Arresti domiciliari per una Operatrice Socio Sanitaria: la Polizia di Stato incastra l'autrice di numerosi furti ai danni di anziani ricoverati in ospedale.

Personale del Posto di Polizia presso l'Ospedale di Baggiovara e della Squadra Mobile ha condotto una articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del dott. Marco Imperato, che ha permesso di raccogliere prove sufficienti affinché il G.I.P. del Tribunale di Modena, dott. Andrea Salvatore Romito, disponesse la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di una donna boliviana di 38 anni, di professione Operatrice Socio Sanitaria, indagata per una serie di furti e tentati furti commessi durante lo svolgimento delle proprie mansioni.

Le indagini hanno preso spunto da una serie di denunce sporte da anziani pazienti ricoverati presso una Casa di cura modenese, dove la boliviana prestava servizio da alcune settimane, i quali durante la loro degenza avevano subito il furto di alcuni monili in oro.

I sospetti si sono aggravati nel momento in cui si sono verificati altri furti, questa volta ai danni di anziani degenti ricoverati presso l'Ospedale di Baggiovara, coincidenti con l'assunzione della boliviana e riconducibili con molta probabilità alla OSS; in particolare, un 80enne aveva denunciato di essere stato derubato della propria catenina durante le fasi preparatorie alla toletta, mentre una signora novantenne durante il sonno aveva percepito che qualcuno usando del sapone, le stava sfilando l'anello, individuando nella OSS la possibile autrice.

Accertamenti presso i "Compro Oro" di Modena, hanno permesso agli agenti di appurare che l'indagata aveva effettuato nel corso dell'ultimo anno quattro vendite di monili d'oro (anelli, fedi nuziali, orecchini e catenine).
Di quasi tutti i gioielli era rimasta solo traccia nei registri in quanto già "lavorati", ma la tempestività delle indagini ha permesso di recuperare alcuni monili, tra cui una fede nuziale riportante il nome "Clara" e la data del matrimonio, che sarebbero andati in lavorazione il giorno successivo al sequestro e che erano stati venduti dalla boliviana proprio nella giornata in cui erano stati commessi due furti all'interno dell'Ospedale di Baggiovara.

Grazie ad approfonditi accertamenti e verifiche incrociate si è potuti risalire all'identità di alcuni proprietari; tra questi anche l'uomo che all'anagrafe risultava essere spostato con "Clara" nel giorno indicato dalla fede nuziale, il quale durante un ricovero avvenuto poco tempo prima presso l'Ospedale di Baggiovara aveva effettivamente subito il furto dell'anello, senza averne sporto denuncia.

Tutte le vittime sono persone di età compresa i 78 e i 90 anni ricoverate presso le due strutture ospedaliere, nei confronti delle quali la 38enne boliviana ha agito con abilità, astuzia e spregiudicatezza, approfittando della loro particolare vulnerabilità.

Le indagini si sono potute svolgere grazie anche alla fattiva collaborazione della Direzione Sanitaria dell'Ospedale di Baggiovara.

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Raid notturno all’Ariosto di Reggio Emilia: distrutte cinque finestre lanciando sassi dal parco Cervi, l’ex campo Tocci. Sporta denuncia ai Carabinieri.

Reggio Emilia -

Mattina di disagi, ieri, al liceo classico, dopo che alcuni vandali, nella notte di martedì, hanno distrutto cinque finestre lanciando sassi dal parco Cervi, l’ex campo Tocci.

Il danneggiamento ha costretto la dirigente scolastica Rossella Crisafi a trovare una nuova sistemazione a cinque classi per garantire comunque il regolare svolgimento delle lezioni. Ben cinque le finestre, di aule del primo e del secondo piano, distrutte dai vandali con sassi e pietre anche di grandi dimensioni.

La Provincia di Reggio ha subito predisposto la sostituzione dei vetri, così da garantire per oggi il rientro delle classi nelle rispettive aule.

I danni ammontano ad almeno un migliaio di euro e la stessa dirigente Crisafi si è già recata nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia contro ignoti. La speranza è che le numerose telecamere presenti nella zona possano consentire di risalire agli autori della stupida bravata. 

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“Al di là del danno economico arrecato alla comunità e del disagio provocato ai ragazzi, ridotto comunque al minimo grazie all’intervento della dirigente scolastica e all’interessamento della consigliera provinciale Ilenia Malavasi, è comunque grave questo troppo frequente ripetersi di atti di vandalismo nei confronti di beni pubblici che si registrano un po’ in tutta la provincia: lo è ancora di più quando si prende di mira una scuola, che è il luogo deputato alla crescita e allo sviluppo delle competenze dei nostri giovani – commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – Danneggiare una scuola o un parco frequentato da bambini significa violare una intera comunità: da parte delle istituzioni, ma anche delle famiglie, deve pertanto essere assicurato il massimo impegno perché il rispetto delle regole e dei valori di comunità rimangano sempre al centro del nostro vivere insieme”.

 

Fonte: Provincia di Reggio Emilia

 

Centinaia di giovani alla marcia “Non c'è futuro senza memoria”, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali, tenutasi questa mattina a Parma in Oltretorrente. 

Parma -

Centinaia di giovani di diverse scuole della città hanno preso parte, questa mattina, in Oltretorrentealla marcia: “Non c'è futuro senza memoria”, per ricordare l'ottantesimo anniversario della promulgazione delle “Leggi Razziali”, con la firma del Regio Decreto per la difesa della razza nella scuola italiana. 

La marcia ha preso avvio da piazzale Picelli per percorre, poi, alcune vie del quartiere Oltretorrente. Il corteo ha fatto tappa alle Pietre d’Inciampo con la deposizione dei fiori e dei “biglietti della memoria” a Barriera Bixio con il ricordo delle sorelle Levi, deportate dalla loro abitazione di via Bixio, e in Strada del Quartiere con iricordo della famiglia Fano, per poi rientrare in Piazzale Picelli.

Al momento hanno preso parte il sindaco, Federico Pizzarotti; l'Assessora Nicoletta Paci, con delega ai Diritti ed alla Partecipazione dei cittadini, Don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi di Parma; il Rabbino Capo di Modena e Reggio Emilia, Beniamino Goldstein e Bruno Scaltriti della Comunità di Sant'Egidio.

“Questa manifestazione – ha detto il sindaco, Federico Pizzarotti – è l'occasione per parlare di futuro e di speranza, per guardare avanti, contando sulla partecipazione dei giovani. Il razzismo e l'antisemitismo sono nati anche a causa dell'indifferenza e del silenzio delle persone. Oggi è più che mai necessario che le nuove generazioni si impegnino sul campo e riflettano su come dovrebbe essere il mondo che ci circonda. Non dobbiamo relegare questo momento solo alla commemorazione ed al ricordo, ma è necessario pensare a quello che ciascuno di noi può fare per migliorare la propria comunità, anche a fronte di fenomeni crescenti legati all'intolleranza. Per questo non bisogna mai ignorare la realtà e pensare alle proprie responsabilità personali, perché per imprimere un cambiamento serio è necessario l'impegno di ognuno di noi. Vi invito, pertanto, il prossimo 25 Aprile ad essere presenti al corteo ed in piazza Garibaldi per rimarcare i valori di questa giornata. Vi aspetto”.

L'Assessora ai Diritti e alla Partecipazione di cittadini, Nicoletta Paci, ha ringraziato gli organizzatori ed i tanti giovani presenti. “Mi fa piacere essere qui oggi – ha sottolineato Nicoletta Paci – proprio come Assessora ai Diritti dei Cittadini in quanto viviamo un momento difficile che è possibile superare con l'impegno di ogni giorno, anche con piccoli gesti quotidiani responsabili e mai casuali. Il 10 dicembre ricorrono i 70 anni dalla firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: sarà anche quella un'occasione per portare una testimonianza forte per riconoscere il valore dei Diritti Universali, sempre e comunque”.

Don Luigi Valenti ha fatto riferimento a Papa Francesco ribadendo l'importanza del tema dell'uguaglianza e dell'integrazione “visto che tutti gli uomini sono cittadini della Terra”.

Il Rabbino Capo di Modena e Reggio Emilia, Beniamino Goldsteinha ricordato la genesi delle leggi razziali in Italia ed ha rimarcato le differenze verso la Germania di Hitler. “Fu una legge – ha detto – disumana e diabolica”.

Bruno Scaltriti della Comunità di Sant'Egidio ha rimarcato l'importanza del ricordo ed ha parlato delle conseguenze delle Leggi razziali su famiglie e bambini.

Ricordare per non dimenticare, quindi, perché, come scriveva Primo Levi, “E' avvenuto, quindi può accadere di nuovo” e per dire no ad ogni forma di discriminazione. La marcia è stata organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, con il contributo del Comune di Parma. 

Anche Parma vide deportare vari concittadini di origine ebraica tra i quali, purtroppo, non mancarono ragazzi e bambini. La comunità ebraica cittadina, nell’autunno del 1938, contava 134 membri: 62 donne e 72 uomini. Tra di loro, 6 erano bambini in età scolare e 12 i ragazzi iscritti alle scuole superiori e all’università. Per sfuggire al pericolo di essere arrestati, alcuni ebrei decisero di espatriare, ma 74 furono deportati dal Parmense e 23 furono vittime dello sterminio: tra loro 6 bambini. 

 

LE SCUOLE CHE HANNO ADERITO

Hanno aderito il Liceo Marconi, Rete di Scuole per la Pace, Liceo Romagnosi , Liceo Ulivi, Liceo Albertina Sanvitale, Liceo Bertolucci, Istituto Tecnico Melloni, Liceo Maria Luigia, Istituto Comprensivo G. Verdi di Corcagnano, Scuola secondaria di primo grado Parmigiano, Scuola secondaria di primo grado Ferrari, Scuola secondaria di primo grado Salvo D'Acquisto, Scuola secondaria di primo grado Fra Salimbene, Scuola secondaria di primo grado Don Cavalli, Scuola Primaria Cocconi, Scuola Primaria Martiri di Cefalonia.

 

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia

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In occasione della Giornata mondiale dei nati pretermine, iniziativa di sensibilizzazione in Neonatologia insieme alle Associazioni di volontariato Colibrì e Cuore di Maglia. Circa 450 i piccoli pazienti seguiti dall’unità operativa.

Ogni anno un bambino su dieci nasce prematuro ed è quindi fondamentale avere un team multidisciplinare pronto a intervenire per qualsiasi necessità. Perché ogni bimbo prematuro ha bisogno di un’assistenza tanto maggiore quanto più bassa è la sua età gestazionale, con un approccio personalizzato delle cure”. Questo il messaggio lanciato dal dottor Enzo Romanini responsabile della Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma in occasione della Giornata mondiale delle nascite pretermine che ricorre ogni anno il 17 novembre, promossa e patrocinata nella nostra città da Comune di Parma, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Azienda Usl e Vivere onlus.

 “A Parma, nel 2017- prosegue Romanini – sono stati circa 450 i neonati presi in carico dalla nostra unità operativa e di questi circa 50 hanno un peso inferiore a 1500 grammi. Il nostro obiettivo prioritario deve inevitabilmente perseguire oltre alla sopravvivenza una qualità di vita sempre migliore. Fondamentale è il rapporto con le associazioni di volontariato e con le famiglie dei nostri piccolissimi pazienti.”

E proprio in occasione della Giornata dedicata ai prematuri i professionisti del Maggiore organizzano un incontro, in collaborazione con le associazioni di volontariato Colibrì Cuore di Maglia, aperto a tutti i famigliari dei piccoli pazienti dell’Ospedale dei Bambini. L’appuntamento si terrà sabato 17 novembre, con inizio alle ore 14.30, nel cavedio al primo piano dell’Ospedale dei Bambini e sarà un pomeriggio di festa con giochi, letture e  merenda per tutti

“La giornata mondiale della prematurità per noi della Colibrì – spiega Daniela They presidente dell’Associazione - è un importantissimo momento che viviamo con molteplici emozioni, essendo mamme di bimbi prematuri e allo stesso tempo volontarie. Avere i nostri bambini ricoverati in ospedale ti catapulta in una realtà imprevista piena di paure, preoccupazioni e speranze. Da questa esperienza, dal 2001, è nato il nostro impegno per sostenere le famiglie e il reparto, cercando di dare aiuti concreti ai nostri bambini. Grazie a chi crede in noi, abbiamo sostenuto il reparto con donazioni per contratti per una psicologa e una neuropsicologa, nuove attrezzature e corsi di formazioni per il personale infermieristico. In questa giornata – conclude They - in tante città del mondo si illuminerà un monumento per dare luce a questa realtà che rimane per lo più sconosciuta, a Parma verrà illuminato dal 15 al 17 novembre il Municipio in piazza Garibaldi”. 

All’iniziativa in Neonatologia presenti anche le volontarie dell’Associazione Cuore di Maglia che sostengono il reparto realizzando a mano cuffiette, copertine, scarpine, sacchi nanna e doudou (pupazzetti), tutti rigorosamente in lana merinos, per i neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva neonatale. “Lavoriamo – spiega Germana Bertozzi delegata dell’Associazione - per sostenere e favorire il protocollo di cura e accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e facilita le relazioni con i genitori. Abbiamo imparato da medici e infermieri che il primo corredino di un bimbo prematuro è molto importante anche per i genitori.”

Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma 

Presso gli uffici della Questura di Parma sono custodite diverse biciclette rinvenute nelle ultime settimane.

Di seguito le foto delle biciclette in questione. I legittimi proprietari potranno presentarsi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di Parma (tel. 0521/219546), muniti della relativa denuncia di furto, per ottenerne la restituzione.

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QUESTURA DI PARMA
Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
Tel. 0521/219546

 

Castel San Pietro Terme -  Purosangue Arabo fugge dal recinto e va in paese. "Catturato" dai Carabinieri

Nella serata di ieri i Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme sono stati impegnati nella "cattura" di un cavallo che era stato era stato visto girovagare per le strade del centro cittadino. Il quadrupede è stato avvistato nei pressi di Viale Aldo Moro intorno alle ore 19:00.

Alla vista dei militari il cavallo "non ha opposto resistenza" e dopo essersi fatto avvicinare e condurre nel cortile privato di un palazzo condominiale, si è lasciato imbrigliare con una capezza e una longhina, gentilmente fornite da una signora residente in zona, appassionata di cavalli, che aveva assistito ai fatti.

Nel corso degli accertamenti finalizzati alla ricostruzione dell'evento, i Carabinieri hanno scoperto che l'animale, di nome "Sunrise", purosangue arabo dall'aspetto "nobile" e slanciato, era scappato dalla recinzione di un'abitazione situata in zona per andare in paese.

All: Foto – Stazione Carabinieri Castel San Pietro Terme.

L'ANGOLO DI INTESARubrica settimane sul sociale a cura di Associazione Intesa San Martino Parma. 

E’ così semplice praticarla eppure, nel compierla, diviene quasi una rivoluzione.

La gentilezza ad oggi è un’innata dote umana, ma riveste da sempre un velo di misteriosità e fascino, diffidenza e distacco, specie da chi tende impropriamente ad accostarla a debolezza e mancanza di carattere. Noi crediamo invece che sia una vera virtù, un antico valore da tutelare e diffondere, insegnandolo alle nuove generazioni affinché si applichino a loro volta nel quotidiano a praticarla con costanza e volontà d’animo. Ciò, credendo fortemente che praticare gentilezza significhi anche e soprattutto saper accogliere il nostro prossimo, riconoscendolo e donandogli il nostro aiuto, in quel pieno spirito cristiano che per statuto, sin dal principio, ci contraddistingue nel nostro operato.

Sulla base di questo pensiero, da tempo, abbiamo quindi avviato con grande stima e piacere, una sinergica collaborazione con il Movimento Italiano per la Gentilezza che sorge proprio in Parma, con i cui membri, abbiamo interagito e interagiamo sull’importante tema dell’infanzia e della tutela dei minori. E questo non vuol esser certo un argomento casuale, essendo la gentilezza, un valore trasmesso con l’educazione, con cui le nostre giovani generazioni si spera, si confronteranno attivamente e con costanza sin dalla loro tenera età.

Quest’anno come loro prassi il Movimento, ha indetto il premio nazionale per la gentilezza, a riprova che se pur signori si nasce, è sempre propizio quanto efficace, dar risalto a coloro i quali han sempre operato con gentilezza e garbo nelle loro prestigiose carriere, come nel semplice viver quotidiano. Un plauso dunque a chi crede ancora fortemente in questo raro valore ed a chi, silente, lo dispensa al suo prossimo nell’umil vivere quotidiano.

Andrea Coppola

Tesoriere e Responsabile Organizzativo

Intesa San Martino

 

 

 

Tutti insieme triplichiamo la donazione: oltre 64.000 euro raccolti per la Sala Ibrida. Dal 15 maggio al 15 giugno chi ha acquistato una confezione di Parmigiano Reggiano Parmareggio o una bottiglia di Lambrusco della Cantina di Carpi e Sorbara ha donato per la Sala Ibrida.

Modena -

64.784,00 euro raccolti. Ecco il bilancio dell’iniziativa Tutti insieme triplichiamo la donazione, sostenuto dalla grande distribuzione cooperativa, per la raccolta fondi per la realizzazione all’Ospedale Civile di Baggiovara della Sala Ibrida della Provincia di Modena, promossadall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e da ROCK NO WAR. Dal 15 maggio al 15 giugno nei punti vendita di Coop Alleanza 3.0 e di Conad di Modena e Provincia, acquistando una confezione da 500 gr di Parmigiano Reggiano Parmareggio oppure una bottiglia di lambrusco di Sorbara della Cantina di Carpi e Sorbara, è stato possibile sostenere la campagna di raccolta fondi Tutti Insieme per la Sala Ibrida. L’iniziativa è stata alimentata da tutti i consumatori attraverso l’acquisto dei due prodotti – identificati dal logo della campagna – dai due fornitori dai distributori. 

La donazione

Come ha funzionato la donazione? Sui 10,50 euro della confezione di Parmigiano ReggianoParmareggio il consumatore automaticamente donava 1 euro al progetto, al quale si sono aggiunti un euro del produttore e uno del distributore (Conad o Coop Alleanza 3.0); mettendo nel carrello una bottiglia di lambrusco di Sorbara della Cantina di Carpi e Sorbara a 3,80 euro, il consumatore ha donato 50 cent di euro al progetto, il produttore e il distributore hanno aggiunto rispettivamente 50 cent di euro. Perciò per ogni pezzo di parmigiano acquistato presso i punti vendita Conad e Coop la donazione è stata di 3 euro, per ogni bottiglia di 1 euro e 50.

 

Cos’è la Sala Ibrida 

La Sala Ibrida è una Sala Operatoria ad alta tecnologia, dove sono presenti diverse apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. È un ambiente chirurgico dove si può effettuare una diagnosi immediata econtemporaneamente, senza spostare il paziente, si possono eseguire le procedure chirurgiche. Questo consente di agire con più precisione e sicurezza per il paziente, perché l’intervento chirurgico può essere adattato all’evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale. 

Il vantaggio della Sala ibrida è legato quindi all'urgenza, all'emergenza e alla traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. La sala ibrida consente anche di svolgere una vasta gamma di interventi anche nelle patologie complesse di tipo vascolare, cardiologiche, neurochirurgiche, urologiche e gastroenterologiche. 

La nuova sala operatoria sarà un gioiello tecnologico all’avanguardia, un grande spazio che racchiuderà apparecchiature tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire per le fasi interventistiche e chirurgiche in modo rapido preciso e sicuro.

 

I tempi di consegna e l’Open Day del 21 dicembre

I lavori di ristrutturazione necessari all’installazione della Sala Ibrida comporteranno la modifica di una zona del Blocco Operatorio principale dell’Ospedale Civile. Il 21 dicembre ci sarà l’Open Day all’Ospedale di Baggiovara dove, finalmente, verrà mostrato l’angiografo, il frutto dell’impegno di tutti e, più in generale, la cittadinanza potrà visitare le strutture dell’ospedale. L'ingresso agli ospiti nella giornata del 21 dicembre sarà possibile su prenotazione da effettuarsi presso l'Urp dell'Ospedale di Baggiovara oppure via mail o direttamente in loco il giorno dell'evento.

 

La segnalazione è partita dai sanitari del Pronto Soccorso di Baggiovara, a cui si sono rivolti due minorenni in preda a forti dolori gastrointestinali, dopo che domenica avevano consumato la cena in un noto ristorante del centro storico di Modena. Controllate anche le strutture del locale.

MODENA –

Un’unità operativa del Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’Asl si è recata lunedì sera nel ristorante giapponese, dove un gruppo di amici che, nella serata di domenica aveva consumato una cena con la formula “all you can eat” per poi accusare forti malori riconducibili a un’intossicazione alimentare. Per due di loro, minorenni, è stato necessario l’intervento dei medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Baggiovara che, come da prassi, ha allertato l’Asl.

La squadra del Servizio Igiene, con il supporto del servizio veterinario, oltre a raccogliere informazioni su quanto ingerito dalle persone che si sono sentite male, prima e durante la cena, ha accertato nel locale le condizioni di conservazione degli alimenti e le procedure adottate nella preparazione dei pasti, oltre all’igiene dei locali dove questi vengono preparati e degli strumenti atti alla preparazione. Sono poi stati prelevati alcuni alimenti “sospetti” che saranno sottoposti ad analisi. Per i risultati ci vorrà qualche tempo. 

Il maggiore “indiziato” è il pesce crudo, ingrediente base per la preparazione del sushi e, in particolare, l’Anisakis, un parassita vermiforme che, se assunto insieme all’alimento, può portare a problemi gastrointestinali come vomito, diarrea, dolori addominali, disidratazione, come è successo ai due minorenni ricoverati. 

Per scongiurare la contaminazione degli alimenti, soprattutto di quelli crude, esistono rigide norme europee da rispettare nella conservazione. Il pesce, una volta pescato, deve essere sottoposto ad abbattimento termico, deve cioè essere congelato e conservato a -20° C per almeno 24 ore. Per questa operazione non sono sufficienti i normali congelatori, ma ne occorrono di specifici. Questa operazione deve essere effettuata dal ristoratore o dal fornitore, che ha l’obbligo di vendere il prodotto accompagnato da un attestato di avvenuta bonifica. La catena del freddo, poi, non deve mai essere interrotta. Un prodotto scongelato, cioè, non deve mai essere ricongelato. 

Evidentemente, in questo complesso protocollo a garanzia della salute, qualcosa è andato storto. Starà alle indagini stabilire se la responsabilità per la cattiva conservazione che ha portato all’intossicazione dei clienti vada attribuita al ristoratore o al fornitore.

In corso di esecuzione 68 provvedimenti restrittivi nei confronti di importanti esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese, nonché di imprenditori e prestanome. Circa 80 le perquisizioni. Sequestri in Italia ed in numerosi Stati esteri per circa 1 miliardo di Euro.

Dalle prime luci dell'alba è in corso una imponente operazione internazionale di polizia, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che vede impegnati congiuntamente uomini di Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e D.I.A. nella cattura di 68 esponenti della criminalità organizzata pugliese, calabrese e siciliana e nel sequestro di beni per 1 miliardo di Euro in Italia e in numerosi Stati esteri.

I reati contestati sono tutti riconducibili all'associazione mafiosa, al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio ed autoriclaggio, all'illecita raccolta di scommesse on line ed alla connessa fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni.

L'attività repressiva in corso giunge al termine di complesse indagini, delegate dalle D.D.A. delle Procure della Repubblica di Bari, Reggio Calabria e Catania e riguarda gruppi criminali che si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il lucrosissimo mercato della raccolta illecita di scommesse su eventi sportivi e non, per un volume di giocate superiore a 4,5 miliardi di euro su diverse piattaforme online gestite dalle associazioni delittuose.

I cospicui guadagni accumulati, monitorati dalla Guardia di Finanza, venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero, intestati a persone, fondazioni e società, schermati con la complicità di prestanome di comodo.

Su tali beni sono in corso di esecuzione i provvedimenti di sequestro in Italia e all'estero, grazie anche alla fondamentale collaborazione delle Autorità Giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curaçao, Serbia, Albania, Spagna e Malta, nonché dell'Unità di Cooperazione Eurojust.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11:00, presso gli Uffici della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo (via Giulia, 52 - Roma), alla presenza del Procuratore Nazionale e dei titolari delle Procure Distrettuali di Bari, Reggio Calabria e Catania.

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Sono le donne a sbirciare più spesso lo smartphone del partner. A rivelarlo è uno studio condotto da Sotomo per Sunrise. Secondo il rapporto un quarto delle ragazze tra i 15 e i 30 anni lo ha già fatto. Il codice d'accesso, del resto, per molti giovani non è un segreto

Tra i più giovani sbirciare il telefono del partner alla ricerca di indizi di infedeltà è più una cosa da donne che da uomini. A svelarlo è uno studio condotto da Sotomo per Sunrise che ha coinvolto più di 2'600 persone tra i 15 e i 30 anni.

Il 28% delle ragazze e giovani donne, in particolare, ammette di aver già spaito nello smartphone di un'altra persona contro il 13% dei maschi. Per entrambi i sessi, l'apparecchio spiato era nella stragrande maggioranza dei casi proprio quello del partner e l'obiettivo era trovare prove di una possibile infedeltà.

Per i giovanissimi, del resto, l'accesso al telefonino di qualcun altro non rappresenta affatto un problema. Due terzi degli intervistati ammettono infatti che una o più persone conoscono il codice di accesso del loro dispositivo. La persona che più spesso dispone di questo privilegio è proprio il partner (70% dei casi). Seguono il/la migliore amico/a, i fratelli o le sorelle, i colleghi e, per ultimi, i genitori.

Tra gli altri risultati dello studio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", tuttavia lo smartphone è associato principalmente ad esperienze positive che negative. Oltre a uno strumento per comunicare e trovare informazioni, dai giovani è molto apprezzato come macchina fotografica e supporto per ascoltare musica e, nel caso delle ragazze, piace perché garantisce una sensazione di maggiore sicurezza quando ci si trova fuori casa.

 

 

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(13 novembre 2018)

Eletto il nuovo Consiglio Direttivo dell’Assistenza Pubblica Parma Onlus. Luca Bellingeri è stato confermato presidente dell’associazione e Filippo Mordacci è diventato il nuovo comandante del Corpo Militi.

Parma -

Si sono chiusi domenica 21 ottobre, in Assistenza Pubblica Parma Onlus, i seggi elettorali per il rinnovo delle cariche sociali per il periodo 2018-2022.

Luca Bellingeri è stato confermato presidente dell’associazione di volontariato dell’Oltretorrente. È stato nominato ufficialmente lo scorso 30 ottobre, durante la prima riunione del nuovo Consiglio direttivo, uscito dalla consultazione elettorale. Parmigiano, 35 anni, Bellingeri vive a Parma, dove lavora come ingegnere informatico. È diventato milite della Pubblica a soli 18 anni e, da allora, ha sempre onorato il suo impegno di volontario. 

Per il quadriennio 2018-2022, la Pubblica sarà diretta e amministrata, a titolo volontario, da un Consiglio direttivo composto da quindici persone, elette dai soci e tra i soci stessi. La stragrande maggioranza degli eletti è milite in Pubblica e, oltre all’attività di consigliere, continuerà a svolgere i propri turni di servizio.

Oltre al presidente Bellingeri, il Consiglio è costituito da Andrea Camin (vicepresidente), Maurizio De Vitis (segretario), Stefano Aimi (tesoriere), Filippo Mordacci (comandante del Corpo militi volontari), Cristiana Madoni (direttore sanitario) e Roberto Salati (direttore tecnico), che fanno parte della Giunta esecutiva. Gli altri consiglieri che gestiranno l’ente sono Marco Ablondi, Francesca Anedda, Alessandro Azzolini, Andrea Folli, Alberto Panizzi, Eugenio Piazza, Maurizio Romanelli e Paolo Tagliavini.

Mandato quadriennale anche per il Collegio dei Sindaci, composto da Lorenzo Ilariuzzi (presidente), Enrico Fermi e Pietro Silva.

«Ringrazio chi ha condiviso con me il mandato negli ultimi quattro anni – afferma il presidente Luca Bellingeri perché senza il lavoro di gruppo non saremmo di nuovo qui oggi. Il merito di aver raggiunto, con impegno e tenacia, gli obiettivi prefissati va quindi a tutta la giunta esecutiva uscente. Adesso dobbiamo però guardare avanti, verso il futuro: la Pubblica non deve fermarsi perché il mondo del volontariato è in continuo divenire. Mi auguro che, come negli ultimi 116 anni, la Pubblica abbia una connotazione positiva all’interno della città e per tutta la popolazione, in particolare per quella che vive in una situazione di disagio. Per fare questo mi sembra doveroso, nei prossimi quattro anni, individuare e coinvolgere nuove persone e aprirsi a nuove idee, per continuare a mantenere la Pubblica al passo coi tempi». 

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                                      Da sinistra il Comandante Filippo Mordacci e presidente Luca Bellingeri

Figura centrale, sarà anche quella del comandante del corpo militi, che coordinerà e dirigerà l’intero assetto dei volontari. «Sono molto gratificato da questo ruolo, benché consapevole di quanta responsabilità comporti», dichiara il nuovo comandante Filippo Mordacci. «Ci tengo a ringraziare Andrea Camin, comandante uscente, per il sostegno e l’aiuto dato alla famiglia della Pubblica in questi quattro anni. Cercheremo di lavorare con impegno per migliorarci, soprattutto in ambito di sicurezza e di servizio, sicuramente i temi più delicati. È una sfida non semplice, ma sono convinto che, grazie al lavoro e al sostegno di tutti, manterremo sempre forte il legame che dal 1902 lega i nostri volontari ai cittadini di Parma».

 

Due minorenni modenesi hanno cenato in un noto locale di cucina giapponese, ma nella notte hanno accusato forti dolori addominali e vomito che ha reso necessario l’intervento dei sanitari dell’ospedale di Baggiovara. Informata l’ASL che prenderà le opportune misure nei confronti del locale.

MODENA –

Paghi un prezzo fisso, spesso irrisorio, e mangi tutto quello che vuoi, anche a costo di…sentirti male. E non perché hai mangiato troppo, ma perché, probabilmente, il cibo era scadente. Così la serata di due minorenni modenesi di 16 e 17 anni, che domenica sera avevano deciso di cenare con un gruppo di amici in un ristorante “giapponese” di Modena con la formula “all you can eat”, è finita…al Pronto Soccorso.

La comitiva, composta da circa una dozzina di ragazzi, subito dopo aver cenato nel locale ha cominciato ad avvertire alcuni malesseri, tra cui nausea, vomito e diarrea. Per molti di loro, dopo una nottata passata in bianco, la situazione si è risolta, ma per due di loro è stato necessario recarsi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Baggiovara. Ai due minorenni è stata diagnosticata una forte gastroenterite con conseguente disidratazione ed è stato necessario trattenerli per quasi due giorni presso l’osservazione breve intensiva del pronto soccorso del nosocomio e sottoporli alle cure necessarie. 

Come da protocollo, l’Azienda ospedaliera dovrà segnalare all’Asl il caso e il nome del locale dove i ragazzi hanno consumato la cena. Il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione avvierà poi le opportune verifiche e prenderà tutti i provvedimenti del caso. 

Certo è che la “moda” dell’ “All you can eat” ha fatto sorgere numerosi locali, spesso gestiti da cinesi, che offrono cibo giapponese, quindi a base di pesce crudo, come sushi o sashimi a prezzo bassissimo, a discapito della qualità. Tuttavia, proprio il pesce crudo, per non incorrere in pericoli per la salute, deve essere sottoposto a una rigida procedura di abbattimento termico ed essere conservato in modo da non contaminare o essere contaminato da altri cibi. Evidentemente, nel locale, qualcosa è andato storto.

 

Continuiamo a seguire il caso di Emanuela Orlandi ascoltando l'opinione di Stefano Masetto, uno dei personaggi più attivi sui profili social che seguono e spesso alimentano l'attenzione al caso della giovane ragazza di Città del Vaticano, scomparsa, inspiegabilmente, 35 anni fa. 

Di Nicola Comparato 12 novembre 2018 - Ringraziamo il padovano Stefano Masetto, classe '60, membro del Gruppo Petizione Emanuela Orlandi, https://www.facebook.com/groups/233131686753398/  che ci ha concesso questa breve  intervista. Stefano Masetto segue il "Caso Orlandi" da sempre, è uno dei membri più attivi del Gruppo Petizione Emanuela Orlandi ed ha anche avuto occasione di conoscere Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela. Masetto, come tanti altri, s'impegna fortemente nella lotta per la ricerca della verità su Emanuela. Ecco il link del profilo Facebook di Stefano Masetto per entrare in contatto con lui https://www.facebook.com/stefano.masetto.35 
Cominciamo!

1) Se le dico Emanuela Orlandi, lei signor Masetto cosa mi risponde?
- Emanuela Orlandi, ragazzina del Vaticano sparita nel nulla da ben 35 anni senza essere mai ritrovata. Credo che Emanuela Orlandi sia uno dei piu grossi misteri d'Italia non ancora risolti.
2) Dopo tanto tempo, si è fatto un'idea su come possono essere andate le cose?
- Ma, sinceramente no, troppe persone coinvolte!
3) In 35 anni è successo di tutto. Cosa la fa arrabbiare di piu' tra gli avvenimenti che ruotano attorno alla scomparsa di Emanuela?
- Mi fa arrabbiare il fatto che tutti dicono e nessuno sa!!!
4) Sappiamo che lei ha conoscenze tra i politici, e qualcuno di loro si è interessato al Caso Orlandi, può dirci qualcosa a riguardo?
- Si ho chiamato un amico politico. Gli ho chiesto di interessarsi al Caso Orlandi. Ma per ovvi motivi non voglio entrare nei particolari.
5) Vengono rinvenuti dei resti ossei presso la Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma, e subito si comincia a parlare di Emanuela Orlandi. Signor Masetto, secondo lei quelle ossa a chi appartengono?
- Dopo la telefonata fatta a "Chi l'ha visto?", riguardo alla tomba di Enrico "Renatino" De Pedis, boss della Banda della Magliana, é arrivato un altro giallo inquietante, il ritrovamento di ossa umane alla Nunziatura. Secondo il mio parere, le ossa non appartengono a nessuna. Né a Emanuela, né a Mirella Gregori, un altro noto caso di sparizione spesso associato alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Auguro a Pietro di scoprire la verità. Quella verità negata da 35 anni.
6) Lei che ha avuto modo di conoscere Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da sempre lotta per sapere ciò che è successo a sua sorella, ci può descrivere in poche parole chi è  Pietro Orlandi?
-Pietro Orlandi è una persona molto coraggiosa. Ha sempre cercato la veritá e gli auguro di trovarla. Pietro e la sua famiglia non sono soli. Possono contare su di me e su tantissime altre persone. Uniti si vince. Grazie per avermi concesso questo spazio e spero di poter collaborare di nuovo con voi a questo caso. Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi!

Salutiamo e ringraziamo Stefano Masetto e alleghiamo il link dell' evento che si terrà a Roma il 15 dicembre dedicato alle persone scomparse organizzato dall'Associazione Penelope. All'evento parteciperanno Stefano Masetto e Pietro Orlandi. Chi fosse interessato all'evento può matntenere i contatti attraverso il profilo facebook:  https://www.facebook.com/events/1968482143450943/?ti=cl 

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La tragedia ieri attorno alle 13, quando la piccola si è allontanata dalla mamma ed è finita in strada, proprio nel momento in cui una Fiat Multipla usciva da un parcheggio. Inutili i soccorsi, la piccola è morta sul colpo.

MODENA –

Una domenica come tante, con la partecipazione alla messa presso la Chiesa Evangelica di via Bembo, una laterale di Via Nazionale per Carpi, nella zona di San Cataldo, si è trasformata in tragedia per una famiglia di origini ghanesi, da tempo residente a Camposanto. 

Erano circa le 13 quando, all’uscita dalla funzione, la piccola Rebecca Amadu, 5 anni, si è allontanata dalla mamma, forse per raggiungere uno zio o un amichetto. Il destino, però, era in agguato, la bimba, infatti, è finita in strada proprio quando dal parcheggio stava uscendo una Fiat Multipla, condotta da una 46 enne di Nonantola. L’auto ha travolto in pieno Rebecca, che è morta sul colpo, sotto gli occhi della mamma e di una sorella. Inutile l’intervento del 118, che ha solo potuto constatare il decesso della bimba. La mamma e la conducente della Multipla, che si è regolarmente fermata per prestare soccorso, hanno avuto un malore.

Rebecca, che era nata a Modena, lascia la mamma, il papà, che lavora alla New Holland, e quattro fratellini. La famiglia risiede a Camposanto, nella Bassa modenese. Sono in corso ulteriori indagini per stabilire l’esatta dinamica dei fatti. 

 

Quattro minorenni, tutti residenti nel Frignano, erano dediti ai furti di automezzi e spaccio di droga. Sono stati fermati dai Carabinieri durante una notte di inseguimenti, durante la quale i ragazzi hanno anche speronato una gazzella ferendo un militare.

PAVULLO –

Spesso li si definisce “ragazzi terribili” o si giustificano le loro azioni come “bravate”, ma i quattro minorenni, tre diciassettenni e un quindicenne, fermati tra sabato e domenica a Pavullo, dopo una nottata decisamente movimentata, avevano messo in piedi una vera e propria baby gang dedita al furto di automezzipur non avendo la patente, e di spaccio di sostanze stupefacenti

Dopo le numerose denunce di furti di auto e furgoni, avvenuti in diversi luoghi del Frignano, nella notte tra sabato e domenica i Carabinieri hanno organizzato diversi posti di blocco per tentare di intercettare i ladri. 

Proprio a uno di questi è stato fermato un mezzo con a bordo uno dei diciassettenni, mentre un altro, anch’esso rubato, è riuscito a fuggire. Attorno alle tre del mattino, i carabinieri hanno intercettato il furgone e lo hanno “stretto” davanti e dietro per costringerlo a fermarsi. Il giovane conducente, tuttavia, non si è perso d’animo e, forse credendosi in un film o in un videogioco, ha fatto retromarcia nel tentativo di darsi alla fuga. Nel compiere la manovra, però, ha speronato la gazzella dei Carabinieri, ferendo uno dei militari.

Insieme al compare fermato in precedenza, è stato quindi portato in caserma, ma anche qui, i due “ragazzini” non si sono mostrati collaborativi, mantenendo il più assoluto silenzio sui dettagli dei loro furti e sul nome dei complici. Le indagini, tuttavia, sono proseguite anche senza la loro collaborazione, consentendo di identificare anche il resto della banda, composta da altri due minorenni. 

I quattro, tutti residenti sull’Appennino modenese e regolarmente iscritti a scuole locali, sono stati denunciati per furto, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e pure per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, poiché durante le perquisizioni sono stati trovati in possesso di 45 grammi di hashish, un bilancino di precisione e un’ampolla.

Violenze e minacce nei confronti dell'ex convivente. Polizia di Stato, esecuzione misura cautelare del Divieto di Avvicinamento.

Personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile ha eseguito, nei confronti di uomo, l'ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con prescrizione di non comunicare con la stessa in alcun modo, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena in 09.11.2018.

La misura cautelare trae origine dalle attività investigative condotte dal personale della Squadra Mobile a seguito della denuncia della ex convivente nei confronti dell'uomo, per atti persecutori.
In particolare le indagini hanno accertato che l'uomo, al termine della relazione sentimentale con la donna, a causa dell'eccessiva gelosia metteva in atto una serie reiterata di condotte illegali quali percosse, numerose telefonate, invio di molteplici messaggi, minacce di morte, appostamenti anche sul posto di lavoro, tali da cagionare alla sua ex compagna un perdurare stato d'ansia e paura oltre che il fondato timore per la propria incolumità.

La Senatrice Lucia Borgonzoni, Sottosegretario Alla Cultura e La Parlamentare di Parma Laura Cavandoli arrivano a Gotha

(Parma, 10 novembre) – A fare tappa ieri a Gotha, l'appuntamento di Alto Antiquariato, arti e Nove-cento di Fiere di Parma, il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e la parlamentare di Parma Laura Cavandoli.

Accolte da Pierluigi Spagoni, Direttore marketing del polo fieristico, Ilaria Dazzi, Brand Manager di Gotha, e Tommaso Tomasi, Vice Presidente FIMA - Federazione Italiana dei Mercanti d'arte-, dopo un tour tra gli espositori, hanno fatto tappa alla nuova sezione delle opere notificate. Opere d'arte dal passato illustre che rappresentano in un qualche modo la stessa identità nazionale e che per lo stesso motivo non possono lasciare, secondo la legge vigente, il Paese.

"Sto raccogliendo le istanze del mondo degli antiquari, un mondo ancora regolamentato da leggi poco snelle per poter competere a livello mondiale - ha commentato la senatrice Borgonzoni -. Mia intenzione è at-tivarmi affinché si possa avviare, con i suoi rappresentanti, un confronto fattivo".

Se è certo infatti che l'arte antica sia tornata alla riscossa - nel 2017 secondo uno studio Artprice ha capitalizzato vendite per 1,075 miliardi di dollari con un aumento del 92,6% sulla stagione prece-dente - è altrettanto certo che "l'Italia - continua Tommaso Tomasi, Vice Presidente FIMA - Fede-razione Italiana dei Mercanti d'arte - ne esce penalizzata da una regolamentazione delle acquisizioni far-raginosa che ad esempio dilata i tempi tra acquisto dell'opera d'arte e la effettiva spedizione e da leggi che non agevolano la collaborazione tra pubblico e privato per progetti espositivi. Occorre invece un lavoro di squadra sul brand "cultura". E' questa la formula vincente per generare interesse, partecipazione ma anche turi-smo e business".

E' proprio nel solco del marketing territoriale e del fare "network" che Fiere di Parma, senza abdi-care alla sua funzione di business, ha intrapreso ormai da tempo - e in modo trasversale rispetto ai vari saloni da Cibus a Mercanteinfiera fino al Salone del Camper - un percorso di valorizzazione del territorio attraverso un serie di iniziative.

Ultima nata Gothanet una rete museale cui hanno aderito le principali istituzioni di Parma e pro-vincia per una promozione integrata di arte, territorio e cultura per i buyer e i visitatori italiani ed esteri del salone.

"Fiere di Parma - conclude la parlamentare Laura Cavandoli - è una grande risorsa non solo per l'indotto che sa generare attraverso i vari saloni internazionali tra cui Gotha, ma ancor prima per la sua ca-pacità di intercettare e quindi sviluppare le potenzialità di un intero territorio".

Gotha chiuderà domenica 11 novembre.

Alle ore 04:40 circa di questa mattina, mentre una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di San Giorgio di Piano (BO) stava effettuando un posto di controllo alla circolazione stradale in via dell'Industria ad Argelato, sopraggiungeva un veicolo Range Rover che alla vista dei militari, a 200 metri circa, frenava bruscamente, invertendo il senso di marcia e dandosi alla fuga.

I Carabinieri salivano in macchina per intervenire, ma il mezzo si era già dileguato per le vie adiacenti. Ripercorrendo la strada a ritroso, a distanza di qualche kilometro – in via Mascarino, nel Comune di San Giorgio di Piano – lo stesso veniva individuato. Il mezzo, verosimilmente a causa dell'alta velocità era fuoriuscito dalla sede stradale, andando ad impattare contro un palo della pubblica illuminazione.

A bordo i corpi senza vita di due 19enni: il conducente, F.A., residente a Cento e il passeggero, D.M.P., residente a Pieve di Cento.


Foto – Stazione Carabinieri San Giorgio di Piano.

Falso allarme bomba sull'Eurocity in viaggio da Milano a Zurigo. Il sospetto fermato è un 30enne italiano con "problemi pschiatrici". L'uomo avrebbe minacciato di far scoppiare un ordigno, ma sul treno sul quale viaggiava gli artificieri non hanno trovato nulla di sospetto. È stato ricoverato in una clinica psichiatrica

Scoperto l'uomo che aveva provocato il falso allarme bomba. Si tratta di un 30enne italiano con problemi psichici alle spalle l'uomo fermato ieri sera dopo l'allarme-bomba che ha fatto bloccare il traffico per circa due ore nell'importante snodo ferroviario svittese di Arth-Goldau.

L'uomo, per il quale è stato disposto il ricovero in una clinica psichiatrica, avrebbe minacciato di far scoppiare un ordigno, per motivi non ancora appurati. Sul treno sul quale viaggiava non è stato tuttavia trovato nulla di sospetto. L'allarme, è stato attivato poco dopo le 17.35 dall'interno dell'Eurocity in viaggio da Milano a Zurigo, indica la polizia svittese in una nota: un passeggero ha segnalato che un uomo a bordo si comportava in modo sospetto e che aveva con sé dell'esplosivo. Per motivi di sicurezza, la polizia ha lasciato passare il treno dalla stazione di Arth-Goldau. Il personale ferroviario lo ha fermato poco dopo.

La polizia è arrivata in forze, come pure i pompieri e i servizi di soccorso, in tutto un centinaio di persone e ha chiuso la stazione. Una unità speciale della polizia cantonale svittese è poi salita sul convoglio e ha arrestato il 30enne italiano. Questi ha fatto dichiarazioni confuse e un medico condotto ne ha disposto il ricovero in una clinica psichiatrica, è stato annunciato stamane. Successivamente, gli agenti hanno perquisito il treno lungo 350 metri, ma non hanno trovato ordigni. L'Eurocity ha così potuto proseguire verso Zurigo.

Alle 19.30 la linea ferroviaria è stata riaperta. Durante la chiusura ci sono stati diversi annullamenti e ritardi sull'asse del San Gottardo. Anche dopo la riapertura singoli treni hanno continuato ad essere cancellati o ritardati per un po' di tempo. Il senso di insicurezza ha fatto presa sul Vecchio Continente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Le ultime settimane sono state scandite da falsi allarmi prima lanciati e poi prontamente rientrati, con giornate di allerta continue in metro, treni e aeroporti. Prove chiare di un legame diretto con la situazione mondiale di venti di guerra che alimenta il senso di incertezza, perché non sempre si riesce a distinguere la vicinanza a posizioni fondamentaliste da disturbi mentali.

(7 novembre 2018)

Cento - professionista occultava il "nero" nel vano della ruota di scorta della propria auto. Scoperta evasione di oltre 630mila euro.

La Tenenza della Guardia di Finanza di Cento, al termine di un'attività di verifica effettuata a carico di un professionista centese, ha individuato un'evasione per oltre 630 mila euro.
L'attività è stata innescata a seguito di un mirato controllo economico del territorio, nel corso del quale il lavoratore autonomo veniva fermato alla guida della propria auto. Durante il controllo veniva rinvenuta, occultata all'interno del vano della ruota di scorta, una mole di documentazione di varia natura.

I preliminari accertamenti effettuati sul posto permettevano di verificare la stretta attinenza degli appunti e fogli rinvenuti con tanto di cifre e date, con l'attività dello studio, motivo per il quale i finanzieri centesi richiedevano alla Procura di Ferrara l'autorizzazione ad accedere sia presso l'abitazione del professionista sia presso i suoi studi ubicati nelle province di Ferrara e Modena. In tali luoghi veniva ritrovata altra e importante documentazione extra contabile relativa a prestazioni non fatturate, ragion per cui veniva aperta contestualmente una verifica fiscale per accertare la regolarità della posizione del contribuente.

Per quantificare l'effettiva entità dell'evasione perpetrata, i finanzieri hanno effettuato una specifica attività info-investigativa incrociando tutte le banche dati in uso al Corpo, con particolare attenzione alle informazioni presenti nell'applicativo "spesometro" dell'Anagrafe Tributaria e riscontrando i rapporti con clienti e fornitori dello studio professionale attraverso numerosi controlli incrociati.

Al termine dell'attività ispettiva, è stata effettuata una segnalazione all'Agenzia delle Entrate per il recupero delle imposte evase nonché per l'adozione delle misure cautelari sui beni immobili e mobili intestati al professionista a garanzia delle somme sottratte al fisco.

Venerdì, 09 Novembre 2018 07:05

Dove sta la verità su Emanuela Orlandi?

Di Nicola Comparato - 8 novembre 2018 - Emanuela Orlandi, un caso che tiene tutti col fiato sospeso da 35 anni, che vede coinvolti sia lo Stato italiano e lo Stato Pontificio e che, come in una spy story, potrebbe aver visto lo zampino di servizi segreti di vari Paesi stranieri, interessati a sfruttare la storia per scopi politici a favore dell'uno o dell'altro Paese.

E' per questa ultima ragione che di tutto e di più si è detto sulla scomparsa di Emanuela, la ragazzina vaticana di 15 anni, misteriosamente volatilizzata scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma.

Nel corso degli anni varie sono state le ipotesi sulla sparizione di Emanuela. Dal coinvolgimento dei Lupi Grigi, allo scandalo dello IOR e il caso Calvi, dalla Banda della Magliana, alla pista pedofila dei festini in Vaticano, senza tralasciare il collegamento con l'attentato al papa ad opera del turco Ali Agca. Papa Giovanni Paolo ll, durante l'Angelus di domenica 3 luglio 1983, fece un appello ai presunti rapitori di Emanuela per la sua liberazione, cosa che fece non poco scalpore, se si pensa che in quel momento non si parlava ancora di "Sequestro Orlandi". Un episodio che ha alimentato e conseguentemente orientato gli editorialisti e l'opinione pubblica verso il coinvolgimento del Vaticano nella vicenda di Emanuela Orlandi.

Tante le piste inseguite, ma nessuna ha ancora condotto alla verità.

L'unica cosa certa è che Emanuela Orlandi non è più tornata a casa ad abbracciare i suoi cari. Da quel giorno dell''83 c'è una persona che ha dedicato tutte le sue energie per trovare le risposte alle legittime domande dei familiari. Quell'uomo è Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che dal giorno della scomparsa di sua sorella, lotta con tutte le sue forze per fare emergere la verità.

Una breccia di speranza si era aperta con l'arrivo al Trono di Pietro di Papa Francesco, il Pontefice della trasparenza. In molti, e soprattutto la famiglia Orlandi, si aspettavano una svolta, una risposta o quantomeno alcuni e determinanti indizi da seguire per aprire nuovi capitoli di speranza.
Invece, le uniche parole riservate a Pietro Orlandi dal Pontefice sono state: "Emanuela sta in cielo".

Una lapidaria, inutile e formale risposta che inquieta ancor più e legittimamente spinge a pensare che se sanno che sta in cielo vuol dire che qualcosa in più conoscono e non intendono dire.

Personalmente ho voluto parlare di Emanuela Orlandi, perché è un caso che seguo da tantissimi anni e che non si può riassumere e esaurire in poche righe e perciò sarà oggetto di altri e ulteriori approfondimenti.

Il caso si è prepotentemente riacceso nei giorni scorsi, a seguito del ritrovamento di alcune ossa presso la Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma, che alcuni hanno voluto attribuire ad Emanuela e a Mirella Gregori, l'altra ragazza scomparsa a Roma nel 1983 a pochi giorni di distanza da Emanuela, la cui sparizione viene spesso collegata al Caso Orlandi.

Ma col passare delle ore, la speranza delle famiglie di avere di fronte un nuovo capitolo della verità, potrebbe svanire nuovamente. Dalle indiscrezioni riportate dalla stampa capitolina infatti sembrerebbe che le ossa non appartengano  alle due giovani ragazze ma si paventerebbe l'ipotesi che siano riconducibili a una donna di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Sarà l'esame del DNA a fornire una prima risposta e quantomeno a escludere alcune ipotesi.

A questo punto molti si chiedono del perché e soprattutto a chi sia venuto in mente di collegare il ritrovamento osseo alle ragazze scomparse nel 1983. Un'inutile e per certi versi sadico modo di alimentare speranze nei familiari che non riescono a trovare pace da 35 anni.

"Pietas" - Se il Vaticano sa qualcosa, che parli una volta per tutte, in nome della pietas, appunto! La famiglia Orlandi ha il diritto di sapere la verità, esattamente come la famiglia Gregori. Dopo 35 anni meritano di stare in pace e di avere un posto dove poter portare un fiore alle due ragazzine.

Pietro Orlandi siamo tutti con te!

 

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Nell'ambito del piano di Controllo Integrato del Territorio, gli agenti del Commissariato di P.S. di Carpi, unitamente a personale della Polizia Locale, hanno svolto un servizio straordinario finalizzato a prevenire e contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e dei reati predatori in genere.

Particolare attenzione è stata rivolta al controllo di 4 sale scommesse, all'interno delle quali sono state identificate 22 persone.
Alcune irregolarità sono state riscontrate in uno dei locali sottoposto a verifiche. In particolare, nel giugno scorso, al titolare dell'esercizio era stata rigettata l'istanza di licenza ed inoltre il Questore della Provincia di Modena aveva emesso un provvedimento con cui ordinava l'immediata cessazione dell'attività. Nonostante ciò, il gestore ha allestito 24 postazioni dedicate alla raccolta di scommesse su eventi sportivi, continuando ad esercitare l'attività.
Per le violazioni riscontrate, il titolare sarà deferito all'A.G. per accettazione di scommesse in assenza della prescritta concessione amministrativa nonché per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità.

Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile di Modena, nel corso di un servizio straordinario volto alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori in genere, ha sequestrato 5,20 kg di Marijuana.

Gli agenti hanno effettuato alcuni controlli nella zona San Pancrazio, anche a seguito di segnalazioni di alcuni residenti, rinvenendo l'ingente quantitativo di sostanza stupefacente all'interno di un'area giochi per bambini.

Gli operatori di Polizia hanno recuperato, all'interno di uno scatolone occultato fra i cespugli, le infiorescenze di Marijuana che erano contenute in sacchetti di plastica sigillati ermeticamente e suddivisi in diverse pezzature di circa 1000, 500 e 250 grammi.

Nel corso dei controlli nel territorio modenese sono state identificate complessivamente 269 persone e controllati 133 automezzi. Inoltre, sono stati rinvenuti tre veicoli rubati: un Audi A4, asportata nel bolognese e localizzata in zona Sacca, ed una Ford Focus con all'interno del bagagliaio uno scooter Honda HS, individuati invece nei pressi di via Attiraglio.

Una donna leccese propone denuncia alla Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": l'inchiesta dovrà riguardare anche i divulgatori. Pronti ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa utile per la massima tutela della ragazza

Un momento d'intimità e passione ripreso per gioco che sfugge dallo smartphone che sarebbe stato incautamente custodito e poi smarrito e che poi condiviso sui social, diventa virale, creando un'infinità di danni ad una donna leccese la cui esistenza è letteralmente sconvolta a causa di una leggerezza non sua. Oggi, l'avvenente ragazza ha deciso di denunciare ed andare avanti dopo che gli è stato anche preannunciato di dover essere licenziata dal posto di lavoro, un noto centro sportivo dell'hinterland del capoluogo salentino, perchè quel video desterebbe imbarazzo. Un caso come tanti, che ormai è possibile leggere sulle cronache e che però riguarda anche la vita di chi ingenuamente si fa riprendere pensando che quelle immagini rimarranno assolutamente segrete e che poi anche per colpa di un'infinita platea di curiosi si ritrova nella memoria dei dispositivi di una miriade di sconosciuti che ti diffamano, ti cercano di contattare, ma trovano comunque un muro nella dignità della persona offesa.

Perchè di vittima si tratta, ma anche di donna pronta a combattere per difendere il proprio onore e cercare di far perseguire chiunque condivida il video e la diffami. Ecco perchè costei si è rivolta dapprima alla Polizia Postale di Lecce ed anche allo "Sportello dei Diritti" per tutelare la propria persona da questo vortice diffamatorio che la riguarda. E' noto, infatti, che esistono dei software in dotazione alla principale forza di polizia che si occupa di crimine informatico, che attraverso complessi algoritmi sono in grado di risalire a coloro che condividono file, anche di questo tipo.

Ecco perchè, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ritiene doveroso avvertire chiunque persevererà nell'attività di condivisione del video che, almeno in astratto, potrà essere individuato con tutte le conseguenze giuridiche del caso anche in tema di violazione del diritto alla privacy della malcapitata. Siamo pronti, infatti, attraverso il nostro staff di legali e consulenti tecnici ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa utile per la massima tutela della ragazza.

(6 novembre 2018)

RIGENERAZIONE E DIGNITA' PER IL QUARTIERE SAN LEONARDO - Dal Manifesto per San Leonardo la lettera indirizzata alla Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio del Comune di Parma.

IL TESTO DELLA LETTERA

Data: 28 ottobre 2018 alle 19.13
Oggetto: RIGENERAZIONE E DIGNITA' PER IL QUARTIERE SAN LEONARDO

Spett.le

COMUNE DI PARMA

Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio

e p.c. CCV SAN LEONARDO e CCV CORTILE SAN MARTINO

Egregi Membri della Commissione

il nostro Gruppo "Manifesto per San Leonardo" si fa promotore ormai da anni di evidenziare le situazioni critiche del nostro quartiere, di proporre soluzioni e di coinvolgere, ove possibile, altri cittadini, gruppi e associazione in questo impegno civico.

Il nostro Quartiere (San Leonardo e Cortile San Martino) ha subito negli anni passati e sta subendo ancora oggi una "riqualificazione" edilizia, o meglio sarebbe dire una ricementificazione aggressiva, che sta trasformando questo territorio in una grande distesa di asfalto e cemento, forse con un consumo di suolo "zero", ma con profonde ripercussioni sul piano ambientale e paesaggistico.

Quella che viene definita ancora oggi, anche nella prospettiva di " Parma Città della Cultura 2020", la porta della città non ha smesso di essere invece, come fu definita fin dal 1999, lo "zerbino" della città; potremmo dire visto il numero di supermercati aperti, in corso di apertura o progettati, la "dispensa" della città o il simbolo di un consumo e di uno spreco dissennato.

In molte parti del Quartiere compaiono, inoltre, moltissimi cartelli riguardanti la realizzazione di nuove aree commerciali e/o direzionali.

Il futuro della città è quindi destinato solo ad una progettazione quantitativa espressione del massimo sfruttamento delle "cubature" ammesse? O è possibile una "rigenerazione paesaggistica" che diventi opportunità per uno sviluppo "ambientalmente" sostenibile, che valorizzi il territorio, in un equo bilanciamento fra le giuste esigenze di progresso e di business degli imprenditori e le legittime aspettative dei cittadini?

Il grigio colore che attraversa da nord a sud, da est ed ovest il nostro Quartiere deve essere oggetto di una profonda rivisitazione.

Auspichiamo pertanto che tutti i progetti, sia pubblici che privati, sia quelli disciplinati dal Rue (zone tutelate e centro storico) ma anche, e prima di tutto, riguardanti i quartieri fuori dal centro storico siano valutati dalla Commissione in modo da tutelarli ed impedire peggioramenti continui.

Augurandoci che la Vostra Commissione possa contribuire al dibattito ed alla ricerca di nuove azioni per ridare dignità a questa parte della città, restiamo in attesa di vostro cortese riscontro e porgiamo cordiali saluti.

MANIFESTO PER SAN LEONARDO

(seguono firme e recapiti telefonici)

Mercoledì, 07 Novembre 2018 10:08

La Guardia di Finanza a SKYPASS

Come da tradizione anche quest'anno, in occasione della 25^ edizione di Skipass – "Salone del Turismo e degli Sport Invernali" che si è svolta a Modena dal 1 al 4 novembre p.v., la Guardia di Finanza – ha partecipato all'evento con un proprio mezzo "VE.I.CO.LO" (Veicolo Itinerante di Comunicazione Locale) all'interno del quale sono stati proiettati video inerenti all'attività del Corpo.
Inoltre nei quattro giorni di manifestazione è stato possibile incontrare alcuni atleti del Gruppo Sciatori "Fiamme Gialle" premiati in varie competizioni internazionali.

In tema con la manifestazione sono state evidenziate alcune specificità del Corpo che, mediante l'impiego di Reparti specializzati "S.A.G.F." (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza), istituiti nel 1965, effettua operazioni di soccorso in montagna utilizzando il personale qualificato in servizio presso le varie "Stazioni" dislocate sul territorio nazionale. La professionalità e l'abilità tecnica del citato personale viene acquisita e costantemente aggiornata attraverso la periodica attività addestrativa, organizzata e diretta dalla "Scuola Alpina" del Corpo con sede a Predazzo (TN).
L'Istituto, la più antica Scuola Militare Alpina al mondo, istituita alla fine del 1920 come distaccamento dipendente dalla Legione di Trento al fine di addestrare le giovani reclute alle fatiche della montagna, oltre a formare nuovi finanzieri da impiegare nel servizio d'istituto del Corpo è l'Organo tecnico preposto alla formazione ed all'addestramento dei militari del Soccorso Alpino, nonché sede del glorioso Gruppo Sciatori "Fiamme Gialle".

Per meglio perseguire l'obiettivo di garantire la sicurezza in montagna, il Corpo dal 24 settembre u.s. ha reso operativa una nuova "Stazione" S.A.G.F., con sede nel vicino comune di Abetone Cutigliano (PT).

Sabato scorso, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino albanese di 26 anni destinatario di un mandato di arresto internazionale ai fini estradizionali, emesso per il reato di violenza sessuale per il quale dovrà scontare un anno e 6 mesi di reclusione.

I fatti risalgono ad un episodio avvenuto in Albania dove giovane aveva aggredito una vicina di casa quando era sola nella propria abitazione.
L'uomo è stato individuato all'interno dell'appartamento della sua compagna, una cittadina italiana sua coetanea, e condotto dagli agenti presso la locale Casa Circondariale

Sequestro di Pieve, Zanni: "Le nostre comunità non si faranno intimidire". Dal presidente della Provincia la "gratitudine della comunità ai carabinieri e a tutte le forze dell'ordine

Ai Carabinieri e a tutte le forze dell'ordine che, coordinate dal Prefetto, sono stati impegnati in questa lunga e sfibrante giornata, intendo esprimere la gratitudine della comunità provinciale per il positivo esito di una vicenda che le nostre comunità hanno seguito, a lungo, con grande apprensione e con sincera vicinanza nei confronti delle persone tenute in ostaggio e delle loro famiglie. Il lieto fine, frutto della professionalità e della pazienza delle forze dell'ordine, nulla toglie alla gravità di un gesto che non può essere in alcun modo minimizzato.
Anche per questo, oggi, ho voluto recarmi di persona a Pieve Modolena. Per testimoniare la vicinanza delle istituzioni alle forze dell'ordine ed alle famiglie degli ostaggi, così come ai tanti cittadini di tutta la provincia che, con angoscia, hanno seguito fin da questa mattina gli sviluppi della vicenda. Come è avvenuto, nel corso di tante udienze, nell'aula del processo Aemilia, il senso della nostra presenza è stato quello di ribadire il massimo impegno e la massima convinzione delle comunità che rappresentiamo nel respingere ogni tentativo di imporre qualsivoglia forma di prevaricazione, nel non farci intimidire e nel riaffermare i principi che sono alla base del nostro vivere comune: a partire dal rispetto, delle regole e delle persone, e dal ripudio di ogni forma di violenza e di atteggiamento mafioso.

Giorgio Zanni
Presidente della Provincia di Reggio Emilia

L'ANGOLO DI INTESARubrica settimane sul sociale a cura di Associazione Intesa San Martino Parma. 

Poco si parla di disabilità, nonostante il disagio riguardi non solo le tante persone che ne soffrono, ma anche le loro famiglie. Poco se ne parla, di questa popolazione così vulnerabile, fa più notizia la scoperta dei «furbetti» che si spacciano per invalidi. La scuola dell’inclusione dei disabili, la legge sull’autismo, il dopo di noi, i caregiver, hanno rappresentato goffi tentativi di dare risposte ad un universo che non riesce ad averle. Leggi e stanziamenti assolutamente inadeguati ai bisogni degli oltre 4 milioni di disabili italiani.

La legge sul “dopo di noi”, doveva mettere la persona disabile al centro di un progetto individuale, per un welfare più moderno  e di  inclusione sociale per chi vive una condizione di svantaggio. L’obiettivo era quello di una progressiva presa in carico della persona con disabilità già durante l’esistenza dei genitori e con il suo pieno coinvolgimento nelle scelte di vita. Oltre a salvaguardare il patrimonio da utilizzare per il figlio con disabilità grave, doveva cancellare l’imposta di successione per i genitori ”ad esempio per la casa di proprietà”, ridurre le aliquote per l’imposta municipale sugli immobili, poi istituire il fondo per l’assistenza alle persone con disabili, promuovere un’accoglienza diffusa con interventi innovativi di residenzialità in casa famiglia dentro le comunità in cui vivono.

La definizione stessa “dopo di noi” ha origine infatti dalla disperazione che ha prodotto e continua a produrre condizioni di  isolamento  a centinaia di genitori spesso anziani, che non osano immaginare la sorte dei loro figli, con l’umano timore della morte e l’ansia di ciò che di più caro hanno al mondo. Il nuovo governo, visto che il vecchio poco ha fatto, deve intervenire sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, sugli obiettivi, sulle modalità di attuazione e le amministrazioni locali, non si devono ‘tirare indietro’, chiedendo la compartecipazione economica da parte delle famiglie, sui cosiddetti progetti di vita. E’ indubbio che rappresenti solo un primo passo importante verso queste “persone speciali”. Sarebbe giusto quindi realizzare un servizio completo di cure gratuite, a lungo termine verso  la persona, con tutta la sua dignità, i suoi affetti e la sua spiritualità.

Rino Basili Segretario Intesa San Martino

 

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