L'economia reggiana sta decisamente giocando la carta dell'innovazione per riprendere la via della crescita, e lo fa con un'intensità che non ha uguali in Emilia-Romagna -
Reggio Emilia, 4 febbraio 2015 -
I dati del 4° Rapporto Innovazione presentato dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia evidenziano, che nell'ultimo triennio due imprese su tre hanno investito in innovazione di processo e di prodotto, e solo il 30,6% ha dichiarato di non aver introdotto alcuna innovazione, mentre la media regionale si colloca al 39%.
Il Rapporto, oltre che dalle 219 interviste dirette alle imprese reggiane, trae i dati da diverse fonti, fra le quali soprattutto dall'Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna, strumento progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, studiandone i punti di forza, le aree di miglioramento e altresì le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio.
"Insieme all'importanza di un dato generale che vede la nostra provincia ai vertici della graduatoria regionale per capacità di innovazione – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – gli aspetti più interessanti sono legati alle linee di investimento scelte dalle aziende reggiane, che vedono in buon equilibrio quelli finalizzati all'incremento della produzione e quelli che generano innovazioni radicali di prodotto, con cambiamenti che incidono profondamente nelle caratteristiche del tessuto produttivo e vanno a cogliere nuove opportunità di mercato".
"Emblematico, in tal senso – prosegue Landi – è il fatto che i maggiori tassi di innovazione connotano le imprese rivolte ai mercati internazionali, mettendo insieme due fattori – internazionalizzazione e innovazione – sui quali si sono concentrati crescenti volumi di risorse da parte della Camera di Commercio a beneficio del nostro sistema imprenditoriale".
Quanto l'innovazione incida sullo sviluppo delle imprese è attestato dal dato riguardante la crescita del fatturato registrato all'interno delle imprese intervistate: nel periodo 2010-2013, l'11,1% delle società che hanno innovato ha registrato incrementi di fatturato, mentre la crescita riguarda solo il 4,1% delle imprese non innovative".
Fra le imprese che hanno innovato nell'ultimo triennio, il 24,2% ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale ed una percentuale pari al 20,1% ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo incrementale. Ha realizzato innovazione radicale di prodotto (l'innovazione ritenuta più pregiata) ben l'11,4% delle imprese del campione di Reggio Emilia contro il 9,7% di quelle del campione emiliano-romagnolo, mentre l'innovazione radicale di processo ha interessato una quota più ridotta di casi, anche se pur sempre superiore alla media regionale: il 5,9% a Reggio Emilia contro il 5,5% regionale.
Una quota più elevata di imprese innovative appartiene ai settori della meccanica, della ceramica, del chimico/farmaceutico e della gomma-plastica. Le differenze non riguardano soltanto il settore produttivo bensì la dimensione di impresa, con le imprese più grandi che si dimostrano maggiormente in grado di innovare.
Una relazione strettissima – come si diceva - emerge poi tra capacità d'innovazione delle imprese e apertura al mercato internazionale.
Fra le imprese con mercati di sbocco collocati esclusivamente a livello locale, infatti, non ha innovato il 43% delle imprese del campione, mentre fra quelle con un maggior grado di apertura a paesi esteri, tale percentuale scende fino al 7,3%.
E' cresciuta rispetto al passato, raggiungendo il 16,3%, la percentuale di imprese reggiane che ha deciso di investire acquistando nuovi macchinari e attrezzature (quasi 6 milioni di euro investiti dal campione di imprese). Al secondo posto, in linea con il dato regionale, salgono gli investimenti per lo sviluppo/design di nuovi prodotti all'interno dell'azienda - 23 milioni di euro investiti in generale per attività in grado di sviluppare il know how interno aziendale a Reggio Emilia - seguiti dagli acquisti dell'area informatica (oltre 1 milione di euro di effettivo investimento).
Oltre un terzo (37,1%) delle imprese del campione provinciale ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento (32% medio regionale). Si tratta di benefici che riguarderebbero in primis l'eco-sostenibilità ed in seconda battuta le ricadute socio-occupazionali.
Il focus sui temi dello sviluppo sostenibile e della green economy, evidenzia che oltre un quarto (25,7%) delle imprese reggiane si è già convertito alla green economy (dato in netta crescita rispetto al 13,3% della precedente rilevazione) e superiore a quello medio dell'Emilia-Romagna (19,8%). Reggio Emilia si posiziona seconda fra le nove province della regione preceduta solo da Forlì-Cesena (27,8%). La conversione al green ha riguardato innanzitutto il tema dell'energia (impianti fotovoltaici, fonti rinnovabili, macchinari a minore consumo, maggiore efficienza energetica, ecc.).
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)