Martedì, 21 Luglio 2015 11:34

Italiani rapiti in Libia: Freedom for Gino, Filippo, Salvo e Fausto In evidenza

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Striscione apparso nel compound di Wafa, secondo centro in Libia della ditta di Parma Bonatti, tratto dal profilo Fb di Manuel Bianchi. Striscione apparso nel compound di Wafa, secondo centro in Libia della ditta di Parma Bonatti, tratto dal profilo Fb di Manuel Bianchi.

I quattro tecnici, dipendenti della Bonatti di Parma, sarebbero stati prelevati domenica sera mentre stavano rientrando dalla Tunisia. -

Parma, 21 luglio 2015 -

Ore di tensione e speranza per gli italiani rapiti vicino Tripoli. La Farnesina si è subito attivata, per i quattro tecnici della Bonatti, società di costruzioni e manutenzione di impianti energetici con sede a Parma. I quattro sarebbero stati rapiti domenica sera mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli.

Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla sono i nomi dei quattro italiani. Il primo residente in provincia di La Spezia, il secondo in provincia di Cagliari e gli ultimi due in Sicilia in provincia di Enna e Siracusa.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che è difficile fare ipotesi sugli autori del rapimento, precisando che l'Unità di crisi della Farnesina sta lavorando con urgenza e con l'intelligence."

La vicinanza di un ex collega di Parma su Facebook

"Quello che è successo in Libia oggi poteva benissimo accadere a me fino ad un anno fa. Ci si reca in quei posti solo per lavorare e non per divertirsi; per farvi arrivare il gas con il quale vi riscaldate in inverno, con il quale vi raffreddate in estate (ebbene si) e con il quale vi fate da mangiare tutto l'anno. Per cui questa volta non ammetto "se la sono cercata", ma solo #Solidarietà" - si legge nel profilo Facebook di un ex collega dei 4, Manuel Bianchi.

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