I gruppi di lavoro riguarderanno quattro tematiche: giovani; ambiente e territorio; scuola, cultura e sport; sociale, lavoro e sicurezza -
Poviglio, 3 marzo 2014 -
Partiranno domani martedì 4 marzo i gruppi di lavoro del "Cantiere Poviglio 2020", promosso dalla lista civica "Ascoltare Poviglio" con il sostegno del Pd locale per le prossime elezioni amministrative. Quattro laboratori partecipati per costruire il progetto di governo locale del candidato sindaco Giammaria Manghi, relativo al mandato 2014/2019.
Quattro saranno gli ambiti prioritari sui quali Manghi e la sua squadra si concentreranno, che saranno al centro di altrettanti gruppi di lavoro e che riguarderanno: giovani; ambiente e territorio; scuola, cultura e sport; sociale, lavoro e sicurezza. «L'obiettivo di questi gruppi di lavoro – spiega Giammaria Manghi – è quello di costruire un programma partecipato dai cittadini e dagli attori sociali di Poviglio: l'auspicio è che in tanti partecipino, portando le loro idee e suggerimenti in un'ottica di piena collaborazione e sinergia».
Gli incontri, aperti a tutti, si svolgeranno presso l'atrio dell'ex Cinema teatro Verdi (via Verdi 1): si comincia martedì 4 marzo alle ore 18.30 con l'incontro del gruppo "Scuola, cultura e sport". A seguire, alle ore 21.00, si terrà invece la riunione del gruppo "Ambiente e territorio".
I lavori proseguiranno giovedì 6 marzo alle ore 21.00 con il gruppo relativo ai temi "Sociale, lavoro e sicurezza" e lunedì 10 marzo alle ore 21.00 con l'incontro del gruppo "Giovani", e nei giorni e nelle settimane successive.
(Fonte: Circolo PD Poviglio)
E’ suonata la campanella. Tutti in aula!
di Lamberto Colla ---
Parma, 02 marzo 2014 -
La campanella è passata di mano non senza sterili e ridicoli commenti da parte di molti illustri opinion leader. Politici, imprenditori e organi di stampa hanno commentato l’investitura di Renzi più per questioni di forma che di contenuti. Apriti o cielo, aveva le mani in tasca. Al Senato della Repubblica proprio non è andato giù il “maleducato” gesto di riporre le mani in tasca del giovane premier. Un gesto, ritengo, istintivo seguito all’umano sentimento di iniziale imbarazzo di trovarsi a fronteggiare per la prima volta i Senatori della Repubblica. Un momento di rilassamento che riporta Matteo Renzi al protocollo dei suoi trent’anni (seppure ancora per poco). Un uomo, un ragazzo che finalmente vola a briglie sciolte sul suo discorso tutto a braccio e nel quale finalmente trova la leggerezza delle parole accompagnata dalla leggerezza dei gesti, in quel naturale e corretto metalinguaggio che non può che dimostrare coerenza e sincerità.
E invece giù con commenti salaci proprio sulla rottura di protocollo. Addirittura, qualcuno di molto in alto, sarebbe arrivato a sostenere - lo riportano le cronache dei grandi editori - che Renzi sarebbe addirittura “più maleducato di Berlusconi”. Un filotto! Con queste poche parole si apre un mondo che è solo di insidie per Renzi. Accomunato a Berlusconi, nemico storico e appassionato del PD di Renzi, nella maleducazione - sempre che Berlusconi lo sia veramente - viene insinuato il dubbio che i due, oltre all’intesa politica sancita peraltro nella sede del PD, abbiano pure altri, non so quali, scopi comuni. Tant’è che subito dopo la nomina dei ministri ecco che qualcuno insinua che nella compagine governativa vi sia una “donna” di Berlusconi.
Il clima, nell’atmosfera di renziana, è pesante. Dal PD gli piovono qua e là bordate d’avvertimento dai tanti da lui “trombati”.
A tale proposito non è nemmeno passato inosservato l’abbraccio, in stile “mafioso”, tra Bersani e Letta il giorno della votazione alla camera della fiducia al Governo. “Sono qui per Enrico” avrebbe detto lo “smacchiator cortese” al suo rientro in vita politica dopo il malore che lo colpì quasi 2 mesi fa. E vai con la standing ovation della Camera.
La rottura dei protocolli di Papa Francesco è stata accolta da tutto il globo come una benedizione. Sono stati esaltati i nuovi linguaggi verbali e non verbali del Pontefice argentino. Dalle telefonate ai singoli cittadini alla borsa nera che si è trasportato da solo scendendo le scale dell’aereo. Tutto è stato santificato di lui.
Il paragone è sicuramente improprio ma “apriti o cielo” rimanere inorriditi per le mani in tasca di Renzi al Senato mi sembra di assistere a una arrampicata sugli specchi dei detrattori del giovane Sindaco di Firenze e d’‘Italia. In politica, la nostra soprattutto, ogni occasione è buona per contrapporsi. Ancora il premier deve iniziare a lavorare e 60 milioni di opinionisti si sentono autorizzati a commentare sul “nulla”, come il vuoto assoluto che riempie le teste di tanti. Attendiamo i fatti prima di criticare e se vogliamo bene agli italiani diamo un contributo a fare bene invece di cospargere il percorso di trappole e mine. Poi, se le aspettative saranno disilluse, Renzi salterà e l’Italia subirà un altro arresto non necessario e soprattutto pericoloso per la stabilità economica e sociale del Paese.
Conclusioni -
Non sarà una passeggiata con le mani in tasca quella di Matteo Renzi. Anzi le mani dovrà usarle per disinnescare le mine amiche forse più numerose e insidiose di quelle nemiche.
Provaci Matteo! La speranza è che la tua esuberanza diventi un patrimonio d’Italia ma liberati dall’abbraccio mortale de i benedetti (solo di nome).
(Immagine Laboratorio Fotografico Chigi)
Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio: "Non rischiamo di ripianare un debito per accumularne subito uno nuovo. Urge una visione manageriale nuova che proietti Reggio Emilia oltre i confini locali, con un forte coinvolgimento del tessuto economico" -
Reggio Emilia, 27 febbraio 2014 -
Il presidente del comitato Grande Reggio, Primo Gonzaga, prende posizione su un argomento nodale per il tessuto economico reggiano: il destino delle Fiere. "La voragine debitoria della Srl – dichiara Gonzaga – non deve concentrare le attenzioni solo al ripianamento del deficit, ma deve portare a un veloce ed efficace ripensamento della strategia fieristica. Senza una visione manageriale nuova del ruolo delle Fiere, rischieremmo infatti di ripianare un debito per iniziare subito dopo ad accumularne un altro".
Chiarisce il presidente: "Non è sufficiente versare denaro per puntare a non perdere le manifestazioni che ci rimangono, come intende fare la Provincia. Se si vuole continuare con la strada della proposta fieristica si abbia la consapevolezza che Reggio Emilia non potrà più competere da sola, pertanto urge un piano di alleanze. In questo senso il nostro pensiero è chiaro: la politica deve considerare un forte coinvolgimento del tessuto economico e imprenditoriale per le scelte strategiche che indirizzano l'economia locale. In questa fase la Camera di Commercio e le associazioni di categoria dovrebbero essere l'interlocutore privilegiato, da ascoltare con interesse e attenzione, indipendentemente dall'assetto societario presente e futuro delle Fiere di Reggio. Ma bisogna far presto".
"Lo sbocco che noi auspichiamo per le nostre Fiere è uno sviluppo fieristico sul modello Monaco di Baviera – spiega Gonzaga - con un grosso centro fieristico di portata mondiale come hub, e diverse Fiere dei territori limitrofi come appoggio, ognuna specializzata nel proprio settore. Per questa idea sarebbe ottimale agganciarsi alle Fiere di Milano per l'Expo 2015, ma siamo già in forte ritardo e dobbiamo partire subito. Oppure, sempre in questa ottica, si percorra la strada che porta oltre confine, e si cerchino capitali stranieri in modo da fare di Reggio una fiera di domanda nazionale di qualche colosso espositivo straniero come le Fiere di Monaco, Hannover, Barcellona o Parigi. Una soluzione del genere porterebbe anche un rinnovato afflusso turistico e favorirebbe l'esplorazione del nostro territorio da parte di investitori stranieri".
"Anche su questo punto nodale – conclude il presidente – Grande Reggio vuole ribadire l'idea che le amministrazioni pubbliche debbano sgomberare il campo da veti incrociati, giochi clientelari e accordi sottobanco per ascoltare le esigenze di chi produce e investe sul territorio, e far così tornare a prosperare una città ricca di iniziativa e competenze com'è sempre stata la nostra Reggio Emilia. Questa è la strada maestra che Grande Reggio percorrerà politicamente".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Scuola, giovani, lavoro, equità fiscale, ambiente alcuni dei temi portanti del programma -
Poviglio, 24 febbraio 2014 -
E' stata presentata ufficialmente giovedì 20 febbraio presso la Sala Civica Rosina Mazzieri del Centro Culturale, la candidatura a Sindaco di Giammaria Manghi per le prossime elezioni amministrative 2014. L'attuale Primo cittadino, che sarà candidato per la lista civica "Ascoltare Poviglio" con il sostegno del Pd locale, ha illustrato alcune linee guida del programma e ha presentato il percorso partecipato per la costruzione del progetto di governo locale "Cantiere Poviglio 2020" relativo al mandato 2014/2019.
Ampia la partecipazione del pubblico, e in particolare dei giovani, protagonisti attivi del programma e di uno dei quattro gruppi di lavoro che dai prossimi giorni si concentreranno sull'elaborazione del programma di mandato. Quattro saranno, infatti, gli ambiti sui quali Manghi e la sua squadra si concentreranno: oltre alle tematiche sul mondo giovanile, ambiente e territorio; scuola, cultura e sport; sociale, lavoro e sicurezza.
«Quattro sono le idee fondamentali che devono stare al centro della progettazione del "Cantiere Poviglio 2020", a cominciare dalla valorizzazione della comunità cittadina, e quindi della partecipazione e di un sempre più significativo coinvolgimento delle esperienze dei singoli e dei gruppi di associazioni, espressione del Paese, in un'ottica di collaborazione e sinergia con il pubblico» ha spiegato l'attuale Primo Cittadino. Tra gli altri temi in agenda, quello dell'innovazione: «è sempre più impellente la necessità di innovare la struttura dell'ente pubblico, in un'ottica di rafforzamento della collaborazione del Comune di Poviglio con e all'interno dell'Unione dei Comuni, in particolare con quelli della parte ovest, Boretto e Brescello: un fattore che non solo può consentire una gestione più razionale delle finanze pubbliche, ma anche una sostanziale qualificazione nell'erogazione dei servizi ai cittadini».
Altri temi prioritari in agenda saranno la ricerca costante dell'equità sul piano fiscale e la scuola e i giovani: «Tra le azioni su cui sarà necessario concentrarsi ci saranno un approfondimento dell'azione della lotta all'evasione fiscale e, visto il periodo così difficile che stiamo vivendo, la ricerca di una tassazione che punti alla progressività dell'imposizione tributaria in base alle effettive proprietà, che consenta quindi di diminuire almeno in parte il prelievo nelle tasche dei cittadini. Infine, ma non certo in tema di importanza, l'intento è quello di continuare ad occuparsi di formazione e scuola: quest'ultima, in particolare, resta uno dei temi da porre al centro delle linee di mandato, anche in un'ottica di innovazione 2.0, di promozione e diffusione del linguaggio digitale e delle nuove tecnologie. Ampio spazio, in ultima battuta, anche per le tematiche dell'ambiente e della sicurezza».
(Fonte: Circolo PD Poviglio)
Reggio Emilia Sabato 22 Febbraio 2014 - Anche i militanti reggiani si uniranno alla fiaccolata della Lega Nord che si terrà domenica 22 febbraio alle 17.00 nel centro di Modena, decisa in seguito al ritrovamento di un ordigno esplosivo davanti alla sede cittadina del Carroccio. Lo conferma il consigliere comunale Gianluca Vinci, candidato sindaco per la Lega Nord a Reggio, che ricorda ancora i momenti di tensione provati giovedì scorso.
“Anche se l'ordigno non è esploso – dice il consigliere leghista Vinci - il fatto è gravissimo: in quella sede stava infatti per svolgersi un incontro in vista delle elezioni amministrative, quindi il rischio di lesioni anche a persone era concreto. L'intero palazzo è stato fatto sgomberare dalle forze dell'ordine, così come la sede di Bologna, dove era presente un'altra assemblea. Anch’io sono stato avvertito, mentre ero presso la sede di Reggio con alcuni candidati della nostra squadra per le amministrative”.
Mentre proseguono le indagini delle forze dell’ordine, gli autori e le ragioni del gesto rimangono ancora oscuri. Secondo il candidato sindaco Vinci, i motivi di contrasto possono essere molteplici. “La Lega Nord è impegnata su diversi fronti - spiega il consigliere comunale - dalla lotta alla criminalità ai temi economici, fino ai problemi dell'immigrazione e tanto altro”.
“Io e altre 70 persone – conclude Gianluca Vinci - ci uniremo alla fiaccolata per manifestare contro queste intimidazioni, per far vedere che la Lega Nord è unita nella difesa dei nostri militanti sul territorio. All’evento parteciperà anche il segretario federale Matteo Salvini e decine di pullman giungeranno da tutto il nord, in particolare dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto e anche dalla Toscana. Certi gravi gesti, spesso messi in atto da soggetti che hanno il coraggio di additare la Lega Nord come violenta, non sono tollerati e non ci fermeranno.
Ivan Rocchi
... speriamo non sia un treno o una canna rigata.
di Lamberto Colla ---
Parma, 23 febbraio 2014 -
Si è alzato il sipario sul primo Governo Renzi. Nelle prossime ore, quindi, verrà svelato definitivamente il programma, gli obiettivi e finalmente potremo capire meglio se l’enfant prodige della politica europea sarà in grado di farci percepire la luce in fondo al tunnel.
Una speranza che dobbiamo nutrire, al di là della appartenenze, militanze o simpatie verso un partito o un movimento.
Solo la politica , infatti,può generare l’innesco per una ripresa economica. In caso contrario il tessuto economico, e con esso quello sociale, collasserà definitivamente e il processo di reversibilità sarà terribilmente oneroso.
Certo il mandato di Renzi non è iniziato nel modo migliore. Candidati Ministri che declinano gli inviti, La Zanzara che punge l’ex ministro Barca e svela l’ombra di “De Benedetti” su Renzi e, infine, Grillo che farà opposizione dura, solo per partito preso.
Con queste premesse c’è poco da sperare. Eppure è indispensabile perché, come afferma lo stesso ex Ministro del Governo Monti Fabrizio Barca durante l’appassionata confidenza telefonica al finto Niki Vendola della “Zanzara”, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, “se fallisce anche questa è un disastro”.
“Che c’azzeccano”, direbbe il Di Pietro dei tempi migliori. E oggi avrebbe di che dire e divertirsi. Dapprima il libro rivelazioni di Alan Friedman nel quale De Benedetti, insieme a Prodi e Monti svelerebbero l’ipotesi di complotto di Napolitano per fare fuori Berlusconi premier nel 2011. Poi, sempre De Benedetti che, seppure mai citato palesemente ma identificato come “il Paron di Repubblica”, avrebbe a più riprese incalzato l’ex ministro Barca nella speranza che accettasse la proposta di nomina al dicastero dell’economia. Infine Berlusconi che da vittima prima si trasforma in complice poi assecondando, almeno a parole l’ipotesi di programma renziano. Ma come, Prodi, de Benedetti e Monti non erano i nemici giurati di Berlusconi?
Oggi invece sembra che tutti abbiano intrapreso l’antica strada delle “convergenze parallele”.
Dal “democratico” Web invitano Grillo a andare a colloquio da Renzi e lui, in diretta streaming, l’insulta gridando al mondo che “Non è un democratico”. Una bella figura di M... per il movimento e per l’Italia. L’ennesima conferma pubblica che l’Italia è una nazione allo sbando e con dei politici in piena crisi di nervi.
Il Governo ha giurato e a noi non resta che ben sperare e augurare a tutti “Buon Lavoro e in bocca al lupo”.
Assente il Ministro Padoan che giurerà al suo suo rientro dall’estero.
Ministri con portafoglio
Affari Esteri
Federica Mogherini
Interno
Angelino Alfano
Giustizia
Andrea Orlando
Difesa
Roberta Pinotti
Economia e finanze
Pier Carlo Padoan
Sviluppo economico
Federica Guidi
Politiche agricole, alimentari e forestali
Maurizio Martina
Ambiente, tutela del territorio e del mare
Gianluca Galletti
Infrastrutture e trasporti
Maurizio Lupi
Lavoro e politiche sociali
Giuliano Poletti
Istruzione, Università e ricerca
Stefania Giannini
Beni, attività culturali e turismo
Dario Franceschini
Salute
Beatrice Lorenzin
Ministri senza portafoglio
Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento
Maria Elena Boschi
Semplificazione per la Pubblica Amministrazione
Marianna Madia
Affari Regionali
Maria Carmela Lanzetta
Grande Reggio e Progetto Reggio ufficializzano l'apparentamento, per uno schieramento che punta alla concretezza e al rilancio di Reggio Emilia -
Reggio Emilia, 21 febbraio 2014 -
E' stata presentata ieri mattina città l'alleanza tra Grande Reggio e Progetto Reggio in vista delle elezioni amministrative. Presenti Primo Gonzaga, Franca Porta e Matteo Setti per Grande Reggio, e Matteo Iotti, Giacomo Giovannini e Maria Caroli per Progetto Reggio. Il nome della città ben chiaro sui simboli e comune ad entrambe le liste non è un caso: l'intenzione comune è quella di portare avanti una proposta basata sul civismo, sull'amore per la propria città e l'efficace rilancio della sua economia.
"Grande Reggio e Progetto Reggio sono due liste affini e complementari – ha spiegato il presidente di Grande Reggio, Primo Gonzaga – ognuna con la propria identità. Grande Reggio è una lista civica trasversale, composta da professionisti, artigiani, imprenditori, lavoratori: reggiani che hanno sentito forte il bisogno di impegnarsi in politica per tornare a dare vera rappresentanza politica a chi questa città la vive davvero e vuole realmente il suo bene".
"Progetto Reggio è invece una lista più identitaria – ha illustrato il capogruppo in consiglio comunale, Giacomo Giovannini - ideata e voluta da chi in questi anni in Sala del Tricolore ha fatto vera opposizione, contestando e contrastando molte criticità che oggi vengono improvvisamente scoperte e denunciate da diversi esponenti del centrosinistra, come se loro non ne avessero mai avuto alcuna responsabilità".
Identità diverse quindi, ma la visione, il programma e gli intenti sono i medesimi, come ha spiegato il portavoce di Grande Reggio, Matteo Setti. "Condividiamo l'idea di non apparentarci con alcun partito politico, e di percorrere con decisione la strada della proposta civica, cittadini che riprendono in mano il destino della propria città senza vincoli ideologici o di convenienza politica. Per questo motivo sosterremo anche lo stesso candidato sindaco e una identica linea di priorità: sburocratizzazione e razionalizzazione della pubblica amministrazione, concrete prospettive per i nostri giovani e per l'economia locale, internazionalizzazione della città".
"Puntiamo all'elettorato di opinione, alla gente che si informa, che pensa con la propria testa e che crede sia giunta l'ora che i cittadini riprendano in mano il diritto di decidere sulle questioni che riguardano la propria città – è stato il pensiero di Maria Caroli, consigliere circoscrizionale di Progetto Reggio – Non ci riconosciamo in definizioni logore come destra e sinistra, perché solo le parole Reggio Emilia sono quelle che davvero ci stanno a cuore".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
L'appuntamento è per giovedì 20 febbraio alle ore 20.45 presso la Sala civica Rosina Mazzieri -
Poviglio, 19 febbraio 2014 -
Si svolgerà domani, giovedì 20 febbraio alle ore 20.45 presso la Sala Civica Rosina Mazzieri del Centro Culturale (via Parma 1) la presentazione della candidatura a Sindaco di Giammaria Manghi. L'attuale Primo cittadino, che sarà candidato per la lista civica "Ascoltare Poviglio" con il sostegno del Pd locale, illustrerà le linee alcune guida del programma per le prossime elezioni amministrative e presenterà il percorso partecipato per la costruzione del progetto di governo locale relativo al mandato 2014/2019.
Introdurrà la serata Andrea Cantoni, segretario del Circolo PD di Poviglio. La cittadinanza è invitata a partecipare.
(Fonte: ufficio stampa Circolo PD Poviglio)
Il commento di Primo Gonzaga, Presidente di Grande Reggio sulle vicende che stanno animando le primarie del Partito Democratico -
Reggio Emilia, 19 febbraio 2014 -
«Trovo eccessivo che nelle vicende congressuali del PD i candidati si candidino anche a rappresentare l'intero Universo delle opinioni. Si parla del Park Vittoria e Vecchi dichiara che si deve fare, Corradini che non si deve fare, Sassi che non si deve fare, ma siccome è iniziato, bisogna terminarlo e il giovane Magnani, superstite dell'IDV, che non solo non si deve fare, ma nel caso, distruggerlo. Così tutti sono contenti: chi lo vuole, chi non lo vuole, chi lo vorrebbe e anche chi lo vorrebbe solamente un po'. Si parla di cooperazione e Vecchi ovviamente la difende, essendone da anni un consulente, Corradini essendone un dipendente, almeno per quanto riguarda l'aspetto contributivo, la attacca, per Sassi dovrebbe essere solo cooperazione sociale e per Magnani, internazionale.
Insomma, questi hanno sgovernato fino a ieri tutti insieme allegramente nella giunta Delrio e nell'evanescente giunta Ferrari, come assessori e come capigruppo, hanno votato tutto e quando hanno dissentito non lo hanno comunicato all'esterno. Stanno al potere da almeno due lustri - nel caso di Corradini, da sei - e ora se le suonano sul modello di sviluppo, sulle politiche ambientali e di riforma della macchina amministrativa, quando portano sulle spalle decenni di colate di cemento, di distruzione del territorio e di elefantiasi burocratica. Parlano di lavoro e forse pensano ai numerosi esponenti della loro casta, che un lavoro lo hanno trovato grazie al partito, vincendo concorsi per titoli, non esami, con master presi alla scuola del partito?
Confidiamo che visti i lori fallimenti economici sia a livello pubblico, sia a livello cooperativo, i reggiani questa volta riflettano, prima di credere ancora una volta alle promesse di un partito che garantisce ancora tutto a tutti, sapendo che la grande mammella pubblica non dà più latte. Sappiamo che i nostri concittadini non sono Pinocchio, ci resta solo da capire tra Vecchi e Corradini chi sia il gatto e chi la volpe».
Primo Gonzaga
Presidente Grande Reggio
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Seconda tavola rotonda organizzata da Civiltà Parmigiana per sabato 22 febbraio alla Corale Verdi a partire dalle 9,45
Dopo il successo della prima tavola rotonda, Civiltà Parmigiana prosegue con ancor più convincimento il confronto con i cittadini e le rappresentanze di Parma.
Un tema storicamente complesso e dibattuto che, con l'acuirsi della crisi, è tornato prepotentemente alla ribalta. Il salotto di Parma, storicamente il fulcro del commercio della città ducale, manifesta segnali di degrado, sempre più evidenti, che vanno dall'arredo urbano, alla viabilità, alla sicurezza. Elementi che contribuiscono ad allontanare le persone e gli esercizi pubblici dal Centro.
Compresso tra le ordinanze viabilistiche e i Centri Commerciali sempre più numerosi e di maggiori dimensioni, il "Salotto di Parma" rischia, quindi, un progressivo e rapido impoverimento non solo economico, ma anche culturale e sociale venendo meno l'identità attrattiva del centro stesso.
Prima che tutto ciò si spenga in modo definitivo, Civiltà Parmigiana è dell'avviso che sia necessario riaccendere i fari su questo luogo e progettare un piano di rilancio a breve e a medio periodo invocando di abbandonare demagogie e dogmi politici per giungere, con azioni sinergiche, a un rapido recupero di attrattività e di vivibilità del "Centro Antico". Alla tavola rotonda, moderata dalla coordinatrice del movimento Cecilia Zanacca coadiuvata da Carlo Ferrari, parteciperanno i direttori delle organizzazioni di categoria, Giuseppe Malanca per ASCOM e Luca
Vedrini per Confesercenti, Giuseppe Dallara ex direttore di ARPA, Filippo Greci del Movimento Nuovi Consumatori. La tavola rotonda ospiterà inoltre un'idea di viabilità alternativa proposta da Giuseppe Pirazzoli.
In conclusione si aprirà un dibattito sul tema viabilistico e sulle implicazioni relative alla sicurezza in centro antico.
L'appuntamento sarà quindi alla Corale Verdi, in vicolo Asdente, per Sabato
22 febbraio con inizio alle 9,45. Un invito aperto a tutti
Primo Gonzaga, presidente del comitato: 3 proposte concrete per rimettere al centro chi lavora e produce -
Reggio Emilia, 15 febbraio 2014 -
"Grande Reggio scenderà in piazza martedì prossimo assieme a Rete Imprese Italia". Lo annuncia Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio, che chiarisce: "Non è solo un modo di dire o retorica: molti dei promotori e sostenitori di Grande Reggio sono commercianti, artigiani e imprenditori. Siamo tutti animati dal desiderio di costruire una città amica delle imprese e dello sviluppo. Anche Reggio Emilia ha bisogno di iniziative forti e realmente efficaci, non di qualche iniziativa sporadica o una tantum".
"Nel nostro progetto per la città abbiamo proposte concrete e ben definite – spiega il presidente di Grande Reggio – come l'istituzione dell'Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo, affiancato da un comitato costituito da artigiani, commercianti, imprenditori e titolari di partita Iva, che sono i motori dello sviluppo, e che potranno contribuire efficacemente a ideare, sostenere e controllare direttamente le politiche dell'Amministrazione".
Prosegue Gonzaga: "Abbiamo anche intenzione di identificare un dirigente comunale cui affidare come compito specifico quello di semplificare, tagliare, eliminare procedure e adempimenti. Questo obiettivo dovrà essere una priorità per l'intera macchina amministrativa, e in questa direzione definiremo incentivi per gli uffici che sapranno ridurre la burocrazia a vantaggio di cittadini e imprese, scoraggiando la proliferazione di nuove procedure burocratiche".
"Inoltre, analizzeremo tasse e balzelli a carico dei cittadini, allo scopo di verificare se il costo complessivo per incamerarle e per controllarne la riscossione sia inferiore ai proventi che tali tasse comportano. Se così non fosse procederemmo senza indugio alla loro eliminazione".
"L'amministrazione deve essere al servizio dei cittadini – conclude Primo Gonzaga. Non è più accettabile che ogni volta che si verifica la necessità di reperire risorse siano i soliti noti (imprese e famiglie) a pagare. Per realizzare questo cambiamento epocale è necessario anche cambiare il governo della città. Vogliamo restituire le chiavi di Reggio Emilia a chi l'ha costruita e può svilupparne tutte le potenzialità: imprenditori, artigiani e lavoratori".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
In cammino verso il terzo Governo non eletto. Il Commissariamento Presidenziale continua. Fuori Monti, fuori Letta avanti Renzi.
di Lamberto Colla ---
Parma, 16 febbraio 2014 -
Se un dato positivo si deve assegnare al “Commissario d’Italia” è lo svecchiamento del premierato. Da Berlusconi a Renzi l’età si è via via dimezzata da quel novembre 2011 che rimarrà nella storia d’Italia, anche grazie ai “video racconti” di Friedman, come l’inizio della sospensione democratica del Paese. 78 anni anni Berlusconi, 70 gli anni di Monti, 47 quelli di Enrico Letta per chiudere, molto probabilmente, con i 39 dell’ “asfaltatore” Matteo Renzi. Dopo aver catramato Bersani alle primarie, il Sindaco Segretario ha, in breve tempo, asfaltato anche il giovane Letta. Costretto, povero lui, alla “tenera” farsa di annunciare all’Italia intera un “nuovo patto di coalizione”, con tanto immagine coordinata, senza coalizione e, quel che è peggio, senza avere più il partito a suo sostegno. Poche ore dopo il suo annuncio con 136 pollici versi, 2 astenuti e solo 16 contrari veniva decretata la smacchiatura anche del giaguarino Letta.
10 mesi di governo senza infamia e senza lode quelli che hanno contraddistinto il periodo dell’onesto Enrico Letta. Più gli annunci dei risultati conseguiti. A osservarlo bene, il governo Letta appare come un periodo di pax tra i due schieramenti tradizionali, per decidere e quindi realizzare assestamenti al loro interno. Dapprima il centro destra con la riesumazione di Forza Italia all’opposizione e la creazione del Nuovo Centro Destra filogovernativa e ora, la pulizia etnica, forse conclusa, all’interno del PD. Nel breve periodo tra l’uno e l’altro cambiamento c’è stato pure l’accordo tra Renzi e Berlusconi per programmare “regole comuni” e per asfaltare i partitini “fastidiosi”.
Già, ma quando gli italiani torneranno a poter dire la loro crocettando almeno il simbolo di un partito? Se l’orizzonte poteva essere la primavera 2015, con il nuovo scenario potrebbe invece diventare il 2018. Il primo Governo Renzi, se benedetto da Napolitano, potrebbe arrivare alla scadenza naturale della legislatura asfaltando definitivamente anche Berlusconi per “raggiunti limiti di età”.
L’ultimo è di Padova. 74 anni imprenditore capace di creare una azienda che, al suo culmine, contava 300 dipendenti ma che, in tempo di crisi, si erano ridotti a poche decine e per di più in cassa integrazione moglie e figlia compresa. Schiacciata dai debiti e dagli insoluti l’azienda era da pochi giorni stata sottoposta a azione concordataria. Ma lui, onesto e appassionato lavoratore - imprenditore, si è sentito isolato e all’angolo. Chissà quali tormenti lo martellavano per arrivare, anch’egli (119 nel 2013), a abbandonare questa terra e i suoi affetti.
Ma il giorno precedente, stessa decisione l’aveva presa un artigiano 48enne di Ferrara che si era trovato con una cartella delle imposte di 90.000€.
Delle solite manfrine e dei “giochi di palazzo” la gente comune non ne può più.
Che sia Renzi o qualcun altro c’è bisogno di stabilità e di coesione. Occorre fare tornare la speranza in un futuro e la fiducia nelle istituzioni rappresentate dai partiti e dagli apparati amministrativi.
Seppellite per qualche mese le asce di guerra e insieme riportate in carreggiata il Paese.
Alle prossime elezioni, se ci saranno, forse ve ne saremo riconoscenti.
(Foto: Laboratorio Fotografico Chigi)
"Come siamo arrivati a questo punto?" Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, propone regole più stringenti negli appalti pubblici e un progetto per normalizzare il mercato -
Reggio Emilia, 12 febbraio 2014 -
"Perché in tanti anni non ci si è accorti delle infiltrazioni mafiose nel reggiano?". A parlare così è Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, che spiega: "Questa domanda è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo sui giornali delle sempre più frequenti interdittive antimafia o dei numerosi atti vandalici che coinvolgono cantieri e automezzi nel nostro territorio". "Per lungo tempo – prosegue l'avvocato Porta – si è detto che avevamo gli anticorpi contro le mafie e si è agito come se il nostro territorio fosse impermeabile alla penetrazione della criminalità organizzata. Oggi vediamo dove siamo arrivati... ma come è stato possibile?! Non si può non essere sconcertati ma nemmeno restare a guardare: questa è la Reggio Emilia che vogliamo lasciarci alle spalle".
La vicepresidente di Grande Reggio non si limita all'amara constatazione e aggiunge: "Quella contro la criminalità organizzata è una lotta che deve coinvolgere tutti, a livello personale e pubblico, e la politica deve stare in prima fila con ogni mezzo a sua disposizione. Noi vogliamo dare alla città un'amministrazione forte, che agisca in piena sinergia con le forze dell'ordine sul fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata".
Lotta fianco a fianco con le forze dell'ordine quindi, ma non solo. Il primo tema chiave secondo Porta è quello delle regole negli appalti pubblici: "Nei limiti delle competenze devolute all'autorità locale intendiamo sgombrare il campo da qualsiasi ambiguità collaborando per regolare in modo rigido e trasparente gli appalti pubblici, con un occhio di riguardo soprattutto alle disposizioni sui subappalti".
"Poi – spiega l'avvocato - c'è un discorso relativo alle condizioni di concorrenza sleale che i capitali della criminalità organizzata generano in un sistema economico già duramente provato". Si può fare qualcosa? Conclude Franca Porta: "L'amministrazione comunale potrebbe farsi capofila di un progetto di collaborazione tra le banche del territorio e gli altri attori del mondo economico, per la creazione di un borsino degli investimenti locali. Pensiamo a conti deposito specifici per una raccolta di capitali dedicati esclusivamente al reinvestimento sul territorio. In questo modo si favorirebbe l'erogazione di finanziamenti ad aziende reggiane sane, che si impegnano a loro volta ad investire in loco i capitali e quindi ad immetterli nell'economica locale".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
- Comunicato stampa di Civiltà Parmigiana -
- Parma 9 febbraio 2014 -
Un dato scientificamente certo divulgato recentemente dall’ASCOM evidenzia come “il 70% delle emissioni nocive derivi dalle esalazioni di riscaldamenti, industrie, agricoltura, etc. mentre il restante 30% derivi dal traffico veicolare. Di questo, solo il 20% (pari dunque al 7% sulle emissioni complessive di PM10) è imputabile al traffico urbano, mentre il 30% deriva dal traffico autostradale e il 50% dalla circolazione su strade extra urbane (fonti ARPA E.R.)”.
A fronte di questi dati oggettivi l’amministrazione, e in particolare l’assessore Folli, ai già inutili ma anche problematici provvedimenti riguardanti il blocco del traffico domenicale e infrasettimanale, intende ora riesumare la “mummia” delle targhe alterne. In sintesi l’idea sarebbe di combattere il 7% dell’inquinamento delle emissioni complessive di PM10 appiedando il 50% dei cittadini. Una lotta anacronistica alle automobili che va nella direzione soltanto di irritare la cittadinanza piuttosto che affrontare pragmaticamente i già tanti problemi locali.
Dopo questa doverosa premessa vorremmo riportare l’attenzione al restante 70% delle emissioni nocive (scusate se è poco). Viene spontaneo suggerire, oggi ancor più di ieri, vista la pace sancita tra il Comune e Iren, che venga completata una delle funzione più utili del termovalorizzatore ovvero il teleriscaldamento. 18.000 caldaie cittadine verrebbero spente definitivamente con grande e immediato vantaggio ambientale ed economico consentendo un libero, seppure regolamentato, accesso al centro storico.
Sempre legato al tema del termovalorizzatore occorre sottolineare come la partita legale sia terminata a sfavore della amministrazione comunale la quale, se l’interpretazione verrà confermata, dovrà risarcire IREN di 7 milioni di euro dovuti al secondo blocco dell’attività e quantificati dalla multiutility in 250.000 euro al giorno.
Un danno (se confermata la sentenza) non irrilevante che graverà su tutti non essendo il comune un’entità astratta ma un ente pubblico territoriale i cui errori si ripercuotono inevitabilmente sulle teste dei cittadini.
Considerando che un inverno è già trascorso, Civiltà Parmigiana, perseguendo invece logica e buonsenso, invita il Sindaco, anche in quanto primo cittadino di un comune socio di IREN, a dimostrare fermezza e autorevolezza nel pretendere da parte dell’azienda il completamento delle opere e dei relativi allacciamenti per il teleriscaldamento in considerazione delle spese già sostenute e della necessità di ridurre drasticamente le emissioni di polveri sottili.
Non vorremmo mai pensare che l’amministrazione comunale si fosse troppo affezionata ai suoi slogan propagandistici elettorali in merito al “diabolico forno”, trascurandone i fondamentali aspetti di utilità.
Ci auguriamo che il Movimento 5 Stelle, dopo aver perso la sua crociata contro il termovalorizzatore, non voglia perdere anche la “guerra con l’inquinamento”.
Civiltà Parmigiana
Il coordinatore Cecilia Zanacca
Il Primo Ministro esporta ottimismo e importa ossigeno per la Cassa Depositi e Prestiti. 500 milioni dal Fondo Sovrano del Kuwait. Speriamo non vadano solo all’Alitalia.
- di Lamberto Colla ---
- Parma, 9 febbraio 2014 -
Altri 3 viaggetti del Premier e si potrebbero riparare i danni delle alluvioni.
Una cifra importante ma nel complesso insignificante quella promessa dal Kuwait la cui destinazione è ignota. Si sa che i 500 milioni andranno alla Cassa Depositi e Prestiti la quale, va ricordato, gestisce una parte consistente del risparmio italiano, il risparmio postale. Quelle stesse Poste Italiane che, a metà dicembre, decisero di investire nel capitale Alitalia per 75 milioni di euro. Un intervento che consentì alla compagnia aerea di riprendere il volo, non solo metaforicamente. Se non fosse sopraggiunta la notizia di Poste Italiane, Alitalia avrebbe dovuto lasciare a terra i passeggeri proprio durante le festività natalizie e, probabilmente, si sarebbe interrotta la trattativa strategica con la Compagnia araba ETIHAD.
L’accordo con il Fondo Sovrano del Kuwait chiude il cerchio. ETIHAD ha necessità di garanzie per completare l’operazione Alitalia e Alitalia ha bisogno di ETHIAD per il rilancio della compagnia stessa. Un partner ideale per Alitalia in quanto consentirebbe di sviluppare le linee di lungo raggio verso oriente e, a differenza dell’ipotesi di Air France, non possiede un Hub antagonista sul suolo europeo. Il sospetto si sia trattato di aiuti di Stato, nonostante le rassicurazioni del Ministro Lupi, esiste e con essa il rischio di infrazione alle norme europee con le conseguenti sanzioni milionarie da un lato e il conseguente abbandono del potenziale socio Arabo. Per cui meglio correre ai ripari e il viaggio lampo in terra araba di Enrico Letta potrebbe avere avuto proprio come scopo primario l’Alitalia.
Niente in contrario su questo ma qualcosa da ridire si. Innanzitutto l’eccesso d’esaltazione del risultato concreto conseguito. 500 milioni non sono sicuramente sintomo di grandi investimenti. E’ senza ombra di dubbio un, seppur piccolo, segnale di fiducia che viene riconosciuto al nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente. Siamo fortemente patrimonializzati e soprattutto abbiamo sempre pagato i nostri debiti.
D’accordo quindi sulle espressioni di positività ma arrivare a dire che la crisi è alle spalle è quantomeno impudente. Non si tratta di disfattismo ma di percezione. La crisi o meglio gli effetti della crisi si stanno contabilizzando in tutte le famiglie. I risparmi si assottiglino e 7 anni dopo l’inizio della crisi il pessimismo dilaga. Se essere fuori dalla recessione vuol dire avere una previsione di Pil dello +0,6% (crescita praticamente uguale a zero) nel 2014, allora c’è poca da essere allegri. Con questi numeri Confindustria stima per il 2021 il momento del ritorno alle condizioni pre 2007 (14 anni anni dopo).
E’ giusto salvare l’Alitalia ma è ancor più giusto salvare L’Italia e la sua gente. Il sospetto che la trasferta del Premier sia stata organizzata, quasi esclusivamente, per l’Alitalia è forte. Intanto per la consistenza dell’incassato. 500 milioni sono, nel contesto, bruscoline. Basti pensare che i conteggi dei danni delle piogge degli ultimi 15 giorni ammontano a un miliardo di euro (400 emilia e 250 lazio e 350 liguria) e diventano 1 miliardo e 650milioni con i conti dell’alluvione della Sardegna del novembre scorso. Restano fuori dal conteggio l’alluvione in liguria del 2011 e il terremoto in emilia 2012 solo per restare ai tempi più recenti.
Infine la stretta creditizia. Le imprese sono rese sempre meno elastiche dal “credit crunch”, bloccate in una terribile morsa, la peggiore dal 2001. Per sopravvivere molte imprese e per riprendere la strada dello sviluppo altre avrebbero necessità di iniezioni di liquidità mentre al contrario questa è sempre meno. Meno per la difficoltà a pagare da parte dei clienti e meno per effetto della chiusura dei rubinetti degli Istituti di Credito.
Secondo i dati diffusi da Bankitalia, i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,5% nell’arco di dodici mesi (-1,3% rispetto al mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 6% (-4,9% a ottobre) - Bollettino Banca d’Italia del gennaio 2014 -
Se l’intenzione del Governo è fare riprendere il volo all’Italia e non solo alla sua compagnia di bandiera, occorre liberare risorse a favore delle imprese, affinché queste generino nuovo lavoro e conseguentemente nuovo impiego.
O le banche riaprono i rubinetti o si muore di sete.
Una Proposta di Legge alle Camere che disciplina l'attribuzione del diritto di elettorato attivo nelle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali ai cittadini che hanno compiuto il sedicesimo anno di età -
Bologna, 7 febbraio 2014 -
Dodici consiglieri del Partito Democratico – primo firmatario Rita Moriconi – hanno depositato una Proposta di Legge alle Camere, per modificare il DPR 223/1967 che disciplina l'attribuzione del diritto di elettorato attivo nelle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali ai cittadini che hanno compiuto il sedicesimo anno di età.
Abbassare la soglia per votare alle elezioni amministrative da 18 a 16 anni, sarebbe "una scelta che coglie i grandi cambiamenti che hanno riguardato la nostra società negli ultimi decenni. Una società dove informarsi e partecipare è più facile, dove la scolarizzazione di massa ha portato a un innalzamento del livello culturale generale e dove i ragazzi maturano più in fretta".
Il Pdl si compone di 3 articoli. Nel primo si stabilisce l'elettorato attivo a sedici anni per tutti i cittadini italiani che abbiano i requisiti per votare, in occasione di elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Nel secondo, si prescrive l'iscrizione nelle liste elettorali anche di coloro che compiono il sedicesimo anno di età (sempre ai fini delle citate elezioni).
La Proposta di Legge alle Camere, ai sensi dell'articolo 121 secondo comma della Costituzione, è stata sottoscritta dai consiglieri Pariani, Mori, Piva, Fiammenghi, Monari, Paruolo, Zoffoli, Montanari, Alessandrini, Vecchi e Mumolo.
(rg)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
L'attuale Sindaco si ripresenterà a capo della lista civica "Ascoltare Poviglio" sostenuta dal Partito Democratico -
Poviglio, 5 febbraio 2014 -
Sarà Giammaria Manghi il candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Poviglio per la lista civica "Ascoltare Poviglio" con il sostegno del Pd locale.
La ricandidatura arriva in vista della chiusura del primo mandato da sindaco di Manghi, ed è frutto delle considerazioni espresse sui cinque anni di mandato da parte degli appartenenti al circolo Pd locale e dei sostenitori della lista civica "Ascoltare Poviglio". A spiegare le ragioni del sostegno è lo stesso segretario della sezione povigliese Andrea Cantoni: "Abbiamo scelto di confermare il sostegno al sindaco in carica perchè in questi cinque anni l'amministrazione comunale da lui presieduta ha saputo riscuotere un importante consenso dalla cittadinanza, portando avanti un percorso di dialogo con i cittadini, sia del centro storico che delle frazioni. A questo si aggiunge una politica di gestione dei servizi sociali improntata a rendere i medesimi ancor più efficienti ed economicamente sostenibili, sempre garantendo elevati standard di qualità ed equità. A queste considerazioni si somma" conclude infine Cantoni "il saper agire di quest'amministrazione, che ha saputo coordinare le esigenze produttive ed ambientali del territorio nonché della società civile, avviando collaborazioni e progetti con le istituzioni e le associazioni, laiche e religiose, presenti sul territorio". Tutti elementi che hanno portato a un giudizio positivo sull'operato dell'odierna Amministrazione, anche in merito alle concrete misure adottate per fronteggiare situazioni sempre più diffuse di disagio economico e sociale.
«Ringrazio tutti coloro che hanno scelto di sostenere la mia candidatura, che nasce come risposta alle tante richieste avanzate sia dal partito, sia da numerosi cittadini» è il commento del Primo Cittadino. «L'intento è quello di proseguire il lavoro avviato durante l'ultimo quinquennio di valorizzazione del paese e di superamento della difficile fase storica che stiamo vivendo a causa della crisi economica che in questi anni ha colpito il territorio. L'impegno è quello di lavorare con motivazione rinnovata e con la volontà di proseguire la relazione fattiva e concreta stabilita in questi anni con tutte le diverse realtà del paese».
(fonte: ufficio stampa Circolo PD Poviglio)
Matteo Setti, portavoce di Grande Reggio, interviene a proposito delle ipotesi di candidature e future alleanze apparse sulla stampa -
Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 -
"Stiamo lavorando per organizzare occasioni di dibattito pubblico su temi che riteniamo cruciali per il futuro di Reggio Emilia, perché è sul terreno dei progetti che intendiamo impostare il nostro rapporto con i cittadini e la dialettica con le forze politiche in campo".
"Non abbiamo cartelli elettorali preconfezionati – chiarisce Setti – ma abbiamo alcune idee: un sistema economico che rimetta al centro le forze produttive e non la politica, il recupero di un ruolo internazionale della città, un diverso modello di sviluppo urbanistico, la valorizzazione delle giovani generazioni e delle loro competenze... Su questo, e non su altro, siamo aperti a un confronto con chiunque".
"Le stesse premesse valgono anche per il toto-sindaco – prosegue il portavoce. Non abbiamo nessun candidato in pectore. Grande Reggio è un movimento in espansione e aperto a tutti i contributi, a tutte le buone idee, a tutti i reggiani che hanno a cuore la propria città. Sabato scorso abbiamo iniziato un percorso di condivisione di progetti che ci porterà a definire un programma elettorale e, contestualmente, a individuare anche una figura che lo incarni e lo porti avanti come candidato sindaco".
"Le indiscrezioni di candidature e apparentamenti di Grande Reggio che si sono rincorse in questi giorni sulla stampa locale – conclude Setti – non corrispondono alla realtà dei fatti e lasciano l'amaro in bocca, perché appaiono come una comunicazione a mezzo stampa tutta interna a un certo mondo politico cittadino, sempre più incentrato su se stesso e incapace di vedere che qui fuori la crisi è devastante. Noi siamo per una politica che dice cosa fa e non con chi sta. Ci rivolgiamo ai cittadini che ne hanno abbastanza di contrapposizioni ideologiche, che fanno perdere di vista i problemi veri della città, e vogliono valutare nel merito argomenti e proposte".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Povera Italia. Rimane solo l’agricoltura ad investire sul Bel Paese. La Fiat “trasloca” e l’Electrolux sciocca con la sua proposta terzomondista.
di Lamberto Colla ---
Parma, 02 febbraio 2014 -
E per fortuna che c’è il “Parmigiano Reggiano” tra i pochi baluardi rimasti a difesa di cicli produttivi autoctoni capaci di conquistare i mercati esteri pur consolidando la presenza sul territorio d’origine.
Nonostante tutto, i piani strategici del Consorzio di tutela vanno nella direzione di ancorare, in modo sempre più solido, il prodotto al territorio e perseguire l’obiettivo di raggiungere il 50% di quota d’esportazione.
Una scelta che il consumatore sta premiando nonostante la crisi e nonostante il terremoto emiliano. Lo confermano i dati esposti lo scorso mercoledi nella annuale conferenza dedicata alla stampa.
+5% la quota d’export e un -1% di consumi interni perduti sul piano distributivo ma ampiamente compensati dalle vendite dirette nei caseifici che, nel complesso, portano a +0,2% l’incremento interno dell’assorbimento di prodotto.
Una notizia, come quella annunciata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, non fa notizia o, almeno, passa in secondo piano prevaricata da altre, a dir poco scioccanti, sulle quali gli organi d’informazione hanno dovuto accendere i fari per l’enormità dei fatti che hanno visto protagoniste FIAT e Electrolux.
Due differenti casi, accomunati dal medesimo interesse all’espatrio, che dovrebbero quantomeno fare riflettere i nostri politici seppure siano concentrati sulle importantissime questioni elettorali. Italicum si, porcellum no e viceversa.
Questi i grandi temi che i nostri 1000 parlamentari stanno svolgendo con impegno e fatica; intanto la baracca affonda. Invece di affrontare i problemi che precludono gli investimenti sul nostro territorio, invece di trovare la soluzione agli eccessivi costi della burocrazia, ai pesanti costi energetici (+30% rispetto ai Paesi a noi vicini), al carico fiscale e contributivo che grava sul costo del lavoro aziendale, invece di ridurre la spesa pubblica e di fare una reale lotta all’evasione, all’interno del Transatlantico si sta combattendo una dura e ben poco elegante battaglia per stabilire le regole della prossima campagna elettorale. Robe da non credere.
La proprietà svedese dell’impresa di elettrodomestici di Pordenone ci va giù pesante con le richieste. Secondo quanto riportato da il Sole 24 Ore, l’alternativa alla delocalizzazione industriale sarebbe quella di una riduzione di circa il 40% dei salari e di riduzione d’orario. I salari medi perciò passerebbero da 1.400 a 700-800€ e l’impiego lavorativo da 8 a 6 ore. Per contrastare la concorrenza dei marchi stranieri, coreani soprattutto, la casa svedese intenderebbe equiparare il lavoro domestico a quello dei Paesi dell’est europa. In alternativa la proprietà offrirebbe la chiusura degli stabilimenti in quanto non può permettersi una riduzione del 72% dell’UTILE NETTO come accaduto nel corso del 2013. Il Financial Time annuncia, come riportato da “Il Messaggero Veneto” che «la disputa su Electrolux ha riacceso il dibattito sulla mancanza di competitività dell’Italia, dopo che il Paese ha perso circa un quarto della sua produzione industriale negli ultimi sei anni»
Alla fine, la morale è che la proprietà non può guadagnare di meno e a rimetterci è la parte più debole messa a confronto con la scelta di perire subito o poco alla volta. Così come l’usura anche questa proposta di parte svedese - parafrasando le parole di Papa Francesco di alcuni giorni fa - “ferisce la dignità inviolabile” dell’uomo.
- La FIAT vola in nord europa. Speriamo che mantenga l’occupazione in Italia -
Nasce il nuovo gruppo automobilistico FCA (Fiat Chrysler Automobiles) con sede legale in Olanda e sede fiscale a Londra. La promessa è per una piena occupazione italiana. “Ora possiamo dire di essere riusciti a creare basi solide - è il commento dell’AD Sergio Marchionne - per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza.”
Libri e registri volano però verso lidi più sicuri; da Torino verso l’Olanda alcuni e verso Londra altri. In Italia rimane quindi l’attività operativa nella speranza che venga mantenuta la promessa occupazionale e il futuro industriale.
C’è da augurarsi che una “Fiat globale” florida mantenga vivo il ricordo di quell’Italia che tanto ha concesso alla impresa torinese in passato. La riconoscenza non è un sentimento molto diffuso ma la speranza non va mortificata. La scelta di Elkann e Marchionne però deve fare riflettere e molto.
Il tasso di intelligenza del nostro Paese si sta pian piano riducendo per effetto della fuga di “cervelli” attratti da altri paesi tradizionalmente nostri concorrenti sul piano industriale. Le imprese che non possono traslocare sono destinate a una feroce selezione naturale e quelle che invece sono nelle condizioni di farlo, presto lo faranno andando così le cose.
Molti i pensionati che già hanno preso la strada della Bulgaria, o delle Canarie, riscoprendo una nuova giovinezza e soprattutto una rinnovata serenità, seppure lontani dai loro più cari affetti (e non è poco). A questo punto c’é da domandarsi cosa resterà dell’Italia? Forse nemmeno i monumenti sgretolati dall’incuria o venduti ai Paesi emergenti.
Non si può più attendere. La politica deve riprendere in mano le redini del Paese e smetterla di essere soltanto aurorefenziale.
Martedì 28 gennaio 2014 si è riunito un gruppo di elettori del MoVimento 5 Stelle di Correggio per dar vita al GRUPPO CORREGGIO 5 STELLE e presentarsi alle prossime ELEZIONI COMUNALI 2014 -
Correggio, 31 gennaio 2014 -
I principali punti qualificanti l'azione politica saranno i seguenti.
Proporre un'amministrazione ispirata ai valori del "Buon Padre di Famiglia", evitando gli sprechi, rivedendo la spesa pubblica e indirizzando le risorse disponibili verso le realtà territoriali in difficoltà.
Sostituire chi ci ha governato finora ed accertare in modo approfondito le responsabilità e i danni collegati al fallimento EN.COR. SRL, perseguendo gli eventuali colpevoli.
Amministrare il territorio rispettando realmente l'ambiente tramite l'assoluta contrarietà al sistema delle centrali a biogas e biomasse di stampo industriale e non collegate coerentemente alle sole attività agricole locali.
Cemento zero: ovvero, attività edilizia ed urbanistica tesa esclusivamente alla sostituzione o riuso del costruito e alla manutenzione dell'esistente.
In particolare investire con oculatezza e con lungimiranza sulla manutenzione del sistema idraulico territoriale.
Governare la città attraverso un processo amministrativo totalmente trasparente, rispettoso delle leggi, dell'etica e degli impegni assunti verso la cittadinanza.
In piena sintonia con lo spirito del MoVimento 5 Stelle, si invitano tutti i cittadini elettori a dare il loro contributo per definire il programma, la lista dei candidati al Consiglio Comunale e il candidato Sindaco.
Prossimamente verranno allestiti punti di incontro con la cittadinanza e organizzate assemblee.
Per avere informazioni o inviare proposte al gruppo sono a disposizione i seguenti riferimenti:
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
profilo Facebook: MoVimento Cinque Stelle Correggio
(Fonte: ufficio stampa MoVimento Cinque Stelle Correggio)
Il Teatro dei Dialetti: Tavola rotonda di Civiltà Parmigiana sabato 1 febbraio a partire dalle 9,30 presso la Corale Verdi (Vicolo Asdente – Parma)
Del Teatro dei Dialetti o meglio della Cultura Popolare dedicato a Giovannino Guareschi se ne discuterà sabato 1 febbraio alla tavola rotonda organizzata da Civiltà Parmigiana nell’ambito del ciclo di incontri dedicati a temi specifici sui quali il movimento intende focalizzare l’attenzione pubblica.
Un’opera, quella del Teatro della Cultura Popolare, progettata ormai 10 anni fa e nata per rispondere alla domanda matura di decine di compagnie dialettali ma anche per dare risposte ad altre opportunità di uso da parte della città.
Il teatro dei dialetti o meglio delle tradizioni, come sottolinea Giuseppe Marchetti, intendendo per tradizioni tutti quegli agganci culturali, linguistici e popolari che caratterizzano un territorio. Dal passato al presente, cioè dai cosiddetti classici ai contemporanei. Non solo teatro, dunque, ma incontri, convegni e manifestazioni che abbiano quale centro di interesse il dialetto sentito come lingua madre.
La Tavola Rotonda, presieduta da Cecilia Zanacca coordinatrice di Civiltà Parmigiana, vedrà la partecipazione di alcuni tra i protagonisti del mondo culturale della nostra città, quali l’architetto Flavio Franceschi, al quale peraltro fu affidato l’incarico della progettazione architettonica, del Prof. Giuseppe Marchetti, apprezzato e stimato critico letterario e Premio Sant’Ilario nel 2010, e di Claudio Cavazzini presidente del Circolo G.Guareschi nonché membro del Direttivo del Comitato di Maschere Italiane a Parma e figura di riferimento della Compagnia Dialettale “Famija Pramzana”
L’appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza, è per sabato 1 febbraio presso la Corale Verdi a partire dalle 9,30.
Gradita ed apprezzata sarà la partecipazione di eventuali addetti ai lavori e di rappresentanti delle forze / movimenti politici della città
Civiltà Parmigiana
Il comunicato della CGIL sulle donne che hanno tutte superato gli "anta" da tempo ma hanno ritrovato la passione per la politica: da "nonnine" a "militanti", consultori per la terza età e contrasto al disagio sociale -
Piacenza, 28 gennaio 2014 -
Sono mamme, nonne, ex impiegate, operaie, commercianti oggi pensionate che hanno preso una decisione: affiancare a tutte le attività delle "nonne moderne" impegnate tra nipotini e un aiuto ai figli, un'attività che definiscono di "militanza e attivismo politico". Si chiamano "collettivo", fanno "coordinamenti" e "gruppi di lavoro per azioni di contrasto al disagio sociale e tesi alla progettazione del benessere". Hanno tutte superato gli "anta" da tempo ma hanno ritrovato la passione per la politica e da oggi vogliono far sentire sempre più forte la loro voce: sono le donne del "Coordinamento donne pensionate" dello Spi Cgil di Piacenza, che l'altro giorno si sono date appuntamento, in una quarantina, al caffè letterario Baciccia di via Dionigi Carli per definire il gruppo che coordinerà il lavoro che si rivolge a tutta la cittadinanza, ma alle donne pensionate in primis.
"Oggi vogliamo individuare le proposte di azione per il futuro – spiega Elisa Cavazzuti, portavoce del coordinamento -, lo facciamo partendo dall'interno della Cgil, dello Spi, che sta affrontando il congresso quindi anche noi abbiamo fatto un nostro congresso per ascoltare e scegliere insieme le priorità". Così si sono composti gruppi di lavoro che hanno prodotto proposte di attività che il coordinamento dovrà scegliere. "Sono emerse proposte che possiamo ricondurre a quattro ambiti: violenza sulle donne, memoria, tempo libero e benessere, consultorio-sanità e lavoro di cura" spiega ancora la Cavazzuti. Le proposte emerse sono state una ventina, impresse su un cartellone non a caso a forma di albero "con radici nella storia e i rami tesi verso il futuro dei nostri nipoti", poi discusse attraverso un animato dibattito che ha visto partecipare anche "nonne" non avvezze alle pratiche politiche e di militanza. "Ognuna delle donne del coordinamento, sceglierà tre attività in cui impegnare tempo e intelletto. Crediamo che anche così si inizino a cambiare le cose" sintetizza Tamer Favali, segretario provinciale Spi Cgil che ha tenuto a battesimo l'assise.
"Contrasto alla solitudine attraverso attività culturali", "Corsi di scrittura creativa che portino a fissare la memoria storica della società e del lavoro attraverso i ricordi di una vita", e ancora "In Consultorio, la donna di età avanzata quale aiuto trova? Proposte e analisi del contesto": questi sono solo alcuni degli spunti di lavoro che ora spetterà portare avanti al nuovo direttivo, composto da: Maura Cesena, Elisa Cavazzuti, Maria Teresa Beta, Silvana Trucchi, Brigitte Lovichi, Isa Bobbi, Mara Cenicola, Carmen Rossi, Fulvia Costa, Luisa Carrara, Doriana Soressi, Gigliola Assali e Maria Gozzi.
(Fonte: Ufficio stampa CGIL )
Civiltà Parmigiana organizza un Ciclo di Tavole Rotonde -
Osservare, elaborare, condividere e agire. L’attuale crisi economica, dato di fatto oggettivo, non può continuare ad essere preso come alibi per giustificare l’immobilismo e la non scelta che caratterizza l’attuale amministrazione comunale. Questo momento di crisi, sia economica che sociale deve, secondo Civiltà Parmigiana, rappresentare un ulteriore stimolo per elaborare idee, progettare il futuro e infine, agire.
Parlare di crisi vuol dire alimentarla, discutere sulle soluzioni e lavorare sodo vuol dire sconfiggerla. Da qui riparte Civiltà Parmigiana pronta ad accogliere donne e uomini che abbiano prima di tutto idee e ottimismo da regalare alla città.
La crisi non deve essere vissuta nell’immobilismo e nell’attesa che le cose cambino da sole pensando che, alla fine della “tormenta”, tutto ritorni come prima; al contrario, questa situazione deve essere affrontata con serena determinazione, pensando al futuro facendo leva sui propri fondamentali valori storici: il “DNA cittadino”. Infatti, come il patrimonio genetico della popolazione italiana è il più ricco del “vecchio continente”, parimenti Parma è e rimane una “punta di eccellenza” tra le città cosiddette “provinciali”.
La crisi, quindi, come stimolo di progresso, di nuove idee e di rinnovamento culturale.
Un nuovo periodo di rinascimento cittadino, secondo Civiltà Parmigiana, passa attraverso due elementi fondamentali:
- l’assunzione di consapevolezza della propria identità
- una visione prospettica della città
L’identità di Parma, volenti o nolenti, è per sua natura legata alla Cultura, all’Innovazione, all’intrapresa economica e, come ogni città d’antica tradizione che si rispetti al turismo, declinato nelle molteplici forme attrattive che Parma può proporre; basta volerlo.
Pensare ed Agire a partire dalle solide basi dell’identità e distintività di Parma, frutto di secoli di storia, è l’appello che Civiltà Parmigiana lancia alle amministrazioni e alle organizzazioni economiche locali, perché non sarà certamente il lasso di un lustro capace di cancellare secoli di progresso evolutivo della città.
E’ sulla base di queste semplici considerazioni che Civiltà Parmigiana intende muovere la politica di rinnovamento al fine di generare una prima ed efficace spinta verso un nuovo periodo di progresso culturale, sociale e economico.
I primi temi sui quali Civiltà Parmigiana punterà i riflettori sono:
- Il "Teatro dei Dialetti" o meglio della cultura popolare. Un’opera su cui le precedenti amministrazioni hanno già investito molto e che, con relativamente pochi ulteriori sforzi, potrebbe giungere a compimento. Questo teatro fortemente voluto dall’amministrazione Ubaldi, potrebbe sicuramente dare un nuovo impulso al fermento culturale locale e non, e, di conseguenza, incentivare il turismo e creare nuove opportunità di lavoro.
- Il “Centro Antico tra sicurezza e viabilità". Il salotto di Parma, fulcro del commercio storico della città ducale, da tempo manifesta segnali di degrado, sempre più evidenti, che vanno dall’arredo urbano, alla viabilità, alla sicurezza. Elementi che contribuiscono ad allontanare le persone e gli esercizi pubblici dal Centro stesso per lasciare spazio ad una mancanza di calpestio che rendono questa zona della città terreno fertile per il malaffare.
- Il "Ponte a Nord". Un’opera ancora incompiuta. Solo la sua funzione di collegamento tra due sponde è stata avviata, anche se non completamente sfruttata; molto ancora c’è da fare per valorizzare questa struttura e, soprattutto da pensare, affinché possa emergere quella funzione commerciale e aggregativa caldeggiata in fase di progettazione.
Questo primo ciclo di incontri, in programmazione dal primo di febbraio e sino alla metà di Marzo, oltre al loro valore intrinseco, saranno anche prezioso spunto per la pianificazione di nuove tavole rotonde, sia in approfondimento di temi già trattati che di stimolo specifico.
Civiltà Pamigiana
Il coordinatore
Cecilia Zanacca
Sorprende la limitata attenzione posta, da parte delle testate nazionali, all’alluvione modenese. Il comune sentimento di rabbia trova sfogo in internet.
di Lamberto Colla ---
Parma, 26 gennaio 2014 -
Qualcuno si è spinto a sostenere che i danni di quest’ultima alluvione saranno quantificabili in misura addirittura superiore a quelli registrati per il terremoto del 2012.
Forse si o forse no fatto sta che, quanto successo nella bassa modenese, ha dell’incredibile.
75 chilometri quadrati di territorio allagati con altezze d’acqua che hanno raggiunto 2,5 metri. Circa 2000 imprese in ammollo e l’agricoltura sommersa per circa il 40% della superficie dei comuni colpiti (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero e parte di Modena). La stima di Codiretti è di 600 aziende agricole sommerse, per una superficie di 10.000 su 24.000 ettari coltivati.
Diverse aziende, sepolte dalle macerie del terremoto del maggio 2012, si erano delocalizzate proprio in questi comuni oggi sommersi dalle acque Secchia. Un’apocalisse comunicata seguita solo distrattamente dall’informazione nazionale. Una catasfrofe segnalata declassata a notizia di riempitivo.
Questo almeno sino all’arrivo di 100% Brumotti e la squadra di Striscia la Notizia. Solo allora l’opinione pubblica ha cominciato a percepire la reale portata del dramma che stavano vivendo i modenesi.
E per fortuna che c’è il web. I social media, i blog e l’editoria digitale hanno dato dimostrazione di poter surrogare, almeno nelle emergenze, l’informazione convenzionale, quella dei grandi editori per intenderci.
A fronte di questo comportamento viene spontaneo domandarsi cosa debba accadere per ottenere l’onore di salire sul podio dell’informazione nazionale.
Vero che c’è stato un “solo” decesso, vero che nessuna “reginetta del gossip” è stata coinvolta nella disgrazia ma, sarebbe bastato un giretto in internet, per accorgersi della gravità e avviare almeno la consueta campagna di informazione di servizio e proponendo una raccolta fondi per sopperire alle prime emergenze.
Un disastro di proporzioni enormi in una zona quasi sovrapponibile al sisma del 2012 non è sufficiente a fare notizia. “Allerta meteo”, “riprende a piovere in Emilia” sono stati i più incisivi titoli delle testate nazionali. Soltanto verso metà settimana, quando forse si riteneva l’emergenza ormai passata, alcune testate si sono spinte nell’individuazione delle responsabilità: le “nutrie”.
Sicuramente ci sarà stato anche il loro zampino ma il dissesto idrogeologico era noto da molto e già nel 2007 TempoNews titolava “Finiremo tutti sott’acqua” raccogliendo il grido d’allarme degli agricoltori.
Niente, quasi nulla da allora si è fatto, e oggi sarebbe colpa delle nutrie.
In pochi giorni i social media si sono arricchiti di gruppi e comunità, trasformandosi in veri propri collettori e distributori di informazioni. Immagini e video immediatamente viralizzati e condivisi da centinaia e poi migliaia di utenti in Italia e all’Estero. Oltre 16.000 gli internauti che si sono collegati, in poche ore (oggi contano circa 17.300 utenti), al profilo “Alluvionati e Incazzati”. Una community costituita per “non essere dimenticati”. Ben coordinati e accomunati dalla rabbia il “gruppo” è riuscito nell’intento di ottenere quella visibilità che l’evento merita riuscendo a coinvolgere “Striscia la Notizia”, la prima testata nazionale che ha raccolto il segnale di S.O.S. partito dal web.
Emblematica dello stato d’animo diffuso in quel lembo di terra emiliana è la lettera di denuncia, a firma di Giulio Gazzotti, trasmessa per conoscenza anche alla nostra redazione ma indirizzata a una importante testata giornalistica nazionale.
Giudicate voi.
- Stralcio della lettera -
omissis...“Non è presente UNA singola parola riguardo la tragedia che ha colpito migliaia di persone e causato danni per milioni di euro.
Una tragedia che ha colpito popolazioni e territorio già martoriati dagli eventi sismici nel maggio 2012.
Mi preme iniziare ricordandovi, qualora non lo sapeste, che la zona colpita è quella di Modena. Stiamo parlando di un'area tra le più produttive e ricche di questo paese, un tessuto imprenditoriale vasto ed eterogeneo che produce ricchezza, una zona che lavora e che sta aiutando il paese ad affrontare una crisi economica senza precedenti dai tempi del dopoguerra.
Parliamo di una terra di eccellenze. Non credo ci sia bisogno di parlare di quello che viene prodotto qui a Modena, in quelle terre che avete dimenticato, dalle persone di cui non parlate.
Non voglio spendere altre parole per "esaltare" la mia terra, perché non credo ce ne sia bisogno e sopratutto perché non credo sia questo il punto su cui concentrarsi. Non è la ricchezza di una zona che deve determinarne il seguito dei media quando avvengono tali disastri.
Quello che dovevate comunicare (uso l'imperfetto perché ormai avete fallito e ci avete profondamente deluso), è la sofferenza di migliaia di persone che hanno perso tutto, o quasi. Dovevate parlare di aziende che sono ormai solo lo scheletro di quello che erano prima di questa alluvione.
Di imprenditori e lavoratori che stavano ricostruendo quello che il sisma gli aveva tolto. Di persone che stavano facendo ripartire la loro attività, che si sono trovare schiacciate da un altro disastro. Ancora.
Voi, oggi, non avete dedicato una parola a queste persone, NON UNA SINGOLA PAROLA.
Il dolore, la sofferenza, la disperazione di migliaia di persone non vi sono sembrate sufficienti per dedicare una singola frase sul vostro giornale all'accaduto.
A poche ore dal disastro stesso, avete deciso che la notizia non era più di attualità.
Non avete neanche avuto cura di facilitare la diffusione di informazioni per i soccorsi e gli aiuti volontari.
Le informazioni utili come i numeri di telefono, i conti bancari sui quali fare donazioni, i recapiti dei gruppi volontari, ecc sono stati diffusi sui social network e fortunatamente centinaia di persone si stanno mobilitando per aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Nulla di questo è stato facilitato dal vostro operato, anzi. Il vostro silenzio ha fatto si che parte di questo paese non sia neanche a conoscenza di quello che sta succedendo qui.
Anche nelle regioni vicine la percezione di quello che è accaduto e sta accadendo qui, oggi, è, nella maggioranza dei casi, sottodimensionato.
Come sottodimensionato è lo spazio che avete lasciato sulle vostre pagine a questa calamità.
Per questi motivi mi preme comunicarvi che il disastro, qui, sul territorio, è assolutamente attuale, e sono tanti i vostri lettori che sono rimasti basiti difronte alla sufficienza con cui avete informato gli italiani di quello che stava succedendo qui nelle giornate passate.
Come se il vostro operato dei giorni scorsi non bastasse, la vostra homepage di oggi (23/1 ndr) è stato davvero uno schiaffo per tutti:
per noi cittadini che abbiamo conoscenti e amici in difficoltà; per i volontari, che stanno lavorando senza sosta da giorni; per le autorità locali che stanno gestendo la macchina dei soccorsi; ma sopratutto per le persone che in questa tragedia hanno perso qualcosa.
Si tratti di un'auto, di una casa o di una vita, (quella che hanno dedicato alla propria attività imprenditoriale) poco cambia, li avete dimenticati. Tutti.
Chi dovrebbe dare loro voce se non voi?
La stampa è il quarto potere e voi siete una delle principali testate nazionali. Avete collaborazioni con testate estere e avete l'obbligo di informare le persone di ciò che accade.
E' un periodo in cui si parla di "sfiducia nella politica".
Sappiate che qui, oggi, nel disastro siete più colpevoli dei politici.
Almeno loro, alcuni di loro, si stanno battendo in prima persona per portare risorse e aiuti.
Voi no. Voi ve ne siete già lavati le mani.
L'indifferenza verso la sofferenza e l'emergenza altrui è gravissima, tanto più quando viene da una testata come la vostra. Avevate l'occasione di aiutarci con poche righe sul vostro sito, ma l'avete persa.
Per citare la famosa quanto inflazionata frase di Andreotti: "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", mi sorge anche il sospetto che qualora qualcosa fosse andato storto nella gestione dell'emergenza, se per disgrazia ci fossero state vittime, o scandali sui quali affondare il colpo, non avreste perso l'occasione. Avreste fatto il "titolone".
La macchina dell'informazione sarebbe giunta sul territorio con plotoni di giornalisti a chiedere notizie, documenti, materiale su cui lavorare e scrivere, dedicandoci la prima pagina.”...omissis.
Ho omesso deliberatamente l’identificazione della testata alla quale la lettera si rivolge per non valorizzare e favorire le altre testate complici anch’esse di mancata informazione e solidarietà verso questi concittadini.
Vorrei invece che le parole di questo lettore corressero a colpire gli animi non solo dei grandi editori, ma anche degli amministratori nazionali e locali perché si spoglino delle loro divise e assumano i panni, almeno in queste circostanze, di amministratori pubblici, e di detentori di quel potere che potrebbero, ogni tanto, mettere a disposizione della collettività.
I modenesi non piangono ma nemmeno dimenticheranno chi li ha aiutati e chi li ha snobbati.
Con “Così fan tutti” in Francia tentano di liquidare il caso Hollande-Julie Guyet, Valerie Trierweiler (detta Rottweiler) e Segolene Royal ex (moglie e politica) come una questione privata e non politica. Il Presidente, “cornificatore seriale”, si indigna e la stampa lo asseconda e protegge arrivando persino a sostenere che “Non è il Bunga Bunga”. Hanno ragione, è forse peggio!
di Lamberto Colla ---
Parma, 19 gennaio 2014 -
Francois Hollande si presenta e vince le elezioni sostenendo che la sua sarebbe stata una “presidenza esemplare” con riferimento al suo predecessore e al cambio di premiere dame in corso d’opera con l’italiana Carla Bruni. Già qualcosa strideva all’epoca. Infatti la donna che lo accompagnava durante le sue visite ufficiali altro non era che l’amante del presidente quando ancora era unito in matrimonio con la Segolene Royal anch’ella politico di razza. Ed ora Sarkozy se la ride di brutto e, immagino, anche lo stesso Berlusconi tanto vituperato dalla stampa estera per le sue “festine private” organizzate, peraltro, in casa sua e non nell’appartamento di un criminale.
- Chi la fa l’aspetti -
Nel colpaccio di “Closer” non è escluso che ci possa essere lo zampino della Famiglia Berlusconi posto che l’editore è Mondadori al cui vertice siede Marina, la “Lady di ferro” della famiglia, mentre a capo del Magazine francese, invece, è lo stesso Amministratore Delegato del gruppo editoriale milanese, Ernesto Mauri. E’ lo stesso Mauri, in una intervista al Corriere della Sera e riportato da Panorama.it a dispiacersi per il malore dell’attuale compagna presidenziale ma lasciando intendere che 7 anni prima era stata lei stessa la causa della rottura della precedente relazione di Hollande.
Era il 2007, infatti, quando Closer portò alla ribalta la relazione segreta tra Hollande e la Trierweiler immortalati in “vacanza” in Marocco. Insomma chi la fa l’aspetti.
Hollande, val la pena ricordare, è a capo di una grande potenza nucleare. Una responsabilità che nessun primo ministro italiano mai avrà. La sicurezza di una Potenza nucleare e dei suoi alleati passa anche attraverso la sicurezza del presidente stesso. Per tale ragione, al di là delle questioni etiche che per molti possono essere superabili, Hollande mai e poi mai avrebbe dovuto eludere le sorveglianze e, “mimetizzato” dal solo casco, scorrazzare in scooter per raggiungere il luogo segreto che, sfortuna ha voluto, fosse riferibile a un pregiudicato legato alla mafia corsa. Non è cosa di poco conto e nemmeno di esclusiva e privatistica faccenda, come molta stampa francese vorrebbe far credere; anzi di natura assolutamente pubblica e di una gravità inaudita. Altro che Bunga Bunga. E invece, il vicedirettore di LePoint, Sébastien Le Fol, intervistato da Lettera43.it minimizza sostenendo che “all’Eliseo è sempre stato così”, ospitando inquilini avvezzi a relazioni segrete e a coltivare amanti, a partire da quella Madame Pompadour che fu l’amante di Luigi XV per arrivare quindi a Sarkozy passando da Mitterand il quale, dalla relazione extraconiugale, ebbe anche una figlia.
Spiare e intruffolarsi nelle abitazioni private, in continente o in Sardegna, è un obbligo anzi un dovere della stampa se nel mirino vi è un Primo Ministro italiano, mentre è violazione della “privacy” se nel mezzo dell’obiettivo e in luogo pubblico, ci casca il Presidente di una Repubblica “democratica” come quella francese.
Viene spontaneo domandarsi come avrebbero titolato certi giornali nazionali e esteri se Berlusconi fosse stato “ospite” di una dimora di proprietà mafiosa: come minimo che lui stesso fosse il gran capo dell’organizzazione criminale e, a seguito di queste rivelazioni, qualche zelante magistrato avrebbe aperto un fascicolo ad hoc e consumato qualche centinaia di migliaia di euro in intercettazioni e in procedimenti giudiziari.
In Francia invece tutto tace. Nessuno, apparentemente, sapeva nulla compresi, molto probabilmente, i servizi di sicurezza i quali altrimenti avrebbero dovuto, quantomeno, avvertire il Presidente dell’inopportunità di accedere a quei locali così a rischio. Già perché se, ci pensiamo bene, se fosse accertata la proprietà mafiosa dell’appartamento, la criminalità organizzata avrebbe potuto sfruttare la situazione per riempire il “nido d’amore” di cimici e telecamere per intercettare informazioni riservatissime e potenzialmente sensibili per la sicurezza dello Stato.
Forse la fantasia sta correndo troppo velocemente. La passione per i romanzi “gialli” e gli intrighi di corte sta prendendo il sopravvento sulla oggettività e banalità di una comune relazione clandestina consumata nell’appartamento di un probabile mafioso.
Per la prossima volta, Signor Presidente, per eludere la sorveglianza dei fotografi di Closer, consigliamo di indossare l’utilissimo casco che riproduce i tratti di Berlusconi.
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