Domenica, 06 Maggio 2018 14:43

Gli italiani non esistono?

Il Governo non si riesce a fare, salvo l'ipotesi di un "Governo del Presidente che raccolga il consenso "trasversale" dei neo eletti (per ragioni di opportunismo personale). Intanto però ogni occasione è buona per trarne sterili discussioni politiche, condite magari con infiltrazioni di complottismo internazionale.

di Lamberto Colla Parma 6 maggio 2018 -

Ormai frantumata l'ipotesi di un Governo M5S-PD in attesa di conoscere quale soluzione estrarrà dal cappello a cilindro il Presidente Sergio Mattarella, a stuzzicare la fantasia degli italiani, e al tempo stesso a preoccuparli, sono due notizie che stanno circolando in queste ultime ore.

Due notizie che, in qualche misura, sono tra esse correlate e riguardano il drastico calo demografico, che nel 2045 conterà 6 milioni di italiani in meno, e la "scoperta" sensazionale, rilanciata dal Corriere della Sera, che gli italiani non esistono.

Il risultato al quale sono giunti i ricercatori del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna, mette in luce che le diversità sono molto più marcate da EST a OVEST piuttosto che da NORD a SUD, ad esclusione della Sardegna che ha una sua specifica identità genetica.
Un lavoro che peraltro non è così sconvolgente come qualcuno ha tentato di fare apparire anche perché, già nel 2014 venne pubblicato (riportato anche da AffariItaliani.it e Eunews.it ), dopo 7 anni di ricerca, uno studio coordinato dalla Sapienza di Roma che rivelava la ricchezza della biodiversità umana nel Belpaese: "c'è maggiore distanza genetica tra i Sardi o le popolazioni Alpine e i loro gruppi vicini che tra Portoghesi e Ungheresi".

Quello che sembrava informazione, più di costume, che scientifica è diventata, secondo la lettura che ne fa il professor Paolo Becchi (ideologo della prima ora del M5S), una informazione politica - d'impronta complottista - intenta a minare la riaccesa forza identitaria della nostra cara nazione.

Il filosofo ligure, su lospecialegiornale.it,, ha infatti così tuonato: "Io sono davvero senza parole. Ma come si fa? Nel momento in cui in Italia si sta creando un polo sovranista che potrebbe andare al governo con lo slogan 'prima gli italiani', ecco che spuntano scienziati e biologi a dirci che gli italiani non esistono". Il professor Becchi quindi ha chiosato che "un'ottica globalista più rivolta a favorire la disgregazione dei popoli dal loro tessuto storico, culturale e sociale, in favore di quella mescolanza di culture tipica dell'ideologia mondialista".

In conclusione, siamo quasi al ridicolo. Una notizia di costume, che di fatto non è nemmeno una novità. è riuscita a scatenare una discussione politica di valenza addirittura "mondiale".

Nel mentre l'Italia resta ultima, a onor del vero è seguita solo dalla Grecia, su tutti gli indicatori economici e sociali all'interno della UE, le altre potenze economiche europee Francia, Germania e Regno Unito, fanno il bello e cattivo tempo all'interno e all'esterno della UE, mentre la Spagna, a parte "qualche problemino indipendentista", sta lavorando alacremente e in rigoroso silenzio, riportando successi su successi dal punto di vista economico (PIL al 3,1 nel terzo trimestre 2017 e al +2,8% quello stimato dal FMI per il 2018).

Pur partendo da una posizione ben peggiore della nostra, la Spagna, nei 5 anni scorsi, è riuscita a:
- abbattere il debito pubblico (il rapporto è sceso da 165 a 114%);
- sistemare (almeno in buona misura) i crediti deteriorati delle banche;
- abbattere la disoccupazione (dal 50 al 20%);
- a innalzare il PIL (superiore al 3% negli ultimi 4-5anni);
- ridurre la spesa pubblica.

E noi, invece, qui a farci delle s...e mentali.

Forse dipende dal fatto che di questa crisi non abbiamo capito un bel nulla?

(per restare sempre informati sugli editoriali)

A Parma iniziato il tour delle regioni e la campagna di adesione e di iscrizione al partito. Pizzarotti e Pascucci: "Inizia oggi un nuovo progetto politico, cittadini e sindaci per la prima volta insieme"

5 maggio 2018 - Oltre duecento persone, tra cittadini e sindaci civici, si sono presentati alla convention emiliana di Italia in Comune, quest'oggi a Parma presso lo Starhotels Du Parc. L'appuntamento parmigiano è la prima tappa di un tour regionale che proseguirà il prossimo 20 maggio nel Lazio, a Roma, per poi toccare tutte le regioni italiane, dalla Val d'Aosta alla Sicilia, e culminerà nell'assemblea nazionale degli iscritti prevista per il prossimo autunno. L'obiettivo dichiarato dai vertici è di dare avvio a una consistente campagna di adesione e di iscrizione in vista del congresso e delle prossime scadenze elettorali, che nel 2019 vedranno andare a elezione importanti territori come l'Emilia Romagna, il Piemonte e la Sardegna.

"Unire in un'idea di governo tutti i sindaci civici e i cittadini che si riconoscono nella nostra Carta dei Valori - fanno sapere Pascucci e Pizzarotti durante la convention -, siamo una forza giovane ma con esperienza di governo, che ha al suo cuore migliorare la qualità di vita degli italiani"

Oltre al presidente Pizzarotti e al coordinatore nazionale Pascucci, sono intervenuti alla convention di Parma Marco Fabbri (sindaco di Comacchio), Fabrizio Toselli (sindaco di Cento) e Maurizio Mazzanti (sindaco di Budrio).

Il commento di Pizzarotti. Pizzarotti, ripercorrendo le tappe fondamentali della nascita di Italia in Comune, ha così commentato la giornata: "Inizia da Parma un nuovo cammino po-litico. Lo hanno definito il partito dei sindaci, ma in realtà è un partito plurale, una casa aperta a tutti. Nasce dai sindaci perché abbiamo sentito l'esigenza di dare competenza ed esperienza alla politica. I sindaci sono i primi cittadini radicati nel territorio e che conosco-no nel profondo le esigenze degli italiani: spesso eleggiamo parlamentari che I territori e i problemi nemmeno li conoscono. Siamo, infine, lontani da tutto ciò che è populista.

Il commento di Pascucci. Siamo qui perché cerchiamo una rappresentanza. Perché non esiste una forza politica nazionale che porti avanti le nostre idee. Perché le idee in effetti sembra che tra i politici non vadano più di moda. E noi, invece, non ci vogliamo rassegna-re. Per questo gli amministratori locali sono il futuro della nostra nazione. Sia chiaro: non ce lo ha ordinato il dottore. Ci siamo candidati chiedendo il voto alle persone. E sono tuttora convinto che fare il sindaco sia il mestiere più bello del mondo. Però è dura e lo Stato negli ultimi 15 anni ci ha abbandonato. A noi non importa niente delle lotte di potere dentro al Partito Democratico; l'unica cosa di cui li sentiamo parlare sulla stampa in questi giorni. Noi vorremmo che parlassero di come risolvere i problemi strutturali del nostro paese, quelli di cui i cittadini ci parlano ogni giorno. Come Sindaco ricevo ogni giorno molte per-sone, la maggior parte di esse vengono da me per parlare di problemi di lavoro. Non glie-ne frega nulla se il premier sarà Salvini o Di Maio, non sono interessati alle beghe di parti-to o agli accordi di palazzo. Abbiamo il dovere di proporre a questi cittadini un progetto serio che spieghi come risollevare il nostro paese dalla disoccupazione, che permetta ai gio-vani di avere delle prospettive e di poter costruire un futuro e una famiglia, agli adulti di non perdere il proprio lavoro a 50 anni senza essere reinseriti nel mercato del lavoro e ai meno giovani una vita dignitosa.

Siamo a Parma. Terra di rivoluzione. Di quella rivoluzione gentile avviata dal sindaco Federico Pizzarotti, nostro Presidente. Un uomo coraggioso e competente. Due qualità che mancano alla maggior parte dei nostri aspiranti leader nazionali. Parma ha dato i natali al grande Guido Picelli, antifascista e guerriero per le libertà dei popoli. Picelli ha detto che "la storia non si ferma, essa si compie malgrado tutto, ciò che deve cadere cada, ciò che deve nascere nasca; sbarrate il corso di un fiume e avrete l'inondazione, sbarrate l'avvenire e avrete la rivoluzione". Ecco per questo siamo qui oggi. E nei prossimi mesi porteremo questo messaggio in tutta Italia con il tour di Italia in Comune.

(Fotografie di Francesca Bocchia)

ITALIA_IN_COMUNE_PARMA_5_MAGGIO_2018_068-1_1.jpgITALIA_IN_COMUNE_PARMA_5_MAGGIO_2018_091-1_1.jpgITALIA_IN_COMUNE_PARMA_5_MAGGIO_2018_095-1_1.jpgITALIA_IN_COMUNE_PARMA_5_MAGGIO_2018_096-1_1.jpg

 

 

 

Martedì, 01 Maggio 2018 08:34

Alla conquista del primo maggio!

Proclamata l'astensione dal lavoro nelle giornate festive del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Quasi 5 milioni di italiani saranno al lavoro e chi vorrà festeggiare dovrà scendere in piazza.

di Lamberto Colla 1° maggio 2018 - Sarebbe stato impensabile, sino a a 20 anni fa, solo pensare di fare acquisti il Primo di Maggio o il 25 di aprile. Inimmaginabile l'ipotesi di trovare negozi aperti a Natale, Pasqua o altre feste religiose, Domeniche comprese.

Era invece consuetudine organizzare per tempo la dispensa alimentare per fare fronte al fine settimana o ai più o meno lungi ponti festivi. E quest'ultimo del 25 aprile - 1° maggio 2018 è un super ponte, di quelli che avrebbe imposto il riempimento del baule dell'automobile e anche i sedili posteriori.

Pic-nic in ogni dove, gitarelle fuori porta in bici con tutta la famiglia o la prima uscita al mare erano le mete di quasi tutte le famiglie, in queste feste di metà primavera.

Al lavoro restava prevalentemente chi si occupava dei servizi di sicurezza e di emergenza; le Forze dell'ordine, i vigili del Fuoco, le Farmacie di Turno, i Medici e gli Infermieri e solo in parte gli addetti al settore turistico (il periodo coincideva con la chiusura della stagione invernale e i primi preparativi per la stagione estiva costiera) mentre tutto il resto dei lavoratori si godeva le lunghe giornate primaverili all'aperto con la famiglia e gli amici.

Con l'avvento dei "Centri Commerciali", ma in modo ancor più marcato con il proliferare - come funghi - degli "Outlet", ecco che la domenica e le varie festività diventano occasione di business e invece del sano pic-nic la famiglia "moderna" preferisce il "Regno delle Griffe" e dell'effimero.

Così, il numero di lavoratori obbligati a turnare si è moltiplicato.

Secondo uno studio della CGIA di Mestre sia nel giorno della Liberazione che nella Festa del Lavoro quasi 5 milioni di italiani (1 su cinque) non si staccheranno dagli impegni lavorativi.

Si stima che a restare occupati siano soprattutto coloro che lavorano in alberghi, ristoranti o affini: i 688.300 lavoratori dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dipendenti dello stesso settore, per il 68,3 per cento dice la Cgia. Seguono il commercio (579.000 occupati pari al 29,6 per cento del totale), la Pubblica amministrazione (329.100 dipendenti pari al 25,9 per cento del totale), la sanità (686.300 pari al 23 per cento del totale) e i trasporti (215.600 pari al 22,7 per cento).

E così si è giunti al paradosso di scioperare.
FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTuCS-UIL regionali dichiarano l'astensione dal lavoro per le giornate del 25 aprile 2018 Anniversario della Liberazione, 1° maggio 2018 Festa dei Lavoratori, 2 giugno 2018 Proclamazione della Repubblica e INVITANO i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all'interno dei centri commerciali AD ADERIRE ASTENENDOSI DAL LAVORO NELLE FESTIVITA'!

Buon 1° Maggio

primo_maggio_2017_-_corteo_1.jpg

 

 

FRONERI-CORTEO.jpg

 

 

 

Domenica, 29 Aprile 2018 08:03

Il Totogoverno.

Dopo la prossima scissione PD, che potrebbe consumarsi mercoledi 2 maggio, non resterà che fare un contratto di Governo tra Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto. Di Maio sarà finalmente Premier e Mattarella darà un Governo all'Europa ma non agli italiani.

di Lamberto Colla Parma 29 aprile 2018 -

Ormai sono trascorsi due mesi dalle elezioni del 4 marzo ma di un Governo, che possa soddisfare le aspettative del popolo italiano, non c'è manco l'ombra.
I due esploratori, mandati in campo dal Presidente Mattarella, dopo che la trattativa privata tra Di Maio e Salvini non aveva prodotto nulla se non dei paletti irremovibili da una o dall'altra parte, non sembra abbiano portato a nulla.

Certamente non hanno avuto alcun esito positivo i colloqui condotti da Maria Elisabetta Alberti Casellati che, almeno a livello teorico, avrebbe dovuto intercettare i punti di comunione sui quali far convergere le aspettative M5S e Coalizione di Centro Destra.

Non più efficace, nonostante le ottimistiche dichiarazioni ufficiali, sembra essere stato il risultato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico.
Rappresentante della quota di sinistra del movimento, Fico è anche il testimonial dell'ala più rigida e intransigente del Movimento di Grillo e Casaleggio.
Il suo tentativo, c'è da scommetterci, è stato di cercare una convergenza operativa tra M5S e PD, gli stessi che avevano fortemente contestato anche a male parole, sulla rete e nelle dichiarazioni ufficiali sino a poche ore prima.

Invece, con la scusa del "Contratto di Governo" tutti quanti avrebbero dovuto turarsi il naso, incoronare Luigi Di Maio premier e costituire un Governo M5S e PD. E qualcuno all'interno del PD sarebbe pure contento.

"Il dialogo è stato avviato" - ha commentato Fico al termine del colloquio con Mattarella, "Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo". Ed ora occorre attendere i risultati della direzione del PD, convocato per mercoledi 2 maggio, che vedrà scontrarsi la stragrande maggioranza renziana, contraria a un accordo con M5S, e i residuali scissionisti che caldeggiano una continuità governativa anche al fianco dei "grillini" antiberlusconiani.

Si prospetta quindi una nuova e definitiva epurazione del PD che, grazie a queste consultazioni, potrebbe restare totalmente in mano a Renzi e ai suoi discepoli, completando definitivamente la "rottamazione" della sinistra più tradizionale, ancora albergata all'interno del partito di derivazione Ulivista di Romano Prodi.

A questo punto non resterà che fare sottoscrivere un "accordo" tra M5S e gruppo misto per fare decollare un "Governo del Presidente", ma non del Popolo e, con la scusa di modificare la legge elettorale, il nuovo esecutivo resterà in carica sino a fine legislatura.

Vorrei essere smentito dai fatti, ma ho difficoltà a credere che riusciranno a creare un Governo di Scopo per giungere a nuove elezioni entro l'autunno.

Avremo, con buona probabilità, un Governo, provvisorio (all'italiana, quindi permanente), zoppo e incapace.

Tutto ciò che gli elettori, da sinistra a destra per passare dal M5S, non hanno espresso nelle ultime elezioni.

(per restare sempre informati sugli editoriali)

"Se agli italiani fu risparmiata la dissoluzione territoriale del Paese, come in Germania, se fu risparmiato un governo militare straniero come in Giappone, se si poté evitare una lunga guerra civile come in Grecia, se si poté scegliere liberamente con un referendum se essere monarchia o repubblica, e, da subito, votare per partiti diversi, è perché nella lotta partigiana l'Italia si riscattò: si riscattò da 20 anni di dittatura fascista che, complice la monarchia sabauda, aveva portato alle leggi razziali. Il riscatto della Patria fu frutto di quella Resistenza che ha portato al 25 aprile. Giorno di gioia, ma anche di dolore e di preoccupazione. Come quella che deriva da un nuovo nemico dell'umanità, il terrorismo, che ci fa rivivere gli orrori dello sterminio del secolo scorso".

Così Simonetta Saliera, Presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, ricorda il 73° Anniversario della Liberazione. "La nostra Costituzione è nata dalla Resistenza e dalla guerra di Liberazione, dal ricordo dei propri deportati, dei propri partigiani, dei propri militari uniti tutti nel non volere più né fascismo né nazismo: è una valore che ci accompagna ogni giorno, che ci vaccina dal ripetersi degli orrori del passato", sottolinea Saliera.

Saliera_-_2018_04_23_mostra_68__11.29_033_di_052_1.jpg

(Immagine di copertina trratta da un video delle Frecce Tricolore, orgoglio nazionale)

Domenica, 22 Aprile 2018 08:35

Tra Bullismo e cattiveria gratuita.

E' raro che tra allievo e insegnante corra buon sangue, salvo qualche rara eccezione come ad esempio gli ultimi ospiti dell'Eliseo, ma gli eccessi di cui siamo quotidianamente testimoni devono finire.

di Lamberto Colla Parma 22 aprile 2018 -

Fatto salvo qualche raro caso, la matita blu e rossa è stato il simbolo del potere, lo scettro in mano al sovrano assoluto, il "prof." Quello stesso che salutavamo coralmente e diligentemente in piedi, sull'attenti e che per contestarlo occorrevano certezze molto ben documentate altrimenti la punizione arrivava ancor più pesante, direttamente dai genitori.

Ma questo è passato remoto. Oggi l'insegnante non fa più paura. Viene aggredito dai genitori dentro e fuori la scuola, viene deriso o bullizzato dagli allievi senza che nessuno intervenga, anzi, come nell'ultimo caso di Lucca, i compagni ridono, filmano e postano su web la registrazione (Video).

Ma i casi sono purtroppo all'ordine del giorno e perfettamente ben distribuiti geograficamente sulla penisola.

Negli ultimi 20 giorni nelle civilissime Piacenza e Parma si sono verificati due casi di violenza ai danni di insegnanti o educatori. Come non essere d'accordo con Salvatore Pizzo, coordinatore di Gilda insegnanti di Parma e Piacenza, quando pretende "il rispetto del codice penale e del codice civile: i cittadini che hanno superato gli anni 14 sono penalmente perseguibili, i responsabili dell'Amministrazione scolastica sono tenuti a segnalare questi comportamenti alle competenti autorità giudiziarie, è bene ricordare che qualora ciò non avvenisse sarebbe una grave omissione e non solo la magistratura, ma anche l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna sarebbe chiamato a dover agire contro eventuali omissioni.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, visto che si tratta di un cittadino minorenne, pretende che l'Amministrazione scolastica per il tramite dell'Avvocatura dello Stato di Bologna agisca anche civilmente contro chi è responsabile delle azioni e dei danni compiuti dal soggetto violento, che nel caso di un minore sono i genitori o chi esercita la potestà genitoriale".

Gli insegnanti devono riprendere in mano le redini dell'educazione dei giovani e l'Istituzione scolastica tornare a fare rispettare le regole, prima ancora dell'autorità giudiziaria ove dovesse venir coinvolta.

A sorprendere non è solo la frequenza di episodi di violenza scolastica ma anche quella riservata ai più indifesi da parte di educatori o assistenti sanitari. Con esagerata frequenza le cronache mostrano testimonianze filmate di pura e gratuita violenza, verbale e fisica, rivolta a bambini dell'asilo o anziani in case di riposo. Strutture protette e anche ben remunerate che si trasformano in lager.

Anche qui ci troviamo di fronte a professionisti che scaricano, vigliaccamente, le loro frustrazioni su chi devono assistere, custodire e in alcuni casi proteggere e educare. Sempre in questa settimana che si è appena conclusa, ad Arezzo ad esser presi di mira erano gli anziani, mentre a Varese i bambini di un asilo come, drammaticamente mostra il video pubblicato da Il Giorno, raggiunti dagli zoccoli dell'"educatrice" e un altro sollevato come uno straccio e portato in altra stanza.

Ma perché tanta violenza? Una domanda che non può trovare risposta solo dalla crisi economica e sociale. Un rimedio però va trovato per non andare totalmente e rapidamente alla deriva sociale e dare spazio all'illusione che la violenza, o la giustizia, privata sia la soluzione unica rimasta per ricevere soddisfazione dei presunti o reali danni subiti.

asilo_varese.jpg

(Video "Prof bullizzato a Lucca": https://youtu.be/B77ggMgXaAM  - Video Varese: https://qnvideo-s1.hwucdn.it/v/1/2/7/127479/65e9c89e70288e50d4d4acf09743e2ca028b8b8c.mp4 
Video Arezzo: https://www.huffingtonpost.it/2018/04/18/6-dipendenti-di-una-casa-di-riposo-di-castel-san-niccolo-arezzo-sono-stati-arrestati-per-violenze-su-anziani_a_23414017/ )

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Denunciati dalla Polizia di Stato due italiani per ricettazione: trasportavano batterie rubate del valore di oltre 20.000 euro.

Nel corso della notte del 12 aprile scorso, personale della Sottosezione della Polizia Stradale di Modena Nord, all'altezza dell'area di servizio Secchia Ovest ha notato un furgone Renault Master procedere in direzione sud a bassa velocità e in evidente sovraccarico.

Una volta fermato il mezzo, gli agenti hanno proceduto all'identificazione di due italiani, originari di Napoli, entrambi pregiudicati, di 32 e 25 anni.

Il conducente, che poco prima del controllo si era scambiato di posto con il passeggero pensando di non essere scoperto dagli operatori di Polizia, è stato sanzionato ai sensi del codice della Strada in quanto sprovvisto di patente di guida, revocatagli per mancanza dei requisiti morali.

Il successivo controllo del mezzo ha permesso di rinvenire nel vano di carico ben 83 batterie del tipo utilizzato per l'alimentazione dei ponti radio della telefonia mobile, sulla cui provenienza e possesso i due non sono stati in grado di fornire alcuna convincente spiegazione, circostanza che ha avvalorata la tesi di una provenienza delittuosa della merce.

Accertamenti successivi hanno permesso di stabilire che la maggior parte delle batterie erano state asportate furtivamente nel corso della notte presso un ponte radio della WIND ubicato in zona Castelfranco Emilia.

Sono in corso ulteriori verifiche per accertare la provenienza della restante merce non ancora identificata.

Il valore complessivo della merce supera abbondantemente i 20.000 euro.

I due malviventi sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di ricettazione.

15 navi russe nel mediterraneo orientale si fronteggeranno con le navi statunitensi e i sottomarini britannici fatti convergere in zona per "farla pagare" a Assad. La speranza che il "risiko" siriano si consumasse a tavolino si è vanificata questa notte poco dopo le 3,00, quando Trump e la May hanno dato l'annuncio dell'attacco. Manca la dichiarazione di Macron.

di Lamberto Colla Parma 14 aprile 2018 -
Un nuovo presunto attacco delle milizie governative di Assad con gas chimici ha scatenato le ire occidentali e la Russia alza le barriere difensive attorno al suo protetto.

La speranza che, oltre a pavoneggiarsi i "tre dell'Ave Maria" Trump, May e Macron, null'altro avrebbero ordito, si è vanificata stanotte quando, poco dopo le 3,00, Trump e poi la May annunciarono di avere dato ordine di attacco.

attacco-USA-GB-FR-a_siria-IMG_9766.jpg120 missili sono caduti sulla Sira su 3 centri "strategici" (un centro di ricerca chimico, un deposito presumibilmente vuoto perché gli arsenali furono consegnati nel 2014 e un posto di comando) allo scopo di salvare la faccia, presumibilmente, ma esponendosi alle ritorsioni di Russia e Iran che hanno immediatamente annunciato che gli alleati non la passeranno liscia.

Appena ieri mattina  avevo predisposto un editoriale "ottimista" sulla questione che stava surriscaldando e che avrebbe visto la luce di stampa domattina che in forza delle novità è stato parzialmente bruciato.

A seguire il testo dell'editoriale sfumato ma ancora valido per il contributo di speranza che non può e non deve venir meno.

In fondo il genere umano dovrebbe possedere intelligenza... o no?

-----------------------------------------------------------------

Un nuovo presunto attacco delle milizie governative di Assad con gas chimici ha scatenato le ire occidentali e la Russia alza le barriere difensive attorno al suo protetto.

Macron, che a parte cercare un po' di consenso internazionale, schierandosi sempre con la Merkel in Europa e con Trump nelle vicende globali, non si capisce bene cosa stia combinando, ha dichiarato di avere le prove di un attacco chimico sulla popolazione civile siriana.

La May, la premier britannica "vorrei ma non posso essere la Thatcher", alle prese con una onerosa e sempre più impopolare "Brexit", sposta immediatamente i sottomarini nel teatro potenziale di guerra, in quel mediterraneo orientale dove Trump ha fatto convergere alcune navi da guerra.
Una reazione rapidissima degli alleati franco-britannici che però questa volta non ha ottenuto il sostegno tedesco di Angela Merkel, rallentando, forse, le decisioni interventiste scatenate da un "cinguettio" sibillino di Donald Trump che si dice pronto alla guerra; "Potrebbe essere molto presto o non così presto!"

Intanto in Italia si discute se mettere o meno a disposizione degli alleati le basi militari, in particolare quella di Sigonella. La solita pantomima italica che serve solo a far parare qualche opinionista e che inesorabilmente si conclude con una autorizzazione anche perché non si potrebbe fare diversamente.

Non ha perso tempo Putin a riferire che ogni missile americano sarà abbattuto e che se un attacco fosse giunto a destinazione avrebbe attaccato a sua volta l'origine del fuoco nemico.

Nel caos generale ci ricade anche la Turchia di Erdogan, recente alleata di Putin ma appartenente alla NATO e con una gran voglia di "finire" i curdi, potrebbe paradossalmente uscirne come il vero e proprio negoziatore tra Putin e Trump alla faccia di Macron e May.

E questa sarebbe la sola buona notizia della settimana che si sta concludendo!

Ma la questione centrale è che non c'è pietà per il popolo siriano, obbligato da quasi 10 anni a vivere (si fa per dire) una guerra civile devastante, una diaspora in ogni dove del globo, che lascerà traumi e cicatrici per sempre al popolo che è stato la culla delle civiltà e oggi vittima dell'inciviltà globalizzata.

Twit-Guerra-Trump-12apr18.jpg

 

Traduzione post D.Trump
"Mai detto quando un attacco alla Siria avrebbe avuto luogo. Potrebbe essere molto presto o non così presto! In ogni caso, gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un ottimo lavoro nel liberare la regione dall'ISIS. Dov'è il nostro "Grazie America?""

(Foto di copertina: Teatro Romano di Palmira. Foto di Gianfranco Gazzetti - 2004 - Gruppo Archeologico Romano)

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Domenica, 08 Aprile 2018 09:15

Chiuso per lutto

Una tragedia senza fine. Il 2018 è iniziato male e sta proseguendo peggio. Le morti sul lavoro crescono e questi ultimi sono sono stati segnati, indistintamente da nord a sud, da troppi decessi sul lavoro.

di Lamberto Colla Parma 8 aprile 2018 -

La statistica sottolinea che sono 1,67 i decessi registrati quotidianamente da inizio d'anno, con un +11% rispetto lo scorso anno.

Ma dietro a questi sterili numeri ci sono le tragedie familiari dei cari che hanno perduto il loro babbo, fratello o sorella o addirittura due congiunti, come nel caso dei due fratelli deceduti, insieme a altri due operai, mentre facevano manutenzione in una azienda lombarda, la Lamina, peraltro ben nota per l'elevata attenzione alla sicurezza.

Con l'ultimo incidete mortale plurimo, due uomini "deceduti sul campo" (un terzo è in gravissime condizioni) a Crotone, travolti da un muro di cemento armato, al quale si aggiunge la morte del Vigile del Fuoco lombardo delle scorse ore, i primi 90 giorni del 2018 hanno già raccontato di oltre 150 morti bianche.

Un trend in crescita proporzionalmente con l'aumento del lavoro che rimane comunque inaccettabile e vuol significare che qualcosa è venuto a mancare, nelle normative, nelle conoscenze sui rischi da infortuni sul lavoro.

Nel terzo millennio non si può essere ancora testimoni di una simil mattanza.

Tre morti in Toscana, due a Livorno e uno ad Arezzo, uno in Emilia, poi ancora due a Catania e due nel giorno di Pasqua in Lombardia ai quali si è aggiunto il Vigile del Fuoco deceduto venerdi scorso (ben 20 da inizio d'anno) e infine i due di Crotone. Questa la macabra geografia degli ultimi 15 giorni.

Eppure nel nostro paese, stando al parere degli esperti, esiste una legge l'81/2008 "Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro" sarebbe una "buona legge". Ma, perché un "ma" esiste sempre, alla fine c'è la crisi che spinge gli ultrasessantenni a fare ancora lavori per i quali non sarebbero più idonei, o la sempre più spinta precarizzazione del lavoro che costringe sempre più lavoratori a "accettare" lavori con più alto tasso di rischio.

Infine, ma non da ultimo, la riduzione dei controlli, spesso determinati dalla necessità di contenere i costi della pubblica amministrazione.

Nonostante la "buona legge", "Vita.it" richiama le "responsabilità" governative segnalando che, a dieci anni dalla introduzione del testo Unico, sono ancora una ventina i provvedimenti da attuare e alcuni riguardano materie anche di grande rilievo. E nemmeno l'introduzione del Jobs Act, che con i suoi decreti attuativi ha modificato direttamente e indirettamente la normativa sulla sicurezza sul lavoro, non è riuscito ad affiancare obiettivi di semplificazione e razionalizzazione a quello di completamento del relativo quadro normativo.

Insomma, in Italia o si muore per mancanza di lavoro e qui si dovrebbe aprire il capitolo dei suicidi. o per eccesso di lavoro.

E... se si ha la fortuna di non perire, spesso si è nelle condizioni di soffrire per la precarizzazione e l'inadeguatezza dei salari al costo della vita.

INCIDENTI_SUL_LAVORO.jpg

I dati sugli infortuni
Secondo gli ultimi dati disponibili rilevati dall'Open Data INAIL, in Italia nel 2017 le denunce d'infortunio sul lavoro sono state 635.433 (a fronte delle 636.812 del 2016 con variazione rispetto al 2017 del -0,21%), ben 1.029 quelle relative ai casi con esito mortale (a fronte delle 1.018 del 2016 con una variazione rispetto al 2017 dell'1%) e 58.129 quelle riguardanti le malattie professionali (a fronte delle 60.347 del 2016 con una variazione rispetto al 2017 del -3,6%).

 

Domenica, 01 Aprile 2018 08:32

Buona Pasqua.

Il grande messaggio della Pasqua di risurrezione è che un nuovo inizio c'è sempre.

di Lamberto Colla Parma 1 aprile 2018 -

Credere nella resurrezione non è solo un moto di speranza al quale attaccarsi nei momenti di difficoltà, ma un modo di pensare il quotidiano per proiettarsi nel futuro.

La Pasqua è quindi un passaggio, "è l'esodo, il passaggio dell'uomo dalla schiavitù del peccato, del male alla libertà dell'amore, del bene" (Papa Francesco).

La risurrezione parte quindi da ciascuno di noi, dal nostro pensiero dal nostro modo di vedere e interpretare i fatti quotidiani; non da spettatore ma da protagonisti della nostra e altrui vita.

Si può essere spettatori o protagonisti della vita.

Lo spettatore spera che qualcosa accada di positivo mentre il protagonista invece lavora e opera perché ciò che sta sognando accada.

E' in questa sottile linea di demarcazione che sta la "magia" della risurrezione.

E' il momento della scelta che ci colloca nella classe dei protagonisti e costruttori della nostra vita. Quindi è da ciascuno di noi, dalle semplici decisioni quotidiane prese secondo morale e buon senso che la società civile progredisce, il pensiero positivo si espande e la luce di una speranza in un futuro migliore si accende sempre più luminosa.

La scelta è una azione di coraggio e di sofferenza.

Niente si ottiene senza l'impegno e la fatica e perciò non guardiamo con invidia coloro che senza apparente impegno raggiungono traguardi a noi preclusi.

Proseguiamo invece nella opera di fare bene quello di cui siamo capaci; solo così contribuiremo, anonimamente ma dignitosamente, a migliorare la società nella quale viviamo.

E' il nostro piccolo ma enorme personale contributo all'umanità.

L'insegnamento che deriva dalla Pasqua è perciò valido per i cristiani ma anche per gli atei o gli appartenenti a altre confessioni religiose. E' un messaggio universale.

Perché pensare alla Pasqua vuol dire pensare alla resurrezione, al rinnovamento.

E' finito il tempo del lamento, ora aventi col cambiamento, a partire da noi stessi.

Con impegno, intelligenza e coesione si può fare fiorire il deserto, anche quello che spesso è albergato nell'animo umano.

E per l'Italia infatti questi sono giorni dedicati al cambiamento.

Tra poche ore il Presidente della Repubblica inizierà le consultazioni per nominare il prossimo Capo di Governo, colui che, se sarà saggio, riuscirà a fare convergere le aspettative di tanti e avviare un nuovo percorso di di equità e giustizia, nell'interesse della collettività e non di una singola e limitata parte di cittadini.

E' il momento buono di pensare e fare qualcosa di buono.

Buona Pasqua!

Happy-Easter.jpg

Domenica, 25 Marzo 2018 09:20

La gran farsa della “privacy”

Controllati, spiati giorno e notte in barba alle dichiarazioni di diniego d'utilizzo dei dati sensibili, e pure la Foto di Classe rischia di sparire a causa della privacy.

di Lamberto Colla Parma 25 marzo 2018 -
Siamo costantemente obbligati a sottoscrivere moduli connessi alla privacy e a autorizzare l'uso dei propri dati personali, sensibili o meno, per ogni più insignificante transazione economica o partecipazione alla vita sociale.

La "privacy" sembra essere diventata un'ossessione.

Poi, se si alza la testa dallo smartphone, si scopre che ogni passo è controllato da una videocamera di sorveglianza privata o pubblica. Il percorso autostradale è tracciato dalle telecamere di ingresso, uscita e ogni 10 chilometri dai "tutor".
La semplice operazione di prelievo dal bancomat è video-registrata e le tessere di raccolta a punti altro non sono che eccezionali metodi di analisi dei comportamenti di spesa, segmentati per area geografica e perfettamente individuati nell'anagrafica personale.

Tutti noi siamo straregistrati e iper monitorati nonostante il continuo diniego al consenso d'uso dei dati personali, al punto tale che dopo una navigazione in internet, alla ricerca di un prodotto o una visita fisica a un centro commerciale, ecco che veniamo immediatamente tampinati da pubblicità del prodotto poco prima ricercato o dalle offerte promosse dal centro commerciale.

Il consumatore è nudo e indifeso da non accorgersi nemmeno più di questa stretta sorveglianza alla quale è sottoposto.

Però la privacy è sacra!
E allora ecco che ogni tanto un nuovo "talebano" della privacy riesce a far parlare di sé.
Il più recente, e forse anche ridicolo, è quel dirigente scolastico fiorentino che ha vietato, per questione di privacy ovviamente, la foto di classe.

Una delle tradizioni della infanzia e della adolescenza che ha emozionato generazioni e generazioni. Quella cartolina, in bianco e nero al tempo delle mie elementari e medie, poi già stampata a colori al liceo, commentata, spesso in modo molto originale, e autografata sul retro da tutti i compagni di classe, rischia l'alienazione in favore della privacy.

Se invece ci fosse qualcuno disposto a "comperare" il prodotto "foto di classe" per farne un ottimo affare, sono sicuro che si troverebbe la scappatoia di aggirare l'ostacolo etico e formale.

Sappiamo tutti, infatti, che ogni nostro movimento viene registrato e catalogato e infine venduto alle aziende di marketing che a loro volta ne fanno uno strumento commerciale che rivendono alle aziende clienti sotto forma di consulenza di marketing e/o di comunicazione.

Ecco quindi che lo scandalo Facebook, altro non è che la vendita di un proprio servizio. L'unica differenza, sempre che venga accertata, è che il cliente era un politico rampante invece di una azienda commerciale e comunque, almeno alle prime battute, non sembra esserci stato dolo o illeciti vari.

Dolo e illeciti invece erano ben emersi nello scandalo Telecom ai tempi in cui l'azienda telefonica era guidata da Tronchetti Provera (Pirelli).
Era il 2005 quando scoppiò lo scandalo dei "dossier", raccolti attraverso intercettazioni (molte delle quali non autorizzate ovviamente) a favore di vari esponenti dell'industria, di manager, dell'editoria ecc..., effettuati attraverso Telecom e coordinati da vari professionisti , un tempo al soldo dei servizi segreti (SISMI o SISDE). Un'azione di "dossieraggio", in alcuni casi ben condito da falsità utili a "far fuori " il nemico come ad esempio il caso di un ex alto dirigente della Coca-Cola.

Cosa vogliamo dire sulla riservatezza dei documenti custoditi nei tribunali e le fughe di notizie che raggiungono prima la "stampa" del diretto interessato"?

E stiamo qui a discutere sulla foto di classe!

Concludendo, è tutta una gran farsa, utile a affibbiare responsabilità e sanzioni per questioni formali piuttosto che a salvaguardare l'interesse privato del cittadino comune, il più indifeso e impossibilitato a proteggersi. Quello stesso che prima o poi incapperà in qualche sanzione per aver fatto un selfie dove, inavvertitamente, ha inquadrato un ladro in azione senza aver ottenuto dallo stesso la liberatoria.

_________________________
(per restare informati - editoriali)

 

Il caso della ex spia doppiogiochista russa, avvelenata con la figlia nei giorni scorsi a Londra, sembra uscita dalla fantasia di Ian Fleming, l'autore della fortunata serie di spionaggio, "007" (James Bond).

di Lamberto Colla Parma 18 marzo 2018 -
Dalla location, Londra, all'arma utilizzata, un agente Nervino, sembrano elementi scelti ad arte per attrarre l'interesse mediatico e orientare la presunta colpevolezza verso la Russia, tornata prepotentemente e inspiegabilmente alla ribalta come nazione nemica dell'occidente.
Così, USA e ovviamente Francia e Germania si schierano a favore di Sua Maestà la Regina Elisabetta sottolineando come "L'attacco del 4 marzo è il primo caso di uso offensivo di un agente nervino in Europa dalla seconda guerra mondiale, ed è un attacco alla sovranità del Regno Unito".

La prima cosa che salta all'occhio è la stranezza dell'arma utilizzata, per il cui impiego occorre la mano di personale altamente qualificato. Il secondo fatto strano è che Il micidiale agente "nervino", nonostante la letale tossicità non sia riuscito nell'intento di uccidere l'ex agente KGB Sergei Skipral e la figlia Yulia, nella cui valigia sembra fosse stata nascosta la sostanza velenosa. Infine lascia perplessi che Russia abbia voluto lasciare una traccia così evidente del suo coinvolgimento.

Ma altrettanto incredibile sarebbe credere in una così goffa messa in scena da parte di qualche servizio occidentale allo scopo di mantenere accesa l'ostilità verso Putin, prossimo a essere rieletto.

Tutta una serie di elementi che fanno propendere per la posizione sostenuta dallo scrittore e attivista politico Eduard Limonov in un'intervista all'ANSA nella quale sottolinea che "Il caso Skripal è una messa in scena. La Russia non avrebbe avuto nessun tornaconto ad ammazzarlo, anzi: se fosse stato davvero pericoloso, non lo avrebbero liberato per poi tentare di ammazzarlo. Col nervino si muore in pochi minuti mentre lui invece è ancora vivo".

Comunque sia, il caso Skipral sta andando rovinosamente verso incomprensibili rotture diplomatiche, le ultime che dovrebbero interrompersi, anche in caso di conflitto.

Il fattore prudenza che avrebbe dovuto governare il caso sin dall'inizio, attivando ad esempio i corridoi diplomatici, non sia stato minimamente preso in considerazione, lasciando invece il campo alla comunicazione più avventata e orientata.
Al contrario invece, ecco che già a pochi giorni dal fatto avvenuto, emergere con sicurezza il coinvolgimento del "nemico" dell'occidente (La Russia non era più nella lista nera dal 1991) e senza rilasciare alcun documento che accerti la responsabilità russa, come ad esempio il tipo di agente nervino utilizzato e trovato sulla scena del crimine, il Regno Unito arriva addirittura a espellere 23 diplomatici. Una mossa che determinerà una reazione di pari violenza facendo arretrare il tempo all'epoca della cortina di ferro.

Nel frattempo il caso si sta ulteriormente allargando. Boris Berezovski, oligarca russo anti Putin, riparato da diversi anni in Gran Bretagna, è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso lunedi. Una coincidenza inquietante, seppure parrebbe di non doversi escludere l'ipotesi del suicidio per depressione, problemi economici e problemi cardiaci. Forse sarà così, ma certe coincidenze qualche dubbio lo pongono.

In conclusione, lo scacchiere internazionale rimane a altissima tensione. Mentre sembra raffreddarsi il fronte Coreano, quelli medio orientale e europeo, al contrario, trovano sempre nuovo carburante per essere alimentati.

Una domanda sorge spontanea: "a chi giova tutto ciò?" Non certamente all'Europa e alla sua unità sempre più lontana.

_________________________
(per restare informati - editoriali)

 

Diffamazione e sostituzione di persona via web: la Polizia Postale denuncia un trentanovenne. Personale della Sezione Polizia Postale e della Comunicazioni ha denunciato in stato di libertà un cittadino italiano di 39 anni per il reato di diffamazione e sostituzione di persona via web.

Il trentanovenne aveva risposto ad annunci hard in rete, spacciandosi per una collega di lavoro della moglie vista la conflittualità professionale esistente tra le due donne.

La Polizia Postale ha avviato le indagini a seguito della denuncia sporta dalla vittima.

4 marzo 2018 - il ritorno delle comiche. Dal tagliando antifrode che "frega" Bersani alle code ai CAF di gente che chiede il modulo per fare richiesta del reddito di cittadinanza.

di Lamberto Colla Parma 11 marzo 2018 -

Non sembra proprio che tutto abbia girato secondo copione. Da una legge elettorale (Rosatellum, dal nome dell'On Rosato - PD) che avrebbe dovuto mettere fuori uso il M5S e invece lascia fuori il partito di Governo, al tagliando antifrode che mette fuori il voto di Bersani, alla composizione del Parlamento che non consente a nessuno di governare con una certa stabilità salvo rimangiarsi gli slogan della campagna elettorale.

In attesa delle decisioni di Sergio Mattarella guardiamo il lato comico di questa tornata elettorale.

Due sono le immagini che rimarranno nella memoria a ricordare le elezioni 2018: l'attivista "Femen" che salta sull'urna a seno nudo mentre Berlusconi sta votando e la foto di rito di Pierluigi Bersani mentre infila la scheda elettorale nell'urna con il tagliando antifrode ancora ben in vista e saldamente attaccato alla scheda. Un voto in meno a sé stesso che comunque non avrebbe cambiato il volto della sconfitta personale. La "tenera" figuraccia di cui è stato vittima l'ex segretario PD non è rimasta isolata ma altri illustri colleghi sono stati colti dalla mala sorte.

Alessandro Di Battista, l'uomo immagine dei grillini, quello che si è fatto tutte le piazze a sostenere Di Maio, si è invece presentato al seggio sbagliato, dimenticando la circostanza di aver cambiato residenza qualche mese prima. Le immagini ritraggono un "Dibba" piuttosto imbarazzato mentre gli addetti al seggio cercano invano il suo nominativo nella lista degli aventi di ritto.

Molto meno grave, ma pur sempre imbarazzante, l'episodio capitato all'ex Presidente del senato Pietro Grasso, ripreso dalle telecamere mentre abbandona il seggio senza aver ritirato la carta di identità.

Ma la ciliegina sulle torta elettorale è stata messa da Bari e dintorni, una volta usciti i dati ufficiali che hanno visto stravincere il M5S al Sud. Centinaia di persone si sono presentate ai CAF e a 'Porta Futuro', il centro servizi per l'occupazione di Bari, a reclamare i moduli per fare richiesta del reddito di cittadinanza.

Quello che, a così poche ore dalle elezioni, poteva sembrare solo l'opera di qualche buontempone o una fake news confezionata ad opera d'arte dagli avversari sconfitti, è invece risultata una notizia vera, diramata dal sindaco Giovinazzi (Bari) e diffusa anche dall'agenzia ANSA .

Come direbbe la Sora Lella: "Annamo bene, propio bene!"
_________________________
(per restare informati - editoriali)

DiBattista-seggio-sbagliato-4mar2018-imbarazzo.jpg

(Foto Tempi moderni credit: Di movie studio - ebay, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29131104  )
(Video votazione Bersani: https://youtu.be/oEYEz0fkwZs )
(Video votazione Di battista: http://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13315027/alessandro-di-battista-sbaglia-seggio-cambio-residenza-umiliazione-da-andarsi-a-nascondere.html 

Martedì, 06 Marzo 2018 07:18

Asfaltata la seconda repubblica.

Luigi di Maio e Matteo Salvini, col contributo attivo di Matteo Renzi, hanno, forse definitivamente, messo il coperchio sulla seconda repubblica, aprendo quindi la strada a una nuova e fresca stagione della politica italiana.

Di LGC Parma 5 marzo 2018 - Evviva i populisti! L'Europa adesso si affida a Mattarella perché scongiuri un Governo a trazione M5S o Lega, i due principali partiti "populisti" che, insieme a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, vogliono riscrivere i rapporti con l'UE e, a loro modo, impostare una politica sociale nazionale.

Una preoccupazione non da poco per Junker & C., posto che quanto è uscito dalle urne italiane è di gran lunga l'ondata "populista" che sia uscita dalle elezioni Europee del 2017. Di Maio, Salvini e Meloni, dall'alto del loro 55%, avrebbero i numeri per portare in approvazione tutte le modifiche strutturali utili al nostro Paese sarebbero una spina nel fianco degli Uemanoidi che hanno preso in ostaggio l'UE facendola diventare qualcosa di molto diverso dalle intenzioni dei padri fondatori.

Tornando all'attualità, invece, toccherà al compassato Presidente della Repubblica trovare la quadra per riuscire a comporre un Governo capace di portare avanti una maggioranza per lungo tempo senza scontentare le volontà degli italiani e dei partiti che li rappresentano.

Non potrà escludere il M5S, come vorrebbero gli euroburocrati, perché il movimento a guida Di Maio è diventato abbondantemente la formazione politica più rappresentativa con ben 13 punti percentuali di distacco sul secondo partito (PD 19%). Ma non potrà escludere il Centro Destra che, dall'alto del suo 37% e per di più a trazione Lega, è il plotone di parlamentari più corposo e perciò necessita di molti meno seggi per raggiungere un maggioranza di governo.

Purtroppo, al di là della pura matematica, ben difficile che M5S e Centro Destra possano trovare una intesa e altrettanto difficile che la Lega possa uscire dalla coalizione per appoggiare l'invenzione, rivista e corretta, di Grillo e Casaleggio. Ecco quindi che, nonostante la batosta, il PD potrà diventare l'ago della bilancia, potendo contare su molteplici punti di comunione sia con il centro destra e sia con il Movimento 5 Stelle.

Una posizione che in prospettiva potrebbe rilanciare il PD renziano, che andrà allo scontro finale con le opposizioni interne al prossimo congresso, trovando per di più lo spunto per un suo processo di rinnovamento.

Staremo quindi a vedere quale soluzione troverà il Presidente Sergio Mattarella. Se deciderà, come è altamente probabile, di andare alla elezione delle due alte cariche dello stato, i presidenti di Camera e Senato, verificando in questa circostanza quali forze saranno più propense per comporre il nuovo esecutivo e da lì, dando un mandato esplorativo al Presidente del Senato, tirar fuori dal cilindro un Governo che, finalmente, rimetta in carreggiata il Paese dando vita alla Terza Repubblica.

Lunedì, 05 Marzo 2018 09:27

L'Italia ha votato... di pancia?

Ma le sorprese non son finite. Quando si assegneranno i seggi residuali, molto probabilmente, Lega e M5S, verranno ulteriormente premiati. Ma la finanza stanga il titolo Mediaset.

Di Lamberto Colla Parma, 5 marzo 2018 - Sin dalle prime intenzioni di voto l'orientamento degli elettori è stato chiaro. Nonostante le dovute cautele, soprattutto in ragione delle nuove modalità di voto, l'orientamento era chiaro. Chiara la soglia del 30% del M5S, chiaro che la Lega avrebbe conteso sino all'ultimo il primato nella coalizione del centro destra, chiaro che il PD avrebbe chiuso non tanto sopra alla soglia di "sopravvivenza" del 20%.

Col passare del tempo ecco che si consolidano le posizioni: M5S al 31,7%, Lega al 18,09%, FI 13,88% PD 19,08% e LeU che dimezza le aspettative fermandosi al 3,36% (dati aggiornati alle 8,45).

L'endorsement dell'UE a favore di Berlusconi ha avuto l'effetto contrario, favorendo la Lega all'interno della coalizione e il M5S a livello nazionale.
Insomma l'appoggio UE ha favorito le forze, impropriamente etichettate, populiste. Speriamo che da oggi vengano etichettate come forze del popolo, i movimenti che meglio hanno interpretato le volontà, le speranze, della maggioranza degli italiani.
Una cosa poco gradita alla finanza internazionale che fa aprire la borsa italiana con un -2% e il titolo Mediaset a -4,5%

Il presidente Sergio Mattarella dovrà fare i conti, come accadde a Scalfaro nel '92, con la "scomparsa" del partito che lo aveva eletto. Ieri era la DC oggi è il PD. E qui staremo a vedere come si combineranno i voti per l'elezione dei Presidenti della Camera e del senato.

Ma le sorprese non sono finite. Quando si andranno a assegnare i seggi persi dai tanti "partiti" che non hanno raggiunto la soglia utile, allora molto probabilmente vedremo avvantaggiarsi il Centro Destra sopra a tutti, in particolare la Lega, e a seguire il Movimento 5 Stelle.

 

(in grafica le coalizioni alle ore 6,00)

coalizioni_ore_6.jpg

Domenica, 04 Marzo 2018 09:11

L’ultima furbata di “Marpionne”.

In quattro mesi il pensiero sull'elettrico si è totalmente modificato. Da "un atto di masochismo," l'applicazione dell'elettrico su larga scala, a via i motori turbodiesel dal 2022 e avanti con elettrico e ibrido. Questa l'eredità di Sergio Marchionne al prossimo AD di FCA.

di Lamberto Colla Parma 4 marzo 2018 -

Oltre all'originalità di indossare una divisa di cashmere nero, bisogna riconoscere che Sergio Marchionne è indiscutibilmente intelligente e dotato di una sana dose di opportunismo.

Marchionne l'avevo particolarmente apprezzato, lo scorso ottobre a Rovereto, in occasione del conferimento della Laurea ad Honorem in Ingegneria Meccatronica al numero uno di FCA, nel passaggio del suo intervento dove, uscendo dal coro, aveva bollato l'auto elettrica una non soluzione per il futuro.

"Questo è un progetto su cui Fca lavora, ma non è la soluzione per il futuro - aveva affermato Marchionne - Stiamo lavorando su tutte le forme di auto elettrica, ma non possiamo ignorare alcuni elementi importanti". L'esempio che portò agli studenti riguardava proprio la 500 elettrica, lanciata 5 anni prima in California, e motivo di una perdita di 20.000 dollari per vettura venduta. Il lancio su larga scala sarebbe "un atto da masochismo" aveva chiosato Sergio Marchionne in quell'occasione, aggiungendo che la questione chiave sta nel modo in cui viene prodotta l'energia e in tutto il ciclo di vita del prodotto.

"Prima di pensare che i veicoli elettrici siano la soluzione, dobbiamo considerare tutto il ciclo di vita di queste vetture, infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelli di un altro tipo di auto".

Non c'è che dire, in un periodo dove tutto ciò che è "pensiero green omologato" è buono a prescindere, l'affermazione del deus ex machina della rinascita del gruppo che fu dell'avvocato Gianni, è stata particolarmente coraggiosa.

Un'affermazione pragmatica e condivisibile, almeno da coloro che guardano al futuro con il pensiero scientifico e non con la pancia soltanto.

Ma si sa, in questo mondo dove il politically correct, è entrato più nel lessico che nel fare quotidiano, certe posizioni rischiano di compromettere la posizione sociale e anche i profitti.

Così è venuto anche il momento di fare il passo indietro, proprio alla vigilia dell'ultimo piano industriale a firma Sergio Marchinne e prima di lasciare la patata bollente nelle mani del suo successore in FCA, mentre il Cavallino Rampante resterà saldamente in mano all'astuto manager italo canadese.

A anticipare la notizia è stato il Financial Times, spiegando che Fiat Chrysler si sta preparando ad aggiornare la propria offerta con la tecnologia ibrida e mild-hybrid: l'unica in grado di rispettare le severe normative sulle emissioni inquinanti. E dal 2022 i motori turbodiesel non saranno più montati sulle autovetture pur restando nel settore dei veicoli commerciali.

Toccherà quindi al nuovo Amministratore Delegato l'onere della ibridazione e a lui, mister pullover, i vantaggi derivanti dalla "Ferrari" e dalla milionaria ricompensa per gli ottimi servigi alla causa "Agnellli" che andranno a sommarsi ai 90 milioni portati a casa sino al 2017 (fonte Milano Finanza) ai quali si aggiungeranno gli ultimi del 2018. Questo nuovo indirizzo porterà una nuova occasione di ottimismo sui mercati finanziari e soprattutto alle azioni FCA (negli ultimi 3 anni hanno surclassato quelle di GM e Volkswagen) di cui è proprietario per l'1%.

Comunque, dollari o euro, sono soldi meritatissimi visto come è riuscito, in 3 lustri, a risollevare le sorti di Chrysler e Fiat portandole a essere uno dei gruppi automobilistici più in salute al mondo. Un successo però macchiato dal "tradimento" dell'Italia, cinicamente consumato nel 2014 con il trasferimento in Olanda della sede legale e nel Regno Unito della sede fiscale.

E' comunque un peccato che una voce autorevole non sia rimasta fuori dal coro; avrebbe sicuramente fatto bene allo "sviluppo di una migliore coscienza green".

Elettrica_ricarica.jpg

 

(per restare informati - editoriali )

 

 

 

Anche in occasione della tornata elettorale di oggi, domenica 4 marzo, Provincia e Comuni reggiani consentiranno di seguire lo spoglio in diretta online.

Grazie al lavoro svolto dai Sistemi informativi di Provincia, Comune di Reggio Emilia e Unioni dei Comuni utilizzando il software open source eleonline.it già testato in occasione delle amministrative di Campegine, il portale elezioni.provincia.re.it – raggiungibile direttamente o attraverso le home-page dei siti di Provincia e Comuni – fornirà in tempo reale gli esiti dello spoglio, compresi quelli delle singole sezioni.

I dati avranno carattere essenzialmente informativo – quelli ufficiali saranno infatti unicamente quelli che verranno forniti dal Viminale – ma consentiranno comunque un ulteriore, importante strumento di analisi del voto.

Sul portale elezioni.provincia.re.it sono inoltre consultabili, per eventuali raffronti, tutti i risultati a livello comunale e provinciale delle elezioni dal 1999 a oggi.

__________________________

Provincia di Reggio Emilia
Corso Garibaldi, 59
42121 Reggio Emilia
Web: www.provincia.re.it 

Twitter: @ProvinciadiRe 

Facebook: https://www.facebook.com/ProvinciadiRE 

Youtube: https://www.youtube.com/user/ProvinciadiReggioE

Attenzione, non è valido il voto disgiunto. Se si traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo di un candidato uninominale e un altro segno su una lista che non sostiene il candidato dell'uninominale, il voto è nullo.

Quest'anno, per la prima volta, la scheda ha un tagliando antifrode. Al seggio l'elettore riceverà una scheda dotata di un codice identificativo riportato su un tagliando rimovibile. Il presidente del seggio deve registrare questo codice e, quando l'elettore ha votato, controllare che il codice della scheda chiusa corrisponda a quello annotato sul registro. A quel punto rimuoverà il tagliando e inserirà la scheda nell'urna. Questo meccanismo serve a contrastare il voto di scambio: sarà infatti possibile verificare che la scheda consegnata dall'elettore sia quella che gli è stata consegnata dal presidente del seggio e non un'altra.

Cosa non fare
Le liste sono bloccate, quindi non va tracciato nessun segno sul nome di un candidato della lista plurinominale ma solo sul simbolo della lista.
Il voto disgiunto non è ammesso. Se si traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo di un candidato uninominale e un altro segno su una lista che non sostiene il candidato dell'uninominale, il voto è nullo. Il voto disgiunto è ammesso solo nelle elezioni amministrative.

Il 4 marzo 2018 si svolgeranno le elezioni politiche. Gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi deputati e senatori del Parlamento. Sono elettori della Camera tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Per votare al Senato è necessario aver compiuto venticinque anni. Il voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione; esso è personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un diritto e un dovere civico. Nel 2018 si voterà per la prima volta con una nuova ed articolata legge elettorale, il c.d. Rosatellum (dal nome del suo relatore di maggioranza). Complessivamente i cittadini italiani aventi diritto al voto sono: 51,2 mln (dato aggiornato al 30 giugno 2017), di cui circa 24,8 mln maschi e 26,4 mln femmine. Sul totale degli aventi diritto al voto, 4,2 mln sono gli elettori stimati, residenti all'estero. I giovani alla prima espressione di voto sono stimati oltre 500 mila. Le ultime rilevazioni sui numeri del corpo elettorale verranno effettuate fra il 17 e il 19 febbraio.

Video spot
https://youtu.be/PfMQml6soZE 
Approfondimenti
http://www.interno.gov.it/it/speciali/elezioni-2018

 

- Come si vota -

 

schede_elettorali_2018_1.jpg

 

FAQ - Domande frequenti: http://dait.interno.gov.it/elezioni/faq-elezioni-politiche-2018 

- (PDF scaricabile) - 

1. Qual è il sistema elettorale introdotto dalla nuova legge 3 novembre 2017, n.165?

La nuova legge 3 novembre 2017, n.165, recante "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali" delinea un sistema elettorale "misto", con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
L'assegnazione di 232 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) e di 116 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.
L'assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla medesima legge. Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Resta ferma la specificità della normativa dettata dalla legge 27 dicembre 2001, n.459, che prevede l'assegnazione con metodo proporzionale dei seggi della circoscrizione Estero (12 per la Camera e 6 per il Senato), e stabilisce peculiari modalità per l'esercizio del diritto di voto per corrispondenza all'estero.

2. Qual è la disciplina che i partiti, i gruppi e i movimenti politici devono osservare per presentare liste di candidati alle elezioni?
I partiti, i gruppi e i movimenti politici per presentare liste di candidati alle elezioni devono innanzitutto depositare presso il Ministero dell'Interno i contrassegni tra il 44° e il 42° giorno antecedente la data delle elezioni, e quindi nelle giornate di venerdì 19 (dalle ore 8 alle ore 20), sabato 20 (dalle ore 8 alle ore 20) e domenica 21 gennaio 2018 (dalle ore 8 alle ore 16).
Il deposito dei contrassegni - corredato dalla documentazione attestante la legittimazione dei depositanti - consente ai partiti, movimenti e gruppi politici di presentare le liste dei candidati nei collegi plurinominali e i candidati nei collegi uninominali presso i competenti Uffici delle Corti d'appello per la Camera, per il Senato, e per la circoscrizione Estero.
Le liste devono essere presentate a tali Uffici dal 35° al 34° giorno antecedente la data delle elezioni, e cioè tra il 28 gennaio - dalle ore 8 alle ore 20 - e il 29 gennaio 2018, sempre dalle ore 8 alle ore 20 (artt.14 e seguenti del d.P.R. 361/57 e successive modificazioni).

3. Dove può essere reperita la modulistica per la presentazione delle candidature?
La modulistica di riferimento per la presentazione delle candidature è inserita nell'ambito delle Pubblicazioni n.1e n.2, relative, rispettivamente, alle Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica nelle circoscrizioni/regioni del territorio nazionale, e nella circoscrizione Estero.
Tali pubblicazioni sono anche reperibili nel sito del Ministero dell'Interno.

4. Quali disposizioni sono state introdotte dalla legge 3 novembre 2017, n.165, in materia di trasparenza?
L'art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165, ha previsto che in un'apposita sezione del sito internet del Ministero dell'interno (denominata "Elezioni trasparenti") siano pubblicati in maniera facilmente accessibile - entro dieci giorni dalla scadenza del termine per il deposito del contrassegno - per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
• a) il contrassegno depositato, con l'indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito;
• b) lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza;
• c) il programma elettorale con il nome e cognome del capo della forza politica.
Nella medesima sezione del sito, entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle liste, sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascun collegio.

5. Che cos'è il "tagliando antifrode"?
Le nuove schede elettorali sono dotate di un'appendice cartacea munita di un "tagliando antifrode" con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l'elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, tale appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all'elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda stessa nell'urna (art.31, comma 6, e art.58 del d.P.R. n.361/57, come sostituito dall'art.1, commi 18 e 19, della legge n.165/2017).

6. Quali sono le modalità di espressione del voto?
Il seggio consegna all'elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (sempreché l'elettore abbia compiuto 25 anni, altrimenti gli viene consegnata la sola scheda per la Camera). I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate.
I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.
Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell'elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale, con apposita esplicitazione che:
• a) il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa;
• b) il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.
Se l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.
Se l'elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.
Se l'elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto (art.59 bis del d.P.R. n.361/57, come novellato dall'art.1, comma 21, della legge n.165/2017).

7. Dove e come si rinnova la tessera elettorale che ha esaurito i diciotto spazi per la certificazione del voto?
La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, al fine di evitare una concentrazione delle domande di rinnovo nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; tale ufficio resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23.

8. Per chi lavora fuori dalla propria regione, in Italia, vi è la possibilità di votare in un seggio diverso da quello di appartenenza? Se è possibile, quali documenti occorrono?
La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti, i componenti dell'Ufficio elettorale di sezione e le Forze dell'ordine; inoltre i rappresentanti di lista, designati dai partiti, possono votare presso il seggio in cui svolgono tali funzioni qualora siano elettori dello stesso collegio plurinominale alla Camera e della regione al Senato.
Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza e recarsi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.

9. Dove posso fare la domanda per essere chiamato come scrutatore?
Per essere designato quale scrutatore occorre essere iscritti nell'apposito albo degli scrutatori che si tiene in ogni comune.
Entro il mese di ottobre di ogni anno il Sindaco, con manifesto da affiggere nell'Albo pretorio del comune ed in altri luoghi pubblici, invita gli elettori che desiderano essere inseriti nell'Albo degli scrutatori a farne apposita domanda entro il mese di novembre.

10. In considerazione del mutato stato giuridico del personale che espleta i servizi postali e ferroviari, a seguito della privatizzazione del rapporto di lavoro, è ancora operante per tali categorie di lavoratori l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario?
Sì. I requisiti per l'inclusione nell'albo delle persone idonee all'ufficio di presidente o di componente di seggio elettorale e per la conseguente nomina sono tassativamente stabiliti dalla legge. Si richiama al riguardo l'art.38 del d.P.R. 30 marzo 1957, n.361, recante "Testo Unico per l'elezione della Camera dei deputati", che espressamente prevede l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario per i dipendenti dei Ministeri dell'Interno, delle Poste e telecomunicazioni e dei Trasporti. Si ritiene che l'intervenuta privatizzazione della maggior parte dei rapporti di lavoro non implichi l'eliminazione del divieto a svolgere le anzidette funzioni per tali lavoratori, in quanto l'esclusione deve intendersi correlata alle attività dagli stessi espletate, che rimangono essenziali per la regolarità delle complesse procedure elettorali anche nei giorni della votazione.

11. Come avviene la designazione degli scrutatori da parte della Commissione elettorale comunale?
Per svolgere le funzioni di scrutatore è prevista l'iscrizione a un apposito albo tenuto presso ogni comune. In particolare, ai sensi dell'art.1 della legge 8 marzo 1989, n.95, l'iscrizione all'albo è subordinata sia alla presentazione di apposita domanda nei termini e con le modalità di legge (entro il mese di novembre di ogni anno), sia al possesso dell'elettorato attivo e, infine, all'avere assolto gli obblighi scolastici. Il titolo di studio richiesto è quello previsto dalla normativa vigente al momento del conseguimento del titolo stesso.
La procedura da seguire per designare gli scrutatori è indicata nell'art.6 della legge 8 marzo 1989, n.85, (modificato dall'art.9, comma 4, della legge 21 dicembre 2005, n.270, e dall'art.3-quinquies, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n.1, come inserito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n.22).
Alla stregua delle indicate modifiche normative, la designazione degli scrutatori tra le persone iscritte all'albo deve avvenire – tra il 25° e il 20° giorno antecedenti la data del voto, in seduta pubblica preannunziata due giorni prima con apposito manifesto – con il criterio della nomina all'unanimità da parte dei componenti della Commissione elettorale comunale (composta dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali) o, nel caso che non si raggiunga l'unanimità, con una procedura di nomina per votazione.
La Commissione elettorale comunale nella sua autonomia, sempre a condizione che ricorra il presupposto della decisione unanime di tutti i componenti, potrebbe comunque avvalersi del sorteggio solo quale criterio "preselettivo", per poi procedere successivamente a formalizzare le relative designazioni.

12. Quali sono i documenti di identità da presentare al momento del voto?
I documenti di identità da presentare al momento del voto sono quelli ricompresi in una delle tre seguenti categorie:
• a) carta d'identità o altro documento d'identificazione munito di fotografia, anche se scaduto, rilasciato dalla pubblica amministrazione;
• b) tessera di riconoscimento rilasciata dall'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare;
• c) tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia.

13. A quali condizioni i rappresentanti di lista possono votare nei seggi presso i quali sono designati?
L'esercizio del diritto di voto nel seggio di regolare designazione per i rappresentanti effettivo e supplente di una stessa lista è previsto nel caso in cui tali rappresentanti si accreditino entrambi presso il seggio medesimo ed esercitino effettivamente tali funzioni (ovviamente in tempi diversi, essendo, come detto, uno supplente dell'altro).

14. Come può esercitare il diritto di voto chi si trova ricoverato in un ospedale?
L'elettore che sia degente in un ospedale o casa di cura è ammesso a votare nel luogo di ricovero. A tal fine deve presentare al Sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto un'apposita dichiarazione recante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura e l'attestazione del direttore sanitario dello stesso luogo di cura comprovante il ricovero. Tale dichiarazione, da inoltrare per il tramite del direttore amministrativo o del segretario dell'istituto di cura, deve pervenire al suddetto comune non oltre il terzo giorno antecedente la votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018.

15. Quali elettori diversamente abili hanno diritto ad essere accompagnati nella cabina elettorale per esercitare il diritto di voto?
Possono essere accompagnati all'interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell'espressione autonoma del voto, e cioè i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità. Ciò premesso, sono ammessi al voto assistito presso il seggio gli elettori che, presentando apposita certificazione sanitaria, abbiano ottenuto, da parte del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, l'inserimento sulla propria tessera elettorale dell'annotazione del diritto al voto assistito mediante apposizione del codice (AVD).
Possono anche essere ammessi a votare con un accompagnatore gli elettori il cui impedimento fisico nell'espressione autonoma del voto sia evidente. Quando manchi il suddetto simbolo o codice sulla tessera elettorale o quando l'impedimento fisico non sia evidente il diritto al voto assistito può essere dimostrato con un certificato medico - redatto da un funzionario medico designato dai competenti organi delle aziende sanitarie locali - nel quale sia espressamente attestato che l'infermità fisica impedisce all'elettore di esprimere il voto senza l'aiuto di un altro elettore.
L'ammissione al voto assistito non è quindi consentita per infermità che non influiscono sulla capacità visiva oppure sul movimento degli arti superiori, ivi comprese le infermità che riguardano esclusivamente la sfera psichica dell'elettore. Gli handicap di natura psichica hanno infatti rilevanza ai fini del diritto al voto assistito solo allorquando la relativa condizione patologica comporti una menomazione fisica che incida sulla capacità di esercitare materialmente il diritto di voto.
Si precisa che nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un diversamente abile.
Sulla tessera elettorale dell'accompagnatore, all'interno di uno degli spazi per la certificazione del voto, è fatta apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale l'elettore di fiducia ha assolto a tale compito. Infatti il presidente, prima di consegnare la scheda, deve:
• a) richiedere la tessera elettorale anche all'accompagnatore dell'elettore fisicamente impedito, per assicurarsi che egli sia elettore e che non abbia già svolto la funzione di accompagnatore;
• b) accertarsi, interpellandolo appositamente, se l'elettore fisicamente impedito abbia liberamente scelto il suo accompagnatore e ne conosca il nome e cognome.

16. Sono previste misure per agevolare l'esercizio del diritto di voto agli elettori non deambulanti?
Sì. Gli elettori non deambulanti, iscritti in sezioni elettorali ubicate in edifici non accessibili mediante sedia a ruote, possono votare in qualsiasi altra sezione elettorale del comune allestita in un edificio privo di barriere architettoniche.
Tali elettori, per poter votare, oltre alla tessera elettorale, devono presentare una documentazione dalla quale risulti l'impossibilità o la capacità gravemente ridotta di deambulazione, e precisamente:
• una certificazione medica rilasciata dall'azienda sanitaria locale oppure;
• una copia autentica della patente di guida speciale.
Il voto è espresso nella cabina o al tavolo appositamente allestiti per gli elettori non deambulanti.

17. Sono previste particolari modalità per consentire l'espressione del voto ad elettori affetti da gravissime infermità che ne rendono impossibile l'allontanamento dalla propria abitazione?
Sì. Gli elettori affetti da gravissime infermità, tali da renderne impossibile l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano (anche con l'ausilio dei servizi di trasporto messi a disposizione dal comune per agevolare il raggiungimento del seggio da parte dei portatori di handicap) e gli elettori affetti da gravi infermità, che si trovino in dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l'allontanamento dall'abitazione, hanno la possibilità di votare a domicilio.
La domanda, corredata da un certificato medico della ASL e dalla copia della tessera elettorale, deve pervenire al comune di iscrizione elettorale entro il ventesimo giorno antecedente la data della votazione, e cioè entro il 12 febbraio 2018.

18. I detenuti hanno diritto di voto?
Il diritto di prendere parte alla votazione è riconosciuto ai detenuti che non siano incorsi nella perdita della capacità elettorale (a seguito dell'interdizione dai pubblici uffici).
Gli interessati devono far pervenire al sindaco del comune, non oltre il terzo giorno antecedente la data della votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto nel luogo di detenzione.
La dichiarazione, che deve espressamente indicare il numero della sezione alla quale l'elettore è assegnato, deve recare in calce l'attestazione del direttore dell'istituto comprovante la detenzione dell'elettore ed è inoltrata al comune per il tramite del direttore stesso.

19. Quali sono i soggetti competenti ad autenticare le firme?
I soggetti competenti ad autenticare le firme per la presentazione delle liste e per le designazioni dei rappresentanti di lista presso i seggi sono quelli indicati nell'art.14 della legge n.53/90, nel testo modificato dalla recente legge 3 novembre 2017, n.165, che abilita all'esercizio della funzione anche i sindaci metropolitani, i componenti della conferenza metropolitana, e i consiglieri metropolitani.
Le funzioni di autenticazione devono essere materialmente svolte da tali soggetti all'interno del territorio di rispettiva competenza.
I consiglieri provinciali e i funzionari provinciali incaricati possono ancora autenticare le firme anche se le province sono, ora, organi eletti con consultazioni di secondo grado. Ciò, infatti, non incide in alcun modo sulle loro potestà autenticanti, che sono rimaste immutate ai sensi del suddetto art.14 della legge n.53/90.
La legge 3 novembre 2017, n.165 ha previsto che, esclusivamente per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 4 marzo 2018, sono abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni nel procedimento elettorale, oltre ai soggetti indicati all'art.14 della legge 21 marzo 1990, n.53, gli avvocati abilitati al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori iscritti all'albo di un distretto rientrante nella circoscrizione elettorale.

20. Qual è la procedura di voto per gli elettori italiani residenti all'estero?
Per gli italiani residenti all'estero la modalità ordinaria di espressione del voto, prevista dalla legge per le elezioni politiche e per i referendum nazionali, è quella per corrispondenza. Gli elettori residenti all'estero sono quindi iscritti d'ufficio nelle liste elettorali degli aventi diritto al voto per corrispondenza.
I cittadini che intendano esercitare il diritto di voto in Italia devono aver prodotto espressa opzione in tal senso al Consolato di appartenenza entro il decimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di indizione delle elezioni, e cioè entro l'8 gennaio 2018.
Il Ministero degli Esteri ha diffuso, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari, un apposito modello per l'esercizio dell'opzione.

21. Chi stampa ed invia le schede per gli elettori all'estero?
Il Ministero dell'Interno consegna al Ministero degli Esteri i modelli delle schede elettorali non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione.
Sulla base delle istruzioni fornite dal Ministero degli Esteri, le rappresentanze diplomatiche e consolari provvedono alla stampa delle schede di votazione e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero.
Gli Uffici consolari, ai sensi del comma 3, dell'art.12 della legge n.459/2001, spediscono "....con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità....", al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:
• il certificato elettorale;
• le schede e la relativa busta piccola, nonché una busta grande affrancata recante l'indirizzo dell'Ufficio consolare competente;
• un foglio esplicativo delle modalità di voto.

22. Come si vota all'estero per corrispondenza?
L'elettore, ricevuto il plico con le schede:
• esprime il proprio voto sulle schede: il voto è espresso tracciando un segno sulla lista prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene; può inoltre esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre; il voto di preferenza espresso validamente per un candidato è considerato quale voto alla medesima lista se l'elettore non ha tracciato altro segno in altro spazio della scheda;
• introduce le schede nella relativa busta piccola e la chiude;
• inserisce, nella busta grande affrancata, il tagliando staccato dal certificato elettorale (comprovante l'avvenuto esercizio del diritto di voto) e la busta piccola contenente le sole schede;
• spedisce, infine, il tutto al Consolato competente. (art.11 della legge 27 dicembre 2001, n.459 e art.15 del d.P.R. 2 aprile 2003, n.104).
Saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia, e quindi entro le ore 16 di giovedì 1° marzo 2018 (art.12, comma 7, della legge n.459 del 2001).
Gli elettori residenti all'estero che, entro quattordici giorni dalla data della votazione in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con le schede, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato.

23. Come si scrutina il voto espresso all'estero?
Le schede votate dagli elettori all'estero, incluse nelle apposite buste pervenute per corrispondenza agli Uffici consolari, vengono spedite in Italia dai Consolati mediante valigia diplomatica accompagnata. I plichi arrivati in Italia vengono presi in consegna dall'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, istituito appositamente presso la Corte d'appello di Roma, nel cui ambito - sulla base dell'elenco degli elettori fornito dal Ministero dell'Interno - vengono costituiti seggi elettorali per lo scrutinio delle schede pervenute.
Le operazioni di scrutinio iniziano alla medesima ora dello spoglio dei voti espressi nei seggi istituiti sul territorio nazionale, e cioè alle ore 23 di domenica 4 marzo.

24. Gli studenti che partecipano a progetti di formazione all'estero possono esprimere il loro voto per corrispondenza nella località in cui si trovano al momento della consultazione?
Sì. La legge 6 maggio 2015, n.52, ha apportato modifiche anche alla normativa sul voto all'estero, prevedendo - in occasione di elezioni politiche o referendum nazionali - la possibilità di votare per corrispondenza all'estero per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano temporaneamente all'estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale è ricompresa la data della votazione. Questa possibilità è prevista dalla medesima legge anche per i loro familiari conviventi. A tal fine, i suddetti elettori possono formulare al comune di iscrizione elettorale un'espressa opzione per il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero - valida per un'unica consultazione - che deve pervenire al comune entro e non oltre il trentaduesimo giorno antecedente la data di svolgimento della consultazione, e cioè entro il 31 gennaio 2018 (art.4 bis, comma 2, della legge n.459/2001, modificato dall'art.6, comma 2, della legge n.165/2017).

25. Come dev'essere redatta la dichiarazione di opzione dei cittadini temporaneamente all'estero?
La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e necessariamente corredata di copia di un documento d'identità valido dell'elettore, deve in ogni caso contenere l'indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale ed una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 1 dell'art.4-bis della legge n.459/01 (presenza prevista all'estero per almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche).
La domanda deve ritenersi validamente prodotta anche se l'interessato non si trovi già all'estero al momento della domanda stessa, purché il periodo previsto e dichiarato di temporanea presenza all'estero comprenda la data stabilita per la votazione.
Si suggerisce, comunque, di utilizzare l'apposito modello pubblicato in formato pdf editabile su questo sito.

26. Un cittadino italiano residente all'estero che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, si trovi temporaneamente all'estero in una località diversa da quella nella quale è residente può votare all'estero nel posto in cui è al momento temporaneamente domiciliato?
Sì, può votare presentando domanda al comune come elettore temporaneamente all'estero. Ricevuta la conseguente comunicazione dal comune, questo Ministero provvederà a cancellarlo dall'elenco elettori della sede consolare di residenza e ad iscriverlo in quello della sede di temporanea presenza.

27. Il periodo previsto di tre mesi di temporanea presenza all'estero è richiesto anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per corrispondenza?
No. La legge, ai fini del diritto al voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero, non richiede che il requisito del periodo di tre mesi di presenza all'estero sussista anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero.

28. Chi svolge il Servizio civile all'estero può presentare opzione di voto per corrispondenza come temporaneo all'estero?
Sì. Chi svolge il Servizio civile all'estero rientra senz'altro tra gli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per motivi di lavoro.

29. Quando avviene lo scrutinio delle schede, si comincia con il Senato o con la Camera?
Alle ore 23 della domenica 4 marzo prima si procede all'accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati.

30. Quando comincia lo spoglio delle elezioni regionali di Lazio e Lombardia?
Lo scrutinio delle schede votate per le elezioni regionali del Lazio e della Lombardia si effettua dalle ore 14 di lunedì 5 marzo, dopo che siano state ultimate le operazioni di spoglio relative al Senato e alla Camera dei deputati.

31. Si può accedere nella cabina elettorale con il telefono cellulare?
No. Il telefono cellulare dev'essere consegnato ai componenti del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione.

32. Nel caso in cui l'elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione?
Sì, secondo la più recente giurisprudenza, l'elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le "schede deteriorate".

33. I minori possono accedere nella cabina elettorale con il proprio genitore?
No. L'elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale, fatti salvi i casi tassativamente previsti dalla legge di voto assistito, con la presenza di accompagnatori per gli elettori materialmente impediti nell'espressione autonoma del voto.

34. Chi detiene legalmente un'arma, può accedere al seggio armato?
No. Gli elettori non possono entrare nella sala delle elezioni armati o muniti di strumenti atti ad offendere.

35. Uno scrutatore, già designato, come può giustificare la sua assenza?
Con gravi motivi di salute od altro impedimento di analoga gravità appositamente dimostrato con documentazione idonea.

36. Quali criteri determinano l'esclusione di un contrassegno elettorale?
I criteri di esclusione di un contrassegno elettorale possono così sintetizzarsi:
1. confondibilità con contrassegni utilizzati da partiti tradizionalmente presenti in Parlamento o comunque utilizzati notoriamente da altre formazioni politiche o presentati al solo scopo di precluderne l'uso ad altre formazioni politiche interessate a farne uso;
2. riproduzione di immagini o soggetti religiosi;
3. confondibilità con contrassegni nuovi e non conosciuti dal corpo elettorale, depositati prima al Ministero dell'interno in occasione della medesima elezione;
4. riproduzione di simboli, diciture, ecc...che richiamano ideologie autoritarie;
riproduzioni di nomi di persone o simboli di società senza la relativa autorizzazione all'uso.

37. Un elettore può essere candidato sia alla Camera che al Senato?
No. A pena di nullità dell'elezione nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e al Senato.

38. Vorrei chiedere al mio Comune la carta d'identità elettronica (CIE). Se il 4 marzo prossimo la CIE non mi sarà stata ancora consegnata potrò, in mancanza di altro documento di identificazione, votare con la ricevuta della richiesta di CIE?
Si. La ricevuta, infatti, contiene la fotografia e i dati anagrafici del richiedente la CIE, ed il numero della CIE cui si riferisce. Essa pertanto costituisce documento di riconoscimento ai sensi dell'art.1, comma 1, lettera c) del DPR n.445/2000.

 

 

Filippo Fritelli parte per primo e si ricandida alle prossime amministrative lanciando il progetto #SalsoMigliore2018

Salsomaggiore Terme – 1 marzo 2018 - Sala Mainardi gremita al Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore. Nonostante il maltempo oltre 100 salsesi hanno voluto essere presenti alla serata dedicata alla ufficializzazione della candidatura di Filippo Fritelli alle prossime elezioni amministrative di primavera.

Fritelli dunque - affiancato dai due segretari del PD (provinciale e comunale) Nicola Cesari e Marco Taccagni, spariglia le carte e per primo occupa il campo lanciando il progetto #SalsoMigliore2018 ovvero "non abbiamo alcuna incertezza nel rilanciare la nostra proposta di governo per la nostra cittadina affinchè tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora possa giungere a compimento per l'interesse di tutti".

Quanto ereditato dalle precedenti giunte inizialmente pesava come un macigno sulle spalle di chi si è rimboccato le maniche per individuare tutte le possibili soluzioni per portare in sicurezza un paese che era sull'orlo del baratro e con lo spettro di un ennesimo commissariamento.

"Credetemi – ha detto Fritelli ai numerosi presenti - la bacchetta magica non esiste, i vincoli di natura burocratica nazionali ed europei sono molteplici, ma noi abbiamo fatto e faremo tutto quanto realizzabile in tempi adeguati per portare la nostra realtà, ricca di valori, in sicurezza e stabilità per guadagnare uno sviluppo meritato e soprattutto possibile".

La rivendicazione delle scelte operate sui temi del termalismo, della riorganizzazione della macchina comunale, della gestione oculata del territorio, dei rifiuti, dell'attenzione per il sociale e le marginalità, del rilancio del turismo, dello sport e delle manifestazioni culturali e ricreative in genere e tante altre cose fatte o avviate sono punti fermi del discorso di Fritelli che ribadisce convintamente al suo popolo che la partecipazione alla "res pubblica" è fondamentale per costruire il bene collettivo.

"Siamo qua a braccia aperte per accogliere ogni proposta utile e fattibile da parte della cittadinanza e delle forze politiche che vogliono renderle concrete , ciò che non possiamo e non vogliamo fare invece è fare una politica fatta di soli slogan, senza un retroterra di vere soluzioni di spessore praticabili, oggi ahimè sempre più frequenti".

L'applauso dei presenti sostiene il sindaco che non intende indietreggiare su nulla, mostra solidità e rilancia progetti di sostenibilità per il paese. Molti altri sindaci parmensi sono presenti in sala per dare man forte a Fritelli, tra gli altri: Massari di Fidenza, Censi di Polesine-Zibello, Trivelloni di Fontanellato e tutta la squadra di governo e di lista che con lui hanno condiviso il percorso negli ultimi cinque anni.

"Per noi sindaci dell'ultima generazione – ha commentato Cesari – Filippo ha rappresentato un modello-esempio decisamente imitabile con la differenza che lui aveva una eredità tutt'altro che facile da sbrogliare; lo ha fatto e lo sta facendo con meticolosità, impegno massima dedizione e lasciatemelo dire con competenza: una competenza che ha dimostrato chiaramente gestendo un'altra situazione non certo agevole come quella della nostra provincia".

L'ultimo slancio spetta a Marco Taccagni che motiva il pubblico toccando un tema che a Salsomaggiore fa ancora discutere : " Non dimenticate da dove veniamo , non dimentichiamo tutti le promesse delle destre che ogni volta che sono state chiamate al governo di questa città hanno clamorosamente fallito perché avevano il solo progetto di facciata di combattere l'avversario e non di proporre e sostenere lealmente i loro candidati e alleati. Pensate che lo scenario di oggi sia cambiato?

(videohttps://youtu.be/sWYAWJNNlsU )

Attenzione, non è valido il voto disgiunto. Se si traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo di un candidato uninominale e un altro segno su una lista che non sostiene il candidato dell'uninominale, il voto è nullo.

Quest'anno, per la prima volta, la scheda ha un tagliando antifrode. Al seggio l'elettore riceverà una scheda dotata di un codice identificativo riportato su un tagliando rimovibile. Il presidente del seggio deve registrare questo codice e, quando l'elettore ha votato, controllare che il codice della scheda chiusa corrisponda a quello annotato sul registro. A quel punto rimuoverà il tagliando e inserirà la scheda nell'urna. Questo meccanismo serve a contrastare il voto di scambio: sarà infatti possibile verificare che la scheda consegnata dall'elettore sia quella che gli è stata consegnata dal presidente del seggio e non un'altra.

Cosa non fare
Le liste sono bloccate, quindi non va tracciato nessun segno sul nome di un candidato della lista plurinominale ma solo sul simbolo della lista.
Il voto disgiunto non è ammesso. Se si traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo di un candidato uninominale e un altro segno su una lista che non sostiene il candidato dell'uninominale, il voto è nullo. Il voto disgiunto è ammesso solo nelle elezioni amministrative.

Il 4 marzo 2018 si svolgeranno le elezioni politiche. Gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi deputati e senatori del Parlamento. Sono elettori della Camera tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Per votare al Senato è necessario aver compiuto venticinque anni. Il voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione; esso è personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un diritto e un dovere civico. Nel 2018 si voterà per la prima volta con una nuova ed articolata legge elettorale, il c.d. Rosatellum (dal nome del suo relatore di maggioranza). Complessivamente i cittadini italiani aventi diritto al voto sono: 51,2 mln (dato aggiornato al 30 giugno 2017), di cui circa 24,8 mln maschi e 26,4 mln femmine. Sul totale degli aventi diritto al voto, 4,2 mln sono gli elettori stimati, residenti all'estero. I giovani alla prima espressione di voto sono stimati oltre 500 mila. Le ultime rilevazioni sui numeri del corpo elettorale verranno effettuate fra il 17 e il 19 febbraio.

Video spot
https://youtu.be/PfMQml6soZE 
Approfondimenti
http://www.interno.gov.it/it/speciali/elezioni-2018

 

- Come si vota -

 

schede_elettorali_2018_1.jpg

 

FAQ - Domande frequenti: http://dait.interno.gov.it/elezioni/faq-elezioni-politiche-2018 

- (PDF scaricabile) - 

1. Qual è il sistema elettorale introdotto dalla nuova legge 3 novembre 2017, n.165?

La nuova legge 3 novembre 2017, n.165, recante "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali" delinea un sistema elettorale "misto", con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
L'assegnazione di 232 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) e di 116 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.
L'assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla medesima legge. Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Resta ferma la specificità della normativa dettata dalla legge 27 dicembre 2001, n.459, che prevede l'assegnazione con metodo proporzionale dei seggi della circoscrizione Estero (12 per la Camera e 6 per il Senato), e stabilisce peculiari modalità per l'esercizio del diritto di voto per corrispondenza all'estero.

2. Qual è la disciplina che i partiti, i gruppi e i movimenti politici devono osservare per presentare liste di candidati alle elezioni?
I partiti, i gruppi e i movimenti politici per presentare liste di candidati alle elezioni devono innanzitutto depositare presso il Ministero dell'Interno i contrassegni tra il 44° e il 42° giorno antecedente la data delle elezioni, e quindi nelle giornate di venerdì 19 (dalle ore 8 alle ore 20), sabato 20 (dalle ore 8 alle ore 20) e domenica 21 gennaio 2018 (dalle ore 8 alle ore 16).
Il deposito dei contrassegni - corredato dalla documentazione attestante la legittimazione dei depositanti - consente ai partiti, movimenti e gruppi politici di presentare le liste dei candidati nei collegi plurinominali e i candidati nei collegi uninominali presso i competenti Uffici delle Corti d'appello per la Camera, per il Senato, e per la circoscrizione Estero.
Le liste devono essere presentate a tali Uffici dal 35° al 34° giorno antecedente la data delle elezioni, e cioè tra il 28 gennaio - dalle ore 8 alle ore 20 - e il 29 gennaio 2018, sempre dalle ore 8 alle ore 20 (artt.14 e seguenti del d.P.R. 361/57 e successive modificazioni).

3. Dove può essere reperita la modulistica per la presentazione delle candidature?
La modulistica di riferimento per la presentazione delle candidature è inserita nell'ambito delle Pubblicazioni n.1e n.2, relative, rispettivamente, alle Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica nelle circoscrizioni/regioni del territorio nazionale, e nella circoscrizione Estero.
Tali pubblicazioni sono anche reperibili nel sito del Ministero dell'Interno.

4. Quali disposizioni sono state introdotte dalla legge 3 novembre 2017, n.165, in materia di trasparenza?
L'art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165, ha previsto che in un'apposita sezione del sito internet del Ministero dell'interno (denominata "Elezioni trasparenti") siano pubblicati in maniera facilmente accessibile - entro dieci giorni dalla scadenza del termine per il deposito del contrassegno - per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
• a) il contrassegno depositato, con l'indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito;
• b) lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza;
• c) il programma elettorale con il nome e cognome del capo della forza politica.
Nella medesima sezione del sito, entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle liste, sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascun collegio.

5. Che cos'è il "tagliando antifrode"?
Le nuove schede elettorali sono dotate di un'appendice cartacea munita di un "tagliando antifrode" con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l'elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, tale appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all'elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda stessa nell'urna (art.31, comma 6, e art.58 del d.P.R. n.361/57, come sostituito dall'art.1, commi 18 e 19, della legge n.165/2017).

6. Quali sono le modalità di espressione del voto?
Il seggio consegna all'elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (sempreché l'elettore abbia compiuto 25 anni, altrimenti gli viene consegnata la sola scheda per la Camera). I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate.
I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.
Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell'elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale, con apposita esplicitazione che:
• a) il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa;
• b) il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.
Se l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.
Se l'elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.
Se l'elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto (art.59 bis del d.P.R. n.361/57, come novellato dall'art.1, comma 21, della legge n.165/2017).

7. Dove e come si rinnova la tessera elettorale che ha esaurito i diciotto spazi per la certificazione del voto?
La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, al fine di evitare una concentrazione delle domande di rinnovo nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; tale ufficio resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23.

8. Per chi lavora fuori dalla propria regione, in Italia, vi è la possibilità di votare in un seggio diverso da quello di appartenenza? Se è possibile, quali documenti occorrono?
La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti, i componenti dell'Ufficio elettorale di sezione e le Forze dell'ordine; inoltre i rappresentanti di lista, designati dai partiti, possono votare presso il seggio in cui svolgono tali funzioni qualora siano elettori dello stesso collegio plurinominale alla Camera e della regione al Senato.
Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza e recarsi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.

9. Dove posso fare la domanda per essere chiamato come scrutatore?
Per essere designato quale scrutatore occorre essere iscritti nell'apposito albo degli scrutatori che si tiene in ogni comune.
Entro il mese di ottobre di ogni anno il Sindaco, con manifesto da affiggere nell'Albo pretorio del comune ed in altri luoghi pubblici, invita gli elettori che desiderano essere inseriti nell'Albo degli scrutatori a farne apposita domanda entro il mese di novembre.

10. In considerazione del mutato stato giuridico del personale che espleta i servizi postali e ferroviari, a seguito della privatizzazione del rapporto di lavoro, è ancora operante per tali categorie di lavoratori l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario?
Sì. I requisiti per l'inclusione nell'albo delle persone idonee all'ufficio di presidente o di componente di seggio elettorale e per la conseguente nomina sono tassativamente stabiliti dalla legge. Si richiama al riguardo l'art.38 del d.P.R. 30 marzo 1957, n.361, recante "Testo Unico per l'elezione della Camera dei deputati", che espressamente prevede l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario per i dipendenti dei Ministeri dell'Interno, delle Poste e telecomunicazioni e dei Trasporti. Si ritiene che l'intervenuta privatizzazione della maggior parte dei rapporti di lavoro non implichi l'eliminazione del divieto a svolgere le anzidette funzioni per tali lavoratori, in quanto l'esclusione deve intendersi correlata alle attività dagli stessi espletate, che rimangono essenziali per la regolarità delle complesse procedure elettorali anche nei giorni della votazione.

11. Come avviene la designazione degli scrutatori da parte della Commissione elettorale comunale?
Per svolgere le funzioni di scrutatore è prevista l'iscrizione a un apposito albo tenuto presso ogni comune. In particolare, ai sensi dell'art.1 della legge 8 marzo 1989, n.95, l'iscrizione all'albo è subordinata sia alla presentazione di apposita domanda nei termini e con le modalità di legge (entro il mese di novembre di ogni anno), sia al possesso dell'elettorato attivo e, infine, all'avere assolto gli obblighi scolastici. Il titolo di studio richiesto è quello previsto dalla normativa vigente al momento del conseguimento del titolo stesso.
La procedura da seguire per designare gli scrutatori è indicata nell'art.6 della legge 8 marzo 1989, n.85, (modificato dall'art.9, comma 4, della legge 21 dicembre 2005, n.270, e dall'art.3-quinquies, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n.1, come inserito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n.22).
Alla stregua delle indicate modifiche normative, la designazione degli scrutatori tra le persone iscritte all'albo deve avvenire – tra il 25° e il 20° giorno antecedenti la data del voto, in seduta pubblica preannunziata due giorni prima con apposito manifesto – con il criterio della nomina all'unanimità da parte dei componenti della Commissione elettorale comunale (composta dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali) o, nel caso che non si raggiunga l'unanimità, con una procedura di nomina per votazione.
La Commissione elettorale comunale nella sua autonomia, sempre a condizione che ricorra il presupposto della decisione unanime di tutti i componenti, potrebbe comunque avvalersi del sorteggio solo quale criterio "preselettivo", per poi procedere successivamente a formalizzare le relative designazioni.

12. Quali sono i documenti di identità da presentare al momento del voto?
I documenti di identità da presentare al momento del voto sono quelli ricompresi in una delle tre seguenti categorie:
• a) carta d'identità o altro documento d'identificazione munito di fotografia, anche se scaduto, rilasciato dalla pubblica amministrazione;
• b) tessera di riconoscimento rilasciata dall'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare;
• c) tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia.

13. A quali condizioni i rappresentanti di lista possono votare nei seggi presso i quali sono designati?
L'esercizio del diritto di voto nel seggio di regolare designazione per i rappresentanti effettivo e supplente di una stessa lista è previsto nel caso in cui tali rappresentanti si accreditino entrambi presso il seggio medesimo ed esercitino effettivamente tali funzioni (ovviamente in tempi diversi, essendo, come detto, uno supplente dell'altro).

14. Come può esercitare il diritto di voto chi si trova ricoverato in un ospedale?
L'elettore che sia degente in un ospedale o casa di cura è ammesso a votare nel luogo di ricovero. A tal fine deve presentare al Sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto un'apposita dichiarazione recante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura e l'attestazione del direttore sanitario dello stesso luogo di cura comprovante il ricovero. Tale dichiarazione, da inoltrare per il tramite del direttore amministrativo o del segretario dell'istituto di cura, deve pervenire al suddetto comune non oltre il terzo giorno antecedente la votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018.

15. Quali elettori diversamente abili hanno diritto ad essere accompagnati nella cabina elettorale per esercitare il diritto di voto?
Possono essere accompagnati all'interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell'espressione autonoma del voto, e cioè i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità. Ciò premesso, sono ammessi al voto assistito presso il seggio gli elettori che, presentando apposita certificazione sanitaria, abbiano ottenuto, da parte del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, l'inserimento sulla propria tessera elettorale dell'annotazione del diritto al voto assistito mediante apposizione del codice (AVD).
Possono anche essere ammessi a votare con un accompagnatore gli elettori il cui impedimento fisico nell'espressione autonoma del voto sia evidente. Quando manchi il suddetto simbolo o codice sulla tessera elettorale o quando l'impedimento fisico non sia evidente il diritto al voto assistito può essere dimostrato con un certificato medico - redatto da un funzionario medico designato dai competenti organi delle aziende sanitarie locali - nel quale sia espressamente attestato che l'infermità fisica impedisce all'elettore di esprimere il voto senza l'aiuto di un altro elettore.
L'ammissione al voto assistito non è quindi consentita per infermità che non influiscono sulla capacità visiva oppure sul movimento degli arti superiori, ivi comprese le infermità che riguardano esclusivamente la sfera psichica dell'elettore. Gli handicap di natura psichica hanno infatti rilevanza ai fini del diritto al voto assistito solo allorquando la relativa condizione patologica comporti una menomazione fisica che incida sulla capacità di esercitare materialmente il diritto di voto.
Si precisa che nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un diversamente abile.
Sulla tessera elettorale dell'accompagnatore, all'interno di uno degli spazi per la certificazione del voto, è fatta apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale l'elettore di fiducia ha assolto a tale compito. Infatti il presidente, prima di consegnare la scheda, deve:
• a) richiedere la tessera elettorale anche all'accompagnatore dell'elettore fisicamente impedito, per assicurarsi che egli sia elettore e che non abbia già svolto la funzione di accompagnatore;
• b) accertarsi, interpellandolo appositamente, se l'elettore fisicamente impedito abbia liberamente scelto il suo accompagnatore e ne conosca il nome e cognome.

16. Sono previste misure per agevolare l'esercizio del diritto di voto agli elettori non deambulanti?
Sì. Gli elettori non deambulanti, iscritti in sezioni elettorali ubicate in edifici non accessibili mediante sedia a ruote, possono votare in qualsiasi altra sezione elettorale del comune allestita in un edificio privo di barriere architettoniche.
Tali elettori, per poter votare, oltre alla tessera elettorale, devono presentare una documentazione dalla quale risulti l'impossibilità o la capacità gravemente ridotta di deambulazione, e precisamente:
• una certificazione medica rilasciata dall'azienda sanitaria locale oppure;
• una copia autentica della patente di guida speciale.
Il voto è espresso nella cabina o al tavolo appositamente allestiti per gli elettori non deambulanti.

17. Sono previste particolari modalità per consentire l'espressione del voto ad elettori affetti da gravissime infermità che ne rendono impossibile l'allontanamento dalla propria abitazione?
Sì. Gli elettori affetti da gravissime infermità, tali da renderne impossibile l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano (anche con l'ausilio dei servizi di trasporto messi a disposizione dal comune per agevolare il raggiungimento del seggio da parte dei portatori di handicap) e gli elettori affetti da gravi infermità, che si trovino in dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l'allontanamento dall'abitazione, hanno la possibilità di votare a domicilio.
La domanda, corredata da un certificato medico della ASL e dalla copia della tessera elettorale, deve pervenire al comune di iscrizione elettorale entro il ventesimo giorno antecedente la data della votazione, e cioè entro il 12 febbraio 2018.

18. I detenuti hanno diritto di voto?
Il diritto di prendere parte alla votazione è riconosciuto ai detenuti che non siano incorsi nella perdita della capacità elettorale (a seguito dell'interdizione dai pubblici uffici).
Gli interessati devono far pervenire al sindaco del comune, non oltre il terzo giorno antecedente la data della votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto nel luogo di detenzione.
La dichiarazione, che deve espressamente indicare il numero della sezione alla quale l'elettore è assegnato, deve recare in calce l'attestazione del direttore dell'istituto comprovante la detenzione dell'elettore ed è inoltrata al comune per il tramite del direttore stesso.

19. Quali sono i soggetti competenti ad autenticare le firme?
I soggetti competenti ad autenticare le firme per la presentazione delle liste e per le designazioni dei rappresentanti di lista presso i seggi sono quelli indicati nell'art.14 della legge n.53/90, nel testo modificato dalla recente legge 3 novembre 2017, n.165, che abilita all'esercizio della funzione anche i sindaci metropolitani, i componenti della conferenza metropolitana, e i consiglieri metropolitani.
Le funzioni di autenticazione devono essere materialmente svolte da tali soggetti all'interno del territorio di rispettiva competenza.
I consiglieri provinciali e i funzionari provinciali incaricati possono ancora autenticare le firme anche se le province sono, ora, organi eletti con consultazioni di secondo grado. Ciò, infatti, non incide in alcun modo sulle loro potestà autenticanti, che sono rimaste immutate ai sensi del suddetto art.14 della legge n.53/90.
La legge 3 novembre 2017, n.165 ha previsto che, esclusivamente per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 4 marzo 2018, sono abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni nel procedimento elettorale, oltre ai soggetti indicati all'art.14 della legge 21 marzo 1990, n.53, gli avvocati abilitati al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori iscritti all'albo di un distretto rientrante nella circoscrizione elettorale.

20. Qual è la procedura di voto per gli elettori italiani residenti all'estero?
Per gli italiani residenti all'estero la modalità ordinaria di espressione del voto, prevista dalla legge per le elezioni politiche e per i referendum nazionali, è quella per corrispondenza. Gli elettori residenti all'estero sono quindi iscritti d'ufficio nelle liste elettorali degli aventi diritto al voto per corrispondenza.
I cittadini che intendano esercitare il diritto di voto in Italia devono aver prodotto espressa opzione in tal senso al Consolato di appartenenza entro il decimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di indizione delle elezioni, e cioè entro l'8 gennaio 2018.
Il Ministero degli Esteri ha diffuso, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari, un apposito modello per l'esercizio dell'opzione.

21. Chi stampa ed invia le schede per gli elettori all'estero?
Il Ministero dell'Interno consegna al Ministero degli Esteri i modelli delle schede elettorali non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione.
Sulla base delle istruzioni fornite dal Ministero degli Esteri, le rappresentanze diplomatiche e consolari provvedono alla stampa delle schede di votazione e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero.
Gli Uffici consolari, ai sensi del comma 3, dell'art.12 della legge n.459/2001, spediscono "....con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità....", al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:
• il certificato elettorale;
• le schede e la relativa busta piccola, nonché una busta grande affrancata recante l'indirizzo dell'Ufficio consolare competente;
• un foglio esplicativo delle modalità di voto.

22. Come si vota all'estero per corrispondenza?
L'elettore, ricevuto il plico con le schede:
• esprime il proprio voto sulle schede: il voto è espresso tracciando un segno sulla lista prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene; può inoltre esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre; il voto di preferenza espresso validamente per un candidato è considerato quale voto alla medesima lista se l'elettore non ha tracciato altro segno in altro spazio della scheda;
• introduce le schede nella relativa busta piccola e la chiude;
• inserisce, nella busta grande affrancata, il tagliando staccato dal certificato elettorale (comprovante l'avvenuto esercizio del diritto di voto) e la busta piccola contenente le sole schede;
• spedisce, infine, il tutto al Consolato competente. (art.11 della legge 27 dicembre 2001, n.459 e art.15 del d.P.R. 2 aprile 2003, n.104).
Saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia, e quindi entro le ore 16 di giovedì 1° marzo 2018 (art.12, comma 7, della legge n.459 del 2001).
Gli elettori residenti all'estero che, entro quattordici giorni dalla data della votazione in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con le schede, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato.

23. Come si scrutina il voto espresso all'estero?
Le schede votate dagli elettori all'estero, incluse nelle apposite buste pervenute per corrispondenza agli Uffici consolari, vengono spedite in Italia dai Consolati mediante valigia diplomatica accompagnata. I plichi arrivati in Italia vengono presi in consegna dall'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, istituito appositamente presso la Corte d'appello di Roma, nel cui ambito - sulla base dell'elenco degli elettori fornito dal Ministero dell'Interno - vengono costituiti seggi elettorali per lo scrutinio delle schede pervenute.
Le operazioni di scrutinio iniziano alla medesima ora dello spoglio dei voti espressi nei seggi istituiti sul territorio nazionale, e cioè alle ore 23 di domenica 4 marzo.

24. Gli studenti che partecipano a progetti di formazione all'estero possono esprimere il loro voto per corrispondenza nella località in cui si trovano al momento della consultazione?
Sì. La legge 6 maggio 2015, n.52, ha apportato modifiche anche alla normativa sul voto all'estero, prevedendo - in occasione di elezioni politiche o referendum nazionali - la possibilità di votare per corrispondenza all'estero per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano temporaneamente all'estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale è ricompresa la data della votazione. Questa possibilità è prevista dalla medesima legge anche per i loro familiari conviventi. A tal fine, i suddetti elettori possono formulare al comune di iscrizione elettorale un'espressa opzione per il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero - valida per un'unica consultazione - che deve pervenire al comune entro e non oltre il trentaduesimo giorno antecedente la data di svolgimento della consultazione, e cioè entro il 31 gennaio 2018 (art.4 bis, comma 2, della legge n.459/2001, modificato dall'art.6, comma 2, della legge n.165/2017).

25. Come dev'essere redatta la dichiarazione di opzione dei cittadini temporaneamente all'estero?
La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e necessariamente corredata di copia di un documento d'identità valido dell'elettore, deve in ogni caso contenere l'indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale ed una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 1 dell'art.4-bis della legge n.459/01 (presenza prevista all'estero per almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche).
La domanda deve ritenersi validamente prodotta anche se l'interessato non si trovi già all'estero al momento della domanda stessa, purché il periodo previsto e dichiarato di temporanea presenza all'estero comprenda la data stabilita per la votazione.
Si suggerisce, comunque, di utilizzare l'apposito modello pubblicato in formato pdf editabile su questo sito.

26. Un cittadino italiano residente all'estero che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, si trovi temporaneamente all'estero in una località diversa da quella nella quale è residente può votare all'estero nel posto in cui è al momento temporaneamente domiciliato?
Sì, può votare presentando domanda al comune come elettore temporaneamente all'estero. Ricevuta la conseguente comunicazione dal comune, questo Ministero provvederà a cancellarlo dall'elenco elettori della sede consolare di residenza e ad iscriverlo in quello della sede di temporanea presenza.

27. Il periodo previsto di tre mesi di temporanea presenza all'estero è richiesto anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per corrispondenza?
No. La legge, ai fini del diritto al voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero, non richiede che il requisito del periodo di tre mesi di presenza all'estero sussista anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero.

28. Chi svolge il Servizio civile all'estero può presentare opzione di voto per corrispondenza come temporaneo all'estero?
Sì. Chi svolge il Servizio civile all'estero rientra senz'altro tra gli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per motivi di lavoro.

29. Quando avviene lo scrutinio delle schede, si comincia con il Senato o con la Camera?
Alle ore 23 della domenica 4 marzo prima si procede all'accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati.

30. Quando comincia lo spoglio delle elezioni regionali di Lazio e Lombardia?
Lo scrutinio delle schede votate per le elezioni regionali del Lazio e della Lombardia si effettua dalle ore 14 di lunedì 5 marzo, dopo che siano state ultimate le operazioni di spoglio relative al Senato e alla Camera dei deputati.

31. Si può accedere nella cabina elettorale con il telefono cellulare?
No. Il telefono cellulare dev'essere consegnato ai componenti del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione.

32. Nel caso in cui l'elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione?
Sì, secondo la più recente giurisprudenza, l'elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le "schede deteriorate".

33. I minori possono accedere nella cabina elettorale con il proprio genitore?
No. L'elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale, fatti salvi i casi tassativamente previsti dalla legge di voto assistito, con la presenza di accompagnatori per gli elettori materialmente impediti nell'espressione autonoma del voto.

34. Chi detiene legalmente un'arma, può accedere al seggio armato?
No. Gli elettori non possono entrare nella sala delle elezioni armati o muniti di strumenti atti ad offendere.

35. Uno scrutatore, già designato, come può giustificare la sua assenza?
Con gravi motivi di salute od altro impedimento di analoga gravità appositamente dimostrato con documentazione idonea.

36. Quali criteri determinano l'esclusione di un contrassegno elettorale?
I criteri di esclusione di un contrassegno elettorale possono così sintetizzarsi:
1. confondibilità con contrassegni utilizzati da partiti tradizionalmente presenti in Parlamento o comunque utilizzati notoriamente da altre formazioni politiche o presentati al solo scopo di precluderne l'uso ad altre formazioni politiche interessate a farne uso;
2. riproduzione di immagini o soggetti religiosi;
3. confondibilità con contrassegni nuovi e non conosciuti dal corpo elettorale, depositati prima al Ministero dell'interno in occasione della medesima elezione;
4. riproduzione di simboli, diciture, ecc...che richiamano ideologie autoritarie;
riproduzioni di nomi di persone o simboli di società senza la relativa autorizzazione all'uso.

37. Un elettore può essere candidato sia alla Camera che al Senato?
No. A pena di nullità dell'elezione nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e al Senato.

38. Vorrei chiedere al mio Comune la carta d'identità elettronica (CIE). Se il 4 marzo prossimo la CIE non mi sarà stata ancora consegnata potrò, in mancanza di altro documento di identificazione, votare con la ricevuta della richiesta di CIE?
Si. La ricevuta, infatti, contiene la fotografia e i dati anagrafici del richiedente la CIE, ed il numero della CIE cui si riferisce. Essa pertanto costituisce documento di riconoscimento ai sensi dell'art.1, comma 1, lettera c) del DPR n.445/2000.

 

 

Il 4 marzo 2018 si svolgeranno le elezioni politiche. Gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi deputati e senatori del Parlamento. Sono elettori della Camera tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Per votare al Senato è necessario aver compiuto venticinque anni. Il voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione; esso è personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un diritto e un dovere civico. Nel 2018 si voterà per la prima volta con una nuova ed articolata legge elettorale, il c.d. Rosatellum (dal nome del suo relatore di maggioranza). Complessivamente i cittadini italiani aventi diritto al voto sono: 51,2 mln (dato aggiornato al 30 giugno 2017), di cui circa 24,8 mln maschi e 26,4 mln femmine. Sul totale degli aventi diritto al voto, 4,2 mln sono gli elettori stimati, residenti all'estero. I giovani alla prima espressione di voto sono stimati oltre 500 mila. Le ultime rilevazioni sui numeri del corpo elettorale verranno effettuate fra il 17 e il 19 febbraio.

Video spot
https://youtu.be/PfMQml6soZE 
Approfondimenti
http://www.interno.gov.it/it/speciali/elezioni-2018

 

- Come si vota -

 

schede_elettorali_2018_1.jpg

 

FAQ - Domande frequenti: http://dait.interno.gov.it/elezioni/faq-elezioni-politiche-2018 

- (PDF scaricabile) - 

1. Qual è il sistema elettorale introdotto dalla nuova legge 3 novembre 2017, n.165?

La nuova legge 3 novembre 2017, n.165, recante "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali" delinea un sistema elettorale "misto", con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
L'assegnazione di 232 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) e di 116 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.
L'assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla medesima legge. Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Resta ferma la specificità della normativa dettata dalla legge 27 dicembre 2001, n.459, che prevede l'assegnazione con metodo proporzionale dei seggi della circoscrizione Estero (12 per la Camera e 6 per il Senato), e stabilisce peculiari modalità per l'esercizio del diritto di voto per corrispondenza all'estero.

2. Qual è la disciplina che i partiti, i gruppi e i movimenti politici devono osservare per presentare liste di candidati alle elezioni?
I partiti, i gruppi e i movimenti politici per presentare liste di candidati alle elezioni devono innanzitutto depositare presso il Ministero dell'Interno i contrassegni tra il 44° e il 42° giorno antecedente la data delle elezioni, e quindi nelle giornate di venerdì 19 (dalle ore 8 alle ore 20), sabato 20 (dalle ore 8 alle ore 20) e domenica 21 gennaio 2018 (dalle ore 8 alle ore 16).
Il deposito dei contrassegni - corredato dalla documentazione attestante la legittimazione dei depositanti - consente ai partiti, movimenti e gruppi politici di presentare le liste dei candidati nei collegi plurinominali e i candidati nei collegi uninominali presso i competenti Uffici delle Corti d'appello per la Camera, per il Senato, e per la circoscrizione Estero.
Le liste devono essere presentate a tali Uffici dal 35° al 34° giorno antecedente la data delle elezioni, e cioè tra il 28 gennaio - dalle ore 8 alle ore 20 - e il 29 gennaio 2018, sempre dalle ore 8 alle ore 20 (artt.14 e seguenti del d.P.R. 361/57 e successive modificazioni).

3. Dove può essere reperita la modulistica per la presentazione delle candidature?
La modulistica di riferimento per la presentazione delle candidature è inserita nell'ambito delle Pubblicazioni n.1e n.2, relative, rispettivamente, alle Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica nelle circoscrizioni/regioni del territorio nazionale, e nella circoscrizione Estero.
Tali pubblicazioni sono anche reperibili nel sito del Ministero dell'Interno.

4. Quali disposizioni sono state introdotte dalla legge 3 novembre 2017, n.165, in materia di trasparenza?
L'art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165, ha previsto che in un'apposita sezione del sito internet del Ministero dell'interno (denominata "Elezioni trasparenti") siano pubblicati in maniera facilmente accessibile - entro dieci giorni dalla scadenza del termine per il deposito del contrassegno - per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
• a) il contrassegno depositato, con l'indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito;
• b) lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza;
• c) il programma elettorale con il nome e cognome del capo della forza politica.
Nella medesima sezione del sito, entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle liste, sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascun collegio.

5. Che cos'è il "tagliando antifrode"?
Le nuove schede elettorali sono dotate di un'appendice cartacea munita di un "tagliando antifrode" con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l'elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, tale appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all'elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda stessa nell'urna (art.31, comma 6, e art.58 del d.P.R. n.361/57, come sostituito dall'art.1, commi 18 e 19, della legge n.165/2017).

6. Quali sono le modalità di espressione del voto?
Il seggio consegna all'elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (sempreché l'elettore abbia compiuto 25 anni, altrimenti gli viene consegnata la sola scheda per la Camera). I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate.
I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.
Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell'elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale, con apposita esplicitazione che:
• a) il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa;
• b) il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.
Se l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.
Se l'elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.
Se l'elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto (art.59 bis del d.P.R. n.361/57, come novellato dall'art.1, comma 21, della legge n.165/2017).

7. Dove e come si rinnova la tessera elettorale che ha esaurito i diciotto spazi per la certificazione del voto?
La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, al fine di evitare una concentrazione delle domande di rinnovo nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; tale ufficio resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23.

8. Per chi lavora fuori dalla propria regione, in Italia, vi è la possibilità di votare in un seggio diverso da quello di appartenenza? Se è possibile, quali documenti occorrono?
La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti, i componenti dell'Ufficio elettorale di sezione e le Forze dell'ordine; inoltre i rappresentanti di lista, designati dai partiti, possono votare presso il seggio in cui svolgono tali funzioni qualora siano elettori dello stesso collegio plurinominale alla Camera e della regione al Senato.
Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza e recarsi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.

9. Dove posso fare la domanda per essere chiamato come scrutatore?
Per essere designato quale scrutatore occorre essere iscritti nell'apposito albo degli scrutatori che si tiene in ogni comune.
Entro il mese di ottobre di ogni anno il Sindaco, con manifesto da affiggere nell'Albo pretorio del comune ed in altri luoghi pubblici, invita gli elettori che desiderano essere inseriti nell'Albo degli scrutatori a farne apposita domanda entro il mese di novembre.

10. In considerazione del mutato stato giuridico del personale che espleta i servizi postali e ferroviari, a seguito della privatizzazione del rapporto di lavoro, è ancora operante per tali categorie di lavoratori l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario?
Sì. I requisiti per l'inclusione nell'albo delle persone idonee all'ufficio di presidente o di componente di seggio elettorale e per la conseguente nomina sono tassativamente stabiliti dalla legge. Si richiama al riguardo l'art.38 del d.P.R. 30 marzo 1957, n.361, recante "Testo Unico per l'elezione della Camera dei deputati", che espressamente prevede l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario per i dipendenti dei Ministeri dell'Interno, delle Poste e telecomunicazioni e dei Trasporti. Si ritiene che l'intervenuta privatizzazione della maggior parte dei rapporti di lavoro non implichi l'eliminazione del divieto a svolgere le anzidette funzioni per tali lavoratori, in quanto l'esclusione deve intendersi correlata alle attività dagli stessi espletate, che rimangono essenziali per la regolarità delle complesse procedure elettorali anche nei giorni della votazione.

11. Come avviene la designazione degli scrutatori da parte della Commissione elettorale comunale?
Per svolgere le funzioni di scrutatore è prevista l'iscrizione a un apposito albo tenuto presso ogni comune. In particolare, ai sensi dell'art.1 della legge 8 marzo 1989, n.95, l'iscrizione all'albo è subordinata sia alla presentazione di apposita domanda nei termini e con le modalità di legge (entro il mese di novembre di ogni anno), sia al possesso dell'elettorato attivo e, infine, all'avere assolto gli obblighi scolastici. Il titolo di studio richiesto è quello previsto dalla normativa vigente al momento del conseguimento del titolo stesso.
La procedura da seguire per designare gli scrutatori è indicata nell'art.6 della legge 8 marzo 1989, n.85, (modificato dall'art.9, comma 4, della legge 21 dicembre 2005, n.270, e dall'art.3-quinquies, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n.1, come inserito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n.22).
Alla stregua delle indicate modifiche normative, la designazione degli scrutatori tra le persone iscritte all'albo deve avvenire – tra il 25° e il 20° giorno antecedenti la data del voto, in seduta pubblica preannunziata due giorni prima con apposito manifesto – con il criterio della nomina all'unanimità da parte dei componenti della Commissione elettorale comunale (composta dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali) o, nel caso che non si raggiunga l'unanimità, con una procedura di nomina per votazione.
La Commissione elettorale comunale nella sua autonomia, sempre a condizione che ricorra il presupposto della decisione unanime di tutti i componenti, potrebbe comunque avvalersi del sorteggio solo quale criterio "preselettivo", per poi procedere successivamente a formalizzare le relative designazioni.

12. Quali sono i documenti di identità da presentare al momento del voto?
I documenti di identità da presentare al momento del voto sono quelli ricompresi in una delle tre seguenti categorie:
• a) carta d'identità o altro documento d'identificazione munito di fotografia, anche se scaduto, rilasciato dalla pubblica amministrazione;
• b) tessera di riconoscimento rilasciata dall'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare;
• c) tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia.

13. A quali condizioni i rappresentanti di lista possono votare nei seggi presso i quali sono designati?
L'esercizio del diritto di voto nel seggio di regolare designazione per i rappresentanti effettivo e supplente di una stessa lista è previsto nel caso in cui tali rappresentanti si accreditino entrambi presso il seggio medesimo ed esercitino effettivamente tali funzioni (ovviamente in tempi diversi, essendo, come detto, uno supplente dell'altro).

14. Come può esercitare il diritto di voto chi si trova ricoverato in un ospedale?
L'elettore che sia degente in un ospedale o casa di cura è ammesso a votare nel luogo di ricovero. A tal fine deve presentare al Sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto un'apposita dichiarazione recante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura e l'attestazione del direttore sanitario dello stesso luogo di cura comprovante il ricovero. Tale dichiarazione, da inoltrare per il tramite del direttore amministrativo o del segretario dell'istituto di cura, deve pervenire al suddetto comune non oltre il terzo giorno antecedente la votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018.

15. Quali elettori diversamente abili hanno diritto ad essere accompagnati nella cabina elettorale per esercitare il diritto di voto?
Possono essere accompagnati all'interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell'espressione autonoma del voto, e cioè i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità. Ciò premesso, sono ammessi al voto assistito presso il seggio gli elettori che, presentando apposita certificazione sanitaria, abbiano ottenuto, da parte del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, l'inserimento sulla propria tessera elettorale dell'annotazione del diritto al voto assistito mediante apposizione del codice (AVD).
Possono anche essere ammessi a votare con un accompagnatore gli elettori il cui impedimento fisico nell'espressione autonoma del voto sia evidente. Quando manchi il suddetto simbolo o codice sulla tessera elettorale o quando l'impedimento fisico non sia evidente il diritto al voto assistito può essere dimostrato con un certificato medico - redatto da un funzionario medico designato dai competenti organi delle aziende sanitarie locali - nel quale sia espressamente attestato che l'infermità fisica impedisce all'elettore di esprimere il voto senza l'aiuto di un altro elettore.
L'ammissione al voto assistito non è quindi consentita per infermità che non influiscono sulla capacità visiva oppure sul movimento degli arti superiori, ivi comprese le infermità che riguardano esclusivamente la sfera psichica dell'elettore. Gli handicap di natura psichica hanno infatti rilevanza ai fini del diritto al voto assistito solo allorquando la relativa condizione patologica comporti una menomazione fisica che incida sulla capacità di esercitare materialmente il diritto di voto.
Si precisa che nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un diversamente abile.
Sulla tessera elettorale dell'accompagnatore, all'interno di uno degli spazi per la certificazione del voto, è fatta apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale l'elettore di fiducia ha assolto a tale compito. Infatti il presidente, prima di consegnare la scheda, deve:
• a) richiedere la tessera elettorale anche all'accompagnatore dell'elettore fisicamente impedito, per assicurarsi che egli sia elettore e che non abbia già svolto la funzione di accompagnatore;
• b) accertarsi, interpellandolo appositamente, se l'elettore fisicamente impedito abbia liberamente scelto il suo accompagnatore e ne conosca il nome e cognome.

16. Sono previste misure per agevolare l'esercizio del diritto di voto agli elettori non deambulanti?
Sì. Gli elettori non deambulanti, iscritti in sezioni elettorali ubicate in edifici non accessibili mediante sedia a ruote, possono votare in qualsiasi altra sezione elettorale del comune allestita in un edificio privo di barriere architettoniche.
Tali elettori, per poter votare, oltre alla tessera elettorale, devono presentare una documentazione dalla quale risulti l'impossibilità o la capacità gravemente ridotta di deambulazione, e precisamente:
• una certificazione medica rilasciata dall'azienda sanitaria locale oppure;
• una copia autentica della patente di guida speciale.
Il voto è espresso nella cabina o al tavolo appositamente allestiti per gli elettori non deambulanti.

17. Sono previste particolari modalità per consentire l'espressione del voto ad elettori affetti da gravissime infermità che ne rendono impossibile l'allontanamento dalla propria abitazione?
Sì. Gli elettori affetti da gravissime infermità, tali da renderne impossibile l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano (anche con l'ausilio dei servizi di trasporto messi a disposizione dal comune per agevolare il raggiungimento del seggio da parte dei portatori di handicap) e gli elettori affetti da gravi infermità, che si trovino in dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l'allontanamento dall'abitazione, hanno la possibilità di votare a domicilio.
La domanda, corredata da un certificato medico della ASL e dalla copia della tessera elettorale, deve pervenire al comune di iscrizione elettorale entro il ventesimo giorno antecedente la data della votazione, e cioè entro il 12 febbraio 2018.

18. I detenuti hanno diritto di voto?
Il diritto di prendere parte alla votazione è riconosciuto ai detenuti che non siano incorsi nella perdita della capacità elettorale (a seguito dell'interdizione dai pubblici uffici).
Gli interessati devono far pervenire al sindaco del comune, non oltre il terzo giorno antecedente la data della votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto nel luogo di detenzione.
La dichiarazione, che deve espressamente indicare il numero della sezione alla quale l'elettore è assegnato, deve recare in calce l'attestazione del direttore dell'istituto comprovante la detenzione dell'elettore ed è inoltrata al comune per il tramite del direttore stesso.

19. Quali sono i soggetti competenti ad autenticare le firme?
I soggetti competenti ad autenticare le firme per la presentazione delle liste e per le designazioni dei rappresentanti di lista presso i seggi sono quelli indicati nell'art.14 della legge n.53/90, nel testo modificato dalla recente legge 3 novembre 2017, n.165, che abilita all'esercizio della funzione anche i sindaci metropolitani, i componenti della conferenza metropolitana, e i consiglieri metropolitani.
Le funzioni di autenticazione devono essere materialmente svolte da tali soggetti all'interno del territorio di rispettiva competenza.
I consiglieri provinciali e i funzionari provinciali incaricati possono ancora autenticare le firme anche se le province sono, ora, organi eletti con consultazioni di secondo grado. Ciò, infatti, non incide in alcun modo sulle loro potestà autenticanti, che sono rimaste immutate ai sensi del suddetto art.14 della legge n.53/90.
La legge 3 novembre 2017, n.165 ha previsto che, esclusivamente per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 4 marzo 2018, sono abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni nel procedimento elettorale, oltre ai soggetti indicati all'art.14 della legge 21 marzo 1990, n.53, gli avvocati abilitati al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori iscritti all'albo di un distretto rientrante nella circoscrizione elettorale.

20. Qual è la procedura di voto per gli elettori italiani residenti all'estero?
Per gli italiani residenti all'estero la modalità ordinaria di espressione del voto, prevista dalla legge per le elezioni politiche e per i referendum nazionali, è quella per corrispondenza. Gli elettori residenti all'estero sono quindi iscritti d'ufficio nelle liste elettorali degli aventi diritto al voto per corrispondenza.
I cittadini che intendano esercitare il diritto di voto in Italia devono aver prodotto espressa opzione in tal senso al Consolato di appartenenza entro il decimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di indizione delle elezioni, e cioè entro l'8 gennaio 2018.
Il Ministero degli Esteri ha diffuso, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari, un apposito modello per l'esercizio dell'opzione.

21. Chi stampa ed invia le schede per gli elettori all'estero?
Il Ministero dell'Interno consegna al Ministero degli Esteri i modelli delle schede elettorali non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione.
Sulla base delle istruzioni fornite dal Ministero degli Esteri, le rappresentanze diplomatiche e consolari provvedono alla stampa delle schede di votazione e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero.
Gli Uffici consolari, ai sensi del comma 3, dell'art.12 della legge n.459/2001, spediscono "....con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità....", al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:
• il certificato elettorale;
• le schede e la relativa busta piccola, nonché una busta grande affrancata recante l'indirizzo dell'Ufficio consolare competente;
• un foglio esplicativo delle modalità di voto.

22. Come si vota all'estero per corrispondenza?
L'elettore, ricevuto il plico con le schede:
• esprime il proprio voto sulle schede: il voto è espresso tracciando un segno sulla lista prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene; può inoltre esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre; il voto di preferenza espresso validamente per un candidato è considerato quale voto alla medesima lista se l'elettore non ha tracciato altro segno in altro spazio della scheda;
• introduce le schede nella relativa busta piccola e la chiude;
• inserisce, nella busta grande affrancata, il tagliando staccato dal certificato elettorale (comprovante l'avvenuto esercizio del diritto di voto) e la busta piccola contenente le sole schede;
• spedisce, infine, il tutto al Consolato competente. (art.11 della legge 27 dicembre 2001, n.459 e art.15 del d.P.R. 2 aprile 2003, n.104).
Saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia, e quindi entro le ore 16 di giovedì 1° marzo 2018 (art.12, comma 7, della legge n.459 del 2001).
Gli elettori residenti all'estero che, entro quattordici giorni dalla data della votazione in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con le schede, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato.

23. Come si scrutina il voto espresso all'estero?
Le schede votate dagli elettori all'estero, incluse nelle apposite buste pervenute per corrispondenza agli Uffici consolari, vengono spedite in Italia dai Consolati mediante valigia diplomatica accompagnata. I plichi arrivati in Italia vengono presi in consegna dall'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, istituito appositamente presso la Corte d'appello di Roma, nel cui ambito - sulla base dell'elenco degli elettori fornito dal Ministero dell'Interno - vengono costituiti seggi elettorali per lo scrutinio delle schede pervenute.
Le operazioni di scrutinio iniziano alla medesima ora dello spoglio dei voti espressi nei seggi istituiti sul territorio nazionale, e cioè alle ore 23 di domenica 4 marzo.

24. Gli studenti che partecipano a progetti di formazione all'estero possono esprimere il loro voto per corrispondenza nella località in cui si trovano al momento della consultazione?
Sì. La legge 6 maggio 2015, n.52, ha apportato modifiche anche alla normativa sul voto all'estero, prevedendo - in occasione di elezioni politiche o referendum nazionali - la possibilità di votare per corrispondenza all'estero per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano temporaneamente all'estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale è ricompresa la data della votazione. Questa possibilità è prevista dalla medesima legge anche per i loro familiari conviventi. A tal fine, i suddetti elettori possono formulare al comune di iscrizione elettorale un'espressa opzione per il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero - valida per un'unica consultazione - che deve pervenire al comune entro e non oltre il trentaduesimo giorno antecedente la data di svolgimento della consultazione, e cioè entro il 31 gennaio 2018 (art.4 bis, comma 2, della legge n.459/2001, modificato dall'art.6, comma 2, della legge n.165/2017).

25. Come dev'essere redatta la dichiarazione di opzione dei cittadini temporaneamente all'estero?
La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e necessariamente corredata di copia di un documento d'identità valido dell'elettore, deve in ogni caso contenere l'indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale ed una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 1 dell'art.4-bis della legge n.459/01 (presenza prevista all'estero per almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche).
La domanda deve ritenersi validamente prodotta anche se l'interessato non si trovi già all'estero al momento della domanda stessa, purché il periodo previsto e dichiarato di temporanea presenza all'estero comprenda la data stabilita per la votazione.
Si suggerisce, comunque, di utilizzare l'apposito modello pubblicato in formato pdf editabile su questo sito.

26. Un cittadino italiano residente all'estero che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, si trovi temporaneamente all'estero in una località diversa da quella nella quale è residente può votare all'estero nel posto in cui è al momento temporaneamente domiciliato?
Sì, può votare presentando domanda al comune come elettore temporaneamente all'estero. Ricevuta la conseguente comunicazione dal comune, questo Ministero provvederà a cancellarlo dall'elenco elettori della sede consolare di residenza e ad iscriverlo in quello della sede di temporanea presenza.

27. Il periodo previsto di tre mesi di temporanea presenza all'estero è richiesto anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per corrispondenza?
No. La legge, ai fini del diritto al voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero, non richiede che il requisito del periodo di tre mesi di presenza all'estero sussista anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero.

28. Chi svolge il Servizio civile all'estero può presentare opzione di voto per corrispondenza come temporaneo all'estero?
Sì. Chi svolge il Servizio civile all'estero rientra senz'altro tra gli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per motivi di lavoro.

29. Quando avviene lo scrutinio delle schede, si comincia con il Senato o con la Camera?
Alle ore 23 della domenica 4 marzo prima si procede all'accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati.

30. Quando comincia lo spoglio delle elezioni regionali di Lazio e Lombardia?
Lo scrutinio delle schede votate per le elezioni regionali del Lazio e della Lombardia si effettua dalle ore 14 di lunedì 5 marzo, dopo che siano state ultimate le operazioni di spoglio relative al Senato e alla Camera dei deputati.

31. Si può accedere nella cabina elettorale con il telefono cellulare?
No. Il telefono cellulare dev'essere consegnato ai componenti del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione.

32. Nel caso in cui l'elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione?
Sì, secondo la più recente giurisprudenza, l'elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le "schede deteriorate".

33. I minori possono accedere nella cabina elettorale con il proprio genitore?
No. L'elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale, fatti salvi i casi tassativamente previsti dalla legge di voto assistito, con la presenza di accompagnatori per gli elettori materialmente impediti nell'espressione autonoma del voto.

34. Chi detiene legalmente un'arma, può accedere al seggio armato?
No. Gli elettori non possono entrare nella sala delle elezioni armati o muniti di strumenti atti ad offendere.

35. Uno scrutatore, già designato, come può giustificare la sua assenza?
Con gravi motivi di salute od altro impedimento di analoga gravità appositamente dimostrato con documentazione idonea.

36. Quali criteri determinano l'esclusione di un contrassegno elettorale?
I criteri di esclusione di un contrassegno elettorale possono così sintetizzarsi:
1. confondibilità con contrassegni utilizzati da partiti tradizionalmente presenti in Parlamento o comunque utilizzati notoriamente da altre formazioni politiche o presentati al solo scopo di precluderne l'uso ad altre formazioni politiche interessate a farne uso;
2. riproduzione di immagini o soggetti religiosi;
3. confondibilità con contrassegni nuovi e non conosciuti dal corpo elettorale, depositati prima al Ministero dell'interno in occasione della medesima elezione;
4. riproduzione di simboli, diciture, ecc...che richiamano ideologie autoritarie;
riproduzioni di nomi di persone o simboli di società senza la relativa autorizzazione all'uso.

37. Un elettore può essere candidato sia alla Camera che al Senato?
No. A pena di nullità dell'elezione nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e al Senato.

38. Vorrei chiedere al mio Comune la carta d'identità elettronica (CIE). Se il 4 marzo prossimo la CIE non mi sarà stata ancora consegnata potrò, in mancanza di altro documento di identificazione, votare con la ricevuta della richiesta di CIE?
Si. La ricevuta, infatti, contiene la fotografia e i dati anagrafici del richiedente la CIE, ed il numero della CIE cui si riferisce. Essa pertanto costituisce documento di riconoscimento ai sensi dell'art.1, comma 1, lettera c) del DPR n.445/2000.

 

 

Domenica, 25 Febbraio 2018 09:31

Verità o fake? verità, verità!

Ossessionati dalle bufale ormai rischiamo di non credere più alle verità, comprese quelle che ci toccheranno il portafoglio.

di Lamberto Colla Parma 25 febbraio 2018 -

A esaltare il timore di essere incappati nell'ennesima bufala è la praticamente assenza della notizia dalle pagine dei TG nazionali, non come la notizia del costo delle bustine della frutta e verdura che occupò, senza diritto, le prime pagine e le aperture dei TG per giorni e giorni.

Le bollette elettriche saranno più pesanti per far fronte alle morosità di alcuni operatori.
Saranno perciò gli utenti finali a coprire i buchi degli incauti imprenditori che si gettarono nella mischia del "trading dell'energia", come ad esempio GALA (proprietà del Presidente di Assindustria del Lazio), appunto una delle società fallite.

Sembrerebbe quindi che il sistema dei distributori di energia si ritrovi con un buco nei conti, proprio per i mancati pagamenti degli oneri di rete e di sistema, di almeno 400 milioni.

È qui che arriva la delibera del 1 febbraio 2018 con cui l'Autorità per l'energia stabilisce di ripartire sui consumatori i circa 200 milioni di oneri di sistema che mancano all'appello.

Così, la bolletta si appesantisce di un'altra quota nel già pesante conto che va sotto la voce oneri di sistema che, secondo l'ANSA, influisce per circa il 19% sull'intero importo.

Ma cosa sono gli oneri di sistema?

Secondo Arera la quota più consistente tra gli oneri di sistema è rappresentata dalla componente A3: si tratta di un onere che va a finanziare gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate. La componente A2 invece "è destinata alla copertura dei costi per lo smantellamento delle centrali nucleari dismesse (Latina, Caorso, Trino Vercellese, Garigliano)".
Ma, come spiega la stessa Autorità per l'Energia, "secondo quanto previsto dalle leggi finanziarie 2005 e 2006, una parte del gettito della componente A2, pari a circa 100 milioni l'anno, viene destinato al bilancio dello Stato".

Insomma, come nel prezzo della carburante abbiamo le accise, sul costo energetico abbiamo gli oneri di sistema (le voci A2-A5, As, Ae, Uc4, Uc7 e Mct) che, guarda caso, in buona parte vanno a finanziare il bilancio dello Stato.

Dal 1° gennaio 2018 tutte queste componenti sono state riunite in due sole voci, come spiega Arera sul proprio sito: gli oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione (Asos) e i rimanenti oneri generali (Arim).

Ebbene, con la delibera numero 50 dello scorso 1° febbraio di Arera, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, ha stabilito che il buco creato dagli evasori dovrà essere ripianato dai contribuenti (scarica pdf).

Nessuna Bufala, quindi, ma solo una cruda realtà, che molti hanno dimenticato di promuovere e divulgare, mentre altri furono molto attivi, sopratutto sui social media, a etichettare la notizia come bufala.

Ben diverso invece fu il trattamento riservato alla fake news , questa volta spacciata come vera,  del pesante maggior onere (2 cent) destinato alla busta dell'otrofrutta con la quale aprirono i TG per giorni e giorni.

Strano Paese, il nostro!
_______________________
Appendice:

- Sul caro Bolletta era già intervenuto il CODACONS lo scorso anno:

http://www.zoom24.it/2017/04/14/bollette-energetiche-insorge-codacons-la-spesa-viene-triplicata-47076/ 

- Le altre voci degli oneri di sistema:

Un'altra voce degli oneri di sistema viene destinata alle agevolazioni per la fornitura di energia elettrica al sistema ferroviario. La componente A5 finanzia "la ricerca svolta nell'interesse del sistema elettrico nazionale". Un'altra componente degli oneri di sistema viene destinata a finanziare il bonus elettrico (desinato ai consumatori in stato di particolare disagio economico), la componente Ae viene destinata alle agevolazioni alle imprese manifatturiere con elevati consumi. La componente UC4 serve per coprire i maggiori costi di piccole aziende elettriche che operano sulle isole minori delle aziende elettriche con meno di 5mila clienti. La componente MCT, invece, "finanzia le misure di compensazione territoriale a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare" e lo smaltimento delle scorie nucleari. Ma di nuovo attenzione: dal 2005, circa il 70% del gettito di questa voce è destinato al bilancio dello Stato." (Fonte Today.it)

E_se_l-azienda_va_in_rosso_il_conto_lo_paga_il_consumatore.jpg

(per restare informati - editoriali )

 

 

 

Domenica, 25 Febbraio 2018 08:54

Come si vota il 4 marzo 2018 - Video e FAQ

Il 4 marzo 2018 si svolgeranno le elezioni politiche. Gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi deputati e senatori del Parlamento. Sono elettori della Camera tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Per votare al Senato è necessario aver compiuto venticinque anni. Il voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione; esso è personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un diritto e un dovere civico. Nel 2018 si voterà per la prima volta con una nuova ed articolata legge elettorale, il c.d. Rosatellum (dal nome del suo relatore di maggioranza). Complessivamente i cittadini italiani aventi diritto al voto sono: 51,2 mln (dato aggiornato al 30 giugno 2017), di cui circa 24,8 mln maschi e 26,4 mln femmine. Sul totale degli aventi diritto al voto, 4,2 mln sono gli elettori stimati, residenti all'estero. I giovani alla prima espressione di voto sono stimati oltre 500 mila. Le ultime rilevazioni sui numeri del corpo elettorale verranno effettuate fra il 17 e il 19 febbraio.

Video spot
https://youtu.be/PfMQml6soZE 
Approfondimenti
http://www.interno.gov.it/it/speciali/elezioni-2018

 

- Come si vota -

 

schede_elettorali_2018_1.jpg

 

FAQ - Domande frequenti: http://dait.interno.gov.it/elezioni/faq-elezioni-politiche-2018 

- (PDF scaricabile) - 

1. Qual è il sistema elettorale introdotto dalla nuova legge 3 novembre 2017, n.165?

La nuova legge 3 novembre 2017, n.165, recante "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali" delinea un sistema elettorale "misto", con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
L'assegnazione di 232 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) e di 116 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.
L'assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla medesima legge. Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto. Resta ferma la specificità della normativa dettata dalla legge 27 dicembre 2001, n.459, che prevede l'assegnazione con metodo proporzionale dei seggi della circoscrizione Estero (12 per la Camera e 6 per il Senato), e stabilisce peculiari modalità per l'esercizio del diritto di voto per corrispondenza all'estero.

2. Qual è la disciplina che i partiti, i gruppi e i movimenti politici devono osservare per presentare liste di candidati alle elezioni?
I partiti, i gruppi e i movimenti politici per presentare liste di candidati alle elezioni devono innanzitutto depositare presso il Ministero dell'Interno i contrassegni tra il 44° e il 42° giorno antecedente la data delle elezioni, e quindi nelle giornate di venerdì 19 (dalle ore 8 alle ore 20), sabato 20 (dalle ore 8 alle ore 20) e domenica 21 gennaio 2018 (dalle ore 8 alle ore 16).
Il deposito dei contrassegni - corredato dalla documentazione attestante la legittimazione dei depositanti - consente ai partiti, movimenti e gruppi politici di presentare le liste dei candidati nei collegi plurinominali e i candidati nei collegi uninominali presso i competenti Uffici delle Corti d'appello per la Camera, per il Senato, e per la circoscrizione Estero.
Le liste devono essere presentate a tali Uffici dal 35° al 34° giorno antecedente la data delle elezioni, e cioè tra il 28 gennaio - dalle ore 8 alle ore 20 - e il 29 gennaio 2018, sempre dalle ore 8 alle ore 20 (artt.14 e seguenti del d.P.R. 361/57 e successive modificazioni).

3. Dove può essere reperita la modulistica per la presentazione delle candidature?
La modulistica di riferimento per la presentazione delle candidature è inserita nell'ambito delle Pubblicazioni n.1e n.2, relative, rispettivamente, alle Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica nelle circoscrizioni/regioni del territorio nazionale, e nella circoscrizione Estero.
Tali pubblicazioni sono anche reperibili nel sito del Ministero dell'Interno.

4. Quali disposizioni sono state introdotte dalla legge 3 novembre 2017, n.165, in materia di trasparenza?
L'art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165, ha previsto che in un'apposita sezione del sito internet del Ministero dell'interno (denominata "Elezioni trasparenti") siano pubblicati in maniera facilmente accessibile - entro dieci giorni dalla scadenza del termine per il deposito del contrassegno - per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
• a) il contrassegno depositato, con l'indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito;
• b) lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza;
• c) il programma elettorale con il nome e cognome del capo della forza politica.
Nella medesima sezione del sito, entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle liste, sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascun collegio.

5. Che cos'è il "tagliando antifrode"?
Le nuove schede elettorali sono dotate di un'appendice cartacea munita di un "tagliando antifrode" con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l'elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, tale appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all'elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda stessa nell'urna (art.31, comma 6, e art.58 del d.P.R. n.361/57, come sostituito dall'art.1, commi 18 e 19, della legge n.165/2017).

6. Quali sono le modalità di espressione del voto?
Il seggio consegna all'elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (sempreché l'elettore abbia compiuto 25 anni, altrimenti gli viene consegnata la sola scheda per la Camera). I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate.
I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.
Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell'elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale, con apposita esplicitazione che:
• a) il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa;
• b) il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.
Se l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.
Se l'elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.
Se l'elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto (art.59 bis del d.P.R. n.361/57, come novellato dall'art.1, comma 21, della legge n.165/2017).

7. Dove e come si rinnova la tessera elettorale che ha esaurito i diciotto spazi per la certificazione del voto?
La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, al fine di evitare una concentrazione delle domande di rinnovo nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; tale ufficio resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23.

8. Per chi lavora fuori dalla propria regione, in Italia, vi è la possibilità di votare in un seggio diverso da quello di appartenenza? Se è possibile, quali documenti occorrono?
La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti, i componenti dell'Ufficio elettorale di sezione e le Forze dell'ordine; inoltre i rappresentanti di lista, designati dai partiti, possono votare presso il seggio in cui svolgono tali funzioni qualora siano elettori dello stesso collegio plurinominale alla Camera e della regione al Senato.
Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza e recarsi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.

9. Dove posso fare la domanda per essere chiamato come scrutatore?
Per essere designato quale scrutatore occorre essere iscritti nell'apposito albo degli scrutatori che si tiene in ogni comune.
Entro il mese di ottobre di ogni anno il Sindaco, con manifesto da affiggere nell'Albo pretorio del comune ed in altri luoghi pubblici, invita gli elettori che desiderano essere inseriti nell'Albo degli scrutatori a farne apposita domanda entro il mese di novembre.

10. In considerazione del mutato stato giuridico del personale che espleta i servizi postali e ferroviari, a seguito della privatizzazione del rapporto di lavoro, è ancora operante per tali categorie di lavoratori l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario?
Sì. I requisiti per l'inclusione nell'albo delle persone idonee all'ufficio di presidente o di componente di seggio elettorale e per la conseguente nomina sono tassativamente stabiliti dalla legge. Si richiama al riguardo l'art.38 del d.P.R. 30 marzo 1957, n.361, recante "Testo Unico per l'elezione della Camera dei deputati", che espressamente prevede l'esclusione dalle funzioni di presidente di ufficio elettorale di sezione, di scrutatore e di segretario per i dipendenti dei Ministeri dell'Interno, delle Poste e telecomunicazioni e dei Trasporti. Si ritiene che l'intervenuta privatizzazione della maggior parte dei rapporti di lavoro non implichi l'eliminazione del divieto a svolgere le anzidette funzioni per tali lavoratori, in quanto l'esclusione deve intendersi correlata alle attività dagli stessi espletate, che rimangono essenziali per la regolarità delle complesse procedure elettorali anche nei giorni della votazione.

11. Come avviene la designazione degli scrutatori da parte della Commissione elettorale comunale?
Per svolgere le funzioni di scrutatore è prevista l'iscrizione a un apposito albo tenuto presso ogni comune. In particolare, ai sensi dell'art.1 della legge 8 marzo 1989, n.95, l'iscrizione all'albo è subordinata sia alla presentazione di apposita domanda nei termini e con le modalità di legge (entro il mese di novembre di ogni anno), sia al possesso dell'elettorato attivo e, infine, all'avere assolto gli obblighi scolastici. Il titolo di studio richiesto è quello previsto dalla normativa vigente al momento del conseguimento del titolo stesso.
La procedura da seguire per designare gli scrutatori è indicata nell'art.6 della legge 8 marzo 1989, n.85, (modificato dall'art.9, comma 4, della legge 21 dicembre 2005, n.270, e dall'art.3-quinquies, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n.1, come inserito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n.22).
Alla stregua delle indicate modifiche normative, la designazione degli scrutatori tra le persone iscritte all'albo deve avvenire – tra il 25° e il 20° giorno antecedenti la data del voto, in seduta pubblica preannunziata due giorni prima con apposito manifesto – con il criterio della nomina all'unanimità da parte dei componenti della Commissione elettorale comunale (composta dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali) o, nel caso che non si raggiunga l'unanimità, con una procedura di nomina per votazione.
La Commissione elettorale comunale nella sua autonomia, sempre a condizione che ricorra il presupposto della decisione unanime di tutti i componenti, potrebbe comunque avvalersi del sorteggio solo quale criterio "preselettivo", per poi procedere successivamente a formalizzare le relative designazioni.

12. Quali sono i documenti di identità da presentare al momento del voto?
I documenti di identità da presentare al momento del voto sono quelli ricompresi in una delle tre seguenti categorie:
• a) carta d'identità o altro documento d'identificazione munito di fotografia, anche se scaduto, rilasciato dalla pubblica amministrazione;
• b) tessera di riconoscimento rilasciata dall'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare;
• c) tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia.

13. A quali condizioni i rappresentanti di lista possono votare nei seggi presso i quali sono designati?
L'esercizio del diritto di voto nel seggio di regolare designazione per i rappresentanti effettivo e supplente di una stessa lista è previsto nel caso in cui tali rappresentanti si accreditino entrambi presso il seggio medesimo ed esercitino effettivamente tali funzioni (ovviamente in tempi diversi, essendo, come detto, uno supplente dell'altro).

14. Come può esercitare il diritto di voto chi si trova ricoverato in un ospedale?
L'elettore che sia degente in un ospedale o casa di cura è ammesso a votare nel luogo di ricovero. A tal fine deve presentare al Sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto un'apposita dichiarazione recante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura e l'attestazione del direttore sanitario dello stesso luogo di cura comprovante il ricovero. Tale dichiarazione, da inoltrare per il tramite del direttore amministrativo o del segretario dell'istituto di cura, deve pervenire al suddetto comune non oltre il terzo giorno antecedente la votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018.

15. Quali elettori diversamente abili hanno diritto ad essere accompagnati nella cabina elettorale per esercitare il diritto di voto?
Possono essere accompagnati all'interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell'espressione autonoma del voto, e cioè i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità. Ciò premesso, sono ammessi al voto assistito presso il seggio gli elettori che, presentando apposita certificazione sanitaria, abbiano ottenuto, da parte del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, l'inserimento sulla propria tessera elettorale dell'annotazione del diritto al voto assistito mediante apposizione del codice (AVD).
Possono anche essere ammessi a votare con un accompagnatore gli elettori il cui impedimento fisico nell'espressione autonoma del voto sia evidente. Quando manchi il suddetto simbolo o codice sulla tessera elettorale o quando l'impedimento fisico non sia evidente il diritto al voto assistito può essere dimostrato con un certificato medico - redatto da un funzionario medico designato dai competenti organi delle aziende sanitarie locali - nel quale sia espressamente attestato che l'infermità fisica impedisce all'elettore di esprimere il voto senza l'aiuto di un altro elettore.
L'ammissione al voto assistito non è quindi consentita per infermità che non influiscono sulla capacità visiva oppure sul movimento degli arti superiori, ivi comprese le infermità che riguardano esclusivamente la sfera psichica dell'elettore. Gli handicap di natura psichica hanno infatti rilevanza ai fini del diritto al voto assistito solo allorquando la relativa condizione patologica comporti una menomazione fisica che incida sulla capacità di esercitare materialmente il diritto di voto.
Si precisa che nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un diversamente abile.
Sulla tessera elettorale dell'accompagnatore, all'interno di uno degli spazi per la certificazione del voto, è fatta apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale l'elettore di fiducia ha assolto a tale compito. Infatti il presidente, prima di consegnare la scheda, deve:
• a) richiedere la tessera elettorale anche all'accompagnatore dell'elettore fisicamente impedito, per assicurarsi che egli sia elettore e che non abbia già svolto la funzione di accompagnatore;
• b) accertarsi, interpellandolo appositamente, se l'elettore fisicamente impedito abbia liberamente scelto il suo accompagnatore e ne conosca il nome e cognome.

16. Sono previste misure per agevolare l'esercizio del diritto di voto agli elettori non deambulanti?
Sì. Gli elettori non deambulanti, iscritti in sezioni elettorali ubicate in edifici non accessibili mediante sedia a ruote, possono votare in qualsiasi altra sezione elettorale del comune allestita in un edificio privo di barriere architettoniche.
Tali elettori, per poter votare, oltre alla tessera elettorale, devono presentare una documentazione dalla quale risulti l'impossibilità o la capacità gravemente ridotta di deambulazione, e precisamente:
• una certificazione medica rilasciata dall'azienda sanitaria locale oppure;
• una copia autentica della patente di guida speciale.
Il voto è espresso nella cabina o al tavolo appositamente allestiti per gli elettori non deambulanti.

17. Sono previste particolari modalità per consentire l'espressione del voto ad elettori affetti da gravissime infermità che ne rendono impossibile l'allontanamento dalla propria abitazione?
Sì. Gli elettori affetti da gravissime infermità, tali da renderne impossibile l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano (anche con l'ausilio dei servizi di trasporto messi a disposizione dal comune per agevolare il raggiungimento del seggio da parte dei portatori di handicap) e gli elettori affetti da gravi infermità, che si trovino in dipendenza continuativa da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l'allontanamento dall'abitazione, hanno la possibilità di votare a domicilio.
La domanda, corredata da un certificato medico della ASL e dalla copia della tessera elettorale, deve pervenire al comune di iscrizione elettorale entro il ventesimo giorno antecedente la data della votazione, e cioè entro il 12 febbraio 2018.

18. I detenuti hanno diritto di voto?
Il diritto di prendere parte alla votazione è riconosciuto ai detenuti che non siano incorsi nella perdita della capacità elettorale (a seguito dell'interdizione dai pubblici uffici).
Gli interessati devono far pervenire al sindaco del comune, non oltre il terzo giorno antecedente la data della votazione, e cioè non oltre il 1° marzo 2018, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto nel luogo di detenzione.
La dichiarazione, che deve espressamente indicare il numero della sezione alla quale l'elettore è assegnato, deve recare in calce l'attestazione del direttore dell'istituto comprovante la detenzione dell'elettore ed è inoltrata al comune per il tramite del direttore stesso.

19. Quali sono i soggetti competenti ad autenticare le firme?
I soggetti competenti ad autenticare le firme per la presentazione delle liste e per le designazioni dei rappresentanti di lista presso i seggi sono quelli indicati nell'art.14 della legge n.53/90, nel testo modificato dalla recente legge 3 novembre 2017, n.165, che abilita all'esercizio della funzione anche i sindaci metropolitani, i componenti della conferenza metropolitana, e i consiglieri metropolitani.
Le funzioni di autenticazione devono essere materialmente svolte da tali soggetti all'interno del territorio di rispettiva competenza.
I consiglieri provinciali e i funzionari provinciali incaricati possono ancora autenticare le firme anche se le province sono, ora, organi eletti con consultazioni di secondo grado. Ciò, infatti, non incide in alcun modo sulle loro potestà autenticanti, che sono rimaste immutate ai sensi del suddetto art.14 della legge n.53/90.
La legge 3 novembre 2017, n.165 ha previsto che, esclusivamente per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 4 marzo 2018, sono abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni nel procedimento elettorale, oltre ai soggetti indicati all'art.14 della legge 21 marzo 1990, n.53, gli avvocati abilitati al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori iscritti all'albo di un distretto rientrante nella circoscrizione elettorale.

20. Qual è la procedura di voto per gli elettori italiani residenti all'estero?
Per gli italiani residenti all'estero la modalità ordinaria di espressione del voto, prevista dalla legge per le elezioni politiche e per i referendum nazionali, è quella per corrispondenza. Gli elettori residenti all'estero sono quindi iscritti d'ufficio nelle liste elettorali degli aventi diritto al voto per corrispondenza.
I cittadini che intendano esercitare il diritto di voto in Italia devono aver prodotto espressa opzione in tal senso al Consolato di appartenenza entro il decimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di indizione delle elezioni, e cioè entro l'8 gennaio 2018.
Il Ministero degli Esteri ha diffuso, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari, un apposito modello per l'esercizio dell'opzione.

21. Chi stampa ed invia le schede per gli elettori all'estero?
Il Ministero dell'Interno consegna al Ministero degli Esteri i modelli delle schede elettorali non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione.
Sulla base delle istruzioni fornite dal Ministero degli Esteri, le rappresentanze diplomatiche e consolari provvedono alla stampa delle schede di votazione e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero.
Gli Uffici consolari, ai sensi del comma 3, dell'art.12 della legge n.459/2001, spediscono "....con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità....", al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:
• il certificato elettorale;
• le schede e la relativa busta piccola, nonché una busta grande affrancata recante l'indirizzo dell'Ufficio consolare competente;
• un foglio esplicativo delle modalità di voto.

22. Come si vota all'estero per corrispondenza?
L'elettore, ricevuto il plico con le schede:
• esprime il proprio voto sulle schede: il voto è espresso tracciando un segno sulla lista prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene; può inoltre esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre; il voto di preferenza espresso validamente per un candidato è considerato quale voto alla medesima lista se l'elettore non ha tracciato altro segno in altro spazio della scheda;
• introduce le schede nella relativa busta piccola e la chiude;
• inserisce, nella busta grande affrancata, il tagliando staccato dal certificato elettorale (comprovante l'avvenuto esercizio del diritto di voto) e la busta piccola contenente le sole schede;
• spedisce, infine, il tutto al Consolato competente. (art.11 della legge 27 dicembre 2001, n.459 e art.15 del d.P.R. 2 aprile 2003, n.104).
Saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia, e quindi entro le ore 16 di giovedì 1° marzo 2018 (art.12, comma 7, della legge n.459 del 2001).
Gli elettori residenti all'estero che, entro quattordici giorni dalla data della votazione in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con le schede, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato.

23. Come si scrutina il voto espresso all'estero?
Le schede votate dagli elettori all'estero, incluse nelle apposite buste pervenute per corrispondenza agli Uffici consolari, vengono spedite in Italia dai Consolati mediante valigia diplomatica accompagnata. I plichi arrivati in Italia vengono presi in consegna dall'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, istituito appositamente presso la Corte d'appello di Roma, nel cui ambito - sulla base dell'elenco degli elettori fornito dal Ministero dell'Interno - vengono costituiti seggi elettorali per lo scrutinio delle schede pervenute.
Le operazioni di scrutinio iniziano alla medesima ora dello spoglio dei voti espressi nei seggi istituiti sul territorio nazionale, e cioè alle ore 23 di domenica 4 marzo.

24. Gli studenti che partecipano a progetti di formazione all'estero possono esprimere il loro voto per corrispondenza nella località in cui si trovano al momento della consultazione?
Sì. La legge 6 maggio 2015, n.52, ha apportato modifiche anche alla normativa sul voto all'estero, prevedendo - in occasione di elezioni politiche o referendum nazionali - la possibilità di votare per corrispondenza all'estero per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano temporaneamente all'estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale è ricompresa la data della votazione. Questa possibilità è prevista dalla medesima legge anche per i loro familiari conviventi. A tal fine, i suddetti elettori possono formulare al comune di iscrizione elettorale un'espressa opzione per il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero - valida per un'unica consultazione - che deve pervenire al comune entro e non oltre il trentaduesimo giorno antecedente la data di svolgimento della consultazione, e cioè entro il 31 gennaio 2018 (art.4 bis, comma 2, della legge n.459/2001, modificato dall'art.6, comma 2, della legge n.165/2017).

25. Come dev'essere redatta la dichiarazione di opzione dei cittadini temporaneamente all'estero?
La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e necessariamente corredata di copia di un documento d'identità valido dell'elettore, deve in ogni caso contenere l'indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale ed una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 1 dell'art.4-bis della legge n.459/01 (presenza prevista all'estero per almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche).
La domanda deve ritenersi validamente prodotta anche se l'interessato non si trovi già all'estero al momento della domanda stessa, purché il periodo previsto e dichiarato di temporanea presenza all'estero comprenda la data stabilita per la votazione.
Si suggerisce, comunque, di utilizzare l'apposito modello pubblicato in formato pdf editabile su questo sito.

26. Un cittadino italiano residente all'estero che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, si trovi temporaneamente all'estero in una località diversa da quella nella quale è residente può votare all'estero nel posto in cui è al momento temporaneamente domiciliato?
Sì, può votare presentando domanda al comune come elettore temporaneamente all'estero. Ricevuta la conseguente comunicazione dal comune, questo Ministero provvederà a cancellarlo dall'elenco elettori della sede consolare di residenza e ad iscriverlo in quello della sede di temporanea presenza.

27. Il periodo previsto di tre mesi di temporanea presenza all'estero è richiesto anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per corrispondenza?
No. La legge, ai fini del diritto al voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero, non richiede che il requisito del periodo di tre mesi di presenza all'estero sussista anche per i familiari conviventi degli elettori temporaneamente all'estero.

28. Chi svolge il Servizio civile all'estero può presentare opzione di voto per corrispondenza come temporaneo all'estero?
Sì. Chi svolge il Servizio civile all'estero rientra senz'altro tra gli elettori temporaneamente all'estero aventi diritto al voto per motivi di lavoro.

29. Quando avviene lo scrutinio delle schede, si comincia con il Senato o con la Camera?
Alle ore 23 della domenica 4 marzo prima si procede all'accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati.

30. Quando comincia lo spoglio delle elezioni regionali di Lazio e Lombardia?
Lo scrutinio delle schede votate per le elezioni regionali del Lazio e della Lombardia si effettua dalle ore 14 di lunedì 5 marzo, dopo che siano state ultimate le operazioni di spoglio relative al Senato e alla Camera dei deputati.

31. Si può accedere nella cabina elettorale con il telefono cellulare?
No. Il telefono cellulare dev'essere consegnato ai componenti del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione.

32. Nel caso in cui l'elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione?
Sì, secondo la più recente giurisprudenza, l'elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le "schede deteriorate".

33. I minori possono accedere nella cabina elettorale con il proprio genitore?
No. L'elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale, fatti salvi i casi tassativamente previsti dalla legge di voto assistito, con la presenza di accompagnatori per gli elettori materialmente impediti nell'espressione autonoma del voto.

34. Chi detiene legalmente un'arma, può accedere al seggio armato?
No. Gli elettori non possono entrare nella sala delle elezioni armati o muniti di strumenti atti ad offendere.

35. Uno scrutatore, già designato, come può giustificare la sua assenza?
Con gravi motivi di salute od altro impedimento di analoga gravità appositamente dimostrato con documentazione idonea.

36. Quali criteri determinano l'esclusione di un contrassegno elettorale?
I criteri di esclusione di un contrassegno elettorale possono così sintetizzarsi:
1. confondibilità con contrassegni utilizzati da partiti tradizionalmente presenti in Parlamento o comunque utilizzati notoriamente da altre formazioni politiche o presentati al solo scopo di precluderne l'uso ad altre formazioni politiche interessate a farne uso;
2. riproduzione di immagini o soggetti religiosi;
3. confondibilità con contrassegni nuovi e non conosciuti dal corpo elettorale, depositati prima al Ministero dell'interno in occasione della medesima elezione;
4. riproduzione di simboli, diciture, ecc...che richiamano ideologie autoritarie;
riproduzioni di nomi di persone o simboli di società senza la relativa autorizzazione all'uso.

37. Un elettore può essere candidato sia alla Camera che al Senato?
No. A pena di nullità dell'elezione nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e al Senato.

38. Vorrei chiedere al mio Comune la carta d'identità elettronica (CIE). Se il 4 marzo prossimo la CIE non mi sarà stata ancora consegnata potrò, in mancanza di altro documento di identificazione, votare con la ricevuta della richiesta di CIE?
Si. La ricevuta, infatti, contiene la fotografia e i dati anagrafici del richiedente la CIE, ed il numero della CIE cui si riferisce. Essa pertanto costituisce documento di riconoscimento ai sensi dell'art.1, comma 1, lettera c) del DPR n.445/2000.

 

 

Domenica, 18 Febbraio 2018 10:51

Il Paese dei balocchi.

Verso il voto a passo spedito in una campagna elettorale tra le più anacronistiche e surreali che mi ricordi.

di Lamberto Colla Parma 18 febbraio 2018 -

Non passa giorno che un candidato Premier rilanci una promessa ancor più ricca dell'avversario. Tutti a strillare la loro nuova offerta come se fossero al banco dell'ortofrutta ai mercati generali invece del banchetto elettorale..

A dire il vero, da parte del PD e delle forze di sostegno al Governo provvisorio, l'Italia vola grazie all'oculata gestione dei governi Gentiloni e Renzi rivendicando il record d'incremento del PIL, mai così cresciuto dal l 2008 (+1,5%.)

Ma ciò che dimenticano di sottolineare è che risulta uno dei più bassi d'Europa e soprattutto che, in valore assoluto, il PIL nazionale è ancora al disotto di 5,6 punti percentuali rispetto all'ultimo anno di pre crisi, ovvero 10 anni fa (vedi tabella fondo pagina CGIA di Mestre).

E che dire del debito pubblico che ha raggiunto il nuovo record di 2.256 miliardi con un bel +36,6 miliardi (+119 negli ultimi 3 anni!).

Nel dettaglio,- riporta l'ultimo bollettino mensile della Banca d'Italia - il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 39,6 miliardi, arrivando a 2.169,1 miliardi, mentre quello degli Enti locali è diminuito di 3 miliardi a 86,9 miliardi. Stabile per gli enti di previdenza.

Insomma, le amministrazioni centrali non ci pensano proprio a ridimensionare i loro costi scaricando sulle amministrazioni locali l'onere di fare i miracoli. E così i sindaci e i poveri presidenti di Provincia, che ancora non sono stati dotati di bacchetta magica, possono solo tagliare sui servizi ai cittadini con le conseguenze ben note a tutti e di cui le cronache ci danno resoconto quotidiano.

Le buche nelle strade diventano voragini, i ponti crollano, gli argini mal mantenuti non tengono le piene, i fossi sporchi, l'illuminazione pubblica extraurbana quasi inesistente e la segnaletica stradale orizzontale (linee di mezzeria e di bordo di carreggiata) è un ricordo dei bei tempi che furono.

In sintesi, il PIL cresce ma molto meno degli altri Paesi, il debito pubblico cresce più degli altri Paesi e secondo il rapporto della Commissione europea per Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Belgio ci sono "alti rischi per la sostenibilità a medio termine". "In questi cinque Paesi- prosegue il documento - c'è bisogno di un aggiustamento significativo di bilancio per assicurare la sostenibilità a medio termine raggiungendo il target del debito al 60% nel 2032″,

Infine, quando verrà meno l'intervento della BCE (Q.E.) e i tassi di interesse dovessero raddoppiare, entro il 2028, allora saranno dolori e il debito aumenterebbe di ben 9 punti percentuali.

In conclusione, in un periodo di condizioni congiunturali favorevolissime (costo energetico ai minimi, intervento Quantitative Easing della BCE, Spread ai minimi e perciò un molto minore impatto degli interessi sul debito pubblico), i nostri governi, da Monti a Gentiloni, non sono stati in grado di proporre interventi per accelerare la ripresa preferendo di lasciarsi governare dai fatti esterni.

Così facendo, ci governeranno ancora i fatti esterni, le colpe verranno fatte ricadere sui governi precedenti, e le tasse aumenteranno per "volontà dell'Europa".
Certo che governare in questo modo son capaci anche i bambini.

Tanto, a rimetterci saremo sempre noi e le nostre piccole imprese.

Godiamoci il nostro bel Paese dei Balocchi sino al 4 marzo e poi prepariamoci a ricadere nella pesante e dura realtà di una nazione nostalgica, ancora alla ricerca dei nemico "fascista".

(per restare informati - editoriali )

PIL-Pesi-UE-IMG_9452.jpg

 

 

"E' fuori luogo e inqualificabile il tentativo del Pd di addossare responsabilità all'Amministrazione comunale per quanto è accaduto sabato".

Non ci sta proprio, il sindaco Patrizia Barbieri e sottolinea che "l'ordine pubblico non è di competenza né del sindaco né della Giunta". E aggiunge: "Con ogni probabilità, per la manifestazione del settembre 2016 cui si fa riferimento, il sindaco Dosi si attenne semplicemente a quello che Questura e Prefettura gli dissero di fare. Mi stupisce che ex assessori e gli attuali consiglieri comunali del Partito Democratico non conoscessero allora, così come dimostrano di non conoscere oggi, le normative in materia". Prosegue il primo cittadino: "L'unico dato che oggi emerge, è che il Pd pare più interessato ad alimentare inutili polemiche anziché concentrarsi sull'inqualificabile comportamento dei facinorosi che hanno arrecato un grave danno alla città di Piacenza. Trasuda di strumentalizzazione, la nota del Partito Democratico, a maggior ragione se pensiamo allo scambio di accuse via social network tra un esponente dello stesso partito e uno degli organizzatori del corteo, che nei giorni scorsi hanno contribuito notevolmente ad alimentare la tensione".

Rimarca Patrizia Barbieri: "Se i consiglieri del Pd ritengono di presentare un'interrogazione, è loro diritto farlo e gli verrà fornita puntuale risposta. Nel contempo, questa Amministrazione continuerà a fare ciò che le compete con senso di responsabilità e nel rispetto della legalità. L'atteggiamento dei consiglieri del Pd non solo è un malcelato tentativo di sfruttare a fini elettorali i fatti di sabato pomeriggio, ma evidenzia una grave lacuna in materia di competenze amministrative. Spiace constatare – conclude il sindaco – che si accantoni così facilmente il senso di responsabilità di cui la politica dovrebbe dare prova in queste circostanze. Mi sarei aspettata che, anche in nome dei valori della Costituzione, potesse davvero essere unanime la condanna nei confronti di delinquenti violenti, privi di ogni senso civico, contro i quali si dovrebbe fare fronte comune al di là delle rispettive appartenenze di partito. A differenza di alcune sigle dell'estrema sinistra che non si fanno certamente scrupoli nel minimizzare le azioni e l'atteggiamento ingiustificabile di questi facinorosi".

Piacenza, aggressione Carabiniere: 'Emerge la matrice della sinistra radical chic. Con i rivoluzionari da salotto si rischia il ritorno agli anni delle BR'

'Figli di papà, che giocano a fare la rivoluzione contro l'ordine costituito che li mantiene, pedine di un disegno criminale che sta attaccando direttamente lo Stato e l'ordine costituito (quello che ne resta). Rivoluzionari da salotto, nemici dalla liberta', figli di quel tessuto culturale di sinistra che riporta a quello in cui generarono le BR. Questo è l'identikit che sta emergendo delle indagini sui responsabili degli scontri di Piacenza e dell'aggressione al Carabiniere: figli di papà annoiati, capricciosi e violenti per devianza ideologica. Assomigliano molto a quelli che nel passato imbracciarono le armi e si trasformarono in brigatisti. Un pericolo da evitare. Da chi provoca e pesta un Carabiniere, mette a ferro e fuoco le città - come sempre più spesso sta succedendo nei cortei sedicenti antifascisti in Emilia-Romagna - a chi decide di imbracciare le armi, il passo è purtroppo breve. Va scongiurato. La miccia accesa da questi gaga' rammolliti, radical chic di una "gauche au caviar", deve essere spenta, prima che sia troppo tardi."

A dichiararlo Enrico AIMI, consigliere regionale dell'Emilia Romagna e candidato al Senato per FI.

Domenica, 11 Febbraio 2018 08:38

Due pesi e due misure. Emmanuel V/S Pamela

Laura Boldrini e Maria Elena Boschi erano presenti al funerale di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano 36enne ucciso a Fermo ai primi di luglio 2016. Istituzioni silenziate e, salvo quello della Meloni, nessun messaggio di cordoglio è giunto ai familiari di Pamela Mastroprietro, forse uccisa e fatta a pezzi da uno o più nigeriani.

di Lamberto Colla Parma 11 febbraio 2018 -
Quello di Emmanuel Chidi Nnamdi era diventato un caso nazionale soprattutto dopo che alti rappresentanti delle istituzioni gridarono il loro sdegno contro l'"omicidio razzista". Laura Boldrini e Maria Elena Boschi, oltre a una nutrita delegazione di Sinistra Italiana, andarono a Fermo per partecipare al funerale del 36enne nigeriano morto a seguito di una rissa dove aveva avuto la peggio. "Sono qui per rassicurare gli Italiani" aveva dichiarato la Presidentessa della Camera (video Vista).

Un anno e mezzo dopo, sempre nelle Marche, questa volta a Macerata, una giovanissima ragazza, Pamela Mastropietro, scompare dalla comunità nella quale tentava di riabilitarsi e viene trovata, due giorni dopo, fatta a pezzi dentro a due trolley con molti organi interni mancanti, forse utilizzati per riti voodoo.

Le indagini conducono a un nigeriano, Innocent Oseghale, dove all'interno della sua abitazione sono stati trovati i vestiti di Pamela e tracce di sangue.

Un'atrocità che grida vendetta e che si è purtroppo materializzata con Luca Traini, un improvvisato giustiziere che è andato a scaricare una trentina di pallottole contro la comunità africana maceratese, ferendone almeno 6, "Quando era tutto finito e avevo vuotato ormai i caricatori, - ha confessato Luca Traini - sono andato a Pollenza. Mi sono fermato con l'auto proprio nel luogo dove avevano ritrovato le valigie con i poveri resti di Pamela e là sono rimasto, per qualche minuto, in raccoglimento. L'avevo appena vendicata, sparando trenta colpi. E ci tenevo a dirglielo..."

Grazie a quest'epilogo psicodrammatico le attenzioni mediatiche e politiche si concentrano sul Traini, sulle sue letture "naziste" e della povera Pamela ci si dimentica o si finge di dimenticarsi.

E' Giorgia Meloni la prima a infuriarsi per la latitanza delle alte cariche dello Stato, troppo impegnati a "stemperare" i toni, come ha indicato di fare il Presidente Sergio Mattarella e a organizzare manifestazioni antifasciste e antirazziste.

Ma dal partecipare ai funerali di un nigeriano, di cui si scoprì essere membro effettivo della setta Black Axe i cui vertici erano seduti, poche panche dietro la Boldrini e la Boschi, alla totale assenza, compresa quella privata, il passo è troppo lungo.

Le parole e forse ancor più i silenzi possono ferire ancor più delle armi.

Un atteggiamento che, anziché stemperare gli animi, alimenta sempre più il disagio delle comunità native, di quegli italiani che, come i maceratesi, si sE allora la tensione sociale sale e prima o poi si arriverà agli scontri tribali.

Quanti Traini dobbiamo attendere di arrestare prima di comprendere che va salvaguardata la sicurezza e difesi i diritti di tutti?

E' ora che la politica si cali nella realtà della società, che acquisisca le reali percezioni di insicurezza e disagio dei cittadini; quelli che lavorano per campare e spesso campano solo per tentare di dare un futuro migliore ai propri figli.

La "gente comune" ormai non ne può più, dei nigeriani e affini, ma nemmeno dei populisti, perbenisti e per di più radical chic.

Video Funerale FERMO: https://youtu.be/Rz0d2ggdyRE 

(per restare informati - editoriali )

Il dieselgate si allarga e, per certi versi, assume un aspetto macabro condito da un tasso etico nullo ma, ciononostante, la stampa non alza i toni e le varie organizzazioni, anche quelle dedite alla salvaguardia dei diritti civili di "qualsiasi forma vivente", tacciono.

di Lamberto Colla

4 febbraio 2018 -

Lascia sconcertati l'assordante rumore del silenzio attorno a questa immorale appendice del dieselgate.

All'inizio, quando uscì la notizia che dei primati furono utilizzati per testare il grado di nocività dei gas di scarico delle autovetture, un cenno di indignazione e disappunto stava per esplodere. Infatti, oltre all'inumana costrizione di inalare gas di scarico, le scimmie, dalla natura vivace, venivano costrette a restare ferme per ore, e qualcuno arrivò a dichiarare.
"Le scimmie sono animali che hanno bisogno di muoversi molto e già costringerle a sedere davanti a uno schermo (per vedere dei cartoni animati - ndr) è tortura in sé", spiega Klaus Kronaus, numero uno dell'associazione anti-cavie -. Il gas di scarico poi le espone a un problema di salute".

Ma quando la notizia si arricchì della partecipazione ai test di cavie umane, forse per la concomitanza delle celebrazioni della giornata della "memoria", tutti i toni si smorzarono.

"Test su gas di scarico su scimmie e cavie umane. Sospeso un top manager" e "Test su scimmie e cavie umane, lo scandalo che serviva a politici e case automobilistiche" sono i titoli più incisivi e "violenti" raccolti in rete e, analogamente, le testate televisive non sono andate oltre.

Ma cosa sarebbe esploso sulla stampa internazionale se una analoga vicenda si fosse verificata in Italia?

Il finimondo!
Tutti avrebbero detto la loro e avrebbero scritto manuali di etica, chiesto le dimissioni dal Presidente della Repubblica all'usciere dei cancelli di "Mirafiori" e fiumi di benpensanti immacolati si sarebbero riversati nelle strade delle grandi e piccole città.

Accade in Germania e, oltre alle obbligate scuse, alle richieste di fare chiarezza piuttosto che all'indignazione universale per l'utilizzo di scimmie e cavie umane non si è andati e anche il mondo della finanza, sempre attenta alle speculazioni ha dato solo un cenno di disappunto facendo perdere al titolo borsistico di Volkswagen solo lo -0,1%.

E pensare che ce ne sarebbero di cose da dire e da ricordare a partire dagli anni '70 quando, sempre in Germania, vennero utilizzati cadaveri, alcuni anche di bambini, nei crash test. "Non solo cadaveri, anche scimmie - conclude l'articolo di Nuviana Arrichiello su Corriere.it -: a quanto pare, la storia si è ripetuta. Già utilizzati per i test su cosmetici e medicinali, gli scimpanzé facevano da manichini sia come passeggeri, in caso di impatto frontale e laterale, sia come pedoni."

Tutto ciò dovrebbe fare riflettere su molte cose. Sul perché di tanta omertà, sul perché il centro ricerche finanziato da Volkswagen, Daimler, BMW e Bosch venne chiuso nel 2016 (poco dopo lo scandalo del dieselgate).

Forse per non far scoprire altre magagne connesse a test ben poco etici? Cosa si poteva scoprire indagando sui quaderni d'appunti del centro di ricerca, Secondo quanto riportato dal Bild, i risultati dei test sull'impatto delle emanazioni dei motori diesel non "avrebbero mai dovuto essere resi noti" perché erano "troppo devastanti". Jacob McDonald, il cui laboratorio era stato incaricato dall'EUGT – l'organo di ricerca finanziato dai quattro colossi tedeschi - ha riferito nell'agosto del 2016 che"mesi fa i responsabili di Volkswagen hanno criticato i risultati, perché non rispettavano quelle che erano le loro aspettative".

Conclusioni
Tutti a fare le pulci su ogni starnuto italiano, ma sulla Germania non si può!

 

Per restare informati sugli editoriali clicca qui.

Domenica, 28 Gennaio 2018 11:59

-35 giorni e già minacciano di “spread”

Ancora interferenze e pressioni sugli elettori dal gotha della finanza mondiale e dai loro paggetti travestiti da Uemanoidi.

di Lamberto Colla Parma 28 gennaio 2018 -

A paventare i primi rischi è stato il commissario europeo Affari Economici Pierre Moscovici, molto preoccupato per l'Italia e la sua deriva "populista" che, con le prossime elezioni, potrebbe tracimare nel mancato rispetto dei parametri di Maastricht. "L'Italia è tra i rischi del 2018 per l'Unione europea" sottolineava il 16 gennaio scorso l'Uemanoide di turno. Una preoccupazione che lo logora oggi da commissario europeo ma molto meno da ministro delle finanze francese quando del 3% se ne faceva un baffo.

Silenziato il Francese di origine ebraica romena, che al coro di proteste, ha dovuto infine replicare con "Sono gli italiani che scelgono liberamente, non c'è nessuna interferenza e non ho mai pensato che delle elezioni possano essere un pericolo" ecco che "nuove" frecciate cominciano a arrivare dal mondo della finanza internazionale.

In un modo o nell'altro, i vari economisti di grido chi dal palcoscenico di Davos (World Economic Forum) chi dalle stanze della agenzia di rating lanciano ipotesi di scenari tragici per la nostra economia e le tasche degli italiani.

Insomma la minaccia è reale e l'"invito" a porre attenzione alle elezioni del 4 marzo è più che esplicito. Se dalle urne non dovesse uscire una maggioranza in grado di replicare un governo come quello imposto da Napolitano & C,. il rischio di uno spread che torni a raggiungere vette stellari è assai probabile.

spread-BTP-Bund-10anni-Spread elevato, tassi che si innalzano all'inverosimile e debito pubblico che sfora i parametri e imposizione di nuovi sacrifici.

Questo è quello che ci prospettano i portavoce dei governatori mondiali. Di quei pochi burattinai che, senza mostrare il proprio volto, gestiscono le sorti del pianeta.
Quegli stessi che sono riusciti a modificare la meravigliosa idea di una Europa Unita in un coacervo di tecnocrati incapaci ma molto ubbidienti e dal potere di sovrastare o condizionare le decisioni dei vari governi nazionali.

Nei giorni scorsi da Goldman Sachs l'ultima pesante invettiva: "il mercato non ignorerà il rischio elezioni ancora a lungo". "Crediamo - scrivono dall'agenzia di rating che il mercato sia compiacente - (ancora lo spread è basso intorno a 134 - ndr) - rispetto al rischio potenziale che dalle urna emerga un nuovo governo anti-europeista (ipotesi giudicata altamente improbabile da noi) o di una vittoria del centrodestra (abbastanza probabile, ma non ancora il nostro caso modello). Se comunque l'esito delle elezioni sarà la formazione di una grande coalizione volta a formare un governo (il nostro caso base), i prezzi degli asset italiani dopo il voto potrebbero tornare ai livelli attuali".
E poteva mancare dal coro la voce tedesca? Certo che no! Infatti è il Die Welt a lanciare la sua invettiva "L'Italia è l'assoluto fanalino di coda dell'eurozona, messo anche peggio della Grecia".

Troppi benevoli "Consigliori" cercano di indurci alla miglior scelta (per loro!) altrimenti nuovi dolori e catastrofi ci colpiranno.

Un motivo in più per andare a votare, in massa, e scegliere liberamente in barba a quelli che pretendono di soggiogarci.

(per restare informati - editoriali )

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"