Di Redazione Reggio Emilia, 24 aprile 2025 - Darsi il tempo di arricchire la definizione di ciò che intendiamo essere “Naturale”, dovrebbe rappresentare il compito quotidiano di ognuno di noi, per avere il piacere di viverlo in forma di intimità.
Un approccio con cui interpretare ogni istante della nostra vita. Curare, con i nostri gesti, i prodotti alimentari di notevole valore nutrizionale, anche qui nella più ampia definizione.
Certamente questa non deve essere una ossessione, ma una crescita professionale continua.
Queste parole meditate, sono il frutto di un sogno realizzato, scritte da una persona che oggi è un vignaiolo contento del suo presente perché entusiasta di quello che realizzerà nel suo futuro prossimo.
Federico Salavolti, oltre ad avere una formazione in ingegneria, è certamente persona pragmatica e di ampie vedute ma che, con la consacrazione della sua azienda vinicola: Strada del Casalino, nella borgata di Braglie, sotto al castello di Rossena, nella vicina Canossa, a Reggio Emilia, è ripartito, insieme alla moglie Daniela, da un punto ignoto per ricercare qualcosa che era solo nei suoi sogni.
Incontrandolo e parlando con lui, la descrizione della sua esperienza enologica ci porta in mezzo a scenari indelebili fatti di silenzio, brezze frizzanti, echeggi provenienti dai tanti boschi situati nelle vicinanze di questo territorio medievale, descrizioni di esperienze passate impresse nel tempo e nella storia matildica e rifiorite grazie ad un ragazzo della sua età che è ripartito dagli anziani del territorio per carpirne gesti, scelte enologiche e condividerne decisioni. Esperienze fatte sul campo che oggi è riuscito a fare sue per gestire al meglio queste antiche vigne di cui oggi è custode.
La produzione dell’azienda agricola Strada del Casalino raccoglie la perfetta simbiosi con il territorio, una collina reggiana a tratti impervia e calanchiva dove trovano dimora il lambrusco maestri, ancellotta, cabernet sauvign e spergola. Vitigni interpretati dimostrando una ricerca precisa di identità e la cosa che colpisce sentendo questi vini è l’appartenenza ad un territorio collinare, spesso oltre i 400 metri sul livello del mare che ne accentua la dinamicità e la bevibilità.