Nell'ambito delle iniziative che vedono impegnata la Polizia di Stato nella promozione della legalità, nella giornata odierna, gli alunni della classe V della scuola primaria "English Primary School" di Modena hanno visitato la Questura.
Accolti dagli agenti in divisa della Squadra Volante, gli studenti hanno iniziato il loro percorso sulla sicurezza, partendo dalla Sala Operativa.

È stata simulata una chiamata con richiesta di intervento e i bambini si sono divertiti ad ascoltare per qualche minuto gli operatori di Polizia che comunicavano via radio.
La visita è proseguita nei laboratori della Polizia Scientifica dove personale specializzato nel settore ha coinvolto e affascinato gli studenti, mostrando loro come si effettuano i rilevamenti delle impronte digitali.

A conclusione della mattinata, i bimbi hanno avuto a disposizione una Volante all'interno del piazzale della Questura, che è stata letteralmente presa d'assalto.
I giovanissimi studenti hanno potuto così vivere una affascinante esperienza insieme ai poliziotti della loro città osservando dal vivo come operano ogni giorno gli uomini e le donne della Polizia di Stato.

questura-modena-bambini.jpg

Le quattro borseggiatrici di origine bulgara, incensurate, autrici di un furto nella giornata di ieri ai danni di una anziana modenese di 87 anni sull'autobus della linea 7, che erano state arrestate in flagranza di reato dagli agenti della Questura di Modena nel corso di un servizio antitaccheggio, sono state processate per direttissima ieri mattina e condannate ad anni 2 e mesi 4 di reclusione, senza sospensione della pena, e con Divieto di dimora nel Comune di Modena.

Dopo essere salite sul bus alla fermata adiacente il mercato settimanale, hanno circondato l'anziana signora, per poi borseggiarla del portafoglio senza che se ne accorgesse.

Nei loro confronti la Divisione Polizia Anticrimine della Questura ha emesso la misura di prevenzione del Foglio di Via obbligatorio con Divieto di ritorno nel Comune di Modena, della durata di tre anni.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna, in collaborazione con i funzionari dell'Ufficio delle Dogane, hanno concluso un'articolata attività investigativa che ha consentito di individuare due escavatori Caterpillar oggetto di furto, che dal porto di Ravenna stavano per essere trasferiti in Medio Oriente.

L'indagine è nata lo scorso mese di agosto quando, durante un controllo sui documenti relativi all'esportazione dei due imponenti macchinari, i Finanzieri si sono insospettiti dopo aver rilevato alcune incongruenze relative ai dati riportati nelle bollette doganali e per l'anomalo viaggio che – secondo gli accordi commerciali tra le diverse società coinvolte nella transazione, alcune delle quali con sede in Belgio, in Israele ed in Libano – i due mezzi pesanti avrebbero dovuto seguire per giungere nel Paese dei cedri.

I sospetti delle Fiamme Gialle hanno trovato piena conferma allorquando, a seguito degli approfonditi controlli fisici esperiti sui Caterpillar, emergeva che i numeri di telaio dei due escavatori erano stati abilmente alterati, al fine di impedire l'esatta individuazione degli stessi.

È stato pertanto necessario estrapolare, con l'ausilio dei tecnici specializzati della casa produttrice, i dati presenti nelle centraline elettroniche dei due escavatori per ricavare i reali numeri di matricola, dai quali è stato così possibile stabilire che i mezzi in procinto di partire per il Libano erano stati oggetto di un furto.

Infatti, i Caterpillar erano stati trafugati nel mese di luglio 2017 da due imprese con sede nell'alto Lazio specializzate nel movimento terra e nel recupero di rifiuti, che avevano presentato regolare denuncia.

I due Caterpillar, del valore commerciale di circa 500 mila euro, bloccati dalla Guardia di Finanza sul punto di essere esportati, sono stati quindi restituiti ai legittimi proprietari ed i quattro responsabili dell'illecito traffico sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per i reati di ricettazione e di favoreggiamento.

Costante è l'attenzione che la Guardia di Finanza Ravenna, in sinergia con il locale ufficio delle Dogane, dedica al contrasto dei traffici illeciti presso lo scalo marittimo cittadino, a presidio del libero mercato ed a tutela degli operatori commerciali onesti e rispettosi delle regole.

Prosegue l'impegno della Questura di Modena nella attività di prevenzione e contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei parchi, nelle aeree urbane di aggregazione giovanile e negli istituti scolastici.

Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile ha effettuato un servizio mirato, con l'ausilio di una unità cinofila antidroga della Questura di Bologna, all'interno del polo scolastico Guarini – Wiligelmo di viale Corassori, delle succursali degli Istituti Fermi e Cattaneo e presso l'IPSIA Corni.

Proprio all'interno di quest'ultimo istituto sono stati rinvenuti 5,7 grammi di hashish in dosi già confezionate abbandonate sulle scale e nelle parti comuni di una classe e 0,60 grammi di marijuana in un bagno.

Gli agenti hanno poi continuato le verifiche nei due parchi cittadini ove il fenomeno dello spaccio è più radicato: Novi Sad e XXII Aprile. Nascosti tra i cespugli e sotto i sassi sono stati recuperati 10 involucri pronti per lo spaccio contenenti complessivamente 70 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

 

Condanna di 2 anni e 4 mesi per le borseggiatrici bulgare arrestate dalla Polizia di Stato
Le quattro borseggiatrici di origine bulgara, incensurate, autrici di un furto nella giornata di lunedi ai danni di una anziana modenese di 87 anni sull'autobus della linea 7, che erano state arrestate in flagranza di reato dagli agenti della Questura di Modena nel corso di un servizio antitaccheggio, sono state processate per direttissima questa mattina e condannate ad anni 2 e mesi 4 di reclusione, senza sospensione della pena, e con Divieto di dimora nel Comune di Modena.
Nei loro confronti la Divisione Polizia Anticrimine della Questura ha emesso la misura di prevenzione del Foglio di Via obbligatorio con Divieto di ritorno nel Comune di Modena, della durata di tre anni.

MO-questura-borseggiatrici_1.jpg

Nella mattinata del 9 marzo scorso, una studentessa ha trovato un pacchetto contenente 1.550 euro in contanti, abbandonato per terra lungo un corridoio sotterraneo di accesso alle banchine dei treni all'interno della stazione ferroviaria di Modena.

La ragazza, dopo aver contattato il numero di emergenza 112 NUE, ha consegnato la busta alla Volante, inviata sul posto. L'analisi dei fotogrammi delle telecamere di video sorveglianza installate all'interno della Stazione Ferroviaria ha permesso di individuare la titolare della somma smarrita: una giovane donna in partenza da Modena.

Dalle immagini si vede chiaramente una busta fuoriuscire dal pantalone indossato dalla signora per poi cadere a terra. Sono in corso ricerche per risalire all'identità della donna al fine di poterle riconsegnare l'ingente somma di denaro smarrita.

signora-stazione-modena.jpg

Modena, 13 marzo 2018

Martedì, 13 Marzo 2018 15:21

Polizze false: oltre 40 clienti truffati

La Guardia di Finanza di Piacenza scoperte truffe assicurative per quasi 3,5 milioni di euro.

Piacenza, 13 marzo 2018

Nell'ambito di un'ampia attività d'indagine su delega della locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Piacenza ha denunciato 5 soggetti per i reati di truffa, truffa aggravata ed appropriazione indebita, configurando altresì l'ipotesi di associazione per delinquere.

L'indagine è stata originata da una denuncia/querela, presentata da una nota compagnia assicurativa nei confronti di una sub-agenzia, con sede in Fiorenzuola d'Arda (PC), gestita da un sodalizio criminale a livello familiare, con la quale ha inteso esporre rilevanti anomalie emerse da un'ispezione interna con riguardo alla stipula di contratti recanti false sottoscrizioni.

Da una prima analisi sono infatti emerse polizze inesistenti, premi non contabilizzati o contabilizzati solo in parte e comunicazioni contrattuali non veritiere poiché stipulate all'insaputa dei clienti. Pertanto, la compagnia assicurativa, oltre a denunziare i fatti, ha proceduto con la revoca del mandato assicurativo ai sub-agenti. Tuttavia il sodalizio criminale ha continuato, con analoghe modalità, a reiterare il reato, mediante la costituzione di altre società attraverso le quali sono state prodotte e sottoscritte nuove polizze false riconducibili ad altra compagnia assicurativa.

Il meccanismo truffaldino è consistito nel confezionare polizze assicurative fasulle, per appropriarsi dei relativi premi. Gli ignari clienti, vittime della fiducia accordata all'assicuratore, convinti di avere sottoscritto una regolare polizza, di fatto sono rimasti privi di ogni forma di copertura assicurativa.

Nel corso delle indagini, su specifiche disposizioni del Pubblico Ministero inquirente, sono state effettuate perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, nonché presso le sedi delle agenzie assicurative ancora operanti, ove è stata sottoposta a sequestro documentazione utile alle indagini stesse. Inoltre, l'Autorità Giudiziaria ha disposto l'acquisizione di copia dei c/c bancari intestati alle società coinvolte ed alle persone ad esse direttamente riconducibili, per l'esecuzione degli accertamenti finanziari riferibili a tutte le operazioni documentate ed eseguite nei predetti conti. Preziosa collaborazione hanno fornito alcuni dei 44 clienti truffati che, oltre a denunziare i fatti, hanno confermato di essere stati indirizzati, dai soggetti indagati, a cambiare compagnia di assicurazione spostando i loro investimenti a favore di un'altra.

L'esito della complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza ed eseguita dalle Fiamme Gialle piacentine ha permesso di accertare una truffa per quasi 3,5 milioni di euro.

Gli indagati dovranno definire anche la propria posizione nei confronti dell'Erario. Tutte le somme di denaro sottratte e non restituite agli ignari clienti costituiscono, infatti, proventi di natura illecita realizzati senza il pagamento delle imposte, assoggettabili ad imposizione in quanto provento di reato.

La Guardia di Finanza di Modena, anche in sinergia con la Struttura Commissariale della Regione Emilia-Romagna, prosegue nella costante e mirata azione di monitoraggio sul corretto impiego delle ingenti risorse pubbliche destinate alla ricostruzione post-sisma, al fine di contrastare frodi e abusi connessi all'impiego delle svariate tipologie di contributo destinate alla ripresa delle attività produttive del territorio modenese ed alla ricostruzione del patrimonio edilizio delle imprese e dei privati cittadini, nell'ottica di assicurare un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali.

Dopo l'operazione "Earthquake", che nel mese di aprile del 2016 aveva consentito di disarticolare una vera e propria associazione per delinquere portando all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare ed al sequestro di un patrimonio del valore stimato di circa 4,3 milioni di euro, le Fiamme Gialle modenesi, con il fattivo contributo degli uffici della Struttura Commissariale preposti, hanno individuato ulteriori frodi ed indebite percezioni di contributi destinati alla ricostruzione a seguito del sisma del 2012.

I controlli e le indagini avviate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Modena, coordinate dalla locale Procura della Repubblica nelle ipotesi di rilevanza penale, sono stati successivamente concentrati, tra l'altro, nei confronti di beneficiari proprietari di costruzioni rurali, più volte al centro delle cronache quali immobili che per le loro caratteristiche intrinseche si presterebbero maggiormente ad abusi e truffe perché di fatto già inagibili ed abbandonati in epoca antecedente ai giorni del sisma del 2012.

Nella provincia modenese, è stato individuato il titolare di un'azienda agricola che ha ottenuto indebitamente la concessione di contributi per un importo di oltre 500.000 euro per la ricostruzione di due fabbricati rurali, dichiarando falsamente che erano funzionali alla ripresa dell'attività produttiva dell'intera impresa in quanto utilizzati come deposito per macchinari agricoli quando, in realtà, i mezzi depositati erano in disuso e gli immobili privi di rendita catastale e di utenze già da diversi anni.

Gli accertamenti hanno determinato l'avvio della procedura di riesame della domanda ai fini del recupero del contributo indebitamente percepito, nonché la denuncia alla locale A.G. del titolare dell'azienda agricola e dei due professionisti incaricati della redazione delle perizie.

 

In un altro caso, lo sviluppo di indagini nei confronti di un soggetto beneficiario di un contributo di oltre un milione di euro per la demolizione e ricostruzione di fabbricati rurali che erano stati in parte locati a favore di un imprenditore, che aveva abusivamente realizzato opere edilizie per installare macchine per la lavorazione della maglieria, ha consentito di rilevare che erano state rese dichiarazioni false circa lo stato di occupazione degli immobili al fine di percepire un contributo superiore a quello effettivamente spettante

Sono stati dunque denunciati per truffa e falso, in concorso, sia il proprietario dei fabbricati che il professionista incaricato di redigere la perizia asseverata e di inviare la domanda tramite la piattaforma MUDE. L'ingiusto profitto conseguito è stato quantificato in oltre 240.000 euro.

Per quanto riguarda le imprese, il controllo eseguito nei confronti di un'azienda che aveva presentato con il sistema SFINGE una domanda di contributo per danni alle scorte e la delocalizzazione temporanea ai sensi dell'Ordinanza Commissariale n. 57/2012, ottenendo anche in questo caso un contributo di oltre 320.000 euro, ha consentito di individuare una serie di artifici e raggiri posti in essere al fine di trarre in inganno gli organi incaricati dalla Struttura Commissariale per l'esame delle domande. In questo caso il beneficiario, omettendo di dichiarare nella domanda di contributo che il danno subito alle scorte di merci era coperto da una polizza assicurativa multi-rischi per cui aveva già ricevuto il relativo indennizzo dalla Compagnia Assicuratrice, ha potuto ottenere un ristoro superiore all'entità del danno ammissibile. Inoltre, dall'analisi della documentazione amministrativo-contabile, sono state rilevate irregolarità nella determinazione della quantità e/o del valore delle merci effettivamente danneggiatesi a causa del sisma. Il legale rappresentante dell'azienda e la stessa impresa, per responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001, sono stati così deferiti per truffa alla Procura della Repubblica di Modena, la quale ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal competente GIP del Tribunale un provvedimento di sequestro preventivo di liquidità pari all'importo del contributo illecitamente percepito per i danni alle scorte, già eseguito dai Finanzieri modenesi.

Da ultimo, nel corso del controllo eseguito nei confronti di un'azienda operante nel settore alimentare è emerso che la stessa era riuscita ad ottenere indebitamente un contributo di circa 560.000 euro per danni ai beni strumentali, omettendo di dichiarare che si trattava di beni di fatto in disuso da diversi anni e pertanto non inseriti nel ciclo produttivo aziendale. Anche in questo caso è stata configurata l'ipotesi di responsabilità amministrativa della società e penale del suo legale rappresentante pro-tempore, che sono stati dunque deferiti all'A.G. e, al contempo, la Struttura Commissariale della Regione ha immediatamente sospeso l'erogazione del contributo che era stato inizialmente concesso.

Le investigazioni condotte hanno fatto emergere sistemi di frode particolarmente insidiosi, efficacemente contrastati dai finanzieri modenesi con il ricorso sia a tradizionali tecniche di polizia giudiziaria sia ai peculiari poteri e strumenti riconosciuti alla Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria.

L'attività svolta dalle Fiamme Gialle a tutela dell'integrità dei fondi pubblici destinati alla ricostruzione, che rappresenta un obiettivo prioritario dell'azione della Guardia di Finanza, testimonia la sempre più marcata connotazione sociale che la funzione di Polizia Economico-Finanziaria del Corpo assume nella lotta agli sprechi di denaro pubblico nella consapevolezza che il corretto utilizzo di tali risorse aiuta la crescita produttiva e occupazionale e preserva la sana competizione tra imprese.

Aveva costituito una ditta individuale per il commercio all'ingrosso di abbigliamento ed accessori, operante tra Milano e Casalgrande (RE), ma dopo aver nascosto al fisco, per alcuni anni, i propri redditi, chiude l'attività e si rende irreperibile. E' quanto accertato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale nei confronti di un imprenditore 33enne di origini cinesi, residente a Casalgrande (RE). In particolare, è stato accertato che l'imprenditore, negli anni d'imposta dal 2014 al 2016, ha nascosto al fisco redditi per circa 6,5 milioni di euro e commesso violazioni all'IVA per circa 1,5 milioni di euro, omettendo le previste dichiarazioni fiscali e, pertanto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per i connessi reati tributari.

Le indagini dei Finanzieri, rese difficili non solo dall'irreperibilità dell'imprenditore ma anche della documentazione amministrativo – contabile della ditta la cui conservazione è obbligatoria ai fini fiscali, sono state condotte facendo ricorso alle banche dati in uso al Corpo per la ricostruzione della posizione reddituale e proseguiranno per individuare eventuali ulteriori connesse situazioni di evasione fiscale.

Si è conclusa nella mattinata odierna - con l'esecuzione di cinque misure di custodia cautelare e la denunzia a piede libero di ulteriori 13 responsabili – l'"Operazione "CocktOIL" che ha consentito di smantellare un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di prodotti petroliferi ed alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari.

Parma 13 marzo 2018 - Le indagini, durate ben due anni, sono state condotte sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Parma, dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma e dall' Ufficio delle Dogane di Parma.

L'attività investigativa, eseguita anche mediante l'ausilio di attività tecniche, ha permesso di ricostruire le complesse attività fraudolente poste in essere da un sodalizio criminale che operava tramite due distinti impianti di distribuzione di prodotti petroliferi gestiti da altrettanti consorzi di autotrasporto di merci su strada con sede a Fontevivo (PR).

Oltre a ciò, l'organizzazione illecita poteva contare - nel resto del territorio nazionale - su altri soggetti con compiti e ruoli ben definiti.
Il fenomeno illecito ricostruito dagli inquirenti si è concretizzato nell'introduzione nel territorio nazionale di prodotti energetici classificati come "oli lubrificanti", fiscalmente assoggettati alla sola imposta di consumo, ma di fatto utilizzabili anche per l'autotrazione alla stessa stregua del gasolio che, tuttavia, per lo specifico uso, sconta il pagamento sia dell'IVA che delle accise, con un'incidenza sul prezzo finale di circa il 70%.

I meccanismi di frode posti in essere dall'organizzazione, al fine di sottrarre i prodotti all'imposizione e sfuggire ai controlli dell'Amministrazione Finanziaria, si sono progressivamente evoluti negli anni.

Nell'arco di tempo compreso tra il 2014 ed il 2015, i due consorzi hanno operato - tramite intermediari commerciali di comodo - acquistando partite di olio lubrificante in diversi Paesi comunitari, in genere dell'Europa centro-orientale, dove tale prodotto non è assoggettato ad imposta di consumo.
La merce raggiungeva l'Italia in regime di "transito", scortata da documenti, non monitorati dal sistema comunitario, che attestavano una fittizia destinazione in un altro Paese dell'Unione (in genere Grecia, Cipro e Malta).

Giunto in Italia, il conducente dell'autocisterna riceveva dall'organizzazione un falso Documento di Accompagnamento Semplificato (DAS), da cui risultava un trasporto di gasolio nonché, quale provenienza e destinazione, due vere e proprie società "cartiere", di fatto inesistenti.
Il prodotto raggiungeva così il sito industriale di Fontevivo, ove veniva scaricato ed immesso in consumo in completa evasione di imposta, con la conseguente alterazione del mercato e delle regole della corretta concorrenza.

Per regolarizzare la contabilità, erano poi adottati vari espedienti, tra i quali l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società "cartiere" compiacenti nonché l'annotazione e la conservazione dei DAS falsificati.

A partire dal 2015, per ridurre i rischi derivanti dai molteplici passaggi intermedi, l'associazione ha modificato il meccanismo illecito alla base del sistema di frode, provvedendo a rifornirsi di partite di olio lubrificante, del tipo SN80, direttamente presso raffinerie nazionali.
Il prodotto, formalmente, era acquistato tramite la fittizia intermediazione commerciale di società dell'est Europa e destinato ad altri operatori dell'Unione Europea, così da legittimare l'estrazione dalla raffineria senza versamento dell'imposta di consumo né addebito dell'IVA in fattura.

Tuttavia, anche in questo caso, l'olio - scortato da un semplice documento di trasporto non monitorato telematicamente a livello comunitario - anziché uscire dal territorio dello Stato veniva dirottato a Fontevivo ed immesso in consumo illecitamente.

Le indagini hanno permesso di accertare che l'associazione criminale ha immesso fraudolentemente in consumo circa 5,4 milioni di litri di prodotto energetico, evadendo circa 7 milioni di euro per quanto concerne le Imposte Dirette, l'IVA e l'IRAP, nonché 5 milioni di euro di accise.
L'associazione, inoltre, si è resa responsabile del fallimento di uno dei due consorzi coinvolti, con il precipuo scopo di non assolvere agli oneri tributari e sottrarsi al pagamento di quanto dovuto.

Le cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma su richiesta della Procura della Repubblica, sono state eseguite dalle Fiamme Gialle nei confronti dei principali responsabili del sodalizio, tutti di nazionalità italiana, residenti tra Parma e la Lombardia e gravati da numerosi precedenti penali, anche specifici.

Ulteriori 13 persone, con ruoli minori nell'illecita attività, sono state denunciate a piede libero.
Gravi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise sugli oli minerali ed alla commissione di reati tributari e fallimentari, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e falsificazione di documenti.

Tre società ed i relativi complessi aziendali sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Nei confronti di cinque degli indagati è stato inoltre operato il sequestro, finalizzato alla confisca per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo pari a circa 3,5 milioni di euro.

L'operazione appena conclusa è senz'altro indicativa del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel contrasto dei fenomeni fraudolenti perpetrati nello specifico settore, con la duplice finalità di tutelare la pretesa erariale e di preservare la correttezza del mercato.

Nella mattinata di ieri, personale della Squadra Mobile, del Posto di Polizia Centro e della Squadra Volante ha effettuato un servizio congiunto anti borseggio "in borghese" nell'area mercatale e sugli autobus.
Quattro bulgare, di età compresa fra i 19 e i 25 anni, dopo essere salite sul bus n. 7 alla fermata adiacente il mercato settimanale, hanno circondato una anziana signora del '31, per poi borseggiarla del portafoglio senza che se ne accorgesse. Scese alla fermata successiva, le quattro ragazze si sono spartite il bottino di 150 euro.

Gli agenti in abiti civili hanno seguito attentamente ogni mossa delle giovani borseggiatrici sia sull'autobus sia nelle fasi successive quando si sono divise il denaro contante, le hanno bloccate in condizioni di sicurezza, assicurandole così alla giustizia.
Sono state, quindi, accompagnate in Questura per accertamenti più approfonditi, al termine dei quali sono state arrestate per il reato di furto aggravato in concorso e trattenute presso le celle di sicurezza, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.
L'anziana signora modenese, alla quale sono stati riconsegnati il denaro e gli effetti personali, recatasi in Questura per formalizzare la denuncia, ha manifestato la propria gratitudine agli agenti del Posto di Polizia Centro, ringraziandoli per il loro decisivo intervento.

Proseguono i controlli straordinari della Polizia di Stato in città: un arresto e due denunciati.
Anche nella giornata di domenica, personale della Squadra Volante ha effettuato mirati controlli nelle zone più a rischio della città, tra cui il Parco Novi Sad, identificando 140 persone, di cui 70 stranieri e controllando 50 autovetture.
Tre gli esercizi commerciali (una sala slot, un night club ed un bar) sottoposti a verifiche, estese agli avventori.
Due cittadini di nazionalità tunisina e marocchina, rispettivamente di 57 e 44 anni, sono stati denunciati in stato di libertà per inosservanza delle norme sugli stranieri.
Un altro marocchino di anni 19, clandestino, è stato tratto in arresto per furto aggravato continuato su auto in sosta. Un residente aveva segnalato alla linea di emergenza 112NUE la presenza di un soggetto che aveva infranto i finestrini di due autovetture parcheggiate in via Formigina.
L'intervento immediato della Volante ha permesso, dopo un breve inseguimento a piedi, di bloccare il malvivente in via Newton.
L'Ufficio immigrazione della Questura ha avviato le procedure per l'espulsione del diciannovenne.

Lunedì, 12 Marzo 2018 15:06

Due casi sospetti di tubercolosi

La Direzione dell'Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia informa che sono stati segnalati due casi sospetti di tubercolosi, ancora in corso di accertamento, in due bambini frequentanti la Scuola dell'Infanzia comunale Rodari di Scandiano.

I bambini sono attualmente ricoverati per i controlli previsti e la terapia antibiotica specifica; le loro condizioni non destano preoccupazione.

 

La tubercolosi: cos'è e come si trasmette 

La tubercolosi è una malattia infettiva che può trasmettersi da persona a persona per via respiratoria.
La trasmissione necessita di un contatto stretto e molto prolungato con il malato, in uno spazio chiuso e confinato. La contagiosità è bassa e la trasmissione del germe non avviene con facilità: l'infezione non si contrae attraverso contatti all'aria aperta e in luoghi aerati; il contagio non avviene attraverso indumenti, oggetti personali o facendo uso di piatti o posate.
Le manifestazioni della malattia sono rappresentate da tosse di lunga durata resistente alle comuni terapie, febbricola persistente, malessere generale, stanchezza, dimagrimento, brividi e sudorazione notturna.
Oggi la tubercolosi è curabile con l'assunzione di una terapia antibiotica adeguata: quando i farmaci vengono assunti in modo corretto e per un periodo di tempo idoneo, il malato va incontro a guarigione.


Quando si verifica un caso di tubercolosi, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica si attiva per identificare i contatti considerati a rischio secondo le indicazioni nazionali e regionali. A tali soggetti vengono proposti i test per identificare l'infezione tubercolare latente, una condizione non contagiosa e asintomatica, che precede lo stato di malattia. Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica ha già attivato le procedure previste per l'individuazione dei contatti, lo svolgimento degli accertamenti sanitari necessari e la comunicazione alle famiglie coinvolte.

A14 Bologna-Taranto: grave incidente, tratto chiuso tra l'allacciamento con la A13 e l'allacciamento con il raccordo di Casalecchio in direzione dell'allacciamento con l'A1.

Roma, 12 marzo 2018

Un grave incidente si è verificato poco dopo le 11 di questa mattina. Nel sinistro, che ha coinvolto 4 mezzi pesanti e un furgone che si sono tamponati, ha perso la vita una uomo.
Sul luogo dell'evento, dove attualmente il traffico è bloccato e si registrano 6 Km di coda verso l'allacciamento con l'A1, sono intervenuti i soccorsi meccanici e sanitari, i Vigili del Fuoco, le Pattuglie della Polizia Stradale e gli operatori della Direzione 3° Tronco di Bologna.
Autostrade per l'Italia comunica che resta chiuso sulla A14 Bologna-Taranto il tratto compreso tra l'allacciamento con la A13 e l'allacciamento con il Raccordo di Casalecchio, in direzione dell'allacciamento con l'A1.

Paura su volo Antalya-Zurigo: aereo in picchiata per 5mila metri e i passeggeri si dicono addio. Il volo partito ieri mattina da Antalya ha dovuto effettuare un atterraggio d'emergenza a Sofia.

Una perdita di quota improvvisa. Attimi di paura per i passeggeri del volo Corendon Airlines partito ieri (11 marzo 2018) mattina alle 11.20 da Antalya e diretto a Zurigo a causa della depressurizzazione dell'aereo. Il pilota dell'aereo ha infatti dovuto compiere un atterraggio d'emergenza a Sofia (Bulgaria) dopo che il velivolo aveva iniziato a perdere velocemente quota passando da 10.000 metri a 5.000 in soli cinque minuti come confermano anche i dati di volo visibili su Flightradar24, il flight tracker più famoso al mondo. Il volo XC1845 era decollato dall'aeroporto della città turca da circa un'ora e mezza. Venti minuti dopo, l'aereo era già a terra.

I passeggeri hanno potuto rifocillarsi e successivamente imbarcarsi su un nuovo volo che li ha riportati in Svizzera, l'aereo è atterrato attorno alle 19.15.

I motivi che hanno costretto il pilota ad atterrare a Sofia permangono al momento sconosciuti.

La compagnia turca Corendon Airlines non ha infatti voluto commentare l'accaduto.

Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", interviene sulla vicenda. ''Per la Convenzione di Montreal e per la Carta dei diritti del Passeggero, in caso di incidente la compagnia aerea ha l'obbligo di rimborsare i danni prodotti da ferite o lesioni personali del passeggero fino circa 116.000 euro, senza poter addurre giustificazioni alla propria responsabilità. In pratica i consumatori hanno diritto al risarcimento del danno per il solo fatto che le lesioni personali si sono prodotte a bordo dell'aeromobile''. Per i danni che eccedono quella cifra la compagnia può tentare di dimostrare di non avere colpe e che il danno non e' dovuto a negligenza, atto illecito o omissione propria o dei propri dipendenti. "per quanto riguarda invece chi non ha subito lesioni fisiche, scatta ugualmente il diritto al risarcimento per la paura subita, salvo la compagnia dimostri che non poteva evitare la turbolenza e si è trattato di una circostanza eccezionale''.

Lunedì, 12 Marzo 2018 08:30

Il Ragionier Fantozzi era qui...

Era il 1980 quando il Ragionier Fantozzi, insieme a tutti i dipendenti, venne obbligato a prender parte alla gara ciclistica organizzata dall'appassionatissimo Megadirettore Ereditario Dottor Ing. Gran Mascalzon. di Gran Croc Visconte Cobram

E quella mitica competitizione ha ripreso vita ieri a Parma, con persone venute da diverse parti della penisola e anche dall'estero, per gustarsi l'abbuffata "Al Curvone" e e la leggendaria "partenza alla bersagliera".

Dato il tono della "non competizione", gli atleti si sono presentati all'appuntamento rendendo omaggio al ragioniere più divertente, simpatico e sfortunato del cinema italiano.

Una giornata di puro divertimento e goliardia...

(Un ricordo con le foto di Francesca Bocchia)

DSC_7857-1.jpg

 

DSC_7863-2.jpg

 

DSC_7867-3.jpg

 

 

DSC_7881-4.jpg

 

DSC_7882-5.jpg

 

DSC_7889-6.jpg

 

DSC_7892-7.jpg

 

DSC_7894-8.jpg DSC_7912-9.jpg

 

DSC_7927-10.jpg

 

DSC_7944-11.jpg

 

DSC_7982-14.jpg

 

DSC_7988-15.jpg

 

DSC_7994-17.jpg DSC_8007-20.jpg

 

DSC_8008-21.jpg

 

DSC_8036-25.jpg

DSC_8067-26.jpg

 

 

DSC_8101-28.jpg

 

DSC_8141-29.jpg

DSC_8166-30.jpg

 

DSC_8172-31.jpg

DSC_8181-32.jpg

DSC_8187-33.jpg

 

Foto di Francesca Bocchia

 

Parma. Proseguono i servizi straordinari Antidroga della Polizia di Stato nei luoghi di aggregazione giovanile. Identificate 33 persone e sequestrati 483 grammi di sostanze stupefacenti.

Come promesso, prosegue l'impegno della Questura di Parma nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti e nel controllo delle aree urbane di aggregazione giovanile.

Nell'ambito dei servizi straordinari di Controllo del Territorio della Polizia di Stato, infatti, nel pomeriggio di ieri sono stati svolti controlli antidegrado, con particolare attenzione alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti ed al contrasto dei reati in genere.

Il servizio, coordinato dal Dirigente dell'UPGSP della Questura di Parma, ha visto impiegati, oltre che del Nucleo Volanti della Polizia di Stato in servizio sul territorio, anche di un'unità cinofila antidroga della Polizia di Stato, delle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia e della Polizia Municipale di Parma.

Il servizio ha interessato, mediante un intervento congiunto di tutte le forze sul territorio, il Parco "Falcone e Borsellino" dove, oltre ad indentificare le persone presenti, sono stati rinvenuti 21 involucri e vari frammenti di sostanza stupefacente. Successivamente sono state controllate le aree urbane, oggetto di segnalazioni tramite esposti da parte dei cittadini, quali Viale Vittoria, Via dei Mille, dove sono stati rinvenuti 50 involucri contenenti sostanza stupefacente. In Piazza Alberto dalla Chiesa sono stati rinvenuti 8 involucri contenenti sostanza stupefacente.

Infine, sono state attenzionate le strade del centro cittadino, luogo di aggregazione delle giovani generazioni, particolarmente affollate, come ogni sabato pomeriggio, sia da turisti sia dalla gente del posto.

Il bilancio finale dell'Operazione è stato quello di 33 persone identificate, di cui 11 stranieri, e grazie all'ormai noto fiuto dei Poliziotti quattro zampe del Reparto cinofili della Polizia di Stato di Bologna, specializzati nella ricerca di sostanze stupefacenti, di 39,1 grammi di Hashish e 444,2 grammi di Marijuana sequestrati.

Tale attività, avviata in modo sistematico dalla Questura, si inserisce in una più ampia strategia tesa a contrastare con maggiore incisività i reati di strada e per dare un'efficacia risposta alla richiesta di tutela da parte dei cittadini

Nella serata di venerdi personale della Squadra Amministrativa della Questura ha notificato al titolare delle licenze del circolo privato Sahara club di Modena, un cittadino marocchino di 44 anni, il provvedimento adottato dal Questore di Modena -ai sensi dell'art. 100 del T.U.L.P.S.- con cui per ragioni di salvaguardia dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica è stata disposta la sospensione delle licenze.

Alla base del provvedimento, che ha interessato il circolo di piazza della Cittadella, sono stati i numerosi controlli effettuati da ottobre del 2017 in cui è emersa una abituale presenza di persone gravate da precedenti per reati di vario genere, anche per violazione della normativa sugli stupefacenti.

Da ultimo, nel controllo effettuato da personale del Reparto Prevenzione Crimine, in data 1 marzo scorso, un cittadino straniero clandestino era stato sorpreso con 30 gr. di cocaina e 15 gr. di hashish.

Tutti gli elementi hanno, quindi, consentito di effettuare una valutazione di rilevante esposizione a rischio per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che ha reso necessaria l'adozione dell'atto in questione per la durata di 30 giorni.

Sahara-IMG_2752logo_1.jpg

Il Comando di Polizia Municipale di Parma comunica che proseguirà la sua opera di contrasto verso quei comportamenti volti al superamento dei limiti di velocità sulle strade dell'intero comprensorio comunale, con particolare attenzione alle segnalazioni dei cittadini; di seguito riportiamo a titolo esemplificativo, le strade dove potrebbero essere posizionate le postazioni di accertamenti strumentali di velocità.

Viale Mentana, Viale Fratti, Viale Tanara, Viale Martiri della Libertà, Viale Rustici, Viale Vittoria, Viale dei Mille, Via Emilia est, via Emilio Lepido, via Sidoli, via Casa Bianca, Via Budellungo, Martorano, San Prospero, Il Moro,Via Spezia, via Traversetolo, Botteghino, Pilastrello, Marano, Porporano, Str. Vigheffio, Str, Bassa dei Folli, Str. Argini Parma, via Pastrengo, Via Montanara, Gaione, San Ruffino, Carignano, Via Langhirano, Fontanini, Corcagnano, Panocchia, Vigatto, Via Martinella, Vigatto, GAIONE in postazione SPEEDCHECK, Via Mantova, Via Burla, Via Colorno, Via San Leonardo, via Baganzola, Vicomero, Baganzola, via Cremonese, Fognano, Viarolo, Strada Vallazza, Via Benedetta, BAGANZOLA in postazione SPEEDCHECK, Via Emilia Ovest, San Pancrazio, Vigolante, Vicofertile, Tangenziale del Ducato, via Fleming, via Volturno, VIGOLANTE in postazione SPEEDCHECK, VICOFERTILE in postazione SPEEDCHECK

Prosegue anche l'opera di contrasto alla circolazione di quei veicoli privi dell'obbligatoria copertura assicurativa, della prescritta revisione e mezzi soggetti a fermo amministrativo o pignoramento.

Di seguito se ne riporta la programmazione dal 12 al 16 marzo:

Lunedì 12- Pablo- San Lazzaro

Martedì 13 - Cittadella - Oltretorrente

Mercoledì 14 - Cittadella - Montanara

Giovedì 15- San Leonardo- Oltretorrente

Venerdì 16 - Montanara-Centro

Nella giornata di ieri (benerdi 9 marzo), personale del Commissariato di P.S. di Sassuolo ha effettuato un controllo straordinario del territorio con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia.

I servizi sono stati finalizzati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno delle rapine, dei furti in abitazione e agli esercizi commerciali, interessando le zone della città che presentano maggiori criticità sul fronte sicurezza.

Complessivamente sono state identificate 69 persone e controllate 48 autovetture.
Gli operatori hanno effettuato anche posti di blocco lungo le principali arterie stradali per il controllo del flusso veicolare in entrata ed uscita dalla città e hanno effettuato un servizio specifico presso il mercato cittadino mirato alla repressione dei reati predatori.

Attenzionate anche le aree ove abitualmente stazionano i parcheggiatori abusivi.

Il 2 marzo 2018, presso il front-office dell'Ufficio Immigrazione, al termine delle operazioni di sportello, rimaneva nel salone di attesa un solo cittadino straniero, il quale riferiva al personale di polizia di dover ritirare il proprio passaporto, a suo dire trattenuto dagli agenti dell'Ufficio.

Dagli accertamenti si appurava che il passaporto di cui egli era titolare era depositato presso l'Ufficio Immigrazione per effetto di ordinanza del Questore di Parma, pertanto non poteva essere restituito se non per effetto di un'ordinanza della stessa Autorità Amministrativa.

Gli operatori di polizia invitavano pertanto il Sig. D.E.H.D a liberare l'Ufficio per permettere la chiusura del front-office, incontrando la resistenza dello stesso e, nel tentativo di accompagnarlo verso la porta di uscita, gli Operatori lo tenevano per entrambe le braccia. Improvvisamente, dopo essersi divincolato dalla presa, il soggetto colpiva al volto un operatore di polizia.

Vista la sua reazione violenta, il cittadino senegalese veniva immobilizzato dagli agenti, grazie anche all'ausilio di una pattuglia della volante giunta sul posto, e quindi veniva tratto in arresto e tradotto presso le camere di sicurezza della Questura di Parma, in attesa delle determinazioni dell'A.G. la quale disponeva che, in attesa della decisione sulla misura precautelare applicata, l'arrestato fosse condotto presso l'abitazione della madre in Salsomaggiore Terme (PR).

Per i fatti di cui sopra l'agente di polizia colpito al volto ricorreva alle cure mediche presso il pronto soccorso del locale ospedale Maggiore, ove veniva dimesso con prognosi di gg. 7.
Nel corso della serata, durante le operazioni di identificazione e la redazione dei verbali, anche il sig. D.E.H.D chiedeva di ricorrere alle cure mediche in quanto avvertiva segni di malessere e, nell'immediato, veniva fatta intervenire un'ambulanza della Pubblica Assistenza, i cui operatori provvedevano a condurlo al pronto soccorso del locale nosocomio.
Dopo le dimissioni dall'ospedale, il sig. D.E.H.D veniva condotto presso l'Ufficio Immigrazione e durante il trasporto con i piedi e la testa tentava di sfondare il finestrino posteriore della Volante che lo accompagnava.
Il cittadino straniero autore dei sopradescritti fatti, veniva sottoposto ai rilievi dattiloscopici e segnaletici, dai quali emergevano altri precedenti di polizia per reati della stessa indole.
Si riscontrava, altresì, che lo stesso veniva rintracciato in Svizzera in condizione di irregolarità secondo la normativa di quello Stato, ed era stato, pertanto, riammesso in Italia.

Quale conseguenza della irregolarità in materia di soggiorno per cittadini stranieri, il sig. D.E.H.D veniva colpito dal decreto di espulsione dallo Stato nel 2017 emesso il dal Prefetto di Parma con concessione, prevista legislativamente, di allontanarsi volontariamente nel termine di 15 giorni. Il Questore di Parma, dispose talune delle misure indicate dal Testo Unico Immigrazione, successivamente convalidate dal G.d.P. di Parma, ovvero la consegna del passaporto e l'obbligo di presentazione presso un Ufficio di Polizia, in attesa del volontario allontanamento dallo Stato.

Dagli accertamenti eseguiti, è emerso che il cittadino straniero D.E.H.D non aveva mai ottemperato all'obbligo di presentazione alla forza pubblica, disposto nei suoi confronti dal Questore; egli non aveva neppure ottemperato all'ordine di espulsione dallo Stato, disposto dal Prefetto di Parma.

Ieri, il sig. D.E.H.D è stato quindi condotto presso questi Uffici per partecipare all'udienza di convalida del provvedimento questorile di accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza pubblica, e, in seguito all'intervenuta convalida, è stato accompagnato presso la Frontiera aerea di Bologna per essere imbarcato in un volo diretto a Dakar.

Commissari sulle tracce del male. Conduce Giuseppe Rinaldi. Sabato 10 marzo, in seconda serata su Rai3.

Un nuovo progetto di Rai3 in onda il sabato in seconda serata. "Commissari - sulle tracce del male" un programma nato da un'idea di Pino Rinaldi e che si avvale della collaborazione della Polizia di Stato. Un racconto delle indagini svolte da alcuni investigatori della Polizia su alcuni casi di cronaca giudiziaria che hanno segnato profondamente il loro lato umano. Delitti, omicidi e violenze avvenuti in diverse città italiane, risolti grazie al lavoro di un gruppo di esperti investigatori.
Protagonista di ogni puntata e' l'investigatore che ha trattato il caso seguendone l'attività d'indagine. Sarà lui, intervistato da Pino Rinaldi, il volto e la voce portante di un racconto che sarà arricchito da immagini, materiale documentaristico e dal ricordo dell'esperienza diretta vissuta da alcuni dei collaboratori che hanno seguito il caso specifico al fianco dell'investigatore: colui che alla fine si è trovato faccia a faccia con il responsabile del reato.

EFFETTO DOMINO
La Quarta Puntata

Nel 2011 le strade di Lamezia Terme sono insanguinate da omicidi frutto di rivendicazioni tra clan che controllano il territorio.
Rodolfo Ruperti all'epoca capo della Squadra Mobile di Catanzaro e i suoi, a seguito di un'importante operazione sulle estorsioni nel territorio lametino, riescono ad arrestare un rampollo di mafia e alcuni degli appartenenti alla 'ndrina.
Uno di questi si pente svelando alcuni dei segreti della cosca scatenando in poco tempo un inaspettato effetto domino tra gli arrestati che decidono di collaborare con la giustizia.

P.Rinaldi_e_Dr._Rodolfo_Ruperti_Polizia_di_Stato_2.jpg

 

"COMMISSARI - Sulle tracce del male" è un programma di Giuseppe Rinaldi, Sara Lorenzini, Giuseppe Ghinami Produttore esecutivo Giovanna Canosa Delegato Rai Barbara Paolucci Regia di Giuseppe Ghinami. Una produzione Magnolia per Rai.

Nel corso della nottata, a Napoli, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna e della Compagnia di Bologna Centro, supportati dai militari del Comando Provinciale di Napoli, hanno dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare, ponendo agli arresti domiciliari due cugini ventiquattrenni napoletani, ANTONIO MUSTO E MAURIZIO MUSTO.

Bologna 9 marzo 2018 - L'operazione nasce dai risultati conseguiti durante l'esecuzione dell'indagine "Avvoltoio" che il 30 settembre del 2016 aveva visto l'arresto di otto persone riconosciute quali componenti di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di anziani. Le perquisizioni effettuate nei domicili degli arrestati avevano permesso di acquisire del materiale (telefoni cellulare, tablet, pc) che, una volta analizzato, ha fatto emergere delle responsabilità a carico di altri soggetti, allora ignoti, facenti parte dello stesso sodalizio criminale.

Cugini_Musto.jpg

Dal febbraio 2016, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bologna e della Compagnia Bologna Centro hanno avviato una complessa indagine finalizzata a disarticolare un sodalizio criminale dedito, appunto, alle truffe con la cosiddetta "tecnica della cauzione".

Le investigazioni, condotte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Bologna – diretta dal Procuratore Capo, dott. Giuseppe Amato - e svoltesi anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento, hanno permesso di individuare l'esistenza di un'organizzazione criminale specializzata nelle truffe alle persone anziane, con sede esecutiva a Napoli, composta da una pluralità di "batterie", attive sul territorio nazionale in maniera autonoma. Nello specifico, è stata individuata una "batteria" riconducibile al clan "Marsicano-Esposito" di Casoria, composta da soggetti suddivisi stabilmente in "aliquote specializzate", una "cellula di telefonisti/terminalisti", soggetti stanziali a Napoli incaricati di:
- individuare e contattare come "avvocato" le potenziali vittime, grazie a siti web che abbinano l'indirizzo al numero del telefono fisso;
- provocare il contatto con il finto Carabiniere, spesso presentato come "Maresciallo Primo", per rassicurare la vittima, invitata a comporre un numero di telefono della caserma dei Carabinieri, senza rendersi conto che il truffatore, in realtà, non interrompe mai la comunicazione;
e un "aliquota di emissari", due soggetti, presenti sui luoghi delle truffe, in contatto diretto con i telefonisti, a cui suggeriscono gli indirizzi e che riscuotono le finte cauzioni dalle vittime.

Le indagini hanno permesso di accertare che l'organizzazione criminale in questione è collegata al clan "Contini" di Napoli, a cui viene corrisposta una tangente, che nel corso delle conversazioni è invocata in maniera convenzionale con i termini di "pesone" o "carosiello", ed il cui pagamento, a titolo di protezione, è ritenuto indispensabile per poter operare in tutta "tranquillità" e "sicurezza".

In particolare, il "canovaccio" abituale prevedeva l'entrata in scena del sedicente "avvocato Molinari", che componeva numeri di telefono di abitazioni di una medesima via/quartiere, reperendoli da siti internet, fino a quando non s'imbatteva in una persona anziana in casa da sola. L'avvocato cercava di convincere l'anziano che per evitare l'arresto del proprio parente, coinvolto in un fittizio incidente stradale e per questo motivo trattenuto in una caserma dei Carabinieri, era necessario pagare una determinata somma, generalmente qualche migliaio di euro, da consegnare a un suo collaboratore che si sarebbe presentato quanto prima presso l'abitazione. Per rendere il tutto ancora più credibile, la conversazione proseguiva con l'intervento telefonico del "finto" maresciallo dei carabinieri, che si presentava come "Maresciallo Primo", con il compito di carpire definitivamente la fiducia della vittima "rassicurandola" sulle buone intenzioni dell'avvocato.

La truffa si consumava quando la vittima consegnava al "collaboratore dell'avvocato", che nel frattempo stazionava nei pressi della via/quartiere preso di mira, il denaro richiesto. In molte circostanze, poiché le persone anziane non detenevano in casa grandi somme di contante, i truffatori si facevano consegnare gioielli o preziosi. Le indagini hanno acclarato che alle truffe partecipavano, direttamente o indirettamente, componenti d'intere famiglie, uomini, mogli, madri e figli, non solo con compiti operativi ma anche di collegamento con gli emissari (intervenendo all'occorrenza anche in prima persona) nonché logistici, reperendo numeri di telefoni di cellulari ma anche autovetture con cui spostarsi, trasformando così l'attività illecita in un vero e proprio "affare di famiglia" dal quale tutti traevano sostentamento. Il GIP del Tribunale di Bologna – Dott.ssa Francesca Zavaglia, recependo le risultanze investigative, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 2 soggetti, incensurati, posti agli arresti domiciliari, ravvisando nelle condotte dei correi il reato di cui all'art.416 C.P.

Il provvedimento di oggi si colloca su quella stessa linea giuridica tracciata dalla Procura della Repubblica e concordata dall'ufficio G.I.P. del Tribunale di Bologna che nel settembre 2016 inaugurò un impianto accusatorio assolutamente originale, innovativo ed efficace rispetto alla fattispecie delittuosa: aver fatto emergere la matrice ideativa comune ed aver individuato gli elementi fattuali costitutivi di un'associazione finalizzata a commettere una serie elevatissima ed indeterminata di truffe pluriaggravate in danno di anziani, con condotta protratta nel tempo ed ancora in essere, agendo mediante ripartizione dei compiti, con carattere di continuità e stabilità. Tale contestazione ha permesso di aggredire in modo incisivo fenomeni delittuosi nei cui confronti, se presi singolarmente, la normativa vigente non offre strumenti di contrasto efficaci e adeguati.

Gli odierni arrestati sono accusati di aver commesso almeno quattordici truffe consumate e svariati altri tentativi a danno di persone anziane, con un metodo che può ormai dirsi, purtroppo, consolidato e comune a diversi gruppi criminali dediti a questa tipologia di reato, che hanno eletto la nostra provincia a territorio di "caccia" privilegiato in ambito nazionale.


___________________
1. Foto Copertina - conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.
Nella foto, da sinistra, Maggiore Diego Polio, Comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bologna e Luogotenente Salvatore D'Elia, Comandante della Stazione Carabinieri Bologna Indipendenza;
2. Foto Maurizio Musto e Antonio Musto - interno al testo;
3. in allegato il Comunicato stampa Indagine Avvoltoio del 30 settembre 2016.

Nella giornata dedicata alle donne, la Polizia di Stato modenese ha organizzato nell'ambito della Campagna "Questo non è amore" una serie di iniziative, coinvolgendo non solo il capoluogo, ma anche la provincia.

Due sono stati i punti di ascolto predisposti a Modena, uno presso il Centro Commerciale "I Portali", nel corso della mattinata dell'8 marzo, l'altro a corollario della manifestazione podistica "Donne in corsa", nel tardo pomeriggio.

Non poteva di certo mancare nella centralissima piazza Roma, punto di partenza e di arrivo della competizione al femminile, dove si sono radunate centinaia di donne, l'équipe della Questura di Modena, specializzata contro la violenza di genere.

"Insieme alla gente, vicini a chi ha bisogno, al fianco della comunità", queste le parole d'ordine che accumunano l'operato e l'impegno della Polizia di Stato.
In provincia sono stati organizzati dai Commissariati di P.S. di Carpi, Sassuolo e Mirandola degli incontri sul tema, che hanno coinvolto gli studenti di alcuni istituti scolastici della provincia.

Traendo spunto da una frase di Kofi Annan del 1993, allora Presidente delle Nazioni Unite, che recita "la violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremmo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace", gli alunni del Liceo Fanti di Carpi sono stati invitati a riflettere sul rispetto delle donne e il rifiuto della violenza.

Con gli studenti del IIS Elsa Morante di Sassuolo sono stati approfonditi numerosi aspetti legati alla violenza di genere, tra cui le cause sociologico-culturali, gli strumenti di contrasto che il legislatore ha adottato per arginare il fenomeno, le varie tipologie in cui essa si può estrinsecare.

Anche all'Istituto Superiore G. Galilei di Mirandola, la Polizia di Stato ha lasciato il proprio segno, sensibilizzando i giovani al rispetto delle differenze, al superamento degli stereotipi di genere e alla necessità di denunciare qualsiasi atto di violenza.

 

mirandola_8.03.2018.jpg

 

sassuolo_8.03.2018_-3.jpg

carpi_8.03.2018.jpg

La Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Parma, ha eseguito un importante sequestro patrimoniale nei confronti di un'impresa edile parmigiana (ora in fallimento), gestita - tramite prestanome - da un imprenditore di origini campane gravato da numerosi precedenti penali.

L'esecuzione della misura cautelare costituisce l'ultimo atto di un'operazione realizzata dalla Tenenza di Fidenza a seguito del rinvenimento, nel corso di una perquisizione eseguita all'interno del garage di un'abitazione, di gran parte dell'impianto contabile della società di costruzioni.

Dai successivi accertamenti è emerso che la predetta impresa, evasore totale, aveva omesso di dichiarare oltre 1.300.000 euro di elementi positivi di reddito complessivi, rendendosi peraltro responsabile anche di indebite compensazioni di vari tributi con crediti IVA inesistenti, per importi consistenti.

Numerose le fattispecie penali-tributarie contestate ai tre responsabili, due amministratori di diritto ed uno di fatto (l'imprenditore campano).

Per ultimo, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, delle disponibilità finanziarie della società e di quelle riconducibili al predetto soggetto, fino alla concorrenza dei tributi evasi, pari ad oltre 833.000 euro.

I militari hanno così proceduto al sequestro di quattro beni immobili ubicati nei comuni di Fontevivo (PR) e Perugia, appartenenti al dominus dell'impresa, nonché al blocco delle partecipazioni societarie allo stesso intestate.

Le suddette operazioni, nel complesso, hanno consentito - al momento - di sottoporre a sequestro beni per un valore stimato di circa 350.000 euro.
L'attività di servizio portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.

In effetti, sempre più spesso l'azione delle Fiamme Gialle si traduce nell'acquisizione coattiva di beni nella disponibilità, diretta o indiretta, di soggetti inclini a comportamenti delittuosi, che operano nel settore della c.d. "criminalità economico-finanziaria".

La finalità è quella di contrastare fenomeni evasivi che producono effetti negativi per l'economia del territorio e che ostacolano la normale concorrenza tra le imprese nonché quella di salvaguardare gli imprenditori onesti che rispettano le regole del mercato.

Applausi per il primo spettacolo della rassegna nata dalla collaborazione tra Società dei Concerti e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Il burattino più famoso del mondo ha accompagnato grandi e piccini nel suo mondo di fantastiche avventure, con lo spettacolo "C'era una volta un pezzo di legno" di Simone Fontanelli, in prima assoluta italiana. A raccontare la storia di Pinocchio sul palcoscenico dell'Ospedale dei Bambini la voce di Andrea de Luca in compagnia del clarinetto di Stefano Franceschini.

Il concerto fa parte della rassegna "La musica incontra i bambini", organizzata dalla Società dei Concerti di Parma in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Scuola in Ospedale I.C.S. G. Ferrari e Donatori di Musica e con il supporto di Intesa San Paolo.
Gli appuntamenti musicali, pensati per bambini dai sei anni in su, si propongono di offrire stimoli culturali e relazionali ai pazienti dell'Ospedale Maggiore, ai loro famigliari e al personale sanitario attraverso la musica.

pinocchio-ospedale-parma.jpg

È stato associato presso il CPR di Bari un cittadino nigeriano clandestino rintracciato dalla Polizia Municipale di Carpi nella giornata di ieri nei pressi del discount LIDL cittadino.

L'uomo M.E.K., classe 1984, condotto presso l'Ufficio Immigrazione si è accertato essere destinatario di ben 7 provvedimenti di espulsione emessi da varie Prefetture nel corso degli anni.

Noto in città per essere un molestatore che agiva nei pressi di centri commerciali, risulta avere precedenti di polizia per molestie sessuali, furto e danneggiamento.
Accompagnato dagli uomini della Questura presso il C.P.R. di Bari sarà rimpatriato presso il paese d'origine.

Stop alle maxi bollette da oltre mille euro per i conguagli sui consumi arretrati di energia elettrica. C'è, infatti, una sostanziale novità: da giovedì scorso, 1 marzo, nei casi di rilevanti ritardi nella fatturazione da parte dei venditori o nella fatturazione di conguagli per la mancata disponibilità di dati effettivi per un periodo particolarmente rilevante, il cliente può eccepire la prescrizione cosiddetta breve (passata da cinque a due anni) e pagare soltanto gli ultimi 24 mesi fatturati. Ne dà notizia Adiconsum Emilia Centrale (associazione consumatori della Cisl), spiegando la delibera 97/2018/R/com di Arera (Autorità per la regolazione per energia, reti e ambiente).

«Il venditore è tenuto a informare il cliente della possibilità di pagare solo gli ultimi due anni contestualmente all'emissione della fattura e comunque almeno dieci giorni in anticipo rispetto alla scadenza dei termini di pagamento – informa Adele Chiara Cangini, responsabile Adiconsum Emilia Centrale - Inoltre, nel caso di ritardo del venditore nel fatturare i conguagli (pur disponendo tempestivamente dei dati di misura di rettifica) per consumi riferiti a periodi maggiori di due anni, il cliente è legittimato a sospendere il pagamento, previo reclamo al venditore e qualora l'Antitrust (Agcm) abbia aperto un procedimento nei confronti di quest'ultimo. Avrà inoltre diritto a ricevere il rimborso dei pagamenti effettuati se il procedimento Agcm si concluderà con l'accertamento di una violazione».

La norma, introdotta con la legge di Bilancio 2018, punta a ridurre il fenomeno degli importi non ordinari nelle bollette dei consumatori e a responsabilizzare sia i venditori che i distributori. «In questo modo famiglie e piccole imprese reggiane saranno maggiormente protette dal rischio di dover importi molti superiori al consueto, derivanti da forti ritardi dei venditori (ad esempio blocco di fatturazione), rettifiche del dato di misura precedentemente fornito dal distributore e utilizzato per fatturare, perduranti mancate letture del contatore da parte dei distributori, laddove tale assenza – sottolinea la responsabile dell'associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale - non sia riconducibile alla condotta del cliente finale».
Adiconsum aggiunge che analoga disposizione dovrebbe valere per le bollette del gas a partire dal 1° gennaio 2019 e per quelle dell'acqua dal 2020.

 

Un equipaggio dell'Ufficio Controllo del Territorio del Commissariato di Polizia è intervenuto presso un'abitazione in Carpi, a seguito di una segnalazione per una lite tra condomini. Una situazione di conflittualità tra due nuclei familiari che perdura da tempo, segnata anche da reciproche denunce e interventi della polizia.

Come previsto dal protocollo in situazioni di criticità, visto che il sessantaduenne è risultato detenere armi da sparo, regolarmente denunciate, la Polizia le ha ritirate come previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che mira ad evitare che la disponibilità di armi possa, in particolari contesti, agevolare i possessori nella commissione di gravi reati. 

Gli agenti hanno poi accertato che l'uomo aveva nella propria disponibilità anche due pugnali e munizionamento non denunciato all'Autorità di Pubblica Sicurezza. Italiano di anni 62 anni è stato denunciato per detenzione abusiva di armi e munizioni.

8 marzo una donna, caduta accidentalmente nel Volano, è stata salvata dall'intervento di un Finanziare, l'Appuntato Scelto Matteo Palma, in forza alla Sala Operativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara.

In particolare, intorno alle 14,30 di ieri, il militare udiva dalla sua abitazione delle urla provenire in lontananza dalla darsena del fiume Po di Volano: a una distanza di ca. 300 metri sulla sponda opposta del fiume notava, in prossimità della riva in una zona dal fondo melmoso, una donna di circa 60 anni che si dibatteva fra le acque gridando aiuto.

Il militare, senza indugio, si portava sul luogo e afferrava la donna, in gran parte immersa nel fango, con l'aiuto di una signora che nel frattempo era sopraggiunta in soccorso.

A causa della ripidità della riva, caratterizzata da un vero e proprio gradone che eleva la riva stessa rispetto al corso del fiume, non riuscendo a estrarre la donna dall'acqua, l'Appuntato Palma richiedeva l'aiuto di ulteriori soccorritori, giunti dalla vicina Canottieri, all'arrivo dei quali e con il cui contributo, portava infine la donna in salvo.

Intervenivano sul luogo per i rilievi del caso una pattuglia della locale P.S., i VV.FF. e un'autoambulanza.

Personale del Commissariato di P.S. di Mirandola ha denunciato in stato di libertà un cittadino italiano di anni 31 per il reato di lesioni gravissime.

Il fatto è avvenuto all'interno di un campo nomadi di Mirandola; la vittima, un uomo di 54 anni, raggiunta da un pugno, è caduta rovinosamente a terra. Trasportato da personale del 118 presso l'Ospedale di Baggiovara le sue condizioni sono peggiorate. Sottoposto ad intervento chirurgico, attualmente si trova ricoverato nel reparto di rianimazione in stato di coma.

Sono in corso le indagini da parte del Commissariato per fare chiarezza sulla vicenda ed individuare ulteriori eventuali soggetti coinvolti.

Ladro seriale arrestato dalla Polizia di Stato in esecuzione di un ordine di carcerazione
Nella giornata di martedi, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino ucraino di anni 38, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.
Lo straniero deve espiare la pena residua di mesi 11 e giorni 28 di reclusione per i reati di furto aggravato e falsa attestazione sulla propria identità a Pubblico Ufficiale.
Il malvivente, sotto diversi alias, annovera numerosissimi precedenti di Polizia per i medesimi reati, consumati nella zona della stazione Termini di Roma e nel comune di Napoli.
Gli agenti della Squadra Mobile lo hanno rintracciato nel pomeriggio di ieri presso una comunità di recupero per tossicodipendenti. Al termine delle formalità di rito, l'ucraino è stato associato alla locale Casa Circondariale.

____________

Importante attività della Polizia di Stato in materia di espulsioni
Nei primi due mesi del 2018, l'Ufficio Immigrazione ha svolto una intensa attività finalizzata all'allontanamento dal territorio nazionale di cittadini stranieri irregolari.
In questo periodo sono stati complessivamente 50 gli stranieri raggiunti da un provvedimento di espulsione, di cui 25 colpiti da Decreto del Prefetto di Modena, 19 da ordine di allontanamento emesso dal Questore e 6 eseguiti con accompagnamento coatto alla frontiera a cura del personale della 3^ sezione dell'Ufficio Immigrazione.

I soggetti espulsi sono prevalentemente di nazionalità marocchina (21), tunisina (11) e nigeriana (6).
Per quanto riguarda i detenuti in carcere, l'Ufficio Immigrazione sta procedendo alla compiuta identificazione di 300 cittadini stranieri al fine di permettere l'avvio delle pratiche per la loro espulsione dall'Italia.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"