Mercoledì, 22 Febbraio 2017 08:34

Lattiero caseari. Parola d'ordine, stabilità

Salutato con quasi unanime apprezzamento, l'accordo UE - Canada (CETA) non ha ancora riscaldato i mercati delle due principali DOP nazionali. Stabilità anche per il latte spot e per il burro. Rimbalzo per la crema e la panna.

di Virgilio Parma 22 febbraio 2017 -

LATTE SPOT Stabilità totale per il latte spot. Tutti i listini redatti dalla Borsa merci di Verona segnano stabilità. In sintesi il latte crudo spot nazionale ha visto confermare i listini tra 38,66 e 39,69€/100 litri latte. L'intero pastorizzato estero ha mantenuto le quotazioni delle precedenti tre sedute fissando il prezzo tra 35,57 e 36,60€/100 litri di latte così come lo scremato estero ha lasciato invariati i prezzi tra 18,63 e 19,67€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA E' giunto il momento dell'arresto del burro. Dopo 5 settimane consecutive nelle quali il prezzo del burro ha visto cedere i listini milanesi, in questo finale di febbraio sembra che la tendenza ribassista possa volgere al termine. Al contrario la crema a uso alimentare, ma anche la panna di centrifuga veronese, ha segnato un secondo rimbalzo. Prosegue invece la caduta dello zangolato parmense che si è allineato al prezzo reggiano che, nella giornata di ieri, ha mantenuto inalterato il prezzo.

Borsa di Milano 20 febbraio: (=)
BURRO CEE: 3,83€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,98 €/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,88€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,68€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,94/Kg. (+)
MARGARINA gennaio 2017: 1,15 -1,21€/kg (+)

Borsa Verona 20 febbraio: (+):
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,90 - 1,95 €/Kg. (+)

Borsa di Parma 17 febbraio 2017: (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,28€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 21 febbraio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,28 - 2,28 €/kg.

GRANA PADANO Invariati i listini del Grana Padano DOP registrati alla borsa milanese.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,15 - 7,25 €/Kg.
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,85 -8,45 €/Kg.

PARMIGIANO REGGIANO Il recentissimo accordo CETA tra Ue e Canada non ha ancora stimolato i mercati. Anche il Parmigiano, come il Grana Padano, mantiene invariati i prezzi alla Borsa di Riferimento Comprensoriale di Parma.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura: 9,70 - 10,20€/Kg.
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura: 10,85 - 11,40€/Kg.

(per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

20170201-latte 

 

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Martedì, 21 Febbraio 2017 09:25

Una volta per caso: Live Wine 2017 Milano

Il più importante evento del vino artigianale realizzato a Milano con 150 produttori sia dall'Italia che dall'estero. Un incontro di idee e di confronto senza compromessi nella più totale serenità.

da L'Equilibrista

21 febbraio 2017

Ricordo la prima volta che misi piede qui a LIVE WINE e non sapevo dove fosse esattamente il Palazzo del Ghiaccio e qualcuno mi disse che era nel cuore di Milano, "La Milano da bere si diceva...". Dopo anni di assoluto glamour, Milano aveva ceduto il passo al business sfrenato ed alla ricerca di una sua personalità da ritrovare. Poi qualche anno di purgatorio e l'anticamera di EXPO come vetrina mondiale da "dentro o fuori" ed oggi Milano ritorna intrigante e frizzante grazie soprattutto ad eventi come LIVE WINE nel cuore della Città.

LIVE WINE fa respirare aria frizzante e moderna con produttori ricercati che arrivano da tutto il panorama vitivinicolo regionale ed europeo, creando un momento di incontro sincero sia per operatori di settore che enogastronauti dell'ultima ora.

livewine 2017 vino

Passeggiando per gli stands incrocio gente conosciuta, qualche amico e alle volte nuove gradite scoperte che credo valga la pena di assaggiare...

Con questo presupposto parto dalla Toscana, scelta che di solito riservo alla fine o quanto meno dopo lunghe riflessioni su altre zone, ma stavolta voglio assaggiare la cantina FABIANI, costituita dai due fratelli che fanno vino per passione, fortunatamente non per hobby...sfruttando le vigne vecchie di cinquant'anni ereditate dal padre. E' il loro Fontenasso infatti che mi sorprende, colpisce l'uvaggio Provanico, ovvero il sempre verde Trebbiano toscano ed un tocco di Malvasia che ne restituisce note di malva, uva passa ed un finale di mandorla lavata, con un ritorno al palato preciso e persistente.
Dopo altri incontri, decido di fare una pausa e di documentarmi sul fenomeno che ormai sta spopolando, ovvero quello dei vitigni resistenti, vero e proprio culto per Aziende come THOMAS NIEDERMAYER o LIESELEHIF che ne esaltano i poderosi incroci a tutto vantaggio di una riduzione dei pesticidi e sostanze inquinanti per il consumatore, rispettandone l'unicità e la tipicità, temi che qui a LIVE WINE possono essere trattati con calma e chiarezza, perchè al centro c'è la viticultura, la voglia di sperimentare degli agricoltori e quella di sapersi far coinvolgere in progetti nuovi e alternativi per i clienti.
LIVE WINE oggi significa libertà di sperimentare, stupire e magari sbagliare, ma in modo costruttivo e anticonformista.

A testimonianza di questo, mi dirigo verso quella che sarebbe stata la più bella scoperta della mia giornata e vado a conoscere DUEDEI, mai incontrati prima. Questa cantina siciliana, si presenta con un rifermentato in bottiglia stampo metodo classico italiano o metodo champenoise, davvero ricco e senza spigoli in bocca, delicato e bello nitico all'olfatto, cosa che non è mai facile soprattutto per vini con limitatissimo zucchero aggiunto o detti anche dosaggio zero. Resta in bocca a lungo regalando frutta matura e croccante tanto che vorrei risentirlo subito.

live wine 2017 vini

La giornata scorre via e dopo vari tentativi andati a vuoto, è l'ora di rossi alternativi e quindi proseguo animato da voglia di fare. Ricordo bene la CANTINA SEDILESU che avevo sfiorato diverse volte ma che per mancanza di tempo avevo sempre mancato. Stavolta punto deciso su questa eccellenza sarda che qui a Live Wine si presenta con il suo Cannonau; ebbene, Mamuthone si presenta con un bel rosso ricco, da terreni che di solito sono scarsamente piovosi e che ne arricchiscono di pigmenti colorati il manto del vino, d'atra parte: "bella scoperta siamo in Sardegna! ", e fino qui è vero, ma la stranezza invece inizia proprio qui, perchè al naso emergono note di fango, terriccio umido e spezie lignine, proseguendo poi al palato con un vino che risulta garbato con un entrata in punta di piedi forse troppo a mio avviso, ma certamente elegante che non ricorda per nulla l'irruenza dei vini sardi e tantomeno il Cannonau che nella sua versione riserva, il Ballu Tundo, è invece più tostato ma sempre con questo tannino quasi accennato che però sul finale risulta penalizzante sulla persistenza in bocca che infatti non è massima come si vorrebbe. Comunque appagante in bocca.

Dopo un caloroso passaggio dalla CANTINA ENZA, della quale apprezzo sempre l'aglianico Passione, mi invita un giovane produttore della prima cantina sulla sinistra entrando nella sala, si tratta di TOGNI REBAIOLI che dopo una bella discussione sulle differenze fra il vitigno Maestri coltivato nel bresciano rispetto al nostro Emiliano, mi presenta il suo Cavalier Enrico, cento per cento Merlot. Al naso emergono note ben chiare balsamiche, viola, mammola ed un intrigante eucalipto. In bocca entra bello gustoso e misurato nella frutta mantenendo una discreta eleganza degna del nome che porta e chiude con una adeguata persistenza che non molla la presa così facilmente. Bel prodotto, anche da accompagnare con piatti a base di carne rossa o primi piatti della cucina contadina.

Guadagno l'uscita e ripenso ai tanti esperimenti più o meno riusciti che ho assaggiato oggi, alle cantine che lavorano bene e a quelle che forse dovranno fare di più, alla bella vetrina che offre sempre la piazza di Milano al LIVE WINE che nella città più selettiva d'Italia resta un punto di uguaglianza e di confronto onesto e sincero. Come i suoi vini.

livewine2017milano

 

 

Un'insieme complesso di opere di salvaguardia ambientale: tre mesi di lavoro ininterrotto nel comprensorio del Comune di Ferriere del Consorzio di Bonifica di Piacenza. 

Ferriere, 20 febbraio 2017

Poco meno di tre mesi di lavoro ininterrotto nel comprensorio del Comune di Ferriere hanno consentito al Consorzio di Bonifica di Piacenza di monitorare, ideare, costruire e infine collaudare un'insieme complesso di opere di salvaguardia ambientale che incrementa notevolmente il livello di difesa idraulica e più in generale di sicurezza del territorio. Il Comune di Ferriere già colpito nel recente passato da numerosi fenomeni alluvionali, erosivi e franosi con conseguenze gravi sulla stabilità dei versanti e delle carreggiate, aveva estrema necessità di una manutenzione che ponesse particolare attenzione al consolidamento di alcune aree e tratti a rischio di dissesto idrogeologico e il Consorzio di Bonifica di Piacenza- in sinergia con la Regione Emilia Romagna che ha destinato parte dei fondi utili alla realizzazione degli interventi – ha colmato questo bisogno della comunità.

"Siamo grati all'ente di bonifica – ha commentato il sindaco di Ferriere Giovanni Malchiodi durante la presentazione dei lavori – perché ha dato dimostrazione di rapidità di intervento e professionalità di esecuzione. Queste opere per noi sono fondamentali per mantenere vivo e vitale il nostro territorio.". Gli interventi - che nel complesso sono costati circa 140 mila euro - hanno visto la collaborazione fattiva dell'impresa Silva e la fase di pianificazione è stata programmata da due tecnici del Consorzio di Bonifica: Maria Pia Magno e Deborah Federici; il coordinamento in loco è stato opera del geometra consortile Gianluca Fulgoni direttore dei lavori.
I lavori hanno visto dapprima la realizzazione di drenaggi per l'estrazione di acque dal sottosuolo che garantiranno un rilevante miglioramento delle condizioni idrogeologiche dell'intera area considerata attraverso una più corretta regimazione dei flussi sia in superficie che nei livelli sotterranei.

Inoltre, per la stabilizzazione di parte del versante sottoposto a dissesto (attraversato da un'importante arteria stradale per il traffico locale) è stata costruita una palizzata doppia in legname di castagno e una difesa in massi e calcestruzzo, oltre al posizionamento strategico di ampie reti paramassi con ancoraggi per contrastare l'erosione progressiva e i possibili fenomeni di caduta di pietrame sulla carreggiata sottostante. Si è provveduto anche a sostituire le tubazioni esistenti con una nuova e più sicura condotta di scorrimento delle acque con accessorio pozzetto in opera in massi e un muretto di sostegno. In un altro tratto, per ripristinare la stabilità della scarpata di valle, si è provveduto alla posa in opera di una barriera elastica di protezione (guard-rail) al fine di migliorare le condizioni di sicurezza al transito. Nell'ultimo tratto infine è stata inserita una gabbionata che serve a consolidare la sede stradale che aveva mostrato alcuni segni visibili di cedimento dopo gli ultimi eventi alluvionali.

" La vicinanza al territorio – ha commentato il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Fausto Zermani - si concretizza soprattutto con queste opere di prevenzione e ripristino. A Ferriere per esempio.- anche se nel pieno dell'inverno - abbiamo lavorato per riportare la situazione entro il perimetro della sicurezza proprio in quei tratti che avevano subito danni gravi dopo i fenomeni alluvionali degli ultimi anni, fenomeni che ormai si abbattono con sempre maggior frequenza sul nostro Appennino e non solo e non hanno più il carattere della straordinarietà. E' per questo che la prevenzione dovrebbe diventare regola e va incentivata a tutti i livelli istituzionali : noi cerchiamo di fare bene il nostro lavoro in un territorio ricco di grandi potenzialità di sviluppo e meritevole di attenzioni costanti".

(Ufficio Stampa Consorzio Bonifica Piacenza)

Editoriale-Amburgo. Spray al peperoncino e rischio di sterminio. Ma va là.. - Burro in fase discendente. -Emil Banca: 6.000 soci dicono di Sì alla fusione - Cereali e dintorni. A volte, quasi sempre, i Fondi ritornano. - Trattato UE-Canada: soddisfazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano - Barilla investe in Italia - La ricetta: Tagliatelle paglia e fieno "Andalini" con salsiccia di porcini. - "La Giovane", parte da un +12% di fatturato il programma di sviluppo della cooperativa parmense - Ismea, per la spesa alimentare lieve calo nel 2016 (-0,5%)

SOMMARIO Anno 16 - n° 7 19 febbraio 2017 -
1.1 editoriale
Amburgo. Spray al peperoncino e rischio di sterminio. Ma va là...
2.1 lattiero caseario
Burro in fase discendente.
3.1 Fusione emil banca e banco cooperativo emiliano
Fusione Emil Banca e Banco cooperativo emiliano: Ok da confcooperative Modena
3.2 Fusione bancaria emiliana
Emil Banca: 6.000 soci dicono di Sì alla fusione.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Verso la stabilità dopo i dati USDA del 9 febbraio
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. A volte, quasi sempre, i Fondi ritornano.
6.1 Parmigiano Reggiano e CETA Trattato UE-Canada: soddisfazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano
6.2 made in italy Barilla investe in Italia
7.1 La Ricetta - preparata e mangiata La ricetta: Tagliatelle paglia e fieno "Andalini" con salsiccia di porcini.
8.1 Esempio di buona cooperazione "La Giovane", parte da un +12% di fatturato il programma di sviluppo della cooperativa parmense.
9.1 economia consumi Ismea, per la spesa alimentare lieve calo nel 2016 (-0,5%).
10.1 promozioni "vino" e partners
11.2 promozioni "birra" e partners

(per seguir egli argomenti correlati clicca QUI

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

20170219-cibus-cop

Fusione Emil Banca e Banco Cooperativo Emiliano: il commento di Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative Modena.

Modena 13 febbraio 2017 - «L'approvazione dei soci è un'ottima notizia non solo per la cooperazione, ma per l'intero sistema economico modenese ed emiliano-romagnolo, che possono contare su un istituto forte, credibile e radicato sul territorio».
Il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini commenta favorevolmente il via libera dei soci alla fusione tra Emil Banca e Banco Cooperativo Emiliano.
«Anche noi imprenditori cooperativi sappiamo quanto è decisivo l'accesso al credito – afferma Piccinini – La nuova Emil Banca, però, non si rivolgerà solo al mondo cooperativo, ma a tutte le imprese locali, a partire dalle piccole e medie imprese che hanno bisogno di essere sostenute nella ricerca e innovazione, sviluppo di nuovi prodotti e conquista di nuovi mercati. Siamo certi – conclude il presidente di Confcooperative Modena – che la nuova banca di credito cooperativo saprà essere all'altezza delle aspettative degli imprenditori modenesi ed emiliano-romagnoli, cooperativi e non».

Via libera dai soci di Emil Banca e di Banco Cooperativo Emiliano al progetto di aggregazione delle due bcc.

Modena 13 febbraio 2017 - L'operazione, tra le più rilevanti mai realizzate nel mondo del credito cooperativo italiano, dà vita a una nuova bcc che manterrà il nome di Emil Banca e che dal prossimo 1° aprile opererà con 84 filiali: cinque a Modena, Ferrara e Parma, 27 a Reggio, 40 a Bologna, due nel Mantovano.

Le assemblee dei soci (entrambe si sono svolte ieri) sono state molto partecipate, dato che sottolinea la straordinarietà di questa operazione voluta per riportare solidità nei conti del Banco Cooperativo Emiliano e sostenuta anche dal fondo temporaneo del credito cooperativo accorsi al palazzo dello Sport di Casalecchio per assistere all'ultima assemblea della vecchia Emil Banca, hanno votato praticamente all'unanimità (i voti contrari sono stati solo due) per l'integrazione con Reggio Emilia.

Circa 2.800 soci del Banco Cooperativo Emiliano si sono, invece, ritrovati alle Fiere di Reggio Emilia, dove la la fusione è stata approvata con 17 voti contrari e 11 astenuti.
«Incassiamo con soddisfazione l'ennesima fiducia dei nostri soci e ora ci mettiamo al lavoro per completare il percorso che, dal 1° aprile, vedrà la nascita ufficiale di una delle più importanti banche di credito cooperative d'Italia», dichiara il presidente di Emil Banca Giulio Magagni, designato a guidare anche la nuova bcc, che avrà 44 mila soci e 700 dipendenti, opererà su un territorio di competenza che si estende su oltre il 68% del territorio regionale, comprende 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese registrate e 1,3 milioni di occupati.
«Non è la dimensione a determinare l'attenzione locale, ma la strategia», assicura il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia (confermato dg anche della futura bcc), che ribadisce come questo passaggio storico non intaccherà il modo differente di fare banca caratteristico delle banche di credito cooperativo.

«In continuità con l'operato delle due bcc, l'attività bancaria della nuova Emil Banca continuerà a puntare sulla conoscenza del cliente, sulle relazioni e sulle persone garantendo che, in collaborazione con gli enti locali e l'associazionismo, - conclude Ravaglia - continueremo a essere motore dello sviluppo economico, sociale e culturale dei nostri territori».
Il consiglio d'amministrazione della nuova banca (che sarà eletto nella prima assemblea generale dei soci in calendario per fine aprile) sarà formato da otto consiglieri indicati da Emil Banca, cui va anche la presidenza, e dai cinque indicati da Banco Emiliano.

«Quella che nascerà ad aprile sarà una banca solida, efficiente e in grado di rispondere alle sempre più complesse regole che governano il nostro settore - aggiunge Magagni - Una banca in grado di essere capofila nell'epocale processo di riforma che sta cambiando volto al mondo del credito cooperativo italiano. Ringrazio il presidente uscente di Banco Cooperativo Emiliano Giuseppe Alai per il prezioso lavoro svolto anche in questa delicata di fase passaggio e che – conclude il presidente di Emil Banca – ha deciso di passare la mano dopo tanti anni all'interno del credito cooperativo».

20170213-EMILBANCA-SOCI

Domenica, 19 Febbraio 2017 08:59

Barilla investe in Italia

50 milioni di investimento e 60 unità lavorative in più Barilla amplierà il sito produttivo di Rubbiano di Solignano (Parma), inaugurato nel 2012 e che nel breve lasso di 4 anni ha prodotto un incremento del 45% di sughi pronti Barilla.

di Virgilio Parma, 16 febbraio 2017
A nemmeno cinque anni dall'inaugurazione dello stabilimento sughi in località Rubbiano di Solignano, realizzato con un investimento iniziale pari a 40 milioni di euro, i volumi di vendita dei sughi Barilla sono aumentati di oltre il 45% dal 2012 e è già giunto il momento di un altro investimento.
L'ampliamento annunciato da Barilla porterà lo stabilimento di Rubbiano a essere il più grande d'europa e uno dei più sostenibili al mondo. 50 milioni di investimento annunciati dai vertici della multinazionale di Parma che, a fine programma, vedrà introdotti altri 60 dipendenti.

UILA apprezza l'iniziativa di Barilla:
"Apprezziamo la scelta di Barilla di continuare a investire in Italia, nel parmense in particolare, valorizzando le filiere locali, dal pomodoro, al basilico, alle carni. Tracciabilità e qualità delle materie prime, trasparenza nei confronti del consumatore e valorizzazione del lavoro di qualità sono elementi su cui Barilla punta e che noi apprezziamo e condividiamo.
Con questo investimento Barilla conferma come sia ancora possibile investire in Italia, facendo della qualità del lavoro e delle produzioni l'elemento fondante del successo di un prodotto e di un marchio conosciuto e apprezzato in tutto il mondo".
Così il segretario nazionale della Uila-Uil Pietro Pellegrini commenta l'annuncio da parte di Barilla di un investimento per 50 milioni di euro finalizzato a raddoppiare la capacità produttiva dello stabilimento di Rubbiano (Pr), con un conseguente incremento occupazionale di circa 50-60 unità.

Da "carovana facchini" a grande impresa di servizi. La Giovane è pronta per il terzo rinnovamento della sua storia forte di una crescita costante e consolidata step by step. Ginetto Donati (Presidente): la crisi è stata un'opportunità di crescita grazie alla collaborazione stretta con i nostri clienti.

di LGC Parma 19 febbraio 2017 -
Per molti la parola "crisi" è un buon alibi per giustificare errori ed insuccessi, mentre per altri un' occasione per "arrotolarsi le maniche" e fare lavorare anche i cervelli.
All'indomani del tracollo della Lehman Brothers, l'economia occidentale ha dovuto fare i conti con la più grande crisi della storia. Il settore immobiliare statunitense crollò improvvisamente per effetto dello scoppio della bolla speculativa innescata dai mutui subprime, gli stessi che consentirono alla Lehman Brothers di diventare la quarta banca d'affari statunitense e che invece, nel giro di 24 ore, 25.000 persone rimasero senza lavoro e contribuì a generare uno choc finanziario senza precedenti. E così la crisi, scoppiata un anno prima, si trasformò nella tempesta perfetta e solo a ottobre le Borse mondiali bruciarono 10mila miliardi di dollari. Una cifra che costrinse i governi e le banche centrali a prendere misure estreme per evitare un crack globale.

Ma dalla finanza all'economia reale il passaggio fu rapidissimo e le imprese cominciarono a crollare generando un effetto domino che raggiunse l'Europa in men che non si dica. In Italia le banche chiusero i rubinetti e soprattutto le piccole e medie imprese rimasero a secco del "carburante" per la gestione ordinaria con profitti in decrescita rapida; inoltre le aziende prive di risorse accantonate dovettero nei migliori casi chiudere i cancelli, o portare i libri in tribunale. Con il perdurare della crisi, molte delle imprese che scamparono alla prima fase però non riuscirono ad uscire dal trauma subìto perché non capaci di adattarsi ai mercati che mutarono radicalmente, così come cambiarono gli interlocutori e le modalità con le quali rapportarsi con essi. Assecondando, di fatto, l'ondata di emotività negativa finirono anch'esse la loro "vita" per l'incapacità di adattamento ai nuovi scenari.

20170219-LA GIOVANE-018«Non nego - spiega Ginetto Donati, Presidente e responsabile commerciale de La Giovane - che inizialmente anche noi siamo stati disorientati da quegli eventi e travolti dal timore di cadere in disgrazia per effetto indiretto. La perdita di mercato e di clienti ci ha toccati peraltro in un momento molto delicato della nostra storia, avendo appena trasferito la nostra sede nel nuovo polo logistico che era seguito ad importanti impegni finanziari. Ma, grazie all'ottimo rapporto instaurato con i nostri clienti e i nuovi servizi introdotti, siamo riusciti a cavalcare la crisi al punto da quasi raddoppiare il fatturato».

LA STORIA
La storia de "La Giovane" ha inizio nel 1973 quando i 23 della "carovana facchini" decisero di riunirsi in impresa cooperativa. Un'operazione di start up difficile che cominciò a dare i primi frutti importanti già pochi anni dopo sotto la presidenza di Franco Adorni il quale riuscì a dare un' impronta strutturata alla cooperativa, sia dal punto di vista organizzativo e sia da quello economico. Così nel 1984 La Giovane contava 90 persone e grazie alla felice intuizione di Adorni che aveva portato a virare la cooperativa dal mero facchinaggio alla gestione dei magazzini dei clienti, l'impresa cominciò a crescere e a consolidarsi. La nuova impostazione cambiò radicalmente la vita della cooperativa che già nel 1987 fu nelle condizioni, prima a Parma, di dotarsi di un magazzino di proprietà in via Romeo Azzoni dove vennero trasferiti anche gli uffici da via Pasubio. Da quel momento la crescita non ebbe più momenti di discontinuità sino al 2005 quando, già sotto la guida di Ginetto Donati, si progettò la nuova sede attuale che conta ben 16.000 mq di magazzini (1.000 mq in gestione alla controllata Piazza scrl e 200 mq al centro servizi CSA) la cui inaugurazione avvenne nel 2007, proprio alla vigilia della crisi mondiale avviata dal crack della Lehman Brothers. Ma la crescita prosegue e dai 20 milioni di euro di fatturato (nel 2012) si è passati ai 38 milioni (al 31 dicembre 2016) arrivando ad impiegare oltre 800 dipendenti diretti e altri quasi 300 in via indiretta.

 

LA CHIAVE DEL SUCCESSO
«La chiave di quello che a posteriori possiamo, senza ombra di dubbio, annoverare come successo - prosegue il Presidente - è stato di avere creduto nella forza e nei valori della cooperazione, quindi sulla forza del lavoro e del servizio fornito ai clienti. Obiettivo principale è stato perciò quello di rafforzare le dotazioni della cooperativa stessa e pensare ad intercettare le esigenze dei nostri clienti tradizionali con i quali si è così saldato un'indissolubile rapporto di parternariato che ha portato a godere di reciproci vantaggi».

20170219-LA GIOVANE-025MIRARE IL FUTURO GUARDANDO AL PASSATO
«Dopo il rafforzamento del nostro "core business" è venuto anche il tempo dell'innovazione, della ricerca di nuovi sbocchi di mercato e nel 2012 ci avvicinammo anche al mondo dell'e-commerce e ai servizi di logistica destinati a questo particolare mercato. Nel giro di pochi anni - sottolinea Donati - e ben prima delle nostre iniziali aspettative, il volume di affari ha superato i 2 milioni di euro consentendoci di intercettare un'ulteriore opportunità di business oltre confine grazie ai rapporti instaurati con la società tedesca PVS Fulfillment-Service GmbH (il 55% del capitale della PVS service è detenuto dai tedeschi, il 10% da La Giovane, mentre la restante quota del 35% è distribuita su persone fisiche). L'elemento che da sempre ha guidato le scelte d'impresa - ha inteso sottolineare il Presidente - sono stati i "valori" della cooperazione: spirito associativo, solidarietà, democrazia interna e soprattutto la centralità dell'uomo e la valorizzazione del suo lavoro e dei suoi bisogni».

Sono questi valori che - a centosettantatre anni dall'impresa dei Pionieri di Rochdale (1844 - tessitori inglesi) - guidano tuttora il movimento cooperativo e La Giovane in particolare. «La donna e l'uomo sono al centro delle nostre scelte e ciascun socio è consapevole che la propria gratificazione, economica e sociale, deriva dalla cooperativa. Se la cooperativa prospera - rimarca Donati - ce n'è per tutti, altrimenti non ce n'è per nessuno. Prima si patrimonializza l'impresa poi si distribuisce tra i soci. È l'uomo che fa la cooperativa un po' come l'educazione dei figli, se si educano con rigore cresceranno virtuosi diversamente, come si dice, "butteranno male": così è la cooperativa, se si applicano i suoi principi prospera altrimenti si spegne come qualsiasi altra impresa mal gestita».

 

Oggi La Giovane conta di un patrimonio umano di elevata qualità impiegando oltre 1.000 persone di età compresa mediamente tra i 34 e 48 anni ed una componente femminile che sfiora il 40%, per lo più impiegata nel settore "moda". Molte le compagnie di "grido" che si appoggiano ai servizi de La Giovane contribuendo a consolidare quel rapporto di stretto parternariato che la cooperativa stessa riesce ad alimentare introducendo nuovi servizi "agevolatori". Un rapporto ben coltivato nel tempo che ha condotto la cooperativa ad un nuovo salto di qualità e che porterà in dote altre strutture raggiungendo così ben 50.000 mq di superficie di proprietà destinata a magazzinaggi ampliando ancor più gli orizzonti dell'impresa, oltre ad altri 30.000 già in locazione.

20170219-LA GIOVANE-026

IL LAVORO
Il lavoro e la professionalità sono stati e continuano ad essere il motore di sviluppo della cooperativa: non più solo "facchinaggio" ma logistica a 360 gradi. E i dati riferiti agli occupati, in termini numerici assoluti, di età anagrafica e di genere confermano la capacità attrattiva dell'impresa e le opportunità che questa può offrire anche ai giovani con buona volontà che vogliano intraprendere una carriera lavorativa non solo internamente ma anche al di là della cooperativa stessa.

Ginetto Donati - Presidente La GiovaneL'esempio concreto è rappresentato dallo stesso Presidente che, arrivato nel 1984 diplomato in ragioneria, dopo diversi mesi nei magazzini, iniziò ad assumere un ruolo più consono al suo diploma ma arricchito dall'esperienza diretta sul campo. «La gavetta, ovvero partire dal basso acquisendo le esperienze dirette sul campo, - commenta Donati - è un passaggio di arricchimento professionale enorme. In magazzino si riescono a comprendere realmente tutte le problematiche connesse alla logistica e questo, oltre a rappresentare un'ottima scuola, può diventare un'opportunità per fare emergere le proprie doti che la stessa Giovane o altre grandi imprese nostre clienti possono intercettare e quindi valorizzare al proprio interno».

 

GUARDARE AL FUTURO CON OTTIMISMO
«Oggi guardando al passato possiamo ritenerci - conclude il Presidente Ginetto Donati - molto soddisfatti del percorso realizzato e dei risultati conseguiti, frutto del solido convincimento che davanti a tutto e a tutti sta la cooperativa ed i suoi valori fondanti. Certamente è il genere umano a fare la differenza applicandoli o meno. Noi vogliamo continuare a perseguirli perché crediamo siano valori vincenti come lo dimostrano tutti i diversi passaggi innovativi che la cooperativa, dal 1973, ha dovuto percorrere per stare al passo coi tempi o addirittura per anticiparli. Oggi per la cooperativa si sono inaugurate nuove prospettive testimoniate anche dalla nuova Identità, sempre più "giovane", consapevole delle proprie capacità e responsabilità ma anche più motivata a costruire il futuro. Non disdegniamo di pensare seriamente all'estero, ma questa è un'altra storia che speriamo di scrivere al più presto».

 

 

 

Cooperativa La Giovane

 

LA GIOVANE - SCHEDA -

La Giovane soc. coop. p. a.

Sede: Via Dell'Artigianato 2/a (Quartiere SPIP)

Fatturato: 38 milioni
Risorse Umane: 1.073
Superficie Magazzini: 50.000 mq.

Servizi:
- gestione magazzini
- stoccaggio
- logistica specializzata nel settore moda
- logistica e.commerce

Il "Gruppo"
- La Giovane
- Piazza Carrelli elevatori
- LG Logistic (immobiliare)
- PVS Service Italia (logistica e.commerce)
- La CA servizi srl (informatica)

20170219-LA GIOVANE-001

(Galleria Immagini a cura di Francesca Bocchia consultabile a fondo pagina)

20170219-LA GIOVANE-015

 

20170219-LA GIOVANE-005

Dinamiche eterogenee con l'acquisto dei freschi in flessione del 4,8% e un trend positivo per i prodotti confezionati (+1,8%).

Dopo un 2015 in cui si era registrato un lieve recupero della spesa alimentare delle famiglie italiane, dalle elaborazioni Ismea emerge, nel 2016, una leggera contrazione su base annua pari allo 0,5%. I leitmotiv delle dinamiche continuano a essere la sobrietà negli acquisti, l'attenzione al risparmio e scelte guidate spesso da aspetti salutistici. La stagnazione dei prezzi al consumo, poi, letta insieme al calo in valore dello 0,5% della spesa familiare per beni agroalimentari, indica di fatto una flessione delle quantità acquistate.

Tendenza degli acquisti in valore negativa per i prodotti proteici (carni, salumi, uova e lattiero-caseari), mentre per le bevande, pressoché stabili su base annua, si registrano andamenti differenziati: positive le birre, tengono i vini, flessione di tre punti percentuali per le bevande analcoliche. Dei distinguo sono poi necessari fra "fresco sfuso" e "confezionato". Flessione della spesa per i prodotti freschi, che rappresentano poco meno del 40% del totale (-4,8% su base annua) alla quale hanno contribuito i forti cali di carne (-5,3%) formaggi (-6,3%) e salumi da banco (-9,6%), mentre i prodotti confezionati, con un'incidenza complessiva del 60% sul carrello della spesa, segnano, nel 2016, una dinamica positiva con un recupero dell'1,8% sui valori del 2015.

In modo trasversale, tra i comparti che hanno riportato un trend positivo di crescita della spesa, sia nel segmento del fresco che del confezionato, si ravvisano i prodotti ittici (+2,5%), la frutta (+2,2%) e alcuni prodotti da scaffale quali: aceto, zucchero e dolcificanti, cioccolata e altri snack. La spesa per ortaggi, invece, dopo la flessione del primo semestre (-1,8%), recupera e si riallinea ai valori del 2015 (-0,1%).
(Fonte Ismea 10 febbraio 2017)

Non ancora completa la tutela della Dop, ma passi in avanti sulle quote esportabili e sul freno all'"italian sounding". Un precedente importante per il Ttip

Reggio Emilia, 16 febbraio 2017

Soddisfazione, da parte del Consorzio del Parmigiano Reggiano, per l'approvazione del trattato commerciale tra Unione Europea e Canada (Ceta).
"Non spetta a noi entrare nel merito complessivo dell'intesa Il vantaggio per i nostri produttori - sottolinea il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi - ma il buon esito per i nostri produttori si riscontra su due fattori, ovvero sul raddoppio della quota dei formaggi comunitari esportabilii e, a maggior ragione, sull'avvio di nuovi meccanismi di protezione rispetto alle imitazioni e alle contraffazioni".
"Se si considera il fatto che il Canada sta già facendo segnare costanti e rilevanti aumenti delle importazioni di Parmigiano Reggiano (oltre il 12% nel 2016), è evidente - spiega Bezzi - che con la firma del trattato si potranno cogliere al meglio le opportunità commerciali che nel Paese nordamericano abbiamo costruito con forti azioni di comunicazione e, soprattutto, con accordi che hanno interessato le maggiori catene distributive canadesi".
"Il trattato commerciale - osserva Bezzi - non interviene in modo del tutto restrittivo sulle produzioni canadesi che si ispirano alla Dop originale (con l'uso, ad esempio, della denominazione "parmesan"), ma vieta di associarle ad elementi di "italian sounding" (il tricolore, città o monumenti italiani, ecc.) che risultano ingannevoli per i consumatori".
"Questo passaggio - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - assume una straordinaria rilevanza anche come precedente in vista dell'auspicabile ripresa dei negoziati Ttip con gli Stati Uniti, dove questi fenomeni sono diffusissimi (ben più che in Canada) e, ingannando i consumatori, danneggiano i nostri produttori".
"In questa fase - conclude Bezzi - era comunque assai improbabile ottenere di più, e in attesa di sviluppi degli accordi che incidano maggiormente sulla tutela delle denominazioni, grazie al lavoro impostato con gli esportatori e con le catene distributive riteniamo si aprano comunque migliori spazi per l'affermazione del Parmigiano Reggiano sul mercato canadese".

(Fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Nonostante manchino elementi turbativi di mercato, sembra invece profilarsi una tendenza che replichi l'andamento dello scorso anno. Nessun imprevisto ma solo i Fondi d'investimento che, dopo avere ripreso in mano le redini del mercato, son tornati a farla da padroni.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 febbraio 2017
Potrebbe quindi delinearsi una situazione che ricalchi lo scorso anno quando il mercato iniziò un trend al rialzo da marzo a giugno basato solo su elementi di speculazione.
La base sembra cavalcare l'onda dell'ottimismo che intravede una ripresa Statunitense, almeno è quanto sta descrivendo l'andamento borsistico in costante crescita dalla elezione del nuovo presidente. A rafforzare il convincimento sono state anche le dichiarazioni della presidente della Federal Reserve che hanno dato un'ulteriore spinta verso l'alto dalle quotazioni spingendole ai valori di seguito riportati e riferiti alla chiusura di mercoledi scorso.
SEMI mar 1061,20 (+16,2) mag 1071,60 (+15,6) nov 1034.20 (+11,2)
FARINA mar 346,90 (+7,4) mag 351,10 (+7,2)
OLIO mar 32,94 (-0,20) mag 34,22 (-0,19)
CORN mar 378,60 (+4,4) mag 386,00 (+4,2)
GRANO mar 454,60 (+5,2) mag 468,20 (+4,6) lug 480,00 (+4,4)

Una fotografia apparentemente poco reale in virtù del fatto che non vi è penuria di merce e i consumi restano stabili.
Ma a questo scenario occorre aggiungere altri rischi concreti che potrebbero riflettersi sui nostri terreni. L'indebolimento dell'Euro con il rafforzamento del Dollaro e le incertezze stagionali sulla penisola che potrebbero evidenziare qualche sorpresa sui piani di semina, soprattutto nel campo maidicolo.

Le incognite che potrebbero intervenire da calmiere sono rappresentate da:
- capacità di stoccaggio dei prossimi raccolti cerealicoli;
- sui proteici i rischi potrebbero derivare da ipotesi di ritorsione paventate da alcuni Stati a seguito dell'atteggiamento protezionistico degli USA (vedi Messico che ha già iniziato a spostare il suo baricentro d'acquisto in campo dei cereali).

In questo scenario non è certamente facile muoversi, specie nel medio lungo termine.

Indicatori internazionali 16 febbraio 2017


l'Indice dei noli è sceso a 688 punti, il petrolio è attorno a 53,0$/bar e l'indice di cambio segna 1,055.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Mercoledì, 15 Febbraio 2017 08:41

Burro in fase discendente

Un momento di pausa su tutti i fronti, fatto salvo il burro che sta aggiornando i listini al ribasso. Parmigiano Reggiano stazionario così come pure il Grana Padano.

di Virgilio Parma 15 febbraio 2017 -

LATTE SPOT Nessuna variazione rilevata alla borsa di Verona. A differenza delle due precedenti settimane anche il latte scremato pastorizzato estero, che aveva registrato sensibili aumenti, ha arrestato la tendenza ascendente. In sintesi il latte crudo spot nazionale ha visto confermare i listini veronesi tra 38,66 e 39,69€/100 litri latte. L'intero pastorizzato estero si è adagiato tra 35,57 e 36,60€/100 litri di latte così come lo scremato estero ha lasciato invariati i listini tra 18,63 e 19,67€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Prosegue ancora, per la quinta settimana consecutiva, la fase discendente dei listini del burro lasciando sul campo altri 5 centesimi. Un rimbalzo del 3% invece per la crema a uso alimentare, che a Milano quota 1,88€/Kg, mentre rimane ancorata tra 1,80 e 1,85 €/kg. la panna di centrifuga scaligera. Cede 5 centesimi anche il burro zangolato di Parma.

Borsa di Milano 13 febbraio: (-)
BURRO CEE: 3,83€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,98 €/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,88€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,68€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,88/Kg. (+)
MARGARINA gennaio 2017: 1,15 -1,21€/kg (+)

Borsa Verona 13 febbraio: (=):
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,80 - 1,85 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 10 febbraio 2017: (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,33€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 7 febbraio 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,33 - 2,33 €/kg.

GRANA PADANO Restano ancora invariati i listini del Grana Padano DOP registrati alla borsa milanese.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,15 - 7,25 €/Kg.
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,85 -8,45 €/Kg.

PARMIGIANO REGGIANO Fase di stabilità raggiunta anche dal Parmigiano Reggiano. I primi segnali, dopo una fase prepotente di ascesa avviata a metà dello scorso anno, si erano in parte manifestati nel corso della quarta settimana dell'anno mentre l'arresto definitivo si è evidenziato nel corso della quinta.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura: 9,70 - 10,20€/Kg.
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura: 10,85 - 11,40€/Kg.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

20170201-latte 

 

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Gli "Scenari per le economie locali" di gennaio elaborati da Prometeia e analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia. Per il 2017, Pil in crescita dell'1,1%, cui dovrebbe far seguito un +1,3% nel 2018.

Reggio Emilia, 14 febbraio 2017

Sono leggermente migliori del previsto i dati di chiusura 2016 per l'economia reggianaGli "Scenari per le economie locali" di gennaio elaborati da Prometeia e analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia parlano, infatti, di un Pil che dovrebbe aver chiuso con un +1,3% rispetto al +1,2% previsto nell'ottobre 2016, associato ad una più robusta ripresa dell'occupazione (+2,4% contro il +2,2% ipotizzato pochi mesi fa) e ad una conferma di un buon rialzo del reddito disponibile per le famiglie (+2,8%).

Le stesse analisi indicano, per il 2017, un Pil in crescita dell'1,1%, cui dovrebbe far seguito un +1,3% nel 2018.
Il sostegno al valore aggiunto provinciale dovrebbe derivare soprattutto dall'aumento dell'export che, per il 2016, è stimato in crescita del 3%, con un ulteriore rafforzamento nel 2017, anno per il quale le previsioni parlano di un +4,1%. Per le importazioni, invece, il 2016 dovrebbe aver chiuso con una flessione dello 0,4%, ma con una inversione di tendenza prevista sia nel 2017 (+3,3%) che nel 2018 (+3,1%).

L'analisi del Pil per settori di attività economica della provincia di Reggio Emilia mostra, per il 2016, un incremento del 2% del valore aggiunto prodotto dall'industria, che si prevede non andrà oltre il +1,7% nel 2017 per arrivare al +1,8% nel 2018. Rallenta leggermente rispetto alle previsioni di ottobre e si attesta al +0,9% l'aumento del valore aggiunto prodotto dai servizi; anche in questo caso il 2017 dovrebbe registrare un'ulteriore lieve frenata alla crescita fermandosi al +0,8% per risalire al +1,0% nel prossimo anno. Di segno positivo anche il trend delle costruzioni per le quali è previsto un incremento del valore aggiunto pari all'1,4% per l'anno in corso e del +1,7% per il 2018. Andamento meno performante, infine, per l'agricoltura, settore che si stima abbia chiuso il 2016 in flessione dello 0,2% e che si prevede in ulteriore calo quest'anno (-0,6%) per tornare poi in territorio positivo nel 2018, anno in cui il valore aggiunto prodotto dal settore primario dovrebbe crescere dello 0,2%.

Rivisto al rialzo rispetto all'edizione precedente degli "Scenari" l'andamento del mercato del lavoro. Le stime sull'occupazione, infatti, parlano di un incremento del 2,4% nel 2016, con la contemporanea flessione del tasso di disoccupazione che dovrebbe così attestarsi al 5,1% (in ottobre era previsto raggiungesse il 5,3%). Per il 2017 la disoccupazione dovrebbe calare ancora, scendendo sotto la soglia del 5%: il tasso di disoccupazione, infatti, dovrebbe attestarsi al 4,8% ed essere confermato anche per il 2018.
Quanto al reddito disponibile delle famiglie, le stime sulla chiusura 2016 parlano di un aumento del 2,8%, mentre le previsioni indicano un ulteriore aumento del 2,2% nell'anno in corso. Il clima di fiducia delle famiglie, influenzato dal miglioramento del reddito a disposizione, dovrebbe quindi supportare una ripresa dei consumi, che nel 2016 sono indicati in aumento dell'1,6%, per raggiungere il +2% nel 2017.

datichiusura2016economiareggiana

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Le stime USDA, pubblicate lo scorso 9 febbraio, hanno contribuito a imprimere un po' di stabilità ai mercati. Rimangono ancora incertezze relativamente alle campagne di semina del mais dovute essenzialmente a condizioni meteo sfavorevoli.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 13 febbraio 2017
Ormai sembrano scongiurati gli elementi più fortemente turbativi mentre cominciano a delinearsi all'orizzonte i presupposti per una maggiore stabilità delle quotazioni. Salvo imprevisti ormai, comunque la prudenza è d'obbligo, si potrebbero escludere forti escursioni verso il basso e i fondi sembrano tornati a avere ben salde le redini dei mercati.

Dati di stima USDA 9 febbraio 2017

20170213-USDA

Mercato dei cereali sufficientemente stabile. I cruscami potrebbero avere ultimato la loro corsa al ribasso. Ben tenuti invece i proteici così come pure il seme di soya e i sottoprodotti senza non manifestano particolari variazioni.

Per il mercato delle Bioenergie si segnala che la finestra di possibilità di acquisto sui mesi per i cruscami si è quasi conclusi, mentre si è di fatto aperto il mercato delle prenotazione delle aree a trinciato o a pastone e le richieste dei produttori sono più alte dello scorso anno.

Ancora incertezze sulla futura campagna di semina del mais che, come anticipato, potrebbe riservare qualche sorpresa. a seguito delle condizioni climatiche poco favorevoli.

Indicatori internazionali 13 febbraio 2017


l'Indice dei noli è stazionario a 702 punti, il petrolio è attorno a 54,0$/bar e l'indice di cambio segna 1,06387.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Editoriale-AAA vendesi anima, praticamente nuova, causa cessazione attività. Stop del "Parmigiano". Freddo e gelo riscaldano i prezzi: +20% a gennaio. Cereali e dintorni. La stabilità non è di questo periodo. La guida al testo unico della vite e del vino. Parma, Reggio e Modena leader nazionali per l'export agroalimentare. Ismea. DOP e IGP, traino dell'export Made in Italy, +9,6%.

SOMMARIO Anno 16 - n° 06 12 febbraio 2017
1.1 editoriale
AAA vendesi anima, praticamente nuova, causa cessazione attività.
2.1 lattiero caseario
Stop del "Parmigiano"
3.1 prezzi al consumo
Freddo e gelo riscaldano i prezzi: +20% a gennaio
3.2 anniversari
Ital-frutta di S. Felice compie 50 anni
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La stabilità non è di questo periodo
5.1 Parmigiano Reggiano Eventi Al neo Dottor Bottura una forma di Parmigiano Reggiano di 7 anni con dedica.
5.2 Vite e vino La guida al testo unico della vite e del vino
6.2 Emilia agroalimentare Parma, Reggio e Modena leader nazionali per l'export agroalimentare
7.1 economia e export agro-alimentare Ismea. DOP e IGP, traino dell'export Made in Italy, +9,6%.
8.1 promozioni "vino" e partners
9.2 promozioni "birra" e partners

(per seguir egli argomenti correlati clicca QUI

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

20170212-COP-Cibus-6

Inflazione, Cia: freddo e gelo hanno "gonfiato" i prezzi al supermercato, vegetali +20% a gennaio - (all'Istat arriva la conferma degli effetti del maltempo sui listini al consumo, con il carrello della spesa spinto in alto soprattutto dagli alimentari freschi)

Anche l'Istat certifica gli effetti al supermercato del "mix" drammatico di maltempo e terremoto, che a gennaio si è abbattuto sull'Italia provocando danni per 700 milioni di euro circa all'agricoltura tra coltivazioni distrutte, strutture aziendali crollate e soprattutto mancata commercializzazione. L'inflazione ha rialzato la testa spinta in alto proprio dai prezzi degli alimentari freschi, in primis degli ortaggi, che sono cresciuti del 14,3% rispetto a dicembre e addirittura del 20,1% su gennaio 2016. Così l'Ufficio Studi della Cia-Agricoltori Italiani sui dati diffusi nei giorni scorsi dall'Istituto nazionale di statistica.

Il gelo, ma anche gli aumenti dei costi energetici per il trasporto dei beni, hanno determinato notevoli aumenti dei prezzi sui banchi di frutta e verdura in queste ultime settimane. Molte produzioni di ortaggi e frutta sono state distrutte a causa del freddo eccezionale, ne consegue che la minore offerta dà adito a maggiorazioni – si spera sempre giustificate, commenta Cia -, anche in considerazione del fatto che il gelo ha colpito anche la produzione spagnola.

La gelata drammatica di inizio anno, dunque, ha penalizzato non soltanto gli agricoltori ma anche i consumatori. Freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di imprese agricole soprattutto al Sud, dove si produce appunto il 61% degli ortaggi italiani e il 97% degli agrumi nazionali -spiega la Cia-. Produzioni intere falcidiate dalle gelate o bloccate nei magazzini aziendali per le cattive condizioni stradali, che hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir e quindi le consegne di prodotti freschi lungo la filiera. Con conseguenze immediate sul rialzo dei prezzi al consumo. Una situazione peraltro, secondo gli esperti di mercato, destinata a protrarsi per alcune settimane, in considerazione del tempo necessario a recuperare le perdite produttive nelle zone colpite.

(CIA Reggio Emilia)

Domenica, 12 Febbraio 2017 09:26

Ital-frutta di S. Felice compie 50 anni

È una delle più importanti cooperative ortofrutticole non solo a livello modenese. Cinquant'anni fa - il 6 febbraio 1967 – nasceva a S. Felice sul Panaro la cooperativa Ital-frutta, oggi una delle più importanti realtà del settore ortofrutticolo non solo modenese.

Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, Ital-frutta aderisce a Confcooperative Modena.
Furono 37 imprenditori agricoli di S. Felice, Medolla e Mirandola a costituire la cooperativa, che a inizio anni Settanta acquistò i terreni sui quali sorgono ancora oggi i capannoni per il ritiro e lo stoccaggio, via via ampliati. Negli anni Ital-frutta si è ingrandita anche attraverso l'incorporazione di altre cooperative, come la Finalfrigo di Finale Emilia (pere) e la Valle di Gavello (meloni e cocomeri).
Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari. Oggi la cooperativa sanfeliciana ha 250 soci, un centinaio di addetti (stagionali compresi) e ritira 120 mila quintali di pere, 80 mila di cocomeri e meloni, 400 mila quintali di pomodoro; dallo scorso anno si è lanciata anche nella raccolta di ceci e fagioli borlotti per il consumo fresco.

Dal 2015 Ital-frutta è guidata da Diana Bortoli, prima donna eletta presidente di una cooperativa ortofrutticola modenese. È il sesto presidente nella storia di Ital-frutta. Il primo fu Attilio Gobbi, seguito da Camillo Bergamini, Ferrante Pezzini, Ermete Modena e Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase della ricostruzione post sisma.

Ital-frutta, che fa parte dei consorzi Conserve Italia, Apo Conerpo e Alegra, è socia anche di Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera.

Ital-frutta festeggerà il 50 esimo anniversario di nascita il 6 maggio quando, con la bella stagione, sarà più agevole aprire lo stabilimento ai soci, dipendenti e autorità.

Domenica, 12 Febbraio 2017 08:41

La guida al testo unico della vite e del vino

Alleanza Cooperative e l'Informatore Agrario firmano la guida al testo unico della vite e del vino. Il vademecum alla nuova disciplina nazionale di riferimento per il comparto vitivinicolo è stata presentato oggi alla presenza degli onorevoli Fiorio, Pignedoli e Panizza.

Roma, 7 febbraio 2017. È stato presentato oggi alla presenza dell'onorevole Massimo Fiorio e dei senatori Leana Pignedoli e Franco Panizza, relatori del disegno di legge rispettivamente alla Camera ed al Senato, La Guida al "Testo Unico della Vite e del vino", entrato in vigore lo scorso 12 gennaio, realizzata dall'Alleanza delle Cooperative italiane agroalimentare e dal settimanale L'Informatore Agrario. Il vademecum, pensato per facilitare la lettura del nuovo testo normativo, analizza e commenta i 91 articoli evidenziandone le ripercussioni pratiche per i viticoltori e le cantine, che potranno così individuare facilmente la portata delle semplificazioni e delle norme introdotte rispetto alle leggi previgenti su tutte le varie fasi della filiera: dall'impianto dei vigneti alla produzione e trasformazione dell'uva, dall'imbottigliamento fino alla commercializzazione del vino.

La Guida, pubblicata come inserto al settimanale L'Informatore Agrario, è stata redatta da Gabriele Castelli e Valentina Sourin dell'Ufficio Vitivinicolo dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari in collaborazione con la redazione del settimanale. Sarà spedita a tutti gli abbonati della rivista con il numero in distribuzione da domani; verrà quindi recapitata in più copie a tutte le cantine aderenti all'Alleanza delle cooperative.

L'onorevole Fiorio, dopo aver speso parole di apprezzamento per "l'importante stagione che è stata avviata con la redazione del Testo Unico", ha sottolineato come "anche nel prosieguo dei lavori dei decreti attuativi del Testo Unico il Parlamento continuerà a sollecitare misure che rispondano alle priorità delle aziende che operano nel comparto".

"Il Testo Unico ha un articolato molto ampio – ha ricordato la senatrice Pignedoli – la cui complessità non rappresenta affatto una burocrazia fine a se stessa, ma è espressione del valore che c'è dietro al prodotto e del 'rigore' presente in tutta la filiera produttiva, che si traduce in garanzia di sicurezza alimentare".

Il Senatore Panizza ha ricordato come, "pur nella complessità del Il Senatore Panizza ha ricordato come, "pur nella complessità del testo, si è riuscito a tenere conto anche della viticoltura di montagna, dei marchi di nicchia e delle realtà con ridotte dimensioni, che hanno bisogno di norme più agili".

"Il Testo Unico ha il grande merito di consegnarci un quadro normativo più organico rispetto alla situazione precedente", spiega Ruenza Santandrea, la coordinatrice del Settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. "Sono state introdotte molte novità improntate all'efficienza e alla sburocratizzazione – prosegue Santandrea - con controlli ad esempio più concentrati nel merito delle questioni e meno nei formalismi burocratici. Ora guardiamo con attenzione alla fase di attuazione del Testo, un passaggio delicato per rendere operative le tante novità contenute nella nuova Legge".

Per Antonio Boschetti, direttore de L'Informatore Agrario: "Il Testo Unico è un tassello importante per i viticoltori e i produttori di vino sul fronte della semplificazione. Abbiamo voluto camminare su questo solco offrendo uno strumento che consenta di semplificare anche la comprensione di una normativa destinata a diventare e a restare per tanti anni punto di riferimento legislativo della filiera".
Dida foto in copertina (da sinistra a destra): Valentina Sourin, Antonio Boschetti, Franco Panizza, Ruenza Santandrea, Gabriele Castelli, Leana Pignedoli, Massimo Fiorio.


(Roma 7 febbraio Alleanza Cooperative)

E' l'ultimo rapporto Ismea "Qualivita" a incoronare l'Emilia leader incontrastata per l'export agroalimentare. Ai primi tre posti Parma, Reggio Emilia e Modena

di Virgilio Parma, 09 febbraio 2017 - L'export agroalimentare italiano tira e registra un nuovo record segnando un incremento del +9,6% sull'anno precedente, secondo il report "Qualivita" presentato nei giorni scorsi da Ismea.
L'analisi Ismea-Qualivita sulla ricaduta del valore economico delle filiere DOP IGP nelle Province italiane restituisce una fotografia dell'impatto del sistema IG a livello territoriale.

E se l'Italia conferma la leadership mondiale per numero di DOP IGP con 814 prodotti Food e Wine, raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, l'Emilia si conferma regina incontrastata del settore Food-Wine nazionale.

Tre le province che si sono distinte per avere occupato tutti e tre i gradini del podio: Parma, Reggio Emilia e Modena.

L'analisi "Qualivita", scrive Ismea, "conferma una forte concentrazione - soprattutto nelle aree del Nord-Est e Nord-Ovest - con il 20% delle province italiane che copre oltre l'80% del valore economico complessivo, anche se si rilevano dinamiche di impatto diverse sui territori d'Italia per le varie filiere produttive. Nel comparto agroalimentare, le prime tre Province - Parma,
Modena, Reggio nell'Emilia - confermano l'importanza della Food Valley emiliana, grazie al numero di filiere DOP IGP (34) che insistono nel territorio, ma soprattutto all'entità del valore economico delle produzioni maggiori (Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP, in primis).

Nel comparto Wine, è il "Sistema Prosecco" a determinare il maggiore impatto sul territorio di Treviso e Verona , Province che presentano, comunque, altre numerose importanti denominazioni; seguono le Province di Siena , Cuneo , Asti e Firenze areali di produzione delle "denominazioni storiche" toscane e piemontesi".

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

2017027-Qualivita-ismea-leader-citta

È stato presentato lo scorso 7 febbraio a Roma il Quattordicesimo Rapporto Ismea - Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentari e vitivinicole Dop, Igp e Stg.

Alla presenza di un vasto pubblico di operatori del settore della qualità certificata, rappresentanti di consorzi di tutela, delle associazioni e della stampa, è stata diffusa la fotografia del settore corredata da un'attenta analisi dei dati con riferimento alle principali aree tematiche:
- Scenario DOP IGP Europa e Italia
- Dati produttivi ed economici DOP IGP Italia
- Impatto economico per provincia
- Canali di vendita e consumi GDO
- Comunicazione e social media Consorzi
- Legislazione e controlli

Principali numeri del comparto
L'Italia, leader mondiale per numero di DOP IGP con 814 prodotti Food e Wine, raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, per una crescita del +2,6% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell'industria agroalimentare nazionale.

20170207-2-Qualivita-ismea-settoriLe Indicazioni Geografiche continuano a rappresentare un fattore chiave della crescita del made in Italy nel mondo, con un valore all'export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e un trend positivo che sfiora la doppia cifra con un +9,6%.

Il settore Food - composto da oltre 80mila operatori - vale 6,35 miliardi di euro alla produzione (-1,5% su base annua) e registra una crescita al consumo del +1,7%, con un trend che nella Grande Distribuzione supera il +5%.

Il comparto Wine - che raggiunge una produzione certificata di 2,84 miliardi di bottiglie - vale 7,4 miliardi di euro alla produzione con una crescita del +5,8%.

Il Sistema delle DOP IGP in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, nel 2016, conta 247 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre 162mila interventi annui - in Italia, all'estero e sul web - effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.

(Ismea - Roma 7 febbraio 2017)

"Paesaggi digitali" in bonifica: incontro tra cultura, scienza e tecnologia applicata. Tra gli altri interventi delle Università Cà Foscari, Alma Mater e Modena Reggio Emilia.

Reggio Emilia - 10 Febbraio 2017

Tre Università tra le più importanti realtà accademiche del nostro paese come Cà Foscari di Venezia, Alma Mater Studiorum di Bologna e quella di Modena-Reggio Emilia si sono date appuntamento insieme all'Istituto A.Cervi e alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni, per approfondire all'interno della Sala Prampolini del Consorzio dell'Emilia Centrale le ultime frontiere dell'innovazione tecnologica applicata alla corretta e sostenibile gestione del nostro territorio. La full-immersion organizzata dalla bonifica locale ha proposto ai numerosi presenti molteplici modelli virtuosi in grado di integrare e concertare insieme i diversi aspetti paesaggistici, geografici, idrografici, economici e storici che incidono sugli equilibri territoriali di ogni area considerata. Modelli virtuosi che rappresentano oggi anche la nuova frontiera della sostenibilità che rispetta la natura e al contempo consente all'uomo di migliorare lo sviluppo e la salvaguardia dei propri spazi di vita e lavoro.

Tra i casi esaminati presentati dai relatori ha acquisito evidenza per il comprensorio Reggiano e Modenese (gestito dal Consorzio dell'Emilia Centrale) l'avanzato sistema integrato digitale di Telecontrollo di ultimissima generazione utilizzato ora dall'ente per il monitoraggio complessivo e in tempo reale – ( situato in unica sede operativa in Corso Garibaldi 42 a Reggio Emilia) dei flussi delle acque nella fittissima rete di bonifica di oltre 3000 km che si interseca con gli alvei naturali. " Il nuovo telecontrollo – ha commentato il Commissario Straordinario del Consorzio Emilia Centrale Franco Zambelli - rappresenta una costante garanzia di sapere quel che accade nel momento in cui accade in modo da poter incidere con profitto a seconda delle necessità nelle diverse zone sia per quanto attiene alla sicurezza idraulica sia per la distribuzione irrigua della risorsa alle colture".

Particolarmente interessanti i progetti e le relazioni interattive presentati dai docenti delle Università e dagli esperti intervenuti: Antonio Canovi (Atelier Paesaggio della Bonifica), Sergio Teggi Università di Modena " Il telerilevamento per la caratterizzazione del territorio", Matteo Proto (Università Alma Mater Bologna) "Paesaggi fluviali della Pianura Padana", Francesco Visentin (Università Cà Foscari di Venezia) "Progetto EU.WAT.HER "Nuove tecnologie per il recupero dei fiumi e dei canali minori", Valentina Greco (Alma Mater Bologna) " Visualizzare Ravenna", Tommaso Barbieri (Università di Modena Reggio Emilia) " A scuola con il GIS", Gabriella Bonini (Istituto Alcide Cervi) "A scuola di paesaggio". Infine l'ing. Paola Zanetti - Direttore Operativo Ambiente e Gestione Idraulica del Consorzio Emilia Centrale – ha illustrato in modo dettagliato il "Governo idraulico e telecontrollo: il sistema informativo territoriale di CB Emilia Centrale ". Il convegno è stato introdotto dal Direttore del Consorzio Emilia Centrale Domenico Turazza.

Il mercato continua a vivere un periodo di confusione nonostante i danni in Argentina siano stati molto più contenuti, e le stime di raccolto corrette in rialzo rispetto alle precedenti.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 09 febbraio 2017
E' molto probabile che i timori dettati dagli atteggiamenti protezionistici della nuova amministrazione Usa potrebbero avere dato il via a acquisti anticipati da grandi importatori del sud est Asiatico e della Cina che, nello stretto giro di pochi giorni, ha da sola opzionato oltre un milione di tonnellate di seme di soya generando un sensibile apprezzamento della leguminosa.

Intanto i Fondi d'investimento mostrano segni di evidente agitazione proprio sul comparto della soya.

Il mercato domestico, nella giornata di mercoledi, ha registrato la farina di soya proteica a 377 Euro partenza al porto di Ravenna e Venezia, e altrettanto per il marzo dicembre, mentre il 2018 a 359/370 da gennaio a dicembre. Valori che, stando così le cose, potrebbero in breve essere superati entro poche ore. Stabili invece gli altri proteici, colza e girasole mentre in deciso rialzo la quotazione del seme e panello di lino.

Il mercato dei cereali sui silos interni è sempre ben tenuto stante la carenza di merce per i soliti problemi logistici con prezzi stabili ma già si comincia a muovere sulla nuova campagna con valori di mais, sul novembre 2017 - marzo 2018 sui 180 euro al porto con un controvalore a camion arrivo dall'estero a 7/8 euro in più. Sul nazionale si giocherà sul clima se persisteranno condizioni di siccità e scarsità di innevamento. Anche per i grani le posizioni segnalano valori sulla nuova campagna da agosto a dicembre a 178 al porto e compratori sul luglio settembre a 182/185 euro arrivo. In continuo, seppur contenuto rialzo è l'orzo dove il mercato è sempre scarsamente liquido. Sempre ben tenuto il mercato del seme di soya sul quale per la nuova campagna gli oleari già acquistano a 385/390 arrivo ai loro impianti.
Il cereale più tenuto e ricercato sul mercato interno è il grano panificabile di base anche se ormai sembra a fine corsa stante il fatto che i mulini non lavorano a pieno regime tant'é che si è pure bloccato il calo dei cruscami.

Per il mercato delle Bioenergie si segnala che la finestra di possibilità di acquisto per i cruscami comincia chiudersi, e la caccia al mais tossinato è ormai definitivamente conclusa.
I problemi logistici si stanno attenuando ma per tornare a livelli di normalità dovranno trascorrere ancora alcune settimane, sia per il trasporto su rotaia che su gomma.

Intanto il mais nazionale registra ancora bassi consumi, sia per il ridimensionamento del patrimonio zootecnico, sia per il calo dei consumi agroindustriali, ma anche per l'elevato tasso di prodotto destinato all'autoconsumo (aziende zootecniche e biodigestori) ma non è da escludere che la prossima campagna di semina riservi delle sorprese.

Indicatori internazionali 09 febbraio 2017


l'Indice dei noli è sceso a 702 punti, il petrolio è attorno a 52,5$/bar e l'indice di cambio segna 1,06719.

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Prestigiosa laurea ad honorem in direzione aziendale conferitagli dall'Università di Bologna, allo chef Massimo Bottura. Dal Consorzio del Parmigiano Reggiano una forma di Parmigiano Reggiano di Bianca modenese prodotta nel luglio 2010 nel caseificio Rosola di Zocca.

Reggio Emilia, 7 febbraio 2017

Insieme alla prestigiosa laurea ad honorem in direzione aziendale conferitagli dall'Università di Bologna, allo chef Massimo Bottura (creatore di quella "Osteria Francescana" che nel 2016 è stata riconosciuta come miglior ristorante al mondo dalla classifica "World's 50 Best Restaurants") è giunto anche il particolare riconoscimento del Consorzio del Parmigiano Reggiano.
A Bottura, infatti, l'Ente di tutela ha consegnato, con una dedica incisa sul piatto, una forma di Parmigiano Reggiano di Bianca modenese prodotta nel luglio 2010 nel caseificio Rosola di Zocca.

La consegna è avvenuta da parte del presidente della Sezione di Modena, Aldemiro Bertolini, del direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, e del presidente del caseificio di Rosola di Zocca, Alessandro Marchi.
Sul piatto della forma, come si è detto, è incisa la scritta, ricordando l'anno in cui Bottura iniziò la sua attività di ristoratore rilevando la Trattoria del Campazzo a Nonantola (MO). L'espressione scelta è una delle preferite di Massimo Bottura, ed esprime molto dell'approccio alla vita e alla professione del grande cuoco modenese.

"Il riconoscimento da parte del Consorzio - sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Alessandro Bezzi - è un segno di particolare gratitudine nei riguardi di Bottura, che ha sempre avuto parole di grande apprezzamento per il Parmigiano Reggiano, ma è anche il segno di un'unione più profonda e di un sogno comune".
"Siamo accomunati - afferma al proposito Bezzi - dal vivere in questo territorio, molto ricco di cultura, di saperi gastronomici, di tradizioni produttive molto radicate, di cui tutti noi dobbiamo andare fieri, ma ci unisce ancor di più il guardare alto, il guardare oltre, il sapere che nasciamo da tradizioni forti, che costituiscono la nostra spina dorsale, la nostra ossatura, e che al tempo stesso alimentano il nostro sogno".

Del legame profondo che ha Massimo Bottura con il suo territorio e con la tradizione si ha testimonianza di un passaggio nella lectio magistralis tenuta ieri davanti al senato accademico della città felsinea: "L'avanguardia si fa solo se si ha padronanza della tradizione e delle basi classiche. Al centro di tutto c'è il prodotto, la religione dell'ingrediente. Da considerare sacro come si faceva in passato quando il cibo scarseggiava, ma da valorizzare come le tecniche moderne consentono".
Territorio e apertura al mondo, materia prima e utilizzo della tecnica per rispettare al meglio gli ingredienti, ancoraggio con la tradizione e visione innovativa. "Per tutto questo – conclude Bezzi – coloro che, nella nostra regione, vivono grazie alla produzione di alimenti devono riconoscere a Bottura la capacità di valorizzare il patrimonio di prodotti come un prezioso tesoro da custodire, da spendere al meglio per farlo conoscere in tutto il mondo".

(Fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Mercoledì, 08 Febbraio 2017 08:38

Stop del "Parmigiano"

Burro e crema ancora in tensione manifestano tendenze al ribasso, mentre il latte spot rimane fermo al palo dopo un lungo periodo marcato da una linea discendente. Stop per il Parmigiano mentre continua la stasi del "Grana"

di Virgilio Parma 8 febbraio 2017 -

LATTE SPOT Momento di stasi per il latte spot. Dopo un lungo e perdurante periodo di negatività, il prezzo del latte spot, da due settimane, si è arrestato. Solo in controtendenza lo scremato pastorizzato estero che, dopo la risalita del 20% della scorsa settimana, ha replicato con un nuovo, molto più contenuto, rimbalzo (+2,78%). In sintesi il latte crudo spot nazionale ha visto confermare i listini veronesi tra 38,66 e 39,69€/100 litri latte. L'intero pastorizzato estero si è adagiato tra 35,57 e 36,60€/100 litri di latte mentre lo scremato estero ha recuperato sino a 18,63-19,67€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Prosegue invece per la quarta settimana consecutiva la discesa dei listini del burro milanese, lasciando sul campo altri 5 centesimi. Cede anche la panna di centrifuga scaligera mentre resta invariato il prezzo della crema milanese. Come anticipato, la prevista caduta dello zangolato parmigiano, si è di fatto avverata (-10 cent).

Borsa di Milano 06 febbraio: (-)
BURRO CEE: 3,88€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 4,03€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,93€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,73€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,82/Kg. (=)
MARGARINA gennaio 2017: 1,15 -1,21€/kg (+)

Borsa Verona 06 febbraio: (-):
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,80 - 1,85 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 3 febbraio 2017: (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,38€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 7 febbraio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,38 - 2,38 €/kg.

GRANA PADANO Inalterati i listini del Grana Padano DOP registrati alla borsa milanese.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,15 - 7,25 €/Kg.
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,85 -8,45 €/Kg.

PARMIGIANO REGGIANO E' venuto anche il tempo dell'arresto del Parmigiano Reggiano. I primi segnali si erano in parte evidenziati nel corso della quarta settimana dell'anno mentre l'arresto definitivo si è manifestato nel corso della quinta.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura: 9,70 - 10,20€/Kg.
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura: 10,85 - 11,40€/Kg.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

20170201-latte 

 

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Emil Banca e il Banco Cooperativo Emiliano danno vita a una delle più grandi bcc d'Italia. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017. 84 filiali, 137 mila clienti, 44 mila soci, oltre 700 dipendenti e un territorio di competenza che si estende su sei province: cinque in Emilia (Parma, Reggio, Modena, Bologna e Ferrara) e una in Lombardia (Mantova).

Bologna - Questi alcuni numeri della nuova banca di credito cooperativo che nascerà se il progetto di fusione per incorporazione del Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca sarà approvato dalle due compagini sociali. Il progetto, che ha avuto il sostegno del Fondo transitorio del Credito Cooperativo e ha già l'ok di Banca d'Italia, il 12 febbraio sarà sottoposto ai soci cui spetta il giudizio definitivo. Se le assemblee straordinarie dei soci accetteranno la proposta deliberata nei mesi scorsi dai consigli di amministrazione di Emil Banca e del Banco Cooperativo Emiliano, nascerà, per numero di filiali e collaboratori, la più grande bcc del Nord Italia, seconda solo, a livello nazionale, alla Bcc di Roma.

La nuova bcc (che manterrà il nome Emil Banca) partirà con un capitale sociale di oltre 97 milioni, impieghi lordi di 2,7 miliardi di euro, una raccolta totale di circa 4,7 miliardi di euro e una massa amministrata superiore ai 7 miliardi di euro. Il patrimonio complessivo delle nuova banca supererà i 306 milioni di euro. Numeri rilevanti quanto il territorio di competenza della nuova bcc, che si estenderà su oltre il 68 per cento del territorio regionale, comprenderà 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese registrate e 1,3 milioni di occupati. Un sistema economico che complessivamente vanta un decimo di tutte le esportazioni nazionali. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017.

«Abbiamo lavorato per sei mesi affinché l'operazione potesse presentarsi come sostenibile per tutti gli attori, fosse un'opportunità di sviluppo e una garanzia di futuro, per i due istituti, per il credito cooperativo e per il territorio - afferma il presidente di Emil Banca Giulio Magagni – I nostri soci sono ora chiamati a esprimersi su un importante cambiamento che però avverrà nel rispetto delle radici della cooperazione di credito e senza disperdere l'immenso patrimonio di valori che da più di un secolo contraddistingue le due aziende, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico, ma anche sociale e culturale, dei territori in cui sono inserite. La nuova bcc continuerà a essere protagonista di un modo differente di fare banca, equo, sostenibile e attento alle persone e al territorio che sarà presidiato, come avviene già in entrambe le bcc, da un folto numero di Comitati soci locali che avranno il compito di mantenere un legame diretto tra la banca e le sue comunità».


«Quella che nascerà - aggiunge il presidente del Banco Cooperativo Emiliano Giuseppe Alai - sarà l'espressione di una cooperazione di credito già da tempo avviata sulla strada delle integrazioni e che ha colto le opportunità della riforma del credito cooperativo per presentarsi sul mercato con maggiore incisività e competitività, più solida e al tempo stesso solidale, profondamente legata alle comunità locali, in grado di offrire servizi ancora più innovativi e di sostenere con maggiore efficacia lo sviluppo del territorio».

20170131-EMILBANCA MODENA 1

(Fonte Emil banca - gennaio 2017)

Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Nuova edizione delle Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Le "Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari", presentate a livello nazionale nel 2011 e successivamente divulgate a livello regionale e locale a partire dal 2012, si sono imposte negli anni quale documento di riferimento di attività finalizzate al miglioramento delle conoscenze e dei comportamenti di agricoltori, tecnici e consulenti.

20170202-syngenta-cover1Nate da un intento comune, da parte di soggetti appartenenti al settore pubblico e privato, di esporre in una visione coerente le rispettive esperienze, le Linee guida hanno assolto al compito di avviare un processo di sviluppo verso un'agricoltura più consapevole e responsabile, in armonia con quanto previsto dall'assetto normativo in evoluzione (Direttiva 128/2009/CE e PAN). Attraverso una raccolta ragionata di obblighi, consigli e buone pratiche si è promosso concretamente l'uso sicuro e sostenibile dei prodotti fitosanitari in azienda agricola.

Questo approccio è ancora attuale e gradito dagli utilizzatori, come confermato dalle continue richieste della versione cartacea delle Linee guida I^ edizione.

Dopo cinque anni dalla prima edizione il Servizio Fitosanitario dell'Emilia Romagna, l'Università Cattolica del Sacro Cuore, OPERA, Horta e Syngenta Italia hanno costituito un gruppo di lavoro per realizzare una versione aggiornata che tenesse conto dei risultati raggiunti e dei progressi nell'implementazione della sempre più articolata e complessa normativa del settore.

La nuova versione delle Linee guida (II^ edizione – Dicembre 2016) mantiene la struttura "per fasi" del ciclo di vita del prodotto fitosanitario, dall'acquisto e trasporto fino alle operazioni successive al trattamento. I diversi capitoli sono sviluppati per punti chiave e priorità, integrati con diagrammi di flusso e quadri riassuntivi degli aspetti strutturali e comportamentali. L'aggiornamento è stato esteso anche alla sezione "Elementi preliminari" e agli "Allegati" che raccolgono nozioni utili e approfondimenti per meglio comprendere le indicazioni riportate nel testo.

La novità di questa versione del manuale riguarda il contenuto ma soprattutto il contesto che ha subito analoghe se non più radicali evoluzioni. Se nel 2011 la maggior parte dei potenziali utenti non era ancora consapevole delle esigenze formative e delle ingenti implicazioni pratiche indotte dall'applicazione del nuovo quadro normativo, oggi l'adozione di soluzioni concrete e di comportamenti virtuosi diventa vincolante per adempiere agli obblighi di legge. L'ulteriore necessità di espandere le attività di supporto e la dotazione tecnologica delle aziende ha guidato alcune Regioni a destinare specifici finanziamenti all'interno dei Piani di Sviluppo Rurale.

Per migliorare ulteriormente la gestione dei prodotti fitosanitari in tutte le aziende agricole, favorendo la massima diffusione e integrazione delle conoscenze, si è aggiornata anche la modalità di divulgazione e fruizione dei contenuti. Oltre alla consueta distribuzione di un certo numero di copie stampate, le Linee guida saranno infatti disponibili in versione digitale che potrà essere liberamente accessibile nei siti di tutte le istituzioni coinvolte. Inoltre, per chi volesse utilizzare i contenuti adattandoli alle diverse realtà locali o sviluppando approfondimenti specifici, è concessa ed auspicata la creazione di opere derivate, purché non finalizzate a scopi commerciali (per maggiori dettagli, fare riferimento alla licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 4.0).

Versione digitale disponibile al link:
https://www.syngenta.it/linee-guida-uso-sostenibile 
http://www.opentea.eu 
http://operaresearch.eu/en/home/ 
http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-e-diserbo 
http://www.horta-srl.com/ 

 

Economia. Nel 2016 in Emilia-Romagna Pil +1,4% e disoccupazione che scende al 6,9%, Bonaccini: "Regione leader in Italia, il Patto per il lavoro funziona". I dati Prometeia-Unioncamere: 47mila nuovi occupati. Il presidente della Giunta: "Avanti con ancora più convinzione. Continueremo a fare rete per crescita e sviluppo"

Bologna – Il Pil dell'Emilia-Romagna che cresce dell'1,4%, ben oltre il dato nazionale dello 0,9%, a livello di Francia (+1,3%) e Germania (+1,7%) e tale da farne la prima Regione in Italia davanti a Lombardia (+1,3%) e Veneto (+1,2%). E la disoccupazione regionale che con 47mila nuovi occupati in un anno scende al 6,9%, il valore più basso tra tutte le Regioni italiane, dietro solo a Trento e Bolzano.
Sono i dati sull'andamento dell'economia dell'Emilia-Romagna nel 2016 diffusi oggi (31 /1/17 ndr) da Prometeia e Unioncamere regionale.

"Sono numeri che confermano l'Emilia-Romagna quale regione leader nel Paese- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Nessuno pensava potessimo ridurre la disoccupazione di 2 punti percentuali nei primi due anni della legislatura, creando quasi 50mila nuovi posti lavoro solo negli ultimi 12 mesi. Una crescita dell'economia regionale che dimostra l'efficacia del Patto per il lavoro, grazie al quale con enti locali, imprese, sindacati, università e associazioni portiamo avanti azioni condivise che puntano a un obiettivo: creare sviluppo e occupazione, la nostra priorità. Una strada, quella del fare rete- chiude il presidente della Giunta regionale- che, consapevoli e orgogliosi della nostra forza, intendiamo seguire con ancora più convinzione, per creare opportunità di lavoro per chi ancora non ce l'ha e per aprire ancora di più l'Emilia-Romagna al mondo, attraendo persone, saperi e investimenti, altro che muri".

Editoriale: Ormai ci siamo. Il cappio verrà stretto al collo. Rallenta la caduta del latte spot. Vivere senza glutine: i consigli e le ricette. Cereali e dintorni. Leggeri ribassi ma sempre in un clima di instabilità. Emil Banca e Banco Emiliano daranno vita a una delle più grandi BCC d'Italia. Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Copador in "rosso". Chiesto il concordato. Ma le speranze sono dure a morire.

SOMMARIO Anno 16 - n° 05 05 febbraio 2017
1.1 editoriale Ormai ci siamo. Il cappio verrà stretto al collo.
2.1 lattiero caseario Brusca frenata del latte spot.
3.1 Alimentazione e salute Vivere senza glutine: i consigli e le ricette.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggeri ribassi ma sempre in un clima di instabilità.
5.1 Fusioni bancarie Emil Banca e Banco Emiliano daranno vita a una delle più grandi BCC d'Italia
5.2 fitosanitari Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
6.2 truffa all'UE Piacenza, agricoltore truffa l'Unione Europea
7.1 pomodoro in crisi Copador in "rosso". Chiesto il concordato. Ma le speranze sono dure a morire.
8.1 economia e lavoro 2016. In Emilia Romagna vola il PIL e l'occupazione.
9.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners

20170205-cibus-COP

Giovedì, 02 Febbraio 2017 16:02

Lieve calo per le imprese reggiane nel 2016

Imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016: la lettura realizzata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio sulla dinamica dei dati demografici.

Reggio Emilia, 2 febbraio 2017

Diminuiscono le cessazioni di attività, ma contemporaneamente calano, con una maggiore intensità, le iscrizioni di nuove imprese al registro camerale, con la conseguente contrazione numerica del sistema imprenditoriale reggiano.
Il dato emerge dalla lettura che l'Ufficio Studi della Camera di Commercio ha effettuato sulla dinamica dei dati demografici delle imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016, che presenta l'immagine di una struttura economica che, in termini di vitalità anagrafica, fatica a ritornare verso i numeri degli anni ante-crisi, senza riuscire a stabilizzare lo stock di imprese.

Nell'anno appena trascorso le aperture di nuove attività sono state 3.354 contro le 3.729 del 2015, mentre le imprese che hanno chiuso i battenti nel 2016 sono state 3.433 (erano 3.503 nel 2015) con un saldo annuale della movimentazione anagrafica pari a -79 unità. Alla fine dello scorso anno erano 55.562 le aziende presenti nel Registro Imprese camerale.
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese evidenzia, in modo indiscutibile, il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale. Con una crescita di 260 unità, pari al +2%, le società di capitale hanno superato le 13.000 imprese, quasi un quarto del totale. In particolare le società a responsabilità limitata, che rappresentano i tre quarti delle società di capitale reggiane, sono aumentate dell'1,7% in un anno, ma il maggior contributo all'incremento viene dal trend registrato negli ultimi anni dalle srl semplificate che sono passate dalle 306 del 2014 alle 577 del 2015 (+88,6%) fino alle 904 (+56,7%) del 2016.

Le imprese individuali, che con una consistenza di 29.397 unità continuano a rappresentare oltre la metà dello stock di imprese esistenti (il 52,9%), mostrano invece una flessione di oltre 300 aziende, facendo registrare, in termini relativi, un decremento dell'1,1%. In calo anche le società di persone - che scendono dalle 11.550 del 2015 alle 11.278 di fine 2016 (-2,4%) - e, in misura più contenuta, le "altre forme" (-0,5%).

Relativamente all'andamento dei diversi settori economici, è in crescita dello 0,4% il terziario che, con 27.627 imprese, rappresenta ormai la metà delle attività iscritte alla Camera di Commercio di Reggio Emilia. Le attività dei servizi alle imprese (trasporti, servizi di informazione comunicazione, attività finanziarie e assicurative, immobiliari, attività professionali e altri servizi alle imprese), con un aumento dello 0,5%, hanno raggiunto le 10.097 unità. In crescita anche i servizi alla persona (istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive e di intrattenimento, altre attività dei servizi) che registrano un +2,9% e contano 3.174 imprese. Trend positivo anche per i servizi di alloggio e ristorazione (bar, ristoranti) che a fine 2016 hanno raggiunto le 3.284 unità con una crescita, rispetto allo stesso periodo del 2015, dell'1%. Unica eccezione, all'interno del terziario, il commercio, per il quale si registra una flessione dello 0,6%.

Continua il calo delle costruzioni che, con una contrazione del 2%, fa scendere a 12.125 il numero delle imprese; in flessione dell'1,8% l'industria - che comprende le attività manifatturiere in senso stretto (7.771), quelle estrattive (29) e le multiutilities (energia, reti idriche, rifiuti: complessivamente 133 aziende). In diminuzione dello 0,6% anche l'agricoltura: in un anno le aziende del settore sono scese da 6.283 a 6.246.

imprese reggioemilia 2016 Camera di commercio

lieve calo Imprese reggiane Anno 2016

(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia RE)

FLAI CGIL e UILA UIL: "Chiamiamo alla loro responsabilità tutti gli attori della filiera". Qualche "Boss in incognito" si farà avanti per offrire una stampella o fare un "affare"?

di Virgilio

Parma, 02 febbraio 2017

Alla vigilia della campagna del pomodoro 2017, a pochi giorni dall'inizio delle semine che daranno vita alle piantine di pomodoro da trapiantare nei campi da metà aprile circa, potrebbe venire a mancare uno dei maggiori attori del Nord Italia, il Co.Pad.Or.

La crisi della cooperativa si trascinava da diversi anni ma, bene o male, alla fine si riusciva a avviare gli impianti e a portare a termine la campagna.

La evidenza di una crisi dell'intero comparto nazionale in sofferenza da un'eccesso di offerta, con conseguente ripercussione sul portafoglio degli agricoltori (il prezzo 2016 è diminuito del 7,5% rispetto la campagna 2015), ha dato il colpo di grazia alla compagnia di Collecchio.

Non consola il fatto che anche altre imprese del settore siano in difficoltà a onorare gli impegni presi con gli agricoltori, come testimonia il recente intervento di Tiberio Rabboni - neo presidente della Organizzazione di Prodotto del nord Italia, arrivato persino a minacciare di rendere noti i nomi degli insolventi, bensì deve essere un ulteriore stimolo affinché chi può intervenga per dare continuità a una fabbrica tra le più moderne del settore e patrimonializzata di esperte e qualificate maestranze.

Un sito produttivo che potrebbe essere appetibile per qualche Compagnia locale in forte espansione all'estero o, perché no, dagli stessi "cugini" del Casalasco (Pomì) che potrebbero così portarsi in casa un altro gioiello dell'imprenditoria parmense. Chissà cosa ne penserà dell'idea, Costantino Vaia (DG Consorzio Casalasco del Pomodoro) reduce dalla trasmissione "BOSS in Incognito" andata in onda martedi scorso su Rai2.

Costantino Vaia-BOSS-in-Incognito

Le speranze sono le ultime a morire!

Il Comunicato FLAI - UILA 

FLAI e UILA sono stati informati che oggi (31 gennaio 2017 ndr) Copador ha depositato richiesta di concordato in continuità. La società ha una situazione finanziaria complicata a causa di un pesante indebitamento e per la decisione del ceto bancario di non concedere più la liquidità concordata negli ultimi anni. Anni in cui risulta essere diminuita l'esposizione nei confronti delle banche.

Copador è uno dei maggiori trasformatori di pomodoro fresco del nord Italia, ha 600 dipendenti diretti tra fissi e stagionali, un considerevole indotto e una capacità produttiva di 3 milioni di quintali.

Di fondamentale importanza per i lavoratori, per le aziende agricole e per tutto l'indotto è la continuità e la partenza della campagna 2017. Diversamente le ricadute per tutta la filiera sono difficilmente prevedibili, sia in tema di prezzo del pomodoro, sia sulle quote di mercato di tutto il Paese Italia, che calerebbero a vantaggio dei competitori esteri, Spagna per prima. È utile ricordare anche che gli operai agricoli delle imprese di trasformazione industriale, a seguito delle riforme e all'abolizione dell'indennità di mobilità, non hanno nessun ammortizzatore sociale in caso di licenziamento. Queste scelte, come ampiamente previsto, possono portare solo a veri drammi sociali.

I sindacati di categoria chiedono immediatamente che la Regione Emilia Romagna, in particolare gli Assessorati alle Attività Produttive e all'Agricoltura convochino subito le parti sociali, le associazioni degli agricoltori, le organizzazioni dei produttori, i rappresentanti dell'azienda e le istituzioni del territorio per verificare la situazione e per mettere in campo ogni iniziativa utile a salvaguardare l'occupazione e la produzione. Anche il Ministero dell'Agricoltura deve essere parte attiva per costruire le soluzioni possibili. Copador è industrialmente sana, ha le maestranze professionali per lavorare con qualità e deve essere salvata!

(Clicca qui per vedere Boss in Incognito RAI 2 - trasmissione del 31/1/2017)

Il mercato è in un momento di confusione, da un lato per gli atteggiamenti protezionistici della nuova amministrazione Usa che generano paure di ritorsioni commerciali, dall'altro il bel tempo tornato sull'Argentina che permette di considerare una stima dei danni molto più contenuti di quanto si ipotizzasse solo la scorsa settimana.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 31 gennaio 2017
Se da un lato sono molto più ottimistiche le stime dei potenziali danni argentini dall'altro fa ancora paura la reazione dei mercati a seguito delle promesse protezionistiche ventilate da Tump.
In una tale situazione di incertezza, sembrerebbe che anche i fondi d'investimento stiano diminuendo il loro "lungo" di semi e di farina di soya.

Quindi i ribassi delle ultime sedute hanno queste origini.
SEMI marzo 1022,60 (-26,4) maggio 1032,60 (-26) novembre 1004,00 (-21,7)
FARINA marzo 334,40 (-8,6) maggio 337,50 (-8,5)
OLIO marzo 33,61 (-0,66) maggio 33,90 (-0,65)
CORN marzo 357,60 (-4,6) maggio 365,00 (-4,6)
GRANO marzo 414,00 (-6,4) maggio 428,20 (-6,2) luglio 442,40 (-6,6)

Nelle ore scorse il mercato del seme e della farina sta registrando un andamento misto.

Il mercato domestico registra la farina di soya proteica a 374 Euro partenza al porto di Ravenna e Venezia, e 373 per il febbraio dicembre, mentre il 2018 366/367 da gennaio a dicembre, valori che dovrebbero tendere a ridimensionarsi a meno di sorprese sul cambio.
Mercato dei cereali sui silos interni è sempre tenuto stante la carenza di merce per i soliti problemi logistici. In sintesi, merce a 377 al porto e 380 nei silos interni per la merce di qualità per il 103 di base il mercato gira a 172 euro in Veneto e 175 euro in Lombardia, partenza silos interni ma è più caro in Piemonte. Sempre ben tenuto seppur in calo il mercato del seme di soya che a breve dovrà risentire dei cali all'origine.
Comunque il mercato dei cereali all'interno è ancora poco liquido a causa della ridotta disponibilità di prodotto. 

Il cereale a maggior tenuta e ricercato è il grano panificabile di base, che sembra poter tentare una fuga in avanti, anche se in realtà i mulini non lavorano a ritmo pieno. Fermo l'orzo, mentre più offerti sono i grani di qualità.

Per il mercato delle Bioenergie si segnala che è ancora in corso il ridimensionamento dei cruscami di grano tenero e duro, anche se in modo anomalo in base alle aree geografiche.

Indicatori internazionali 31 gennaio 2017


l'Indice dei noli è sceso a 816 punti, il petrolio è attorno a 52,5$/bar e l'indice di cambio segna 1,06924.

 

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Mercoledì, 01 Febbraio 2017 08:33

Brusca frenata del latte spot.

Stop alla vertiginosa discesa del Latte spot. In picchiata invece il burro e le creme. Sempre fermo il Grana Padano DOP mentre il Parmigiano ha sensibilmente rallentato la sua corsa in salita.

di Virgilio, Parma 1 febbraio 2017 -

LATTE SPOT Frenata del Latte spot. Dopo un lungo periodo di verticale discesa, il latte spot si è arrestato e anzi, lo scremato pastorizzato spot estero fa un balzo in avanti del +20% fissando il prezzo veronese tra 18,11 e 19,15€/100 litri di latte. E' rimasto inalterato invece il listino del crudo nazionale (38,66-39,69€/100 litri di latte) e dell'intero pastorizzato spot estero (35,57-36,60€/100 litri)

BURRO E PANNA In calo, per la terza settimana consecutiva i listini del burro quotati alla borsa merci di Milano (-10 cent). Perdita alla quale si allinea anche la crema di latte a uso alimentare e la panna di centrifuga quotata a Verona. Non va meglio al burro zangolato parmense che cede 12 centesimi e una previsione di flessione di ulteriori 10 centesimi, peraltro già anticipati dalla borsa reggiana nella seduta di ieri mattina. .In controtendenza la margarina che incrementa di 10 centesimi

Borsa di Milano 30 gennaio: (-)
BURRO CEE: 3,93€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 4,08€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,98€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,78€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,82/Kg. (-)
MARGARINA dicembre 2016: 1,15 -1,21€/kg (+)

Borsa Verona 30 gennaio: (-):
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,80 - 1,90 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 27 dicembre 2017: (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,48€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 31 gennaio 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 2,38 - 2,38 €/kg.

GRANA PADANO restano invece invariati, da quattro settimane, i listini del Grana Padano DOP.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,15 - 7,25 €/Kg.
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,85 -8,45 €/Kg.

PARMIGIANO REGGIANO Prosegue la risalita del Parmigiano Reggiano ma limitatamente al minimo del 12 mesi di stagionatura. Un rallentamento che potrebbe essere determinato dall'aumento di produzione seppure le scorte siano in diminuzione.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura: 9,70 - 10,20€/Kg.
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura: 10,85 - 11,40€/Kg.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

20170201-latte 

 

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"