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Fusione Emil Banca e Banco Cooperativo Emiliano: il commento di Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative Modena.

Modena 13 febbraio 2017 - «L'approvazione dei soci è un'ottima notizia non solo per la cooperazione, ma per l'intero sistema economico modenese ed emiliano-romagnolo, che possono contare su un istituto forte, credibile e radicato sul territorio».
Il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini commenta favorevolmente il via libera dei soci alla fusione tra Emil Banca e Banco Cooperativo Emiliano.
«Anche noi imprenditori cooperativi sappiamo quanto è decisivo l'accesso al credito – afferma Piccinini – La nuova Emil Banca, però, non si rivolgerà solo al mondo cooperativo, ma a tutte le imprese locali, a partire dalle piccole e medie imprese che hanno bisogno di essere sostenute nella ricerca e innovazione, sviluppo di nuovi prodotti e conquista di nuovi mercati. Siamo certi – conclude il presidente di Confcooperative Modena – che la nuova banca di credito cooperativo saprà essere all'altezza delle aspettative degli imprenditori modenesi ed emiliano-romagnoli, cooperativi e non».

Emil Banca e il Banco Cooperativo Emiliano danno vita a una delle più grandi bcc d'Italia. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017. 84 filiali, 137 mila clienti, 44 mila soci, oltre 700 dipendenti e un territorio di competenza che si estende su sei province: cinque in Emilia (Parma, Reggio, Modena, Bologna e Ferrara) e una in Lombardia (Mantova).

Bologna - Questi alcuni numeri della nuova banca di credito cooperativo che nascerà se il progetto di fusione per incorporazione del Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca sarà approvato dalle due compagini sociali. Il progetto, che ha avuto il sostegno del Fondo transitorio del Credito Cooperativo e ha già l'ok di Banca d'Italia, il 12 febbraio sarà sottoposto ai soci cui spetta il giudizio definitivo. Se le assemblee straordinarie dei soci accetteranno la proposta deliberata nei mesi scorsi dai consigli di amministrazione di Emil Banca e del Banco Cooperativo Emiliano, nascerà, per numero di filiali e collaboratori, la più grande bcc del Nord Italia, seconda solo, a livello nazionale, alla Bcc di Roma.

La nuova bcc (che manterrà il nome Emil Banca) partirà con un capitale sociale di oltre 97 milioni, impieghi lordi di 2,7 miliardi di euro, una raccolta totale di circa 4,7 miliardi di euro e una massa amministrata superiore ai 7 miliardi di euro. Il patrimonio complessivo delle nuova banca supererà i 306 milioni di euro. Numeri rilevanti quanto il territorio di competenza della nuova bcc, che si estenderà su oltre il 68 per cento del territorio regionale, comprenderà 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese registrate e 1,3 milioni di occupati. Un sistema economico che complessivamente vanta un decimo di tutte le esportazioni nazionali. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017.

«Abbiamo lavorato per sei mesi affinché l'operazione potesse presentarsi come sostenibile per tutti gli attori, fosse un'opportunità di sviluppo e una garanzia di futuro, per i due istituti, per il credito cooperativo e per il territorio - afferma il presidente di Emil Banca Giulio Magagni – I nostri soci sono ora chiamati a esprimersi su un importante cambiamento che però avverrà nel rispetto delle radici della cooperazione di credito e senza disperdere l'immenso patrimonio di valori che da più di un secolo contraddistingue le due aziende, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico, ma anche sociale e culturale, dei territori in cui sono inserite. La nuova bcc continuerà a essere protagonista di un modo differente di fare banca, equo, sostenibile e attento alle persone e al territorio che sarà presidiato, come avviene già in entrambe le bcc, da un folto numero di Comitati soci locali che avranno il compito di mantenere un legame diretto tra la banca e le sue comunità».


«Quella che nascerà - aggiunge il presidente del Banco Cooperativo Emiliano Giuseppe Alai - sarà l'espressione di una cooperazione di credito già da tempo avviata sulla strada delle integrazioni e che ha colto le opportunità della riforma del credito cooperativo per presentarsi sul mercato con maggiore incisività e competitività, più solida e al tempo stesso solidale, profondamente legata alle comunità locali, in grado di offrire servizi ancora più innovativi e di sostenere con maggiore efficacia lo sviluppo del territorio».

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(Fonte Emil banca - gennaio 2017)

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 18 Settembre 2016 09:45

Monsanto accetta l'offerta di Bayer. 66 miliardi $


di Lgc - Parma 14 settembre 2016 - Alla fine Monsanto ha ceduto alle lusinghe di Bayer dopo l'offerta di 66 miliardi di dollari. Una operazione di "super fusione" tra due colossi della chimica, l'ennesima dopo la sequenza scatenata dalla stessa Monsanto, quando "chiese la mano" di Syngenta che rifiutò per poi accettare l'offerta della multinazionale China National Chemical Corporation (ChemChina), la stessa che controlla la Pirelli, per 43 miliardi di dollari.

Un fallimento che, oltretutto, nel 2015  mise in fibrillazione tutto il segmento della chimica "agricola" che nel giro di pochi mesi ha visto realizzarsi anche l'accordo tra le due multinazionali statunitensi DuPont e Dow Chemical. Infine lo scorso lunedì 12 settembre le due aziende canadesi Agrium e Potash Corp di Saskatchewan hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per creare la più grande società di fertilizzanti al mondo.

Bloomberg ha stimato che se l'antitrust dovesse autorizzare la fusione tra Bayer e Monsanto si realizzerebbe una concentrazione d'offerta che potrebbe coprire oltre il 30 per cento del settore dei cosiddetti input agricoli (che comprende semi, fertilizzanti e agrofarmaci) che sarebbe quindi in mano alla tedesca Bayer.

Senz'altro un buon affare per la Monsanto che, nel caso il giudizio dell'antitrust fosse negativo, riceverebbe una commissione tra 1,5 e 2 miliardi di dollari.

Pubblicato in Economia Emilia