Domenica, 13 Agosto 2017 10:50

Sprechi alimentari e agricoltura in crisi.

Lo scempio di tonnellate di ortaggi e verdura piantati, non raccolti e lasciati marcire nei campi in Puglia. Uno schiaffo alla povertà che si ripete ciclicamente e un'altra sconfitta delle politiche italiane sull'agroalimentare. Perché non venga perpetrato il più grande spreco alimentare estivo e perché si dia sostegno alle aziende agricole contro questa calamità intervenga direttamente lo Stato

Ciò che sta accadendo da qualche giorno in Puglia ed in altre regioni d'Italia è una questione che si ripete ciclicamente, ma che sta assumendo proporzioni bibliche: tonnellate e tonnellate di angurie, meloni e pomodori, ma anche altri tipi di ortofrutta, lasciate a marcire nei campi perché i costi di produzione superano di gran lunga i possibili profitti delle aziende agricole per una serie di congiunture verificatesi, ma che anno dopo anno assumono l'aspetto dell'ordinario.

In particolare, «in provincia di Lecce c'è stata una anticipazione della maturazione – per come sostenuto sulla stampa dal presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - per cui le angurie sono state raccolte e vendute con 2 settimane di anticipo, i primi giorni a prezzi stabili, subito dopo le quotazioni sono crollate. Oggi a Brindisi e Taranto il mercato è al tracollo, con le angurie pagate in campagna a 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli che non superano i 10 centesimi. Agli agricoltori non conviene neppure raccogliere, tanto che stanno interrando il prodotto. Stessa sorte sta toccando al pomodoro piccolo a grappolo che non supera i 18 centesimi al chilogrammo, mentre il pomodoro da mensa ha toccato solo i 22 centesimi al chilo. I prezzi di vendita al dettaglio, invece, subiscono la solita decuplicazione a danno dei consumatori».

E l'immagine che si presenta nelle campagne è tanto preoccupante quanto desolante: ettari ed ettari di campi in cui giacciono al sole e al caldo torrido i tipici prodotti dell'ortofrutta estiva della campagna salentina e pugliese in attesa che la terra sia fresata e che i loro resti la vadano a concimare per preparare la prossima annata che, se non si farà qualcosa, sarà identica a quella in corso. Uno scempio comune ad altre regioni in questo periodo dell'anno che non può essere tollerato, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" - associazione che da anni si batte contro gli sprechi alimentari - e che merita essere denunciato e portato all'attenzione non solo degli assessorati regionali competenti, ma soprattutto del Ministero dell'Agricoltura, perché segna l'ennesimo fallimento delle politiche agroalimentari italiane che non riescono a sfondare con l'export verso altri paesi che potrebbero costituire mercati appetibili, e a questo punto, di sfogo, per la nostra produzione.

Uno Stato che dimostra di non riuscire a salvaguardare la nostra filiera di produzioni tipiche che vengono soppiantate da altre, sovente straniere, che spesso vengono spacciate per nostrane. È evidente, infatti, che la colpa di tutto ciò non debba ricadere sulle nostre imprese agricole la cui unica responsabilità ricade nella volontà di dar corso a ciò che la terra deve fare: produrre per commerciare la propria produzione. Ecco perché a causa di quella che rappresenta una vera e propria calamità, è lo Stato che deve intervenire a sostegno degli agricoltori con più approfonditi controlli sulla filiera e sui mercati contro le pratiche commerciali sleali che fanno crollare il prezzo per il produttore e per l'incentivazione dell'export e dell'utilizzo dell'ortofrutta in esubero per conserve e succhi.

Lecce, 8 agosto 2017
Giovanni D'AGATA

Segnali positivi da occupazione, investimenti, giovani ed export, ma volatilità dei mercati e andamento meteorologico pesano sulla fiducia delle imprese

In un contesto di crescita complessiva dell'economia italiana, il settore agricolo continua a registrare performance positive. Nei primi due trimestri del 2017 migliorano i dati dell'occupazione, degli investimenti, degli scambi internazionali e aumenta il numero delle imprese agricole condotte da giovani.

Tra i segnali di maggiore dinamicità del settore si evidenziano la crescita degli occupati in agricoltura (+1,3%% nel primo trimestre) - trainati dalla componente dei dipendenti (+6,7%) - e delle imprese agricole giovanili (+ 9,3% su base tendenziale nello stesso periodo). Le imprese agricole under 35 in Italia - presenti nel Registro delle Imprese - raggiungono 50.000 unità circa, pari al 6,6% del totale. I dati evidenziano anche un incremento delle erogazioni di prestiti oltre il breve termine (+33,3% nel primo trimestre) - spinti dall'entrata a regime dei bandi Psr - che potrebbero favorire una crescita degli investimenti nel prossimo biennio, così come avvenuto nel 2016 (+3,1%).

Per quanto riguarda l'industria alimentare e delle bevande, a incidere positivamente è ancora la crescita dell'export (+5,5% nei primi 4 mesi del 2017). Un ulteriore segnale positivo viene dagli investimenti, spinti da una maggiore richiesta di prestiti da parte delle imprese (+2,1% a marzo 2017 su base annua). Le imprese alimentari - circa 70.000, di cui 5.400 under 35 - aumentano su base tendenziale anche nel primo trimestre dell'anno (+0,5%).

Infine, un altro segnale positivo viene dagli acquisti domestici che nel periodo gennaio-giugno crescono del 2,5% su base annua.

Tra i fattori di incertezza che condizionano la fiducia delle imprese nel breve termine, gli operatori segnalano la volatilità dei mercati e l'andamento meteorologico.
A fornire questo quadro d'insieme è la pubblicazione di "AgrOsserva" - I e II trimestre 2017 - realizzata in un nuovo format da Ismea.

(Ismea 1 agosto 2017)

Altro che danni e rese ridotte, i dati USDA del 10/8 sera hanno sconvolto più di una aspettativa e più di un operatore, un vero e propria "fulmine a ciel sereno". Dati talmente ottimistici da lasciare chiunque perplesso.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 11 agosto 2017 -
Sono stati cancellati tutti dubbi sulle rese e sui danni causati dal maltempo nonostante sia tutto terminato da soli 10-15 giorni.

L'USDA di giovedi sera si riassume così: raccolto record di semi di soya, la sola produzione USA a 119 milioni di tonnellate. Il mais stimato a 359 milioni di tonnellate e se pur ridotto rispetto alle attese sarà il secondo raccolto record di tutti i tempi. Ma quello che ha pesato sono stati gli stock di fine raccolto mondiale. La produzione del grano è stata stimata in 743 milioni di tonnellate contro 738 di luglio. Gli stock di fine raccolto a 265 contro 261. Quella del mais a 1033 milioni di tonnellate contro 1.036. Gli stock a 201 contro 201.Quella dei semi di soia a 347 milioni di tonnellate contro 345. Gli stock a 98 contro 94.

Le chiusure del mercato sono state pesanti.
SEMI ago 930,6 (-32,2 ) sett 934 (-32 ) nov 940,2 (-33 ) gen 949 (-32.4 )
FARINA ago 294,2 (-12,4 ) sett 295,8 (-12,5 ) ott 297,5 (-12,5 ) dic 300,2 (-12,7 )
OLIO ago 33,74 (-0,39 ) sett 33,79 (-0,40 ) ott 33,91 (-0,39 ) dic 34,16 (-0,37 )
CORN sett 357,2 (-15 ) dic 371 (-15,2 ) mar 383 (-15 ) mag 389,2 (-14,4 )
GRANO sett 440,4 (-19 ) dic 468,6 (-18 ) mar 490,2 (-17,2 ) mag 505,2 (-16,6 )

Il mercato telematico si è poi ripreso nella mattinata successiva e probabilmente i fondi potrebbero entrare in azione per le ricoperture.
I prezzi potrebbero subire consistenti variazioni. Sicuramente ne gioveranno le filiere zootecniche, ma non sarà altrettanto favorevole per il settore del commercio e della produzione; l'USDA di ieri sera mette sotto tensione anche tutte le altre materie prime.

Si tratta di attendere ancora qualche giorno per comprendere come reagiranno i mercati e non sarebbe la prima volta che a fronte di cadute molte pesanti il mondo degli "acquisti automatici dei fondi d'investimento" si muova con logiche imprevedibili.

Indicatori internazionali 11 agosto 2017


l'Indice dei noli è risalito a 1092 punti, il petrolio è attorno a 48,50$/bar e l'indice di cambio segna 1,1756.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Maltempo. La Regione Emilia-Romagna nelle zone colpite dai temporali di ieri, sopralluoghi degli assessori Corsini e Bianchi in Romagna e nel Ferrarese per una prima ricognizione dei danni. Bonaccini: "Siamo al fianco delle popolazioni. Estenderemo anche a questi eventi la richiesta di stato d'emergenza nazionale e siamo pronti a stanziare apposite risorse"

Raffiche di vento fino a 100 chilometri orari e piogge con picchi tra i 30 e i 50 millimetri si sono abbattute sulle province di Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini

Bologna - Sopralluoghi stamani da parte degli assessori Bianchi e Corsini nelle aree più colpite dal maltempo di ieri, per verificare direttamente sul posto le criticità ed effettuare una prima ricognizione dei danni. Richiesta di estendere anche a questi ultimi eventi la dichiarazione di stato d'emergenza nazionale. Disponibilità della Regione a stanziare specifiche risorse.
Questo il quadro della situazione il giorno dopo la nuova, intensa ondata di temporali che ha interessato, con raffiche di vento fino a 100 chilometri orari e piogge con picchi tra i 30 e i 50 millimetri in un'ora, le province di Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

"La Regione è e sarà al fianco dei territori e delle popolazioni colpite- afferma il presidente, Stefano Bonaccini-. In accordo con le amministrazioni comunali abbiamo da subito avviato la ricognizione dei danni subiti sia dal patrimonio pubblico che da quello privato e siamo pronti a stanziare apposite risorse. Estenderemo inoltre a questi ultimi eventi la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale già avanzata al Dipartimento di Protezione civile dopo i fenomeni meteo di fine giugno e dell'11 luglio: quello di ieri è il sesto fortunale ad interessare la nostra regione nell'arco di un mese e mezzo".

E già questa mattina si sono recati sul posto, in Romagna e nel Ferrarese, gli assessori al Turismo, Andrea Corsini, e all'Università e Lavoro, Patrizio Bianchi.
"Il maltempo ha colpito aree di fondamentale importanza per l'equilibrio e la sicurezza dell'intero sistema padano- sottolineano gli assessori-. Ci siamo mossi immediatamente per renderci conto di persona e valutare la situazione, faremo tutto ciò che è necessario per garantire il più rapido ritorno alla normalità. L'Agenzia regionale di Protezione civile è intervenuta con la massima rapidità e il lavoro di tutte le forze impegnate sul campo prosegue anche in queste ore. Ringraziamo tutti gli operatori e i volontari, che come sempre hanno offerto grande disponibilità e impegno".

Ricognizione dei danni
Le zone più colpite sono: nel forlivese-cesenate i comuni di Forlì, Dovadola, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Modigliana e Roncofreddo; nel ferrarese Codigoro, Comacchio, Fiscaglia, Ostellato e Mesola; nel ravennate Alfonsine, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno; nel riminese Sant'Agata Feltria, Pennabilli, Novafeltria e Talamello.
Il maltempo ha provocato la rottura di rami e la caduta di alberi, che in alcuni casi hanno determinato l'interruzione della viabilità principale - in particolare della superstrada Ferrara-Mare e della Romea, nel ferrarese e nel ravennate - e secondaria, oltre a danni ad abitazioni private, attività produttive ed edifici pubblici. A causa del forte vento si sono verificate interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica: stamattina circa 700 utenze alimentate dalla media tensione risultavano ancora scollegate dalla rete, 500 delle quali solo nel comune di Mesola (Fe). I tecnici sono al lavoro e si prevede che la situazione sarà risolta entro sera. /EC

Nel frattempo il Consorzio di bonifica ha attivato una serie di azioni per mitigare l'impatto della crisi. Dati statistici e scenari anche per le derivazioni sul Secchia

Reggio Emilia - 10 Agosto 2017 - In contesti di crisi idrica come quelli che si stanno manifestando in modo decisamente anticiclico in alcune aree del comprensorio ed in particolare in Val d'Enza è fondamentale ribadire, per fare la necessaria chiarezza e per affrontare la situazione straordinaria con realismo e adeguato pragmatismo, la funzione precisa del Consorzio di bonifica.

In merito a quanto evidenziato oggi a mezzo stampa sulle presunte responsabilità e competenze dirette dell'ente di bonifica dell'Emilia Centrale sui provvedimenti di sospensione ai prelievi di risorsa idrica per fini irrigui in Val d'Enza il Consorzio precisa e rimarca - con supporto documentale allegato – il suo ruolo specifico. Nel territorio regionale il governo delle acque è di competenza della Regione Emilia Romagna e operativamente reso esecutivo da provvedimenti presi da ARPAE e gli enti che contribuiscono alla gestione della risorsa, attraverso la loro opera quotidiana, la manutenzione della loro rete di canalizzazioni e le loro infrastrutture idrauliche come il Consorzio sono sottoposti alle normative e alle determinazioni legislative di questa agenzia regionale e non possono esimersi in alcun modo dall'attenersi scrupolosamente a quanto comunicato. Stante la ridottissima portata dell'enza Nel caso della sospensione della derivazione di risorsa idrica per fini irrigui in prossimità della cosiddetta traversa di Cerezzola il Consorzio di bonifica non ha ora la possibilità in alcun modo di revocare il provvedimento ARPAE.

Enza Contesto 2017: dati statistici di derivazione irrigua

Rispetto ai complessivi 19 milioni di metri cubi derivati per finalità irrigue in media negli anni scorsi in prossimità della Traversa di Cerezzola quest'anno – nel periodo 15 maggio-31 luglio – si sono derivati 7,7 milioni di mc ed è chiaro come manchino all'appello 10,7 milioni di metri cubi di risorsa idrica che vanno pesantemente a sommarsi alla mancanza strutturale di un comprensorio sotto questo profilo già di suo deficitario di acqua. La derivazione irrigua sottesa dalla traversa di Cerezzola in comune di Canossa (RE) a servizio dei territori dell'alta pianura reggiana nel comprensorio del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale e dell'alta pianura Parmense nei territori della Bonifica Parmense grava in uno stato di crisi idrica già dalla fine di maggio, come si evince dai prelievi effettuati finoa fine di luglio, giorno in cui la derivazione con provvedimento ARPAE è stata completamente sospesa in quanto la portata del fiume è scesa al di sotto del valore della porta di minimo deflusso vitale fissata dal PTA regionale. Dal 15 maggio e fino al 15 giugno la portata derivabile è stata uguale o leggermente inferiore alla portata di concessione, mentre da metà giugno ai primi di luglio la portata derivabile in genere oscillava dai 2 ai 4 mc/s. Anche storicamente dopo la prima settimana di luglio (eccezion fatta per il 2014 che è stato un anno particolarmente piovoso) la portata derivabile scende al di sotto dei 2,00 mc/s e si riduce costantemente fino ad arrivare a fine luglio a 1 mc/s. Ad agosto e settembre, in concomitanza ai periodi più siccitosi in cui si registrano le minime portate di magra, la derivazione resta attiva per un lungo periodo con solo 0,5 mc/s. Nel 2017 l'entità delle portate derivabili è scesa sotto i 2 mc/s già a fine maggio, con un anticipo netto di oltre un mese rispetto al verificarsi di tale condizioni rispetto agli anni precedenti. La situazione ha continuato a precipitare senza alcun arresto fino alla fine di luglio, in cui non è più possibile effettuare il prelievo, in quanto la portata nel torrente uguaglia o è inferiore al minimo deflusso vitale.

Azioni attuate e in corso di attivazione per affrontare l'emergenza in base alle competenze del Consorzio

Le azioni attuate, oltre all'organizzazione serrata dei turni di irrigazione come avviene comunque anche negli altri anni data la penuria di acqua della zona, è stata quella della attivazione dei pozzi consortili che però sono posti molto più a valle e consentono di far fronte a situazioni assolutamente localizzate. Altri pozzi che alimentano il canale della Spelta, quali il pozzo Borrasca, pozzo Ponte Enza, pozzo Sant'Ilario e pozzo Taneto tutti in comune di Sant'Ilario d'Enza, sono stati messi in esercizio per sopperire alla scarsità di risorse provenienti dall'Enza.Le azioni da attivare per sopperire alla attuale crisi sono quelle della deroga al DMV per la quale i Consorzi Emilia Centrale e Parmense hanno attivato la richiesta, e la verifica dello stato dei bacini idroelettrici posti sull'alto bacino dell'Enza di competenza dell'Enel per verificare la possibilità di rilasci concordati. Altre azioni possono essere messe in campo per il prossimo futuro, quali quelle relative alla realizzazione di bacini di accumulo a partire da bacini di 200-250 mila mc il cui effetto è simile a quello di un pozzo, a bacini di accumulo a servizio di più estese zone della capacità di 2-3 milioni di mc, a invasi di dimensioni dell'ordine dei 10-20 Mmc in grado di dare risposte risolutive al fabbisogno irriguo delle aree sottese.

Secchia Contesto 2017: dati statistici di derivazione irrigua e azioni attuate e in corso di attivazione per affrontare l'emergenza in base alle competenze del Consorzio

Anche il torrente Secchia, come tutti gli affluenti appenninici del fiume Po, è soggetto a ricorrenti carenze di risorsa idrica in relazione al regime idrologico specifico di tali corsi d'acqua che manifestano periodi siccitosi in concomitanza dei mesi estivi. Le portate derivabili a Castellarano-San Michele sono state in linea con le disponibilità medie nel mese di maggio e fino alla prima metà di giugno, mentre da metà giungo a metà luglio i prelievi possibili sono stati al di sotto della media. Allo stato attuale la derivazione da fiume è sospesa, la portata in arrivo è fatta defluire a valle essendo prossima o inferiore al DMV, pertanto la derivazione in destra o in sinistra idraulica è effettuata solo mediante prelievo dagli invasi.

I prelievi nel 2017 sono stati superiori alla media nel periodo 15 maggio-31 maggio, sotto la media dal 1 al 15 giugno e poi da metà giugno hanno cominciato ad essere decisamente inferiori e sostenuti dalla presenza degli invasi. Le aree effettivamente irrigate sono inferiori a causa delle ricorrenti condizioni di carenza idrica dei territori sottesi dalle derivazioni sul T. Secchia in corrispondenza della traversa di Castellarano-San Michele. La carenza di risorsa idrica superficiale rende difficile la distribuzione irrigua che per il periodo giugno-agosto risulta fortemente turnata e spinge gli agricoltori ad attingere risorsa irrigua di soccorso dalla falda delle conoidi, che risulta sempre più profonda (con confronti sul lungo periodo). Le azioni attuate, oltre all' organizzazione serrata dei turni di irrigazione come avviene comunque anche negli altri anni data la penuria di acqua della zona, è stata quella della attivazione dei pozzi consortili che però sono posti molto più a valle e consentono di far fronte a situazioni assolutamente localizzate.

In area reggiana sono stati attivati gli impianti di soccorso connessi alla rete alimentata dal Fiume PO a Boretto, consentendo di destinare le ridotte risorse idriche ai terreni la cui unica fonte di approvvigionamento è il F. Secchia. Inoltre a beneficio sia della derivazione modenese e reggiana è stato attivato l'attingimento dai bacini di invaso costituiti dallo sbarramento della traversa di derivazione e laterale. Questo ha consentito di rafforzare le portate di prelievo e allo stato attuale è la sola e unica possibile alimentazione delle derivazioni che da fine giugno sono alimentate alternativamente per una settimana. Il volume residuo di invaso è oggi stimato in 300.000 mc e si esaurirà probabilmente nel periodo di Ferragosto , in questo caso specifico nei giorni successivi potrebbe verificarsi - come per l'Enza - un provvedimento regionale di stop alle derivazioni irrigue se perdureranno queste situazioni di penuria idrica. Le azioni da attivare per sopperire all'attuale crisi sono quelle della deroga al DMV per la quale i Consorzi CBEC e Burana hanno attivato la richiesta, e la verifica dello stato dei bacini idroelettrici posti sull'alto bacino del Secchia di competenza dell'Enel per verificare la possibilità di rilasci concordati. Inoltre un'altra azione rilevante potrebbe essere quella di effettuare una pulizia dell'invaso di monte in modo da ampliare il volume disponibile e che è possibile rimpinguare in occasione anche di modesti eventi di pioggia, che diversamente tracimerebbero verso valle.

Altre azioni possono essere messe in campo per il prossimo futuro, quali quelle relative alla realizzazione di bacini di accumulo a partire da bacini di 200-250 mila mc il cui effetto è simile a quello di un pozzo, a bacini di accumulo a servizio di più estese zone della capacità di 2-3 milioni di mc, a invasi di dimensioni dell'ordine dei 10-20 Mmc in grado di dare risposte risolutive al fabbisogno irriguo delle aree sottese.

IN ALLEGATO IL DOCUMENTO ARPAE RELATIVO ALLA SOSPENSIONE DEI PRELIEVI DAL TORRENTE ENZA E SUOI AFFLUENTI NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELLA STRUTTURA AUTORIZZAZIONI E CONCESSIONI DI REGGIO EMILIA (Scaricabile pdf).

Poste Italiane: il Consiglio di Amministrazione approva i risultati del primo semestre 2017. Ricavi e risultato operativo in crescita, masse gestite/amministrate raggiungono il traguardo dei 500 miliardi . 

• Ricavi totali consolidati: € 18 miliardi, +2,0% (€ 17,7 miliardi al 30.6.2016)
• Risultato operativo consolidato: € 847 milioni, +0,5% (€ 843 milioni al 30.6.2016)
• Utile netto consolidato: € 510 milioni, -9,7% (€ 565 milioni al 30.6.2016)
• Masse gestite/amministrate: € 500 miliardi, +1% (€ 493 miliardi al 31.12.2016)
• Posizione finanziaria netta industriale: avanzo di € 54 milioni (avanzo di € 893 milioni al 31.12.2016)

Roma, agosto 2017 – Il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane S.p.A. ("Poste Italiane"), presieduto da Maria Bianca Farina, ha esaminato e approvato in data odierna la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2017, redatta in conformità ai criteri di rilevazione, misurazione e classificazione stabiliti dai principi contabili internazionali (IAS/IFRS).

20170802-PT-Risultati

Matteo Del Fante, Amministratore Delegato e Direttore Generale, ha così commentato: "I risultati approvati oggi si presentano in crescita sia in termini di ricavi che di risultato operativo, mostrando un'accelerazione rispetto a quanto comunicato nel primo trimestre dell'anno. In particolare, nel secondo trimestre, il Gruppo ha registrato un'importante crescita di fatturato, +7%, che compensa ampiamente il calo registrato nel trimestre antecedente. Il risultato a livello operativo si mostra sostanzialmente in linea con quello del primo semestre 2016; bisogna tuttavia ricordare che, il primo semestre dello scorso anno, aveva beneficiato di una plusvalenza positiva dovuta all'effetto non ricorrente della cessione della quota in Visa Europe. Inoltre, vale la pena osservare, che nel primo semestre il Gruppo ha messo a bilancio alcuni accantonamenti; al netto di queste partite straordinarie l'utile operativo sarebbe stato pari a 912 milioni di €, mostrando una crescita del 26%, se confrontato con il medesimo periodo dello scorso anno.

Va inoltre evidenziato il traguardo raggiunto dalle masse gestite/amministrate che a fine semestre ha superato la ragguardevole cifra di 500 miliardi di €.

Dall'inizio del mio mandato ho lavorato a due principali obiettivi: il completamento del team di management e l'individuazione e implementazione di linee strategiche per consegnare valore ai nostri stakeholders. Posso affermare che la squadra è ora al completo e sta lavorando al nuovo piano strategico che verrà presentato al mercato agli inizi del 2018.

I nuovi obiettivi contribuiranno a rafforzare la generazione di cassa del gruppo e a supportare la nostra politica di dividendi, che per il 2017 confermiamo essere in linea con gli ultimi due anni.".

(Roma 2 agosto 2017)

- In allegato il comunicato stampa di Poste Italiane con tutti i dati economici e finanziari -

Molte le tensioni che si alimentano vicendevolmente mettendo in tensione i mercati. Dai dati sulle produzioni USDA, alle tensioni geopolitiche, dalla sanità del mais al cambio euro/Dollaro..

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 9 agosto 2017 -
Il mercato è in tensione per l'imminenza dei risultati USDA del 10/08 che fornirà lo stato delle varie coltivazioni, l'ultima rilevazione indicava: Il "buono/eccellente" del corn al 60% contro il 61% della precedente. Il seme al 60% contro il 59 %, il grano primaverile al 32 % contro il 31%. Da notare che l'anno scorso le cifre erano per il corn al 74%, per i semi al 72 % e per il grano primaverile al 68%.

A queste tensioni si devono aggiungere quelle valutarie dove si è osservato passare l'euro da 1,1830 a 1,1738 per effetto delle scintille che corrono tra USA e Corea Nord.
Inoltre anche la UE ci sta mettendo del suo. Da ieri è stato introdotto un Dazio di 5,16 euro alla tonnellata sui cereali di importazione extra UE, sorgo, segale, mais. Logicamente questo ha avuto immediato eco sul mercato del mais sia estero che nazionale.

Nel mercato domestico è da segnalare che dalle prime trebbiature di mais sono segnalati casi di inquinamento da Afla B1.
Per le farine di soya i valori già ieri erano più alti, la proteica caricabile a 311 euro base porto di Ravenna e Venezia, il settembre dicembre 312 e il 2018 318/320.

Nel mercato delle bioenergie sono da segnalare rese più basse per i trinciati da cui ne segue un mercato dei sostitutivi in fermento, fatta eccezione per i cruscami che, alla riapertura, dovrebbero registrare un ridimensionamento.

Difficile prevedere gli andamenti con un USDA imminente e "pericolosa" a cui si aggiungono nuove tensioni geopolitiche e una attendibile previsione di campagne non eccezionali. Infine riportiamo la seguente segnalazione: "Per quel che riguarda il seme di soia, la comunicazione da parte della Cina di aver importato nel mese di luglio 10,1 milioni di tonnellate. Il cumulato da inizio ottobre 2016 è di 77 milioni di tonnellate contro la previsione dell'USDA, per tutta la campagna 2016/17, di 91 milioni di tonnellate. Potrebbe succedere che nei 2 mesi rimanenti la Cina importi più dei 14 milioni previsti. Questo potrebbe indurre l'USDA a modificare le cifre delle importazioni della Cina sia della campagna 2016/17 che quelle del 2017/18 (in luglio era stata stimata in 94 milioni di tonnellate, modificata dal 93 di giugno)."(fontePellati).

Indicatori internazionali 9 agosto 2017


l'Indice dei noli è risalito a 1038 punti, il petrolio è attorno a 49$/bar e l'indice di cambio segna 1,1736.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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In Val d'Enza venivano mediamente erogati dal fiume 17-18 milioni di metri cubi d'acqua. Quest'anno sono stati solo 7. Prendono voce, in merito, gli agricoltori dei Consorzi irrigui e miglioramento fondiario che, da oltre mille anni, attingono acqua da Enza a scopi irrigui. Si tratta di quelli di Canale Vernazza, Quarto di Cavriago, Viceodomini di Montecchio, D'Acque di San Polo d'Enza, di miglioramento fondiario Sant'Eulalia.

L'inedita cessazione della derivazione a scopi irrigui a Cerezzola, vicino a Ciano, nel comune di Canossa, dove nel '47 fu realizzata la traversa preoccupa ora centinaia di aziende nelle terre dove si produce il Parmigiano Reggiano dei prati stabili e delle vacche rosse. Dalla derivazione dell'Enza sono irrigati ben 15.000 ettari tra prati stabili, vitigni e seminativi. Il provvedimento avrà validità finché il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e l'Arpaer, non riterranno opportuno revocarlo. Al momento, la portata minima d'acqua rende incompatibile l'attività d'irrigazione. I carabinieri forestali intensificheranno i controlli: chi infrange il divieto di prelievo rischia una multa dai 300 ai 1.500 euro.


"Stiamo per sostenere danni molto pesanti e, per la sponda reggiana – lamentano gli agricoltori – non è stato nemmeno dichiarato lo stato di calamità (a differenza di Parma e Piacenza): equivale a una condanna. Ogni giorno che passa leggiamo della Bonifica sul volere tranquillizzarci sull'avvicinarsi sempre più al Ferragosto, periodo in cui cala vistosamente la richiesta di acqua per l'irrigazione agricola. Ma non è così. Da noi se ci fosse disponibilità d'acqua si irrigherebbe eccome. Invece ora resta solo la conta dei danni. E, come noto, il periodo di irrigazione per i prati stabili, i vigneti e seminativi si prolunga ben oltre il Ferragosto, soprattutto per i prati che devono mantenere il verde agli allevamenti a indirizzo Parmigiano Reggiano".
"Come Consorzi, dobbiamo rilevare nostro malgrado che dal torrente Enza sono stati erogati un terzo dei metri cubi rispetto agli anni precedenti. La situazione a Cavriago è molto critica non avendo prese dirette dall'Enza e le irrigazioni dipendendo totalmente dal Canale in gestione alla bonifica, a San Polo non ci sono pozzi, negli altri comuni rivieraschi le portare degli stessi sono insufficienti per colmare il fabbisogno dell'irrigazione e hanno costi energetici elevatissimi. Inoltre oggi già diversi pozzi sono fermi, perché le falde non mantengono più abbastanza acqua alle turbine. L'unico pozzo di proprietà della Bonifica è fermo da più di quattro anni: ci siamo attivati per il suo ripristino da anni, anche con raccomandate, ma ad oggi, con l'aggravante di una siccità che non lascia scampo, l'ente consortile non è intervenuto per ripararlo neanche dopo le indicazioni date, lo scorso giugno, dalla Regione Emilia Romagna per il recupero dei pozzi dismessi. Le risposte sono sempre quelle: 'abbiamo dato l'incarico ad una ditta e verrà ripristinato".
"I Consorzi irrigui – conclude la nota – aspettano delle risposte certe e concrete dalle Istituzioni, pur rendendosi sin da ora disponibili per lo studio e realizzazione di interventi urgenti per risolvere la crisi idrica in Val d'Enza, tra i quali anche il riconsiderare la realizzazione della diga di Vetto non più di 120 milioni di metri cubi ma da 25/30 pari all'ipotesi di Stretta delle Gazze presa in considerazione da diversi organismi della provincia". Sempre i Consorzi irrigui chiedono di ripristinare il bacino del Lagastrello, del Balano e il Lago Verde, presenti nel crinale parmense che conterebbero circa 6 milioni di mt cubi.

In un interrogazione il consigliere sollecita la Giunta regionale a esprimersi sul bando di Iren bocciato dal Consiglio di Stato e chiede lumi sull'affidamento definitivo dei servizi dopo otto anni di proroga

Dopo che il Consiglio di Stato ha recentemente annullato l'esito della gara istruita da Iren per la "raccolta dei rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi e del lavaggio dei contenitori", nel territorio di Parma per un biennio, il servizio in questione sarà affidato a un altro raggruppamento di imprese classificatosi al secondo posto, il quale dovrà anche essere risarcito dalla stazione appaltante.

È quanto ricorda Tommaso Foti (Fdi-An) in una interrogazione presentata alla Giunta regionale per sapere se, anche tramite Atersir, intenda accertare e comunicare il valore del risarcimento dovuto da Iren a seguito del pronunciamento che, su ricorso del gruppo di imprese classificatosi al secondo posto, ha ribaltato la precedente sentenza del Tar in merito alla gara in questione. Il Consiglio di Stato - ricorda Foti – ha evidenziato "alcune criticità relative alla procedura di aggiudicazione del servizio, come la mancanza, da parte dei vincitori dell'appalto (un raggruppamento di imprese temporaneo), dei requisiti necessari per svolgere la raccolta rifiuti", così come definita dal bando stesso. L'esponente di Fratelli d'Italia sollecita quindi l'esecutivo regionale a esprimere un giudizio sulla questione e vuole inoltre sapere quando Atersir provvederà alla pubblicazione del bando di gara per l'affidamento del servizio di gestione rifiuti nell'ambito della provincia di Parma, "servizio - sottolinea - gestito in proroga da Iren oramai da 8 anni". (Isabella Scandaletti)

Mercoledì, 09 Agosto 2017 08:35

Riprende a salire il burro.

Chiusa la borsa di Verona. Inalterati i listini del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano. Il Latte spot realizza +34% sulla media dell'anno precedente.

di Virgilio Parma 9 agosto 2017 -

LATTE SPOT Nessuna quotazione rilevata lo scorso 7 agosto alla borsa di Verona. L'ultimo listino del 31 luglio indicava l'ennesimo rimbalzo. I primi 7 mesi hanno portato il latte crudo spot nazionale (media 39,87€/100 litri) a recuperare il 34,03% sulla media dell'anno precedente e il latte intero pastorizzato estero (media 38,36€/100 litri di latte) addirittura il +40,31%.

BURRO E PANNA Riprende la marcia in salita del burro e della crema quotati alla borsa milanese. Chiusa la borsa merci di Verona. In salita anche lo zangolato di Parma che subirà un nuovo aggiornamento in forza della chiusura fortemente positiva della borsa reggiana (+5 cent 8/8/2017).

Borsa di Milano 07 agosto: (+)
BURRO CEE: 6,10 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 6,20 €/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 5,04 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,84 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 3,10/Kg. (+)
MARGARINA giugno 2017: 1,07 -1,13€/kg (-)

Borsa Verona 31 luglio: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,87 - 2,92 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 04 agosto 2017 (+)
BURRO ZANGOLATO: 4,39 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 08 agosto 2017 (+)
BURRO ZANGOLATO: 4,44 - 4,44 €/kg.

GRANA PADANO 07/8/2017 - Si conferma ancora nel segno della stabilità il Grana Padano DOP nell'ultima seduta prima della chiusura ferragostana.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,70 - 6,85 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,50 - 8,15 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 04/08/2017 Nessuna variazione rilevata alla borsa comprensoriale di Parma lo scorso 4 agosto.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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Al Telegiornale di Rai 3 il docente del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell'Università di Parma

Parma, 8 agosto 2017 - Roberto Francese, docente del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell'Università di Parma, membro del Comitato Glaciologico Italiano ed esperto di geofisica in ghiaccio, è stato intervistato da Rai 3 nell'ambito di un approfondimento legato al tema della siccità.

Nel corso del servizio, andato in onda nei giorni scorsi sul TG3 nazionale e realizzato sul ghiacciaio della Marmolada, Francese si è soffermato sulla forte tendenza alla regressione dei ghiacciai che si registra a partire dal 2000. L'intervista si è svolta in un punto della Marmolada privo di ghiaccio ma in cui – ha precisato Francese – nei primi anni '80 il ghiaccio era ancora presente. Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai, secondo Francese, riguarderà sempre più la vita dell'uomo nei prossimi anni e il problema non potrà essere affrontato con politiche locali ma dovrà essere affrontato con politiche globali e di cooperazione tra gli Stati.

I ghiacciai alpini da sempre rappresentano una risorsa naturale di enorme valore che ha un impatto diretto su innumerevoli attività umane. I ghiacciai, infatti, sono uno dei principali agenti di ricarica delle falde acquifere in quanto durante il periodo estivo, per la parziale fusione, alimentano con continuità torrenti e fiumi che nel loro corso dalle Alpi al mare disperdono l'acqua in profondità. Il ridottissimo apporto di neve durante l'ultima stagione invernale e le alte temperature estive che hanno portato lo zero termico a 5000 metri di quota sono la causa dell'accelerazione nel ritiro dei ghiacciai alpini, che quest'anno potrebbe essere superiore al 2003, anno in cui l'Europa fu colpita da una massiccia ondata di calore.

Il ritiro dei ghiacciai, iniziato nella seconda metà dell'Ottocento, ha subìto un notevole incremento negli ultimi anni, con arretramenti delle "lingue glaciali" di centinaia di metri e riduzioni di spessore tali da comportare in un secolo una riduzione che supera il 70% delle superfici glacializzate originarie. Questa situazione contribuisce al depauperamento delle risorse idriche del nostro paese, rallentando – come detto - l'alimentazione delle falde acquifere.

La superficie glacializzata alpina (dati della Società Meteorologica Italiana) è passata da 250 km2 nel 1850 a circa 150 km2 nel 1970 e a poco più di 80 km2 nel 2010. Seguendo questa tendenza, nel 2020 la superficie glacializzata potrebbe oscillare tra i 65 ed i 70 km2.

Il Comitato Glaciologico Italiano cura da più di 100 anni il monitoraggio dei ghiacciai italiani, coadiuvato oggi dai Servizi Glaciologici Regionali e Provinciali. Comunica al World Glacier Monitoring Service i risultati della Campagna Glaciologica che ogni anno si tiene a settembre ad opera di rilevatori volontari che misurano la distanza del fronte da segnali fissi. Il Comitato cura un catasto dei ghiacciai italiani, che è stato aggiornato più volte nel corso del tempo. Oggi l'ultimo censimento rivela che molti dei ghiacciai sono estinti e molti altri si sono frammentati in lembi di ghiaccio separati. Dalla Piccola Età Glaciale (terminata intorno al 1850) i ghiacciai sono in ritiro, con alcune brevi pulsazioni positive: l'ultima è stata tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '80. A partire dal 2000 il ritiro ha mostrato un'accelerazione.

La scomparsa del ghiaccio ha portato a far affiorare nuovi resti della Grande Guerra nella Marmolada e nei principali ghiacciai alpini prossimi al fronte della Prima Guerra Mondiale.

Hanno abbandonato i rifiuti davanti all'isola ecologica di Cerredolo. Pizzicati dalle telecamere, multa salata Il sindaco Vincenzo Volpi: "Questo brillante risultato può servire da deterrente a tutti coloro che
hanno ancora la pessima abitudine di procurare danni ambientali e all'immagine del territorio"

(Toano, 8 agosto 2017). Pizzicati dalle telecamere, ora dovranno pagare una multa salata. Costerà caro a chi, alcune settimane fa, ha abbandonato i rifiuti davanti all'isola ecologica di Cerredolo, durante l'orario di chiusura.
"Grazie alla solerzia della nostra polizia municipale e ai nuovi strumenti di videosorveglianza del territorio - sottolinea il sindaco Vincenzo Volpi - abbiamo ottenuto questo brillante risultato, che pensiamo possa servire anche e soprattutto da deterrente a tutti coloro che hanno ancora la pessima abitudine di procurare danni ambientali e all'immagine del toanese".

Racconta l'agente scelto Steve Paolo Chiesi: "Transitavo per servizio sulla strada provinciale che dal capoluogo conduce a Cerredolo e, arrivato all'altezza dell'isola ecologica, ho notato una catasta di rifiuti depositata nell'area pubblica antistante, costituiti da sedie rotte, damigiane, un sacco nero pieno, un pezzo di cartellone pubblicitario, un telo bicolore e altro materiale plastico".
Continua Chiesi: "Ho fatto subito le fotografie e, rientrato al comando, ho visionato i video del nostro sistema di controllo. Ho così scoperto che la violazione era stata eseguita da due uomini che, alle 16.40 circa del giorno prima sopraggiungevano nel luogo con un autocarro e, in pochi minuti, scaricavano l'immondizia, incuranti del cartello di divieto e di quello indicante la presenza della telecamera, apposti in modo ben visibile".

Le due persone non sono state identificate "ma dalla targa del mezzo siamo risaliti alla proprietà dello stesso - spiega l'agente - che ci riconduce a un comune limitrofo al nostro. Abbiamo perciò trasmesso la sanzione amministrativa alla persona cui è intestato l'autocarro, che è stata invitata al pagamento in solido della contravvenzione".
Prosegue il sindaco Volpi: "La multa prevista per tale violazione delle norme in materia ambientale va dai trecento ai tremila euro, da versare entro sessanta giorni dalla notifica della stessa. Non possiamo che deplorare gli abbandoni d'immondizia, non solo in prossimità delle nostre quattro stazioni di raccolta, aperte alternativamente tutti i giorni dal lunedì al sabato, ma anche sull'intero territorio. Ciò comporta, tra l'altro, oltre ai danni all'ambiente e al paesaggio, inevitabili costi di bonifica, che ricadono sull'intera comunità".

In seno all'amministrazione comunale l'impianto di videosorveglianza, attivo dallo scorso Natale, è stato seguito in particolare, dalla fase progettuale alla sua realizzazione, dal vicesindaco Carlo Benassi, che conclude: "E' uno strumento che abbiamo fortemente voluto e che ha iniziato a dare i suoi frutti, non solo per quanto riguarda la sicurezza ma anche, come in questo caso, per prevenire o sanzionare comportamenti non corretti. Per ora abbiamo in funzione una decina di telecamere digitali nei punti di accesso stradale al territorio, ma in una seconda fase ne attiveremo altre pure nei punti strategici dei nostri centri abitati".

(Galleria immagini)

Lunedì, 07 Agosto 2017 17:24

Il futuro del Parco del Delta del Po

Confesercenti Emilia Romagna, Confesercenti Ferrara e Ravenna hanno presentato con Legambiente un documento congiunto di indirizzo per il futuro del Parco del Delta del Po.

Le associazioni firmatarie sottolineano come l'area del Delta del Po sia una zona unica su scala europea, esempio di efficace coesistenza di attività umane e rigogliosa biodiversità riconosciuto a livello internazionale nel 2015 dall'UNESCO quale "Riserva della Biosfera" all'interno del Programma MAB (Man and Biosphere). Si tratta di un patrimonio che può costituire un fattore determinante per il futuro sviluppo economico dell'area, nonché di primaria importanza per la scelta di questa destinazione da parte della domanda turistica.

La concreta realizzazione di questo progetto impone la creazione di un unico Parco del Delta del Po, la cui governance garantisca una gestione unitaria ed autorevole dello stesso, in grado di alimentare l'indispensabile circolo virtuoso di tutela e valorizzazione del territorio. Protezione degli habitat naturali, manutenzione costante di un territorio plasmato nei secoli dall'uomo e presenza di attività imprenditoriali agricole, turistiche e commerciali devono continuare infatti a coesistere e proliferare quale mirabile esempio di conservazione dell'ecosistema e della sua biodiversità con l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali.

Secondo Nicola Scolamacchia, Presidente Confesercenti Ferrara: "il documento presentato oggi conferma l'attenzione della nostra associazione verso i temi dell'eco-compatibilità dello sviluppo e del turismo sostenibile. Partecipiamo infatti attivamente alla valorizzazione del Delta del Po, ed in generale di tutto il fiume, attraverso la Borsa del Turismo Fluviale e del Po, giunta quest'anno all'ottava edizione. Insieme con Legambiente, già partner di altre iniziative, agiremo affinché l'iter legislativo necessario all'efficace funzionamento di un unico Parco del Delta del Po proceda speditamente e coinvolga territori ed associazioni per massimizzare i benefici del riconoscimento UNESCO e garantire la fruibilità di questa preziosa area a cittadini, turisti ed attività economiche"

Per Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna : "Crediamo che l'area umida del Delta del Po, unica per biodiversità a livello italiano ed europeo, debba diventare un modello di conservazione ed allo stesso di promozione territoriale e naturalistica. Il protocollo sottoscritto da Legambiente vuole sottolineare come la conservazione e la valorizzazione delle bellezze naturalistiche del Delta debbano integrarsi con le attività economiche, con un modello condiviso di sostenibilità contrapposto allo sfruttamento sregolato di cui è stato troppo spesso vittima il territorio del Delta del Po negli ultimi decenni. "

In allegato il documento congiunto Confesercenti-Legambiente

La raccolta pubblicitaria prosegue il trend negativo ed il primo quadrimestre 2017 ha registrato un -10% netto. In crescita web (+3,5%) e radio (+3,9%).

Abbiamo chiesto un'opinione sull'argomento a Natalia Borri, Presidente e Chief Creative Director di The Ad Store Italia, forte della crescita della sua agenzia, che in Italia ha chiuso il 2016 con un +25% e punta al +30% nel 2017.

Parma 6 agosto 2017 - Mese dopo mese, anno dopo anno, la raccolta pubblicitaria, sin dall'inizio della crisi, ha macinato numeri con il segno negativo e molto spesso a due cifre. Il primo quadrimestre del 2017, a quasi 10 anni di distanza dalla bolla immobiliare statunitense, la madre di tutte le crisi, si è registrato un nuovo calo del 10% netto a conferma che le imprese hanno perso fiducia nel futuro o non riescono a percepire il valore ed il ritorno economico delle inserzioni pubblicitarie.

20170802-Borri natalia-3La Pubblicità è l'anima del commercio. Sembra che quell'antico aforisma, coniato in piena epoca consumistica, non abbia più alcun valore. E pensare che, al contrario, proprio la pubblicità dovrebbe correre in aiuto alle imprese e ai prodotti nei momenti di flessione del ciclo di vita. Tra le 4 leve di marketing quella che continua a mietere immeritato successo è quella del Prezzo, al ribasso ovviamente. Lunghissime campagne promozionali a prezzi scontatissimi che minano, a lungo andare, l'efficienza aziendale e inevitabilmente la qualità dei prodotti e, come ultimo tassello, la fiducia del consumatore che avrà un nuovo e stimolante pretesto per indagare altre strade.

«La pubblicità è morta - afferma Natalia Borri, Presidente e Chief Creative Director di The Ad Store Italia - se parliamo di pubblicità statica. Se per pubblicità si intende un'azienda che compra spazi chiusi su un media statico e comunica delle cose ad un target che ascolta, questo non esiste più. Oggi quello che vale è avviare e mantenere attiva una conversazione con il consumatore ed i mezzi statici funzionano solo quando vengono oculatamente integrati con altri media. In altre parole le aziende devono imparare ad ascoltare e non solo a parlare».

Il concetto dell'ascolto rappresenta la chiave del successo aziendale. Ascoltare il consumatore, le sue esigenze e le conseguenti aspettative per formulare dei piani di comunicazione ma soprattutto per creare prodotti e servizi che possano essere apprezzati dall'utente, disposto ad acquistarli al giusto prezzo.

«Ormai il successo di una campagna - prosegue Natalia Borri - non è più determinato dai dati Nielsen o dalla quota di share ma da quanto se ne è parlato sui social e da quanto è stata condivisa la versione digitale. Funziona la radio ad esempio perché per quanto statica è un mezzo On The Go, lo si ascolta in macchina e costa poco. Il digitale, con tutte le sue implicazioni, sta crescendo sempre più. Oggi i piani di marketing e di advertising delle aziende devono prendere in considerazione la creazione e la gestione dei contenuti. Contenuti che si traducono in contest e video che poi vengono "spreddati" sui diversi mezzi e sui social network attraverso le dinamiche di orientamento degli influencer e dei blogger andando così a creare interazione con i consumatori, l'engagement».

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È finita quindi la pubblicità monodirezionale dove l'azienda parlava e incantava il consumatore. Il successo di una campagna ora si misura dal livello di apprezzamento generato dal dialogo con l'utente ed immediatamente registrato dai sistemi digitali in termini di condivisioni, ad esempio, ma anche dagli stessi messaggi e commenti postati. La risposta quindi è pressoché immediata sia in termini numerici che in termini qualitativi del prodotto e della campagna stessa.

«Blumarine ad esempio - continua Natalia Borri - ci ha chiesto di reinterpretare in chiave digital i primi quarant'anni del brand di moda per raccontare il marchio anche alle nuove generazioni.
Dopo i primi 4 mesi dall'inizio della campagna abbiamo superato del 50-75% i valori di stima dei parametri dichiarati in fase di analisi preliminare a conferma che i contenuti espressi sono stati centrati. I primi tre video, dei sei che compongono l'intera campagna, hanno raccolto il consenso del pubblico coinvolto anche grazie alla collaborazione con blogger ed influencer scelti e gestiti dal nostro team interno di influencer specialist».
Un pubblico che The Ad Store ha segmentato con precisione andando alla ricerca, tra l'altro, di quegli influencer che raccolgono follower nel bacino di riferimento indicato dal cliente.

«Potendo contare su profili altamente qualificati abbiamo avuto l'opportunità di partecipare a diverse gare internazionali. Un esempio è rappresentato dalla gara vinta per Meridiana ( www.meridiana.it ) conquistata per avere progettato e messo in opera il restyling totale del portale che si "propone" in modo diverso a seconda del profilo del consumatore, sia esso un utente professionale o un privato viaggiatore. Insomma un portale in grado di configurarsi su misura alle caratteristiche del soggetto che vi accede. Con questo progetto abbiamo confermato il nostro approccio strategico, creativo ed innovativo, forti anche delle nuove partnership internazionali attivate sul finire dello scorso anno. Di volta in volta, suggeriamo al cliente idee innovative, sostenute da capacità organizzativa e differenti competenze che si sono sviluppate in quasi 25 anni di attività e che negli anni sono cresciute in via esponenziale con l'ampliamento stesso del Network The Ad Store. Oggi infatti sono 15 le nostre agenzie sparse in tutto il mondo e l'obiettivo per il 2018, in occasione del venticinquesimo dalla fondazione di Ad Store a NYC, è proprio di arrivare a 25 agenzie nei cinque continenti».

Il Network è una risorsa in continua crescita che si arricchisce, ogni anno, di nuove agenzie che accettano di sottoscrivere il manifesto "Human" al quale ogni aderente deve rispondere.
«La nostra battaglia per una comunicazione più "Human" parte da lontano. - sottolinea Natalia Borri che da Parma governa e gestisce tutto il network internazionale - Il tutto parte dal nostro modello di lavoro, un gruppo di agenzie che collaborano strettamente secondo il nostro originale modello di "fast networking" che nulla ha a che vedere con l'organizzazione delle holding. Siamo un network che crede nello "Humanifesto" che abbiamo sottoscritto e che ci impegna a mettere le persone al centro del nostro business; nelle relazioni con i nostri dipendenti, nelle relazioni con i nostri fornitori, nei rapporti con le agenzie partner e con i nostri clienti. Questo comporta tutta una serie di impegni reali, di trasparenza, di crescita delle professionalità e nelle risorse da dedicare alle persone e nel welfare. Crediamo che il nostro progetto abbia senso se, mentre crescono le nostre aziende, cresce il potere delle persone che lavorano con noi e operano con noi. Siamo lo Human Network e la comunicazione la intendiamo H2H (Human to Human ndr) oltrepassando il più tradizionale approccio B2B o B2C ».

L'attenzione principale è perciò rivolta alle relazioni umane e conseguentemente alle esigenze di ciascuno che diventa il fattore dominante della scelta della comunicazione strategica dell'agenzia e della consulenza offerta al cliente. Un fattore che si è dimostrato vincente e particolarmente efficace riuscendo, in tal modo, a suggerire soluzioni innovative consentendo a The Ad Store di confrontandosi alla pari con le grandi agenzie internazionali.

Anche Paul Cappelli, Fondatore e Presidente Emerito di The Ad Store - in apertura della convention annuale dell'agenzia riunita a Cannes durante il Festival Internazionale della Creatività - sottolinea che "la comunicazione debba abbracciare una dimensione più umana", esprimendo così un punto di vista diametralmente opposto a quanto dichiarato da Arthur Sadoun, CEO di Publicis Group, per il quale il futuro dei dipendenti del gruppo si avvale invece del supporto della tecnologia e nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei rapporti interpersonali.

Creatività, un approccio relazionale (H2H) e una buona dose di tecnologia e competenze "digital oriented" sono gli ingredienti che hanno consentito a The Ad Store Italia di chiudere un 2016 con un +25% di fatturato ed una prospettiva del +30% per l'anno in corso a conferma dell'ipotesi secondo cui la crisi mostra sempre anche l'altra faccia, quella dell'opportunità.

THE AD STORE.

• Natalia Borri: Presidente e Chief Creative Director
• 30 dipendenti (Italia)
• 15 agenzie internazionali
• Sede del Network: Parma
• Core Business: Progetti integrati di comunicazione aziendale.

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Editoriale: Ma che splendidi alleati (2). L'anti-italiano - Lattiero caseari, nuova impennata per il latte spot e i derivati del latte.- Rainieri (Ln) porta in Regione caso quote latte 2016 Parmigiano Reggiano - Esselunga ritira la mozzarella di bufala campana - Campagna cerali: rese sorprendenti. Ferro: Su CAE "ecco il quadro reale" - Aviaria - Pesticida nelle uova. - Esselunga ritira la mozzarella di bufala campana

SOMMARIO
Anno 16 - n° 31 06 agosto 2017
1.1 editoriale
Ma che splendidi alleati (2). L'anti-italiano
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, nuova impennata per il latte spot e i derivati del latte.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il meteo condiziona i prezzi.
4.1 sicurezza alimentare - Alert Esselunga ritira la mozzarella di bufala campana
4.2 sicurezza alimentare Pesticida nelle uova.
5.1 economia parma Parma, cresce fatturato, ordini e produzione
6.1 aviaria Aviaria a Sorbolo (PR)
6.2 quote formaggio Agroalimentare. Rainieri (Ln) porta in Regione caso quote latte 2016 Parmigiano Reggiano
7.1 cereali e CAE Campagna cerali: rese sorprendenti. Ferro: Su CAE "ecco il quadro reale"
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il meteo condiziona i prezzi e gli analisti avanzano ipotesi.
9.1 CIA e PAC Pac: ancora caos su domande uniche, a pagare sono sempre gli agricoltori
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Campagna cereali: rese sorprendenti per la prima semina, autunno molto incerto a causa della siccità. CAE-Ferro: "Sui numeri ecco il quadro reale".

Il Consorzio Agrario dell'Emilia comunica i dati della campagna cerealicola in controtendenza, ma per i prossimi mesi le previsioni sono preoccupanti soprattutto per le rese del mais. Il neo presidente Ferro fa un'analisi a 360° sul CAE : "Sui nostri numeri ecco il quadro reale".

20170804-CAE-Ferro-presidente1) Una campagna cereali sorprendente, preoccupazione per le prossime raccolte
Antonio Ferro, l'imprenditore agricolo neo presidente del Consorzio Agrario dell'Emilia, commenta in modo del tutto positivo una campagna-ritiri dei cereali che ha del sorprendente: una vera e propria sorpresa inattesa che ha stupito anche alcuni tecnici decani, particolarmente esperti, del Consorzio che da trent'anni osservano da protagonisti le campagne cerealicole dell'esteso comprensorio consortile che va da Reggio Emilia a Ferrara. Quella dell'estate 2017 - alla luce dei dati statistici rilevati dall'Ufficio Tecnico CAE – si è rivelata, soprattutto dal punto di vista qualitativo, una delle campagne migliori degli ultimi anni e non pare aver risentito degli influssi negativi causati dalla perdurante scarsità di acqua che tutt'ora condiziona e mette a repentaglio le produzioni nella nostra regione.

Il Consorzio Agrario dell'Emilia ha ritirato nel complesso circa 1,8 milioni di quintali di cereali con una quantità complessiva di grano tenero di 1,1 milioni di quintali, 570 mila di grano duro , 70 mila di orzo, oltre a cereali minori. In aumento anche il ritiro di prodotti legati ai progetti di filiera alimentare, che assumono sempre più rilevanza nell'ambito dell'attività di Cae, che lo scorso anno ha provveduto ad ampliare gli impianti di lavorazione nello stabilimento di San Felice sul Panaro, con investimenti in nuovi macchinari per oltre 1 mil/€. Alla vigilia di questa stagione di raccolta che nella realtà si è dimostrata del tutto anticiclica a suon di risultati, la preoccupazione era alta soprattutto in considerazione della siccità che aveva già caratterizzato i mesi invernali ed in particolar modo quelli di Marzo e di Aprile, periodi fondamentali per garantire certezze minime sulle rese. Invece i risultati hanno dimostrato che i valori produttivi per ettaro sono stati, in taluni casi, addirittura migliori rispetto a quelli del 2016. Anche per quanto concerne la qualità intrinseca delle produzioni si segnala che sia sotto il profilo del peso specifico che per la componente proteica i valori registrati si confermano ottimi così come per l'aspetto sanitario che non ha presentato criticità di sorta. Fin qui le sorprendenti notizie positive, ma le incertezze concrete su rese che si prospettano insufficienti – informano i tecnici del Consorzio Agrario – potrebbero arrivare dai seminativi da raccogliere nelle prossime settimane: colture in cui il peso della mancanza di risorsa idrica potrebbe rivelarsi fatale anche per le stime più ottimistiche. L'indiziato numero uno è senza dubbio il mais tardivo, ma anche soia e sorgo che, soprattutto in zone marginali, potrebbero registrare performances produttive per ettaro deludenti attestandosi su una resa poco sopra il 50% rispetto alle normali condizioni.

2) Conferimenti in aumento dai soci e valorizzazione delle filiere
Nel corso della comunicazione dei dati Ferro ha colto l'occasione per ringraziare tutti i soci CAE, sia per la numerosa partecipazione alle assemblee elettive che per la fiducia dimostrata nel concreto : sopratutto per i maggiori conferimenti avuti in questa campagna , un segnale chiaro che gli agricoltori si aspettano dal Consorzio Agrario azioni di valorizzazione delle loro produzioni diverse dal passato. "In quest'ottica i progetti di filiera con una caratterizzazione tutta italiana - ha ribadito Ferro - stanno premiandola progettualità strategica in linea con le linee guida di Consorzi Agrari d'Italia. Alcuni prodotti considerati "minori" da noi rilanciati con azioni forti di sostegno e valorizzazione hanno stupito regalando anche in questo caso numeri degni di nota: il cece per esempio a quota 57/58€ a quintale si è dimostrato come la coltura più redditizia, anche rispetto a mais, soia, grano e perfino riso. Il farro, l'avena, il "senatore Cappelli", la soia alimentare e le varie rimonte di sementi stanno davvero portando valore aggiunto assai importante su migliaia di ettari".

Il CAE infatti, insieme alla la sua società SIS, e' di fatto detentore delle migliori varietà di seme in Italia e le sta valorizzando in filiere dedicate dando la possibilità ai produttori di coltivare con dei contratti chiusi.Si evidenzia inoltre anche il ruolo decisivo avuto in alcune fasi assai rilevanti della storia del comparto: Prima (dal 2014 ) sul territorio di Ferrara garantendo servizi e fornendo la certezza di pagamento agli agricoltori di CAPA Ferrara, (cosa che nessun altro ha fatto) ed ora salvando servizi e pagamenti ai clienti del Consorzio Agrario di Ferrara . "Il ruolo di un Consorzio Agrario che lavora per gli agricoltori – ha concluso Ferro - è proprio questo, un Consorzio che è stato disponibile a sacrifici ed è proprio qui che si vede la differenza tra chi cerca il puro affare sulla pelle degli agricoltori e chi si mette a disposizione per garantire e valorizzare le produzioni dei suoi soci all'interno di un progetto nazionale dell'unica rete nazionale di servizi per il comparto".

3) Ferro: "Chiarezza sui numeri del Consorzio Agrario dell'Emilia"
Infine il presidente approfondisce anche alcuni aspetti relativi al bilancio d'esercizio 2016 (alla luce di quanto riportato in modo parziale e non esaustivo da alcuni organi di stampa negli ultimi giorni) . Anzitutto il patrimonio netto della società è superiore a 50 milioni di euro. Il disavanzo di fusione di 7,5 mil/€ è stato prudenzialmente iscritto nel bilancio 2016 a riduzione del patrimonio netto, nonostante una perizia asseverata che, quantificato in circa 15 mil/€ il valore delle società incorporate, avrebbe consentito l'iscrizione di un avviamento a copertura del disavanzo. Per quanto concerne il profilo finanziario, la posizione finanziaria netta del Consorzio è migliorata rispetto all'esercizio precedente, assestandosi a circa 61,8 milioni di euro. Nel corso del 2016 si è positivamente conclusa una transazione con la Banca Popolare di Vicenza che ha consentito a CAE di recuperare 2 milioni di euro. Inoltre, a seguito delle modifiche intervenute per legge nei principi contabili di redazione del bilancio, il Consorzio non ha potuto registrare nel 2016 dividendi attivi per circa 750.000 euro (rilevabili solo nel 2017). Infine, il 2016 sconta almeno due milioni di oneri straordinari in più rispetto al 2015, di cui un mil/€ circa correlato alla procedura di mobilità del personale.

"Il Consorzio Agrario dell'Emilia – conclude il presidente Ferro - dal finire dello scorso esercizio sta operando secondo le linee direttive di un predefinito piano industriale 2016/2018, approvato dal Consiglio di Amministrazione, che punta anche alla valorizzazione della nuova area di attività acquisita con le fusioni di Cap Fe e Cisac, di cui sono già emersi positivi riscontri nei risultati e nei numeri della recente campagna cerealicola".

Il mercato è sempre ostaggio del meteo, ma adesso a fare da protagonisti sono gli analisti privati che in attesa dell'USDA del 10/08 rendono pubblici le loro stime.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 4 agosto 2017 -
FC Stone stima il raccolto del corn a 13,590 milioni di bushels, (345 milioni di tonnellate) contro 14,225 dell'USDA di luglio, e cioè 362 milioni di tonnellate (erano 384 milioni di tonnellate nella campagna che sta finendo).

Il calo è l'effetto del meteo sfavorevole di giugno/luglio.

La produzione di seme di soia è stata stimata in 4,235 milioni di bushels e cioè 115,25 milioni di tonnellate contro 4,260, e cioè 115,94 di luglio (erano 117,21 per la campagna che sta finendo). FC Stone stima quindi che il raccolto del seme di soia possa riprendersi dai "danni", più o meno gravi, del periodo giugno/luglio. Altri due analisti sulle produzioni USA, sono un leggermente più ottimisti di FC Stone sul corn e un poco più pessimisti sul seme di soia. Infine l'agenzia Informa dà il corn a 351,88 milioni di tonnellate mentre Allendale a 346,42: FC Stone lo dava a 345 (USDA 362). Informa dà il seme a 114,19 e Allendale a 113,34 FC Stone a 115,25 (USDA 115,97).

In sintesi, senza doversi ubriacare di numeri, in attesa dei dati certi USDA previsti per il prossimo 10/8, la considerazione è che per quanto non eccezionali, le produzioni non saranno catastrofiche.
Anche l'Europa continua a risentire delle previsioni meteo e delle stime sulle rese e sui danni. La Commissione Europea ha rivisto al ribasso la produzione del corn della UE, ma a preoccupare è il grado di salubrità del prodotto, stressato da temperature rigide in primavera, siccità e infine ondate di calore.

Nel mercato domestico, da segnalare che alcuni areali di mais da trinciato dovranno essere destinati a granella, mentre serpeggia una "voglia di ritenzione" del vecchio raccolto, che comunque si accompagna con chi invece vuole liberare i magazzini dal vecchio mais e dai cereali estivi in quanto un nuovo raccolto incombe.
Quindi massima confusione ma sempre prezzi "popolari".

Per la nuova campagna mais si segnala che la merce ai porti continua a quotare da novembre a giugno 174 euro partenza, ed è più difeso (ha recuperato 4 euro dal minimo in una settimana).
Per le farine di soia valori bassi oggi la proteica caricabile a 300 euro base porto di Ravenna e Venezia, il settembre dicembre 303 e il 2018 318/320. Valori questi che deprimono i prezzi degli altri proteici. A fare resistenza sono la farina di girasole proteico e la farina di colza, ma qui si entra nel campo degli oli che risentono delle vicissitudini dell'olio di palma.

Il mercato delle bioenergie mostra solo un leggero fermento riguardo il comparto dei sostitutivi.

Indicatori internazionali 4 agosto 2017


l'Indice dei noli è salito a 1023 punti, il petrolio è attorno a 49$/bar e l'indice di cambio segna 1,187195.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

La CIA interviene sulla questione PAC e il caos su domande uniche. La campagna per la raccolta delle domande di aiuto della PAC 2017 si è conclusa da pochissimi giorni, una tra le più complicate, arruffate e mal gestite che si ricordino. La terza campagna consecutiva in regime di proroga in tre anni di nuova riforma, un record!

Riteniamo necessario - continua il comunicato CIA - dare voce a tutti gli agricoltori, e ai nostri tecnici con loro, per informare chi non è informato e per consegnare all'opinione pubblica più attenta di questo nostro Paese un quadro reale di come si è svolto il lavoro per cercare di garantire agli agricoltori italiani la presentazione di domande uniche e domande PSR, il tutto con un sistema amministrativo e informativo assolutamente inadeguato agli obiettivi da raggiungere.
Per le aziende agricole gli aiuti comunitari e nazionali rappresentano una importante e spesso fondamentale risorsa economica che può fare la differenza in periodi di crisi, con eventi climatici avversi e in un mercato in cui la competizione è sempre più forte. Viceversa questa campagna PAC che si sta chiudendo, rischia di ingrossare le fila delle aziende agricole che potrebbero non ricevere l'aiuto senza averne alcuna responsabilità.

Proprio alla fine di questo lungo e durissimo percorso dobbiamo necessariamente esprimere tutta la nostra indignazione per le difficoltà in cui siamo stati costretti ad operare, su come sia stata precaria e assolutamente inadeguata la logica con cui l'Amministrazione si è posta e, di conseguenza, quanto sia forte il rischio di errori inconsapevoli.
Non può essere accettato che le evidenti mancanze tecniche e le inadeguate o tardive decisioni amministrative ricadano sugli agricoltori e sui CAA - Centri di Assistenza Agricola, loro strumenti! Noi non possiamo accettare che anche un solo agricoltore resti fuori dagli aiuti che gli spettano per malfunzionamenti del processo amministrativo e su questo chiediamo una forte condivisione del mondo politico e una presa d'atto dell'Amministrazione al fine di perseguire ogni sforzo possibile.

Il Ministero delle politiche agricole, Agea e i suoi strumenti avrebbero dovuto valutare la complessità di un passaggio al modello grafico in un Paese che presenta tante specificità e genera circa 900.000 domande uniche di aiuto e oltre 200.000 domande di PSR. Avrebbero dovuto imporre nelle sedi opportune un percorso più gestibile nei tempi e valutare con più attenzione che la strumentazione informatica messa in esercizio, fosse adeguata al lavoro da svolgere. Tutto questo era certamente prevedibile e solo un impegno straordinario dei tecnici ha reso possibile il raggiungimento dell'obiettivo di copertura del 75% di superficie grafica. 2

A questo va aggiunto il fatto che l'apparato AGEA che ha gestito questo 2017, potrebbe non essere lo stesso che gestirà la fase di verifica e le istruttorie che presiedono ai pagamenti e potremmo assistere, come già successo, al disconoscimento di impegni e di accordi tecnici presi nelle riunioni per gestire le criticità emergenti.

a, per una inversione di tendenza tangibile che non scarichi sui deboli le responsabilità di un sistema che ha generato danni, di cui non è ancora nemmeno possibile valutare a pieno gli effetti. Qualità ed efficienza devono viaggiare a braccetto con i diritti e i doveri di ogni attore coinvolto: Agricoltori, CAA, Politica e Pubblica Amministrazione. Le risorse comunitarie e quelle nazionali destinate al settore agricolo sono messe a disposizione dai cittadini-contribuenti, sono risorse erogate perché si riconosce questo settore come primario e strategico per il nostro Paese.
Confederazione italiana agricoltori - 3 agosto 2017

Domani termina il "lavoro fiscale" delle pmi modenesi. Occupazione su del 3% nelle primi sei mesi del 2017. il 5 agosto scocca il tax free day.

Modena, 4 agosto 2017. Dopo 218 giorni utilizzati per pagare le tasse, finalmente le imprese modenesi possono iniziare a produrre per loro stesse. Domani, sabato 5 agosto (la stesso giorno del 2016), infatti, è la data del tax free day per le piccole imprese modenesi, che nel 2017 hanno devoluto in tasse e imposte varie il 59,8% del reddito prodotto.
La notizia non è nuova, nel senso che lo studio di CNA Nazionale dal quale trae origine è datato aprile, ma suscita comunque sempre un certo scalpore notare come solo a poca distanza dalle ferie le Pmi possano cominciare a guardare al "loro" 2017.

Il calcolo lo ha fatto l'Osservatorio permanente della Cna Nazionale sulla tassazione delle Pmi, curato dal Centro Studi Cna e dal Dipartimento politiche fiscali, che ha realizzato una simulazione riferita a una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano (nel caso specifico, un'azienda individuale con quattro operai e un impiegato, con ricavi per 431.000 euro e un reddito d'impresa di 50.000 euro).

Un'azienda di questo tipo, a Modena, nel 2017 avrà pagato a fine anno 29.904 euro di tasse, il 59,8% del proprio reddito (lo 0,2% in più – 125 euro - rispetto al 2016), imposte che per il 78,2% sono "nazionali" (Irpef, contributi, eccetera), per il 19,5% comunali e il 2,3% regionali. All'imprenditore, quindi, partendo da un reddito d'impresa di 50.000 euro, rimarrebbero 20.096 euro, vale a dire circa 1.675 euro al mese, senza tredicesime di sorta.

Tradotti in termini "cronologici", significa che l'impresa in oggetto quest'anno avrà lavorato per il fisco appunto sino al 5 agosto – il tax free day degli imprenditori modenesi – con 218 giorni all'anno impegnati a pagare i tributi e 147 giorni per i consumi personali.

I numeri sono in linea con quelli del 2016 – fortunatamente ben lontani dai quasi 32.000 euro di imposte (il 63,9% del reddito) pagate nel 2012, l'anno peggiore da un punto di vista fiscale. Ma si tratta di un valore comunque più elevato di quello del 2011, quando le imposte complessive si fermarono al 58,3%.
Il dato colloca Modena più o meno a metà della graduatoria nazionale (56esimo posto), e tra le più virtuose a livello regionale, dietro a Reggio (che ha festeggiato il suo tax free day il 29 luglio) e, di un solo decimale, a Ferrara.

"Ma proprio il caso reggiano - commenta il presidente di CNA Modena Claudio Medici –dimostra che ridurre le tasse, almeno a livello locale, anche di poco (nella città del tricolore, la tassazione è inferiore a quella modenese di 2,1 punti percentuali) è possibile. Anche se la parte del leone la deve fare lo Stato centrale, che sta scaricando sugli enti locali, come dimostrano le vicende riguardanti il bilancio della provincia denunciate da Muzzarelli – i tagli di bilancio. Enti locali che sono, invece, l'interfaccia con i cittadini e le imprese e che per questo dovrebbero essere maggiormente tutelati"
"Al di là di queste valutazioni – continua Medici – rimane il fatto di un'emergenza fisco certificata dai numeri. Pensare che le piccole imprese, che a differenza delle grandi non hanno nemmeno la possibilità, a dire il vero ben poco etica, di sfuggire altrove da un punto di vista fiscale, possano investire nello sviluppo, ad esempio in termini di incrementi occupazionali, appare davvero difficile".

Occupazione che, peraltro, nelle piccole imprese monitorate da CNA Nazionale (20.500, tra le quali un migliaio quelle modenesi), è aumentata del 3% nei primi sei mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

20170804-tabella-tax-MO

Il consigliere del Carroccio chiede l'opinione della giunta sull'operato del cda del consorzio: "Atteggiamento che penalizza i produttori"

Quali valutazioni fa la giunta rispetto "all'atteggiamento che sta tenendo il Cda del consorzio del Parmigiano Reggiano nei confronti dei propri consorziati per quanto riguarda la vicenda dell'eccesso di produzione per l'annata 2016"?

Lo domanda il consigliere della Lega Nord Fabio Rainieri che afferma anche che "il consorzio del Parmigiano Reggiano, soprattutto in una fase delicata come quella che sta attraversando la produzione che esso tutela, dovrebbe evitare il più possibile che la sua azione abbia effetti disincentivanti o penalizzanti nei confronti dei produttori consorziati". Rainieri richiama la presenza di un rappresentante dell'assessorato all'Agricoltura nel cda del consorzio, dove è in corso una vertenza- riassume- "riguardo la regolarità della contribuzione aggiuntiva pretesa dal CdA nei confronti di consorziati titolari di quote latte Parmigiano Reggiano (Qlpr) che avrebbero prodotto in eccesso rispetto alle quote rispettivamente assegnate, in quanto nell'annata 2016, ma non in quelle 2014 e 2015, sarebbe stato superato l'obiettivo massimo di produzione".

L'esponente del Carroccio ricorda che vi sono dubbi sulla legittimità dell'azione del Cda, perchè lo statuto del Consorzio riserverebbe la materia "alla competenza esclusiva dell'Assemblea"; inoltre l'eccesso di produzione deriverebbe da "un'errata e illegittima applicazione del Piano Produttivo 2014-2016 da parte dello stesso CdA del Consorzio". (Marco Sacchetti)

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link:http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa  )

Sanità. Aviaria, individuato focolaio in un allevamento di tacchini a Sorbolo (PR). Per evitare la diffusione del virus, è stato disposto il sequestro e l'abbattimento, da domani, degli animali

È alla firma del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l'ordinanza che dispone l'istituzione delle zone di protezione e delle zone di sorveglianza. Non vi è alcun rischio collegato al consumo di carni avicole

Bologna - Un focolaio di aviaria è stato individuato in un allevamento di tacchini a Sorbolo, in provincia di Parma. Per evitare ogni possibile rischio di diffusione del virus, è stato disposto, con ordinanza del sindaco, il sequestro dell'allevamento e l'abbattimento – a partire da domani, venerdì 4 agosto – degli animali.
Intanto, è già alla firma del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l'ordinanza che dispone l'istituzione delle zone di protezione (ZP) nel raggio di tre chilometri dall'allevamento e di zone di sorveglianza (ZS) a 10 chilometri, e l'adozione di una serie di misure. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, non vi è alcun rischio collegato al consumo di carni avicole.

Tutto è partito da un improvviso aumento della mortalità tra gli animali dell'allevamento, dove sono presenti 24.000 tacchini. Il Servizio veterinario dell'Azienda Usl di Parma è intervenuto tempestivamente: sono stati effettuati gli accertamenti clinici e gli esami di laboratorio previsti, e il Centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha confermato che si tratta del virus dell'influenza aviaria.

Le misure di prevenzione
La Regione Emilia-Romagna dispone, attraverso l'ordinanza alla firma del presidente Bonaccini, tutte le misure necessarie per isolare il fenomeno, mentre l'Azienda Usl di Parma sta attivando i protocolli operativi per prevenire e contrastare la diffusione del virus. Oltre all'istituzione di zone di protezione e sorveglianza nel territorio dove si trova l'allevamento (con censimento di tutti gli allevamenti e degli animali presenti, prelievi, accertamenti clinici e campionamenti da parte dei veterinari e controlli straordinari, divieto di movimentazioni di volatili e prodotti), l'ordinanza prevede anche misure da applicare su tutto il territorio regionale.

Nello specifico, è sospeso l'utilizzo, nell'attività venatoria, di uccelli acquatici come richiami vivi. Inoltre, dev'essere mantenuta una netta separazione tra il pollame domestico e quello selvatico, sia a livello commerciale (per le aziende che vendono animali e prodotti) che rurale (chi li alleva per sé). In particolare, gli animali presenti negli allevamenti all'aperto vanno tenuti all'interno di capannoni. Nel caso in cui ciò non sia possibile, le aree di alimentazione e abbeveraggio del pollame non devono essere accessibili ai volatili selvatici.

Mercoledì, 02 Agosto 2017 08:45

Parma, crescono produzioni, fatturato e ordini

I dati della congiuntura economica e dell'export nell'analisi della Camera di Commercio. Nell'industria crescono produzione, fatturato e ordini. Bene le esportazioni. Meno brillanti i dati dell'artigianato manifatturiero e del commercio.

INDUSTRIA
Nell'industria il primo trimestre dell'anno si chiude con confortanti segnali di crescita. I tassi tendenziali dei principali indicatori economici - produzione, fatturato, ordini - sono tutti positivi, come emerge dall'analisi dei dati dell'indagine congiunturale trimestrale realizzata dal'Ufficio Studi della Camera di commercio.
Fatturato: nel primo trimestre dell'anno l'aumento tendenziale del fatturato è stato del +3,6 per cento (+2,1 nel trimestre precedente), a conferma del ritmo costante di crescita. Il maggior incremento si registra nelle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto e nelle industrie alimentari e delle bevande (+4,5 per cento per entrambe), nelle industrie della metallurgia e prodotti in metallo (+3,4 per cento) e in quelle del legno e del mobile (+3,0 per cento). L'unico settore in flessione è quello del tessile e abbigliamento (-1,3 per cento). Rispetto alle dimensioni d'impresa, è decisamente positivo il dato delle medie imprese (+ 6,2 per cento); le piccole registrano a loro volta un aumento del fatturato del +2,5 per cento mentre le imprese minori (da 1 a 9 dipendenti) subiscono un calo del -0,4 per cento, come nel trimestre precedente.

Fatturato estero: le esportazioni aumentano in maniera significativa: +5,2 per cento. Per l'Emilia Romagna la crescita registrata è stata del +3,5 per cento. I dati migliori sono quelli delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+8,3 per cento), delle altre industrie manifatturiere (+5,6 per cento), della industrie della metallurgia e prodotti di metallo (+3,4 per cento) e delle industrie alimentari e delle bevande (+3,3 per cento). Nelle imprese da 10 a 49 dipendenti l'incremento del fatturato estero è del +6,5 per cento; nelle piccole e piccolissime aumenta invece +2,9 per cento.
Produzione: la produzione dell'industria in senso stretto è aumentata del +2,4 per cento, dato identico a quello regionale (+2,4 per cento). I settori che hanno registrato le perfomance sono quelli delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,2 per cento), delle industrie alimentari e delle bevande e quelle del legno e del mobile (entrambe a +2,8 per cento). L'andamento tendenziale, per dimensione, mette in luce una crescita della produzione nella media e piccola impresa, ed una flessione nelle imprese minori, situazione simile a quella del fatturato.

Ordini totali: nel primo trimestre dell'anno l'incremento degli ordinativi è stato del +1,8 per cento. Le performance migliori sono quelle delle industrie degli alimenti e bevande (+2,8 per cento), del legno e mobili (+2,4 per cento), delle altre industrie manifatturiere (+2,3 per cento) e delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+2,2 per cento). Come nel fatturato, l'unico settore che subisce un calo negli ordinativi è quello tessile e dell'abbigliamento (-2,5 per cento).

In Emilia Romagna gli ordini totali sono aumentati del +2,5 per cento.
Ordini esteri: sono aumentati tendenzialmente del +2,7 per cento (era il +0,5 il trimestre precedente). In Emilia Romagna, del 2,3 per cento. Le industrie degli alimenti e bevande mostrano il valore più alto, col +4,1 per cento, mentre gli altri settori spaziano da un +2,8 per cento della metallurgia e prodotti in metallo al 2,1 delle altre industrie manifatturiere. In questo caso la flessione avviene solo nel settore del legno e mobile (-2,7 per cento).

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Produzione e fatturato dell'artigianato manifatturiero hanno registrato ancora una volta valori più deboli rispetto a quelli realizzati dalla totalità delle imprese manifatturiere. Solo gli ordinativi esteri portano il segno più (+0,6 per cento). I valori tendenziali dell'Emilia Romagna, invece, sono tutti positivi.
Fatturato: nel primo trimestre dell'anno le vendite sono diminuite del -0,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In Emilia-Romagna la variazione tendenziale si conferma positiva (+1,7 per cento).
Fatturato estero: le esportazioni hanno registrato un aumento del +0,8 per cento, mentre in Regione è stato del +1,7 per cento.
Produzione: la produzione ha risentito dell'andamento del fatturato ed è stazionaria, mentre a livello regionale è aumentata del +1,8 per cento.
Ordini totali: la situazione degli ordini totali fornisce un dato negativo (-2,4 per cento), ma gli ordini dall'estero sono aumentati del +0,6 per cento. In Emilia-Romagna gli ordini sono aumentati del +1,7 per cento (+1,3 gli ordini dall'estero).

COSTRUZIONI
Nel primo trimestre del 2017 l'andamento tendenziale delle vendite nel settore delle costruzioni è in lieve discesa, con un calo del volume d'affari del -0,6 per cento. In Emilia-Romagna il dato è peggiore, -1,1 per cento.

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Nel primo trimestre del 2017 le vendite al dettaglio sono calate del -0,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. L'unico settore che mostra un segno positivo è quello dei prodotti alimentari (+1,5 per cento) mentre tutti gli altri ribadiscono valori negativi, con una particolare criticità nei prodotti di abbigliamento ed accessori (-4,0 per cento) e nei prodotti non alimentari. Anche in Emilia-Romagna le vendite al dettaglio sono calate del -0,7 per cento. Quanto alle classi dimensionali, vi è un calo in tutte eccetto in quelle con 20 dipendenti ed oltre.

LE ESPORTAZIONI NEL PRIMO TRIMESTRE DELL'ANNO
Nei primi tre mesi dell'anno il valore tendenziale delle esportazioni parmensi è aumentato, secondo i dati Istat, del 7,1 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Se paragoniamo il dato al valore del 2016, che è rimasto pressoché stabile rispetto al 2015 (-0,1 per cento), l'aumento è significativo. La serie storica dal 2008 ad oggi mostra come il valore complessivo delle esportazioni dei primi tre mesi del 2017 sia maggiore del 33,4 per cento rispetto a quello del 2008 (tasso più alto prima della crisi internazionale).

In valore assoluto la provincia di Parma, nei primi tre mesi dell'anno 2017, ha esportato merci per oltre 1.596 milioni di euro, in gran parte provenienti dai settori dei "macchinari ed apparecchiature" (26,4 per cento), dei "prodotti alimentari" (23,5 per cento), dei "prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici" (12,7 per cento), dei "prodotti chimici" (6,7 per cento), degli "altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi" (5,5 per cento), dei "prodotti in metallo" (3,4 per cento), di "articoli in gomma e materie plastiche" (3,2 per cento), e a seguire tutti gli altri.
Prendendo in esame i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, ci sono stati aumenti importanti per i "prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature" (+29,7 per cento), che incidono per il 3,4 per cento nell'export locale, per gli "articoli in gomma e materie plastiche" (+10,7 per cento), per i "macchinari ed apparecchiature" (+10,3 per cento), per gli "altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi" (+9,0 per cento), per i "prodotti chimici" (+7,6 per cento), i "prodotti farmaceutici" (+6,6 per cento) e i "prodotti alimentari" (+3,0 per cento). Questi ultimi pesano per il 23,5% sul totale dell'export parmense.

In calo invece le esportazioni nei settori dei "prodotti in metallo escluso macchinari ed attrezzature" (-9,1 per cento), in quello dei prodotti agricoli, animali e della caccia (-4,7 per cento) e degli articoli di abbigliamento e in pelle (-1,4 per cento).

I destinatari dell'export parmense rimangono in massima parte i Paesi dell'Europa e, a seguire, quelli di Asia, America e, in misura minore, di Africa ed Oceania. L'export verso l'Europa, che rappresenta il 68,4 per cento del totale delle esportazioni dei primi tre mesi dell'anno, aumenta del +5,7%.
L'analisi dell'andamento delle esportazioni per area di sbocco mette in evidenza come l'aumento più significativo abbia interessato i flussi verso l'Oceania (+22,6 per cento) e l'Africa (+20,4 per cento) - mercati, in termini assoluti, meno importanti per la nostra provincia - e, a seguire, verso l'Asia (+7,9 per cento) e l'America (+7,6 per cento).

L'export destinato al nostro continente mostra una crescita verso i Paesi UE del +6,9 per cento e verso la Russia del +10,6 per cento. Da sottolineare che il 60,9 per cento delle esportazioni provinciali del periodo da gennaio a marzo ha avuto come mercato di sbocco i paesi dell'UE. Per quanto riguarda i principali partner europei, hanno segnato un'ottima performance le esportazioni verso la Spagna (+10,7 per cento), buone quelle verso il Regno Unito (+7,5 per cento), la Germania (+3,6 per cento), e la Francia (+2,8 per cento). Per quanto attiene i Paesi degli altri continenti le migliori prestazioni si hanno nelle esportazioni verso la Cina, con un netto +88,9 per cento, l'Africa Settentrionale (+39,7 per cento), il Canada (+30,9 per cento) e l'America Centro-Meridionale (+21,6 per cento). In lieve flessione gli Stati Uniti (-1,1 per cento) mentre scendono marcatamente le esportazioni verso il Giappone (-34,9 per cento) e l'India (-28,6 per cento).

Parma 1° agosto 2017

Il Latte spot cresce anche in luglio così come il burro. Nuovo record registrato proprio all'ultimo giorno del mese.

 

di Virgilio Parma 2 agosto 2017 -

 

LATTE SPOT Anche in luglio chiusura in salita per il latte spot. 43,82 e 44,85 €/100 litri di latte è l'intervallo di prezzo quotato alla borsa Verona lo scorso lunedì per il latte crudo spot nazionale. Tra 44,33 e 44,85 è il listino dell'intero pastorizzato estero, mentre lo scremato pastorizzato spot estero cresce del 5,63% raggiungendo quota 18,63 e 20,18€/100 litri di latte.

 

BURRO E PANNA Si impennano nuovamente i listini del burro. Dopo un periodo di stasi alla fine anche il mese di luglio chiude in salita. Stazionari solamente lo zangolato di Parma e la Panna veronese. In leggera discesa il listino della margarina.

 

Borsa di Milano 31 luglio: (+)
BURRO CEE: 6,09 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 6,03 €/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 4,99 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,79 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 3,0/Kg. (+)
MARGARINA giugno 2017: 1,07 -1,13€/kg (-)

 

Borsa Verona 31 luglio: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,87 - 2,92 €/Kg. (=)

 

Borsa di Parma 28 luglio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,33 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 25 luglio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,33 - 4,33 €/kg.

 

GRANA PADANO 31/7/2017 - Si conferma ancora nel segno della stabilità il Grana Padano DOP che comunque realizza un prezzo medio di 6,91€/kg (+6,5% rispetto la media dell'anno precedente) per il 9 mesi e di 7,90€/kg. (+4,75% sul precedente anno) relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,70 - 6,85 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,50 - 8,15 €/Kg. (=)

 

PARMIGIANO REGGIANO 28/07/2017 Nessuna variazione rilevata alla borsa comprensoriale di Parma. Rispetto al 2016 il prezzo medio del 12 mesi risulta superiore del 13,84% (9,83€/kg) e il 24 mesi con un prezzo medio di 11,07€/kg. conquista 13,42 punti percentuali sulla media del recedente anno
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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Esselunga ritira la mozzarella di bufala campana: data di scadenza sbagliata. L'azienda ha comunicato il ritiro tramito il proprio sito perché sull'etichetta è riportata una errata data di scadenza

La catena di supermercati Esselunga ha richiamato un lotto di mozzarella di bufala campana prodotto dall'azienda casertana La Marchesa Soc. Coop. Agricola perché sull'etichetta è riportata una data di scadenza errata. Si tratta della mozzarella di bufala campana a treccia confezione da 250 grammi della marca La Marchesa Soc. Coop. Agricola.

Il lotto ritirato è esclusivamente il numero L17 198 con data di scadenza 07/08/2017. Il richiamo è dovuto proprio all'errata data di scadenza impressa sulle confezioni: 07/08/2018 anziché 07/08/2017. L'allerta è stata lanciata sul sito dei market di Esselunga. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti",consiglia a tutti coloro che avessero acquistato il prodotto di riportarlo nel punto vendita di acquisto e non consumarlo successivamente al 7 agosto 2017. Per eventuali informazioni o dubbi contattare l'azienda con sede dello stabilimento in via Appia km 11+800 Teverola (CE).

E' ancora il meteo a farla da protagonista. In base alle previsioni meteorologiche, il mercato reagisce e si assiste a continui andamenti altalenanti.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 1 agosto 2017 -
Le previsioni meteo mettono in continua fibrillazione i listini delle merci di base.
Anche in Europa le previsioni meteorologiche e le stime sulle rese e sui danni condizionano i prezzi. La Commissione Europea ieri ha rivisto al ribasso la produzione del corn della EU: 58,4 milioni di tonnellate contro 62,10 della stima del mese precedente quindi circa 4 milioni di tonnellate in meno. La causa è dovuta ai problemi di siccità dell'Ungheria e della Romania. Le previsioni relativamente al grano tenero si sono contratte da 138,6 contro 138,9, ma in questo caso il problema risiede nella qualità del prodotto.

Nel mercato domestico nulla di nuovo da segnalare: maggior spinta alla vendita del mais vecchio raccolto - appesantimento dei grani per via della scarsa qualità del doppio W. L'orzo è stabile ma tendente a rafforzarsi - il triticale in appesantimento alla pari del grano - i cruscami hanno raggiunto il fine corsa. Il mercato dei trinciati si muove fra i 33 euro tonnellata e i 35 partenza dal campo con cantiere a carico dell'acquirente.

Per la nuova campagna mais si segnala che la merce ai porti continua a quotare da novembre a giugno 172 euro partenza. L'allarme proviene dalla stima che vede ridurre la produzione di 4 milioni di tonnellate.

Anche per il mercato delle bioenergie nulla da segnalare se non che la quantità e la qualità dei trinciati è mediamente più bassa e questo probabilmente darà maggior forza al mercato dei sostitutivi nei prossimi mesi. Un'opportunità concreta è rappresentata dalle prime lavorazioni delle polpe bietola.

Il mercato estivo è ancora lungo, pericoloso e imprevedibile perché se è vero che nel nostro mercato tutto sembra appesantirsi, non è altrettanto vero per la Francia e per i Paesi dell'Est: il corn ucraino per l''ottobre/novembre/dicembre quota dollari 170 mentre il gennaio-febbraio-marzo quota $ 173, e l'aprile quota $ 176, e i noli incidono per 18-20 euro.
Il corn "comunitario" (rumeno, bulgaro) settembre quota euro 150 mentre l'ottobre-novembre-dicembre quota euro 150, il gennaio/febbraio/marzo quota euro 153 e i noli nave sono anche in questo caso sui 18- 20 euro.

Un periodo particolarmente difficile per operare delle scelte oculate anche in forza del valore del tasso di cambio euro dollaro così elevato. Alcuni analisti indicano che dovrà presto aggirarsi su 1,20 che oggi appare una chimera.
Indicatori internazionali 1 agosto 2017 
l'Indice dei noli è sceso a 946 punti, il petrolio è attorno a 50$/bar e l'indice di cambio segna 1,182605.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Editoriale: Ma che splendidi alleati! - Lattiero caseari, nel segno della stabilità generale - Cereali e dintorni. Dall'USDA dati qualitativamente scarsi. - Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio - Torrita di Amatrice. Una biblioteca per guardare al futuro. L'iniziativa di Ekoclub - Bonifica, la sentenza che legittima il contributo - Olio di Oliva, -62%.

SOMMARIO Anno 16 - n° 30 30 luglio 2017
1.1 editoriale
Ma che splendidi alleati!
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, nel segno della stabilità generale.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA dati qualitativamente scarsi.
4.1 pomodoro Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio.
5.1 Terremoto Amatrice Torrita di Amatrice. Una biblioteca per guardare al futuro. L'iniziativa di Ekoclub
5.2 Bonifica Bonifica, la sentenza che legittima il contributo.
6.1 OLIO DI OLIVA Ismea, si chiude con un meno 62% la campagna olearia.
7.1 promozioni "vino" e partners
8.1 promozioni "birra" e partners

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Per il settore dell'olio di oliva, la campagna 2016/2017 si archivia come la peggiore degli ultimi decenni.

Secondo la stima ISMEA su dati Agea, infatti, la produzione si è attestata a 182 mila tonnellate, con un calo del 62% rispetto all'annata precedente. Un dato ben peggiore delle già basse stime realizzate in corso di campagna.

La scarsa produzione ha condizionato notevolmente sia il mercato interno, con prezzi all'origine dell'extravergine che, in alcuni periodi, hanno superato i 6 euro/kg, come media nazionale, sia gli scambi con l'estero, che nei primi quattro mesi del 2017 hanno registrato una flessione del 19% dei volumi esportati e un contemporaneo incremento del 20% degli acquisti, soprattutto di olio di provenienza spagnola.

La campagna di raccolta 2017/18 si prospetta più abbondante di quella precedente ma risentirà certamente degli effetti di un inverno particolarmente rigido, seguito da gelate primaverili e siccità estiva.

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(Fonte Ismea 27 luglio 2017)

Il 24 agosto sarà la ricorrenza dello sciame sismico che ha colpito il centro Italia e Ekoclub di Rieti lancia un invito per la realizzazione di una biblioteca di libri usati a Torrita di Amatrice.
Torrita di Amatrice 26 luglio 2017 – Una ricorrenza da vivere nel rispetto della memoria, ma anche con la spinta a guardare al futuro e alla ricostruzione.

Sembra questo lo spirito con cui l'Ekoclub Rieti fa la proposta di far nascere una piccola biblioteca di libri usati proprio tra i Monti della Laga, e più precisamente nella nuova Base Ekoclub Rieti Onlus a Torrita. Lo slogan "Il mio corpo sulla terra. Il mio spirito tra le nuvole. E tutti e due dentro un libro" racconta di una biblioteca a disposizione di tutti, presso la quale chi vorrà possa prendere in prestito, leggere e riconsegnare i volumi «affinché possano restare sempre "vivi"».

La scelta dell'usato, va infatti interpretata come volontà di fare dei libri il veicolo della storia di chi dona e di chi riceve. Carta stampata letta da vivere nel ricordo di chi non c'è più e alla presenza di chi combatte ogni giorno.

L'invito dell'Ekoclub è dunque quello di prendere ciascuno un libro dalla propria collezione privata, non importa se romanzo, libro di ricette, testo sulla natura, volume per ragazzi o bambini, e inviarlo a Piccola Biblioteca Ekoclub 24 agosto, via Salaria 182, 02010 Torrita di Amatrice (Ri).

Giovedì, 27 Luglio 2017 11:45

UniCredit: al via Agribond 2


In Emilia Romagna oltre 17 milioni di euro per sostenere 
le imprese del settore agroalimentare.

Bologna, 27 luglio 2017

Prosegue l'impegno congiunto di UniCredit ed ISMEA per il sostegno del settore agroalimentare con Agribond 2, in continuità con l'accordo "Coltivare il futuro", sottoscritto a marzo 2016 tra la Banca e il MiPAAF (Ministero per le Politiche Agricole Ambientali e Forestali) per sostenere gli investimenti e favorire l'accesso al credito delle imprese operanti nel settore agroalimentare italiano.

UniCredit è l'unica Banca sul territorio nazionale con un prodotto di tipo tranched cover in agricoltura di 300 milioni di euro, coperto da garanzia di portafoglio rilasciata da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), che prevede condizioni migliorative per l'impresa beneficiaria. La garanzia di portafoglio infatti è uno strumento finanziario innovativo che consente alle imprese un accesso al credito con maggiore rapidità e a condizioni più favorevoli, senza ulteriori garanzie reali.

Per Agribond 2, in Emilia Romagna, saranno disponibili 17 milioni e 300mila euro.

Agribond 2 è il finanziamento studiato per sostenere le micro, piccole e medie imprese agricole nella realizzazione di opere di miglioramento e conduzione dell'azienda stessa, destinato a finanziare progetti di investimento in agricoltura quali: la realizzazione di opere di miglioramento fondiario; gli interventi per la ricerca, la sperimentazione, l'innovazione tecnologica, la valorizzazione dei prodotti e la produzione di energia rinnovabile; la costruzione, l'acquisizione o il miglioramento di beni immobili per lo svolgimento delle attività agricole e di quelle connesse; l'acquisto di bestiame, nuove macchine e attrezzature.

Per UniCredit questa iniziativa rappresenta un importante strumento a sostegno del settore agricolo ed agroalimentare che si aggiunge all'impegno costante nel finanziare il comparto che nel 2016, attraverso l'accordo "Coltivare il futuro", ha già visto erogati nuovi finanziamenti per oltre 1,5 miliardi di euro.

 

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Il Parmigiano Reggiano guadagna oltre il 13% rispetto l'anno precedente e il Grana Padano tra il 4,79 e il 6,22%.

di Virgilio Parma 26 luglio 2017 -

LATTE SPOT Settimana all'insegna della conservazione dei listini del latte spot registrati a Verona. Il latte spot crudo nazionale conferma l'intervallo di prezzo compreso tra 43,30 e 44,33€/100 litri di latte, il latte intero pastorizzato estero si riconferma tra 43,30 e 43,82€/100 litri di latte. Dopo tre settimane di flessione si è stabilizzato anche il latte scremato pastorizzato estero (17,60 - 19,15€/100 litri).

BURRO E PANNA Stabili i listini milanesi del burro e della crema. Nessuna variazione registrata a Parma e a Reggio Emilia relativamente al burro Zangolato da creme fresche. Nessuna oscillazione rilevata a Verona per la panna a uso alimentare.

Borsa di Milano 24 luglio: (=)
BURRO CEE: 5,96 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 6,03 €/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 4,93 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,73 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,94/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2017: 1,15 -1,21€/kg (=)

Borsa Verona 24 luglio: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,87 - 2,92 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 21 luglio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,33 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 25 luglio 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,33 - 4,33 €/kg.

GRANA PADANO 24/7/2017 - Si conferma ancora nel segno della stabilità il Grana Padano DOP che comunque realizza un prezzo medio di 6,91€/kg (+6,22% rispetto la media dell'anno precedente) per il 9 mesi e di 7,90€/kg. (+4,79% sul precedente anno) relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,70 - 6,85 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,50 - 8,15 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 21/07/2017 Nessuna variazione rilevata alla borsa comprensoriale di Parma. Rispetto al 2016 il prezzo medio del 12 mesi risulta superiore del 13,87% (9,83€/kg) e il 24 mesi con un prezzo medio di 11,07€/kg. conquista 13,41 punti percentuali sulla media del recedente anno
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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Domenica, 30 Luglio 2017 08:33

Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio.

Sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro da industria nel Nord Italia per il 2017. Calo del 7,5% rispetto al 2016 -2,5% rispetto al contrattato di inizio campagna. Cresce il bio che rappresenta il 6,6% della coltivazione totale.

Parma 25 luglio 2017 - Sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro da industria da agricoltori associati alle Organizzazioni di produttori (Op) e da agricoltori singoli nell'area del Nord Italia per la campagna 2017 che vede iniziare la fase di trasformazione della materia prima negli stabilimenti proprio in questi giorni.
Il dato dell'annata 2017 – frutto delle comunicazioni ai tecnici dell'OI - mette in evidenza un calo delle superfici del 7,5% rispetto al valore dello scorso anno ed una diminuzione del 2,5% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. Buono il dato della produzione biologica che conferma il proprio trend di crescita: il bio rappresenta il 6,6% delle superfici effettive delle Op associate, superfici che passano dai 1.316 ettari di due anni fa agli attuali 2.310.

"L'aspetto positivo che emerge – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell'OI – è il sostanziale rispetto della programmazione visto che lo scostamento in diminuzione del 2,5% delle superfici effettive rispetto a quelle contrattate è di portata molto contenuta e rappresenta in assoluto lo scostamento più basso degli ultimi anni. La sostanza ci dice che in campagna oggi troviamo il pomodoro effettivamente richiesto per la trasformazione, in linea quindi con quelli che sono gli equilibri di mercato del nostro settore".

La ripartizione territoriale delle superfici

L'Emilia Romagna si conferma la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.866 ettari, seguita da Lombardia (7.494), Piemonte (2.029) e Veneto (2.121).
Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 10.003 ettari; Ferrara: 6.177; Parma: 4.666; Mantova: 3.963; Cremona: 2.102; Ravenna 1.929; Alessandria: 1.821; Reggio Emilia: 993; Rovigo: 895; Verona: 780 e Modena: 729. Seguono altre province con valori più contenuti.

Grafici:
Grafici con la ripartizione delle superfici per le principali regioni e province.

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(Fonte OI Pomodoro Nord Italia)

Dall'USDA viene la conferma che la campagna in corso è tutt'altro che eccezionale in termini qualitativi. Lo scenario estivo rimane perciò di difficile interpretazione. La stagione è ancora lunga, e gli allarmi riportati da molti media contribuiscono a rendere le cose ancora più confuse.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 25 luglio 2017 -

Le previsioni meteo continuano a turbare il mercato che reagisce con andamento altalenante. Altre turbative provengono dai dati rilasciati da USDA sullo stato delle colture: infatti il "buono/eccellente" del corn/mais è stato dato al 62% contro il 64% della settimana precedente e contro il 76 % dello scorso anno. Il "buono/eccellente " del seme è al 57% contro il 61% della scorsa settimana (e il 71% dello scorso anno). Per il grano primaverile vi è un ulteriore calo al 33% contro il 34% della scorsa settimana.

Dati che confermano che la campagna in corso è tutt'altro che eccezionale.

Potrebbe essere una buona occasione di speculazione dei fondi che, non trovando l'appiglio della quantità, potrebbero speculare sulla qualità dei raccolti.
Il mercato telematico, alla notizia USDA, ha reagito portando tutto in territorio positivo recuperando la negatività della giornata di martedi proprio a seguito della pubblicazione dei dati USDA peraltro distribuiti a mercati chiusi.

Sul mercato domestico è da segnalare: la costante stagnazione dei consumi, i primi trinciati di mais registrino un calo produttivo tra il 5-8% e qualitativamente sembrano poveri di amido, una maggior spinta alla vendita del mais del vecchio raccolto, un appesantimento dei grani prevalentemente dettato dalla scarsa qualità del doppio W. L'orzo resta stabile, il triticale è in appesantimento alla pari del grano e infine i cruscami forse hanno raggiunto il momento di "fine corsa".

Per la nuova campagna mais si segnala che la merce ai porti quota da novembre a giugno 172 euro partenza (prezzo influenzato dal cambio euro dollaro). Si registrano accordi di mais nazionale e comunitario da ottobre a marzo sulla base di 187-185 euro arrivo.

Per il mercato delle bioenergie una opportunità arriverà in agosto dalle lavorazioni delle polpe bietola. Le polpe soppressate umide concorreranno con i trinciati a mitigare i costi industriali e a ridurre il ricorso a ai cruscami e farinacci di grano, ormai fuori prezzo.
Continua la ricerca di farine tossinate e farinette, ma ormai i valori girano tra i 170/175/180 euro in base alle origini e alle qualità. Il settore deve iniziare a interrogarsi sulla prossima campagna maidicola e sulle fonti amidacee alternative posto che la produzione nazionale soddisfa solo il 50% de consumi.

In generale lo scenario estivo rimane di difficile interpretazione.La stagione è ancora lunga, e gli allarmi riportati da molti media contribuiscono a rendere le cose ancora più confuse.

Indicatori internazionali 25 luglio 2017


l'Indice dei noli è risalito a 977 punti, il petrolio è attorno a 46-47$/bar e l'indice di cambio segna 1,16646.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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