10 centesimi anche il burro zangolato trattato alla borsa reggiana anticipando, moto probabilmente la quotazione (1,30€/kg) che uscirà della prossima seduta camerale di Parma del 30 gennaio.
Nessuna variazione è stata osservata relativamente alla crema e alla panna a uso alimentare quotate rispettivamente a Milano e a Verona.

Burro

GRANA PADANO Fermo il Grana Padano salvo un leggero incremento di 5 centesimi per il 15 mesi di stagionatura quotato a Milano raggiungendo i 7,70€/kg come valore massimo registrato a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. A Milano invece, oltre alla ripresa del 15 mesi sopra menzionata, la forbice di prezzo del 9 mesi di stagionatura è compresa tra 6,35 e 6,45€/kg.

PARMIGIANO REGGIANO Seconda settimana consecutiva di recupero del Parmigiano Reggiano quotato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma. 5 centesimi recuperati ancora dal 12 e dal 24 mesi di stagionatura. Nello specifico 7,35-7,75€/kg è la quotazione del 12 mesi di stagionatura e tra 8,75 e 9,10€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.

 

Lunedì, 26 Gennaio 2015 15:51

Modena - Economia, banche, imprese

Gli imprenditori incontrano Fabrizio Togni, Direttore di BPER, mercoledì 28 gennaio presso la Sala Arcelli, alla CNA Provinciale -

Modena, 26 gennaio 2015 -

Nel giro di pochi anni la crisi economica ha cambiato radicalmente la situazione finanziaria generale, andando a modificare nel profondo i rapporti tra istituti di credito ed imprese, rapporti vitali in un'economia come quella italiana, dove il peso dei prestiti bancari nei finanziamenti alle imprese è ben più elevato che in altri paesi.
Per fare il punto su questi rapporti CNA ha invitato Fabrizio Togni, Direttore Generale del Gruppo BPER, banca tra le più importanti sul nostro territorio e tra i più dinamici e importanti gruppi bancari a livello nazionale.
L'incontro, in programma mercoledì 28 gennaio alle 20.30 presso la CNA Provinciale, sarà l'occasione per analizzare questi cambiamenti e tracciare le linee di sviluppo per il futuro, anche alla luce del prossimo riassetto delle banche popolari.
Parteciperà al dibattito il presidente di CNA Modena Umberto Venturi.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015 (scaricabili in pdf allegato)

1.1 editoriale Chi, dopo Napolitano insieme a Draghi, per la resurrezione?
2.1 alimenti animali Efsa, su mangimi con solanum glaucophillum
3.1 mais e soia Mais & Soia dati previsionali 2014-15
4.1 Lattiero caseario Leggero rimbalzo per il latte spot
5.1 lattiero caseario Parmigiano Reggiano, preoccupa il prezzo medio latte 2014
5.2 quote latte Quote latte, una sentenza di assoluzione passata in sordina
6.1 crisi latte Confagricoltura, la crisi del Parmigiano Reggiano rispecchia quella di tutto il comparto.
6.2 parmigiano reggiano Il Sistema Parmigiano Reggiano in audizione in Senato
7.1 prezzi agricoli Ismea, meno 5,5% i prezzi agricoli nel 2014

Cibus 4 COP

Domenica, 25 Gennaio 2015 11:30

L'Efsa su mangimi con solanum glaucophillum

La valutazione scientifica del Solanum glaucophyllum è la prima effettuata ai sensi del nuovo quadro giuridico per le materie prime dei mangimi.

Parma, 19 gennaio 2015 -

Si pubblica quest'oggi un nuovo parere scientifico su una materia prima per mangimi derivata da Solanum glaucophyllum, pianta della famiglia delle Solanacee. Si tratta della prima valutazione effettuata dall'EFSA in base al nuovo quadro giuridico per le materie prime per mangimi, di cui al Regolamento 767/2009.

La valutazione riguarda l'uso di un mangime composto a base di foglie di Solanum glaucophyllum miste a farina, destinato a vari animali da allevamento.
Solanum glaucophyllum contiene un composto con attività simile a quella della vitamina D, che può contribuire a soddisfare il fabbisogno di tale vitamina nell'animale. Tuttavia l'ingestione di quantità eccessive di foglie di Solanum glaucophyllum può provocare ipercalcemia (cioè elevati livelli di calcio nel sangue) ed essere dannosa per la salute degli animali.

Gli esperti dell'EFSA hanno concluso che per suini e pollame il suo utilizzo nella dieta, sino a un certo tenore, non presenta rischi. Nelle vacche da latte, invece, il suo utilizzo può contribuire a prevenire la mastite, ma non è stato possibile stabilirne un livello di sicurezza. Analogamente non è stato possibile fissare un livello di sicurezza comune a tutte le specie animali.
Scientific Opinion on the safety of Solanum glaucophyllum standardised leaves as feed material
(EFSA 16/1/2015)

EFSA rid0038 copia

Domenica, 25 Gennaio 2015 10:48

Mais & Soia: dati previsionali gennaio 2015

Mais & Soia: dati previsionali 2014 - 2015 - gennaio 2015

Mais mond

MAIS: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 988.08 Mio t, in diminuzione di 3.5 Mio t rispetto alle stime formulate a Dicembre, riflettendo le previsioni di un minore raccolto negli Stati Uniti, parzialmente compensato da aumenti previsti in India (+1 Mio t) e nella Unione Europea (+0.4 Mio t).
 Negli USA la produzione è prevista a 361.09 Mio t (-4.9 Mio t), con un leggero incremento delle aree dedicate alla coltivazione ma con un calo della resa dei terreni (171 bushel/acro). Comunque, la produzione e la resa previste si mantengono a livelli record.
 È in aumento il Mais destinato alla produzione di Etanolo (+25 milioni di bushel, equivalenti a 0.6 Mio t), a causa della riduzione dell'impiego di Sorgo, i cui prezzi sono in crescita.
 Le stime sulle scorte di fine stagione sono in diminuzione a 189.15 Mio t: le riduzioni degli USA, Argentina e Canada sono in parte compensate dall'incremento della UE.

Soia mondiale

 

SOJA: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è prevista al livello record di 314.37 Mio t, in continuo aumento rispetto alle stime dei mesi scorsi, grazie a maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti (+0.3 Mio t), in Brasile (+1.5 Mio t) e nella Unione Europea (+0.1 Mio t).
 L'incremento produttivo in Brasile riflette l'aumento delle rese negli stati più produttivi (tra cui Mato Grosso e Paraná).
 Anche negli USA si prevede un aumento della resa dei terreni (47.8 bushel/acro).
 In India, la produzione di semi di Soia è stimata in diminuzione, a causa del ritardo della semina e della brevità della stagione dei monsoni.
 Gli stock finali globali di semi di Soia sono previsti a 90.78 Mio t: le scorte USA sono invariate, mentre l'aumento delle scorte del Brasile più che compensa la riduzione della UE.


Non vi è stata truffa e l'assoluzione è piena perché il "fatto non sussiste". I giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno annullato le pesanti condanne comminate agli allevatori lombardi nei due precedenti gradi di giudizio.

di Virgilio - Parma, 21 gennaio 2015 - E' stata depositata in cancelleria nei giorni scorsi la sentenza di assoluzione della Corte di Cassazione che riabilita gli allevatori lombardi in precedenza condannati per truffa e peculato grave.
La storia infinita della penosa vicenda trentennale delle "quote latte all'italiana" si arricchisce di un nuovo pesante capitolo di storia giudiziaria tutto a favore delle storiche frange contestatrici.

Una sentenza che, nonostante l'importanza, non ha ricevuto la pubblicità che meritava fors'anche per il fatto che dal 16 ottobre scorso, solo quasi 3 mesi dopo è stata depositata in cancelleria.

La sentenza della Corte Suprema esclude categoricamente la sussistenza del reato di peculato in quanto "non è configurabile già in base alla contestazione formale. va, però, osservato che il peculato non risulta configurabile anche perché, in ogni caso, non sussiste neanche la condizione di ipossessamento di denaro della pubblica amministrazione - tale precisazione è necessaria per poter escludere che sussista, comunque il reato di appropriazione indebita che, pur laddove prescritto, andrebbe valutato al fine della conferma delle statuizioni civili".

I giudici della Corte ivanno oltre e sottolineano come l'"Assenza di di fondaemento normativo e di ragioni logiche smentiscono gli argomenti dei giudici di merito che, del resto, sono apodittici ed appaiono basati piuttosto che sulla valutazione delle disposizioni di riferimento , sulla esigenza di fondare l'ipotesi di accusa".

I condannati dai da primi due gradi di giudizio vengono totalmente assolti anche dalla accusa di truffa. "In realtà - si legge nella sentenza - in base alla ricostruzione dei fatti da parte delle sentenze di merito, è certamente escluso che possa ritenersi integrato il reato di truffa. Non è stata confermata affatto l'ipotesi di accusa, come detto. Le due sentenze di merito procedono ad una ricostruzione tra loro differenti e ricorrono palesi illogicità delle motivazioni della sentenza impugnata che non individua affatto gli elementi di truffa. E' allora chiara l'inconsistenza dell'ipotesi si accisa e la palese forzatura della decisione impugnata per farvi corrispondere le vicende accertate".
In conclusione quindi la Corte Suprema di Cassazione Sesta sezione Penale "Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nonché quella emessa in primo grado dal Tribunale di Milano in data 29/9/2011 perché il fatto non sussiste."

Un respiro di sollievo da parte dei ricorrenti che oggi hanno la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo lo scongiurato pericolo.
Come è stato il caso di Giampaolo Maloberti il quale, all'indomani della sentenza, attraverso Piacenzasera.it dichiarava che sulla vicenda "Quote latte, giustizia è fatta". Maloberti, già consigliere provinciale della Lega e leader dei cosiddetti Cobas latte, attraverso le colonne del giornale piacentino ha fatto sapere che verranno intraprese azioni legale, per danni morali, nei confronti della Federazione provinciale Coldiretti di Milano-Lodi, promotrice di un esposto che ha fatto avviare l'inchiesta, e di tutti coloro Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Agea che si sono costituti parte civile contro gli allevatori. "La richiesta di danni morali – sottolinea Maloberti – la dobbiamo soprattutto ai familiari dei tre allevatori che si sono suicidati non sopportando il peso dell'inchiesta e delle maldicenze". Conclude le dichiarazioni rammentando le polemiche suscitate dall'opposizione quando entrò per la prima volta, in qualità di indagato, in Aula provinciale "ma anche da quelle sollevate da qualcuno dall'interno del Carroccio che aveva stilato un manifesto degli onesti. Il risultato? Un boomerang".

Staremo a seguire gli sviluppi di questa sentenza che, di fatto, riapre il fuoco incrociato tra "cobas latte" e organizzazioni professionali agricole proprio alla vigilia dell'entrata in vigore delle nuove regole comuni di mercato.


Parmigiano Reggiano, Guidi all'audizione al Senato: "E' crisi per uno dei prodotti simbolo del made in Italy nel mondo. Più ruolo agli allevatori, riduzione dei costi e promozione"
Roma 20 gennaio 2015 -"Le scelte di politica internazionale continuano a condizionare l'economia. E' il caso del Parmigiano Reggiano, la cui crisi di prezzo rispecchia, anche se con diverso impatto, quella di tutto il settore lattiero caseario, tra calo dei consumi e squilibri conseguenti all'embargo russo". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, nel corso dell'audizione in Commissione Agricoltura del Senato, sulle difficoltà del Parmigiano Reggiano.
Confagricoltura ha posto in evidenza come la stragrande maggioranza dei formaggi Dop vaccini italiani stiano vivendo un momento di difficoltà, con diminuzioni dei prezzi che, per il Parmigiano Reggiano, proseguono da alcuni anni e che arrivano anche al 6-9% su base annua ed al 16-19% su base mensile a gennaio di quest'anno.
"Le decisioni strategiche del comparto devono tenere conto delle esigenze degli allevatori in un quadro di regole che, forse, dopo tanti anni va riformato – ha sottolineato Mario Guidi - . Le quotazioni vanno alzate dove i mercati lo consentono, perché la politica dei prezzi bassi per un prodotto come il Parmigiano Reggiano non può reggere; va fatta poi una riflessione sul contenimento dei costi di produzione e sulla politica di promozione dei consumi sul mercato interno ed all'estero".
"Senz'altro – ha concluso il presidente di Confagricoltura - bisognerà continuare a spingere sull'export, differenziando la strategia di marketing in funzione delle diverse tipologie di prodotto ed eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie, ad esempio cogliendo la prossima occasione dell'accordo TTIP tra USA ed UE. Il tutto con la consapevolezza che il Parmigiano Reggiano è un prodotto unico, ambasciatore del made in Italy nel mondo".
(Fonte Confagricoltura)


Alai, "non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema".

Reggio Emilia, 20 gennaio 2015 - Si è aperto con un ampio spaccato sulla situazione del comparto l'intervento del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, nel corso dell'audizione avvenuta oggi in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche della filiera nell'ambito della più ampia situazione lattiero casearia italiana.
Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.
Nelle aree montane - ha sottolineato il presidente del Consorzio - la media produttiva annua di un allevamento è pari a 2.900 quintali rispetto ad un dato medio comprensoriale pari a 4.900 quintali. I primi 5 allevamenti - ha aggiunto - producono 535.000 quintali di latte, cifra pari a quella che realizzano, insieme, i 750 allevamenti più piccoli; una situazione analoga si registra anche a livello di strutture di trasformazione, laddove i primi 6 caseifici producono 360.000, corrispondenti a quelle che annualmente escono dai 130 caseifici più piccoli del comprensorio.
"In una situazione che registra pesanti difficoltà a carico di tutti gli allevamenti, ma con aggravi specifici per quelli operanti in montagna e per i giovani allevatori che si sono insediati più recentemente – ha proseguito Alai – non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema, perché non esistono condizioni che possano avvantaggiare un modello o una dimensione rispetto ad un'altra in una filiera in cui il protagonista è un prodotto artigianale, alle cui quotazioni si legano le prospettive di reddito di ogni tipologia d'impresa".
Il presidente del Consorzio ha poi sottolineato la delicatezza del passaggio che sta avvenendo sul versante produttivo: da una parte, infatti, con la cessazione del regime delle quote latte si passerà da una produzione contingentata per trent'anni ad un regime libero le cui ripercussioni segneranno profondamente il futuro del settore in Europa, mentre dall'altra si è già arrivati, nell'ambito del sistema Parmigiano Reggiano, alla gestione volontaria di una regolazione dell'offerta legata direttamente ai produttori, visto che proprio il Consorzio del Parmigiano Reggiano è l'unico ente di tutela che ha assegnato le quote latte da trasformare in formaggio direttamente agli allevatori.
A fronte della debolezza che i caseifici scontano sul versante della commercializzazione diretta (con il passaggio del prodotto a commercianti stagionatori che a propria volta si relazionano con il mondo della distribuzione), proprio il governo della produzione – ha detto Alai – è un elemento strategico, attraverso il quale, come se fossimo di fronte ad un'unica "fabbrica" – si punta ad orientare e governare il mercato, con una diretta ricaduta sull'esito delle contrattazioni e delle quotazioni, i cui andamenti sono positivi o negativi proprio in base all'entità quantitativa dell'offerta.
Nel successivo dibattito (interventi dei senatori Ruta, Latorre, Pagliari, Gaetti, Vaccari) sono stati poi affrontati diversi temi (dalle iniziative per l'export alla modulazione dell'offerta, a eventuali funzioni del Consorzio nel campo degli acquisti collettivi), riprese ampiamente, e con ulteriori richieste di approfondimento, dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, Leana Pignedoli, con particolare riguardo alle funzioni istituzionali del Consorzio, alla possibilità di costituire società commerciali, alla convivenza, all'interno del Consorzio, di produttori e stagionatori-commercianti.
Nel corso dell'audizione si è parlato anche delle azioni a supporto dell'export che possono essere messe in atto da parte del Governo e dell'esigenza di nuove azioni di coordinamento della filiera che consentano al sistema legato al Parmigiano Reggiano di presentarsi sul mercato in modo più compatto e coeso.
(Fonte Centro Stampa Comunicazione Integrata)

Domenica, 25 Gennaio 2015 08:36

Ismea, meno 5,5% i prezzi agricoli nel 2014


I prezzi agricoli in Italia hanno fatto segnare, nel 2014, una riduzione del 5,5% rispetto all'anno precedente, determinata da flessioni dell'8,5% nel comparto delle coltivazioni vegetali e del 2,3% nell'aggregato zootecnico

Roma 19 gennaio 2015 - È quanto emerge dall'indice dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli elaborato dall'Ismea che, nell'anno appena trascorso, si è attestato mediamente a 113,6 (l'indice è calcolato in base 2010=100).

Tra le colture vegetali le maggiori riduzioni si riscontrano per i vini, con un meno 14% rispetto ai valori elevati del 2013, e per i semi di soia (-17,7%). Il consuntivo d'annata segnala anche una forte flessione dei prezzi per ortaggi e frutta, rispettivamente del 13,3% e dell'11,9% sul 2013, penalizzati dai surplus produttivi e dalla debolezza dei consumi finali.

Negativo anche il bilancio dei cereali (-3,2%). In questo caso l'indice Ismea riflette andamenti contrapposti, con i prezzi di grano duro e risone in crescita del 12 e del 18,3 per cento, e con frumento tenero e mais in flessione dell'11,6% e del 17,6%. Gli oli di oliva archiviano il 2014 con un balzo in avanti del 14,2%, confermando il trend al rialzo del 2013.

Nel settore zootecnico le rilevazioni dell'Ismea indicano, nella media del 2014, una dinamica leggermente positiva per l'insieme dei lattiero-caseari (+0,4%), ascrivibile a un recupero delle quotazioni del latte vaccino e a un buon andamento dei formaggi, tra fusi, molli e semiduri. Flettono al contrario i listini del burro (-11,2%) e dei formaggi grana. Solo il Pecorino romano aumenta di oltre il 30% rispetto al 2013, di riflesso a un forte calo dell'offerta registrata nel corso dell'anno.

Relativamente al bestiame vivo (-4,3% nella media del 2014), si riscontrano riduzioni generalizzate, con variazioni comprese tra il meno 6,6% degli avicoli e il meno 1,6% di ovi-caprini e suini. A motivare i ribassi sono state soprattutto le pressioni competitive dall'estero e la stagnazione dei consumi interni di carni. Negativo anche il dato delle uova, che hanno ceduto in media il 5,8%.

L'ultimo aggiornamento dell'indice, relativo al mese di dicembre, mostra rispetto a novembre una diminuzione dei prezzi agricoli dell'1,8%, più marcata per le coltivazioni (-3,4%) rispetto all'aggregato zootecnico (-0,2%). Su base annua i prezzi agricoli mostrano in media un differenziale negativo del 4,6%: cedono, rispetto a dicembre 2013, lo 0,6% le produzioni vegetali e il 9,1% quelle animali.

L'indice mensile è disponibile a questa pagina http://www.ismeaservizi.it/dati-agroalimentare/indice-prezzi


(fonte Ismea servizi)

Venerdì, 23 Gennaio 2015 10:44

L' acqua sarà il petrolio di questo secolo

Ha preso il via a Cesena davanti ad oltre 100 studenti di agraria Acqua e Territorio Lab, un laboratorio multidisciplinare organizzato dal Canale Emiliano Romagnolo, URBER e il Consorzio di bonifica della Romagna -

Parma, 23 Gennaio 2015 -

"Ragazzi, la risorsa del secolo vedrete non sarà il petrolio, ma l'acqua" con queste parole, che hanno subito destato l'attenzione di oltre 100 studenti riuniti nell' Aula Magna, il preside dello storico Istituto di Agraria-Agroalimentare e Agroindustria "Garibaldi – Da Vinci" di Cesena, Camillo Giorgi ha introdotto il workshop "Acqua e Territorio Lab", prima tappa romagnola di un percorso formativo interattivo e multidisciplinare che il Canale Emiliano Romagnolo e l'URBER (Unione Regionale delle Bonifiche dell'Emilia Romagna) hanno organizzato su tutto il territorio regionale in collaborazione con i locali consorzi di bonifica.

In questo incontro protagonista è stato il valore dell'acqua e cosa comporta, in termini di competenze e innovazione tecnologica applicata, l'attività di governo dei flussi operata dai consorzi impegnati in mansioni molto diverse a seconda delle necessità ambientali compresa quella fondamentale legata all'irrigazione capillare delle colture tipiche.
Il Consorzio di Bonifica della Romagna ha così accompagnato tutti gli studenti in un ideale viaggio fatto di immagini scattate lungo tutto il territorio in cui esercita con i suoi tecnici specializzati la sua competenza, approfondendo, attraverso le esperienze personali e gli aneddoti dei suoi esperti, le molteplici funzioni svolte a sostegno concreto della collettività e dell'agricoltura. Proprio l'agricoltura, filo conduttore indiretto ma protagonista del percorso contenutistico sviluppato nel corso dell'intero anno di incontri, ha interessato da vicino gli studenti che diventeranno i protagonisti del domani di questo comparto tornato strategico per l'intero paese. Il Consorzio di Bonifica della Romagna è intervenuto con tre esperti che operano quotidianamente su un comprensorio del tutto variegato che unisce differenti tipologie morfologiche e che va dalla Costa Adriatica fino all'Appennino passando per la pianura; i tre tecnici della Bonifica, Andrea Cicchetti, Marco Carnacini e Leonardo Giorgi, hanno sviscerato le caratteristiche di un'area vasta di oltre 350mila ettari di estensione con più di 2200 km di vie d'acqua su cui effettuare manutenzione, monitoraggio costante, regimazione dei flussi e difesa montana. Il tecnico Gioele Chiari del CER, che coordinerà anche i successivi appuntamenti che riguarderanno la parte dedicata al laboratorio in classe, ha coinvolto gli studenti nella conoscenza del collaudato sistema di irrigazione Irrinet, un servizio web gratuito ideato dal Canale Emiliano Romagnolo a disposizione di tutte le aziende agricole della regione che fornisce in tempo reale consigli irrigui sul momento più opportuno di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche preziose. Per un istituto agrario quanto mai tornato di attualità che vanta ben 133 anni di storia e per una bonifica che opera in Romagna da oltre 200 anni il domani passa proprio attraverso questi appuntamenti di conoscenza reciproca, incontri in cui un'agricoltura che affonda radici altrettanto lontane nel tempo scopre nella tecnologia e nella ricerca applicata un nuovo slancio verso il futuro puntando sui giovani.

(Fonte: Ufficio Stampa URBER-CER)

Umberto Venturi, presidente di CNA Modena interviene sul dibattito in corso rispetto alla proposta del governo di modificare l'attuale sistema di gestione delle banche popolari -

Modena, 22 gennaio 2015 -

"In questi anni di crisi finanziaria, oltre che economica, il sistema delle banche popolari è quello che più di ogni altro ha sostenuto le piccole imprese, in un clima di stretta creditizia generale. Noi crediamo che questo sia il risultato di un attenzione al territorio connaturato a questo tipo di istituti di credito. Ecco perché vediamo con estrema preoccupazione la proposta di modifica delle governance delle banche cooperative". Così Umberto Venturi, presidente di CNA, interviene sul dibattito in corso rispetto alla proposta del governo di modificare l'attuale sistema di gestione delle banche popolari.

"L'approccio del governo sembrerebbe individuare nella forma cooperativa delle piccole banche un disvalore. Non ci pare che sia così, almeno stando all'esperienza di altri paesi, dove il mondo del credito esprime le sue potenzialità in varie forme. E' il caso della Germania, con le sue landesbanke e le sparkasse che operano al fianco dei grandi gruppi, ciascuno con la sua peculiarità giuridica. Peraltro, osserviamo che ciò che è avvenuto sette anni fa, con lo scoppio della bolla finanziaria, non è certo stato causato dalle piccole banche cooperative".
"Un Paese con milioni di piccole imprese e con grandi differenze tra territori - prosegue Venturi - ha sempre più bisogno di una pluralità di soggetti creditizi solidi che abbiano vocazione e interesse a partecipare attivamente allo sviluppo di tutte le sue componenti. Ritengo che le Popolari, così come le abbiamo conosciute sino ad oggi, rappresentino un valore aggiunto importante per il nostro territorio".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Incontro tra il nuovo Prefetto di Parma Giuseppe Forlani e i dirigenti del Consorzio di Bonifica Parmense sulle attività svolte dall'ente a difesa del territorio -

Parma, 22 gennaio 2015 -

Incontro in Prefettura stamattina tra il nuovo Prefetto di Parma Giuseppe Forlani e i dirigenti del Consorzio di Bonifica Parmense sulle attività svolte dall'ente a difesa del territorio. In particolare il Presidente Luigi Spinazzi e il direttore generale Meuccio Berselli hanno portato all'attenzione del Prefetto Forlani la necessità pressante, già più volte evidenziata anche durante la grave alluvione dell'autunno scorso, di creare un unico coordinamento di prevenzione tra enti per mitigare il progressivo fenomeno del rischio idrogeologico che minaccia costantemente Parma e la sua provincia. Attento anche alle problematiche delle zone montane Forlani ha approfondito le fasi operative del Consorzio attivo in montagna attraverso il progetto Difesa Attiva Appennino e SOS Bonifica, due progetti a valenza diffusa sui quali nei prossimi giorni saranno comunicate a Roma importanti novità di finanziamento e potenziamento.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio di Bonifica Parmense)

Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari esprime forte disappunto per l'ennesima battuta d'arresto sulla vicenda dell'IMU sui terreni montani e collinari per il 2014 e sollecita un intervento immediato del governo -

Roma, 22 gennaio 2015 -

Agrinsieme esprime il proprio sconcerto per l'ennesima battuta d'arresto sulla vicenda dell'IMU sui terreni montani e collinari per il 2014.

La decisione del TAR del Lazio che non proroga la sospensione del decreto ministeriale oltre il 21 gennaio, fa rivivere i criteri altimetrici per il pagamento dell'imposta entro il prossimo 26 gennaio, di cui al decreto legge n. 66/014, creando il caos per i versamenti che evidentemente non potranno essere realizzati in un lasso di tempo così ristretto.

"Il silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di ieri non ha preso alcuna decisione sull'argomento – commenta il Coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - dimostra ancora di più l'indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall'ANCI iniquo e vessatorio."

Agrinsieme chiede ai responsabili politici e ai ministri competenti dell'Economia e dell'Agricoltura un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone montane.

(Fonte: ufficio stampa Agrinsieme)

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