Giovedì, 09 Gennaio 2025 14:27

Esordio discografico per Maurizio Costanzo: atmosfere intime tra vita vissuta e immaginata In evidenza

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Un disco (pubblicato dall’etichetta Parametri Musicali) realizzato interamente a Bologna: scrittura, arrangiamenti, registrazione.

Nato dall’incontro del cantautore bolognese con Roberto Costa, figura di riferimento della musica leggera italiana, arrangiatore e collaboratore storico di Lucio Dalla, Ron, Luca Carboni, Mina, Gianni Morandi. Un incontro casuale e subito proficuo, che ha portato, dopo molti mesi di lavorazione in studio, alla pubblicazione del primo disco di Maurizio Costanzo: “La faccia delle persone”, disponibile in formato fisico, in digital download e su tutte le piattaforme streaming.

Già il titolo, “La faccia delle persone”, è una chiara indicazione sul pensiero di fondo che sta alla base del disco. Sulla copertina, infatti, Costanzo appare travestito da impiegato, turista, prete, teppista, clochard, marinaio e donna. Immagini che parlano al pubblico ancor prima delle parole, simbolo visivo delle molteplici identità che ciascuno di noi interpreta nel quotidiano.

Non si tratta di un album concettuale, è solo una raccolta di brani in cui s’intersecano storie che sono una sintesi del suo percorso autobiografico: sentimenti, famiglia, incontri, esperienze di vita, malattia di Parkinson, giungendo a una riflessione sulle eterogenee e complesse personalità che ognuno di noi si porta dentro. “L’idea è quella di fotografare - spiega il cantautore - i tanti momenti vissuti, le esperienze e gli incontri come se fossero frutto delle diverse individualità che abbiamo dentro. Le facce delle persone sono in realtà la proiezione dei nostri differenti comportamenti e atteggiamenti che indossiamo nelle più disparate situazioni”.  

Nato in Calabria e trasferitosi a Bologna per gli studi universitari, Maurizio Costanzo coltiva la passione per la musica nell’ambiente familiare. Le otto tracce - frutto delle sue esperienze lavorative (giornalista, editore, musicista classico, docente di oboe in conservatorio) - si inseriscono nel filone della musica cantautorale italiana e in tutte si presta attenzione al dettaglio sociale e alle risorse immaginative che la lingua quotidiana mette disposizione.

Soluzioni armoniche insite nel solco cantautorale italiano, accordi di pianoforte che fanno un insolito ménage con riff di chitarre elettriche e acustiche, sonorità calde e malinconiche danno vita a canzoni intime e riflessive. «È molto importante il ruolo della musica: mantiene aperto il dialogo con e tra le nuove generazioni, soprattutto quando la politica va purtroppo in altre direzioni. Da ragazzino ascoltavo e suonavo solo musica classica. Poi durante il periodo universitario a Bologna frequentavo gli studi di registrazione di Lucio Dalla e cominciai pian piano a scrivere canzoni».

“Tutto quello che rimane”, prima traccia del disco, si sofferma sulla volontà e capacità di comunicare e metterci in relazione tra noi, ma spesso rimaniamo in un equilibrio instabile, e tutto quello che rimane da mostrare agli altri sono solo le nostre facce.

Il testo “Biancaneve” ci immerge nelle problematiche che una donna affronta nell’arco della sua esistenza. «Biancaneve è la più conosciuta tra le fiabe popolari europee. La variante attuale è quella dei fratelli Grimm e diffusa in tutto il mondo dai cartoni animati di Walt Disney. Leggendola da bambino rimasi molto colpito dal messaggio edificate: nonostante le avversità, le contraddizioni e gli ostacoli, la vita positiva è alla portata di tutti».

“L’ultimo giorno” è una canzone pervasa da un grande ottimismo. Nel testo si evidenzia la necessità di percepire il mondo circostante in perfetta corrispondenza con il proprio stato d’animo: “Scivolare lentamente nelle strade laterali che circondano la mente / vivere dentro un sogno / pensare come se fosse l’ultimo giorno”, recita il testo. «L’ottimismo - precisa l’artista - è frutto di una scelta. È un vestito da indossare per proteggersi dalla realtà. Ho bisogno di credere che la vita in futuro sia migliore di quella attuale, mi serve per alimentare la creatività con qualcosa di positivo. Tutti quotidianamente pensiamo a come cambiare e dove trovare la lucidità per superare le difficoltà. Ebbene sì: se riuscissimo a essere felici ogni singolo giorno, sarebbe tutto molto più facile».

“Aspettando amore ”, l’ultimo brano del disco, è quello più malinconico. Racconta come è facile arrivare al punto di perdere l’equilibrio interiore se nella nostra esistenza manca l’amore. «Cerchiamo sempre regole e vincoli affettivi per dare continuità e serenità al flusso dei nostri giorni. Come dico nel testo, tutti - prima o poi - siamo in attesa di un amore che arrivi: una casalinga, un bambino sui banchi di scuola, una nonna alle prese con i ricordi che si sbiadiscono o un prete sull’altare. Nessuno sfugge a questo rituale. E per amore non intendo necessariamente quello tra uomo e donna, ma di qualsiasi tipo, anche platonico».

Tra le tracce più significative c’è il singolo "Mia madre ha il Parkinson", da un mese in rotazione radiofonica. Una canzone dal forte valore autobiografico, nata dall’esperienza personale dell’artista. Con delicatezza e sincerità, il brano affronta il tema della malattia degenerativa e il bisogno di aiuto e sostegno quotidiano che ne deriva.

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Link audio musicali:

https://www.youtube.com/watch?v=FDiMs0BrO2Q

https://www.youtube.com/watch?v=oM407UGP1wI

https://www.youtube.com/watch?v=pnpIfE4sA5I

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