Lunedì, 24 Marzo 2025 18:57

A tutta Rumba con Ascanio Celestini al Teatro Verdi di Busseto (PR) In evidenza

Scritto da Erika Ferrari

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Servizio di Erika Ferrari Riprese e montaggio di Enrico Zermani
A tutta Rumba con Ascanio Celestini al Teatro Verdi di Busseto (PR) Ph. credits Enrico Zermani

"Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato" di e con Ascanio Celestini. Musica e voce Gianluca Casadei .Voce Agata Celestini

 Sabato 22 marzo, è andato in scena lo spettacolo dell’artista romano Ascanio Celestini, il tutto nella splendida cornice del Teatro Verdi di Busseto, una vera e propria “bomboniera” di teatro all’italiana, con due ordini di palchi disposti a ferro di cavallo attorno alla scena.

Ritmo incalzante, narrazione dall’approccio antropologico, mai banale, con un perfetto bilanciamento tra pieni e vuoti che permette al pubblico di riflettere e pensare. Storie di vita, storie di persone, storie vere di chi vive la strada e dalla strada impara la dura lex sed lex del vivere moderno.

Celestini non lascia nulla all’immaginazione: niente sipario, scenografia minimale, solo una tenda rossa che si apre per svelare assonanze e similitudini tra l’Assisi duecentesca di San Francesco e la vita di oggi. O meglio, il parcheggio di un supermercato dei giorni nostri.

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Ascanio Celestini - ph. credits Enrico Zermani

Ad accompagnare la narrazione, le note del pianoforte e della fisarmonica di Gianluca Casadei. Perché la musica, dice Celestini, è la base e il supporto: integra e sostiene non solo lo spettacolo in tournée, ma la vita stessa.

Tutto nasce per caso—sempre che il caso esista—da un incontro con un frate francescano che ha cercato di spiegare all’artista, ateo, il valore di colui che tutti conoscono come San Francesco.

Dal 3 ottobre 1226, giorno in cui lasciò il suo corpo terreno, la vita di Francesco è stata un esempio. Aveva tutto, ma scelse un altro “tutto”. Francesco è un nome che ha segnato un percorso “nel cuore di chi resta”.

Già, un nome… Un nome che sarebbe bello poter dare a tutti quelli che hanno lasciato il loro corpo nell’infinita fossa comune che è diventato il Mediterraneo.

“Quante stelle stanno in cielo?

E quanti morti stanno in mare?

Tanti.

Il nome di quei morti non lo conosce nessuno.

Il Mediterraneo non è un cimitero.

Perché in un cimitero le persone hanno un nome.

Nel Mediterraneo nessun morto ha un nome.

Il Mediterraneo è una fossa comune.”

Parole di grande impatto, che hanno risuonato tra il pubblico.

Non sono mancate parole di gratitudine da parte della Vicesindaco di Busseto, Milva Furlotti, che ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro della Fondazione ATER nel promuovere la cultura e rendere il teatro accessibile a tutti.

Un impegno che permette anche ai piccoli teatri di ospitare grandi nomi ed esponenti dell’arte e della cultura, a prezzi contenuti, avvicinando un pubblico sempre più ampio a serate di grande valore come questa.

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