Giovedì, 03 Marzo 2016 13:32

Due italiani come scudi umani in Libia: forse tecnici della Bonatti In evidenza

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Passano le ore e si fa strada l'ipotesi che i due italiani uccisi in Libia possano essere due dei 4 tecnici della azienda parmigiana Bonatti, sequestrati lo scorso luglio. La notizia arriva dalla Farnesina ma non c'è ancora certezza, in assenza dei corpi.

Parma, 3 marzo 2016

Non c'è ancora certezza, in assenza dei corpi, ma solo supposizioni, basate su testimonianze.
A comunicarlo è stata questa mattina la Farnesina, dopo un esame di alcune immagini di vittime di una sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, "apparentemente riconducibili a occidentali".
Potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni 'Bonatti', e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Ma "in assenza della disponibilita' dei corpi", sono in corso verifiche.
Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell' Eni.
L' intelligence italiana aveva accreditato quasi subito l' ipotesi che gli italiani fossero stati sequestrati da una delle tante milizie della galassia criminale che imperversa nel Paese. Un sequestro a scopo di estorsione, dunque, opera di criminali "comuni".
La preoccupazione, quindi, e' stata sin da subito di scongiurare che venissero ceduti, in ' blocco' o, peggio ancora, singolarmente, ad uno o piu' gruppi legati all' Isis, ormai infiltrato in diverse aree della Libia e molto interessato a gestire i sequestri, anche per i notevoli risvolti mediatici.
Secondo una delle ipotesi accreditate nei mesi scorsi da fonti militari libiche, i quattro italiani sarebbero finiti "nelle mani di gruppi vicini ai miliziani di Fajr Libya", la fazione islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello di Tobruk, l' unico riconosciuto a livello internazionale. Secondo questa ricostruzione, i miliziani avrebbero proposto uno scambio: i nostri connazionali con sette libici detenuti in Italia e accusati di traffico di migranti.
Ma non c'é mai stata alcuna conferma e per mesi non ci sono state notizie.
Secondo un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due italiani uccisi sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti dell' Isis, negli scontri con le milizie di ieri a sud della citta', nei pressi di Surman.
La Bonatti di Parma, invece, per ora tace, limitandosi a un ''non siamo autorizzati a rilasciare alcun commento''.
L' azienda attende di avere maggiori riscontri prima di esprimersi.
Anche per i referenti degli italiani scomparsi c'è ancora poco da dire. "Ho sentito in mattina la moglie di Salvatore Failla: e' una donna disperata che chiede che il suo dolore venga rispettato. Non c' e' ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani morti, per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia", ha detto l' avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia
Failla.

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