Domenica mattina, una pattuglia delle Fiamme Gialle della Sezione Antidroga (G.O.A.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, che operava nell'ambito del dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti che viene attuato a livello regionale, ha notato un'auto che viaggiava a forte velocità per le strade di Reggio Emilia.
Insospettiti, i militari l'hanno seguita e fermata per un controllo. A bordo del mezzo, nascosto in una scatola regalo all'interno del vano bagagli, vi era un panetto di cocaina di oltre 500 grammi.
Le successive attività di perquisizione personale e del domicilio in Santa Vittoria a Gualtieri, hanno permesso di trovare altri 48 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi pronte per lo spaccio, 60 grammi di hashish, materiale da taglio e per il confezionamento del narcotico, nonchè più di 5mila euro presumibilmente frutto dell'attività di vendita della droga.
Lo stupefacente rinvenuto avrebbe fruttato sul mercato circa 50 mila euro. A conclusione delle attività il soggetto controllato è stato arrestato e condotto presso la locale Casa Circondariale di Reggio Emilia a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Si tratta di R.C., classe 1981, originario di Napoli.

Nel weekend appena trascorso la Squadra Volante ha tratto in arresto una marocchina di anni 35 per il reato di furto aggravato e ha denunciato in stato di libertà altri quattro stranieri.

La marocchina, fermata da personale di sorveglianza addetto al servizio antitaccheggio presso l'esercizio commerciale Extracoop dell'"GrandEmilia", il quale aveva richiesto l'immediato intervento della Squadra Volante, aveva asportato dal suddetto supermercato generi alimentari e cosmetici per un importo di circa 45 euro, occultandoli all'interno di due borse di carta.

Da un successivo controllo, è emerso che la donna poco prima aveva rubato dal vicino negozio "Oviesse" anche degli abiti per un valore di 120 euro, dopo aver strappato dagli stessi i bar code.

La malvivente è stata accompagnata in Questura per accertamenti più approfonditi, dai quali sono emersi a suo carico numerosi precedenti di Polizia per furto aggravato, rapina, truffa, insolvenza fraudolenta e lesioni personali.

Un cittadino nigeriano di 38 anni, il quale aveva sferzato una gomitata all'operatore di Polizia durante un controllo in strada Albareto, è stato deferito all'A.G. per il reato di resistenza a P.U., per il suo stato di clandestinità e per aver fornito false generalità agli operatori di Polizia.

Nel pomeriggio di domenica, gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti in via del Murazzo, a seguito di segnalazione di una lite in corso tra due cittadini stranieri, uno dei quali armato di una grossa catena. Arrivati prima che la situazione potesse degenerare, gli agenti dopo aver sedato la gli animi, hanno accompagnato in Questura i due uomini, un cittadino della Costa d'Avorio di anni 28 e un tunisino di 41 anni.

Entrambi incensurati sono stati denunciati per inosservanza delle norme sugli stranieri; il tunisino è stato, altresì, deferito all'A.G. per minacce aggravate essendo stato sorpreso dagli agenti mentre rincorreva l'altro straniero con il chiaro intento di percuoterlo con la catena in suo possesso.

In tutta la provincia di Modena, i servizi effettuati nel decorso weekend hanno portato all'identificazione di 285 persone e al controllo di 173 autovetture.

Multe a chi attraversa la strada guardando il telefono o ha entrambe le orecchie coperte da cuffie. A lanciare la nuova sanzione da 100 dollari per contrastare il fenomeno dei pedoni sempre più distratti, un comune della California. 

 

Non si tratta di una provocazione, ma di uno strumento regolamentare da prendere sul serio, teso a contrastare il fenomeno diffusissimo delle distrazioni dei pedoni che a causa dell'utilizzo degli smartphone, come sta diventando tristemente noto, è causa di un aumento costante d'incidenti stradali con conseguenze, sempre più spesso, tragiche.

A Montclair, nei pressi di Los Angeles, hanno pensato di emettere un nuovo regolamento secondo il quale sarà passibile di multa chiunque attraversi la strada guardando il cellulare, parlando al telefono o ascoltando la musica con entrambe le cuffiette nelle orecchie. «I giovani ammettono di essere distratti dallo smartphone», spiega al Los Angeles Times il "city manager" di Montclair, Edward Starr. «Questo ricorderà loro che ad essere in gioco sono le loro vite», aggiunge l'amministratore, che adempie a molte delle funzioni di un sindaco. Per il momento, i pedoni pizzicati per la prima volta ad attraversare la strada chattando o scrollando la loro home di Facebook saranno ammoniti. Da agosto, però, la polizia locale inizierà a comminare sanzioni dell'importo di 100 dollari ai contravventori.

Montclair ha deciso di ripiegare sulle buone vecchie multe dopo aver vagliato altre ipotesi più "innovative" per tutelare la sicurezza dei pedoni distratti dallo smartphone, come delle corsie dedicate agli "smartphone zombie", già testate in Cina, Belgio e a Washington, DC. A dargli l'idea giusta, però, è stata Honolulu, nelle Hawaii, che nell'ottobre scorso ha introdotto un regolamento che prevede multe da 15 a 35 dollari per chi attraversi la strada senza prestare attenzione.

In assenza, quindi, di altre soluzioni salva distratti, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la nuova sanzione forse è l'unico deterrente per ridurre gli incidenti generati da disattenzioni di questo tipo che potrebbe essere importata anche nel Nostro Paese.

I due studenti dell'Università di Parma tra gli undici destinatari dei Premi di laurea Leonardo sono Luca Monticelli e Silvia Serventi, per le loro tesi di laurea magistrale. La consegna nei giorni scorsi a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Parma, 26 febbraio 2018

Ci sono ben due studenti dell'Università di Parma tra gli undici destinatari dei Premi di laurea Leonardo, consegnati nei giorni scorsi a Roma, a Palazzo Barberini, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si stratta di Silvia Serventi e Luca Monticelli, premiati per le loro tesi di laurea magistrale rispettivamente in ambito economico e ingegneristico.

A Luca Monticelli è andato il Premio Clementino Bonfiglioli – Bonfiglioli Riduttori per la tesi di laurea magistrale in Ingegneria Meccanica "Progettazione e costruzione di un aerogeneratore eolico e studio di applicazione di flap aerodinamici", relatore il prof. Alessandro Pirondi, correlatori il prof. Agostino Gambarotta e l'ing. Andrea Toso (Dallara Energy).

A Silvia Serventi è andato il Premio Damiani per la tesi di laurea magistrale in Trade marketing e strategie commerciali "Understanding Chinese Digital Consumers in the Fashion and Luxury Industry", relatrice la prof.ssa Francesca Negri.

I Premi Leonardo sono promossi dal Comitato Leonardo, nato 25 anni fa per dare un riconoscimento alle eccellenze del Made in Italy. Al premio principale, andato quest'anno ad Adolfo Guzzini, si affiancano i Premi Leonardo Qualità Italia, il Premio Leonardo Start Up, il Premio Leonardo International e, appunto, 11 premi di laurea promossi da aziende associate al Comitato.

Alla cerimonia di premiazione a Roma hanno partecipato la presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto, il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il Presidente dell'Agenzia ICE Michele Scannavini. Per l'Università di Parma era presente Alessandro Pirondi, relatore della tesi di Luca Monticelli.

 

Fonte: U.O. Comunicazione Istituzionale, Università degli Studi di Parma

Nella tarda mattinata di venerdi, la Squadra Volante ha denunciato in stato di libertà un cittadino tunisino di 38 anni per il reato di furto aggravato.

Il malvivente, impossessatosi di un paio di scarpe dal reparto uomo dell'esercizio commerciale "Zara" di via Emilia Centro, nascondendole all'interno del proprio giubbotto, non è passato inosservato al personale addetto alla sorveglianza, che lo ha fermato e ha richiesto l'intervento della Polizia.

Il tunisino è stato accompagnato in Questura per accertamenti dai quali è emerso il suo stato di clandestinità, nonché numerosi precedenti di Polizia e condanne per reati contro il patrimonio in materia di immigrazione e di stupefacenti.

La merce, giudicata rivendibile, è stata riconsegnata al responsabile dell'esercizio commerciale.

Un cittadino albanese, irregolare sul territorio nazionale, con precedenti di Polizia, fermato per un controllo in via Puccini da una pattuglia della Squadra Volante, è stato denunciato in stato di libertà in quanto inottemperante al Decreto di Espulsione del Giudice di Pace di Modena e relativo Ordine del Questore.

Di seguito le strade controllate dalla Polizia Municipale di Parma nella settimana da lunedì 26 febbraio a venerdì 02 marzo, con sistema di autovelox mobili.

Parma, 26 febbario 2018 - Il Comando di Polizia Municipale di Parma comunica che proseguirà la sua opera di contrasto verso quei comportamenti volti al superamento dei limiti di velocità sulle strade dell'intero comprensorio comunale, con particolare attenzione alle segnalazioni dei cittadini; di seguito riportiamo a titolo esemplificativo, le strade dove potrebbero essere posizionate le postazioni di accertamenti strumentali di velocità.

Viale Mentana, Viale Fratti, Viale Tanara, Viale Martiri della Libertà, Viale Rustici, Viale Vittoria, Viale dei Mille, Via Emilia est, via Emilio Lepido, via Sidoli, via Casa Bianca, Via Budellungo, Martorano, San Prospero, Il Moro,Via Spezia, via Traversetolo, Botteghino, Pilastrello, Marano, Porporano, Str. Vigheffio, Str, Bassa dei Folli, Str. Argini Parma, via Pastrengo, Via Montanara, Gaione, San Ruffino, Carignano, Via Langhirano, Fontanini, Corcagnano, Panocchia, Vigatto, Via Martinella, Vigatto, GAIONE in postazione SPEEDCHECK, Via Mantova, Via Burla, Via Colorno, Via San Leonardo, via Baganzola, Vicomero, Baganzola, via Cremonese, Fognano, Viarolo, Strada Vallazza, Via Benedetta, BAGANZOLA in postazione SPEEDCHECK, Via Emilia Ovest, San Pancrazio, Vigolante, Vicofertile, Tangenziale del Ducato, via Fleming, via Volturno, VIGOLANTE in postazione SPEEDCHECK, VICOFERTILE in postazione SPEEDCHECK

Prosegue anche l'opera di contrasto alla circolazione di quei veicoli privi dell'obbligatoria copertura assicurativa, della prescritta revisione e mezzi soggetti a fermo amministrativo o pignoramento.

Di seguito se ne riporta la programmazione:

Lunedì 26- San Leonardo- San Lazzaro

Martedì 27 - Cittadella - Oltretorrente

Mercoledì 28 - Centro - Pablo

Giovedì 01- Pablo- Oltretorrente

Venerdì 02 - Centro - Montanara

Sabato, 24 Febbraio 2018 12:42

Furto al Bar Tato di via Picasso

Alle ore 05.50 odierne, personale dipendente, interveniva in Via Picasso 16/b presso il Bar "Tato" per segnalazione di furto, i cui autori si stavano allontanando a bordo di una vettura sw di colore scuro.
Le pattuglie intervenute, dopo aver tentato di rintracciare il veicolo segnalato, si recavano sul luogo indicato ove, alla presenza del proprietario, accertavano come ignoti, dopo aver forzato la porta di ingresso dell'esercizio commerciale, erano penetrati all'interno impossessandosi, sradicandola dal muro, di una macchinetta cambiamonete con il relativo contenuto.
Nella circostanza i malviventi tentavano di forzare anche una macchinetta videopoker per asportarne il contenuto senza peraltro riuscirvi.
Il contenuto della macchinetta cambiamonete ancora da quantificarsi.

FURTO E RINVENIMENTO DI FURGONE E DI ATTREZZATURA DA LAVORO.
Alle ore 13.10 di ieri, la Sala Operativa della Questura riceveva richiesta di intervento in quanto era stato da poco rubato da Via Torelli il furgone di una ditta specializzata nella manutenzione delle linee ferroviarie con all'interno svariato materiale elettrico ed attrezzi da lavoro, furgone che il sistema di localizzazione GPS di cui era munito, segnalava essere in transito in Via Langhirano, direzione Corcagnano.
Le Volanti si sono quindi poste all'inseguimento del mezzo  continuando a seguire le tracce fornite dal proprietario del mezzo. Dopo una serrata battuta, esperita anche con l'ausilio di personale dell'Arma, rintracciavano il furgone nel Comune di Felino, abbandonato in un parcheggio, ma già depredato del materiale e dell'attrezzatura in esso contenuto.

Ripercorrendo a ritroso il percorso seguito dal furgone durante la fuga e registrato dal localizzatore GPS, gli operatori recuperavano, in una zona nascosta, al limite San Michele Tiorre e Pilastro, tutto il materiale presente sul furgone al momento del furto, che con tutta probabilità i malviventi contavano di recuperare in un secondo momento.
Sia il mezzo, sia il materiale e l'intera attrezzatura da lavoro venivano riconsegnati ai legittimi custodi.

Denunciati un imprenditore faentino, un commercialista fiorentino e due soggetti di etnia cinese. Sequestrati beni  edisponibilità finanziarie per oltre tre milioni di euro. 

Ravenna 21 febbraio 2018 - Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna, in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Ravenna su richiesta della locale Procura della Repubblica, nella persona del Pubblico Ministero Dott.ssa Marilù Gattelli, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro di disponibilità finanziarie e di beni per oltre 3 milioni di euro nei confronti di un imprenditore faentino e di due soggetti di etnia cinese residenti a Prato, indagati per frode fiscale.

Il provvedimento ablativo giunge all'esito di un'approfondita indagine di polizia economico- finanziaria condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza, che ha consentito di individuare un'ingentissima evasione fiscale perpetrata da imprese faentine operanti nel settore delle confezioni e del commercio di capi di abbigliamento riconducibili ad una coppia di cittadini cinesi, ma di fatto gestite da un imprenditore manfredo con l'ausilio di un professionista fiorentino, depositario della contabilità delle aziende riconducibili al sodalizio.

Le Fiamme Gialle hanno accertato la reiterata creazione di società "cartiere", cioè vere e proprie scatole vuote del tutto prive di reale consistenza economico-aziendale e inottemperanti ad ogni obbligo fiscale, che sono state utilizzate per emettere fatture relative ad operazioni inesistenti per svariati milioni di euro nei confronti delle imprese gestite dall'imprenditore di Faenza dominus della frode, il quale aveva anche simulato l'alienazione di alcuni beni immobili a soggetti terzi, con lo scopo di metterli al riparo da possibili provvedimenti cautelari.

Tutti i responsabili dell'articolata frode fiscale, del valore di oltre 12 milioni di euro, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Ravenna per i reati di omessa dichiarazione, di emissione ed utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti, di occultamento e distruzione di documenti contabili e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Il provvedimento cautelare è stato eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Faenza, che ha così posto sotto sequestro, oltre a ingenti disponibilità finanziarie rinvenute sui conti correnti degli indagati, anche un immobile, un garage e tre autovetture nella disponibilità dei soggetti coinvolti.

La scoperta di gravi frodi come questa è il prioritario obiettivo a cui tende il dispositivo operativo della Guardia di Finanza nell'ambito del contrasto all'evasione, all'elusione e alle frodi fiscali: dispositivo che dal 2018 è stato reso ancora più efficace grazie alle ulteriori direttive in materia dettate dal Comando Generale del Corpo. Chi utilizza fatture false e mette in piedi sistemi articolati e complessi di frode come quelli svelati dall'indagine portata a termine dalle Fiamme Gialle faentine è un vero e proprio criminale fiscale, che sottrae risorse fondamentali per lo sviluppo e la crescita economica del Paese, a discapito degli imprenditori e professionisti onesti che svolgono ogni giorno la loro attività nel rispetto delle regole e della legalità.

 

Nella tarda mattinata di ieri, la Squadra Volante, unitamente a personale del Posto di Polizia presso il nosocomio cittadino, ha effettuato uno specifico servizio finalizzato al contrasto del fenomeno dei parcheggiatori abusivi nell'area di sosta dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico e dei Poliambulatori.

Un cittadino romeno di 19 anni, sorpreso dagli agenti a fare il parcheggiatore abusivo nell'area dei poliambulatori, è stato accompagnato in Questura per accertamenti più approfonditi, al termine dei quali è stato sanzionato ai sensi dell'art. 7 comma 15 bis del Codice della Strada con una sanzione pecuniaria di 1.750 euro.

In forza alla recente normativa concernente le "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città", gli è stato intimato, altresì, di allontanarsi dal luogo in cui è stato commesso il fatto

Venerdì, 23 Febbraio 2018 15:24

Operazione Pusher della Polizia di Stato

Operazione Pusher della Polizia di Stato: i dettagli dell'attività nel capoluogo. Nell'ambito dei servizi straordinari predisposti dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, che hanno interessato la scorsa settimana ben 16 province italiane, la locale Squadra Mobile ha incentrato la propria attenzione sulla criminalità nigeriana dedita a tale attività sul territorio modenese.

Le zone interessate dall'operazione sono state la Stazione Ferroviaria, via Crispi, l'Errenord e il parco Novi Sad.

In quattro distinte situazioni, gli agenti hanno arrestato in flagranza di reato altrettanti nigeriani, tra 34 e i 37 anni, di cui uno irregolare sul territorio nazionale, sorpresi nell'atto di cedere dosi di sostanza stupefacente.

Nei confronti di uno dei quattro malviventi, la Squadra Mobile ha eseguito anche una perquisizione domiciliare che ha permesso di rinvenire all'interno dell'abitazione, ubicata in via Riccoboni, 650 grammi di sostanza stupefacente del tipo shaboo, droga sintetica dagli effetti devastanti, che sul mercato illegale ha un valore economico ingente, pari a circa 65.000 euro, già confezionata per lo spaccio.

Il tutto è stato sottoposto a sequestro unitamente a vari telefoni cellulari e a denaro contante, presumibile provento dell'attività illecita.

All'interno della suddetta abitazione sono stati identificati altri tre nigeriani di età compresa tra i 27 e i 32 anni, denunciati in stato di libertà per il medesimo reato.

Una società operante nel settore delle lavorazioni grafiche ed elaborazioni elettroniche di dati operante a Rubiera (RE) ha nascosto parte rilevante dei propri redditi conseguiti negli ultimi sette anni, presentando al fisco dichiarazioni dei redditi "infedeli", anche mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

E' questa la sintesi di quanto accertato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Correggio (RE) al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale e condotta facendo ricorso massiccio alle banche dati in uso al Corpo, alle indagini bancarie ed a controlli incrociati con clienti e fornitori della società verificata.

I soci ed il legale rappresentante della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per dichiarazioni fiscali infedeli e frode fiscale, si tratta di tre persone tra i 41 ed i 46 anni, tutti reggiani, anche se uno di origini modenesi. Più in particolare è stato accertato che detta società, in questo lungo lasso di tempo, ha nascosto al fisco redditi per oltre 3 milioni di euro (dei quali quasi 500.000 euro relativi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e commesso violazioni all'IVA per circa 2 milioni di euro.

Le indagini dei Finanzieri proseguiranno per individuare eventuali contribuenti che hanno cooperato con la società verificata per consentirle di attuare l'ingente frode e per l'individuazione di eventuali patrimoni illeciti accumulati dai soci della medesima società.

Venerdì, 23 Febbraio 2018 14:49

Denunciati per furto al supermercato

Le Volanti della Questura di Parma, nella giornata di ieri, hanno denunciato due persone, un cittadino di origine polacca P.K. e un italiano L.I.F. entrambi pregiudicati, per furto in concorso, perpetrato ai danni del Supermercato "IN'S" di Parma viale Fratti, in quanto prelevavano dal banco frigo e dagli scaffali, rispettivamente diverse punte di formaggio Parmigiano-Reggiano e un rasoio elettrico ricaricabile, che occultavano sotto i giacconi.

Una volta oltre le barriera casse venivano fermati, gli veniva contestato il furto della merce, per un valore complessivo di euro 90 e consegnati agli operatori Polizia intervenuti .

Successivamente veniva indagato in stato di libertà per il reati di resistenza ed oltraggio a Pubblico Ufficiale, minacce aggravate, un cittadino italiano C.L. pregiudicato, fermato e controllato a seguito di richiesta di intervento del gestore di un Bar di via D'azeglio, che segnalava una persona che disturbava. Detta persona, manifestava il suo comportamento scorretto e molesto inveendo con male parole e minacciando con un bottiglia di Birra e con una spinta gli operatori di Polizia intervenuti, che procedevano alla sua identificazione e alla sua denuncia per i fatti occorsi.

Venerdì, 23 Febbraio 2018 10:44

Operazione "ALFA 31". Lotta allo spaccio

L'indagine oggetto degli odierni provvedimenti cautelari si inquadra in complessa manovra investigativa da tempo avviata dal Comando Provinciale di Bologna, sotto l'egida della locale Procura della Repubblica, finalizzata a contrastare il fenomeno del traffico e spaccio di stupefacenti condotto nell'ambito del Capoluogo, con particolare riferimento ad alcune precise aree della città.

Bologna 22 febbraio 2018 - In tale quadro, particolare attenzione viene infatti da tempo rivolta, in particolare, a zone estremamente sensibili al fenomeno, quali quelle attorno alla "MONTAGNOLA", "PIAZZA VERDI" e, più specificatamente, ruotanti attorno al polo universitario.

Il tutto è stato poi in epoca ancor più recente ulteriormente perfezionato grazie all'istituto del "MINI DASPO" ad opera della locale Prefettura. Trattasi di un'Ordinanza emessa dal Prefetto, Matteo PIANTEDOSI, tesa a vietare lo stazionamento nel giardino pubblico a tutti coloro i quali risultano essere già stati arrestati o denunciati nell'ambito dei controlli delle forze dell'ordine nell'area verde del centro storico. In tale quadro i soggetti colti in flagranza vengono dapprima allontanati e successivamente, laddove colti in violazione della medesima Ordinanza, deferiti per inosservanza del provvedimento.

Tale misura, che ha visto una sua immediata ed efficace applicazione da parte delle Forze di Polizia, ha prodotto immediatamente i suoi positivi effetti, contribuendo ad una sensibile diminuzione delle "presenze criminali" in determinate aree del centro (la sola Compagnia Carabinieri Bologna Centro ne notificava oltre 30).

E' qui che si è concentrato lo sforzo delle Istituzioni complessivamente intese, concretizzatosi attraverso lo sviluppo di articolata attività di contrasto, su doppio binario. Giova infatti premettere come sia stato, in primis, adeguatamente sviluppato il segmento prevenzione, attraverso l'avvio e progressiva implementazione di servizi mirati dei reparti territoriali, supportati da unità specializzate dell'organizzazione mobile, quali CIO e SOS.

A quanto sopra si è affiancata un'approfondita analisi del fenomeno "spaccio" in città, condotto dal Comando Provinciale dei Carabinieri, il che ha contribuito a circoscrivere ancora meglio l'area delle operazioni, al di là delle citate note zone del centro cittadino. All'interno di queste è stato infatti possibile individuare con precisione ancora maggiore alcune vie di particolare interesse, fasce orarie di commissione dei delitti ed in ultimo, certamente non per importanza, nazionalità/matrice etnica dei soggetti protagonisti, in modo da calibrare gli interventi più opportuni e mettere in cantiere la strategia di contrasto più efficace.

Tale altra direttrice ha quindi visto un suo sviluppo su più livelli, ovvero tanto attraverso una immediata attività cd. "di piazza", tesa ad infrenare il fenomeno dello spaccio al dettaglio con interventi diretti in flagranza di reato, quanto con l'impostazione di indagini a medio e lungo termine, aventi quali obiettivo quello di risalire il fenomeno giungendo all'individuazione e disarticolazione di componenti più o meno strutturate, dotate di rilevanti direttrici di approvvigionamento, ed a loro volta gerenti le articolate filiere di spacciatori loro agganciate.

Il contrasto nella sua forma più immediata, che ha visto coinvolte le strutture territoriali dell'Arma fino alle minori unità, ha fatto registrare un trend positivo, laddove nel corso degli ultimi 12 mesi, a fronte di un numero di reati interessanti il fenomeno stupefacenti pressoché immutato - a livello cittadino complessivamente inteso - è stato registrato un 28% in più di soggetti colpiti, tra arrestati, circa 270, e deferiti/segnalati alle Autorità competenti, circa 80.

Al contempo, come accennato, è stata accuratamente pianificata e messa in campo anche strategia più complessa, incentrata sull'avvio di attività investigative ad ampio spettro, tali da aggredire il fenomeno in maniera ancor più efficace e complessiva: determinante in tale ambito la sinergia con l'Autorità Giudiziaria bolognese, rappresentata dal dott. Giuseppe AMATO, che ha coordinato le indagini in questione, consentendo altresì che le stesse vedessero nei giusti tempi gli attesi esiti, attraverso l'emissione dei vari provvedimenti ritenuti opportuni.

Tra le attività investigative avviate anche quella oggetto delle odierne misure cautelari, che ha documentato l'operatività di associazione di matrice tunisina, dedita a traffico di eroina e cocaina, avente base operativa proprio nel centro cittadino. L'attività in oggetto riveste importanza particolare non soltanto proprio perché la prima in grado di aggredire il fenomeno sotto un profilo associativo, ma anche e soprattutto per l'operatività del sodalizio stesso in un'area sinora caratterizzata da fenomeni diffusi e mai valutati nella loro complessità.

Proprio nella centralissima via Centotrecento - tra piazza Verdi, via Irnerio e la "Montagnola" - veniva infatti localizzato il principale appartamento, intestato a terzi, utilizzato dai sodali per preparare lo stupefacente che sarebbe poi stato ceduto al dettaglio nelle zone limitrofe.

Appartamento costituente dunque vera e propria base operativa, laddove luogo adiacente alle privilegiate "piazze di spaccio", oltre che di incontro tra il capo e gli affiliati, ove il primo dettava decisioni e strategie e, non ultimo, luogo di ricovero per gli spacciatori stessi in occasione di problemi sopravvenuti quali improvvisi blitz da parte delle Forze di Polizia.

In particolare il gruppo criminale emergeva essere capeggiato da soggetto maghrebino inteso "ABDELTIF" o "LATIF", identificato in SOLTANI Latif, vero organizzatore e gestore della struttura, in diretto contatto con i fornitori in relazione ai significativi quantitativi di stupefacenti trattati e passati, in prima battuta, al suo diretto referente "HAMZA". Questi emergeva infatti avere funzioni di intermediario tanto verso l'alto (SOLTANI) quanto verso la nutrita schiera di pusher alle dirette dipendenze; in tale ambito si avvaleva del suo "braccio destro", JENDOUBI Ahmed, inteso "AHMED".

Le attività tecniche condotte in direzione dei succitati consentivano quindi di individuare non soltanto diversi canali di approvvigionamento, tra i quali quello rappresentato "NAPPA", rifornente la struttura mediante frequenti contatti con HAMZA o, per lui, con JENDOUBI, ma anche tutto il reticolo di soggetti da loro direttamente dipendenti, tra i quali BEJA Aziz, inteso "REDOUANE", e BENFALEH Hamza.

 

BEJA_AZIZ_-_MAROCCO_classe_1985.jpg BEN_FALEH_HAMZA_-_TUNISIA_classe_1987.jpg JENDOUBI_AHMED_-_TUNISIA_classe_1983.jpg

Era in tale fase che - anche grazie a mirati servizi dinamici condotti in direzione dei vertici - che veniva localizzata la succitata base operativa dell'associazione, individuata nella citata Via Centotrecento presso l'abitazione in uso a G.R., detto "ROBY", ed alla sua compagna Z.N., detta "Cinzia", entrambi in frequente contattato telefonico con i diversi membri dell'associazione.

La successiva progressione investigativa consentiva di individuare anche il secondo appartamento nella disponibilità dei succitati, ovvero quello ubicato in Via Dei Gandolfi ed anagraficamente riconducibile ad una famiglia di ecuadoregni, sostanzialmente deputato al primo occultamento e taglio dello stupefacente. Lo stesso risultava abitato in via pressoché esclusiva da BEJA Aziz, incaricato di ricevere la droga che, con ausilio degli altri affiliati preparava e nascondeva poi all'esterno dell'abitazione, in mezzo al verde pubblico.

Lo stesso veniva tuttavia tratto in arresto per altri motivi, per cui il gruppo si vedeva costretto a spostare nuovamente il "laboratorio", che per un certo periodo veniva trasferito direttamente presso l'abitazione del capo, SOLTANI, in via Mazzini. Le funzioni del BEJA venivano quindi assorbite in toto dal BENFALEH, che curava quindi tanto i rapporti con il capo quanto con tutti i pusher lui legati. Era proprio con il SOLTANI che quest'ultimo - secondo consolidato modus operandi - in seguito ad ogni "taglio" provvedeva personalmente all'occultamento all'esterno dell'eroina che poi sarebbe stata passata agli altri affiliati per lo smistamento sulla piazza. A riscontro di quanto sopra, il sequestro effettuato dagli operanti il 28 aprile 2015, nei pressi di via Albertoni, di 26 palle di eroina, che il BENFALEH aveva poco prima occultato sotto alcune siepi, in attesa che venissero recuperate da altro sodale per le successive cessioni.

Il complesso delle acquisizioni raccolte in corso d'opera, tra i sequestri e gli oltre 1700 contatti complessivamente registrati tra i componenti l'associazione, consentiva di quantificare la sostanza immessa sul marcato, e segnatamente nell'area compresa tra la "Montagnola", piazza Verdi e le adiacenti via Irnerio e via Zamboni, pari a circa 1,8 kg mensili, con tutti i connessi introiti.

In tale quadro venivano altresì individuati altri punti fissi di spaccio che il sodalizio risultava utilizzare soprattutto in concomitanza dell'eccessiva pressione esercitata dall'Arma nelle zone di precipuo appannaggio: emergevano quindi via San Vitale, via Petroni, alcuni punti di Massarenti e di via Mazzini.
In maniera pressoché analoga veniva condotta l'attività di spaccio di cocaina, che vedeva HAMADE Nabil, inteso "Nappa", quale primo responsabile del canale di approvvigionamento.

Le intercettazioni condotte in direzione del medesimo consentivano di documentare compiutamente quantitativi e prezzi, laddove la sostanza - in perfetta linea con i prezzi di mercato - veniva ceduta all'acquirente finale a 60 euro al grammo.

L'HAMADE vedeva quale primo referente il capo dell'associazione, il SOLTANI, e spesso direttamente il JENDOUBI (curando il BENFALEH il complesso delle attività con particolare riferimento all'eroina). JENDOUBI Ahmed veniva coadiuvato nella sua attività illecita anche dalla compagna F.A.M. la quale, prestava la propria opera occupandosi della fissazione degli appuntamenti con i clienti ed assistendo anche alle successive cessioni di stupefacente. La donna coinvolgeva nell'attività illecita anche il fratello F.O., minorenne all'epoca dei fatti, utilizzandolo, in qualche occasione, per effettuare consegne di cocaina.

Nel corso delle indagini veniva intercettato anche JEBALI Anis, inteso "Aklash" o "Kaka", in quanto subentrato nell'utilizzo di una delle utenze di JENDOUBI Ahmed già monitorate. Sin da subito appariva chiara la sua partecipazione all'associazione anche se portava avanti la rivendita di eroina quasi esclusivamente nel parco pubblico ubicato tra via Mondo e via Della Torretta, oppure nei pressi della COOP di via Della Repubblica.

L'attività d'indagine portava a riscontrare non soltanto la ricorrenza di un gruppo stabilmente organizzato per portare avanti un'intensa attività di rivendita al minuto di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina, ma anche e soprattutto ad accertare la sussistenza di una stabile cerchia di clienti.
Per questo motivo, al termine delle attività tecniche, si procedeva ad identificare compiutamente proprio questi ultimi, per assumere da loro informazioni circa le ragioni, le quantità, la frequenza e le modalità degli acquisti di stupefacente effettuati. Dall'esito delle dichiarazioni rese a s.i.t. dagli acquirenti, oltre alle conferme circa i numerosi acquisti di eroina e/o cocaina effettuati nel corso del tempo, alcuni di essi, i più assidui, si dimostravano a conoscenza anche di alcune dinamiche interne ed organizzative dell'associazione.

L'attività d'indagine in analisi ha messo in evidenza, in maniera del tutto originale per il contesto felsineo, la sussistenza di un sodalizio criminale insistente su una circoscritta e ben definita area geografica cittadina, dedito allo smercio organizzato al dettaglio di sostanze stupefacenti di varia natura, nello specifico cocaina ed eroina bianca.

Lo studio delle dinamiche e dei rapporti tra gli associati di origine maghrebina ed altri loro connazionali, ha evidenziato la presenza su tutto il territorio felsineo di più fazioni, criminalmente organizzate e non; territorio di cui la consorteria di cui trattasi è emerso controllare in maniera assolutamente determinata, al punto di non escludere l'idea al ricorso a metodi estremi come l'uso delle armi o della violenza fisica, la porzione compresa tra la zona universitaria, centro storico fino alle zone immediatamente esterne alle mura.

 

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Immagini:
1. Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna. Nella foto, da sinistra, Capitano Marco Fragassi, Comandante della Compagnia Carabinieri Bologna Centro, Colonnello Valerio Giardina, Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna e Tenente Colonnello Marco Francesco Centola, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Bologna;
2. Foto soggetti – Sezione Investigazioni Scientifiche Carabinieri Bologna;
3. Frame arresti – Nucleo Operativo Carabinieri Bologna Centro.

 

Sembra che il clima di Austerity abbia colpito anche le formazioni politiche. Sono lontani i tempi in cui la sfida politica si conduceva anche sulle affissioni quando, con efficaci blitz notturni, il faccione del "candidato" prendeva i posto  della locandina dell'avversario di turno, pur sapendo che la notte seguente sarebbe stato ripagato con la medesima moneta.

Non solo si è persa questa "goliardica" tradizione, molto spesso accompagnata da Affissioni Abusive,  ma addirittura sembra che ci si sia  dimenticati di questo efficace strumento di comunicazione.

Staremo a vedere se, con l'avvicinarsi del fatidico 4 marzo, gli spazi torneranno a "vivere". (Lgc)

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Quando il piccolo vede la bandiera con il numero 46 se la lega al collo e inizia a correre nel corridoio dell'oncologia pediatrica senza sosta. Prende magliette, distribuisce cappellini, coinvolge gli amici del reparto e si mette in posa per le foto. Ha 5 anni, energia da vendere e, per un'ora, diventa la mascotte di Flavio Pratesi, presidente del Fan Club Valentino Rossi, arrivato all'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" con il suo carico di gadget e solidarietà in nome del plurititolato campione di Tavullia. Aiutato dal giovane fan e accompagnato da Stefano Capretto dell'associazione Giocamico onlus, Flavio colora di giallo tutte le stanze dei reparti pediatrici tra i sorrisi che spuntano sui volti dei pazienti che riconoscono immediatamente quel numero, il 46, quello di Valentino Rossi fin dalle origini con le minimoto.

Zainetti e bandiere per tutti, ogni bambino che spunta da una porta riceve una parola e un gadget. E Flavio, anima storica del Fan Club del "Dottor Rossi", veste di giallo anche il personale che partecipa alla colorata distribuzione. Senza dimenticare nessuno: dal reparto di Pediatria e Oncoematologia della dottoressa Patrizia Bertolini, al terzo piano della Pediatria generale e d'urgenza del dottor Icilio Dodi, agli ambulatori e al day hospital per chiudere al piano terra con il Pronto Soccorso per bambini e adolescenti.

"L'anno scorso – spiega il presidente - abbiamo visitato trenta ospedali pediatrici, da Trento a Palermo. E ci chiamano anche dall'estero. Cercheremo di portare Valentino Rossi ovunque perché non c'è niente di più bello del sorriso di un bambino quando vede il 46, noi gli diamo una maglietta o una bandiera ma è come se consegnassimo una piccola goccia di energia".

 

Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

E' un italiano residente a Modena, P.B. di 35 anni, ad essere stato scoperto dagli uomini della Polizia di Stato ed indagato per ricettazione di 110 pezzi di ricambio riconducibili a furti perpetrati presso i depositi di stoccaggio della Ferrari spa.

Orologi, prodotti di merchandising, freni, pompe di benzina, ammortizzatori, pezzi di telaio, volanti di gran turismo e la somma contanti di 157.000,00 euro, probabile provento della vendita illecita di altri prodotti, sottoposti a sequestro nel corso della perquisizione domiciliare.
I contatti con gli acquirenti avvenivano via internet, le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena e un contributo importante è stato fornito proprio dalla security di Ferrari spa.

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Giovedì, 22 Febbraio 2018 15:30

Topo d'appartamento arrestato dalla Polizia

Nella serata di ieri, personale del Commissariato di Polizia di Carpi ha arrestato di un giovane moldavo di 21 anni, clandestino, per il reato di furto in abitazione.

Intorno alle ore 11.00 di ieri sera, è pervenuta alla Centrale Operativa una segnalazione attraverso la linea di emergenza 112 NUE da parte di un cittadino di Carpi, che aveva notato un uomo introdursi all'interno di una casa colonica di via Senara, dopo aver infranto il vetro di una finestra.

La Volante intervenuta tempestivamente, ha sorpreso ancora all'interno dell'edificio il ragazzo moldavo, che aveva già rovistato nelle camere da letto, mettendole a soqquadro e impossessandosi di alcuni gioielli in oro, di cui aveva cercato di disfarsi sparpagliandoli in casa alla vista della Polizia.

Il malvivente, già noto alle Forze dell'Ordine, con numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, nel mese di dicembre scorso era stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione di una bicicletta rubata del valore di 1.200 €

Giovedì, 22 Febbraio 2018 11:54

Un arresto per spaccio di sostanze stupefacenti

Alle ore 03.30 di ieri 21 febbraio, personale dipendente, impegnato nel servizio di controllo del territorio e, nello specifico, nell'attività volta ad infrenare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e/o psicotrope, si recava in Via dei Mille, zona solitamente frequentata da spacciatori di nazionalità nigeriana.

Nella circostanza, le due pattuglie impegnate nel controllo, assistevano in diretta ad un veloce passamano tra un soggetto di colore ed un cittadino italiano.

I due individui accortisi della presenza delle pattuglie tentavano di dileguarsi, in direzioni diverse, ma venivano prontamente raggiunti e bloccati dagli operatori.
D.T.G., italiano classe 1990, gettava in una siepe un involucro di cellophane trasparente che, prontamente recuperato, risultava contenere un piccolo frammento a forma di ovulo, di colore bianco, successivamente risultato essere sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso di gr. 0,7.

Quest'ultimo ammetteva di aver appena comprato lo stupefacente dallo straniero fermato dagli operanti, per la somma di 20,00 euro, somma effettivamente rinvenuta nella disponibilità di O.L.N., cittadino nigeriano, classe 1995, già gravato da precedenti per spaccio, ex-richiedente asilo politico, dichiaratosi s.f.d., attualmente irregolare, che dopo le formalità di rito, veniva tratto in arresto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Alla direttissima di oggi 22 febbraio 2017, dopo la convalida dell'arresto, il Giudice disponeva l'immediata liberazione dello straniero e fissava il processo alla data del 29.03.2018.

Nell'ambito delle attività antidegrado della Polizia Municipale, mirate in particolare al controllo delle situazioni di abusivismo, stamani una pattuglia appiedata ha sequestrato, nella zona del mercato di piazza Duomo e vie limitrofe, 108 carciofi a due ambulanti di nazionalità straniera, privi di autorizzazione alla vendita.

Alla vista degli agenti, entrambi si sono dati alla fuga, ma fondamentale si è rivelata, per l'individuazione della merce, la collaborazione dei cittadini e dei commercianti regolarmente presenti. Gli ortaggi sequestrati, privi dei necessari requisiti di tracciabilità, non sono stati destinati a scopo benefico proprio per evitare rischi legati alla potenziale insalubrità del prodotto.

E' stato inoltre sanzionato un venditore di fiori di nazionalità straniera, che effettuava la propria attività in un'area mercatale dove, in base alla licenza in suo possesso, non gli sarebbe stato consentito. A fronte della violazione del regolamento comunale e del decreto legislativo 114/98, l'uomo è stato sanzionato per un importo pari a 1.032 euro.

I controlli della Polizia Municipale hanno riguardato anche i veicoli presenti in centro storico: un mezzo sprovvisto di assicurazione è stato sanzionato per violazione all'articolo 193 del Codice della Strada e sono stati immediatamente riscossi 234,50 euro dal conducente dell'auto con targa bulgara, che sostava su marciapiede e non aveva radiato la precedente targa italiana.

"Nei mesi scorsi, sin dall'insediamento – commenta l'assessore alla Sicurezza Luca Zandonella – l'Amministrazione comunale ha intensificato i controlli per contrastare la presenza dei venditori abusivi, riuscendo pressoché a eliminare il fenomeno in centro storico. A fronte degli episodi registrati nelle ultime settimane, ricordo che la Polizia Municipale prosegue con il massimo rigore nei controlli, doverosi a tutela dei commercianti che rispettano le norme. Voglio inoltre sottolineare positivamente il senso civico degli ambulanti regolari e di tutti i presenti, che stamani hanno dato indicazioni utili all'effettuazione del sequestro della merce: lo spirito di collaborazione tra Forze dell'ordine e collettività è sempre più auspicabile ed è un ottimo, concreto esempio di cittadinanza attiva. In conclusione – aggiunge Zandonella – rinnovo l'esortazione a non acquistare merce di alcun genere da venditori abusivi, che danneggiano il tessuto economico con conseguenze negative per l'intera comunità".

 

 

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Sabato 17 febbraio u.s. sono stati consegnati presso l'Ospedale Maggiore di Parma, reparto Chirurgia Plastica, - i fondi raccolti con l'iniziativa promossa da Parmafotografica "Uno scatto per la ricerca", campagna benefica iniziata sabato 25 novembre e conclusasi sabato 16 dicembre.

I fondi raccolti ammontano a 1.200 € e saranno investiti per migliorare l'ambulatorio di Neurofibromatosi diretto dal prof. Edoardo Caleffi e gestito insieme alla dottoressa Elena Boschi che ANF già sostiene da anni. I pazienti con neurofibromatosi provengono da ogni parte d'Italia. Si rivolgono al centro di Parma, con cadenza settimanale, e sono seguiti ed accolti da un gruppo multidisciplinare che ne segue il percorso diagnostico.
Vogliamo ringraziare per la generosità dimostrata, i fotografi che hanno aderito all'iniziativa donando una o più opere a disposizione del progetto senza le quali il progetto non si sarebbe realizzato.

Grazie a tutti i soci di Parmafotografica che hanno contribuito con la loro presenza alla buona riuscita della raccolta fondi e a tutti i cittadini che hanno contribuito con l'acquisto delle fotografie, facendo un regalo importante di solidarietà.
Il Comune di Parma, sempre vicino alle attività di Parmafotografica.
Grazie a Sara Vasè per aver indicato questa realtà Nazionale fondata a Parma nel 1991 ed Corrado Melegari, presidente e rappresentante di ANF, per avere accettato di buon grado il nostro contributo.

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al buon esito di questo progetto ad ogni titolo.
Abbiamo potuto contare sulla generosità di tante persone che hanno decretato il successo di questa iniziativa permettendo così di contribuire al benessere della comunità.

Per ulteriori informazioni potete consultare il sito di Parmafotografica: www.parmafotografica.it 
ANF – Associazione Neuro Fibromatosi : www.neurofibromatosi.org 

Giovanna Ziveri, presidente Parmafotografica - Corrado Melegari, presidente A.N.F.

Una società operante nel settore delle lavorazioni grafiche ed elaborazioni elettroniche di dati operante a Rubiera (RE) ha nascosto parte rilevante dei propri redditi conseguiti negli ultimi sette anni, presentando al fisco dichiarazioni dei redditi "infedeli", anche mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

E' questa la sintesi di quanto accertato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Correggio (RE) al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale e condotta facendo ricorso massiccio alle banche dati in uso al Corpo, alle indagini bancarie ed a controlli incrociati con clienti e fornitori della società verificata.
I soci ed il legale rappresentante della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per dichiarazioni fiscali infedeli e frode fiscale, si tratta di tre persone tra i 41 ed i 46 anni, tutti reggiani, anche se uno di origini modenesi.

Più in particolare è stato accertato che la società, in questo lungo lasso di tempo, ha nascosto al fisco redditi per oltre 3 milioni di euro (dei quali quasi 500.000 euro relativi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e commesso violazioni all'IVA per circa 2 milioni di euro.
Le indagini dei Finanzieri proseguiranno per individuare eventuali contribuenti che hanno cooperato con la società verificata per consentirle di attuare l'ingente frode e per l'individuazione di eventuali patrimoni illeciti accumulati dai soci della medesima società.

Pensionato invalido truffato dalla badante. Dopo il matrimonio, la sottrazione dei beni e la mancanza di cure

Ha approfittato della fiducia riposta in lei dal pensionato gravemente invalido che aveva il compito di accudire, riuscendo non solo a convolare a nozze, ma anche a farsi delegare l'amministrazione del patrimonio e il disbrigo delle commissioni in banca.

Così una badante 47enne di nazionalità ecuadoregna è riuscita, in breve tempo, a sottrarre dalle disponibilità finanziarie di un 56enne piacentino alcune migliaia di euro, oltre ad accumulare debiti per quasi 1000 euro sul fronte delle utenze domestiche.

A porre fine alla situazione, la denuncia presentata dai familiari del pensionato alla Polizia Municipale di Piacenza dopo aver riscontrato, in diverse occasioni, atteggiamenti e comportamenti della donna pericolosi e potenzialmente lesivi per la salute dell'uomo. E' inoltre emerso, dal racconto dei parenti, che sempre più spesso la donna si allontanava anche per giorni interi, lasciando solo a casa e senza accudimento il marito non autosufficiente.

I controlli e le articolate indagini condotte dalla Polizia Municipale hanno delinato una situazione sfociata nella denuncia a carico della moglie, per violazione degli obblighi familiari e sottrazione di beni comuni. Le conseguenti verifiche anche sul fronte economico, infatti, hanno permesso di scoprire i debiti nei confronti dell'istituto bancario e di altri enti. La donna è stata rinviata a giudizio.

(Piacenza 20 febbraio 2018)

Riceviamo e pubblichiamo la Lettera Aperta del "Manifesto per San Leonardo" con la quale si sollecita l'Amministrazione Comunale di Parma a procedere con azioni efficaci in materia di sicurezza.

Segue Lettera Aperta - 

Sono ormai trascorsi diversi mesi da quel 18 ottobre 2017 in cui abbiamo incontrato il Sindaco, l'Assessore Casa, il Delegato alla Sicurezza ed altri esponenti dell'Amministrazione.

Un primo incontro a cui, a nostro giudizio, avrebbero dovuto seguirne altri con i cittadini di S. Leonardo per meglio capire le strategie e le azioni che l'Amministrazione intendeva attuare per iniziare a dare "segnali" di impegno efficace al ns Quartiere e, pensiamo, anche a tutta la città.

Azioni che avrebbero avuto il significato di ridare fiducia ai cittadini ed il segnale che le istituzioni non hanno alzato le mani di fronte alla situazione di illegalità e degrado: azioni che avrebbero dovuto avere come riscontro oggettivo l'eliminazione dello spaccio "palese e indisturbato" dalle strade.

Ma siamo ancora qui a scrivere le stesse cose: l'installazione delle telecamere entro il 31/12/2017 come indicatoci nella trasmissione televisiva del 26/09/2017 non è avvenuta (solo quella nella rotatoria del nuovo supermercato è stata installata!!);

Gli interventi da noi richiesti in merito al degrado urbano, al sostegno al commercio sono ancora nel nulla.......

Nel bilancio ancora si promettono soldi per la sicurezza e le telecamere......:

Ma quanti anni dovremo ancora aspettare perché si faccia qualcosa di veramente serio e risolutivo da parte dell'istituzioni?

Quante riunioni del Comitato per la Sicurezza dovremo ancora aspettare prima che si ottenga qualcosa di visibile?

Appare una città strana la nostra, una Parma un po' Dottor Jekyll e un po' Mister Hyde.

PARMA CITTÀ CREATIVA UNESCO PER LA GASTRONOMIA in cui i nostri Amministratori ed Istituzioni sembra non riescano ad inventarsi nulla sulla Sicurezza

ma dove non si ferma la cementificazione (vedi Mall, nuovi supermercati, Aeroporto cargo.....)

PARMA CITTA' CAPITALE DELLA CULTURA 2020 dove però la cultura dell'illegalità sembra avere la meglio...

Una città dove in pochi mesi ci si coordina, si fa squadra e si diventa Città capitale della Cultura ma dove da oltre sei anni lo spaccio, il degrado e l'illegalità la fanno da padrona

Ben venga il milione di turisti previsti nel programma dell'Amministrazione, ma possiamo presentarci in questo modo, con le strade di accesso alla città piene di spacciatori? Con un degrado urbano importante e sempre più diffuso?

Possiamo presentarci come città capitale della cultura con bei monumenti e belle iniziative e lasciare invivibili le vie del centro e non solo?

Possiamo presentarci come una città che ascolta e apprezza la musica e la bellezza, ma non ascolta i cittadini e non fa squadra nelle occasioni difficili (sul silenzio delle Istituzioni si veda anche dichiarazione dell'esercente oggetto del più recente atto "vandalico"), forse, per attenuare il grado di drammaticità dei fatti....

Si, lo sappiamo, adesso ci risponderanno che non si può far nulla, ...che le leggi sono quelle, ...che abbiamo già scritto al Ministro, ....che sono i cittadini che devono essere propositivi ......

Ormai siamo abituati a questo tipo di risposte da parte dell'Amministrazione e alle mancate risposte del Prefetto (stiamo ancora aspettando dal 14/12/2016), ma il quartiere non si arrende e, nel suo piccolo, qualche risposta continua a darla con il quotidiano impegno dei singoli, delle associazioni, dei gruppi, delle parrocchie che sono attivi ed operosi nel creare attività, occasioni di incontro e relazioni.

Certo, non scendiamo più in strada come nel 2016, ma non sta a noi garantire LEGALITA' e SICUREZZA

Per concludere, siamo molto contenti che Parma sia stata proclamata CAPITALE DELLA CULTURA 2020 ma ci auguriamo che Parma possa diventare CITTA' SICURA 2018!!!

MANIFESTO PER SAN LEONARDO

Nel corso della nottata, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino nigeriano di 29 anni, con precedenti di Polizia, per il reato di furto aggravato ai danni del mercatino dell'Associazione Onlus "Porta Aperta" di via San Cataldo.

L'uomo, sorpreso da personale addetto alla sorveglianza e da un dipendente dell'Associazione mentre si trovava ancora all'interno della struttura, era riuscito ad entrarvi aprendosi un varco nella tettoia per poi impossessarsi di numerosi capi di abbigliamento in vendita presso il mercatino e danneggiare un distributore automatico, dal quale aveva asportato varie monetine occultandole all'interno di un calzino.

Accompagnato in Questura per ulteriori accertamenti, il nigeriano è stato trattenuto presso le celle di sicurezza, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.
La merce sottratta è stata restituita all'Associazione.

Modena 20 febbraio 2018 - 


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Il "Commissario Mascherpa" alle scuole Cavedoni di Sassuolo e Montanari di Mirandola
Ultima tappa per il "Commissario Mascherpa", che questa mattina ha incontrato gli studenti dell'istituto secondario di I grado "Cavedoni" di Sassuolo e la scuola primaria "Montanari" di Mirandola.

Il progetto/concorso della Polizia di Stato "PretenDiamo legalità, a scuola con il Commissario Mascherpa" ha avuto grande successo sul territorio modenese: numerose le scuole, anche della provincia, che hanno deciso di aderire all'iniziativa, favorendo la promozione della cultura della legalità nell'ambito delle attività didattiche.

Relatori il dott. Fabio Pecoraro e l'Ispettore Capo Andrea Campagnoli, che hanno invitato i giovani studenti a riflettere sul tema del rispetto delle regole, sulla necessità di essere responsabili e consapevoli delle proprie azioni e sul significato di coscienza civile. Bullismo, cyber-bullismo e pericoli del web altri temi trattati che hanno suscitato grande interesse tra l'uditorio.

Entro la metà di marzo, le scolaresche dovranno realizzare i propri elaborati che potranno concorrere anche a livello nazionale. Chi si aggiudicherà quest'anno il titolo di vincitore? Al momento non ci rimane che congedarci, augurando "buona fortuna" agli studenti modenesi. Che vinca il migliore!

Nell'ambito di un'ampia azione investigativa delle Fiamme Gialle piacentine, finalizzata al contrasto del lavoro nero e irregolare, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Castel San Giovanni hanno effettuato un intervento nei confronti di una società, operante nel settore della ristorazione, ubicata in Val Tidone.

Nel corso dell'attività ispettiva, oltre ai due soci, sono state identificate ulteriori sei persone intente al lavoro, cinque delle quali risultate completamente "in nero", poiché non vincolate da alcun tipo di rapporto contrattuale né da alcuna comunicazione preventiva al centro per l'impiego.

Conseguentemente, è stata avviata la procedura per l'irrogazione della maxi-sanzione, che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 9.000,00, per ogni lavoratore "in nero", ai sensi della normativa di settore, da ultimo modificata dal D.Lgs n.151/2015. Poiché i 5 lavoratori non riportati nelle scritture o altra documentazione obbligatoria, sono risultati superiori al 20% del totale degli occupati presenti sul luogo di lavoro il giorno dell'intervento, è stato interessato l'Ispettorato Nazionale del Lavoro competente all'emissione del provvedimento sospensivo dell'attività previsto dall'art.14 del D.Lgs n.81/2008.

All'esito del controllo l'imprenditore ispezionato ha avviato le procedure di regolarizzazione delle posizioni lavorative, provvedendo ad assumere tutti e cinque i dipendenti in precedenza irregolari.

L'attività ispettiva intrapresa si inquadra nei compiti di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza a tutela sia dei lavoratori, il cui impiego irregolare non garantisce alcun diritto lavorativo e previdenziale, sia degli altri esercenti del settore che operano correttamente sul mercato e che si trovano a confrontarsi con una concorrenza sleale.

Piacenza 20 febbraio 2018 

I filobus modello Trollino 12, prodotti dall'azienda polacca Solaris, sono dotati di batterie che consentono la marcia a propulsione elettrica anche senza fili, con un'autonomia di 12 kilometri. Seta ha opzionato anche ulteriori 4 filobus per un investimento complessivo di 8 milioni di euro, di cui 5,7 interamente a carico dell'azienda e 2,4 milioni con contributo della Regione Emilia-Romagna.

Modena, 20 febbraio 2018

Si è conclusa con l'aggiudicazione all'azienda polacca di autobus Solaris la gara congiunta organizzata dalle 4 aziende di gestione del trasporto pubblico locale della Regione Emilia-Romagna. Con questa procedura congiunta Seta ha acquistato 8 filobus modello Trollino 12, dalle caratteristiche tecniche innovative che sostituiranno i vecchi Socimi (risalenti agli anni Ottanta) ed integreranno il servizio urbano di Modena, in particolare delle linee 6 e 11. Seta ha inoltre esercitato l'opzione – prevista dal capitolato di gara – per l'acquisto di ulteriori 4 filobus, riservandosi di perfezionare l'acquisto in base alle condizioni offerte dal produttore.

L'investimento per l'acquisto degli 8 filobus ammonta a 5,5 milioni di euro ed è cofinanziato per 2,4 milioni dalla Regione Emilia-Romagna, utilizzando fondi europei POR-FESR per il miglioramento della qualità dell'aria. Con l'acquisto anche degli ulteriori 4 mezzi (non cofinanziati), l'investimento a carico del bilancio di Seta sarà di 5,7 milioni di euro complessivi.

I nuovi filobus disporranno di 73 posti complessivi di cui 24 seduti, più una postazione riservata a disabili e passeggeri a ridotta mobilità. Tra le principali innovazioni dei nuovi mezzi ha un ruolo di particolare rilievo la propulsione autonoma solo elettrica, senza motore ausiliario diesel ma utilizzando un gruppo di batterie in grado di assicurare la marcia autonoma per oltre 12 kilometri, senza collegamento alla linea filoviaria. Questa caratteristica consentirà di variare i percorsi dei filobus senza realizzare nuove costose linee, ovvero eliminare parti di rete, consentendo una flessibilità sino ad ora impossibile. Le batterie si ricaricano sia durante la sosta in deposito sia durante la marcia, quando il mezzo è collegato alla linea filoviaria. Si tratta di un modello lungo 12 metri, ampiamente collaudato ed in servizio in alcune città italiane ed europee, proposto per Modena in un nuovo allestimento. Alle innovative prestazioni tecniche si aggiungono migliori elementi di confort per i passeggeri e l'accessibilità facilitata per i disabili.

"E' un investimento necessario e impegnativo - sottolinea Vanni Bulgarelli, Presidente di Seta - che si inserisce nel Piano Industriale che prevede la modernizzazione della flotta e del servizio e che vedrà anche l'arrivo entro la primavera di 20 nuovi autobus a metano. Questi interventi rappresentano un decisivo contributo per il miglioramento qualitativo del servizio urbano nella città di Modena e della sua sostenibilità ambientale. Ho avuto modo di apprezzare questo modello un paio di anni fa a Cagliari e credo sia una buona scelta anche per la nostra città."

La consegna messa in esercizio dei nuovi filobus Solaris Trollino è prevista nei primi mesi del 2019. In attesa della messa in esercizio dei nuovi mezzi, le linee filoviarie cittadine continueranno ad essere servite dai filobus ora in servizio, eventualmente integrati dai bus a metano per garantire la sostenibilità ambientale anche in caso di mancata disponibilità dei mezzi elettrici.

Per Gian Carlo Muzzarelli, Sindaco di Modena: "Il rinnovamento della flotta dei mezzi pubblici è un elemento strategico per rendere sempre più attrattivo il servizio. L'arrivo dei nuovi filobus si inserisce nel progetto complessivo di ammodernamento e potenziamento del sistema cittadino di mobilità collettiva, nel quale rientrano gli interventi già previsti o in fase di avvio alla stazione ferroviaria ed alla stazione delle autocorriere che, in prospettiva, vedrà lo spostamento dall'attuale sede e l'interconnessione con il trasporto su ferro".

Nella foto un esemplare del filobus modello Solaris Trollino 12 in servizio sulla rete urbana di Cagliari.

La Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Regione Emilia Romagna con una recente pronuncia ha confermato la bontà dell'esito di una articolata e autonoma attività investigativa condotta dai finanzieri del Gruppo di Modena che hanno individuato un insegnante di ruolo, in servizio presso una scuola secondaria di secondo grado cittadina, il quale, anche durante i periodi di assenza dal lavoro per la fruizione di permessi ex lege n. 104/1992 e n. 151/2001 (assistenza alle persone affette da disabilità), esercitava l'attività di promotore finanziario per un Istituto di credito di rilievo nazionale, attività da considerarsi assolutamente incompatibile con lo status di pubblico dipendente.

La vicenda è emersa a seguito delle attività d'iniziativa avviate dalle Fiamme Gialle modenesi a riscontro del legittimo ricorso da parte di pubblici dipendenti alle forme di assenza che la normativa vigente riconosce in favore di coloro che devono assistere persone affette da disabilità, con l'obiettivo, per ragioni di equità sociale, di contrastare eventuali situazioni di abuso. E proprio nel corso di tali controlli è emersa la posizione di un insegnante che, nel periodo osservato, aveva maturato oltre due anni di assenza dalla scuola, giustificata dalla dichiarata necessità di assistere un congiunto bisognevole di assistenza, senza che ciò gli impedisse di esercitare, contestualmente, un "secondo lavoro", organizzato in forma d'impresa, in violazione delle norme sul pubblico impiego.

Quest'ultime, infatti, al fine di salvaguardare i doveri di diligenza e di fedeltà all'Amministrazione di appartenenza del pubblico dipendente, vietano tassativamente, allo stesso, l'esercizio, tra le altre, delle attività di natura commerciale, giudicate incompatibili con le funzioni svolte.

Le attività svolte dai finanzieri modenesi hanno, inoltre, consentito di far emergere che, alla luce degli ottimi risultati di "vendita" dei prodotti finanziari procacciati, l'insegnante era stato gratificato dall'istituto di credito anche con un viaggio premio in Medio Oriente, durante il quale, tra l'altro, si assentava dalla scuola pubblica a seguito di un permesso retribuito, appositamente chiesto ed ottenuto per prestare assistenza al congiunto bisognevole, che però di fatto non è stata effettuata.

Con riguardo alle provvigioni ultramilionarie maturate dall'insegnante nel decennio investigato quale corrispettivo per l'(incompatibile e non autorizzata) attività di promotore finanziario esercitata, ancorché regolarmente assoggettate a tassazione, i militari del Gruppo di Modena, in collaborazione e per il tramite del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza di Roma, hanno provveduto ad inoltrare apposita segnalazione al Dipartimento della Funzione Pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il recupero delle citate somme.

L'azione dei finanzieri di Modena testimonia concretamente come la Guardia di Finanza nell'ambito delle tipiche ed esclusive funzioni di polizia economico-finanziaria garantisca costantemente una saldo presidio a tutela dei principi costituzionali di trasparenza e legalità che devono informare la condotta dei pubblici dipendenti, con l'obiettivo di evitare che gli stessi esercitino attività extra-istituzionali che la normativa di riferimento vieta in quanto considerate incompatibili con lo status di pubblico dipendente anche perché potenzialmente generatrici di situazioni di conflitto d'interessi.

Nel primo pomeriggio di sabato personale della Squadra Volante è intervenuto a seguito di segnalazione di un'avvenuta aggressione in via Francesco CRISPI quando un nigeriano ha chiesto soccorso su linea 112NUE perché minacciato da cinque connazionali, uno dei quali armato di cacciavite.

L'immediato intervento di personale della Squadra Volante e di personale Polfer ha consentito di bloccare tre dei cinque soggetti responsabili dell'aggressione in danno di un nigeriano di 27 anni in regola con le norme sul soggiorno. Uno dei tre fermati è risultato non in regola con le norme sul soggiorno e sono stati avviati gli accertamenti amministrativi del caso da parte dell'Ufficio Immigrazione. I tre fermati hanno 23,24 e 25 anni, sequestrato anche il cacciavite utilizzato per la minaccia. In corso gli accertamenti sul movente.

Sempre nella giornata di ieri la Squadra Volanti ha indagato a piede libero altri due cittadini stranieri, un nigeriano e un albanese, in quanto non in regola con le norme sul soggiorno rintracciati nel corso degli ordinari servizi di pattugliamento sul territorio cittadino.

Anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza e ancora una volta il Centro Antiviolenza si fa portavoce di questa iniziativa sul territorio di Parma. Da anni, ormai, intorno al 14 febbraio si balla per porre fine allo stupro e alla violenza sessuale contro le donne e per riportare al centro del dibattito pubblico i diritti delle donne e la parità di genere.

Quest'anno l'appuntamento è stato per il 17 febbraio alle ore 16:30 in Piazza Garibaldi.

One Billion Rising è un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarietà. Ed è proprio questo il messaggio di OneBillion Rising 2018: sottolineare l'importanza della solidarietà come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.

(Foto e galleria immagini di Francesca Bocchia)

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L'operazione congiunta OLAF e Guardia di Finanza di Chiavari - dipendente dal I Gruppo Genova - ha disvelato un intricato sistema di frodi, attraverso il quale sono stati sottratti oltre 1,4 milioni di euro di fondi dell'Unione europea.

Genova 16 febbraio 2018 - L'attività d'indagine - a carattere internazionale e che ha visto coinvolto società stabilite in Italia, Francia, Romania e Regno Unito - ha consentito di ricostruire il complesso meccanismo fraudolento anche grazie a una stretta cooperazione internazionale, assicurata tra il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e l'Ufficio Europeo Anti-Frode (OLAF) della Commissione Europea, che aveva avviato un'indagine su presunte irregolarità in un progetto di ricerca e innovazione, finanziato con fondi dell'UE e gestito da un consorzio europeo.

Dalle investigazioni eseguite dalle Fiamme Gialle liguri e dagli investigatori OLAF è emerso che il gruppo di società interessato, guidato da una coppia di coniugi italiani, con partner in Francia, Romania a Regno Unito, avrebbe dovuto realizzare due prototipi di hovercraft, da utilizzare come veicoli nautici di emergenza in caso di incidenti ambientali.

A seguito di un controllo sul posto, eseguito in Italia dall'OLAF unitamente ai militari della Guardia di Finanza di Chiavari, non sono stati rinvenuti hovercraft perfettamente funzionanti, ma soltanto parti di uno scafo in vetroresina, un motore e vari componenti disassemblati.

Nel corso delle indagini è emerso che, per ottenere i finanziamenti, i due coniugi avevano falsamente attestato la sussistenza dei requisiti richiesti per l'esecuzione del progetto, a fronte di quella che in realtà era un'oggettiva inadeguatezza strutturale ed economica delle società a loro riconducibili.
Ulteriori attività, condotte nel Regno Unito dall'OLAF, hanno rivelato che il partner britannico esisteva solo sulla carta: la società era stata infatti costituita e gestita dalla stessa coppia di coniugi italiani che ha agito come leader del consorzio. Una volta ottenuti i fondi UE, i beneficiari italiani hanno utilizzato altre società, gestite da "prestanome" e sempre a loro riconducibili, per sottrarre le somme.

Per simulare l'effettivo sviluppo del progetto e distrarre i fondi, erano stati contabilizzati costi fittizi, attraverso l'indicazione nei bilanci delle società riconducibili alla coppia italiana, di falsi acquisti di carburante e rimborsi nei confronti dei soci. In pratica, gli imprenditori italiani utilizzavano degli artifizi contabili, creando documentalmente dei "falsi" debiti da parte delle società nei loro confronti, che poi venivano ricompensanti con prelevamenti "reali" di contanti.

L'analisi della documentazione bancaria eseguita dai finanzieri, attraverso l'esame di oltre 12.000 transazioni finanziarie e pagamenti effettuati nel progetto, ha confermato che parte dei fondi UE, ricevuti dai partner italiani e britannici del consorzio, era stata utilizzata per estinguere un'ipoteca accesa su un castello, oggi oggetto di sequestro da parte della Procura di Genova.

II castello apparteneva ufficialmente ad un'altra società britannica, originariamente costituita dalla stessa coppia italiana, le cui quote venivano, poi, cedute a una società statunitense, costituita nel Delaware.

In tale contesto, l'OLAF accertava che anche quest'ultima società statunitense era sempre riconducibile agli stessi coniugi italiani. Sulla base delle informazioni direttamente acquisite e di quelle fornite dall'OLAF, la Guardia di Finanza ha sottoposto a verifica fiscale le varie società riconducibili ai due coniugi-imprenditori.
Tra queste, anche una società di diritto inglese, che era stata fittiziamente localizzata all'estero per beneficiare di un regime fiscale più
vantaggioso di quello nazionale.

Le attività ispettive hanno consentito di constatare complessivamente quasi 2 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione.

Gli indagati, che rischiano fino a trent'anni di reclusione, dovranno rispondere di malversazione e truffa ai danni dell'UE, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e dichiarazione fraudolenta.

Nei prossimi giorni la Guardia di Finanza invierà una segnalazione alla Corte dei Conti, al fine di quantificare il valore del danno erariale.

(In allegato le slide della conferenza stampa)

 

 

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