Giovane allontanato dalla REMS di Mezzani ha telefonato agli operatori sanitari. Ora riprende il suo percorso di cura e riabilitazione nei servizi dell’AUSL.

Era fuggito nella tarda mattina di ieri, scavalcando la recinzione. “Venite a prendermi”. E’ finita così questa mattina, con una telefonata agli operatori della REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), il breve allontanamento del giovane che ieri era uscito senza autorizzazione dalla struttura di Mezzani dell’AUSL di Parma

Il venticinquenne, ex tossicodipendente, stamani si trovava in una struttura sanitaria della città e da lì ha chiesto di poter tornare alla REMS, dove risiede per piccoli reati contro il patrimonio.

Il paziente ora riprende il suo percorso di cura e di riabilitazione nei servizi sanitari. 

 

Martedì, 02 Ottobre 2018 14:33

Festa dei nonni al centro diurno Parma Centro

Festa dei nonni al Centro Diurno per anziani Parma Centro. Ospiti della giornata, dedicata all'importante ruolo dei nonni nelle famiglie, tanti bimbi accompagnati dalle Tagesmutter dell'Associazione Un Villaggio per Crescere.  Palline colorate, favole lette ad alta voce e lo sgambettare allegro dei piccoli ha creato un clima di allegria per gli ospiti del Centro di Piazzale Allende. 

Ospiti dai capelli d'argento che, grazie agli operatori della Cooperativa Società Dolce, trascorrono insieme diverse ore della giornata con attività e laboratori di stimolazione cognitiva per il mantenimento delle capacità residue. Un merenda insieme, piccoli e grandissimi, ha suggellato la complicità che si è creata tra le generazioni presenti nel salone delle feste. 

Nel pomeriggio onore alla memoria e alla cultura popolare che gli anziani possono tramandare con la presentazione del volume-diario della brillante 94enne Maria Pangrazio. Il Centro ha raccolto il vissuto di questa signora lucidissima che legge, dipinge e racconta. Maria nata a Postumia Grotte nel 1925 (cittadina oggi istriana) ha riassunto l'epopea della sua famiglia divisa dalla Guerra e il dramma dell'esodo che l'ha portata a Parma. 

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IX Congresso provinciale della sezione di Parma dell'Anmic. Lo storico presidente Alberto Mutti lascia dopo 36 anni per favorire il rinnovamento dell’associazione. Antonini, 58 anni, ex assessore provinciale allo sport, ha puntato su un gruppo consigliare con tanti giovani per un’associazione forte, aperta e capace di difendere le persone con disabilità. Il vicepresidente è Umberto Guidoni.

Parma –

L’assemblea del IX Congresso provinciale della sezione di Parma dell’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), la più grande associazione di tutela delle persone con disabilità, ha eletto Walter Antonini nuovo presidente. 58 anni, vicepresidente Anmic dal 2014, ex assessore provinciale allo Sport, Antonini è nel mondo del volontariato dagli inizi degli anni Ottanta e in Anmic da circa vent’anni. Il suo vicepresidente sarà Umberto Guidoni, mentre il nuovo consiglio provinciale è formato da numerosi giovani entranti, che vanno ad aggiungersi ad alcuni consiglieri confermati.

L’elezione è avvenuta sabato mattina all’hotel Villa Ducale, in un’occasione molto particolare, perché ha visto i saluti dello storico presidente di Anmic Parma, Alberto Mutti, che lascia la guida della sezione locale dopo 36 anni. Mutti continua però ad essere vicepresidente nazionale dell’associazione, ente morale dello Stato, fondata nel 1956.

Al Congresso, presieduto dal presidente nazionale di Anmic, Nazaro Pagano (che ha fatto il punto sui temi più importanti riguardanti la disabilità in Italia), sono intervenuti anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti; la senatrice Maria Gabriella Saponara; la consigliera regionale Barbara LoriMassimo Fabi, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria; Elena Saccenti, direttrice generale dell’Ausl, Emilia Caronna, delegata del Rettore per gli studenti disabili e fasce deboli.

Mutti, salutato da un lunghissimo applauso, dopo aver ricordato le battaglie che hanno portato a delle riforme di dignità in favore delle persone con disabilità, si è augurato che non venga abbassata la guardia. In particolare, per la città ha proposto l’inserimento di un esame universitario specifico sulle barriere architettoniche nei corsi di ingegneria e architettura e una progettualità sinergica tra Comune e Anmic per Parma 2020, “perché la cultura è di tutti e per tutti”, ha detto. Infine, Mutti ha sottolineato che lascia un’associazione “forte, in prima linea, leale, credibile, capace di risolvere i problemi e consapevole dei tanti problemi ancora da risolvere”.

Ha chiuso i lavori congressuali il nuovo presidente Walter Antonini, che ha consegnato a Mutti, a nome di tutta la sezione, una targa celebrativa che richiama all’“altissimo contenuto morale delle sue azioni”, alle “battaglie portate avanti e vinte”, “alla difesa sempre disinteressata dei disabili”, e all’“amore, l’irreprensibilità, la lungimiranza e il coraggio”.

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In particolare, Walter Antonini ha affrontato temi ed obiettivi. Scuola e lavoro al centro: “Nella scuola auspico l’eliminazione di quei residui spazi di esclusione chiamati ‘aulette’ e ‘laboratori’, mentre sul fronte lavorativo mi auguro più sostegno al mondo cooperativo per gli inserimenti e magari meno risorse ai centri di formazione”. L’Anmic dei prossimi anni, invece, “la vedo ancora forte, aperta e concreta, votata a fare rete con altre realtà del territorio che si occupano di persone quotidianamente discriminate. Pur essendo l’associazione più grande, faccio un appello a tutte le persone con disabilità di Parma e provincia (circa 20 mila), affinché diano ancora più forza all’associazione, per aumentare i già tanti servizi a disposizione. Vogliamo essere più forti, per tutelare di più e meglio”.

Tante le progettualità a cui Anmic ha già dato pieno sostegno e collaborazione, in particolare quella in relazione all’ausilioteca dell’Ospedale Maggiore e alla palestra paralimpica di Bazzano.

Il nuovo consiglio provinciale Anmic è composto da: Walter Antonini (presidente), Umberto Guidoni (vicepresidente), Gianni De Blasi, Gabriele Carpena, Armando Cavalli (confermato), Manuel Ferrari (confermato), Fabrizio Guazzi (confermato), Francesco Ilardo, Laura Lentini, Cinzia Mainardi, Tiziana Marenzoni (confermata), Rita Maria Merusi, Luana Nigri, Maria Teresa Rinaldi (confermata), Luca Viglioli.

 

(Foto di Francesca Bocchia)

 

Identificato e denunciato poco dopo il diciottenne che ha imbrattato il Battistero, grazie alla collaborazione della video sorveglianza e di una cittadina. 

 

Parma -

Sabato sera intorno alle 22.30 circa al Comando della Polizia Municipale è stata segnalata la presenza di alcuni giovani in prossimità del Battistero intenti a sviluppare fiamme con l'uso di bomboletta spray

Un pattuglia si è recata sul posto per le verifiche e ha trovato, abbandonata, la bomboletta utilizzata ma non vi era traccia degli autori.

Una cittadina, presente in piazza Duomo, ha segnalato agli agenti di aver visto un ragazzo, accompagnato da altri tre, imbrattare il muro a lato sud del Battistero con un pennarello.

Accertata dagli agenti la presenza di una scritta lunga 30 cm sul monumento storico, insieme alla cittadina hanno iniziato a perlustrare le vie limitrofe alla ricerca del gruppetto di giovani.

Nel frattempo in Centrale sono state visitate le immagini della video sorveglianza ed è stata fornita agli agenti sul posto la descrizione dell'autore: altezza, tipologia degli abiti indossati e segni particolari per facilitarne l'identificazione.

Gli agenti hanno continuato a stazionare nelle vie limitrofe, fino a quando un gruppetto di ragazzi si è presentato sui gradini del Battistero e uno dei ragazzi corrispondeva descrizione fornita dalla video sorveglianza, descrizione confermata successivamente anche dalla cittadina che aveva segnalato l'imbrattamento.

Gli agenti della PM hanno così fermato il giovane, un diciottenne di origine moldava, che portato davanti alla scritta ha confermato di esserne l'autore. E' stato quindi denunciato per il reato art 639 c. p.

 

Gli incidenti in via Indipendenza e tra via Emilia e viale Italia. Ad avere la peggio i due giovanissimi in sella alle loro due ruote, che sono stati entrambi medicati e hanno riportato ferite non gravi.

MODENA –

Fine settimana “nero” per i ciclisti. Due sono state infatti le persone investite, per fortuna con conseguenza non gravi, mentre si trovavano in sella alla loro “due ruote”. In entrambi i casi, tuttavia, gli investitori non solo hanno dimostrato scarso senso civico e umano, ma la loro condotta ha portato a denunce, supermulte e al sequestro amministrativo del mezzo.

Il primo episodio si è verificato venerdì 28 settembre, attorno alle 20.50, in via Indipendenza, all’incrocio con via Bazzini, dove una ragazza di 17 anni è stata urtata da una Citroen C2 che viaggiava verso viale Caduti sul Lavoro. 

Sul luogo sono intervenuti il 118, che ha portato la giovane a Baggiovara, e la Polizia Municipale, che dopo i rilievi di rito, ha rilevato che l’auto, guidata da un 32 enne modenese residente in città, non era né assicurata né revisionata. È scattato quindi il sequestro amministrativo del mezzo ed è stata elevata una sanzione di 849 per la mancanza della copertura assicurativa e una di 169 euro per omessa revisione. 

Il secondo incidente si è invece verificato sabato 29 settembre, poco prima delle 6 del mattino, tra via Emilia e viale Italia, dove un ciclista 21 enne, che si stava recando al lavoro, è stato urtato da un’auto che proveniva da via Emilia Ovest e stava svoltando in viale Italia. 

Il giovane è stato urtato a una gamba ed è finito sul cofano dell’auto, una Kia, ferendosi a un gomito. A questo punto, secondo il racconto del ferito, il conducente e il passeggero si sarebbero fermati, avrebbero spostato la biciletta, ma poi si sarebbero rifiutati di chiamare il 118, risalendo in macchina per poi dileguarsi.

Il giovane, tuttavia, è riuscito ad annotare la targa dell’auto, e ha poi chiamato da solo i soccorsi. Al Pronto Soccorso, dove è stato medicato per ferite non gravi, è stato raggiunto dagli agenti della Polizia Municipale, ai quali ha fornito la targa dell’auto. Gli operatori sono quindi risaliti al veicolo, che presentava danni e tracce compatibili con l’incidente. Per la persona che era alla guida, un 79enne originario della provincia, ma residente a Modena, è quindi scattata la denuncia per omissione di soccorso, in base all’articolo 189 del Codice della Strada.

L’episodio venerdì sera attorno alle 20, in via Carteria, a Modena. L’evento era stato organizzato per animare una zona spesso teatro di spaccio e degrado. Il musicista aggredito presenterà denuncia contro il residente.

MODENA –

Avevano organizzato un concerto, con tanto di autorizzazioni da parte del Comune, per vivacizzare una zona, quella di via Carteria, spesso teatro di spaccio e degrado, ma l’evento è saltato perché la band è stata aggredita da un residente, che non gradiva “il fracasso”.

L’episodio si è verificato venerdì sera, nei pressi dell’incrocio tra via Carteria e via Sant’Eufemia, dove si trovano gli esercizi promotori dell’iniziativa, la Caffetteria Latteria 21 e la Birreria Slanzi. Attorno alle 20, la band ha iniziato a fare il soundcheck, quando un residente della zona, un uomo dell’Est Europa, ha fatto irruzione gridando “Qui stasera non si suona”.

L’uomo è poi passato dalle parole ai fatti, impossessandosi dell’asta del microfono e spaccandola sulla schiena del cantante. Non pago, gli avrebbe anche gettato addosso una delle casse. A questo punto, gli altri membri del complesso sono intervenuti e sono volate botte e insulti. Solo l’arrivo dei vigili è riuscito a sedare gli animi. 

Nel frattempo, dalla finestra, un altro residente si è messo a imprecare, manifestando la sua volontà a non volere confusione sotto casa sua. A questo punto, visto come sono andate le cose, alla band non è rimasto che “fare fagotto” e andarsene, mandando a monte il concerto. Il musicista aggredito si è fatto refertare in ospedale e presenterà denuncia contro l’aggressore.

Rimane lo sconcerto per quanto accaduto, non solo da parte dei giovani musicisti, ma anche degli organizzatori che hanno visto fallire un’iniziativa che avevano organizzato per attirare gente in zona e vivacizzarla, dopo che questa estate, approfittando della chiusura per ferie dei diversi esercizi, si era insediato un giro di spaccio con tanto di rissa tra pusher, che aveva mandato all’ospedale due cittadini stranieri, feriti da pugni e bottigliate.

Viene da pensare, ma speriamo non sia così, che i residenti preferiscano il degrado alla musica.

Lunedì, 01 Ottobre 2018 08:25

Controlli straordinari senza sosta a Modena

Polizia di Stato: continuano i controlli straordinari del territorio. Nella giornata di venerdi, personale dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, unitamente a tre equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia ed una unità cinofila in forza alla Questura di Bologna, ha effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e al contrasto dei reati predatori e dei fenomeni di spaccio di sostanze stupefacenti e immigrazione clandestina.

L'attenzione è stata rivolta particolarmente alla zona della Stazione Ferroviaria, di viale Gramsci ed all'interno del Parco XXII Aprile. Gli agenti hanno identificato complessivamente 145 persone, di cui 63 straniere, controllato 50 veicoli ed effettuato verifiche, estese agli avventori, in tre esercizi commerciali.

Gli operatori di Polizia, grazie all'aiuto del cane antidroga, hanno recuperato 146,30 grammi lordi di sostanza stupefacente del tipo Marijuana e 2,80 grammi lordi di cocaina, nascosti fra i cespugli del Parco XXII Aprile.

Nel corso dei controlli, due cittadini nigeriani, di 25 anni e 28 anni, sono stati accompagnati presso gli Uffici della Questura per approfondire gli accertamenti e procedere nei loro confronti. Il 25enne è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per inosservanza delle norme sugli stranieri e per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere, in particolare portava al seguito un cutter.

Il 28enne invece è stato segnalato alla Prefettura poiché trovato in possesso di 0,5 grammi di Marijuana ad uso personale.

 

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Doppio appuntamento alla Corale Verdi di Parma, con due importanti eventi organizzati dal PD.

Alla prima parte della serata, dedicata alle donne, era presente la Deputata e Avvocatessa Lucia Annibali che si è concessa con una dichiarazione video riguardante il suo pensiero sulla serata.

"Ci siamo trovati a Parma - sottolinea Lucia Annibali - per parlare delle donne partendo da un caso che ha caratterizzato l'estate della città per fare delle riflessioni più ampie. Quale deve essere l'impegno della politica, come e se lo si può fare un modo intelligente e condiviso..."

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Lucia Annibali e Nicola Comparato

 

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Il Tavolo dei relatori

 

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Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile, coadiuvato da un’unità cinofila di Bologna, nell’ambito di specifici servizi finalizzati alla prevenzione ed alla repressione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, ha tratto in arresto un cittadino ghanese di anni 22.

A seguito di un’intensa attività di monitoraggio e di frequenti appostamenti, gli agenti hanno individuato il giovane, che riforniva i tossicodipendenti della zona del Parco XXII Aprile a Modena

All’interno della sua abitazione, in una stanza chiusa a chiave, sono stati rinvenuti tre involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo Marijuana per un peso complessivo lordo di oltre 3 kg ed un bilancino di precisione. Nella tasca di un giubbotto, appeso nella camera da letto, è stata recuperata la somma di 1’160,00 euro, in banconote di piccolo taglio.

Il ghanese, gravato da precedenti di Polizia in materia di stupefacenti, reati contro la persona e la pubblica amministrazione, è stato trattenuto nelle celle di sicurezza della Questura in stato di arresto, in attesa del processo con rito direttissimo.

Ducato Play e Fils Game consegnano dieci tablet all’associazione che da oltre vent’anni accompagna con attività ludico ricreative i giovani pazienti della pediatria.

 

Cinque rosa e cinque azzurri perché sia maschi che femmine possano scegliere quello preferito e a questa età non si scherza con i colori. In totale sono 10 i tablet che le società Ducato Play e Fils Game hanno consegnato questa mattina a Giocamico, l’associazione che dal 1998 si fa carico delle attività ludico ricreative dei piccoli pazienti ricoverati all’Ospedale dei bambini di Parma.

A portare il gradito dono, più che lo strumento i giochi caricati per i ragazzi, gli amministratori delegati di Fils Game Stefano Fregoni e Luca Riva con il direttore tecnico Andrea Ceven e Lucio Ruggeri titolare di Ducato Play nonché promotore dell’iniziativa. “Sono nonno di una splendida bambina di pochi anni e mi sembrava doveroso pensare a chi attraversa un periodo difficile magari con poche possibilità per distrarsi. E devo dire che la proposta ha incontrato subito il favore dei nostri partner che hanno messo a disposizione i dieci tablet”.

Tablet prontamente consegnati nelle mani del presidente di Giocamico Corrado Vecchi insieme alla password di sblocco perché saranno gli educatori dell’associazione a gestirne l’utilizzo. “Il tempo all’Ospedale sembra non passare mai e i momenti di svago aiutano ad accelerarlo un po’. Quindi grazie, perché ogni strumento in più ci consente di proporre attività varie e diverse a bambini o ragazzi”. Anche Icilio Dodi, direttore della Pediatria generale e d'urgenza con la coordinatrice infermieristica Claudia Marcatili e la bed manager Mira Calmetta hanno espresso un sentito ringraziamento ai donatori per aver pensato ai pazienti dell’Ospedale dei Bambini.

Sicurezza in Montagnola Centinaia di persone identificate dai carabinieri  anche Sana Dedi, il gambiano arrestato per droga.

I servizi di controllo al Parco della Montagnola da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna proseguono quotidianamente infondendo sicurezza a quei cittadini che amano frequentare le aree verdi della città. In molti hanno già espresso un apprezzamento ai militari impegnati sul campo, ottimo deterrente per spacciatori e malintenzionati.

Purtroppo, il mercato dello spaccio è ancora forte e molti delinquenti fanno di tutto per intrufolarsi nel parco e piazzare velocemente una dose a qualche disperato tossicodipendente. A conferma di ciò, c'è l'identificazione di SANA DEDI, il 22enne gambiano arrestato di recente per aver offerto della droga a un Carabiniere (v. comunicato stampa trasmesso lunedì 24 settembre 2018).

Su disposizione dell'Autorità giudiziaria, il giovane spacciatore era stato liberato e sottoposto al divieto di dimora nella Città metropolitana di Bologna, privilegio che non ha saputo cogliere, tornando nuovamente al Parco della Montagnola, centro privilegiato di interessi illeciti. I Carabinieri lo hanno identificato ieri mattina assieme ad altri malviventi, B.D., 31enne italiano, denunciato per il possesso di tre lime taglienti che aveva in tasca, J.T., 18enne gambiano, trovato in possesso di hashish e altri due italiani che bivaccavano in zona.

 

Il Comunicato del 24 settembre -

PARCO DELLA MONTAGNOLA PARTONO I SERVIZI ANTIDROGA DEI CARABINIERI GAMBIANO ARRESTATO PER SPACCIO DI MARIJUANA
Bologna 24 settembre 2018 I servizi antidroga in abiti civili dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro al Parco della Montagnola, hanno portato all'arresto di un altro spacciatore di sostanze stupefacenti, S.D., ventiduenne gambiano, disoccupato, senza fissa dimora e con precedenti di polizia.
L'arresto è stato eseguito davanti alla scalinata, ritrovo quotidiano di spacciatori di sostanze stupefacenti e tossico dipendenti che arrivano da ogni provincia d'Italia. Alla vista del Carabiniere che si stava avvicinando alla scalinata, il ventiduenne, credendo di avere di fronte l'ennesimo cliente in cerca di droga, si è avvicinato con aria spavalda dicendo: "Vieni da me che ho roba buona!...". Per ovvie opportunità investigative, il Carabiniere, monitorato a distanza da altri colleghi del Nucleo Operativo, ha accettato l'offerta e quando lo spacciatore si è fatto avanti con una dose di marijuana è finito in manette. La sostanza stupefacente è stata sequestrata e inviata ai tecnici di laboratorio del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna, mentre il giovane gambiano che è stato anche trovato in possesso di 175 euro in contanti, è stato rinchiuso in camera di sicurezza.
Questa mattina, in sede di Giudizio direttissimo, l'arresto è stato convalidato e, in attesa della sentenza posticipata per la richiesta dei termini a difesa,il giovane gambiano è stato liberato e sottoposto al divieto di dimora nella Città metropolitana di Bologna.

 

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Nei giorni scorsi è stato tratto in arresto, dopo sei anni di latitanza all'estero, un imprenditore originario del veronese colpito da un ordine di carcerazione emesso nel 2012 dal G.I.P. del Tribunale di Ravenna, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per reati di bancarotta fraudolenta.

L'uomo da anni aveva fatto perdere le proprie tracce riparando nelle Filippine, ove aveva avviato un'attività di ristorazione. Ma nei primi giorni di questa settimana è rientrato in Italia con un volo diretto all'aeroporto di Malpensa, dove la polizia di frontiera lo ha individuato e tratto in arresto, notificandogli l'ordinanza di custodia in carcere ancora pendente nei suoi confronti.
L'indagine che aveva condotto all'emissione del provvedimento cautelare era stata sviluppata, a suo tempo, dalla Guardia di Finanza di Faenza, a seguito di una serie di denunce presentate da alcuni imprenditori che avevano ceduto beni ad una società manfreda di cui l'uomo era titolare senza ricevere in cambio alcun pagamento.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle avevano permesso di accertare che il soggetto aveva effettivamente rilevato una società di Faenza operante nel commercio di prodotti per l'igiene della persona, per poi utilizzarla come schermo per acquistare prodotti completamente estranei all'oggetto sociale (alimenti per animali, carni, liquori, spumanti, prodotti vitivinicoli, ombrelli, trolley, borsoni da viaggio, ecc.) che, oltre a non essere mai stati pagati ai relativi fornitori, erano stati anche sottratti dai magazzini della società.

Una progressiva opera di svuotamento che in breve tempo aveva condotto la società faentina in una condizione di grave dissesto, poi sfociata in un inevitabile fallimento, con gravi ripercussioni negative sia sui fornitori che sui dipendenti rimasti senza lavoro.

Ora l'uomo, resosi irreperibile subito dopo la dichiarazione di fallimento della società manfreda, è stato associato alla casa circondariale di Busto Arsizio (VA).

Carabinieri Parma: arrestati "topi di banca". I malviventi catturati sono sudamericani specializzati in furti con destrezza in danno di istituti di credito. Il loro modus operandi consisteva nel distrarre i clienti e i dipendenti per sottrarre, con destrezza, la refurtiva e sgattaiolare fuori dalle banche.

Circa 150.000 euro il provento dei colpi messi a segno.

Continua incessante la lotta all’evasione fiscale internazionale: scoperta e sanzionata un’altra società fittiziamente residente all’estero. 

Piacenza  -

Le Fiamme gialle piacentine, dopo avere scoperto, nello scorso mese di giugno, una societa’ che ha dichiarato la falsa residenza all’estero, nei giorni scorsi hanno inferto un altro colpo ad un’impresa con sede fittizia in un paese a fiscalita’ privilegiata. L’azienda, verificata dalla tenenza di Fiorenzuola d’Arda, attiva nel settore dei trasporti su strada, pur operando stabilmente nella provincia piacentina, dove è stata gestita e diretta da cittadini italiani, ha dichiarato formalmente la propria sede in Lussemburgo. 

Lo stratagemma ha consentito, per anni, di occultare al Fisco italiano ricavi superiori ad 1 milione di euro oltre alle connesse violazioni all’Iva per quasi 400.000,00. Questo è il risultato conseguito dopo approfondite investigazioni, condotte anche mediante l’attivazione dei canali di collaborazione internazionale tra Italia e Lussemburgo, che hanno consentito di dimostrare con elementi inconfutabili come l’azienda verificata fosse una società “esterovestita”, ovvero impresa di fatto residente nel territorio nazionale che dichiara fittiziamente di avere la sede all’estero per poter usufruire di un regime fiscale e, nel caso specifico, anche previdenziale, molto più vantaggioso. 

L’entità delle imposte evase hanno fatto scattare, a carico dell’amministratore, la denuncia all’autorità giudiziaria per il reato di omessa dichiarazione, finalizzata all’evasione delle imposte sui redditi e dell’I.V.A., con contestuale richiesta di sequestro “per equivalente” fino alla concorrenza delle imposte evase

Continua senza sosta l’azione di controllo della guardia di finanza per scoprire fenomeni evasivi, anche al fine di garantire la leale concorrenza tra le imprese del territorio e l’equità nella ripartizione della tassazione.

Nelle prime ore di questa mattina, durante il servizio di controllo del territorio, personale della Squadra Volante mentre transitava in via Emilia Ovest a Modena ha notato due uomini dall’atteggiamento sospetto, intenti ad osservare oltre le recinzioni delle abitazioni, come se stessero individuando l’obiettivo migliore per commettere un furto.

Alla vista della Polizia, i due si sono dati a precipitosa fuga, uno in direzione del parco Ferrari, l’altro lungo via Emilia Ovest. Quest’ultimo dopo un breve inseguimento è stato bloccato in via del Murazzo, con non poca fatica. L'uomo ha opposto resistenza agli operatori, sferzando calci e pugni.

Verifiche più approfondite hanno permesso di accertare che si trattasse di un cittadino albanese di anni 40, è gravato da precedenti di Polizia per resistenza a Pubblico Ufficiale, ricettazione e sfruttamento della prostituzione minorile

È risultato, inoltre, che lo straniero, destinatario di un decreto di espulsione, quale sanzione alternativa alla pena residua della reclusione, emesso dal Magistrato di Sorveglianza di Mantova nel 2017 ed eseguito con accompagnamento coatto alla frontiera aerea di Verona, aveva fatto rientro nel territorio nazionale, contravvenendo al divieto di reingresso in Italia prima di 10 anni.

Per questo, l’albanese è stato trattenuto in stato d’arresto presso le camere di sicurezza della Questura, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo. 

Il 40enne è stata anche denunciato in stato di libertà per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.

 

 

 

 

 

Denunciati per detenzione ai fini di spaccio due richiedenti asilo che alloggiavano abusivamente in un Centro di Accoglienza di Modena. A segnalarli la cooperativa che lo gestisce.
 
Modena - 

Non solo Polizia municipale e Forze dell’Ordine, ma le stesse cooperative che gestiscono i Centri di accoglienza straordinaria mantengono alta l’attenzione su quanto accade nelle strutture dove vengono ospitati i richiedenti asilo, al fine di prevenire e contrastare situazioni di illegalità che, per altro, finiscono per danneggiare anche chi invece vorrebbe vivere in Italia rispettando la legge.

È quanto fa la cooperativa Caleidos che gestisce molte strutture e ha segnalato alla Polizia municipale di Modena la presenza di persone non autorizzate all’interno di un alloggio utilizzato per accogliere richiedenti asilo.

Ieri mattina, mercoledì 26 settembre, alle 7 il blitz degli uomini del Nucleo Problematiche del Territorio, accompagnati dal personale di Caleidos, in un appartamento della periferia sud della città. All’interno, oltre a sei delle otto persone autorizzate ad abitare nell’alloggio, di cui due erano già uscite per recarsi al lavoro, sono stati sorpresi anche due senegalesi di 33 e 24 anni che non avrebbero dovuto esserci.

Nella stanza in cui dormivano, gli operatori della Polizia municipale hanno notato un cutter corroso: è bastato a far scattare la perquisizione della camera dove, nascosti in un cassetto, hanno rinvenuto quasi 80 grammi di eroina brown sugar e altri cutter. La droga è stata sequestrata; i due uomini, richiedenti asilo che non avrebbero però dovuto risiedere a Modena, bensì a Perugia e Gioia Tauro e che non risultano avere precedenti, sono stati allontanati dall’alloggio e denunciati per possesso di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

È accaduto in via Mantegna: il mezzo ha anche urtato i fili dell’alta tensione. Problemi alla circolazione; nessun ferito. Sul posto la Municipale di Modena.
 

Modena -

Viabilità messa a dura prova nella zona Sud di Modena nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 26 settembre, a causa di un autocarro che ha travolto le sbarre del passaggio a livello di via Mantegna
Fortunatamente nessun ferito, neanche tra i passeggeri del treno Gigetto che stava per sopraggiungere, mentre grazie al pronto intervento della Polizia municipale, giunta sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e al personale di Fer, la situazione della viabilità principale della zona, su via Fratelli Rosselli e via Panni, è potuta ritornare alla normalità in poco meno di un’ora. 

L’incidente, di cui l’Infortunistica della Municipale dovrà accertare l’esatta dinamica, è accaduto poco dopo le 17, quando un autocarro da 3,5 tonnellate, di proprietà di una ditta francese e guidato da un autotrasportatore marocchino, ha colpito le sbarre del passaggio a livello che probabilmente si stavano abbassando, finendo anche col travolgere i fili elettrici dell’alta tensione. 

Il convoglio ferroviario che stava per raggiungere il passaggio a livello e trasportava circa una trentina di persone si è fermato in tempo evitando l’urto, ma è potuto ripartire solo verso le 18.15, una volta spostato l’autocarro e ripristinate le condizioni di sicurezza. Nel frattempo la Municipale aveva fatto defluire i veicoli rimasti bloccati in via Mantegna attraverso tragitti alternativi e controllati dalle pattuglie anche regolamentando il transito attraverso i percorsi usati in caso d’emergenza all’interno del parco, mentre i Vigili del fuoco hanno messo in sicurezza la linea dell’alta tensione. 

Alle 18,30 la circolazione dei veicoli ha ripreso anche in via Mantegna regolata dalla Municipale che si è trattenuta fino all’ultimazione del ripristino del passaggio a livello.

Parma. Guardia di Finanza: catturati in Svizzera due latitanti internazionali, ricercati dall'autorità giudiziaria di Parma per frode fiscale

Nello scorso mese di luglio, le Fiamme Gialle di Parma, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, avevano concluso un'indagine, iniziata nel 2015, attraverso la quale era stato individuato un articolato sodalizio criminale, composto da 59 soggetti collegati a vario titolo a 92 società operanti sull'intero territorio nazionale.

Il sodalizio operava attraverso un meccanismo illecito basato sulla creazione o l'acquisizione di numerose società, poi affidate a rappresentanti legali, quasi sempre extracomunitari, risultati meri prestanome.

Nelle prime dichiarazioni fiscali presentate, i predetti soggetti economici esponevano falsi crediti IVA, generati da costi (per centinaia di migliaia di euro) in realtà mai sostenuti, non documentati o addirittura supportati da false fatture; i crediti fittizi così creati venivano ceduti ad altre imprese che li utilizzavano in compensazione di reali debiti tributari, riuscendo, in tal modo, a non pagare le tasse dovute.

Sulla base dell'attività investigativa, la locale Procura aveva richiesto e ottenuto, dal competente Giudice per le Indagini Preliminari, misure cautelari sia personali, per evitare il reiterarsi dei reati e per il concreto pericolo di fuga degli indagati, sia reali, quest'ultime volte a recuperare il profitto illecitamente ottenuto dal meccanismo fraudolento (oltre 4 milioni di euro).

Per questo erano già stati sottoposti a sequestro quote di società operative, autoveicoli di lusso intestati ai soggetti coinvolti, terreni ed immobili siti nella provincia di Napoli e di Parma, nonché cospicue somme liquide, depositate sui conti correnti nella disponibilità del sodalizio.

Tuttavia, i due fratelli di origine campana a capo dell'organizzazione criminale, colpiti dal provvedimento di cattura e formalmente residenti in Estonia, avevano fatto perdere le loro tracce sottraendosi abilmente all'arresto. Veniva emesso nell'immediatezza un provvedimento di rintraccio e quindi di cattura internazionale, avendo avuto contezza del loro allontanamento dal territorio nazionale.

La Procura della Repubblica di Parma disponeva ulteriori azioni investigative, condotte dalla Guardia di Finanza di Parma, volte al rintraccio dei due latitanti, i quali, nel frattempo, tentavano di depistare le indagini in corso e celare la loro effettiva ubicazione. Solo meticolosi e pazienti riscontri hanno consentito di circoscrivere sempre di più l'area delle ricerche sino a individuarla in Svizzera, nella zona di Lugano. La successiva preziosa ed efficace collaborazione con la Polizia elvetica, favorita dai canali di collegamento creati nel tempo dal Comando Generale del Corpo, ha consentito di individuare due locali in Lugano possibile base dei latitanti.

A questo punto il rapido intervento congiunto della Polizia Giudiziaria Federale di Lugano (Ufficio della Cooperazione Internazionale) e della Polizia Cantonale ha portato alla cattura simultanea dei due imprenditori.

Immediatamente bloccati, i due latitanti non hanno potuto fare altro che confermare la loro identità per poi essere condotti, in stato d'arresto, presso un istituto di reclusione in Svizzera in attesa dell'estradizione.

È in corso, da parte della polizia svizzera, la consegna alla frontiera Italiana dei due fratelli per essere posti in stato di reclusione a disposizione dell'Autorità Giudiziaria italiana. I finanzieri stanno ora indagando per ricostruire la rete di fiancheggiatori che hanno favorito la latitanza e per verificare se e in che modo abbiano utilizzato gli altri 16 milioni di euro circa di crediti fittizi creati, pronti per la successiva compensazione con reali debiti tributari e previdenziali gravanti sulle società a loro riconducibili.

Giornate movimentate per la Polizia di Stato di Modena. Arrestato topo d'appartamento, tossicodipendenti invadono stabile abbandonato e recidivo viene nuovamente espulso.

Fa reingresso illegale in Italia: arrestato dalla Polizia di Stato e nuovamente espulso.
La notte del 24 settembre scorso, personale del Commissariato di P.S. di Carpi mentre transitava in via Udine ha proceduto al controllo di un cittadino albanese di anni 44, sprovvisto di regolare titolo di soggiorno.

Verifiche più approfondite hanno permesso di accertare che lo straniero, destinatario di un decreto di espulsione, emesso dal Prefetto di Modena nel novembre del 2013, eseguito con accompagnamento coatto alla frontiera aerea di Verona ad opera di personale della Questura di Modena, aveva fatto rientro nel territorio nazionale, contravvenendo al divieto di reingresso in Italia prima di 10 anni.
Per tale motivo, il 44enne è stato tratto in arresto e trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura in attesa del processo con rito direttissimo, svoltosi il pomeriggio stesso. Il Tribunale di Modena ha convalidato l'arresto, condannandolo a mesi 6 e giorni 20 di reclusione con pena sospesa e nulla osta alla sua espulsione dal territorio nazionale.

Personale dell'Ufficio Immigrazione ha immediatamente attivato le procedure per l'espulsione dello straniero, che di fatto è stata eseguita nel pomeriggio di ieri con accompagnamento coatto alla frontiera aerea di Milano Malpensa.

Si aggirava tra le abitazioni alla ricerca di facili obiettivi: arrestato dalla Polizia di Stato topo d'appartamenti, destinatario di un ordine di carcerazione.

Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto in esecuzione di un ordine per la carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena il 22 novembre 2017, un cittadino marocchino di anni 54.

Nel corso del quotidiano servizio di controllo del territorio, gli agenti transitando in zona Fratelli Rosselli hanno notato un uomo, che si aggirava tra le abitazioni con atteggiamento sospetto come se stesse effettuando una ricognizione dei luoghi al fine di individuare un obiettivo favorevole ad un eventuale furto.

Dal controllo è emerso che il marocchino, gravato da numerosi precedenti di Polizia per reati contro la persona e il patrimonio, deve espiare una pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione per il reato di furto in abitazione.

Al termine degli accertamenti di rito, lo straniero è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale.

Controlli in uno stabile abbandonato: denunciati dalla Polizia di Stato tre tossicodipendenti per invasione di edifici
Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Volante ha denunciato in stato di libertà tre uomini, un ghanese, un italiano e un pakistano, responsabili del reato di invasione di terreni o edifici.
Gli agenti hanno proceduto ad un controllo di uno stabile in stato di abbandono in via Munari, dove sospettavano esservi la presenza di persone non autorizzate.
Dopo aver effettuato un'accurata perlustrazione dei luoghi circostanti, gli operatori hanno notato che l'accesso principale dell'edificio era aperto, ma il passaggio parzialmente ostruito con della legna da cantiere. Dall'interno provenivano rumori, che facevano intendere che il fabbricato non fosse disabitato.

Gli agenti, unitamente a personale della Polizia Municipale, una volta entrati nel locale al piano terra, hanno sorpreso i tre uomini, che senza ombra di dubbio avevano appena consumato della sostanza stupefacente in quanto erano ancora visibili pezzi di stagnola affumicata e altri oggetti utilizzati solitamente dai tossicodipendenti. Nello stabile in rovina, privo di corrente elettrica e fornitura d'acqua, vi erano sparsi per terra indumenti, che facevano dedurre che lo stesso fosse abitualmente abitato dai tre soggetti.

Accompagnati in Questura per accertamenti più approfonditi, è emerso che il ghanese, di anni 46, gravato da numerosi precedenti di Polizia per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti, è irregolare sul territorio nazionale, motivo per il quale è stato deferito all'A.G. anche per il reato di immigrazione clandestina; l'italiano, di anni 33, risulta avere a proprio carico precedenti di Polizia per guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, mentre il pakistano, regolare in Italia, è stato denunciato in stato di libertà anche inosservanza delle norme sugli stranieri, in quanto al momento del controllo, senza giustificato motivo, non ha esibito il permesso di soggiorno.

La Guardia di Finanza di Ravenna ha recentemente concluso un'attività di indagine che ha portato alla luce un'intricata storia fatta di menzogne, avances e minacce poste in essere negli anni da una trentaseienne italiana residente nel ravennate a discapito di alcuni uomini rimasti vittima dei suoi ricatti.

Gli accertamenti hanno avuto inizio nel 2016, a seguito di una querela presentata da un cittadino ferrarese nei confronti della donna, conosciuta su un sito on line di incontri, per il reato di truffa. In sintesi l'uomo ha denunciato di aver dovuto sborsare decine di migliaia di euro per aiutare la donna che, riferendogli circostanze poi risultate non vere, quali la necessità di curare fantomatiche patologie tumorali e di interrompere una gravidanza in realtà inesistente, lo aveva indotto a consegnarle oltre 160 mila euro attraverso bonifici bancari, versamenti in contanti e addirittura mediante la sottoscrizione di finanziamenti a beneficio della stessa.

Muovendo da questo caso, le Fiamme Gialle hanno sviluppato una serie di indagini che hanno consentito non solo di verificare la veridicità di quanto denunciato dall'uomo, ma anche di portare alla luce altri casi analoghi.

In particolare è emerso che la donna aveva nel tempo circuito anche un altro uomo del ravennate che, cedendo alle lusinghe della trentaseienne, ne è ben presto divenuto vittima. La donna infatti, dietro la minaccia di rivelare alla moglie dell'uomo la relazione sentimentale che avevano nel frattempo avviato, lo vessava con quotidiane richieste di denaro contante, per poi giungere ad estorcergli la somma di 25.000 mila euro, importo che il malcapitato si era procurato sottoscrivendo un prestito, con il quale la donna ha acquistato una nuova autovettura.

Al termine delle indagini, svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ravenna, nella persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa Angela Scorza, le Fiamme Gialle hanno denunciato la donna per i reati di truffa e di estorsione.

L’amico ha confessato il delitto. Gli avrebbe sparato con la pistola del padre, regolarmente detenuta. Per lui scatta il provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio aggravato. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato recuperato ieri pomeriggio dai sommozzatori.

Modena -

Ha confessato l’amico e coetaneo di Giuseppe Balboni, il 16 enne residente a Ciano di Zocca, di cui si erano perse le tracce dallo scorso 17 settembre e ritrovato cadavere in un pozzo a Tiola di Castello di Serravalle nella tarda mattinata di ieri. 

È stato lui a ucciderlo con la pistola del padre, regolarmente detenuta dal genitore e a questi sottratta. Ancora ignoto il movente, anche se alcuni amici di Giuseppe, sentiti dagli inquirenti, hanno parlato di cattive frequentazioni, anche con ragazzi più grandi. Proprio grazie alle dichiarazioni dei ragazzi, che hanno fatto subito il nome del giovane, poi reo confesso, gli investigatori sono giunti all’autore del delitto. 

Giuseppe Balboni, che avrebbe dovuto iniziare a frequentare un istituto tecnico di Bologna proprio la mattina della scomparsa, lo scorso 17 settembre, si era allontanato in sella al suo scooter, un Phantom F12 rosso, dicendo ai genitori che aveva un appuntamento con un amico nella zona di Tiola. 

Il ragazzo non era più tornato a casa e la famiglia aveva allertato le Forze dell’Ordine. Le ricerche hanno coinvolto per otto giorni Carabinieri, Polizia Municipale e Vigili del Fuoco del Comune di Valsamoggia, che hanno battuto a tappeto la zona tra Modena e Bologna solitamente frequentata da Giuseppe. I genitori avevano lanciato un appello anche attraverso la trasmissione “Chi l’ha visto?”

Il ritrovamento del suo scooter a Castello di Serravalle, nei pressi di una fontana e coperto di foglie, insieme ad alcuni oggetti personali e indumenti, una giacca e il portafogli, ha indotto a intensificare le ricerche nella zona. E ieri, in tarda mattinata, il corpo del sedicenne, in avanzato stato di decomposizione, è stato ritrovato in un pozzo profondo tre metri nei pressi di un casolare, in località Tiola.

Il recupero è stato piuttosto complesso, a causa delle dimensioni ridotte dell’apertura del pozzo, e ha coinvolto i sommozzatori di Bologna. Le operazioni si sono concluse ieri attorno alle 16.30, ma da una prima ispezione da parte del Medico Legale, sono emerse sul corpo ferite compatibili con colpi d’arma da fuoco. Già da ieri, infatti, era trapelato che si trattasse di omicidio. Ipotesi confermata dalla confessione dell’amico e coetaneo di Giuseppe Balboni, nei confronti del quale la Procura emetterà un provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio aggravato.

S-Chiusi in galleria 2018 a Parma il teatro rivitalizza le zone cittadine. Appuntamento per questa edizione presso Galleria Bassa dei Magnani, Borgo Romagnosi, Borgo Piccinini e Via Oberdan il 6 ottobre dalle 10.30 alle 13 e dalle 18 alle 23 e il 7 ottobre dalle 15.30 alle 21.

Parma -

Sabato 6 e domenica 7 ottobre a Parma la cultura fa rivivere i negozi chiusi grazie al progetto S-Chiusi promotore di un intervento che può alimentare nuove forme di partecipazione urbana. Posta quest’anno a conclusione di “Insolito Festival”, l’iniziativa, dopo due edizioni realizzate nel 2013 e nel 2015 nel quartiere Oltretorrente a Parma, salutate da un notevole successo di pubblico e dalla collaborazione di tante istituzioni e associazioni, allarga il proprio raggio d’azione urbano e tocca la Galleria Bassa dei Magnani, Borgo Romagnosi, Borgo Piccinini e Via Oberdan

Ideato dal Teatro delle Briciole, che lo realizza con l’Associazione Micro Macro Festival e con gli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive del Comune di Parma, con il contributo della Regione Emilia Romagna, della Fondazione Monteparma e la collaborazione di Ascom, Confesercenti e Unipol, il progetto fa rivivere grazie a performance teatrali quei luoghi da troppo tempo abbandonati. 

Il teatro, la sua creatività, così fortemente caratterizzata dalla relazione tra le persone dal vivo, può contribuire a far emergere l’importante funzione degli spazi commerciali anche come luoghi capaci di accrescere la convivialità e il benessere degli abitanti. 

S-Chiusi promuove da un lato nuove forme di collaborazione tra soggetti attivi nel territorio in contesti diversi, quali produttori culturali e protagonisti dell’impresa commerciale e artigiana, dall’altro alimentaa la partecipazione degli abitanti a un momento di riflessione condivisa sul problema della desertificazione commerciale dei centri storici. 

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Con la partecipazione di artisti di diverse discipline come Beatrice Baruffini, Daniele Bonaiuti, Paola Crecchi, Daniel Gol, Claudio Guain, Riccardo Reina, Chiara Renzi, Agnese Scotti, Elisa Cuppini e Andrea Dionisi, l’obiettivo è mostrare come il teatro possa incidere sulla dimensione comunitaria del vivere urbano, additando il valore relazionale oltre che economico delle attività commerciali dei centri storici. 

L’iniziativa si pone in stretta relazione con il progetto di rigenerazione del Sottopasso Ponte Romano, la cui inaugurazione è prevista per il 7 Ottobre alle 16.30. S-Chiusi valorizza inoltre la nuova sistemazione di Borgo Romagnosi e gli spazi che tramite il sottopasso saranno direttamente collegati con Piazza Ghiaia. 

S-Chiusi aderisce all’iniziativa della Regione Emilia-Romagna denominata Settimana della Cultura 7 - 14 ottobre 2018 nell’ambito della campagna EnERgie Diffuse – Emilia-Romagna un patrimonio di culture e umanità. Per l’occasione il Comune di Parma promuove il progetto I like Parma – Un patrimonio da vivere, coordinato dall’assessorato alla Cultura insieme alla sezione cittadina del FAI – Delegazione di Parma e organizzato in collaborazione con numerose istituzioni e realtà culturali del territorio, con un ricchissimo programma di appuntamenti per adulti e bambini alla scoperta di luoghi straordinari della nostra città. 

 

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.

Informazioni: Tel. 0521 992044, www.s-chiusi.org, facebook: @schiusi.parma. 

 

Si s-chiudono i negozi di:

Via Oberdan 4/c

Via Oberdan 4/e

Borgo Piccinini 2/b

Galleria Bassa dei Magnani 5/b

Borgo Romagnosi 8/a

Borgo Romagnosi 8/d

 

IL PROGRAMMA DEGLI APPUNTAMENTI

 

Hit-Parade

Negozio a cura di Beatrice Baruffini e Agnese Scotti

Pronti all’ascolto, circondati dalle hits di tutti i tempi, dentro di noi, appesi alle pareti, nell’aria e sotto i piedi, i successi musicali incontrano il teatro d’oggetti e vengono rivisitati e interpretati da uno strano “duo-box” capace di dare una vita inaspettata ad alcune delle hits che hanno fatto la storia della musica.

 

Mostra!

Negozio a cura di Chiara Renzi e Daniele Bonaiuti

Non lasciatevi scappare la possibilità di un incontro ravvicinato con un mostro dell’arte contemporanea. Potrete acquistare le sue opere in esclusiva e assistere a un’intervista unica che vi permetterà di scoprire un artista controverso, fuori dal coro, raro nel suo genere.

 

Le Ciabatte di Otello

Negozio a cura di Claudio Guain

In un negozio entrano ed escono tante persone, che condividono pareri, scambiano opinioni, raccontano storie. Come quella di un cliente che ci guida in un piccolo viaggio nel cuore di un attore e del suo strano, maniacale rapporto con gli oggetti di scena. Soprattutto con le scarpe.

 

La Guerra E’ Finita! 

Negozio a cura di Daniel Gol – Teatro Distinto

con Silvia Bisio

In un vecchio negozio di frutta, la protagonista ci racconta, attraverso fotografie di famiglia, l’incontro senza parole tra una bambina ed un giovane solitario. In un intreccio tra sapori, immagini e ricordi, si delinea un percorso familiare che riporta alla luce emozioni ancora vive.

 

Scarpe Diem

Negozio a cura di Elisa Cuppini 

Torna un piccolo classico tra gli appuntamenti di “S-Chiusi”, molto apprezzato nelle due edizioni del 2013 e 2015. Un’anima scalza dall'identità incerta, riacquisterà voce e presenza indossando scarpe appartenute a molti personaggi teatrali. Saranno gli spettatori/clienti a scegliere, passo dopo passo, chi potrà di nuovo calzare la scena.

 

Mille Bolle di Sangue Blu

Negozio a cura di Paola Crecchi

Nel suo negozio la strega Upupa, come una Sibilla nel suo antro, tra suggestioni visive e atmosfere misteriose,  ha aperto una scuola di cucina unica nel suo genere, dove tiene corsi accelerati su come cucinare Principesse, Principi e Regine. Consigliato per aspiranti streghe e stregoni.

 

Ottica Spinoza
Negozio a cura di Riccardo Reina e Yele Canali

All’interno dell’Ottica Spinoza non troverete occhiali normali. Non si vendono occhiali né da vista né da sole, si producono solo lenti di un materiale molto particolare: il Glitch. Sono occhiali che però non si possono vendere né acquistare, solo indossare per il tempo necessario a scoprire quale sia la loro singolare funzione.

 

Ain’t Got No

Negozio a cura di  Andrea Dionisi 

Si possono comprare o vendere soluzioni? E che succede se non funzionano, se non servono a superare lo stallo? Il contrasto tra azione e inerzia, nei dilemmi di un presente che ti mette sotto scacco, è indagato con il linguaggio della danza, con un vocabolario in cui il corpo si misura con la dimensione assoluta del <ain’t got no>, del <non avere nulla>.

 

 

 

 

 

 

Voltaren pericoloso per il cuore? Uno studio danese pubblicato sul Bristish Medical Journal mette nel mirino uno degli antidolorifici più venduti al mondo: presenta un alto rischio di infarto.

 

È usato per alleviare il mal di testa, i dolori dentali, mestruali, articolari, dei legamenti, dorsali, legati alle lesioni e per abbassare la febbre durante le condizioni simil-influenzali. Stiamo parlando del farmaco antinfiammatorio non steroideo più utilizzato al mondo: il dicloflenac, conosciuto in Italia come Voltaren, uno dei "gioielli" del colosso farmaceutico Novartis.

Diversi studi sono già giunti a dimostrare che l'uso di questo farmaco, soprattutto a lungo termine e in dosi elevate (da 150 mg al giorno), potrebbe aumentare l'insorgenza di un evento cardiaco, soprattutto in persone che hanno già fattori di rischio, come una storia di infarto o ictus, iperlipidemia, diabete o tabacco.

Uno studio danese, pubblicato il 4 settembre scorso sull'autorevole Bristish Medical Journal, in risposta a una richiesta di rivalutazione del rapporto rischi/benefici dei trattamenti contenenti questa molecola dall'Agenzia europea per i medicinali nel 2016, ha confermato questo legame in modo particolarmente forte. Sulla base di un registro nazionale contenente i dati di 6,3 milioni di pazienti, utenti o non antinfiammatori tra il 1996 e il 2016, gli autori sono stati in grado di confrontare i pericoli dell'assunzione di diverse classi di farmaci di questa famiglia: diclofenac (Voltaren, Inflamac, Ecofenac ...), ma anche l'ibuprofene (Brufen, Irfen, Algifor ...), naproxene (Apranax, Proxen ...) e paracetamolo (Panadol, Dafalgan ...). I risultati dimostrerebbero che un trattamento con diclofenac per 30 giorni, indipendentemente dalla dose prescritta, sarebbe associato ad un aumento dell'incidenza di eventi cardiovascolari (disturbi del ritmo cardiaco, ictus, infarto, arresto cardiaco) in circa il 50% in più rispetto alle persone non in trattamento, 20% rispetto all'ibuprofene e il 30% rispetto al naprossene, indipendentemente dal sesso o dall'età dei soggetti studiati.

Va notato che gel, unguenti o compresse contenenti diclofenac non sono interessati a causa del basso assorbimento della molecola attraverso la pelle. Con quali meccanismi i farmaci antinfiammatori possono essere dannosi per il cuore? "Queste molecole agiscono modificando la produzione di prostaglandine", afferma Thierry Buclin, Chief Medical Officer del Dipartimento di Farmacologia Clinica presso il CHUV di Losanna. Questi messaggeri chimici sono mediatori del dolore e dell'infiammazione, ma sono anche coinvolti nella coagulazione del sangue e nella protezione delle membrane mucose e dei vasi sanguigni. Pertanto, se calma il dolore, un antinfiammatorio può anche causare sanguinamento gastrico, ma facilita anche la formazione di coaguli che possono causare eventi cardiovascolari.

Lodato inizialmente per la sua migliore tolleranza gastrica, l'anti-infiammatorio sviluppato da Merck, il Vioxx, è stato ritirato dal mercato nel 2004 a causa di un rischio cinque volte maggiore di un evento cardiovascolare rispetto ai suoi principali concorrenti. Morten Schmidt, autore principale dello studio, contattato dal celebre quotidiano The Times, ritiene che dovrebbero essere prese misure dalle autorità sanitarie per quanto riguarda l'uso di diclofenac, "Noi crediamo che sia il momento di riconoscere il potenziale rischio per la salute legato a questa sostanza e ridurre il suo uso. Questo farmaco non dovrebbe più essere disponibile senza una prescrizione e, quando prescritto, dovrebbe essere accompagnato da un chiaro foglio illustrativo che ne spieghi i potenziali pericoli ".

Jules Desmeules, direttore medico del dipartimento di farmacologia clinica presso l'HUG, a Ginevra, è più moderato: "Sebbene gli autori ci ricordino giustamente che il rischio cardiovascolare con farmaci antinfiammatori esiste, non lo escludiamo. Tuttavia, non è possibile inchiodare il diclofenac alla gogna basandosi su questo studio perché si basa su registri e dosaggi che non sono sufficientemente dettagliati. Se il diclofenac è ​​più rischioso di altre sostanze, può essere perché viene spesso usato al dosaggio massimo consentito, a differenza, ad esempio, dell'ibuprofene. Tuttavia, questo lavoro ci rafforza nell'idea che il paracetamolo sia certamente la migliore scelta analgesica per le persone a rischio ".

Conoscere i possibili effetti collaterali dei farmaci che ingeriamo sembra tanto più significativo rispetto ad una revisione della prescrizioni sui prodotti terapeutici che possa ulteriormente facilitare l'accesso della popolazione agli anti-infiammatori. In ogni caso, per Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti”, la nostra associazione che da anni, tra le sue attività si occupa di farmacovigilanza e di tutela dei pazienti dalle conseguenze dannose dei farmaci, ritiene utile un approfondimento delle verifiche da parte delle autorità di farmacovigilanza a partire da AIFA ed EMA alla luce di questa ricerca pubblicata su una rivista scientifica così autorevole ed effettuata sulla base di dati riguardanti milioni di soggetti. Nel frattempo, raccoglieremo tutte le segnalazioni che dovessero pervenirci in merito a casi anche e solo di sospette conseguenze negative sulla salute per coloro che hanno assunto farmaci contenenti il principio attivo in questione.

 

Martedì, 25 Settembre 2018 16:24

Ritrovato morto il 16 enne Giuseppe Balboni

Il corpo del ragazzo, che si era allontanato da casa, a Zocca, lo scorso 17 settembre, è stato rinvenuto in un pozzo a Castello di Serravalle, nel bolognese. Di lui si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?”

ZOCCA (MO) –

Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda di Giuseppe Balboni, il 16 enne residente a Ciano di Zocca di cui non si avevano più notizie da lunedì 17 settembre, quando si era allontanato da casa in sella al suo scooter.

Il mezzo, un Phantom F12 rosso, era stato ritrovato sabato sera a Castello di Serravalle, nel bolognese, nei pressi di una fontana e ricoperto di foglie. Nella zona si erano quindi concentrate fin da subito le ricerche dei Carabinieri. Del caso si era occupata anche la trasmissione “Chi la visto?” .

E proprio a Castello di Serravalle, in località Tiola, nella tarda mattinata di oggi è stato trovato il corpo del ragazzo, sul fondo di un pozzo. Si indaga per omicidio. Il caso è seguito anche dalla Procura per i Minorenni.

 

«Troppo spesso il personale front line delle aziende di trasporti passeggeri è lasciato solo e costretto ad affrontare situazioni rischiose, che non di rado sfociano in vere e proprie aggressioni». Lo afferma Aldo Cosenza, segretario generale della Fit Cisl Emilia-Romagna, dopo l'aggressione subita domenica sera da una capotreno neoassunta, in servizio sul treno regionale Trenitalia Bologna-Parma.

«L'episodio si è verificato nei pressi della stazione di Modena – rivela Cosenza - Solo in questi ultimi giorni abbiamo notizia di almeno altri tre lavoratori aggrediti a bordo dei convogli in regione, a cui vanno sommati i diversi episodi ai danni del personale Tper sui bus. C'è bisogno di immediati provvedimenti di istituzioni e aziende: serve un maggior supporto al personale, tornelli nelle principali stazioni (così come in aeroporto), un potenziamento delle squadre di scorta e protezione aziendale».

Il sindacalista Cisl aggiunge che da tempo è stato richiesto un intervento delle istituzioni, sia a livello nazionale che regionale. Tuttavia, nonostante le continue sollecitazioni e il confronto aperto con istituzioni e aziende, finora non è ancora stato predisposto un piano di prevenzione e sicurezza né per gli addetti ai lavori, né per gli utenti.

«La situazione generale è resa ancora più complicata dalla chiusura di numerosi postazioni della polizia ferroviaria, tanto da rendere sempre meno frequenti gli interventi di prevenzione delle stesse forze dell'ordine – sottolinea Cosenza - Non si può salire su un treno o un autobus ed essere aggrediti semplicemente perché si sta svolgendo il proprio lavoro. I lavoratori dei trasporti, i viaggiatori e i cittadini hanno bisogno di risposte concrete e rapide, rispettose della libertà e dei diritti della persona. Per questo – conclude il segretario generale della Fit Cisl Emilia-Romagna - chiediamo immediati provvedimenti a tutti i soggetti coinvolti (aziendali, istituzionali e sociali)».

Nel primo pomeriggio di ieri, 24 settembre, intorno alle ore 15:00, un grosso incendio si è sviluppato all'interno di un deposito di componenti per illuminazione artistica e addobbi natalizi. Il rogo si è sviluppato rapidamente e ha prodotto una nuvola densa di fumo nero ed acre che, traportata dal vento, si è propagata in diverse zone del capoluogo cittadino.

Nel frattempo, mass media e forze di Polizia invitavano i residenti a rimanere nelle proprie abitazioni con i serramenti chiusi. Per fronteggiare l'incendio sono intervenute diverse squadre del comando di Reggio Emilia, coadiuvate anche dal comando di Modena. Intorno alle 19:00 le fiamme erano sostanzialmente domate anche se le operazioni di minuto spegnimento si sono protratte per tutta la notte.

Sul posto hanno operato complessivamente 7 squadre provenienti dalla sede Centrale e dai distaccamenti di Guastalla, di Sant'Ilario d'Enza e di Carpi, insieme ai volontari di Luzzara. Ingente il quantitativo di liquido schiumogeno impiegato per il soffocamento dell'incendio. Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell'Arpa per le valutazioni sulla salubrità dell'aria.

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Il Manifesto per San Leonardo chiede il rispristino, con taglio più operativo, del CENTRO STUDI PER LA LEGALITA'. Riceviamo e pubblichiamo dal Manifesto per san Leonardo:

"Nella continua ricerca di soluzioni e contributi per portare legalità e sicurezza nel nostro Quartiere S. Leonardo abbiamo scritto a diversi organi istituzionali ed in data 21/8/2018 anche al Centro Studi per la Legalità (si veda Email a seguire); purtroppo a tutt'oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro, forse perché questo Centro Studi ha cessato di esistere pur risultando ancora ben evidenziato sul Portale del Comune di Parma.

Sarebbe davvero auspicabile la presenza di un Centro Studi che possa analizzare le condizioni di un tessuto sociale infragilito e infiltrato da organizzazioni criminali italiane e straniere, per ricercare con metodo e competenza scientifica soluzioni sistemiche, e non semplicemente sintomatiche, alla presenza delle Mafie sul nostro territorio e soprattutto che possa elaborare con le Istituzioni competenti, un articolato e realistico piano di contrasto al proliferare dell'illegalità e dell'insicurezza.

Per questo motivo chiediamo il ripristino ed il rilancio del CENTRO STUDI PER LA LEGALITA' con un taglio maggiormente operativo rispetto al precedente, anche in sinergia con Legge Regionale 28/10/2016 n.18 e delle indicazioni ed opportunità dell'Associazione AVVISO PUBBLICO di cui il Comune di Parma è ente pubblico aderente."

 

2018.08.21_Pagina_Comune_di_Parma_su_CENTRO_STUDI_LEGALITA.jpg

 

La mail del 21 agosto

---------- Messaggio originale ----------
Da: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
A: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Data: 21 agosto 2018 alle 19.54
Oggetto: QUALI INIZIATIVE PER IL QUARTIERE SAN LEONARDO?

Al Centro Studi Legalità del Comune di Parma

Il nostro Comitato "Manifesto per San Leonardo" si fa promotore ormai da tempo di evidenziare le situazioni critiche del nostro quartiere, di proporre soluzioni e di coinvolgere, ove possibile, altri cittadini, gruppi e associazione in questo impegno civico.

In quest'ottica già nel 2015 vi avevamo scritto (si veda copia email allegata) con l'esplicito scopo di conoscere il vostro esperto contributo alla prevenzione, contenimento e contrasto dell'illegalità e del crimine organizzato nel nostro Quartiere S Leonardo.

È ormai palese, e da più parti riconosciuto, che a San Leonardo operano e prosperano organizzazioni mafiose ben strutturate e radicate, che proseguono indisturbate le proprie attività criminali; quella dello spaccio (la più manifesta e flagrante) ha prodotto una vera e propria "occupazione del territorio", sfrontata, capillare e finora impunita. La situazione si va sempre più cronicizzando con la conseguenza di un progressivo ritiro dei cittadini perbene dalla vita di quartiere ed una continua progressione del degrado urbano e sociale.

Durante quest'arco temporale abbiamo continuato a sperare che, anche attraverso il vostro apporto di indagine, studio e ricerca, la condizione socio-ambientale di S. Leonardo potesse migliorare, ne constatiamo invece ogni giorno il progressivo e rapido peggioramento.

In considerazione delle notizie apparse, anche recentemente, sugli organi di informazione che evidenziano la presenza nel nostro Comune di Organizzazioni Mafiose italiane e straniere, riteniamo che questi articolati sistemi criminali non possano non annoverarsi tra quelli oggetto di attenzione da parte di codesto Centro Studi Legalità: appalti, traffico di stupefacenti, prostituzione, racket dell'accattonaggio, ecc.

Pertanto, coerentemente con quanto indicato sul sito del Comune di Parma in merito alla vostra missione: "....un osservatorio finalizzato a mantenere l'attenzione sul problema della criminalità a tutti i livelli che implica la necessità di fare "rete" con particolare attenzione al ruolo dell'ente locale", vi chiediamo quali studi, analisi, monitoraggi, iniziative o azioni per il nostro Quartiere abbiate intrapreso o intendiate implementare, facendo rete con tutte le Istituzioni competenti, al fine di promuovere la legalità e contrastare i fenomeni della criminalità organizzata sul nostro territorio.

Vi ringraziamo anticipatamente per la risposta che vorrete fornirci e porgiamo cordiali saluti.

 

 

 

Nonnina investe due pedoni, prima uno e poi l'altro, e tira dritto. 92enne denunciata dai Carabinieri

Bologna 25 settembre 2018 - Nella mattina di ieri, i Carabinieri di Vergato sono stati impegnati a rilevare un incidente stradale che ha coinvolto un'anziana automobilista di Grizzana Morandi e due pedoni di Vergato.

È successo alle ore 10:25, quando la Centrale Operativa del 112 è stata informata che una 45enne era stata investita da un'automobile mentre stava camminando in via Bortolotti e l'autista, invece di fermarsi e prestare assistenza, aveva proseguito la marcia in direzione del mercato allestito in Piazza IV Novembre, dove investiva un altro pedone, un 85enne che si trovava sul posto per fare la spesa.

All'arrivo dei Carabinieri, l'autista, 92enne italiana, era confusa e agitata. L'anziana automobilista è stata tranquillizzata dai militari e informata delle responsabilità connesse all'articolo 189 del Codice della Strada: "Comportamento in caso di incidente".

I due pedoni sono stati trasportati al Pronto Soccorso. Ad avere la peggio è stata la 45enne che ha riportato delle ferite di media gravità agli arti inferiori.

PARMA. Guardia Di Finanza: Conclusa L'operazione "Fiori Di Loto". Sequestrati 22 Centri Massaggi Dediti Allo Sfruttamento Della Prostituzione.

Parma 25 settembre 2018 - Si è conclusa, con il sequestro di 22 centri massaggi e la denunzia di 34 responsabili di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, l'operazione "Fiori di Loto" condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma.

L'indagine si inquadra in una più vasta attività di polizia economico-finanziaria avviata da oltre un anno nel settore delle prestazioni di servizi, in particolare nei confronti di centri benessere ed attività similari.
Presupposto delle investigazioni, la diffusa presenza, in città, di partite IVA nei settori economici dei "servizi di centri per il benessere fisico" e delle "altre attività di servizi non altrimenti classificabili", con caratteristiche per lo più comuni: ditte individuali riconducibili a soggetti di etnia cinese residenti nel milanese, senza altre fonti di reddito note e con esigui e similari volumi di affari e redditi dichiarati.

Le Fiamme Gialle di Parma, peraltro, avevano registrato numerose segnalazioni al servizio di pubblica utilità "117", effettuate da cittadini che lamentavano - in ambito locale - presunte attività di meretricio gestite da soggetti di nazionalità cinese.

Dalle complesse indagini, eseguite con il coordinamento della Procura della Repubblica di Parma, è emerso un articolato e strutturato sistema illecito sostanzialmente improntato sull'esercizio dell'attività di prostituzione in 22 centri massaggi, dislocati a Parma ad eccezione di uno recentemente trasferitosi a Ferrara; a fattor comune, i frequenti subentri nella gestione "di fatto" delle imprese coinvolte, i ripetuti scambi dei contratti di locazione degli immobili e dei dipendenti nonché l'utilizzo di "money transfer" per il trasferimento in Cina dei proventi illeciti.

Sono state identificate 25 giovani ragazze, di origine cinese, risultate vittime di sfruttamento della prostituzione perpetrato dai 34 denunziati (tutti cinesi, a parte un italiano), questi ultimi titolari e gestori di fatto delle predette attività economiche.
All'esito del conseguente iter giudiziario, i Finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo dei 22 immobili, sedi delle attività coinvolte, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, al fine di scongiurare la reiterazione dei reati.

Nella circostanza i finanzieri, su disposizione della Procura della Repubblica di Parma, hanno eseguito 56 perquisizioni domiciliari e locali su tutto il territorio nazionale, finalizzate principalmente al rinvenimento di documentazione extracontabile utile per gli approfondimenti di natura fiscale.

I verificatori della Guardia di Finanza, infatti, hanno contestualmente avviato 22 controlli fiscali finalizzati alla ricostruzione dei reali volumi d'affari dei centri massaggi, compresi i proventi illeciti derivanti dal reato di sfruttamento della prostituzione, anch'essi sottoposti a tassazione ai sensi della vigente normativa.

L'attività condotta dalla Guardia di Finanza testimonia il forte impegno e la trasversalità dell'attività del Corpo, quale baluardo di legalità economico-finanziaria, nel contrasto a tutte le forme di economia sommersa e/o illecita.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno eseguito, su tutto il territorio nazionale, un provvedimento di sequestro emesso dal G.I.P. del capoluogo felsineo, dott. Alberto Ziroldi, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Bologna, dott.ssa Manuela Cavallo, di beni mobili, immobili (tra cui una villa sui colli bolognesi del valore di circa 2 milioni di euro), autovetture, quote societarie, polizze assicurative e conti correnti, per quasi 25 milioni di euro.

Ai 16 indagati – tra cui 4 bolognesi - è contestata, a vario titolo, "l'associazione per delinquere" finalizzata alla commissione di numerosi crimini tra cui "l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti", "l'omessa dichiarazione fiscale", "l'occultamento o la distruzione delle scritture contabili", la "simulazione di reato", il tutto con l'aggravante della transnazionalità in relazione al fatto che le varie condotte criminali sarebbero state commesse in più stati.

L'esito delle indagini di polizia economico-finanziaria, svolte dai militari della Compagnia di Imola, ha permesso di risalire ai vertici dell'associazione criminale i quali, dagli uffici bolognesi, avrebbero utilizzato compiacenti "prestanomi" per strutturare e gestire varie catene societarie – costituite da società italiane, società esterovestite (ossia con sede fittizia in Gran Bretagna ma realmente operanti presso la sede bolognese) e società ubicate, tramite l'interposizione di fiduciarie estere, in Paesi off shore (in particolare nei "paradisi fiscali" tra i quali le Isole Vergini Britanniche e di Panama) al plurimo scopo di pervenire, da un lato, al completo camuffamento della reale allocazione reddituale e degli effettivi soci/amministratori e, dall'altro, di impedire la ricostruzione delle "tracce contabili" dei movimenti di denaro.

Il sofisticato sistema di frode, attuato per anni dal sodalizio criminale, ha condotto alla scoperta di un giro di fatture false e/o "gonfiate" per oltre 75 milioni di euro, aventi ad oggetto prestazioni di sponsorizzazione in favore di due note società di basket di livello nazionale, di cui una imolese e l'altra, femminile, con sede in Parma.
Al pagamento della fattura (da parte dello sponsor alla società inglese), seguiva la retro-restituzione di parte del corrispettivo nuovamente allo sponsor, attraverso una preventiva serie di transazioni di valuta in più stati esteri attuata con l'obiettivo di dissimularne l'illecita provenienza.

Tali fatture false venivano emesse da società appositamente costituite a Londra (ove esisteva solamente un mero recapito), ma di fatto organizzate, gestite e dirette a Bologna, le quali avevano acquistato, ad un corrispettivo irrisorio e senza "esclusiva", i diritti di sfruttamento dell'immagine e degli spazi pubblicitari delle due società di basket.

Queste società "fittiziamente straniere", giovando della propria esterovestizione, emettevano fatture senza applicazione dell'IVA e non presentavano in Italia alcuna dichiarazione fiscale conseguendo, in tal modo, una milionaria evasione d'imposta.

A loro volta, gli sponsor, ricevuta la fattura, effettuavano i relativi pagamenti attraverso bonifici bancari su conti correnti accesi presso istituti di credito londinesi da cui, l'organizzazione criminale, li dirottava immediatamente con successive transazioni valutarie su conti correnti bancari aperti nel Principato di Monaco e, con ulteriori transazioni, infine, nella Repubblica di San Marino su conti accesi a nome di varie società di comodo e con l'interposizione di vari soggetti "prestanome".

Da tali conti, il denaro veniva prelevato in contanti per essere poi materialmente riconsegnato agli sponsor i quali, oltre a fruire dell'illecita deduzione fiscale della fattura "gonfiata" conseguivano l'ulteriore vantaggio di rientrare in possesso di gran parte delle somme inizialmente corrisposte alla società estera per la sponsorizzazione.

Ad entrambi i presidenti delle due società di basket viene contestato un ruolo determinante all'interno dell'associazione criminale poiché erano loro stessi a procacciare direttamente gli sponsor (tra l'altro, non per conto delle società di basket bensì a favore della società inglese) provvedendo, inoltre, alla materiale consegna delle fatture false e dei relativi contratti simulati di sponsorizzazione.

L'attività condotta dalle Fiamme Gialle bolognesi s'inquadra nelle rinnovate linee strategiche dell'azione del Corpo, volto a rafforzare il contrasto e la reale aggressione patrimoniale ai più complessi fenomeni di frode – anche internazionale - ed alla tutela della collettività.

L'evasione, di fatto, non solo comporta un ingente danno all'Erario per le imposte non versate, ma incide anche sull'intero circuito economico in virtù della distorsione dovuta dalla vendita di beni/servizi ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato, proprio in ragione del mancato versamento delle imposte dovute.

Infatti, tali comportamenti fraudolenti, pervadono la struttura economica del Paese, generando illeciti benefici patrimoniali in danno agli imprenditori onesti, che subiscono lo svantaggio concorrenziale fraudolento.

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(Bologna 24 settembre 2018)

 

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