Di Lamberto Colla Parma, 5 febbraio 2023 - C’è fermento nel Paese! Gli studenti, dopo tre anni di torpore, impermeabili alle loro libertà private, dallo studio alla mobilità, all’uso di mezzi, con l’obbligo di esibire il Green Pass a ogni occasione pubblica e comandati a rispettare il “coprifuoco” ecco che, infine, si sono organizzati per chiedere l’abolizione del 41Bis, un trattamento riservato ai capi mafiosi e capi terroristi utile a limitare la possibilità di proseguire nel comando oltre le mura carcerarie. Un impegno certamente “nobile” ma discutibile nei tempi e nei modi.
Ma si sa, i giovani sono generosi e molti di costoro, che oggi occupano la ”Sapienza” e altre istituzioni, che si muovono in cortei (non autorizzati ovviamente) invocando la giustizia per assassini, bombaroli e vertici mafiosi dovrebbero guardare qualche documentario degli anni ’70 e ’80, magari parlare con quegli studenti (vedi sottoscritto) che all’epoca studiavano nelle grandi città universitarie dove ancora si sparava e dove i quartieri universitari erano presidiati dai “celerini”, le mense studentesche incendiate quasi quotidianamente, quegli studenti che poi andarono a fare il servizio di leva militare e, in certe aree “calde”, i fucili delle scorte militari erano armati con il colpo in canna pronti a rispondere ai possibili assalti da parte di qualche cellula terroristica.
Ed oggi, vedere che orgogliosamente questi giovani si rendono complici di qualcuno che li sta strumentalizzando fa rabbia e al tempo stesso compassione.
In varie circostanze, avevo sottolineato come i movimenti giovanili fossero assenti nei periodi di oscurità pandemica e in seguito al sostegno dell’intervento militare in Ucraina.
E invece il silenzio più assordante. E’ lontano il tempo di “Mettete dei Fiori nei vostri cannoni”…
L’invito quindi è di studiare la storia recente, di meditare e conseguentemente di costruirvi un futuro per Voi e per i Vostri genitori, molti dei quali presto non avranno più le forze e le risorse per vivere dignitosamente.
Che siate di sinistra o di destra non importa, riprendetevi in mano la vostra vita futura.
Quella strana coincidenza!
A molti, per fortuna non a tutti, sarà sfuggita la amara coincidenza dell’inaugurazione del Governo Meloni con l’inizio del digiuno del terrorista anarchico Alfredo Cospito.
Poteva iniziarlo nel maggio precedente (Governo Draghi) quando gli venne affibbiato il 41 BIS, avrebbero potuto i 4 parlamentari PD andarlo a trovare prima e avanzare prima un dibattito politico sul riordino del 41 Bis (assolutamente legittimo), e avrebbero certamente ottenuto un ottimo risultato avendo una compagine parlamentare cospicua e agguerrita composta da M5S, PD e varie frange di sinistra.
Vale la pena ricordare che al signore in questione Il 41 bis gli era stato affibbiato il 4 maggio 2022, dall’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino e della Direzione nazionale antimafia, dopo che Cospito aveva fatto pervenire dal carcere “documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarco-insurrezionalista”.
Invece, guarda caso, nulla. Nessuno dei benpensanti dell’ultim’ora si mosse.
Solo 15 giorni dopo l’arresto di un nuovo, illuminato e autorevole ospite delle patrie galere elevato al rigore del 41 Bis, Matteo Messina Denaro, ecco che il movimento studentesco scopre, grazie al digiuno di Cospito e dei piddini Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e Andrea Orlando (ex guardasigilli), dell’esistenza del 41 Bis e ne chiede l’abolizione per tutti, Messina Denaro e “compari” compresi.
Una revisione possibile… per tutto il sistema carcerario italiano.
Premesso che le misure alle quali sono sottoposti certuni carcerati (in tutto circa 800) sono al limite estremo della civiltà, forse già un po’ oltre, potrebbe essere giunto il momento di di mettere in discussione la misura estrema e identificare una misura sostitutiva e altrettanto efficace.
Ma i reati dei quali si sono macchiati certi personaggi criminali, capaci di ordinare ulteriori delitti dall’interno delle mura carcerarie, hanno obbligato lo Stato a una ulteriore difesa dei diritti dei cittadini, dei politici e di manager di grandi impresse statali e non, introducendo il 41 Bis, ovvero l’isolamento quasi totale con l’esterno.
Potrebbe essere sopraggiunto il tempo per una revisione del 41 BIS, ma, a mio giudizio, è tutto il sistema carcerario che andrebbe riformato, a partire dalla necessità di costruzione di nuovi Istituti di Pena e al conseguente incremento del numero dei Poliziotti Penitenziari.
Le carceri esplodono e la polizia penitenziaria è sotto pressione costante. Non passa giorno che alcuni di essi vengano spediti all’ospedale e addirittura rischino la vita, come accaduto pochi giorni orsono nel carcere di massima sicurezza di Parma.
Una situazione nota a tutti i livelli che, se considerata nella sua complessità, avrebbe potuto elevare l’intervento dei parlamentari oggi sotto accusa, da “favoreggiamento” a indirizzo politico coerente con la loro carica e segnale di civiltà e speranza per i costretti nei penitenziari.
Sarebbe stato un intervento a favore dello Stato e nessuno avrebbe avuto la strana idea che fosse stata una mossa ordita contro il governo di destra.
Una replica, quasi scontata, dell’episodio del 2019 quando una barchetta con a bordo Riccardo Magi, Nicola Fratoianni e Stefania Prestigiacomo aggirando il veto di Salvini, avevano portato la loro solidarietà agli ospiti della Sea Watch da 9 giorni in rada.
All’epoca il capogruppo Del Rio intervenne sostenendo che i parlamentari del PD avrebbero fatto la staffetta quotidiana con la neve dell’ONG in questione.
Peccato che alcuni mesi dopo, nel periodo delle elezioni regionali (anche in Emilia Romagna) e con il ministero dell’interno ricoperto non più da Salvini ma dalla Lamorgese, si dimenticarono di fare la staffetta con altra nave ONG in rada impossibilitata a attraccare, da quasi 15 giorni.
Addirittura, la ministra del governo Conte 2 e Draghi risulta aver fermato molte più navi ONG dello stesso Salvini, senza però incontrare l’ostruzionismo della sinistra.
Che strano mondo politico che è quello italiano.
Una politica (con “p” minuscola) contro… l’Italia pur di vincere gli avversari!
Che cos’è il 41bis?
Si tratta di una disposizione varata nel 1986 che stabilisce condizioni particolarmente dure di carcerazione, da applicare originariamente solo in caso di emergenza, come nel caso di rivolte carcerarie, che non erano mancate negli anni 80.
Solo nel 1992, non a caso subito dopo la strage di Capaci, il Parlamento allargò la sua applicazione oltre l’immediata emergenza. In particolare a quei detenuti per mafia che per motivi di sicurezza non avrebbero dovuto avere contatti con l’esterno o con altri carcerati. Negli anni successivi la norma, di natura provvisoria, è stata prorogata fino a divenire permanente nel 2002, e a essere ulteriormente riformata nel 2009 con la previsione che il 41bis può essere applicato fino a 4 anni con proroghe di due anni.
Non sono solo mafiosi – Vi sono però anche 80 detenuti al carcere duro che non appartengono a questa triade. Si tratta dei 19 che fanno parte della Sacra Corona Unita, di 26 affiliati ad altre mafie siciliane, oltre a due esponenti della Stidda, sempre siciliana, di 24 di altre cosche pugliesi. Solo 3 provengono da mafie lucane. La Basilicata nel panorama del Sud è sempre stato piuttosto ai margini delle attività della criminalità organizzata.
Sono molto pochi ma sono presenti i detenuti al 41bis per motivi di terrorismo, in particolare islamico. Sono 3, e il regime di detenzione applicato è dovuto al fatto che il 41bis è stato nel tempo allargato oltre i reati di mafia. Si può destinare anche a condannati o sotto processo per terrorismo, sequestro di persona, violenza sessuale, prostituzione minorile o pedopornografia.
La condanna al 41bis comporta infatti l’isolamento dagli altri detenuti, anche nell’ora d’aria, la limitazione dei colloqui con i familiari, solo uno al mese della durata di un’ora, e dietro un vetro. Le autorità carcerare controllano la posta in uscita ed entrata, la riduzione del numero e del tipo di oggetti che si possono detenere in cella, che è ovviamente singola.
Vi sono stati diversi ricorsi contro il 41bis nel corso degli anni, di organizzazioni per i diritti umani. Una delle principali obiezioni, a parte quelle sulla durezza delle condizioni, è che venga usato per “fare parlare” e che possa condurre alla creazione di falsi pentiti. Certamente rimane uno degli strumenti che ha portato alla maggiore disarticolazione della criminalità organizzata, in particolare della mafia siciliana negli ultimi 30 anni.
Fonte: truenumbers.it
LINK UTILI
https://www.gazzettadellemilia.it/politica
https://www.poliziapenitenziaria.it/carcere-sono-759-i-detenuti-in-regime-41bis-di-cui-304-ergastolani/
https://www.poliziapenitenziaria.it/allarme-attentati-anarchici-nel-nostro-paese-a-rischio-ministeri-e-carceri/
https://www.gazzettadellemilia.it/cronaca/item/40048-ancora-aggressioni-al-carcere-di-parma-la-protesta-del-sindacato-di-categoria-uspp
https://www.corriere.it/cronache/21_marzo_14/migranti-lamorgese-ha-bloccato-piu-navi-ong-salvini-bfccb68c-8432-11eb-ae38-084646f2f8da.shtml