Martedì, 17 Settembre 2019 11:18

Sorbolo, sfondano la saracinesca con l'auto

Sorbolo 17 settembre 2019 - Alle prime ore dell’alba un’autovettura con a bordo tre persone si è lanciata contro la saracinesca di un esercizio commerciale di Sorbolo. L'obiettivo dei malviventi era di sottrarre le monete contenute all’interno del cambia monete delle slot-machine, ma il "colpo" ha ottenuto solo di arrecare danni all'ingresso dell'esercizio pubblico.

 

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I Carabinieri del Norm di Parma hanno dato esecuzione ad un'ordinanza del Gip di Parma del 05.09.2019 di applicazione della misura cautelare della custodia nei confronti di un soggetto nigeriano:
- Boniface Kennedy, nato in Nigeria il 13.03.1986, domiciliato in Parma
gravemente indiziato del reato di cessione continuata di cocaina, venduta ad una pluralità di soggetti in un arco temporale che va dal gennaio 2018 sino a maggio 2019.
In particolare, le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma (PM Arienti), hanno permesso di accertare una mole di spaccio pari a circa 575 dosi di cocaina per un valore economico stimato in circa 28.000,00 euro.


Lo spunto investigativo che ha dato avvio all’indagine trae origine dai servizi di controllo del territorio che avevano fatto constatare un’intensa attività di spaccio nei pressi del “Barilla Center” ad opera di un cittadino nigeriano.
L’attività investigativa ha permesso di identificare 10 assuntori, soggetti per lo più giovani, i quali hanno riferito, nel dettaglio, i tempi e i modi con cui, nel corso degli anni, avevano acquistato la droga, indicando periodi, quantità e somme pagate per le illecite vendite ed altresì riconoscevano il loro pusher, soprannominato “Tyson” tra le fotografie che sono state loro mostrate.


Le dichiarazione rese dagli acquirenti dello stupefacente sono state ritenute credibili in primo luogo, in quanto tutte connotate da precisione nella descrizione delle modalità degli accordi, della consegna dello stupefacente, dell’entità del prezzo pagato e del quantitativo ceduto nelle diverse occasioni. Le dichiarazioni accusatorie sono state rese da soggetti privi di legami tra loro, nonché privi di ragioni di astio, o, comunque di contrasto con l’indagato ed anche per tale ragione sono state ritenute quindi attendibili dal GIP che ha emesso la misura.


In particolare, condividendo in pieno l’impostazione della Procura di Parma, il Giudice ha ritenuto che nella fattispecie, pur a fronte di singole cessioni per piccoli quantitativi di droga, il modus operandi dimostrasse che l’indagato avesse a disposizione quantitativi molto consistenti, come dimostrato dalla ricostruzione effettuata in base alle testimonianze degli acquirenti escussi.
La ripetitività delle cessioni di stupefacenti, il numero consistente di clienti, le modalità di svolgimento dell’attività illecita, sono tutti elementi che denotano una costante disponibilità di quantitativi rilevanti di droga tali da risultare idonei allo spaccio di cocaina su vasta scala, mediante la movimentazione costante dello stupefacente per importi rilevanti. E’ stato altresì considerata la circostanza che l’indagato non svolga alcuna attività lavorativa, per cui la cessione di sostanza stupefacente risulta essere l’unica forma di sostentamento dello stesso.


Ciò ha consentito di ritenere sussistenti, a carico dell’indagato, sia i gravi indizi di colpevolezza sia l'attualità delle esigenza cautelare.
Anche questa indagine –portata pazientemente avanti dai CC su delega della Procura- testimonia dell’impegno costante dell’apparato inquirente teso a fronteggiare l’attività di spaccio effettuata nel territorio di Parma.

 

In occasione della ripresa delle attività didattiche l’assessore Ines Seletti ha incontrato le insegnanti e i piccoli pazienti della Scuola in ospedale. Ogni anno seguiti al Maggiore di Parma circa 500 alunni.

Parma -

Prima campanella per i giovani pazienti dell’ospedale di Parma, pronti all’avvio delle lezioni grazie alla presenza della scuola all’interno delle strutture di cura del Maggiore.

In occasione della ripresa delle attività scolastiche, Ines Seletti, assessore alla Scuola e ai servizi educativi del Comune di Parma ha portato un saluto ai ragazzi e alle insegnanti della Scuola in ospedale

Presenti, questa mattina, nell’aula docenti al terzo piano dell’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” Agnese Tirabassi, dirigente dell’Istituto comprensivo Giacomo Ferrari, Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, Gian Luigi de’Angelis, direttore del dipartimento Materno-Infantile, i primari e il personale  medico e infermieristico dei reparti pediatrici.

 "Quest'anno – spiega Seletti -  ho pensato di venire qui per il primo giorno di scuola, un giorno importante per tutti i bambini e gli studenti. Sono in Ospedale perché vorrei che tutti i cittadini conoscessero questo progetto. Una realtà insostituibile per la formazione dei piccoli che sono costretti per motivi di salute ad assentarsi dalle lezioni a scuola.  Esprimo una profonda riconoscenza sia come assessore che come genitore per le docenti che sono qui e per tutti i medici che lavorano e accompagnano questi bambini. Una scuola attenta ai loro bisogni".
"Sono una privilegiata ad essere qui oggi ed entrare in questo progetto – precisa Agnese Tirabassi, che proprio da quest’anno ha assunto la direzione dell’Istituto Ferrari-.  Sono investita di una grande responsabilità che da tempo porta avanti la scuola Ferrari. Cito una frase di Etty Hillesum: si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite. Ecco, il nostro compito qui è quello di offrire momenti di normalità".

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Ringraziamenti all’assessore, alla preside e alle insegnanti sono arrivati dal prof. de’Angelis, direttore del dipartimento, dai primari e dal personale di tutte le strutture coinvolte.

"In bocca al lupo per questa nuova partenza – conclude il direttore dell’Azienda ospedaliero-universitaria di ParmaMassimo FabiUna esperienza di crescita per tutti i bambini che vengono formati anche quando c'è una malattia. Non tutto è malattia nei bambini malati, serve offrire una vita normale, gli affetti, la scuola e l'amicizia. Questi sono i valori che ispirano l'Ospedale dei Bambini e tutti i protagonisti e professionisti che lavorano al Maggiore. Oggi siamo qui tutti uniti scuola, amministrazione e professionisti proprio perché i percorsi dei nostri bambini vedono un lavoro di squadra dietro. Grazie a tutti. Insieme faremo un buon percorso

Sono oltre 500 gli alunni seguiti, nell’ultimo anno, dalle insegnanti della Scuola in ospedale, durante il loro percorso di cura al Maggiore. Le lezioni sono individuali e vengono svolte direttamente nella stanza di degenza o nelle sale comuni del reparto, con l’insegnante che concorda tempi e modi di svolgimento dei compiti assegnati e degli argomenti trattati nella classe di provenienza. Particolarmente coinvolgenti per i bambini sono le esperienze dei laboratori, che prevedono l’utilizzo di diversi strumenti in dotazione al reparto, ottenuti dalle donazioni di numerose associazioni di volontariato che sostengono le strutture.

La Scuola in ospedale è istituita dal Ministero della Pubblica Istruzione. A Parma la scuola primaria (elementare) in ospedale è attiva dal 1950; mentre dal 1995 l’Istituto Comprensivo Ferrari ha introdotto anche la sezione di scuola secondaria di primo grado (media). Sono 7 le insegnanti: 3 per la scuola primaria e 4 per la scuola secondaria di primo grado. Per la scuola secondaria di secondo grado (superiore) è attivo il progetto Concordia Magistra Vitae, che si avvale di insegnanti volontari delle scuole superiori del territorio. La Scuola in ospedale è attiva non solo all’Ospedale dei Bambini, ma in tutti i reparti che ospitano al loro interno ragazzi ricoverati.

Presso gli uffici della Questura di Parma sono custodite due biciclette. Di seguito le foto delle biciclette in questione. I legittimi proprietari potranno presentarsi presso l'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di Parma (tel. 0521/219546), muniti della relativa denuncia di furto, per ottenerne la restituzione.

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QUESTURA DI PARMA
Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico
Tel. 0521/219546

 

Successo per Adiconsum Emilia Centrale: vinto ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario contro Poste.

Un vecchio buono postale del 1987 fa ottenere a un reggiano 4.000 euro in più per errata liquidazione degli interessi da parte di Poste Italiane. Infatti, l’ufficio postale non gli riconosceva pienamente i rendimenti indicati sul retro dei buoni, in particolare, con riferimento agli ultimi 10 anni. Si è dunque rivolto ad Adiconsum - associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale - e, presentando ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario, ha ottenuto il riconoscimento del valore integrale di quanto scritto sul buono.


«Con il decreto ministeriale 13 giugno 1986, i rendimenti dei buoni fruttiferi sono stati significativamente ridotti, ma nel periodo compreso fra il primo gennaio 1987 e il 23 giugno 1997, Poste ha emesso buoni della serie Q utilizzando moduli di serie precedenti, in questo caso la P, che riportano sul retro tassi di interesse più alti» - spiega Massimo Rancati di Adiconsum - «Per ovviare al problema, Poste Italiane ha dunque apposto un timbro sul buono per modificare i rendimenti in conformità con il decreto: peccato però che i tassi di interesse del timbro si fermino al 20° anno e nulla dicano circa il periodo che va dal 21° al 30° anno di possesso.» L’Arbitro Bancario e Finanziario, interpellato da Adiconsum su quali fossero i tassi da applicare dal 20° anno, ha rilevato un legittimo affidamento del cliente sulla validità dei tassi d’interesse riportati sui buoni e, dunque, dichiarato Poste tenuta al pagamento in favore del ricorrente degli importi calcolati sulla base delle condizioni riportate sul retro del titolo, oltre al pagamento delle spese della procedura.
«In questi casi, la differenza tra quanto liquidato dall’ufficio postale e quello a cui si ha diritto può essere veramente significativa» - prosegue Rancati - «il consiglio è dunque quello di non lasciar perdere di fronte a un rifiuto di Poste, nemmeno se il buono è già stato riscosso e non se ne ha copia: gli uffici postali sono tenuti a rilasciare le copie dei buoni incassati e la contestazione resta possibile».


Per contattare Adiconsum: 0522/357485 (sede di Reggio Emilia).

È stata la ragazza, da poco maggiorenne, a trovare il coraggio di denunciare il genitore, un operaio di origine straniera. Per lui è scattata la custodia cautelare per pregressi abusi sulla figlia da quando aveva 13 anni.

Sassuolo(MO) –

Non voleva che la figlia, da poco maggiorenne, frequentasse un ragazzo italiano. Per questo un 51 enne di origine straniera, operaio nel distretto ceramico, l’aveva “punita” picchiandola con un tubo di gomma, costringendola a ricorrere alle cure dei sanitari. I fatti risalgono a un mese fa, ma la ragazza non si è lasciata intimorire e ha denunciato il genitore.

I Carabinieri, a cui la giovane si è rivolta, hanno ascoltato il suo racconto, dal quale sono emersi particolari sconcertanti, fatti di abusi e violenze fisiche e sessuali, che la ragazza era stata costretta a subire dal padre da quando aveva solo 13 anni. 

Sono quindi scattati gli accertamenti, a conclusione dei quali il giudice ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Monica Bombana, nei confronti del 51 enne per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

L’uomo è quindi stato arrestato e trasferito nel carcere di Sant’Anna.

Questa mattina, i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma a seguito di richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale ed alle false fatturazioni.

La misura cautelare ha riguardato tre imprenditori parmigiani F. G., D. F., G. G., operanti nel settore dell’impiantistica industriale. È stato inoltre disposto il sequestro per equivalente, fino a concorrenza delle imposte evase, per oltre 10.000.000 di euro, su conti correnti, depositi e su circa novanta immobili riconducibili agli indagati.

Nel complesso, sono indagate trentanove persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti inesistenti, alla omessa dichiarazione, all’occultamento o distruzione di scritture contabili.

Le indagini di polizia giudiziaria e tributaria, svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Parma, hanno avuto origine da un'attività di verifica fiscale in materia di imposte sui redditi, I.V.A. ed LR.A.P., avviata nei confronti del Consorzio MTI, con sede amministrativa a Parma, attiva nel settore metalmeccanico e nella fornitura di manodopera specializzata nelle lavorazioni meccaniche, con consistenti rapporti commerciali con società di primario livello nazionale ed internazionale, aventi sede nelle province di Parma e di Reggio Emilia.

La parallela esecuzione da parte delle Fiamme Gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma, di una mirata attività di polizia giudiziaria, sviluppata mediante tecniche di investigazione quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni e sequestri, escussioni testimoniali, attività di osservazione, pedinamento ed appostamento, ha consentito di ricostruire puntualmente l’architettura della frode e lo schema delle società coinvolte e di individuare gli amministratori di fatto delle società interessate, delineando compiutamente ruoli e (allo stato degli atti) responsabilità di ciascuno.

Gli imprenditori ideatori dell’articolato sistema di frode hanno infatti utilizzato lo schermo del consorzio e delle società consorziate, intestati a meri prestanome (a parte una società consorziata avente una struttura amministrativa ed operativa realmente esistente), per ottenere nel tempo, a danno dell’Erario, indebiti benefici e sostanziali risparmi finanziari in termini di imposte sui redditi ed I.V.A., con un conseguente vantaggio competitivo nei confronti degli altri players operanti nel medesimo segmento di mercato. L’utilizzo di tali meccanismi fraudolenti ha infatti permesso di fornire, forza lavoro a prezzi fuori mercato. Il risparmio finanziario ottenuto dall’evasione delle imposte ha permesso al gruppo di proporre i propri servizi ai committenti a prezzi altamente concorrenziali e di aggiudicarsi commesse di grande importanza, ottenute da aziende multinazionali che esternalizzano il ricorso alla manodopera specializzata.

Il corpo in avanzato stato di decomposizione e smembrato dagli animali selvatici è stato trovato in un dirupo da alcuni cacciatori accanto a una Suzuki Xs4 intestata alla donna, di cui non si avevano più notizie da oltre un mese. I familiari ne avevano denunciato la scomparsa anche al programma “Chi l’ha visto?”.

 SERRAMAZZONI (MO) –

Manca solo la prova regina, quella del DNA per risalire senza ombra di dubbio all’identità del cadavere rinvenuto ieri mattina attorno alle 9 da alcuni cacciatori, in una zona impervia, ricoperta da una fitta boscaglia, nella zona tra Riccò e Puianello, nel Comune di Serramazzoni, sull’Appennino modenese

Si tratterebbe di Renata Vecchiato, 62 anni, titolare della “Casa del gnocco fritto” di Strada Bellaria, a Modena, di cui non si avevano notizie dallo scorso 2 agosto, quando si era allontanata dal suo bar a bordo della sua Suzuki Xs4, dicendo che sarebbe tornata attorno alle 19. Da quel momento, di lei non si era saputo più niente, nonostante le chiamate sul cellulare, che risultava sempre irraggiungibile. Della sua scomparsa si era occupato anche il programmaChi l’ha visto?”, ma Renata sembrava essere stata inghiottita dal nulla. Fino al tragico epilogo di ieri mattina.

Sono stati due cacciatori, i cui cani hanno fiutato l’odore del cadavere, ormai in avanzato stato di decomposizione, a fare il macabro ritrovamento. Il corpo della donna si trovava a pochi metri dalla Suzuki Xs4, anch’essa nascosta nella boscaglia e con le ruote ribaltate. I Carabinieri, giunti sul posto, hanno poi fatto risalire la targa a quella di Renata Vecchiato. Per il recupero del corpo i militari dell’Arma si sono avvalsi della collaborazione dei Vigili del Fuoco. 

Nessuno, prima di ieri, si era accorto della presenza della vettura nella scarpata. Con ogni probabilità, anche se la dinamica è al vaglio degli inquirenti, l’auto sarebbe uscita di strada all’altezza di una curva e precipitata per un centinaio di metri. La donna sarebbe riuscita a uscire dalla vettura e trascinarsi per qualche metro, prima di soccombere alle lesioni riportate nell’incidente. 

Il corpo è stato portato all’Istituto di Medicina Legale di Modena, in attesa dell’esame autoptico, che dovrà stabilire con certezza che si tratti di Renata Vecchiato. 

Lunedì, 16 Settembre 2019 05:53

Alcol e droga, ritirate tre patenti

Settimana di controlli della Polizia di Stato finalizzati alla prevenzione delle c.d. stragi del sabato sera

Parma: La Polizia di Stato, nel dettaglio la Polizia Stradale di Parma, ha svolto durante la settimana serrati controlli finalizzati alla prevenzione di incidenti stradali causati dall’assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti-psicotrope.


I posti di controllo sono stati organizzati in orario serale/notturno, anche in concomitanza al grande deflusso dei due concerti che si sono tenuti a Parma questa settimana e che hanno visto la partecipazione di un pubblico molto numeroso. L’intento è stato quello di evitare che persone ubriache o drogate potessero mettere in pericolo l’incolumità di altre persone.
Nei posti di controllo, oltre a personale della Polizia Stradale erano presenti un Medico della Polizia di Stato ed un infermiere, questo per poter svolgere tecnicamente tutti i controlli del caso, ovvero sia gli alcoltest che i controlli antidroga.


Durante il servizio sono stati fermati 21 veicoli, e controllate 26 persone. Sono state ritirate in tutto 3 patenti, due ragazzi neopatentati sono stati trovati con un tasso alcolemico superiore ai 0,8 g/l, un altro, invece, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Per tutti è scattata anche una denuncia all’autorità giudiziaria.

Serrati i controlli, sempre per garantire l’incolumità degli automobilisti, nei confronti di coloro che non utilizzano le cinture di sicurezza o i sistemi di ritenuta per i bambini.
In tutto sono stati controllati 23 veicoli, ben 18 conducenti erano alla guida senza le cinture di sicurezza. Per questo motivo sono tutti e 18 stati sanzionati ai sensi dell’art. 172 c.d.s..
Questi controlli, che hanno il primario obiettivo di garantire la sicurezza e l’incolumità degli utenti della strada verranno previsti anche nelle prossime settimane.

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Domenica, 15 Settembre 2019 14:48

Salvare i macachi!

Diverse associazioni animaliste sono scese in strada, sabato 14 settembre, per chiedere di salvare i macachi dalla vivisezione. Gli animali, giunti dall'Università di Torino a quella di Parma, sarebbero destinati a atroci torture in nome della scienza.

(foto di Emiliano Zampella)

 

 

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Presso la casa natale al Cornocchio si è tenuto il primo degli eventi programmati per ricordare la figura idelebile del politico e sindacalista parmigiano a 50 anni dalla sua scomparsa

Parma – 14 Settembre 2019 - L’attualità del messaggio sociale, politico e sindacale che animò la vita, l’operato e l’azione di Ferdinando Santi, figura indelebile tra gli illustri parmigiani del ‘900, è stata celebrata stamane - presso la casa natale di strada dei Mercati al Cornocchio. Una cerimonia partecipata, in occasione del 50° anniversario dalla scomparsa di uno tra i personaggi locali di spicco a livello nazionale e di maggior spessore nel composito universo politico del secolo scorso, volta a valorizzare i contenuti espressi ed incarnati da Santi durante la sua lunga carriera. Grazie all’organizzazione della mattinata - curata dal Comitato vittime civili del Cornocchio – Amici di Ferdinando Santi, in collaborazione con Provincia di Parma, Comune di Parma, Camera del Lavoro, Partito Socialista Italiano e Istituto Italiano Ferdinando Santi, si è approfondito il messaggio di un uomo costantemente impegnato “nel migliorare se stesso per migliorare il mondo che lo circonda”.

All’incontro, moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli, sono in intervenuti a rimarcare le peculiarità di Santi Egidio Tibaldi, parente diretto del sindacalista e presidente del Comitato vittime del Cornocchio -Amici di Ferdinando Santi, Gianpaolo Cantoni delegato della Provincia di Parma, Michele Alinovi assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Parma, Andrea Rizzi per la CGIL, Cristiano Manuele per il Partito Socialista e Luciano Luciani Presidente dell’Istituto nazionale Santi.

Particolarmente toccante il momento in cui l’avvocato Fabrizio Pellizzoni ha letto la poesia di Santi “40 morti al mio paese”. La manifestazione si è conclusa con l’auspicio di Egidio Tibaldi - condiviso da tutti i presenti - che la stessa casa natale di Santi , oggi in stato di semi-abbandono e situata all’interno di un complesso comunque privato , possa diventare un luogo fruibile per la cittadinanza intera in cui il messaggio di Ferdinando Santi possa trovare ulteriore dimora autentica e soprattutto adeguata diffusione a beneficio delle nuove generazioni.

Le celebrazioni proseguiranno domani con le iniziative della CGIL al cimitero della Villetta poi a Borgo Val di Taro e Compiano al Passo Colla. Iniziative che proseguiranno anche il 5 Ottobre in Comune a Parma e il 6 a Bologna.

 

 

Ieri, Agenti dell’Ufficio Immigrazione hanno tratto in arresto una brasiliana, classe 1982, responsabile di reingresso illegale nel Territorio Nazionale.

La donna, il 22 luglio,si era presentata presso lo sportello dell’Ufficio Immigrazione per depositare la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari, per aver contratto matrimonio il 5 luglio con un cittadino italiano.

La donna veniva sottoposta a rilievi foto-dattiloscopici e si riscontrava che alle sue impronte digitali era associato un uomo nato in Brasile, sempre nel 1982.

Dai successivi accertamenti si appurava a carico dell'uomo un decreto di espulsione emesso dall’Italia il 27 dicembre 2018, provvedimento eseguito autonomamente in data 22 gennaio 2019 dallo scalo aereo di Malpensa con volo diretto a San Paolo (Brasile).

In sostanza il soggetto aveva lasciato il territorio nazionale come gli era stato intimato e aveva, dunque, il divieto di rientrare in Italia per tre anni.

Tuttavia, l'uomo, giunto nel suo paese aveva cambiato sesso e, rientrato in Italia come donna, aveva tentato una nuova regolarizzazione.

Immediato l'arresto.

Oltre 10 unità dei Carabinieri della compagnia di Parma hanno svolto un servizio coordinato nelle zone di Parco Ducale, Piazzale della Pace, Viale Piacenza

I risultati dell'operazione:
⁃ denunciato ai sensi dell’art 73 del dpr 309/90:
Un cittadino iracheno classe '86 trovato in possesso di 40 gr di marijuana

⁃ segnalati alla locale prefettura per uso di sostanze stupefacenti ai sensi dell’art 75 del for 309/90:
Due cittadini parmigiani classe '78 e 2000
Un cittadino ivoriano classe '93
Un cittadino libanese classe '99
Un cittadino palermitano classe '97
Un cittadino nigeriano classe '80

Sono state identificate 40 persone di cui 10 extracomunitari e sono state effettuate oltre 5 perquisizioni.

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Di Nicola Comparato 14 settembre 2019 - Intorno alle ore 13.30 di ieri venerdì 13 settembre, in località Pianodardine, zona industriale in provincia di Avellino, una fabbrica produttrice di batterie elettriche è andata a fuoco, producendo una grande nube tossica e forti esplosioni.

Inevitabili le evacuazioni, non solo della popolazione ma anche dei lavoratori delle aziende circostanti. Per fortuna i vigili del fuoco sono al lavoro e hanno tenuto la situazione sotto controllo evitando il peggio, considerando che l'azienda in questione si trova in prossimità di una stazione di carburante. I sindaci di Avellino e dei comuni limitrofi hanno invitato la popolazione a non uscire di casa e a tenere porte e finestre chiuse.

Riceviamo e pubblichiamo foto e video da un nostro lettore di Avellino

I video:

https://youtu.be/TN4dZALyAYU 

https://youtu.be/e1HAT35jaGQ

 

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Grazie alla donazione attivato un contratto per potenziare la raccolta dati sui pazienti affetti da emopatia.

Arriva dall’Associazione Adisco un sostegno concreto per la cura delle malattie del sangue, grazie a una donazione di 10.000 euro alla struttura di Ematologia e Centro trapianti midollo osseo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. La somma è già stata destinata all’attivazione di un contratto per creare uno specifico data base che evidenzi nella casistica di Parma i potenziali canditati all'utilizzo delle cellule da cordone ombelicale per il supporto al trapianto.

La donazione è stata ufficializzata oggi da Maria Giovenzana, presidente Adisco, Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e Francesco Leonardi, direttore del dipartimento Medico e direttore facente funzione del reparto, insieme a Monica Crugnola, dirigente medico dell’Ematologia e Rodanthi Fioretzaki, case manager che si sta occupando di sviluppare e implementare il data base.

“Come Adisco – spiega Giovenzana - ci battiamo perché prima del parto le future mamme scelgano di donare il cordone ombelicale. Insieme a una nuova vita infatti nasce una possibilità di cura: il cordone ombelicale, che normalmente viene gettato, contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Una donna che decide di donare quel sangue offre a tante persone malate una speranza in più di guarire e tornare alla vita”. 

“Il sangue cordonale - precisa Crugnola è una preziosa sorgente di cellule staminali ematopoietiche capaci di produrre tutte le altre cellule del sangue. Le staminali possono essere isolate dal sangue cordonale, da midollo osseo e da sangue periferico dopo mobilizzazione con fattori di crescita emopoietici. Così lavorate hanno un'importanza vitale nella cura di molteplici patologie ematologiche, metaboliche e immunitarie”. 

Un ringraziamento per il prezioso sostegno al reparto arriva da Francesco Leonardi e da Massimo Fabi.Da sempre - spiega il direttore del Maggiore Fabi - Adisco è vicina alle strutture dell’ospedale di Parma con donazioni in denaro, apparecchiature e soprattutto promuovendo la donazione del cordone ombelicale, sviluppando quindi una cultura del dono e della solidarietà che è la vera forza del nostro ospedale”. 

L’Adisco è nata nel 1995 come associazione di donne disposte a donare dopo il parto il sangue del cordone ombelicale, che contiene cellule staminali identiche a quelle del midollo osseo. Infatti, circa il 40-50% dei pazienti affetti da leucemia e linfomi per i quali è necessario il trapianto del midollo osseo non dispone di un donatore compatibile nell’ambito familiare o nei registri internazionali dei donatori volontari e il sangue del cordone ombelicale può quindi sostituire il midollo per il trapianto. L’Adisco si pone l’obiettivo di promuovere la donazione: un’operazione semplice e rapida che non procura nessun rischio e sofferenza al neonato e alla madre perché avviene quando il cordone è già stato reciso. 

A Parma e provincia la sede di Adisco è presso l‘ospedale Maggiore al secondo piano del padiglione Rasori (0521. 704709). Le future mamme possono decidere di donare il cordone ombelicale al momento della presa in carico nei reparti di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali di Parma e di Vaio.

Nel corso della settimana sono state condotte diverse attività di controllo straordinario del territorio di Parma volto al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e all’immigrazione clandestina. Sono state messe in campo diverse pattuglie in più sul territorio rispetto all’ordinario: 12 della Polizia di Stato e 5 della Polizia Municipale, suddividendo i controlli in tre giornate diverse ed in fasce orarie differenti.

Un impiego importante di uomini della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, con pattugliamenti effettuati a seguito di un’attenta attività di analisi e sfruttando anche il sistema predittivo Xlaw.

I controlli si sono concentrati nel quartiere Oltretorrente e nel Quartiere S.Leonardo, nonché nel centro cittadino. Durante i controlli, con particolare riferimento a Via Trento e a Via Rismondo, sono stati accompagnati diversi cittadini stranieri in questura per la loro identificazione, dalla quale è emersa che questi ultimi erano gravati da diversi pregiudizi di Polizia. Coloro che non avevano motivo di permanere su Parma sono stati allontanati verso i loro luoghi di residenza.

I controlli si sono estesi anche all’interno di alcuni locali pubblici segnalati come sospetti, presenti rispettivamente in Via d’Azeglio, Via Palermo e in Pz.le Pablo.

Non solo, grazie all’ausilio delle Unità di Cinofile di Bologna sono stati passati al setaccio alcuni Parchi cittadini, tra cui il Parco ducale, la zona del S.Leonardo con particolare riferimento a Via Venezia, nonché alcune vie del centro segnalate dai cittadini come possibili nascondigli per la droga smerciata dagli spacciatori. È stato sequestrato un etto di droga tra marijuana ed hashish.

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Ecco i risultati delle attività:

155 persone controllate

87 veicoli controllati

Esercizi pubblici controllati: 3 tra via Palermo, via D’Azeglio e pz.le Pablo 

I servizi proseguiranno nel corso dei prossimi giorni.

di Paolo Mario Buttiglieri, sociologo - Fiorenzuola (PC) 13 settembre 2019 - “In amore sono un fallito, voglio suicidarmi”. Capire cosa vuol dire questa frase ci può aiutare a individuare le cause di questo delitto.
Quando un uomo o una donna non si sentono amati cercano questo amore che gli manca negli altri. E visto che tra maschi e femmine esiste una attrazione sessuale è facile che l'amore venga ricercato nell'altro sesso.
Molti cercano l'amore in cani e gatti, altri in pellegrinaggi, altri ancora nel cibo, nel cellulare. Ognuno lo cerca da qualche parte.


Si è come un bambino che ha bisogno di essere amato, cioè coccolato, abbracciato, nutrito e accudito in tutti i suoi bisogni. Ma crescendo il bambino diventa autonomo, impara a prendersi cura di se e dei propri bisogni. Impara ad amarsi. Punto di partenza di questo processo di crescita e maturazione è la madre. E con lei tutte le persone che avranno a che fare con lui nei primi anni di vita.
Se si sentirà amato imparerà ad amarsi e ad amare. Questo è quello che non avviene quasi mai.


Fare un figlio è semplice. Per amarlo invece è indispensabile amare se stessi. E per amare se stessi l'unico requisito è NON REPRIMERSI, ovvero ESPRIMERSI.


Cosa vuol dire non reprimersi?
Ascoltare il nostro corpo, i suoi bisogni e soddisfarli. Ho parlato del corpo, non della mente. Se il corpo è soddisfatto la mente è soddisfatta. Come capite se state ascoltando il vostro corpo? E' molto semplice.
Come il bambino che piange per esprimere i suoi bisogni, cioè il suo disagio (fame, sete, freddo, caldo) così noi avvertiamo un disagio fisico e lo comunichiamo alla mente, che se non è impegnata in altri pensieri, si da subito da fare per soddisfare i bisogni del corpo. Ma spesso la mente degli adulti è immersa in mille pensieri, sollecitati dall'economia consumista attraverso tutti i mezzi di comunicazione, giornali, radio, tv, internet.
L'adulto inoltre quasi sempre è cresciuto senza una educazione; educazione significa farlo esprimere, aiutarlo a scoprire la ricchezza che c'è in lui facendo sviluppare l'autostima.
Ma quel che accade invece quasi sempre è che l'essere umano viene istruito in modo repressivo.


La nostra è infatti una società autoritaria e non autorevole, dove gli esseri umani vengono addestrati a reprimersi, ad obbedire con l'uso della forza, a ignorare i bisogni del proprio corpo. La mente umana viene riempita di condizionamenti repressivi. In pratica la vita diventa un dovere. Il dovere di andare all'asilo, a scuola, al lavoro, a messa, tutti luoghi dove si impara ad obbedire, a reprimersi, e quindi a mandare il corpo in contrazione. E più il corpo si contrae, quasi tutti trattengono inconsapevolmente il proprio respiro, e più la mente si riempe di pensieri che non riusciamo a controllare. Tutto questo favorisce l'insorgere di malattie fisiche e mentali ed enormi problemi sociali.

Essere umani repressi non sono in grado di dialogare, ma solo di fare monologhi o tacere. Fare sport competitivi e faticosi per il corpo piuttosto che attività fisica creativa.
Tutto questo per dire che dietro ad un delitto non c'è solo Sebastiani, ma anche una società dove il disagio sociale è il pane quotidiano.


Mettendo in prigione Sebastiani la società se ne lava le mani, in attesa del prossimo delitto per prevenire il quale non avrà fatto niente.

 

Venerdì, 13 Settembre 2019 06:11

Chi ha visto un UFO lunedi scorso?

Parma 13 settembre 2019 - Nelle scorse ore è pervenuta in redazione una segnalazione di avvistamento di un oggetto non identificato che stazionava sul cielo di Bologna a poca distanza, in linea d'aria, dall'aereoporto Guglielmo Marconi.

Le condizioni di visibilità, a detta del segnalatore, erano perfette (come da immagine trasmessa, per cui l'immagine osservata non poteva essere infastidita da fattori collaterali.

Il nostro lettore quindi chiede se qualcun altro avesse osservato qualcosa di anomalo a quell'ora e in quella zona come di seguito sinteticamente descrito:

Data: Lunedi 9 settembre ore 14,20

Località: BORGATELLA (via Antonio ZUCCHI SP 31) 

Segnalazioni da indirizzare aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A seguire il testo della segnalazione pervenuta e al quale abbiamo tolto la parte di descrizione dell'oggetto misterioso per poterlo confrontare con altre segnlazioni che eventualmente dovessero giungere alla nostra redazione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

"Buongiorno,
sarei curioso di capire se ho avuto una allucinazione o se contemporaneamente altri possono aver osservato l’oggetto che di seguito descriverò..

Lunedi 9/9/2019 alle ore 14,23 stavo percorrendo in auto la strada che porta a Molinella (BO), precisamente in  località BORGATELLA (via Antonio ZUCCHI SP 31) direzione nord.
Il cielo era assolutamente sgombro di nubi e  perfettamente blu, niente che potesse confondere o mimetizzare quanto osservato.

Venni attratto da un “elicottero” in stallo ma incuriosiva la totale staticità dell’oggetto per cui mi concentrai per osservarlo meglio e mi accorsi che non era un elicottero bensì un oggetto di forma (omissis)...

Non avendo punti di riferimento (non ci sono colline osservando in quella direzione) non ono riuscito a capire l’altezza dell’oggetto, che vedevo delle dimensioni di una “mosca”, e potrei presumere che fosse sui 400-500 metri forse leggermente di meno.

Appena trovato uno spazio dove arrestare l’auto sono sceso e ho cercato di individuare l’oggetto che però nel frattempo è scomparso e non ho fatto in tempo a scattare una foto (quella trasmessa è solo e dimostrare la nitidezza del cielo).

Peraltro la posizione d'avvistamento è vicinissima all’aeroporto di Bologna e in quei momenti almeno due aerei di linea erano transitati poco prima e poco dopo il mio presunto avvistamento.

Nel ringraziare per l’attenzione e in attesa di cortese riscontro, vogliate gradire i più cordiali saluti

 "Firmato"

 

Attendiamo quindi segnalazioni con la descrizione dell'oggetto eventualmente osservato.

 

 

Venerdì, 13 Settembre 2019 05:51

Lavori in via Emilia Est e traffico rallentato

La città si fa bella ma la programmazione dei lavori lascia a desiderare. All'indomani della fatidica data che inaugurava la ripresa della stagione lavorativa alcuni citadini di Parma segnalavano l'apertura di cantieri per la manutenzione delle strade in zona Moletolo e il conseguente congestionamnto del traffico su quell'arteria stradale. 

Le lamentele però si sono allargate anche alla via emilia dove viene segnalato il disagio alla circolazione, soprattutto nelle ore di punta, per lavori di manutenzione stradale lungo tutto il tratto che va da "Barriera Repubblica" a "Strada  Elevata".

La domanda che ci si pone è se questi lavori, che pare non riguardino casi di emergenza, non potevano essere programmati nei due mesi estivi precedenti.

 

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Nella mattina di ieri, personale del Commissariato di P.S. di Carpi, in esito ad un’articolata attività d’indagine, ha proceduto al rintraccio e al deferimento all’Autorità Giudiziaria di due uomini, un 21enne moldavo e un 54enne italiano, per il reato di rapina in concorso.

 

Nella notte tra il 3 e il 4 settembre scorsi, i due soggetti si sono resi responsabili di una violenta aggressione a scopo di rapina nei confronti di un cittadino pakistano, che si trovava presso la propria abitazione.

 

Gli accertamenti svolti nell’immediatezza dei fatti e le successive indagini, coordinate dalla locale Autorità Giudiziaria, hanno consentito di risalire ai due uomini, i quali tra l’altro conoscono la vittima e frequentano il medesimo contesto sociale. 

 

Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni dei due aggressori sono stati rinvenuti alcuni indumenti indossati da uno dei due soggetti la notte del 4 settembre, nonché la refurtiva consistente in un telefono cellulare ed altri effetti personali.

  

 

  

La Squadra Volante ha proceduto all’arresto di un cittadino marocchino di 34 anni in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal G.I.P. del Tribunale di Modena il 6 settembre scorso.

L’uomo, già sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Modena disposta dall’Autorità Giudiziaria per il reato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata, ha violato le prescrizioni impostagli recandosi più volte presso la casa della vittima e continuando a minacciarla con atti violenti, tanto da costringerla a lasciare la propria abitazione e a richiedere l’intervento della Polizia.

Alla luce di tali eventi, il G.I.P. ha ritenuto necessario disporre l’aggravamento della misura sostituendola con la custodia cautelare in carcere.

L’uomo non è sfuggito all’occhio attento degli agenti della Squadra Volante, che durante il servizio di controllo del territorio, lo hanno riconosciuto mentre percorreva via Costa; accompagnato in Questura per gli accertamenti di rito, è stato poi associato alla locale Casa Circondariale.

Giovedì, 12 Settembre 2019 15:27

Aspirante suicida salvato dai Carabinieri

Gli uomini dell’Arma sono stati avvertiti da alcuni conoscenti di un 60 enne con problemi di depressione, che non avevano notizie di lui. Hanno così sfondato la porta e lo hanno trovato riverso su una poltrona in un lago di sangue.

FORMIGINE (MO) –

Deve la vita all’intervento tempestivo dei Carabinieri un 60 enne di Formigine che ha tentato di togliersi la vita nella sua abitazione. 

Ad avvertire gli uomini dell’Arma alcuni conoscenti dell’uomo, che da tempo soffriva di depressione. Non avendo notizie di lui da qualche tempo si sono preoccupati.

I militari si sono quindi recati presso la sua abitazione, in un condominio del Comune modenese, hanno suonato il campanello ma non hanno ottenuto alcuna risposta. Così, senza indugi, hanno sfondato la porta e hanno trovato il 60 enne riverso sulla poltrona del salotto, privo di sensi in un lago di sangue, in seguito ad alcuni tagli che si era procurato con una lametta sulle braccia.

I Carabinieri hanno quindi applicato le tecniche di primo soccorso, bloccando l’emorragia. Nel frattempo hanno avvertito il 118. Il personale medico ha poi completato l’intervento e trasportato l’uomo in ospedale, salvandogli la vita.

Solidarietà piacentina per l’Oncoematologia pediatrica del Maggiore di Parma in memoria del piccolo Tommaso Granelli. Dalla Festa del cacciatore di Mezzano Scotti oltre 5mila euro per il reparto diretto dalla dottoressa Patrizia Bertolini.

Parma -

“Vogliamo ricordare nostro figlio e ringraziare chi lo ha curato con tanto affetto offrendo quello che sappiamo fare”, dice Giuseppe Granelli mentre insieme alla moglie Silvia Merli e tanti amici consegna una generosa donazione al reparto di Pediatria e Oncoematologia dell’Ospedale dei bambini di Parma diretto dalla dottoressa Patrizia Bertolini.

“Viviamo sugli appennini piacentini e siamo appassionati di caccia al cinghiale – continua il signor Granelli - così la festa del cacciatore che si è tenuta a fine luglio a Mezzano Scotti è diventata una gara di solidarietà in onore di Tommy”.

Tutto il paese, infatti, si è stretto intorno alla famiglia Granelli che questa mattina ha voluto essere presente all’Ospedale dei bambini con il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali accompagnato dal vicesindaco Simona Innocente. Con loro gli amici che si sono spesi per organizzare la Festa: la Squadra di caccia al cinghiale di Mezzano Scotti, il Gruppo Provinciale Anuu di Piacenza e il Gruppo Alpini di Perino di cui fa parte lo stesso Granelli. 

Il risultato? Una due giorni ricca di degustazioni di prodotti tipici e di gare di tiro che ha raccolto oltre 5000 euro destinati al reparto pediatrico del Maggiore. 

“Abbiamo pensato a questa donazione in ricordo di nostro figlio Tommaso per il reparto che lo ha avuto in cura per più di un anno, con tanto affetto”, dice la mamma Silvia mentre ringrazia il personale del reparto che ha conosciuto nei lunghi mesi passati al fianco del bambino di appena 10 anni.

Un ringraziamento di cuore alla famiglia Granelli e a tutti coloro che si sono spesi per questa festa della generosità è arrivato da Patrizia Bertolini e da Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. “Come definito con la famiglia – conclude Bertolini- impiegheremo questa donazione per migliorare l’accoglienza ai nostri piccoli pazienti, cominciando dal nostro Day hospital”.

A fare la macabra scoperta i volontari del Canile, allertati da un ragazzo che ha rinvenuto in un canale nei pressi di Rovereto un involucro sospetto. Dentro c’era il corpo dell’animale, di circa 14 anni, avvolto in una felpa. La benda attorno al collo fa sospettate che sia stato ucciso. Indagini sulla proprietaria

CARPI (MO) –

Chiuso dentro a un sacco, avvolto in una vecchia felpa e, particolare sconcertante, con una benda stretta attorno al collo. Così è stato ritrovato nei giorni scorsi il corpo di un cane barboncino di circa 14 anni dai volontari del Canile di Carpi.

La segnalazione è partita da un ragazzo, che ha notato il sacco “sospetto” in un canale nei pressi di Rovereto e ha così chiamato i volontari del Canile, pensando che magari dentro potessero esserci dei cuccioli abbandonati. Quando, però, i volontari sono giunti sul posto e hanno recuperato il sacco hanno fatto la macabra scoperta.

A questo punto, sono state allertati sia la Polizia Municipale che il Servizio Veterinario dell’ASL, mentre il corpo del povero cane è stato inviato all’Istituto zooprofilattico per l’autopsia, che dovrà accertare la causa della morte e stabilire se il barboncino è stato gettato nel canale ancora vivo o ucciso altrove. 

Intanto, la Polizia Municipale ha aperto un’indagine sulla proprietaria dell’animale, a cui fa riferimento il microchip di cui l’animale era regolarmente provvisto. 

La benda stretta attorno al collo, infatti, fa pensare che il cane possa essere stato strozzato e poi gettato via come un rifiuto, forse perché anziano e malato, oppure perché diventato troppo “impegnativo” per prendersene cura.  Le prime verifiche hanno evidenziato come non ci sia stata nessuna denuncia di morte dell’animalealle autorità competenti, come prevede la legge. Si attendono quindi i risultati dell’autopsia per avere un quadro più chiaro.

Con ordinanza depositata in data 9.9.2019, il Tribunale del riesame di Parma (Presidente Mastroberardino – relatore Purita) ha confermato pressochè integralmente il provvedimento di sequestro “probatorio” adottato dalla Procura della Repubblica di Parma in data 19 luglio 2019, eseguito il successivo 23 luglio, nei confronti di diverse persone che detenevano per la vendita, ed effettivamente ponevano in vendita, confezioni della c.d. cannabis light.


Dei numerosi indagati destinatari del provvedimento, solo quattro avevano presentato istanza di riesame.
Il Tribunale ha accolto le argomentazioni presentate dalla difesa di Anceschi (limitatamente alla detenzione di due barattoli contenenti Betrocan, rilevando la riconducibilità del prodotto alla categoria dei farmaci), nonché della stessa Anceschi e della difesa di Saccani (limitatamente alla detenzione dei semi, rilevando l’assenza di THC e la mancanza di elementi da cui desumere la configurabilità della istigazione alla coltivazione).
Per tutto quanto altro sequestrato ai quattro indagati ricorrenti, il Tribunale ha rigettato le istanze di riesame presentati dai difensori, confermando il provvedimento di sequestro.


Con articolate argomentazioni (sia pure con sfumature differenti) esposte anche in memorie scritte, le difese contestavano la legittimità del provvedimento della Procura di Parma sotto diversi profili:
- carenza di motivazione;
- legittimità dell’attività di vendita della cannabis light a seguito dell’entrata in vigore della legge n° 242/16;
- mancanza di elementi sulla destinazione della cannabis al c.d. uso ricreativo (ovvero al consumo da parte degli acquirenti);
- non condivisibilità della sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite depositata a luglio 2019 (nella parte in cui la Suprema Corte ha statuito l’illiceità della detenzione e della vendita di infiorescenze, olio e resina, salvo che tali derivati siano in concreto privi di efficacia drogante);
- in ogni caso, non condivisibilità di una lettura restrittiva di tale sentenza, essendo necessario il previo accertamento della percentuale di THC presente, che non dovrebbe essere inferiore allo 0,5%, tesi -quest’ultima- sostenuta dal Tribunale del riesame di Genova pur dopo l’intervento delle Sezioni unite;
- sproporzionalità del provvedimento di sequestro, in quanto -proprio in vista degli accertamenti tecnici sulla percentuale di THC- sarebbe stato sufficiente il sequestro di campioni di sostanza e non di tutta la sostanza rinvenuta, anche in tal caso sulla base di quanto argomentato dal Tribunale di Genova.

Il Tribunale del riesame invece, accogliendo integralmente la posizione della Procura di Parma (rappresentata in udienza dal Procuratore della Repubblica e dal Sostituto Procuratore Francesca Arienti, che hanno depositato una memoria scritta) ha confermato la piena legittimità del provvedimento di sequestro.
In particolare, il collegio:
- ha richiamato integralmente la pronunzia delle Sezioni unite, nella parte in cui si sostiene testualmente che ““in tema di stupefacenti, la cessione, la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio e resina, integrano il reato di cui all'art. 73, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'art. 4, commi 5 e 7, legge 2 dicembre 2016, n. 242, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività. (In motivazione, la Corte ha precisato che la legge 2 dicembre 2016, n.242, qualifica come lecita unicamente l'attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell'art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, per le finalità tassativamente indicate dall'art.2 della predetta legge)”;
- ha evidenziato come, sulla scorta di tale pronunzia, la liceità ai sensi della legge n° 242/16 riguarda esclusivamente la coltivazione della canapa nelle varietà del catalogo –tassativo- indicato dall’art. 1 comma 2 della normativa e la realizzazione e la commercializzazione delle sette tipologie di prodotti –con elenco altrettanto tassativo- indicati all’art. 2 comma IV della stessa; si tratta in sintesi di attività concernenti la coltivazione di canapa sativa finalizzata alla produzione agroalimentare di fibre o altri usi consentiti dall’Unione Europea;
- ha rimarcato la circostanza che, per scelta riferibile al legislatore, l’attuale panorama legislativo non consente affatto una generalizzata commercializzazione della canapa (contrariamente a quanto assumevano alcune difese);
- ha chiarito che il principio di diritto affermato dalle sezioni Unite della Cassazione è perentorio e non può lasciare spazio a dubbi, e ciò a prescindere dal dalla soglia del cosiddetto principio attivo, per cui la vendita di infiorescenze, olii e resine di cannabis, benchè light, si pone al di fuori delle maglie di liceità tracciate dalla normativa di cui alla legge 242/16;
- ha specificato pertanto che non è fondata la ricostruzione difensiva secondo cui, al di sotto della soglia dello 0,5% di THC, la commercializzazione delle infiorescenze di cannabis sarebbe lecita, in quanto tale soglia va riferita esclusivamente alle categorie tassativamente elencate nella legge 242/16 (e in tali categoria non è affatto compresa la produzione e vendita di infiorescenze, oli, resine);
- ha ribadito che il giudizio di rilevanza penale della detenzione e vendita di tali prodotti prescinde al principio attivo della sostanza;
- ha fatto presente che, quanto alla effettiva capacità drogante, il sequestro disposto dalla Procura mira a verificarne la sussistenza mediante accertamenti tecnici, che peraltro la Procura ha puntualmente avviato;
- ha condiviso le osservazioni fatte dalla Procura nella memoria depositata in udienza, nella parte in cui la Procura ha fatto osservare che, in presenza di quantitativi rilevanti di cannabis, la capacità drogante non possa essere apprezzata in moto parcellizzato in relazione alla percentuale di THC contenuta nelle singole dosi potenzialmente acquistabili dai clienti, ma debba essere messa in relazione al peso complessivo della sostanza detenuta dai venditori (in memoria, il Pubblico Ministero aveva testualmente osservato: “Basti pensare alla posizione di Marola (che è il principale indagato della complessiva vicenda), cui sono state sequestrate sostanze pari a circa 650 kg complessivi, con confezioni e blocchi di peso consistenti, per i quali non si vede come si possa prescindere dal peso pur se dovesse esserci una percentuale bassa di THC. Ma anche negli altri casi (si pensi ai sequestri presso i distributori automatici), una volta esclusa la possibilità di ricorrere alla percentuale di TCH per valutare la capacità drogante (e ciò, lo si ribadisce ancora, sulla base delle inequivoche affermazioni delle sezioni unite) non resta che il peso complessivo cui ancorare la capacità drogante, non potendosi certamente scindere il quantitativo complessivo detenuto e messo in vendita in bustine dal peso infinitesimale. Infatti il quantitativo non va visto in relazione all’acquirente ma in relazione al venditore”);
- su tale specifico punto, ha ribadito che una pur bassa percentuale di THC non esclude la capacità drogante della sostanza, se l’idoneità a produrre effetti psicotropi venga rapportata al peso complessivamente detenuto per la commercializzazione;
- ha evidenziato che le sentenze della Corte di cassazione citate dalle Sezioni unite, in tema di necessità di accertamento sulla capacità drogante, in realtà facevano sempre riferimento a sequestri di ridottissime quantità di stupefacente, per cui, in tali casi, era effettivamente necessario accertare la pericolosità della condotta;
- prendendo spunto dal caso esaminato dalle Sezioni unite (in cui si discuteva della detenzione per la vendita di 13 kg di cannabis), ha statuito che quando venga accertato (come nel presente caso) che la commercializzazione riguardi quantitativi consistenti, l’effetto drogante va correlato al peso della sostanza detenuta, che esprime la potenzialità della diffusione della sostanza, in cui risiede la pericolosità per la salute pubblica;
- ha concluso col sottolineare che, se non si tenesse presente il quantitativo complessivamente detenuto dal singolo indagato, vi sarebbe una disparità di trattamento rispetto allo spacciatore di strada (per il quale invece la contestazione del reato riguarda l’intero quantitativo detenuto e non la singola dose smerciata);
- per quanto riguarda la contestata sproporzionalità del sequestro, ha osservato che il sequestro di tutto il materiale rinvenuto disposto dalla Procura è giustificato in quanto: a) non è possibile scindere la valutazione sulla effettiva capacità drogante dal quantitativo complessivo di sostanza rinvenuta; b) vi è l’esigenza di rendere le analisi sulla composizione della sostanza il più possibile approfondite; c) se gli accertamenti disposti dal Pm confermassero l’effettiva capacità drogante della sostanza, l’intero materiale sequestrato sarebbe soggetto a confisca obbligatoria;
- il sequestro è legittimo non solo per quanto riguarda la cannabis, ma anche per quanto riguarda tutti quegli accessori (cartine, macinini, accendini, estrattori, grinder, gas butano) destinati a consentire il fumo della cannabis stessa (ovvero il cosiddetto uso ricreativo).


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L’ordinanza del Tribunale di Parma, a parere della Procura, costituisce un punto fermo nel panorama giurisprudenziale sul delicato profilo della cannabis light.
Dopo la sentenza delle Sezioni Unite -che aveva definitivamente chiarito la sussistenza del reato per la detenzione a fini di vendita di infiorescenze, oli e resine derivati dalla cannabis- la questione della liceità di tale detenzione (che, in teoria, non sarebbe dovuta essere più riproposta) era stata invece nuovamente prospettata a livello mediatico, anche ponendo l’accento su aspetti socio-economici, quali la asserita perdita di posti di lavoro legati alla chiusura dei tanti esercizi commerciali destinati alla vendita dei suddetti prodotti.
Partendo da una precisazione che le Sezioni Unite avevano fatto (e cioè la necessità che il materiale venduto avesse capacità drogante, circostanza peraltro non nuova, ma sempre attentamente vagliata dai Giudici), i sostenitori della linea della liceità si erano diffusamente soffermati su una pronunzia di un Tribunale del riesame che, successivamente alla sentenza delle Sezioni unite, aveva ancora sostenuto la necessità che la sostanza dovesse contenere la percentuale di almeno lo 0,5% di THC per essere considerata illecita.
Nel corso della procedura di riesame dinanzi al Tribunale di Parma, la Procura ha invece documentato come quella ordinanza appena citata fosse sì successiva alla sentenza delle Sezioni unite, ma precedente al deposito delle motivazioni, per cui quel Tribunale -nell’affermare che la illiceità dovesse essere collegata al superamento della soglia dello 0,5% di THC- non aveva potuto tener presente il preciso e specifico indirizzo delle Sezioni unite che, proprio con riferimento alla percentuale di THC, avevano affermato testualmente che “la valutazione sulla rilevanza penale delle condotte di detenzione finalizzata alla cessione dei derivati della coltivazione di cannabis sativa l., erroneamente è stata ancorata al superamento dei valori percentuali di THC richiamati all’art. 4, commi 5 e 7, legge n. 242 del 2016, laddove detti valori riguardano -esclusivamente- il contenuto consentito di THC presente nella coltivazione e non quello dei prodotti illecitamente commercializzati, come sopra chiarito”.
Peraltro la pronunzia del Tribunale di Parma non è isolata nel panorama emiliano, posto che, in data 31.7.19 (e dunque dopo il deposito delle motivazioni da parte della Suprema Corte a sezioni Unite) il Tribunale di Reggio Emilia aveva confermato un sequestro della PG convalidato dalla locale Procura.

 

Entrare a far parte, come volontari, della grande famiglia dell’Assistenza Pubblica di Parma significa condividerne i valori di solidarietà, mettendo il proprio tempo, la propria energia e il proprio impegno a disposizione di chi ne ha bisogno. 

Lunedì 16 settembre 2019, presso la sede dell’Assistenza Pubblica di Parma (Viale Gorizia, 2/A), alle 20.45, si terrà il primo incontro del corso per aspiranti soccorritori, in cui saranno presentati tutti i progetti e i servizi dell’associazione. È l’occasione di scoprire di più sul mondo di questo ente di volontariato.

I servizi sono attivi 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, e ciò è possibile grazie al sostegno di 2.800 soci contribuenti e all’impegno e alla costanza di circa 1000 militi volontari e soci attivi. La maggior parte degli angeli color arancio della Pubblica ha tra i 40 e i 50 anni, ma tanti sono anche gli under 30 che, con entusiasmo e senso di responsabilità, si dedicano alla causa.

Nel 2018, i chilometri percorsi dai mezzi dell’associazione sono stati più di 750.000 per un totale di oltre 275.000 ore di volontariato. La Centrale Operativa Otto per i trasporti ordinari ha gestito oltre 33.000 servizi, sia per la città che per la provincia e si prepara per una svolta epocale: la gestione dei trasporti pedonali e gommati intraospedalieri. 

Il corso per gli aspiranti soccorritori durerà tre mesi e sarà articolato in una serie di lezioni teoriche alternate a prove pratiche, in cui si verrà abilitati all’utilizzo del defibrillatore automatico esterno per la rianimazione cardio-polmonare. Gli incontri si terranno ogni lunedì e giovedì, a partire dalle 20.45. Incaricati di formare i futuri militi saranno alcuni volontari qualificati che illustreranno come intervenire in servizi ordinari, di urgenza o di emergenza, secondo gli standard Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) approvati dalla regione Emilia-Romagna. Il percorso terminerà con una prova scritta e le prime esperienze in ambulanza, cui seguirà un esame finale.

«Fare volontariato presuppone passione ma soprattutto formazione - afferma Filippo Mordacci, comandante del corpo militi –, oggi più che mai! Per questo ci piacerebbe che tanti parmigiani partecipassero alla prima serata, perché informa su tutti i nostri servizi e offre una panoramica su ciò che significa entrare a far parte della grande famiglia dell’Assistenza Pubblica. La passione dei volontari è il nostro carburante, pertanto aspettiamo a braccia aperte chiunque vorrà unirsi a noi». 

Per ulteriori informazioni su come diventare militi dell’Assistenza Pubblica di Parma, è possibile consultare il sito www.apparma.org o la pagina Facebook www.facebook.com/AssistenzaPubblicaParma, contattare l’Ufficio Comando ai numeri 0521.224981-224982 o inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Lunedì 16 settembre 2019

ore 20.45

ASSISTENZA PUBBLICA – PARMA (ONLUS)

Viale Gorizia, 2/A – Parma

 

Nei giorni scorsi, è stata tratta in arresto in esecuzione di Ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere A. E. R., gravemente indiziata per i reati di tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in danno di due giovani connazionali, una delle quali minore, e di concorso in violenza sessuale in danno di quest’ultima.

L’attività di indagine era stata avviata nel dicembre 2017 dalla Squadra Mobile di Parma e coordinata dai Sost.ti Proc.ri della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, dopo che una giovane, stanca dei soprusi subiti si è convinta a denunciare la donna e il suo complice. Anche per lui, A.G.A. cittadino nigeriano, è stata disposta la misura cautelare ed è indagato, in concorso con la donna, per i reati di sfruttamento della prostituzione di due giovani vittime e di violenza sessuale nei confronti della minore delle due. L’uomo privo di permesso di soggiorno, non è stato rintracciato e sono tuttora in corso le sue ricerche su tutto il territorio nazionale. 

Nell’ambito del medesimo procedimento sono stati, altresì, indagati in stato di libertà per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio nazionale E.M. ed il marito O.D. entrambi nigeriani e residenti a Parma.

 

La storia di due giovani donne sfruttate e abusate 

L’attività d’indagine, ha avuto inizio, nel dicembre del 2017, quando una delle due vittime, una giovanissima cittadina nigeriana, accompagnata dal personale dei servizi sociali di Parma che l’avevano accolta dopo la decisione di sottrarsi ai suoi aguzzini, si è presenta presso gli uffici della Squadra Mobile formalizzando querela nei confronti di questi.

La giovane, di fronte agli agenti della Squadra Mobile, dopo un primo momento di ritrosia, ha raccontato una storia simile a quella di tante altre donne e uomini, spiegando di esser giunta in Italia nell’ottobre del 2016. Una sua connazionale le aveva prospettato la possibilità di un trasferimento per continuare a svolgere la sua professione di parrucchiera, aiutata da una donna presentatale al telefono con il nome di Blessing (e successivamente identificata nell’indagata A. E. R.). 

Dopo un viaggio via terra attraverso il deserto africano e via mare attraverso il mediterraneo, la giovane ha raggiunto le coste siciliane e, dopo alcuni giorni di permanenza in cui, su indicazione degli stessi che le avevano organizzato il viaggio, ha dichiarato di avere 20 anni, è stata trasferita a Parma. L’indagata, A. E. R., l’ha quindi costretta a prostituirsi millantando un debito di 20.000 €.

La ferma determinazione della donna, non si è arrestata neanche dinanzi alla disperazione della giovane e neppure dinanzi al fatto che la ragazza fosse ancora vergine. Anzi, dopo circa due settimane, l’ ha costretta a subire le violenze di A.G.A., per renderla “pronta” al lavoro che era stato pianificato per lei in Italia.

Per circa 9 mesi, la giovane, è stata collocata presso l’abitazione dei coniugi E.M. ed O.D. pagando loro vitto e alloggio e stata costretta a prostituirsi consegnando ad A. E. R. tutti i proventi della sua attività, fino a quando, stanca dei soprusi subiti, si è confidata con un amico italiano che l’ha messa in contatto con i servizi sociali.

Le dichiarazioni rese da questa prima vittima hanno, successivamente, trovato riscontro nella denuncia sporta oltre 6 mesi dopo da una seconda ragazza che era stata avviata alla prostituzione a Parma sempre dalla stessa “madame”.

La giovane, una 22enne cittadina nigeriana, infatti, ha spiegato di essere giunta in Italia nel settembre 2016 con la falsa promessa di un lavoro in un negozio di abbigliamento e, una volta trasferita presso il centro di accoglienza a Bologna, ha incontrato per la prima volta di persona la donna (già sentita telefonicamente quando era ancora in Nigeria) che l’ha condotta nel suo appartamento e, senza giri di parole, le ha spiegato che le doveva 25.000 € che avrebbe guadagnato prostituendosi per lei. 

La giovane è rimasta presso la sua abitazione, prostituendosi per lei, fino all’agosto del 2017, consegnandole circa 9000 € oltre al pagamento dell’affitto, delle spese di vitto e delle utenze.

Gli accertamenti successivi svolti dal personale della Squadra Mobile, hanno permesso di riscontrare pienamente le parole delle due giovani, di individuare tutti i luoghi da loro indicati e di identificare compiutamente gli odierni indagati.

Le attività condotte, hanno inoltre, consentito di accertare che la “madame”, abbia continuato anche successivamente nella sua attività di sfruttamento della prostituzione nei confronti di altre giovani sue connazionali che, tuttavia, non è stato possibile identificare. 

Mercoledì, 11 Settembre 2019 16:09

Parma, bus Tep: 5 linee cambiano percorso

Sono in vigore dal 12 settembre le novità che riguardano il servizio urbano diurno. 5 linee cambiano percorso: nuove zone saranno coperte dal servizio di trasporto pubblico per meglio rispondere alle esigenze dei cittadini.

Le principali novità riguardano il quartiere SAN LAZZARO EST e S.EUROSIA: con la linea 8la linea 9 e la linea 11 che vanno a servire queste zone con una maggiore capillarità e frequenza intensificata. Le linee 8 e 9 saranno inoltre collegate con la navetta di Marore per offrire alla zona sud est della città un'opportunità di interscambio per arrivare fino in centro città e in stazione.

Migliorano i servizi anche per il quartiere artigianale Crocetta, che beneficerà di un'estensione della linea 12 (prima in zona transitava la linea 9).

Nuovo assetto anche per la linea 15, che a sud avrà un nuovo capolinea in via delle Rimembranze. Le zone non più servite dalla linea 15 saranno in larga parte coperte dalla linea 2 (che effettua il collegamento tra via Solferino e la zona di via Paradigna), dalla linea 12 (da via Solferino a via Pastrengo) e dalla linea 8 - intensificata a una corsa ogni 10 minuti - per la zona via 7 Fratelli Cervi e via Duca Alessandro.

Mercoledì, 11 Settembre 2019 08:21

Chiusura del Parco ex Eridania

Nella giornata, mercoledì 11 settembre, il Parco ex Eridania rimarrà chiuso per il tempo necessario per effettuare le operazioni di delimitazione dell'area di sicurezza attorno alla ciminiera

Parma, 10 settembre 2019 - Per effettuare operazioni di delimitazione dell'area di sicurezza attorno alla ciminiera del parco ex Eridania, colpita recentemente da un fulmine, domani mattina, 11 settembre, il parco resterà chiuso e non fruibile per il tempo necessario alle operazioni.


Si darà successivamente comunicazione della riapertura.

Continua l’escalation di violenza agli istituti penali di Reggio Emilia, ai danni degli operatori di Polizia Penitenziaria. Difatti, nel tardo pomeriggio di ieri, presso il reparto di articolazione mentale, uno dei ristretti dall’indole maggiormente aggressiva, già protagonista di ulteriori comportamenti che hanno messo e continuano a mettere a repentaglio la sicurezza e l’ordine dell’istituto reggiano come negli altri istituti della penisola ove è stato ristretto in passato, ha aggredito, per futili motivi ed in modo furibondo, tre agenti di Polizia Penitenziaria che sono successivamente dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino, vedendosi riconosciuta una prognosi di 7 gg ciascuno s.c.

Questa organizzazione sindacale chiede all’amministrazione di prendere dei “seri” provvedimenti che mettano in condizione il personale in divisa di contenere il comportamento aggressivo del ristretto, chiedendone l’immediato e non più rinviabile allontanamento. Chiediamo inoltre e soprattutto che vengano prese misure a tutela degli operatori che ogni giorno operano a stretto contatto con detenuti psichiatrici dall’indole aggressiva, affinchè episodi simili non abbiano più a verificarsi.
Contestualmente la scrivente O.S. esprime solidarietà nei confronti degli agenti coinvolti nell’aggressione augurando loro una pronta guarigione.

IL SEGRETARIO PROVINCIALE SiNAPPe

Giovanni MORANA

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