La Cassazione con il rito abbreviato prima (24 ottobre) e il primo grado del processo Aemilia dopo (31 ottobre), hanno sentenziato una certezza: la mafia in Emilia e in particolare a Reggio Emilia è stata ed è una realtà radicata e inconfutabile.

E non si tratta di una ramificazione periferica, di qualcosa già esistente altrove, ma una cosca autonoma di 'ndrangheta con a capo quel Nicolino Grande Aracri che un Sindaco reggiano, a suo tempo, non seppe far di "meglio" che definirlo "una persona gentile".

Bisogna partire da questo retroterra politico/culturale e da queste sentenze "storiche" per riflettere a fondo sugli errori commessi, perché la 'ndrangheta a Reggio Emilia non è stata affatto sconfitta definitivamente: le sentenze hanno sancito la sua esistenza, la sua pervasione e la sua profonda relazione con il nostro territorio.

Le affermazioni del Procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, dopo la sentenza sono esplicite: "I processi e le condanne non interrompono eventi criminosi di questo tipo. Faremo nuove indagini a partire dalle parole dei pentiti che hanno aperto altri filoni d'inchiesta"; così come sono esplicite le parole del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: "Aemilia è storia. Ora si deve scavare il rapporto con la politica...In Emilia la 'ndrangheta è radicata da almeno 40 anni. La colpa e di chi non ha voluto vederla..."

Nonostante alcuni personaggi politici si siano affrettati a dichiarare che da queste sentenze la politica locale ne esce completamente indenne, è fuori dubbio che tutta la nostra comunità debba fare un serio esame di coscienza sulle responsabilità dirette o indirette della politica, degli amministratori pubblici, delle realtà produttive e di tanti privati cittadini nel processo di insediamento e radicamento mafioso, soprattutto per non ricadere negli stessi meccanismi perversi che l'hanno fatta proliferare.

Quando la politica, anche solo una piccola parte di essa, non ha come priorità il bene comune della collettività ma pensa soprattutto alla conservazione del potere e ai propri interessi personali, finisce inevitabilmente per spianare la strada a quelle pericolose influenze che hanno purtroppo ammorbato le nostre comunità e il nostro sistema economico.

Lo stesso discorso vale per l'apparato tecnico al servizio della pubblica amministrazione, come è dimostrato dalla condanna comminata al dirigente comunale di Finale Emilia.

Un altro dato - dolorosamente sconfortante - che esce dalla sentenza del 31 ottobre, è stato il comportamento, al limite del ridicolo, di almeno una cinquantina di persone chiamate a testimoniare durante il processo Aemilia. Per questi la Corte ha inviato gli atti alla Procura per falsa o reticente testimonianza. Intimoriti, minacciati o collusi, qui a Reggio Emilia.

Maurizio Vergallo
capogruppo in Consiglio Comunale e nell'Unione dei Comuni della Val d'Enza
per la lista civica "Bibbiano Bene Comune"

Domenica, 16 Dicembre 2018 10:22

L’Europa non regge alla “Prova del Nove”

La resa incondizionata di Emmanuel Macron segna la caduta degli UEDei. Il tonfo di Macron è stato silenziato da tutti gli Uemanoidi che invece continuano a criticare l'Italia. Chi è l'euroinomane?

di Lamberto Colla Parma 16 dicembre 2018 -

L'Enfant prodige se l'è fatta sotto a ha dovuto calare le brache. Sotto la spinta della "rivoluzione popolare dei Gilet Gialli", dopo 5 settimane di scontri che hanno portato a oltre 2000 arresti, alcuni morti e perdite economiche consistenti (l'associazione degli artigiani ha stimato in 10 miliardi), quello spocchioso del Presidente francese ha dovuto fare pubblica ammenda sostenendo che il Governo ha "fatto delle scemenze".

Quindi giù con le promesse. Dall'aumento dei salari al ripristino dei limiti di velocità. Tutto quello che si poteva accordare per fare deporre le armi ai Gilet Gialli (stimati al 12% nel caso si dovessero presentare alle elezioni) è stato concesso. Un cumulo di lasciti che ammonta almeno a 10 miliardi di euro e che obbligheranno la Francia a raggiungere un rapporto deficit/pil del 3,5% e forse nemmeno per un anno solo come sarebbe da normative UE.

Alcuni commentatori hanno accostato l'intervento televisivo di Macron a quello di Reza Pahlevi, lo Scià di Persia allorquando il 6 novembre 1978 a Teheran si presentò alla Tv impaurito e incredulo di fronte al dissenso che si era furiosamente propagato nel "suo" Iran, che lui stesso aveva contribuito a fare ricco.

"Ascoltare il discorso di Macron che cede platealmente in tv di fronte alle violenze dei gilet gialli ricorda emotivamente da vicino quel lontano e drammatico momento di storia persiana, che segnò la fine di un lungo regno, e il cambiamento epocale con l'avvento della sanguinosa rivoluzione islamica e della dittatura religiosa che ne è scaturita." scriveva Giuseppe Musmarra dalle colonne di HuffingthonPost.it che prosegue sostenendo " nei discorsi dello Shah e di Macron si trovano due fondamentali punti di contatto emozionali: la resa, che è sempre una dichiarazione di impotenza; e il pentimento, l'ammissione pubblica dell'errore di fronte alla moderna gogna televisiva.".

Ma non è ancora finita perché i Gilet Gialli hanno tutta l'intenzione di proseguire la protesta.

L'unico motivo per il quale avrebbero potuto "sospendere" la protesta sarebbe stato dettato dalla opportunità di "liberare" le forze dell'ordine dedicate al loro controllo e contrasto a favore della emergenza terrorismo che si è riaccesa brutalmente a Strasburgo alcuni giorni fa e dove il terrorista "francese" seppure di origine magrebina, dopo la strage a ridosso del Parlamento Europeo si è dato alla macchia, braccato da quasi 1000 agenti, per 48 ore e infine neutralizzato nel suo quartiere di origine nella notte di giovedi.
Quindi se tregua ci sarà sarà solo per favorire la Sicurezza Nazionale e combattere il terrorismo internazionale che durante le festività cristiane potrebbe trovare nuovi stimoli. E in parte ieri così è accaduto ma gli irriducibili hanno proseguito l'aggressione al centro di Parigi e purtroppo altri due decessi sono da conteggiare, registrati in prossimità dei blocchi stradali. oltre a nuovi danni e

Non bastavano i Gilet Gialli ci si è messo anche il terrorismo islamista a caricare la dose di figura di m...a del giovanotto dell'Eliseo.

Ebbene, nonostante i problemi di sicurezza che si sono palesemente manifestati in tutta la Francia, nonostante la figuraccia dei servizi di intelligence che non erano riusciti a intercettare il terrorista (accreditato come radicalizzato) e per di più sfuggito dopo l'attentato, nonostante la figuraccia di uno dei "lider maximi" dell'UE che si è inchinato alla protesta popolare recitando il "mea culpa", nonostante il conto salato che verrà presentato al Bilancio Francese e conseguentemente a quello Europeo (splafonamento al 3,5% del rapporto deficit/pil), nonostante tutto ciò gli Uemanoidi hanno taciuto per 5 settimane. Non un commento a quanto stava accadendo in Francia, lasciando alle testate giornalistiche di regime l'ingrato compito di tentare di smorzare la gravità della rivolta accusando le piccole testate televisive "libere" di esagerare nel raccontare la protesta e la partecipazione alla "rivolta".

Ma il massimo del ridicolo è stato raggiunto dal solito e inutile Pierre Moscovici quando ha dichiarato che la situazione francese non è assimilabile all'Italia e che alla Francia perciò potrà essere concesso di raggiungere il 3,5% di deficit/pil (limite massimo concesso dalle norme di bilancio UE e comunque concedibile per un solo esercizio).
Memorabile il commento del filosofo Diego Fusaro: 'L'euroinomane senza cuore concede alla Francia ciò che nega all'Italia'

All'Italia non vogliono concedere il 2,04% alla Francia il 3,5% e probabilmente per un periodo superiore all'anno.

In conclusione, l'Italia ha dato dimostrazione di una forte predisposizione alla democrazia a tutto il mondo. La "rivoluzione" l'ha fatta nelle urne e ora pretende che sia fatta la volontà del popolo. La Francia, invece, non essendo riuscita a cambiare con le elezioni perché "tradita" dal suo paladino "Macron", ha deciso di usare la forza ottenendo il medesimo risultato, salvo il fatto che dalla morte non si torna indietro e in Gallia le vittime ci sono state. 6 vite sono state immolate al volere degli "euroinomani", per dirla alla Fusaro.

Quindi: Chapeu Italia!

Alla fine il fato ci ha messo lo zampino e ordinato la prova del 9 facendo emergere, in maniera clamorosa e indiscutibile, salvo essere ciechi e sordi, l'utilizzo di due pesi e due misure all'interno dell'UE e che i commissari (non eletti dal popolo) possono fare quello che gli pare e piace in barba alla democrazia.

Questa non è l'Europa che ci era stata promessa dai fondatori.

Gli Uemanoidi non son altro che dei traditori della Patria Comune (Europa) ed è ora di trattarli come tali! 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

 

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Loro, i francesi, la favola ambientalista non l'hanno voluta bere e alla proposta di aumento delle imposte sul gasolio hanno risposto scendendo nelle strade a protestare, bloccando la circolazione dei mezzi e quindi degli approvvigionamenti essenziali.

di Lamberto Colla Parma 8 dicembre 2018 -

Riconoscibile dagli ormai famosi "Gilet Gialli", la protesta si è diffusa verso Bruxelles, dove alcuni veicoli della polizia sono stati dati alle fiamme, e dalle periferie francesi si è sempre più concentrata al cuore del potere. Cantando la "Marsigliese" in migliaia si sono dati appuntamento sotto all'arco di trionfo per poi volgere verso l'Eliseo.
E Macron, il Presidente duro fuori e tenerone dentro come i Macaron, ha dovuto cedere, ha dato ordine al primo ministro di negoziare e comunque ha congelato la tassa per sei mesi.

Ma ormai era tardi, i Gilet Gialli avevano acquisito la consapevolezza della loro forza e hanno preteso che fosse Lui stesso a metterci la faccia e così han deciso di proseguire la protesta.

Come spesso accade, sul carro dei vincitori salgono in tanti e così nei giorni scorsi anche gli studenti sono usciti dalle aule e si sono uniti ai cortei, trovando però la polizia pronta a legarli e metterli in ginocchio come facevano i "tagliagole" dell'Isis con i prigionieri di guerra. Una immagine che ha ancor più alzato il livello della tensione sociale e che potrebbe essere il pretesto per far aumentare il numero dei "guastatori", dei teppisti e vandali (i "Casseur"), che quasi da subito si erano infiltrati nei cortei di protesta portando un contributo di violenza e saccheggio gratuito. Una intrusione che invece di favorire la coesione popolare ha penalizzato la legittimità della protesta e purtroppo rischierà di fare crescere una reazione altrettanto violenta da parte delle forze dell'ordine.

PERICOLO GOLPE?
Il Presidente è nudo. In silenzio (stranamente) da almeno 15 giorni) e arroccato nei suoi Palazzi non vuole andare direttamente al tavolo dei negoziati e, ormai smascherata la sua posizione "neo liberista", vede crollare la sua popolarità giorno dopo giorno riuscendo a abbattere il record negativo del suo predecessore, Francois Hollande, che ora se la ride di gusto, probabilmente dal divano di casa abbracciato a una sua nuova fiamma, clone ringiovanito di Ségolène.

Ma attenzione che i neo liberisti sanno benissimo come manipolare l'informazione e già da alcuni giorni i TG più autorevoli montano la paura di un "Colpo di Stato" e accusano le TV più piccole di avere cavalcato la protesta e di aver dato un peso eccessivo ai "Gilet Gialli". Bisognava forse tacere e non informare la popolazione come nelle migliori dittature?

Insomma i tentativi per riempire di mortadella gli occhi dei francesi e screditare le ragioni della protesta sono stati introdotti per diventare, ben presto, utile sponda a sostegno di quel "Bel giovane dell'Eliseo" nel momento in cui darà ordine di sferrare un violento contrattacco militare.

A quel punto, che ci auguriamo non si giunga mai, la rivolta potrebbe veramente scatenarsi e trasformare molti altri francesi delle periferie in "Gilet Gialli" e questi ultimi in "Casseur" per dare l'ultimo assalto alla "Bastiglia".

Il "fenomeno giallo" francese, purtroppo, non ha proprio nulla a che vedere con i nostri "gialdoni" telegenici, paraculinari e paragovernativi a oltranza (van bene tutti, son di bocca buona!), più intenti a moltiplicare gli associati, a conquistare tutti i Consorzi Agrari nella sempre viva speranza di portarsi a casa il tesoretto di Federconsorzi (circa 800 milioni). Ma di protestare, o prender posizione (vedi quote latte seconda e terza tornata) non se ne parla. Meglio andar per il mondo a raccogliere scarti alimentari con qualche assonanza tricolore.

E così, da noi, è passato di tutto, con il bene placido dei sindacati di ogni ordine e grado.

 

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VIDEO Le FIGARO Gilet gialli cantano la Marsigliese all'arco di Trionfo di Parigi: https://youtu.be/_1UgNdh1e-o 

Casseur= teppista, vandalo, guastatore

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Una politica ambientale da ripensare e soprattutto da non accettare a occhi chiusi. Gli interessi di pochi dietro alla guerra del Diesel e della Benzina.

di Lamberto Colla giovedi 6 dicembre 2018 - E' notizia di queste ore che il Governo stia predisponendo gli incentivi e i disincentivi per le auto. Siamo alle solite!

A entrare nel mirino di Palazzo Chigi questa volta sarebbero tutte le vetture nuove alimentate a benzina e a gasolio.

La solita scusa ambientale, per la quale in questi giorni in Emilia Romagna è stato introdotto il divieto di circolazione anche per gli euro 4 (un'eresia!), ma che invece nasconde un più grande problema industriale tutto in carico ai petrolieri e alla guerra tra paesi produttori che oggi è persino riuscita a minare la coesione OPEC con il risultato che il QUATAR se ne è uscito, senza una motivazione tecnica plausibile ma solo di facciata.

Il QATAR è il più grande produttore di Gas e (LNG Gas Naturale Liquefatto) vuole incrementare le produzioni dei suoi derivati chimici, mentre è il più piccolo produttore di greggio (solo il 2%) dell'OPEC. Questa la giustificazione pubblica, ma la verità sta nel contrasto con l'Arabia Saudita (stretto partner di USA), posto che non sarebbe in contrasto la produzione di Gas con l'adesione all'OPEC.

Gli scenari mondiali legati al petrolio sono fortemente mutati da quando gli USA hanno inventato un nuovo modo di estrazione facendo uso del "fracking", una sequenza di micro-esplosioni controllate sotterranee seguite da immissione d'acqua a altissima pressione che scioglierebbe il petrolio dalle rocce.

Una tecnologia che ha consentito agli Stati Uniti di diventare un Paese autosufficiente nella produzione e addirittura forte esportatore di greggio.

E' per questo motivo, che negli ultimi 7-8 anni, il prezzo del petrolio è crollato di 2/3 e ora è al 50% del prezzo del 2011 (arrivato in california a 140$/bar). Da oltre 120$ al Barile il Petrolio WTI crollò a 40 per poi risalire intorno ai 50$/barile attuali.

Un prezzo che genera margine operativo alle imprese statunitensi ma non a quelle Venezuelane (sarebbe il maggiore produttore mondiale) e medio orientali e comunque valido per tutti gli altri estrattori con tecnologie convenzionali.

Ma questo ha portato a un problema di non poco conto.
Infatti, il petrolio estratto con le nuove tecnologie, essendo un prodotto leggero, non sarebbe indicato per la produzione di gasolio da autotrazione e perciò, è calata la direttiva, da molto in alto, di spostare il gasolio solo sulla autotrazione commerciale sacrificando l'uso privato.

Ancora una volta la "favola ambientale" è stata ben raccontata per fare passare indolore provvedimenti e cambi di strategia industriale che vanno a giovamento dei soliti pochi e potenti e ricchissimi, e a scapito soliti tanti pecoroni, deboli e sempre più poveri.

I Gilet Gialli francesi hanno fatto fare marcia indietro a "Macaron", il presidente duro fuori e tenerone dentro, ma sarebbe auspicabile che la protesta si espandesse un po' in tutti Paesi, con qualche miglioramento in termini di violenza e danni che invece servono solo a spaventare quelli che vorrebbero insorgere e protestare civilmente ma ostinatamente.

In conclusione, caro il nostro bel Governo, ripensate anche alla politica ambientale e soprattutto, date ascolto alla scienza che ha certificato che l'inquinamento della auto elettriche nel loro totale ciclo di vita (quindi smaltimento delle batterie compreso), essere pari alle auto euro 4.

Quindi di cosa stiamo parlando?
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Video campo petrolifero California: https://youtu.be/JYOmf1HxJmQ

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di LGC Parma 3 dicembre 2018 - Può una azione politica, presa nell'esercizio delle proprie funzioni pubbliche, essere sanzionata, addirittura con la radiazione, dall'ordine professionale di appartenenza dell'assessore? Stando a quanto accaduto all'Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, sembrerebbe possibile, seppure a nostro avviso, sia stata una decisione assolutamente inopportuna.

Addirittura illegittima è il commento del Presidente Bonaccini (vedi comunicato stampa che segue) che ha dato mandato ai legali di tutelare il sistema sanitario regionale.

Si può essere in disaccordo con la decisione di un politico, qualsiasi sia la sua appartenenza, ma il diritto dovere di critica si deve esercitare, anche con determinazione e forza, ma sempre entro i limiti dei propri ruoli. Nel caso dell'Assessore Venturi il suo problema deriva dall'appartenenza all'ordine dei medici, fosse stato un libero artigiano non avrebbe rischiato la radiazione, al massimo l'espulsione dall'associazione sindacale.

Un atto da biasimare, quello dell'Ordine dei medici, che ci auguriamo posa essere ritirato, seppure la memoria di un gesto ben poco elegante rimarrà per sempre. 

Il testo del comunicato della Regione Emilia Romagna:

Radiazione Venturi, il presidente Bonaccini: "Abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede la Regione, il nostro Sistema sanitario e l'autonomia dell'istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime"

"Certi delle nostre azioni e del nostro operato. Qualcuno ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell'Ente salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente"

Bologna - "Nella giornata di oggi abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede e con ogni azione l'immagine della Regione Emilia-Romagna e del nostro Sistema sanitario. Mandato col quale intendiamo proteggere anche l'autonomia dell'istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime, a partire dalla piena agibilità politica e amministrativa della Giunta regionale".

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo la radiazione da parte dell'Ordine dei medici di Bologna, dell'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, al termine di un procedimento disciplinare avviato dal presidente dell'Ordine, Giancarlo Pizza, contrario a un atto regionale del 2016 indirizzato alle aziende sanitarie sul personale da impiegare nell'attività di pronto soccorso.

"Qualcuno- prosegue Bonaccini- ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell'istituzione, salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente".

"Occorre quindi distinguere. Per quanto risultino inconsistenti, e francamente irrispettose verso le migliaia di operatori che ogni giorno operano per la tutela della nostra salute, le critiche politiche che descrivono una sanità regionale allo sbando debbono e possono essere facilmente smentite- sottolinea il presidente-. Come funzioni il 118 in questa Regione e di quanta organizzazione, professionalità e abnegazione siano capaci i nostri operatori sanitari lo vediamo quotidianamente. Lo abbiamo pubblicamente riconosciuto, tutti insieme, all'indomani del tragico incidente autostradale di Borgo Panigale quattro mesi fa. E questo è solo un esempio. Ma questo è appunto un piano di valutazione politica: se Lega, M5S e Fi ritengono ora di poter gettare fango su questo servizio se ne assumono la responsabilità davanti ai cittadini. Viceversa, c'è chi ha scelto deliberatamente, com'è ormai di tutta evidenza, di condurre una battaglia politica attraverso l'attacco a una persona, l'assessore Venturi, alla sua carica e a un'istituzione con strumenti impropri che stanno danneggiando un bene comune quale è il Servizio sanitario regionale. Tranquilli come siamo della correttezza dei nostri atti e del nostro operato, la cui legittimità non può essere in ogni caso valutata da un ordine professionale- conclude Bonaccini- tuteleremo fino in fondo la Regione e le deliberazioni assunte in tutte le sedi".

Dall'Homo Sapiens all'Homo stupidus, stupidus, stupidus. L'evoluzione deviata della specie umana sta per essere corretta dagli scienziati cinesi che, grazie alla pratica del "genoma editing" (vietata negli USA), hanno generato una coppia di gemelline "resistenti" all'HIV.

di Lamberto Colla Parma 2 dicembre 2018 -

Finalmente abbiamo una speranza. La stupidità non apparterrà più al genere umano. Con molta probabilità, come la ricchezza, anche il patrimonio genetico e la sua chiave interpretativa resterà in mano ai 25 potenti del mondo, che sostituiranno l'Homo stupidus, stupidus, stupidus con cloni resistenti e di poche pretese.

L'homo stupidus, stupidus, stupidus secondo il noto psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli, ha infatti preso il posto dell'homo sapiens. "Viviamo in una società dominata dalle frustrazioni. La sensazione prevalente è quella di trovarsi in un ambiente in cui ci si sente esclusi, ci si sente insicuri, si ha paura. Si accumula così la frustrazione, che poi diventa rabbia. Il nostro tempo non è violento, è distruttivo".

Una società, aggiungo io, dove la presunzione e l'ignoranza sono dominanti sulla cultura e sul buon senso. Una società dove il rispetto della persona non è quasi più contemplato e si rimane stupiti quando si incontra l'uomo o la donna, fuori tempo, che si rivolgono con gentilezza verso uno sconosciuto, il prossimo di cristiana memoria.

L'ignoranza sta conquistando il mondo, affascina le folle, forse perché sembra uno spazio di libertà e l'umano vi si rifugia in alternativa alla follia.

Un esempio concreto di questa tendenza sociale è rappresentata dai "terrapiattisti", i sostenitori della teoria che la terra sia piatta, che l'Australia non esista e che al confine del mondo ci siano altissime pareti di ghiaccio militarmente protette. Insomma, un gruppo sempre più numeroso di soggetti convinti che tutto quello che ci racconta la scienza sia figlio del grande complotto degli illuminati e dei poteri forti.

Ormai dominati dai social network, e soprattutto privi di qualsiasi capacità di interpretazione critica, è lo stesso Andreoli spingersi a dire che ''Stiamo vivendo con due cervelli: uno digitale, l'altro di carne.' Una situazione che potrebbe essere l'anticamera della follia, se è vero che la follia sia determinata dallo spegnimento della personalità.

Tutto può essere messo in discussione e quello che un tempo erano il materasso dei limiti della conoscenza, ovvero il buon senso e l'etica, anche questi stanno scomparendo lasciando al caos ogni governo delle società e della scienza.

Così, se 22 anni fa, alla presentazione della pecora Dolly si scatenarono tutti gli intellettuali del mondo, oggi, alla presentazione delle gemelline modificate geneticamente da un team di scienziati cinesi non si è sentita una sola parola.

E' persino difficile rintracciare le notizie in internet nonostante sia una news di sette giorni fa.

Da 22 anni ci si interrogava se la clonazione animale fosse applicabile a quella umana e oggi, che non solo sembra sia fattibile ma addirittura si possa intervenire sul miglioramento di determinate caratteristiche di resistenza alle patologie (HIV nel caso della sperimentazione cinese) non c'è stato un solo commento di chicchessia, scienziato o tuttologo onnipresente sulle reti televisive, che abbia fatto un commento.

Forse sono tutti troppo impegnati a commentare i comportamenti dei "ben poco Vips" rinchiusi nella casa del Grande Fratello.

Una domanda però è lecito porci: non è che per caso, vista la nostra resistenza e capacità di sopravvivenza con sempre meno risorse, siamo già noi stessi il frutto della manipolazione genetica?

 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Riceviamo e pubblichiamo da "Radicali Bologna" - "Ci dispiace notare che Arcilesbica sul proprio profilo facebook abbia criticato il nostro dibattito "Prostituzione: una proposta controcorrente"per aver invitato il consigliere comunale Umberto Bosco.

Nonostante le divergenze che ci contrappongono con la Lega su molti fronti come l'immigrazione, i diritti civili e molto altro, riteniamo che il confronto sia fondamentale per la tutela della democrazia di questo paese.
Proprio per questo motivo saremo felici e lieti di invitare un rappresentante di Arcilesbica al dibattito che si terrà il 2 dicembre alle ore 16.30 presso il Centro Costarena.

Arcangelo Macedonio
Segretario Radicali Bologna"

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La saga delle gesta eroiche dei nostri alleati si arricchisce di nuovi esilaranti episodi. Dai maltesi, benzinai d'alto mare ai membri paragnosti del'UE capaci di leggere i documenti italiani quando sono ancora nel furgone del postino.

di Lamberto Colla Parma 18 novembre 2018 -

Non c'è che dire. Gli Uemanoidi non si smentiscono mai e con caparbietà proseguono nella loro presuntuosa, stucchevole e ormai vomitevole linea di condotta anti-italiana.
Dopo aver fatto bere cisterne di olio di ricino ai greci, accorgendosi tardivamente dell'errore, eccoli qui pronti con la stessa ricetta da somministrare agli italiani.

Ma mentre si discute sulla manovra finanziaria, i piccoli e terribili alleati maltesi si trasformano in benzinai e invece di portare soccorso all'ennesimo barcone rimasto all'asciutto in mezzo al mare, all'interno delle loro acque territoriali, hanno ben pensato di portargli una qualche tanica di benzina, girargli la prua verso nord-ovest e spedirli come un pacco postale verso le coste italiane.

Tutto normale, secondo le convenzioni internazionali di soccorso in mare e in perfetto stile cooperativo europeo.

Verso i maltesi tutti tacciono, ma non altrettanto silenzio è riservato a qualsiasi sospiro italico.

Così, mentre la corrispondenza di Palazzo Chigi viaggia di notte verso Bruxelles, il mattino seguente i giornali sono già colmi dei commenti di mezza europa.

Olandesi e Austriaci furono i primi, mercoledi mattina, a cantare e a invocare per l'Italia una procedura di infrazione. E a questo punto sorge spontanea la domanda: Ma chi sono e quanti "milllesimi" hanno da far valere all'assemblea del "Condominio Europa" questi due staterelli per permettersi di alzare la cresta?

Così, ponendosi la medesima domanda anche i parrrucconi di Bruxelles, ecco spuntare gli obici da 55.

Quindi, senza saper né leggere né scrivere, ma forti dei loro poteri paranormali gli Uemanoidi, imboscati nelle taverne dei parlamenti europei, tornano a muggire contro l'Italia e il suo documento di programmazione.

Il primo a esporsi, dopo gli staterelli, è l'autorevole opinione di Markus Ferber, il tedesco dimenticato forse perduto sin dal 1994 tra le innumerevoli stanze di Bruxelles e Strasburgo, che ha osato minacciare di "mandare la Troika" in Italia. Proprio lui, uno dei responsabili del disastro UE in quanto è dal 2009 membro della commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento dopo essere stato, per i 10 anni precedenti, membro della commissione Bilancio. Insomma un autentico Uemanoide DOC.

A Bruxelles però, accortisi che questo "ignoto" qualsiasi non ha peso politico sufficiente, ecco che comandano ai soliti tedeschi di estrarre i loro V2.
Nelle successive 24 ore il principale quotidiano finanziario del Paese, i capo-economisti delle maggiori banche tedesche, il presidente della Banca centrale e la cancelliera federale hanno espresso la loro apprensione per debito pubblico italiano, preparando la strada per lo scontro Berlino - Roma.
Jörg Krämer, capo-economista di Commerzbank, secondo istituto di credito della Germania, nel suo intervento pubblicato su Handelsblatt Global non ci sono spazi all'interpretazione: "Lasciare che i mercati castighino i populisti italiani".

Insomma, posto che questa volta, a differenza del tandem Berlusconi-Monti, il Governo gode di ampia popolarità e l'intervento del Presidente della Repubblica non è realizzabile, la ricetta di Krämer sarebbe di attendere "Affinché i mercati esercitino la loro disciplina, la Bce si deve attenere alle regole", e stare ferma fino a quando l'Italia, sotto lo schiaffo dei mercati, non accetti le riforme "chieste" da Bruxelles. Una situazione di crisi che, dopo tanto tacere, ha indotto la stessa Merkel a esprimersi, un po' più diplomaticamente, sottolineando che l'Italia è un paese fondatore dell'UE e "ha deciso insieme a tutti gli altri le regole che oggi sono all'origine della nostra base giuridica"

Avanti a tutto spread, come promesso già 35 giorni prima della elezioni del 4 marzo scorso come ci ricorda questo link: http://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/18753-35-giorni-e-già-minacciano-di-"spread".html 

(in allegato la lettera del Ministro TRIA e il documento Programmatico del Governo)

 

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(per restare sempre informati sugli editoriali)

Domenica, 18 Novembre 2018 10:33

Bobo Craxi a Parma per "Il Vangelo Socialista"

Di Nicola Comparato - Evento importante per i socialisti, ieri all'Hotel Farnese a Parma. I compagni parmensi si sono riuniti per fare un tuffo nel passato e discutere del Vangelo Socialista, il saggio di Bettino Craxi, scritto due anni dopo la sua elezione a Segretario del PSI, dopo la sconfitta dei socialisti alle elezioni del 1976. Ospite d'onore  Bobo Craxi, il politico socialista figlio di Bettino, che di ritorno dall'evento parmigiano  ha così commentato dal suo profilo Facebook: "Una bella discussione a Parma sul libro dello storico Giovanni Scirocco che parla del revisionismo socialista contenuto nel famoso "Vangelo" assieme a Francesco Castria del circolo Pertini che ringrazio ed a Fabio Fabbri il non più giovane ma sempre lucida personalità politica del Partito, indimenticato Ministro. Mi giunge eco della volontà dei compagni di avviare una fase di rilancio del Partito in un Congresso Straordinario nel mese di Marzo. Penso che sarà un appuntamento importante mi auguro aperto e partecipato dai tanti che richiedono una forza socialista in questo momento difficile e delicato del paese."

 

Hanno partecipato all'incontro Francesco Castria come moderatore, il Senatore Fabio Fabbri ed il curatore del libro, il Professor Giovanni Scirocco.

(In copertina anche la video registrazione dell'intervento di Bobo Craxi - https://youtu.be/T6iPZjGKc6w )

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sotto: Giovanni Scirocco e Francesco Castria

 

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Le parlamentari della Lega Cavandoli e Saponara: "Orgogliose e felici: il nostro impegno a tutela dei bimbi e ragazzi".

Roma, 16 Novembre 2018 - Le parlamentari parmigiane della Lega Laura Cavandoli e Maria Gabriella Saponara hanno partecipato alla prima riunione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, in cui sono state recentemente nominate.

"Come mamme e come parlamentari – hanno detto la deputata e la senatrice parmigiane al termine della riunione – siamo orgogliose e felici di partecipare ai lavori della Commissione che si occupa di temi così delicati. I bambini e gli adolescenti hanno diritto a tutte le attenzioni possibili e dal nostro osservatorio possiamo controllare l'operato delle amministrazioni, migliorare la legislazione, studiare le buone pratiche internazionali".

La Commissione ha compiti di indirizzo e controllo sulla concreta attuazione degli accordi internazionali e della legislazione relativa ai diritti e allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva.
Monitora i risultati delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni e dagli organismi che si occupano di questioni che riguardano i diritti o lo sviluppo di bambini e ragazzi, favorisce lo scambio di informazioni e le sinergie con gli organismi e gli istituti operanti in Italia e all'estero, con le associazioni, le organizzazioni non governative e tutti gli altri soggetti operanti nell'ambito della tutela e della promozione dei diritti di minori nonché dell'affido e dell'adozione.

Inoltre, la Commissione elabora proposte legislative ed esprime parere obbligatorio per il piano nazionale degli interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva

Incidente case nuove, Tagliaferri (FdI): "una tragedia che poteva essere evitata" -  È una tragedia, l'ennesima, quella consumatasi ieri pomeriggio a Case Nuove (frazione di San Giorgio Piacentino): all'incrocio killer – così chiamano in zona l'intersezione delle SP 6 e 36 - hanno perso la vita Matteo Quattrini e Pio Franchi, stimati cittadini sangiorini e padri di famiglia...
"In questo caso è una tragedia, e quel che è peggio, che fa più rabbia, è che si poteva evitare."

L'aveva detto e ridetto il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (FdI), quando era consigliere di minoranza in Provincia e sindaco di San Giorgio: quell'incrocio andava urgentemente messo in sicurezza.
"Quando si dice “l’avevo detto” si fa riferimento quasi sempre a una brutta notizia. In questo caso è una tragedia, e quel che è peggio, che fa più rabbia, è che si poteva evitare" – continua Tagliaferri – "Con il subentrare dell'amministrazione provinciale Rolleri, le risorse vennero subito destinate ad altro, senza consultare l'amministrazione sangiorgina, su disposizione della vicepresidente Calza. Dopo innumerevoli mie proteste documentate, nel 2017 il consiglio comunale di San Giorgio approvò all'unanimità un ordine del giorno che chiedeva di recuperare il progetto, già pronto, di rifacimento dell'incrocio e di riprogrammare in tempi brevi l'intervento di realizzazione. A seguire passò all'unanimità lo stesso ordine del giorno anche in consiglio provinciale."

Tagliaferri si rivolge quindi all'allora vicepresidente della Provincia con delega ai lavori pubblici, Patrizia Calza: " Non esiste che le persone continuino a morire per l'incompetenza e l'arroganza di scelte politiche errate e di parte ! Perché fu una scelta politica e non tecnica quella che la indusse a disporre diversamente da quanto in precedenza deliberato.".  "Ora si è da poco insediata l'amministrazione Barbieri... a lei e al vicepresidente Bursi ho già richiesto un'attivazione immediata per ridurre i tempi di attuazione dell'opera prevista per il 2020". "a Calza, Rolleri e la sua giunta, faranno dunque i conti con la responsabilità morale di una loro palesemente errata decisione politica, mentre alle famiglie delle vittime e alla comunità intera di San Giorgio rimane il dolore, il cordoglio e tanta rabbia... grande assente: la giustizia!"



Il rinforzo di altri 4 Carabinieri presso la Tenenza di Vignola, grazie anche ad una mia interrogazione parlamentare, è molto positivo perchè servirà a presidiare meglio un'area nella quale negli ultimi anni si è verificata una recrudescenza di reati sia comuni, come i furti, sia connessi alle infiltrazioni del crimine organizzato".

Lo afferma la deputata emiliana di Forza Italia Benedetta Fiorini.

"Sono grata – continua Fiorini – all'Arma dei Carabinieri per l'attenzione dimostrata verso il nostro territorio e per il lavoro che svolgono quotidianamente. C'è ancora molto da fare. Infatti, l'arrivo di altri 4 uomini servirà a sopperire soltanto in parte alla carenza di organico in cui versa la tenenza di Vignola, con appena 16 operatori rispetto ai 40 di qualche anno fa, e che dipende funzionalmente dalla compagnia di Sassuolo, distante 25,5 chilometri che, per l'intenso traffico, si percorrono in non meno di 40 minuti. Serve implementare la dotazione non soltanto di uomini, ma anche di attrezzature e strutture. Ecco perché – conclude Fiorini – continuerò a sollecitare il Governo affinché supporti la costruzione a Vignola di una nuova sede per l'Arma dei Carabinieri".

Il petrolio WTI è crollato del 30% ma alla pompa resta alto. L'estate scorsa tutte le tariffe energetiche e non, sono state ritoccate per effetto del caro petrolio, mentre oggi nessuno pensa di ribassare i prezzi. Le commissioni di vigilanza e i movimenti dei consumatori dove sono?

di Lamberto Colla Parma, 15 novembre 2018 - A ottobre il WTI sfiorava gli 80 $/barile, ieri ha toccato quota 56$/bar (vedi grafico).
Un crollo di cui nessuno ancora parla. I soliti commentatori invece, quelli che di economia e finanza ne sanno, è tutta estate che ci propinano le giustificazioni circa il rincaro delle tariffe e dei prezzi dei carburanti alla pompa a causa del caro petrolio. Gli ultimi articoli al riguardo sono di un mese fa: "Rincari prezzo del petrolio e bollette: stangata di 8,1 miliardi di euro per le famiglie italiane" titolava Investire Oggi il 14 ottobre scorso.

E le accise sono ancora lì, nel computo del prezzo dei carburanti, appena prima della voce IVA 22% che, ricordiamo in modo totalmente anticostituzionale, determina una infelice tassazione di un cumulo ottuagenario di accise, moltiplicando all'inverosimile i benefici delle sempre vuote casse statali.

Dove sono le commissioni di vigilanza sui prezzi? Dove sono i vari Movimenti e Associazioni dei Consumatori?

Dobbiamo continuamente credere che il rincaro dei prezzi alla pompa sia dovuto ai costi industriali e non tanto al prezzo del greggio? allora perché l'adeguamento al rialzo è costantemente e tempestivamente adeguato al rialzo mentre le riduzioni non seguono altrettanti principi?.

Perché, così facendo, su di tre gradini e giù di uno, alla fine l'incremento dei margini industriali è più che proporzionale. La nostra memoria invece lavora sul breve periodo e fa i confronti con gli ultimi prezzi registrati e non con le dinamiche di medio e lungo periodo che darebbero risultati ben diversi.

Così ci siamo trovati il mese scorso a sfiorare i 2 euro il carburante (in autostrada) con 80€/bar il WTI e poco meno oggi che siamo a 55€/bar.

Se tanto mi dà tanto, il prezzo navigherà verso il basso ancora per un po' attorno ai 50$, che è una soglia remunerativa per gli USA, che da quando adottano la tecnica del fracking (estrazione del petrolio dalle rocce con microcariche esplosive) sono diventati autosufficienti e esportatori, mentre non lo è per i paesi del Golfo, del Venezuela e tutti gli altri Paesi che adottano principi estrattivi tradizionali e molto più costosi. Un modo quindi per far valere le ragioni USA all'interno dell'OPEC e forse per "convincere" i più ostinati a agire contro l'Iran.

Politiche internazionali  di cui si avvantaggeranno sempre i soliti industriali, estraendo euro dalle tasche degli italiani e lasciando all'asciutto i benzinai, costretti ormai a fare letteralmente i salti mortali nelle loro stazioni di servizio (dall'organizzazioni di feste e happy hour a mega autolavaggi, officine, bar e ristoranti).

Ormai non crediamo più alle favole delle accise che verranno alienate, però, cari ministri, fate in modo che chi deve vigilare lo faccia e che le ammende vadano a favorire l'adeguamento delle strade e autostrade. Almeno risparmieremo in treni di gomme... e soprattutto in VITE umane!

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leggi anche:
http://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/12192-equitalia,-dalla-parte-del-cittadino-o-no.html 

http://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/8221-dal-2015-diminuiscono-le-bollette-ma-e-record-di-rincari-dal-2010.html 

Dal Trentino alla Sicilia la natura ha dato una anticipazione della capacità distruttiva di cui è capace. Sarebbe grave che si classificasse l'evento tra i fenomeni eccezionali bensì dovremo annoverarlo tra gli avvertimenti, o ancor meglio "minaccia" ultimativa

di Lamberto Colla Parma 11 novembre 2018 -

In attesa che si completi il transito del colmo di piena del Po nella speranza che questa volta gli argini reggano tutti, così come quelli dei suoi affluenti, dobbiamo fermarci a riflettere, per l'ennesima volta, sul valore della parola prevenzione.

Quest'ultima ondata di maltempo, eccezionalmente violentissima e particolarmente estesa, deve obbligatoriamente fare cambiare atteggiamento, sia in ambito pubblico che nel privatissimo, verso l'ambiente che abbiamo colonizzato.

Abbiamo anche appurato che gli errori, se così vogliamo chiamarli, non sono una esclusiva del Sud ma anche del laborioso Nord.

Oltre 40 morti, vent'anni per riforestare la parte alpina andata distrutta e svariati miliardi di euro è il conto approssimativo che ci ha presentato la natura a partire dal 29 ottobre scorso.

Ma poteva essere un conto ancor più salato.

Siamo tutti rimasti attoniti per quanto accaduto in provincia di Palermo. A Casteldaccia due famiglie sterminate dal fiume in piena mentre erano riunite a festeggiare. Nove morti ma potevano essere ben 70 le vittime, affogate come topi all'interno dell'abitazione abusiva se, proprio a causa del maltempo, la maggior parte non avesse declinato l'invito dei padroni di casa.

Una casa costruita abusivamente nell'alveo di un torrente, il Milicia, che quando si "gonfia", occupa tutto lo spazio naturale della sua millenaria esistenza. Già lo scorso autunno aveva dato segnali di violenza, ovviamente inascoltati. Inascoltati dai proprietari della villetta che non hanno ben informato gli inquilini, gli inquilini che hanno fatto, probabilmente le orecchie da mercante, e le pubbliche amministrazioni che per non perdere voti non hanno fatto eseguire gli ordini di demolizione.

E se questo è il sud, al nord non è andata meglio.

Ha lasciato attoniti tutti la strage di alberi, caduti a terra come i bastoncini del "shangai".

Interi versanti, colpiti da raffiche di vento che correvano a oltre 180 km orari, devastati. Serviranno, dicono gli esperti cinque anni per ripulire quei "boschi, (sembra siano 10 milioni gli alberi caduti) e circa venti gli anni necessari a ripristinare i boschi allo stato che erano prima del disastro. Una ferita enorme che accresce enormemente il rischio idrogeologico da un lato e di incendi dall'altro, potenzialmente favoriti dalla massa enorme di legname secco a terra.

Quegli abeti rossi, meravigliosi ma fragili come gli Stradivari che sarebbero diventati, frutto di una precedente riforestazione, era noto che avessero le radici superficiali e perciò non idonei ai pendii che avrebbero dovuto proteggere, ma estetica e economia ebbero il sopravvento.

Anche al nord, la conta dei morti sarebbe stata enormemente superiore se l'apocalisse che ha colpito Veneto e Trentino si fosse scatenata nelle ore diurne quando, tra operatori e escursionisti, i boschi fossero stati occupati da decine e decine di persone.

Due stragi mancate ma comunque un numero troppo elevato di vittime su cui pregare e riflettere, affinché il loro sacrificio non sia, ancora una volta, totalmente inutile.

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Lago di Carezza

 

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Coltaro di Sissa Trecasali (PR) 10/11/2018

 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Slot machine condonate, Bertani (m5s): "per Corsini prevalgono gli interessi economici sulla tutela della salute. La regione si è arresa alle lobby dell'azzardo"

Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, replica alle parole dell'assessore al turismo e commercio sul caso dello slittamento al 2022 del divieto per i bar di tenere accese le slot vicino a scuole e ospedali.

"L'assessore Corsini, per difendere l'indifendibile, si arrampica sugli specchi dovendo però alla fine ammettere la realtà dei fatti: ovvero che i divieti di tenere accese le slot per bar e tabaccherie slittano al 2022. Il tutto per una precisa volontà politica della giunta regionale che ha deciso di interpretare arbitrariamente la norma sui 'concessionari' nel modo diametralmente opposto a quanto fatto per esempio dalla Lombardia. Una scelta, lo ribadiamo tutta politica, che di fatto stravolge una legge pensata per tutelare la salute dei cittadini". È questa la replica di Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo al colpo di spugna attuato in gran segreto dalla giunta sulle norme che vietano le slot machine all'interno di esercizi commerciali vicini a scuole, ospedali e parchi pubblici.

"L'interpretazione a favore delle lobby dell'azzardo, guarda caso, è comparsa all'interno delle FAQ sulla pagina web dedicata all'argomento molto tempo dopo la sua approvazione ed entrata in vigore – aggiunge Andrea Bertani – A dimostrarlo c'è il fatto che a gennaio di quest'anno la stessa pagina web non conteneva nessuna spiegazione riguardo all'interpretazione della norma sui concessionari. Se, come dice Corsini, l'interpretazione è sempre stata quella che rimandava tutto al 2022 perché specificarlo solo dopo il nostro interessamento al caso? Cos'è cambiato nel frattempo?".

Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle sottolinea poi un altro paradosso della vicenda, ovvero come ci possa essere una diversa interpretazione della stessa norma da parte di un'altra Regione. "L'assessore Corsini dovrebbe anche spiegare il perché la Lombardia, già da due anni, si è mossa nel verso opposto a quanto sta facendo l'Emilia-Romagna, pur avendo sul punto lo stesso e identico testo di legge – aggiunge Bertani - A nostro avviso l'unica spiegazione possibile è che da un lato c'è chi sta cercando di tutelare la salute pubblica mentre dall'altro, Bonaccini e i suoi assessori, cercano in tutti i modi di preservare le lobby dell'azzardo. Emblematico in questo senso è che ad esporsi su tutta questa vicenda sia stato l'assessore Corsini, che ha la delega al turismo e al commercio, nell'assoluto silenzio sia dell'assessore alla sanità Sergio Venturi che di quello alla legalità Massimo Mezzetti, i due membri della giunta che invece avrebbero dovuto avere voce in capitolo su un caso che riguarda prima di tutto la tutela della salute pubblica e visto che questa parte della legge fu introdotta proprio con la legge sulla legalità. Corsini cerchi di difendere l'indifendibile è dimostrato dal fatto che nel suo comunicato stampa tiri in ballo addirittura l'Agenzia del Demanio come titolare dell'interpretazione corretta della norma sulle concessioni. Segnale evidente, questo, che l'assessore forse non sa nemmeno di che cosa si sta parlando visto che con i chioschi sulle spiagge la lotta al gioco d'azzardo non c'entra veramente nulla" conclude Andrea Bertani.

In allegato anche l'immagine che dimostra come la pagina web regionale dedicata alla legge contro l'azzardo patologico a gennaio 2018 (https://web.archive.org/web/20180125084430/https:/salute.regione.emilia-romagna.it/dipendenze-patologiche/sale-da-gioco/subentri-e-contratti ) non conteneva l'interpretazione sui "concessionari di rete" presente invece oggi a questo link: https://salute.regione.emilia-romagna.it/dipendenze-patologiche/sale-da-gioco/subentri-e-contratti 

 

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Se non fosse una cosa seria, anzi serissima, quello accaduto in Sicilia sarebbe una ennesima "freddura" da aggiungere alla serie de "il Colmo dei Colmi".

di Lamberto Colla Parma 4 novembre 2018 -

Dopo "lo sai qual'è il colmo per un idraulico? Avere un figlio che non capisce un tubo" ecco "lo sai qual'è il colmo per l'associazione anti racket", l'arresto del presidente per estorsione".

Un altro duro colpo alla credibilità delle organizzazioni di volontariato è arrivato con l'arresto del presidente di A.Si.A., l'associazione Antiracket, Salvatore Campo, accusato di estorsione, peculato e falso.

Dopo le vergognose avventure "corsare" delle ONG del mare e i loro presunti contatti  con gli scafisti, dopo lo scandalo "sessuale" e della "manina che spinse il decreto" della Croce Rossa, dopo l'incomprensibile dichiarazione dell'UNICEF di non sporgere querela nei confronti dei fratelli Conticini, indagati dalla Procura di Firenze perché accusati di avere utilizzato a fini personali parte dei fondi versati dalle associazioni umanitarie alla loro Play Therapy Africa (6,6 mln €), ecco emergere le presunte nefandezze del paladino siciliano della lotta alla mafia accusato di estorsione nei confronti di coloro che volevano accedere al fondo di solidarietà statale. Secondo gli investigatori Campo avrebbe costretto le vittime di usura ed estorsione della criminalità a pagargli una sorta di "pizzo", che oscillava tra il 3 e il 5%, sui riconoscimenti che ottenevano dal fondo di solidarietà.

"...e io la sfido veramente" (la mafia ndr) diceva Salvatore Campo, durante gli incontri che promuoveva, come documentato dal Video pubblicato da MN Meridio News, ma tra le intercettazioni degli inquirenti ci sarebbero contenuti dai toni ben diversi "... non mi si può chiedere di mettere soldi di tasca mia" oppure "Il mio lavoro... di questi 43mila euro (il risarcimento all'uomo, ndr), me lo ha pagato lei? Non mi ha dato niente...?". La vittima sorridendo replica ironicamente: "Come pagato? La prossima volta le domando la ricevuta... se lo è scordato che gli abbiamo fatto il regalo anche alla signora?"

Se le accuse fossero provate sarebbe un episodio di una immoralità devastante per l'associazione e la lotta che, quotidianamente, i temerari imprenditori siciliani combattono contro il cancro mafioso.
Se le accuse venissero smentite il danno sarebbe altrettanto serio per di più stato consumato.

Forse un po' più di riservatezza, almeno verso quei fatti di particolare delicatezza, non sarebbe male, nell'interesse dell'accusato che, sino a prova contraria deve godere della presunzione di innocenza, e per il buon nome dell'Associazione o dell'Ente che non deve essere scalfita da accuse rivelate poi infondate.

L'imprinting negativo è ben difficile da alienare!

 

Video MN: https://youtu.be/xX2rO1vBIVc 

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(per restare sempre informati sugli editoriali)

Dopo la gara fatta due volte per l'affidamento dei lavori di riqualificazione del centro storico, il T.A.R. boccia quella relativa alla riqualificazione dello stadio Ferrarini.
Non ne azzeccano una e a pagare sono i cittadini.

Soltanto alcuni mesi fa abbiamo assistito all'annullamento della gara d'appalto per l'affidamento dei lavori di riqualificazione del centro storico a causa di errori commessi dalla Commissione di Gara nell'assegnazione dei punteggi ai partecipanti. La stessa gara è stata poi riproposta, con la medesima commissione di gara, ed è stata, finalmente, affidata.

Il 24/10/2018, invece, il T.A.R. Emilia Romagna, con Sentenza n. 00809/2018 REG.PROV.COLL. N. 00576/2018 REG.RIC. ha sonoramente bocciato la gara avente ad oggetto i lavori di riqualificazione dello Stadio Ferrarini che, dopo essere stati consegnati "in via di urgenza" all'impresa "vincitrice", aveva portato il 5 Settembre 2018 alla stipula del contratto che prevede 183 giorni di lavoro che scadono, casualmente, a ridosso delle prossime elezioni amministrative. Era forse questo il motivo dell'urgenza?

La Giustizia Amministrativa, attivata dal "secondo classificato", in sintesi ha acclarato che l'offerta tecnica prodotta dall'attuale esecutore dei lavori avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara in quanto "in contrasto con le disposizioni del bando volte a salvaguardare la correttezza e la trasparenza della gara", ma né la Commissione di Gara e né l'Autorità di Gara hanno rilevato tale circostanza. Tuttavia, essendo stati affidati i lavori "in via d'urgenza", lo stesso T.A.R. si è "limitato" ad annullare la Determinazione di aggiudicazione definitiva e a condannare il Comune al risarcimento del danno nella misura di Euro 12.750,00 ed al pagamento delle spese in misura di Euro 5.000,00.

Purtroppo, a pagare, saranno i Cittadini, a meno che la Giunta non voglia esercitare azione di rivalsa nei confronti dei responsabili. A tal proposito, abbiamo presentato una specifica interrogazione indirizzata anche all'ANAC e alla Corte dei Conti. E come giudica il Sindaco l'operato dei Settori coinvolti? Gli saranno comunque erogati i cosiddetti premi di risultato?

A quanto pare, la "riorganizzazione della macchina comunale" voluta dalla Giunta PD, non ha prodotto molti benefici: sarà forse per questo che taluni Dirigenti e Responsabili di Servizio "di lunga data" hanno preferito trasferirsi altrove ed altri sembra siano in procinto di farlo?

Attendiamo le risposte.

Castél - Castelfranco Emilia (Mòdna-Modena), 02/11/2018
Cristina Girotti Zirotti
Capogruppo Lega

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Giorgio Zanni è ufficialmente il nuovo presidente della Provincia di Reggio Emilia. Il sindaco di Castellarano, unico candidato, ha ottenuto il 74,55% dei voti ponderati (il 73,94 % di voti unici).

Reggio Emilia 31 ottobre 2018 - La proclamazione è avvenuta alle 21.30 di questa sera, mentre fin verso la mezzanotte dovrebbe durare lo spoglio delle schede per il Consiglio provinciale, che prevede anche il conteggio delle preferenze tra i 18 candidati (6 per la lista 1 "Terre Reggiane", 12 per la lista 2 "Centro Sinistra in Provincia"), nonché la ripartizione proporzionale con metodo D'Hondt dei 12 consiglieri previsti per la Provincia Reggio Emilia sulla base del numero di abitanti. In entrambe le precedenti tornate elettorali (il Consiglio, che ha durata biennale e non quadriennale come il presidente, ha infatti anche affrontato elezioni di midterm nel 2016) il Pd ottenne 10 consiglieri, Terre Reggiane 2.

Il nuovo presidente della Provincia Giorgio Zanni, 30 anni, è sindaco di Castellarano dal giugno 2016, quando si candidò alla guida della lista civica Bene comune. Laureato in economia aziendale, prima di diventare sindaco era stato assessore comunale per un paio di anni.

Per Zanni hanno votato 298 dei 403 votanti (il 73,94%), esprimendo 52.088 voti ponderati, pari al 74,55%. Si tratta di percentuali in linea con quello ottenute nel 2014 da Giammaria Manghi, che fu eletto primo presidente della 'nuova' Provincia di Reggio Emilia con il 76,32% di voti unici ed il 75,62% di voti ponderati.
Si è invece registrato un lieve calo di affluenza rispetto alle elezioni del 2014, le prime delle 'nuove' Province ridisegnate dalla Legge 56/14, per altro comprensibile con il fatto che allora si votò di domenica, non in un giorno feriale come deciso quest'anno dal Governo. Oggi hanno infatti votato 403 sindaci e consiglieri comunali su 609 aventi diritto per le presidenziale, 404 per il Consiglio, con percentuali rispettivamente del 66,17 e del 66,33% (contro il 76,32 e il 77,5% del 2014). Il primo a votare, questa mattina alle 8.10, è stato Fabrizio Ghidorzi, consigliere comunale di Castelnovo Sotto.

Come funzionano le elezioni delle 'nuove' Province.

Sulla base della Legge 56/2014 le elezioni, di secondo grado, avvengono attraverso un complesso meccanismo di voto ponderato: l'elettore (sindaco o consigliere comunale) che appartiene ad un Comune con un minor numero di abitanti esprime infatti un voto con un valore inferiore rispetto all'elettore di un Comune con un numero maggiore di abitanti. Ad esempio, la preferenza 'vale' 34 voti ponderati se espressa da un consigliere o sindaco di Vetto, 59 se di Rolo o Casina, 109 se di Cavriago o Gualtieri, 171 se di Scandiano o Correggio, addirittura 949 per i 33 elettori (il sindaco e 32 consiglieri comunali) di Reggio Emilia.

Nella foto il segretario generale Alfredo Tirabassi legge i risultati.

La proclamazione al termine delle operazioni elettorali, oggi alle 23,30 a Palazzo Giordani. Il sindaco di Borgotaro era l'unico candidato. Eletti anche i 12 consiglieri provinciali.

Parma, 31 ottobre 2018 – ore 23,30 – Il Sindaco di Borgo Val di Taro Diego Rossi ha ottenuto 295 voti validi, pari a 59.584 voti ponderati (calcolati in base alle fasce di popolazione residente del comune di ciascun elettore; l'affluenza al voto per il Presidente è stata del 66% degli aventi diritto.
Rossi, che era l'unico candidato in lizza, è stato quindi proclamato Presidente della Provincia di Parma, alle ore 23,30 di oggi, a Palazzo Giordani.

"Ho deciso di affrontare questa sfida con senso di responsabilità e di impegno istituzionale – afferma il neo eletto Presidente Diego Rossi - Abbiamo di fronte una nuova fase di trasformazione per le Province: questo Ente continua a gestire funzioni molto importanti per i cittadini e per tutto il territorio dalla viabilità, all'edilizia scolastica, alla pianificazione territoriale, con risorse assolutamente inferiori alle reali esigenze. Sarà quindi necessario continuare a valorizzare al meglio le professionalità interne per assolvere a questi compiti, quotidianamente. Ma la sfida sarà anche quella di rilanciare il ruolo politico-istituzionale della Provincia nei confronti degli altri livelli di Governo, sui temi che hanno bisogno di un coordinamento e di un supporto sovra-comunale. In ciò sarà fondamentale il lavoro del nuovo Consiglio che abbiamo appena eletto, e la relazione che costruiremo con tutto il territorio provinciale."

Entrato in Consiglio Comunale a Borgo Val di Taro nel 2006, Diego Rossi ha ricoperto il ruolo di Vice Sindaco con delega al Bilancio ed alla Cultura; dal 2011 è stato eletto Sindaco, rieletto nel giugno 2016. Dal 2014 fa parte dell'Assemblea Provinciale dei Sindaci del Parmense, organismo della Provincia di Parma.

L'affluenza al voto per il Consiglio è stata del 71% degli aventi diritto.

Della lista Provincia Nuova, che ha ottenuto 17.863 voti ponderati, sono risultati eletti:
1. BENECCHI MARZIO - con voti ponderati 6.397
2. QUINTAVALLA GIUSEPPE - con voti ponderati 5.417
3. SAGLIA CODELUPPI ALESSANDRO - con voti ponderati 2.456

Della lista Insieme per il Territorio, che ha ottenuto 27.073 voti ponderati, sono risultati eletti:
1. GARBASI ALESSANDRO - con voti ponderati 6.273
2. TASSI-CARBONI ALESSANDRO - con voti ponderati 5.685
3. DE MARIA FERDINANDO - con voti ponderati 5.300
4. MARI ANDREA - con voti ponderati 2.420

Della lista Provincia Democratica Progressista, che ha ottenuto 33.295 voti ponderati, sono risultati eletti:
1. CANTONI GIANPAOLO - con voti ponderati 7.484
2. BERTOCCHI GIOVANNI - con voti ponderati 6.671
3. DELSANTE GIUSEPPE - con voti ponderati 5.396
4. TREVISAN MARCO - con voti ponderati 5.205
5. SPINA ALDO - con voti ponderati 4.695

Foto: Diego Rossi

Mercoledì, 31 Ottobre 2018 06:07

Sicurezza: nuovi poliziotti a Parma

Sicurezza: nuovi poliziotti a Parma, Salvini mantiene promesse. Cavandoli e Campari (Lega): "A Novembre arriveranno anche altri carabinieri".

Roma, 30 ottobre 2018 – "Come promesso da Salvini e dai parlamentari della Lega, a Parma arrivano 18 nuovi agenti di polizia e a Novembre arriveranno anche altri carabinieri", lo dicono i parlamentari parmigiani della Lega Laura Cavandoli e Maurizio Campari.
"Tanto per fare il punto: Minniti aveva promesso 15 nuovi poliziotti, mai arrivati, Salvini per ora ne manda 18. Chi per settimane ha polemizzato sull'argomento, farebbe bene a ringraziare il Ministro dell'Interno", proseguono gli esponenti del Carroccio.

"Quello che non capiscono i politici del passato – aggiungono - è invece chiaro ai cittadini: con la Lega al Governo, l'aria è cambiata. Nuovi agenti, regole certe, controlli serrati, arresti, espulsioni: fatti concreti".
"Nei primi mesi di governo – spiegano i due parlamentari parmigiani - Salvini ha fatto quello che prima sembrava impossibile: fermato gli sbarchi dei trafficanti di schiavi, fatto il Decreto Sicurezza, messo mano alla Legittima Difesa, dato impulso all'attività delle Forze dell'Ordine, arruolato nuovi agenti per rimediare a una carenza di organico che dura da anni".
"La Sicurezza per noi è una priorità – concludono Cavandoli e Campari - la Lega mantiene le promesse fatte ai cittadini."

 

IMMIGRAZIONE: SINDACO E ASSESSORE ROSSI CONTRO DECRETO SICUREZZA
Occhi (Lega): "In Comune si mettano d'accordo: Legalità o Clandestini?"

Parma, 30 ottobre 2018 - "Avremmo volentieri steso un velo sulla manifestazione delle associazioni immigrazioniste di sabato a Parma, se l'assessore al Welfare del Comune di Parma Laura Rossi, dopo lo sciopero della fame a sostegno delle navi di clandestini bloccate da Salvini, non ne avesse approfittato per scagliarsi contro il decreto Sicurezza e il sindaco non avesse rincarato la dose oggi nella sua campagna elettorale permanente. In Comune si mettano d'accordo: fanno proclami per la Sicurezza, poi si schierano con il business dell'immigrazione", dice Emiliano Occhi, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale.

"A Roma come a Parma – prosegue Occhi - le associazioni immigrazioniste sono scese in piazza contro la legalità che vuole introdurre Salvini. Il Decreto Sicurezza sospende le richieste di asilo per chi stupra, spaccia, rapina e per chi va a fare le vacanze nei paesi da cui dice di scappare. Brutte notizie per il business dell'accoglienza".

"Il Decreto Salvini – aggiunge il capogruppo leghista - cancella anche l'istituto della "protezione umanitaria", non tutti sanno cos'è: un pastrocchio introdotto dal Governo Prodi che fino ad oggi è servito per aggirare le normative e accogliere chi non ne ha diritto. Ora verrà sostituita da permessi speciali per chi ha problemi di salute o è stato colpito da calamità naturali; basta finte sanatorie.

"Possiamo capire - spiega l'esponente leghista - che chi ha costruito un business sull'accoglienza dei clandestini sia giustamente preoccupato dal ritorno della legalità nel Paese, ma da un'istituzione come il Comune, ci aspettiamo un atteggiamento diverso. Tanto più se altri assessori vanno in giro senza sosta a fare annunci sulla Sicurezza".

"Quello che ci sentiamo di assicurare agli uni e agli altri – conclude Occhi - è che da quando governa la Lega in Italia c'è posto solo per chi entra legalmente e con la voglia di comportarsi bene. Per tutti gli altri, italiani o stranieri, la pacchia è finita".

 

Domenica, 28 Ottobre 2018 09:28

Il terrore, l’arma segreta di Bruxelles.

La strategia è ormai evidente. Generare il terrore sulla popolazione per mettere in apprensione il Governo e indurlo a chinare la testa alle richieste insane di Bruxelles.

di Lamberto Colla Parma 28 ottobre 2018 -

Torna il tam tam dello spread e delle ripercussioni di quel temutissimo numero sui conti degli italiani. Sui mutui, sostengono i suoi infidi sostenitori, degli italiani ci saranno pesanti ricadute. E uno dei più forti sostenitori di questa "palla galattica" è l'ex Ministro Martina e attuale segretario del PD, lo stesso che si infuriò per l'azione del governo a sfavore dei portatori di disabilità, dimenticando che quella operazione l'aveva realizzata il Governo Gentiloni, quindi con lui al ministero dell'agricoltura.

L'attacco al Governo italiano è totale e continuativo. Almeno tre alti funzionari europei, ogni giorno, alternano le loro invettive sulla manovra economica e anche le inqualificabili agenzie di Rating son tornate, 7 anni dopo il pressante lavoro ai fianchi operato ai danni di Berlusconi, a lanciare le loro macumba, raggiungendo vette ridicole allorquando declassano l'Italia ma, come fatto da Moody's, mantengono costante l'Outlook. sarebbe come se il medico dicesse al paziente, non ancora malato, "prenditi sto olio di ricino" o "sta purga" e fatti un "tre clisteri al giorno".

In tutto questo bailamme di sproloqui stupisce ci sia anche la voce di Berlusconi, della Gelmini e di Tajani, di quella Forza Italia che venne devastata dallo spread a 600 nel 2011 e che oggi avrebbe invece interesse a prendersi la rivincita sostenendo il suo partner, non si sa per quanto tempo ancora, perché presto o tardi tutti i forzisti passeranno in Lega di Matteo Salvini.

Il terrore è perciò l'arma in mano all'establishment per annientare l'Italia al più presto, prima delle elezioni europee.

In caso contrario si potrebbero sommare due effetti catastrofici per i "mandarini di Bruxelles" come li ha etichettati l'editorialista del WSJ:
1. l'ira di Salvini diventerà contagiosa e i vari Juncker e Moscovici verranno definitivamente sepolti;
2. se la manovra economica italiana dovesse avere un effetto positivo, la trojka & C. e le teorie delle manovre correttive all'insegna dell'austerity verrebbero spazzate via con conseguenze presumibilmente drammatiche per l'UE.

Obiettivo irrinunciabile è quindi fare cadere questo Governo che sta minando l'intera Europa, quella che ha tradito i valori dei suoi fondatori!

Eppure qualcosa si muove a favore dell'Italia.

In mezzo a questo tiro incrociato al governo gialloverde, nelle scorse ore si è invece schierato l'autorevole Wall Street Journal (WSJ) titolndo "I MANDARINI UE LASCINO CRESCERE L'ITALIA"
Come riportato da Dagospia richiamando www.affaritaliani.it  "I mandarini di Bruxelles hanno scelto di fare la battaglia sbagliata contro Roma" e ancora più avanti "Se Bruxelles vuole veramente vincere una battaglia sul bilancio - spiega l'editorialista - dovrebbe preoccuparsi meno di dubbiosi target di bilancio e più delle politiche che aiutano l'Italia a crescere". Già, perché non solo sarebbe gravissimo secondo il Wsj che all'Italia venisse imposta una sanzione pari allo 0,2% del pil, ma anche che fosse costretta a rinunciare alla flat tax pro-crescita. "In ambedue i casi, Roma potrebbe dire con ragione che i burocrati non eletti di Bruxelles stanno fermando la volontà degli elettori italiani' aggiunge il Wall Street Journal, secondo il quale "merita" sostegno la flat-tax proposta dal vicepremier Matteo Salvini: "Nessuno alla Commissione Europea sembra in grado di distinguere fra tagli delle tasse che aumentano gli incentivi alla crescita e spesa che non lo fa".

Ecco un primo incoraggiamento a proseguire sulla strada del cambiamento, addirittura incentivando a sbilanciare la manovra verso la Flat Tax e quelle operazioni, giustamente un po' più spregiudicate, utili al rafforzare la ripresa dell'economia italiana che, nonostante tutto, è ancora una delle 10 più forti al mondo.

Infine, ma non da ultimo, anche Putin ha lanciato un salvagente all'Italia dichiarando la sua disponibilità a acquistare i Titoli di Stato nazionali, in barba alla macumba dello spread.

Chissà che le streghe rimangano intrappolate dai loro stessi riti satanici!

(Foto Giuseppe Conte con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT messe a disposizione da Palazzo Chigi)

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(Ultima copertina dell'edizione cartacea del quotidiano economico)

 

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Mercoledì, 24 Ottobre 2018 09:23

Parma, nostalgia dell'isola felice che fu.

Un tempo certi tipi di reato li ascoltavi alla televisione. Raramente Parma saliva alle cronache nazionali per fatti criminosi da primato. Certo c'era stato il delitto Mazza e l'assassinio della giovanissima Virgy, il sequestro di Mirella Silocchi, la lenzuolata di piazzale della Pace che nel 1975 espose lo scandalo urbanistico, per esempio. L'elenco potrebbe essere ampliato di qualche unità ma il numero resterebbe comunque molto basso, soprattutto a quanto si sta assistendo, impotenti, in questi ultimi anni, dove la crisi economica si è immediatamente alleata con una crisi sociale e di costumi impressionante.

di Lamberto Colla 24 ottobre 2018 - Il terremoto giudiziario che ha travolto il Comune di Polesine Zibello esploso nella giornata di ieri, era da poche ore stato preceduto dal sequestro del cantiere del più grande centro commerciale d'Italia in costruzione a fianco dell'Ente Fiera di Parma. Ma il mese di ottobre si era inaugurato con l'arresto del professor Franco Aversa, direttore della struttura complessa di Ematologia e del centro trapianti midollo osseo dell'azienda ospedaliera di Parma, è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Conquibus" per la quale in tutto sono stati 36 gli indagati con le accuse di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d'ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.

Un fatto che fa pandan con lo scandalo, sempre ospedaliero, che ha visto coinvolto il professor Guido Fanelli, 62 anni, direttore della seconda Anestesia dell'ospedale Maggiore di Parma e docente universitario, nell'ambito dell'operazione "Pasifami" del Nas di Parma emersa ai primi di maggio del 2017. Una "bomba" che sembrava isolata la cui deflagrazione ha probabilmente contribuito a destabilizzare l'equilibrio del Rettore Loris Borghi, trovato privo di vita sotto un ponte di Baganzola, a ridosso delle "Idi di Marzo" di quest'anno.

Per non dimenticare i numerosi omicidi e i femminicidi che, senza tornare troppo indietro nel tempo, tra l'estate 2016 e i primi giorni l'agosto del 2018, hanno sconvolto e commosso l'intera comunità provinciale. L'ultima in ordine di tempo è stata la povera Filomena Cataldi, la 44enne di San Polo di Torrile massacrata da un vicino di casa, a pochi giorni di distanza dal femminicidio di Rita Pissarotti, 60 anni, di Collecchio, uccisa dal marito Paolo Zoni, 64 anni, mentre erano in vacanza in Val Gardena. In precedenza è stato l'omicidio suicidio di Paolo Cocconi e Arianna Rivara che inaugurarono il 2017 di cronaca nera parmense in continuità con un 2016 che a settembre vide l'omicidio della 39enne Elisa Pavarani, mentre a Santo Stefano furono due le vittime, Luca Manici in arte Kelly, e Gabriella Altamirano. Un 2017 che vide però anche il duplice omicidio di San Leonardo a opera della promessa del calcio Solomon Nyantakyi che l'11 luglio massacrò a coltellate la madre a la sorella.

Ma la scia di sangue che ha segnato le terre Ducali negli ultimi 12 anni è lunghissima.

Fatti eclatanti di assoluta gravità che rimangono fissi nella memoria della comunità quasi per sempre e che troppo frequentemente i ricordi vengono rinverditi dal nuovo fatto di cronaca nera.

All'appello manca solo l'infiltrazione di stampo mafioso e le sue regole. Ma c'è poco da stare allegri, i segnali di una radicata rete di affiliati alle potentissime e pericolosissime famiglie della 'Ndragheta calabrese è ormai conclamata e i processi "Pesci" e "Aemilia" ne sono la punta di un iceberg che copre tutto il ricco nord Italia.

"Secondo i dati dell'Ufficio studi della CGIA - segnala il consigliere regionale Sassi - gli incrementi percentuali più importanti del fenomeno dell'estorsione, che ha interessato in particolar modo le regioni del Nordest con l'Emilia Romagna in testa alla classifica, vi è una variazione negli ultimi 10 anni del numero delle denunce per estorsione del più 179.7%, che riguarda la nostra Regione, oltre alla crescente criticità rappresentata dal fenomeno dell'usura"

E Parma infatti svetta nella speciale classifica di denunce per usura, nonostante un calo del -71% rispetto la precedente rilevazione pubblicata dal sole24ore lo scorso 22 ottobre, il primo segnale di una mano mafiosa che sta prendendo possesso dell'economia reale del territorio.

La conferma di una escalation criminale emiliano romagnola, perciò anche parmense, viene dalla analisi del Sole 24 Ore  che pone Parma al 13° posto nazionale, con un incremento del 7% dei reati rispetto all'anno precedente, con Rimini sul podio d'onore appena dietro a Milano ma davanti al capoluogo di regione Bologna che completa il ben poco onorevole podio dell'indice di criminalità 2018.

I piccoli reati invece non sono nemmeno contabilizzati, quelli rappresentano solo il termometro della insicurezza percepita dalla cittadinanza che, secondo voci di corridoio, sembra essere molto elevata.

Chi può, faccia qualcosa. A quanto pare i cittadini non sono né visionari e tantomeno inutilmente apprensivi per la propria e altrui sicurezza.

 

L'arte del giudicare è ormai in mano agli "hater". Nascosti dietro a pseudonimi lanciano giudizi morali e mai oppongono idee e proposte alternative concrete.

di Lamberto Colla Parma 21 ottobre 2018 -

Se l'hater è anche radical chic allora la prerogativa è quella di alzare il fumo di frasi auliche e spesso incomprensibili alla massa (fa molto figo) che però ha senz'altro ben compreso e ovviamente apprezzato l'insulto che precede o segue il "tocco di classe".

Il critico radical chic più borioso si sceglie lo pseudonimo (Nick Name per i patiti del web) coerente e in linea con la propria attività e psicologia, ad esempio "Filippo Argenti", l'iracondo vicino di casa di Dante Alighieri, che amava andare a cavallo con le gambe ben allargate in modo da colpire in faccia i passanti. "Filippo Cavicciuli, soprannominato "Argenti" o "Argente" a causa del vezzo borioso di ferrare il cavallo con ferratura d'argento, veniva descritto come "uomo grande e nerboruto, e (...) iracundo e bizzarro più che altro, e dotato di pugna (...) che parevan di ferro".

Così ben attrezzato di contributi culturali, dall'alto della sua posizione e ben schermato dall'anonimo ma "dotto" Nick Name, il socialpatico critico dell'era moderna è pronto a scorrazzare nel web alla ricerca delle proprie vittime e del consenso, cercando di raccogliere più medaglie possibili (qualche distratto like non può non arrivare) e l'eroe moderno finalmente può dormire sonni tranquilli.

Nel linguaggio comune ormai la parola "critica" ha perduto di valore e è cosa ufficializzata anche dalla autorevolissima enciclopedia  Treccani:
"crìtica s. f. [dal gr. κριτική (τέχνη) «arte del giudicare», femm. sostantivato dell'agg. κριτικός: v. critico1]. – 1. a. Facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare gli uomini nel loro operato e il risultato o i risultati della loro attività per scegliere, selezionare, distinguere il vero dal falso, il certo dal probabile, il bello dal meno bello o dal brutto, il buono dal cattivo o dal meno buono, ecc.: avere capacità di critica. In filosofia, parte della logica che si occupa del giudizio.. ... 4. Nel linguaggio corrente, giudizio sfavorevole, di natura soprattutto morale, censura, biasimo dei difetti, veri o presunti, delle azioni, delle parole, dei comportamenti altrui, oppure di fatti e situazioni (in questo sign. è frequente anche il plur.): fare, muovere delle c. a qualcuno; esporsi alla c., offrire il fianco alle c.; tirarsi addosso molte c.; essere oggetto di critica o di critiche; ricevere delle c.; non curarsi delle c.; c. severa, maligna, dispettosa, pettegola."

Da "arte del giudicare" a "giudizio sfavorevole di natura morale", questo purtroppo è il passaggio evolutivo, comunque in perfetta sintonia con la teoria della "decrescita (in)felice", della critica.

Anche noi non siamo passati indenni, e ne siamo lusingati, dalle feroci fauci dei critici radical chic. Preso di mira è stato il mio ultimo editoriale "I risultati che non ti aspetti" .

Il Signor Filippo Argenti si è così espresso:
"Filippo Argenti Che gran porcata di articolo, scritto da qualcuno che fa cherry picking e che probabilmente non è mai stato in USA"

Il caso ha voluto che il nostro critico portasse il medesimo nome dell'iracondo e dispettoso vicino di casa di Dante. Dalla sua torre d'avorio fa cadere, in pochissime righe, ben tre osservazioni a dimostrazione delle sue abilità e esperienze:

1."Gran Porcata": ben definisce il giudizio critico. Le masse lo comprendono e facilmente lo condivideranno;

2. Cherry Picking: le masse non lo comprenderanno ma garantirà loro che il giudizio di cui sopra viene da un "intellettuale", quindi autorevole;

3. "...mai stato in USA". Si suppone invece che Filippo Argenti abbia vissuto a lungo negli Stati Uniti (utilizza termini inglesi!) e lì abbia esercitato professioni e vissuto nelle aree più degradate (che ovviamente non sono New York, Los Angeles e la Capitale);

Peccato però che manchino i contenuti tipici della critica. Attendiamo quindi, dal Signor Filippo Argenti, una analisi e un corposo scritto (i Cherry Picking da lui raccolti in opposizione ai miei) che pubblicheremo molto volentieri, al netto di eventuali parolacce e/o insulti.

(Copertina: Gli iracondi assaltano la barca di Dante, dipinto di Eugène Delacroix)

 

 

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(per restare sempre informati sugli editoriali)

Sequestro Cantiere: presunzione innocenza, ma pessima notizia. Cavandoli (Lega): danni per immagine città. Aeroporto sempre più isolato. 

Parma, 19 ottobre 2018 – "Le indagini della Guardia di Finanza che hanno portato al sequestro del cantiere del Centro Commerciale di Baganzola e ai 3 indagati in Comune fanno male a Parma. Ancora un nuovo scossone giudiziario che colpisce la città, scalfisce la sua immagine e aumenta la sfiducia dei parmigiani verso le istituzioni", dice Laura Cavandoli, parlamentare e consigliere comunale parmigiana della Lega, nel commentare la notizia del provvedimento disposto dal Tribunale, in cui si ipotizza il reato di abuso di ufficio.

"A questo – prosegue Cavandoli - si sommano i danni diretti: cantiere bloccato con rischio di nuovo degrado, danni da pagare, aeroporto sempre più isolato".
"Ribadendo convintamente la presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva e la fiducia nelle indagini giudiziarie – conclude l'esponente del Carroccio - l'Amministrazione comunale avrebbe potuto prestare più attenzione a regole e normative come più volte ho auspicato in consiglio comunale ricevendo le "spallucce" del sindaco come risposta".

Riceviamo e pubblichiamo la proposta di legge a tutela di medici, infermieri e farmacisti di Laura Cavandoli Consigliere comunale Lega Nord a Parma: “Presidi fissi e aggravanti per chi aggredisce operatori sanitari”.

Parma - 

“Non ci sono solo i furti come recentemente a Fidenza e nel passato a Parma, ma anche aggressioni, minacce, maleducazione generalizzata: negli ultimi anni gli Ospedali, e in particolare i reparti di Pronto soccorso, sono diventati un vero Far West con aggressioni e ingiurie per gli operatori sanitari. Al punto che, come segnalano le associazioni di categoria, gli specialisti cercano di evitare il Pronto soccorso a causa del carico di stress e del rischio di aggressioni. 

Anche in ospedale a Parma non mancano situazioni difficili e pericolose: tutelare medici, infermieri e il personale ausiliario nello svolgimento del proprio lavoro è diventata una urgenza su cui il legislatore deve intervenire”, ha detto la parlamentare parmigiana della Lega Laura Cavandoli nel presentare la Proposta di Legge a tutela del personale sociosanitario.

"La proposta di legge – spiega Cavandoli -  modifica alcuni articoli del Codice Penale introducendo aggravanti in caso di aggressione a medici, infermieri, personale ausiliario delle strutture ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale oltreché farmacisti nell’esercizio delle proprie funzioni equiparandoli ai pubblici ufficiali”. 

“Nella nostra proposta è previsto un presidio di polizia fisso composto almeno da un ufficiale di Polizia giudiziaria e da due agenti, nelle strutture ospedaliere di primo e secondo livello con il compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza, oltre a piani di controllo dei territori predisposti dai prefetti”, conclude l’onorevole parmigiana.

 

LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA LEGA IN SINTESI:

L'articolo 1 modifica l'art. 61 del codice penale, il quale prevede che tra le circostanze aggravanti del reato vi sia l'aver commesso il fatto nei confronti di un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, con il fine di includervi anche il personale medico, infermieristico ed ausiliario delle strutture ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale ed i farmacisti. 

L'articolo 2 modifica l'art. 336 del codice penale, che punisce il delitto di violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale, precisando che la norma si applica anche al personale medico, infermieristico ed ausiliario.

L'articolo 3, comma 1, prevede che presso ogni pronto soccorso dei presìdi ospedalieri di primo e secondo livello sia istituito un presidio fisso di polizia, avente il compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza, composto quanto meno da un ufficiale di Polizia giudiziaria e da due agenti.

L'articolo 4 rinvia ad un decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’interno, da adottare entro sessanta giorni dall'approvazione della legge, con il quale ricollocare i presìdi ambulatoriali di guardia medica in ambiente protetto.

-- 

Laura Cavandoli

Deputato Lega XVIII legislatura 
Consigliere comunale Lega Nord a Parma

Riceviamo e pubblichiamo da Arcangelo Macedonio segretario di Radicali Bologna - 

Oggi 14 ottobre abbiamo organizzato un sit-in di Presidio nonviolento contro l'odio, a seguito dell'aggressione subita dalla sede di Radicali Italiani e sede del comitato per il sì per il referendum sul trasporto pubblico a Roma, in via Bargoni.

L'attacco, rivendicato da un gruppo studentesco chiamato "OSA", ci ha spinti a dimostrare per il rispetto, il dialogo e la nonviolenza.

Al nostro presidio, tuttavia, si è affiancata una contromanifestazione dell'organizzazione "Noi Restiamo", vicina ad OSA, che si è pretestuosamente avvicinata al nostro tavolo con slogan, insulti e attacchi verbali, rivendicando la negazione del nostro diritto di manifestare.

I fatti recenti, tra cui l'attacco alla sede della Lega a Trento, i manichini bruciati in piazza a Torino ci fanno riflettere sul clima d'odio crescente nel nostro paese, a prescindere dagli schieramenti politici e partitici.

Il nostro evento intendeva sottolineare proprio l'importanza della tolleranza, del dialogo nonviolento e del rispetto del dissenso politico.

Purtroppo abbiamo subito un'azione di disturbo della nostra libertà d'espressione con metodi a nostro avviso non rispettosi della normale dialettica democratica.

Domenica, 14 Ottobre 2018 09:40

I risultati che non ti aspetti.

A grandi passi verso le elezioni di mezzo termine e, magicamente, i risultati di Donald Trump emergono quasi con violenza. Intanto il 92% dei media sono contro il Presidente degli USA.

di Lamberto Colla Parma 14 ottobre 2018 -

Non passa giorno che il Presidente degli Stati Uniti venga attaccato da qualche funzionario interno alla Casa Bianca, piuttosto che ex collaboratore o che una qualche notizia di natura scandalistica colpisca lui o qualcuno del suo staff.
L'ultimo in ordine di tempo è l'accusa di stupro, uscita dal cappello a cilindro di una ex compagna di liceo, Christine Blasey Ford, del candidato repubblicano a Giudice della Corte Suprema americana Brett Kavanaugh. Kavanaugh avrebbe tentato di violentarla nel 1982 a una festa, quando lei aveva 15 anni e lui 17.

La moda Me Too, memoria di stupro ritardata di un ventennio, ha colpito anche Washington, ma in questo caso il giudice ha ottenuto l'incarico proprio grazie al voto favorevole di una donna che, in parte, ha riabilitato l'accusato.

Non si vuole entrare nel merito della vicenda e da quale parte sia la verità ma indubbiamente stupisce che certi crimini violenti e diretti alla persona a alla sua anima, non vengano denunciati nell'immediatezza. per di più in questo caso la ragazza non era nemmeno condizionata dallo spessore politico o economico del suo aguzzino.

Mentre la stampa e la televisione statunitense è quasi totalmente contro (92%) il Presidente, cominciano a emergere i risultati che non t'aspetti.

L'arrogante, antipatico, presuntuoso e decisionista Donald Trump sta raccogliendo successi talmente evidenti che non possono essere attribuiti al caso o a fattori congiunturali.

Abbiamo infatti tutti temuto che l'oriente tornasse a vivere l'ennesima guerra, nucleare per di più. Missili che dalla Corea del Nord partivano per intimorire il Giappone e gli USA, la maestosa flotta navale nord americana che salpava facendo rotta verso Pacifico orientale e sotto terra i test nucleari coreani continuavano scandendo i twitter del "socialpatico" Trump.
Proprio mentre quando la tensione era arrivata al punto di rottura ecco uscire il sereno. L'incontro tra i due leader finalmente avviene e oggi i due sono diventati "amiconi" al punto che il terribile Kim ha addirittura invitato il Papa a fargli visita. Un risultato che non può essere assegnato a nessun altro se non all'istrionico Donald Trump.

L'economia USA sta volando e la promessa "prima gli americani" è stata mantenuta. I salari sono in crescita (+2,9% annuo) ma quel che più di ogni altro stupisce è il risultato della piena occupazione.
E' dei giorni scorsi che la disoccupazione ha toccato il punto più basso dagli ultimi decenni (3,5%).

Infine, il conflitto commerciale con Canada e Messico si è finalmente risolto a fine settembre con la sottoscrizione del trattato USMCA che va a sostituire l'obsoleto NAFTA.

Insomma, al di là del modo espressivo, Donald Trump sta macinando successi e soprattutto dimostra che si può essere coerenti con le promesse elettorali, tenendo ben saldo il timone nella direzione impostata, anche in piena tempesta.

L'ultimo fronte aperto è con la Cina, ma c'è da crederci, riuscirà a trovare una ottima soluzione condivisa con il suo omologo cinese.

Visti gli evidenti risultati palesemente positivi, non sarebbe meglio studiare il caso "diplomatico" invece di criticarlo e insultarlo?

Chissà che la nostra storia economica un giorno registri una condizione come quella americana. Che l'economia prenda il volo, che la disoccupazione arretri a livelli minimi e i salari crescano.

Sarebbe una gran bella iniezione di fiducia!

 

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(per restare sempre informati sugli editoriali)

"La decisione di intensificare il controllo del territorio e di dare corso a un giro di vite, annunciata oggi dal questore di Reggio Emilia, Antonio Sbordone, dopo l'ennesimo episodio di violenza verificatosi in città, va nella giusta direzione".

Ad affermarlo è Benedetta Fiorini (FI), deputata di Forza Italia e vicecommissario regionale del partito con delega all'Emilia.

"La situazione è gravissima. Quanto accaduto dimostra ancora una volta che le politiche per l'integrazione del PD e del centrosinistra hanno fallito, da un lato. Dall'altro e' necessario rinforzare gli organici delle forze dell'ordine. Abbiamo cercato più volte di richiamare l'attenzione su quella che è ormai una vera e propria emergenza ma per il sindaco Luca Vecchi i problemi sono evidentemente altri", aggiunge Fiorini.

"Non solo i reggiani ma tutti meritano una città più vivibile e sicura. Non possono esistere aree o zone off-limits, 'governate' di fatto dalla criminalità. I cittadini chiedono a gran voce di essere ascoltati e di mettere un freno a queste politiche che hanno portato a limitare la libertà e i diritti di ciascuno di noi", conclude la nota.

 

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Gruppo Misto di Felino, composto da Dorotea di Giorgio e Chiara Militerno, due ex consigliere della maggioranza felinese.

A seguire la dichiarazione del gruppo misto:

"Per quanto riguarda il discorso immigrazione, sicurezza e degrado abbiamo, nel corso di questi mesi, avanzato diverse interrogazioni all'amministrazione attuale, in quanto riteniamo che siano dei temi attuali, importanti e delicati e che meritano un'attenzione ed una corretta sensibilità.
Crediamo che sia fondamentale informarsi il più possibile per capire cosa succede intorno a noi e quali sono le misure che si vogliono adottare.
Il nostro obiettivo è quello di mantenere monitorata la situazione, senza abbassare la guardia in quanto le risposte attualmente dateci non soddisfano appieno le esigenze e le preoccupazioni dell'intera comunità felinese. Possiamo dire che è un percorso aperto dato il nostro continuo interessamento che puntualmente viene espresso in sede di Consiglio Comunale.
Ci riserviamo di aggiungere altro in base alle risposte che otterremo e all'evolversi delle situazioni."

Gruppo Misto Consiglio Comunale di Felino

Gruppo Misto pagina Facebook https://www.facebook.com/Gruppo-Misto-Consiglio-Comunale-Felino-413614905708621/

Dal primo ottobre sono tornate in vigore le limitazioni alla circolazione mettendo al banco degli imputati anche i mezzi euro 4. Un non senso tecnico e un inutile disagio alla cittadinanza.

di Lamberto Colla Parma 7 ottobre 2018 -

Con l'autunno torna di moda occuparsi di polveri sottili, inquinamento dell'aria e si apre la caccia al feroce e spregiudicato parassita, responsabile unico della qualità dell'aria: l'automobilista.

Ecco quindi che, tra "domeniche ecologiche", chiusure al traffico veicolare, ordinate a singhiozzo al superamento della fatidica soglia PM10, la stagione di caccia all'inquinatore seriale è aperta dal 1° di ottobre per terminare il prossimo 31 marzo.

Regioni e Comuni fanno a gara a chi la spara più grossa, quasi fosse una competizione a premi alla conquista di nuova medaglia ambientalista, ottenuta con il minimo sforzo. In 5 minuti, il tempo impiegato dal dipendente comunale per trascrivere una delibera, e la vita dei cittadini viene stravolta.

Sotto accusa è la classificazione "EURO" del mezzo su cui è seduto il potenziale fuorilegge. In alcune amministrazioni sarà l'euro 3 ma in altre saranno i motori euro 4 a essere presi di mira e obbligati a restare fuori dalle mura cittadine.

Pensando alla grande pianura padana, una delle aree a più alto tasso di inquinamento d'europa, le Regioni interessate non sono nemmeno riuscite a accordarsi per un indirizzo comune, forse, promettono gli assessori competenti, riusciranno a trovare una intesa entro il 2020, ma intanto al loro interno i comuni sono liberi di adottare una o l'altra limitazione anti inquinamento, scatenando la foga sadica delle amministrazioni comunali.

PR_cartelli_sbagliati-comune_Parma-IMG_1156_1.jpgA Parma, ovviamente, si è deciso per il limite più restrittivo e la smania di applicare il provvedimento era tanta che la città è stata tappezzata di cartellonistica sbagliata, riuscendo anche a coprirsi di ridicolo.

Nonostante tutto, dalle proteste dei cittadini alle osservazioni dei tecnici, dal 1° di ottobre, in alcuni comuni, non in tutti, della Regione Emilia Romagna ma anche di Lombardia e Veneto, l'euro 4 è stato bandito e molti di coloro che hanno la sfortuna di abitare entro le mura cittadine dovranno pensare di cambiare l'automobile o di stare fuori casa delle 8,30 e dopo le 18,30 sino al 31 marzo, poi torneranno a essere liberi per i successivi 6 mesi.

Una assurdità che grida vendetta per molteplici ragioni.

Innanzitutto, prendendo esclusivamente in esame un aspetto tecnico, a partire dagli Euro 4 con filtro antiparticolato per arrivare agli attuali euro 6, le emissioni sono praticamente assenti. "Bisogna ricordare, peraltro, che le vetture Euro 4, le Euro 5 e le Euro 6 hanno tutte il filtro antiparticolato; non c'è dunque alcuna differenza nelle emissioni di quell'inquinante, che è sceso a livelli così bassi da non essere neppure misurabile. Per questo motivo, bloccare al traffico le auto Euro 4 e lasciare circolare i mezzi industriali e gli autobus non ha alcun senso dal punto di vista tecnico. Purtroppo, la leggenda metropolitana vuole che i diesel superiori ad Euro 4 siano considerati tanto inquinanti quanto i mezzi omologati in precedenza e dunque privi di filtro antiparticolato".

Così si esprimeva Enrico de Vita, editorialista di AUTOMOTO intervenendo ai microfoni di Elena Carbonari su Isoradio lo scorso inverno aggiungendo inoltre che molti motori a benzina ad iniezione diretta che dal punto di vista del particolato emettono molto di più rispetto ai diesel.

Un secondo punto di notevole impatto sociale sta nella discriminazione, distribuita a macchia di leopardo sull'intera penisola, per cui attraversando l'Italia, almeno il 50% delle volte si cade, inconsapevolmente, in sanzione.
Una discriminazione che si aggrava pensando a quei cittadini che, pur di mantenere la libertà di movimento, dovranno pensare di cambiare un mezzo euro 4 ancora perfettamente efficiente ma deprezzato perché "amministrativamente vetusto" in Emilia Romagna ma non in Piemonte che, più coerentemente, ha scelto di limitare agli euro 3 il provvedimento di fermo.

Luca Telese, dal Blog di Nicola Porro, si pone legittimamente una domanda che rilanciamo ai nostri lettori nella speranza che possa essere data risposta dagli amministrat

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ori comunali e regionali: "...si può accettare una violazione così plateale del diritto di proprietà? Una norma di questo tipo può essere decisa dagli enti locali? Se parto da Reggio Calabria e arrivo a Milano in alcuni comuni sono nella norma e in altri un fuorilegge che deve pagare un fiorino? Legislazione da neurodeliri."

Insomma, 13 milioni di italiani (i possessori di Euro 3), un quarto della popolazione attiva, saranno vittime di una patrimoniale occulta, sulla povertà, obbligati, molto probabilmente, a cambiare l'auto e per di più in possesso di un mezzo da scambiare che ha dimezzato, dalla notte al giorno, il proprio valore.

"Ma il punto di iniquità - prosegue Luca Telese - riguarda i diritti e la condizione di chi una macchina l'ha comprata già. Parliamo di pensionati che non hanno i soldi per comprare una auto nuova e percorrono pochissimi chilometri l'anno (quindi inquinano pochissimo). Di ragazzi, di famiglie, o pendolari a basso reddito che hanno potuto dotarsi di un'auto solo sul mercato della cosiddetta "seconda mano". Sulla testa di questo popolo, dalla mattina alla sera si abbatte questa tassa, senza nulla in cambio: senza incentivi, senza un piano traffico, senza alternative."

Il paradosso più evidente a livello nazionale lo esprime l'amministrazione di Parma.
Un'amministrazione, che nel 2012 aveva vinto, a sorpresa, le elezioni comunali portando sullo scranno di Sindaco il primo grillino nazionale, Federico Pizzarotti, invocando un solo refrain: "chiuderemo l'inceneritore". A 6 anni di distanza l'inceneritore è ancora lì a bruciare immondizie di Parma e non solo per il bene anche delle casse comunali che godono dei consistenti dividendi di IREN.

Anche i neofiti della politica hanno imparato rapidamente a muoversi come quelli della prima repubblica. Così, anche gli integralisti ex grillini di Parma, hanno scoperto che è molto più semplice - e meno dispendioso - combattere l'inquinamento con una delibera, che mette fuori mercato gli euro 4 e fuori di casa i loro proprietari, che spegnere l'ecomostro alleato.

Un caos e una dimostrazione di cattiva gestione amministrativa che alimenta il sempre maggiore distacco dei comuni mortali con le loro amministrazioni e sino a quando le reazioni sono tra il goliardico e la provocazione c'è tempo per la discussione e il ravvedimento, ma potrebbe anche giungere il momento che la corda si strappi e allora saranno guai per tutti.

Per ora sorridiamo alla provocazione di quell'imprenditore del modenese che è andato al lavoro con un trattore posto che quel tipo di mezzo gode dell'immunità, come si evince anche dall'appendice tecnica che riporta tutte le deroghe al provvedimento anti inquinamento!

Ridiamo sin che si può!

 

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APPENDICE TECNICA
I mezzi in deroga:
ALLEGATO 4– VEICOLI OGGETTO DI DEROGA AI PROVVEDIMENTI DI LIMITAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE


A. Autoveicoli per trasporti specifici e per uso speciale di cui all'articolo 54 del Codice della strada
Sono classificati, ai sensi dell'articolo 54, comma 2, del Codice, autoveicoli dotati di una delle 
seguenti carrozzerie permanentemente installate:
a) furgone isotermico, o coibentato, con o senza gruppo refrigerante, riconosciuto idoneo per il trasporto di derrate in regime di temperatura controllata;
b) carrozzeria idonea per il carico, la compattazione, il trasporto e lo scarico di rifiuti solidi urbani;
c) cisterne per il trasporto di liquidi o liquami;
d) cisterna, o contenitore appositamente attrezzato, per il trasporto di materiali sfusi o 
pulverulenti;
e) telai attrezzati con dispositivi di ancoraggio per il trasporto di containers o casse mobili di 
tipo unificato;
f) telai con selle per il trasporto di coils;
g) betoniere;
h) carrozzerie destinate al trasporto di persone in particolari condizioni e distinte da una 
particolare attrezzatura idonea a tale scopo;
i) carrozzerie particolarmente attrezzate per il trasporto di materie classificate pericolose ai 
sensi dell'ADR o di normative comunitarie in proposito;
j) carrozzerie speciali, a guide carrabili e rampe di carico, idonee esclusivamente al trasporto 
di veicoli;
k) carrozzerie, anche ad altezza variabile, per il trasporto esclusivo di animali vivi;
l) furgoni blindati per il trasporto valori;
m) altre carrozzerie riconosciute idonee per i trasporti specifici dal Ministero dei Trasporti e 
della Navigazione - Direzione generale della M.C.T.C.
Sono classificati, ai sensi dell'articolo 54, comma 2, del Codice, per uso speciale i seguenti autoveicoli:
n) trattrici stradali;
o) autospazzatrici;
p) autospazzaneve;
q) autopompe;
r) autoinnaffiatrici;
s) autoveicoli attrezzi;
t) autoveicoli scala ed autoveicoli per riparazione linee elettriche;
u) autoveicoli gru;
v) autoveicoli per il soccorso stradale;
w) autoveicoli con pedana o cestello elevabile;
x) autosgranatrici;
y) autotrebbiatrici;
z) autoambulanze;
aa) autofunebri;
bb) autofurgoni carrozzati per trasporto di detenuti;
cc) autoveicoli per disinfezioni;
dd) autopubblicitarie e per mostre pubblicitarie purché provviste di carrozzeria apposita che
non consenta altri usi e nelle quali le cose trasportate non abbandonino mai il veicolo; ee) autoveicoli per radio, televisione, cinema;
ff) autoveicoli adibiti a spettacoli viaggianti;
gg) autoveicoli attrezzati ad ambulatori mobili;
hh) autocappella;
ii) auto attrezzate per irrorare i campi;
jj) autosaldatrici;
kk) auto con installazioni telegrafiche;
ll) autoscavatrici;
mm) autoperforatrici;
nn) autosega;
oo) autoveicoli attrezzati con gruppi elettrogeni;
pp) autopompe per calcestruzzo;
qq) autoveicoli per uso abitazione;
rr) autoveicoli per uso ufficio;
ss) autoveicoli per uso officina;
tt) autoveicoli per uso negozio;
uu) autoveicoli attrezzati a laboratori mobili o con apparecchiature mobili di rilevamento; vv) altri autoveicoli dotati di attrezzature riconosciute idonee per l'uso speciale dal Ministero
dei Trasporti e della Navigazione - Direzione generale della M.C.T.C.
B. – Altri veicoli ad uso speciale oggetto di deroga ai provvedimenti di limitazione della circolazione
ww) veicoli di emergenza e di soccorso, compreso il soccorso stradale e la pubblica sicurezza; xx) veicoli di turnisti e di operatori in servizio di reperibilità muniti di certificazione del datore
di lavoro;
yy) veicoli appartenenti ad istituti di vigilanza e veicoli utilizzati dagli Ufficiali Giudiziari in
servizio;
zz) veicoli per trasporto persone immatricolate per trasporto pubblico (taxi, noleggio con 
conducente con auto e/o autobus, autobus di linea, scuolabus, ecc.);
aaa) veicoli a servizio di persone invalide provvisti del contrassegno di parcheggio per disabili, 
ai sensi del D.P.R. 151/2012;
bbb) veicoli utilizzati per il trasporto di persone sottoposte a terapie indispensabili e indifferibili
per la cura di malattie gravi (o per visite e trattamenti sanitari programmati) in grado di esibire la relativa certificazione medica e attestato di prenotazione della prestazione sanitaria, nonché per l'assistenza domiciliare di persone sottoposte a terapie indispensabili e indifferibili.
ccc) veicoli di paramedici e assistenti domiciliari in servizio di assistenza domiciliare con attestazione rilasciata dalla struttura pubblica o privata di appartenenza, veicoli di medici/veterinari in visita domiciliare urgente muniti di contrassegno rilasciato dal rispettivo ordine;
ddd) veicoli adibiti al trasporto di merci deperibili, farmaci e prodotti per uso medico (gas terapeutici, ecc.);
eee) veicoli adibiti al trasporto di stampa periodica;
fff) veicoli di autoscuole muniti di logo identificativo, durante lo svolgimento delle
esercitazioni di guida (almeno due persone a bordo) e, nel caso di motoveicoli, con
istruttore che segue, in collegamento radio, su un altro motoveicolo;
ggg) veicoli di interesse storico e collezionistico, di cui all'art. 60 del Nuovo Codice della Strada, iscritti in uno dei seguenti registri: ASI, StoricoLancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo,
Storico FMI, limitatamente alle manifestazioni organizzate;
hhh) veicoli utilizzati dai donatori di sangue nella sola giornata del prelievo per il tempo
strettamente necessario da/per la struttura adibita al prelievo;
iii) veicoli diretti agli istituti scolastici per l'accompagnamento, in entrata ed uscita, degli alunni di asili nido, scuole materne, elementari e medie inferiori, muniti di attestato di frequenza o autocertificazione indicante l'orario di entrata e di uscita, limitatamente ai 30 minuti prima e dopo tale orario;
jjj) veicoli appartenenti a persone il cui ISEE sia inferiore alla soglia di 14.000 €, non possessori di veicoli esclusi dalle limitazioni, nel limite di un veicolo ogni nucleo familiare, e regolarmente immatricolati e assicurati, e muniti di autocertificazione;
kkk) carri funebri e veicoli al seguito;
lll) veicoli diretti alla revisione purché muniti di documentazione che attesti la prenotazione; mmm) veicoli al servizio delle manifestazioni regolarmente autorizzate e veicoli di operatori
economici che accedono o escono dai posteggi dei mercati settimanali o delle fiere
autorizzate dall'Amministrazione comunale;
nnn) veicoli a servizio di persone soggiornanti presso le strutture di tipo alberghiero site nelle
aree delimitate, esclusivamente per arrivare/partire dalla struttura medesima, dotati di prenotazione, oppure facendo pervenire al Corpo di Polizia Municipale, nei dieci giorni successivi, apposita attestazione vistata dalla struttura ricettiva, ovvero copia della fattura in cui risultino intestatario e targa del veicolo rilasciata dalla suddetta struttura, a condizione che la stessa sia situata all'interno del Comune;
ooo) autocarri di categoria N2 e N3 (autocarri aventi massa massima superiore a 3,5 tonnellate) limitatamente al transito dalla sede operativa dell'impresa titolare del mezzo alla viabilità esclusa dai divieti e viceversa;
ppp) mezzi di cantiere a servizio della ricostruzione degli edifici danneggiati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, limitatamente ai percorsi dalla sede della ditta al cantiere, con attestazione rilasciata dal datore di lavoro o autocertificazione, nel caso di lavoratori autonomi, indicante la sede del cantiere e la natura dell'intervento.
Deroghe già previste dalla normativa nazionale e comunitaria per:
veicoli adibiti al servizio postale universale o in possesso di licenza/autorizzazione ministeriale di cui alla direttiva 97/67/CE come modificata dalla direttiva 2002/39/CE (decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261 e s.m.i.);
veicoli muniti di autorizzazione alla circolazione di prova ai sensi dell'art. 1 del D.P.R. 24 novembre 2001, n. 474

 

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