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Mercoledì, 04 Settembre 2013 15:52

Aumentate le rapine in banca del 33%

Bologna, 4 settembre 2013 -

Secondo i dati semestrali elaborati dall'Osservatorio regionale dei bancari della Cisl, nei primi sei mesi del 2013 sono stati commessi 77 furti a sportelli bancari presenti sul territorio regionale, corrispondenti ad un +33% rispetto allo stesso periodo del 2012 -
La maglia nera spetta a Rimini, dove le rapine sono quadruplicate rispetto ai primi sei mesi del 2012 con un + 200%, seguono al secondo posto Reggio Emilia e Piacenza con un +125%, e poi Modena, Parma e Ravenna con un +50%, Forlì-Cesena con un +33,3%.

L'aumento di furti a sportelli bancari registrato ultimamente in Emilia-Romagna è oggetto di un'interrogazione di Andrea Pollastri (Pdl) alla Giunta regionale. "Piacenza – segnala in particolare Pollastri - negli ultimi mesi è stata teatro di efferati fatti di sangue ed episodi violenti senza precedenti rispetto alla tradizionale tranquillità della zona, molti dei quali hanno come movente questioni economiche".
Di qui l'interrogazione alla Giunta regionale per sapere quanti siano stati gli eventi criminosi nel piacentino nell'ultimo anno e, in generale, in Emilia-Romagna. Pollastri vuole anche sapere se si segnali un aumento rispetto al passato; quali siano le fondamentali cause e se la Regione, in accordo con le prefetture, gli enti locali, le Forze dell'ordine, "intenda dar vita ad un protocollo per la sicurezza utile ad individuare le principali criticità, predisporne possibili soluzioni e stabilire le risorse necessarie". E ancora, chiede Pollastri, se si intenda coordinare i servizi sicurezza e servizi sociali per prevenire i possibili fattori scatenanti.
Infine, l'esponente del Pdl domanda se sia stata considerata la possibilità di inserire nei prossimi bandi per la sicurezza misure ad hoc per prevenire le rapine in banca, da condividere con le associazioni sindacali. Tra queste, ad esempio - suggerisce – quella di garantire la presenza di guardie giurate davanti agli sportelli più a rischio, o l'adozione della ronda plurisportello anche tra banche diverse oppure, infine, la formazione del personale affinché eviti comportamenti rischiosi per l'incolumità pubblica.

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Mercoledì, 04 Settembre 2013 10:30

Scuola: 7 milioni di euro dal Decreto del Fare


Bologna, 4 settembre 2013 -

Edilizia scolastica. Risorse straordinarie per la messa in sicurezza, la ristrutturazione e la manutenzione delle scuole: la Regione ha approvato la delibera che assegna alle Province le rispettive quote per interventi immediatamente cantierabili. A disposizione per l'Emilia-Romagna 7 milioni di euro provenienti dal Decreto del Fare -

La Giunta regionale ha approvato la delibera che assegna alle Province le rispettive quote per progetti immediatamente cantierabili nelle scuole, in particolare per quelle in cui è stata censita la presenza di amianto. I 7 milioni a disposizione sono stati assegnati alla Regione Emilia-Romagna dal Decreto Legge 69/2013 (cd Decreto del Fare), che complessivamente ha destinato 150 milioni di euro alle Regioni.
"Con la delibera approvata oggi – ha spiegato l'assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi - la Regione ha attribuito alle Province la competenza a stilare gli elenchi degli interventi necessari, graduati in ordine di priorità nell'ambito delle Conferenze Provinciali di Coordinamento e tenuto conto delle diverse specificità territoriali".
Le tipologie di intervento dovranno comunque rientrare nell'ambito delle tipologie di intervento individuate dal D.L. 69/2013.
Il riparto alle Province è stato determinato in base al numero complessivo degli alunni iscritti e del numero di edifici scolastici presenti in ciascuna Provincia:


PROVINCIA Quota di finanziamento


BOLOGNA 1.473.500,00
FERRARA 548.100,00
FORLI' 700.000,00
MODENA 1.166.900,00
PARMA 696.500,00
PIACENZA 520.100,00
RAVENNA 551.600,00
REGGIO EMILIA 854.700,00
RIMINI 488.600,00
TOTALE RER 7.000.000,00 /BM

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 3 settembre 2013 -

Per accedere alla stipula dei contratti con la Regione Emilia-Romagna, le strutture sanitarie "devono essere accreditate" presso il Ssn e possedere, quindi, specifici requisiti stabiliti dalla normativa nazionale e regionale. Con riferimento alla cardiochirurgia, in particolare, i requisiti prescritti dalla Regione sarebbero principalmente "stabiliti in funzione del volume di attività che le singole strutture devono generare", in misura mai "inferiore a 300 interventi all'anno", "a garanzia della piena sicurezza del paziente".


Prende spunto da questi presupposti un'interrogazione alla Giunta regionale presentata dal consigliere Alberto Vecchi (Pdl), in cui si segnala che, sempre sul piano normativo, le strutture che "accedono all'accreditamento nel settore della cardiochirurgia devono sottoscrivere con la Regione un contratto che attribuisce loro un budget di fatturato annuo per l'erogazione delle prestazioni assistenziali acquistate dall'ente regionale". 
In caso si rilevi, successivamente alla chiusura dell'esercizio, - scrive Vecchi - che una delle strutture accreditate, attualmente quattro, "non ha raggiunto il budget assegnato e una, o più, tra le altre ha superato il proprio, è possibile procedere a una compensazione tra gli esuberi e le porzioni di budget non consumate".


Queste le premesse, da cui parte il consigliere per descrivere la situazione, posta al centro dell'interrogazione.
Le quattro strutture accreditate, spiega Vecchi, sono "l'Hesperia Hospital di Modena del gruppo Garofalo", e altre tre che "ora appartengono al gruppo Sansavini". Due di queste, - a parere del consigliere - "Villa Torri Hospital e Salus Hospital, non raggiungono da diversi anni il numero minimo di 300 interventi all'anno, come si desume dai dati annuali forniti dalla Regione, certificati dal comitato tecnico-scientifico per l'area dell'assistenza cardiochirurgica".


"Nonostante ciò, la Regione - sottolinea l'esponente del Pdl - ha consentito loro di accedere e confermare i requisiti all'accreditamento, creando una situazione preoccupante per la sicurezza dei pazienti assistiti", segnalata anche dallo stesso comitato tecnico-scientifico regionale per l'area dell'assistenza cardiologica e cardiochirurgica, che avrebbe evidenziato "la situazione di pericolo venutasi a creare a Villa Torri Hospital e a Salus Hospital relativamente a un indice di mortalità elevatissimo e di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi parametro standard, mentre la quarta struttura accreditata, l'Hesperia Hospital di Modena è stata classificata dall'Istituto superiore di Sanità prima cardiologia italiana".
"A questo aspetto di gravissima entità, - ribadisce ancora Vecchi - se ne aggiunge un altro altrettanto grave che potrebbe configurare un uso indebito dei fondi pubblici".


Nonostante le due strutture in questione non abbiano raggiunto "i 100-200 interventi all'anno, - stigmatizza il consigliere - consumando, più o meno, Villa Torri Hospital tra i 2 e i 3 milioni di euro di budget e Salus Hospital tra i 3 e i 4 milioni di euro", la Regione avrebbe "costantemente e consapevolmente comprato dalle stesse circa il doppio delle prestazioni che riuscivano ad erogare, attribuendo un budget doppio rispetto alla loro produzione annuale", in tal modo il "sistema" avrebbe "consentito la formazione, in capo alle strutture, di una parte di budget non consumata" che, "di fatto", sarebbe "poi stata trasferita alla terza struttura del medesimo gruppo, il Maria Cecilia Hospital, che ha potuto così usufruire, negli anni, di un budget incrementale di circa 7-10 milioni di euro all'anno".
L' Hesperia Hospital - prosegue Vecchi – avrebbe "portato all'attenzione della Regione questa situazione", che risulterebbe anche "dai monitoraggi dell'Aiop" "pubblicati sul sito della Regione", ma sembra che i vertici regionali abbiano "rifiutato di incontrare la proprietà dell'Hesperia Hospital, procedendo a oltranza alla sottoscrizione del contratto per gli anni 2013-2015 con l'Aiop e le tre strutture del gruppo Sansavini, senza considerare che da anni, due delle tre strutture non raggiungevano i parametri richiesti per l'accreditamento".
La Regione avrebbe anche comunicato all'Hesperia Hospital, secondo quanto si legge nel testo, che sarebbe stata privata del budget di pertinenza, "qualora non avesse sottoscritto il contratto 2013-2015, già sottoscritto dalla Regione stessa, dall'associazione di categoria e dalle tre strutture sanitarie del gruppo Sansavini".
Vecchi ricorda infine che, fino all'11 giugno 2013, l' Hesperia Hospital avrebbe chiesto invano ai vertici regionali un incontro e che, da notizie stampa, la proprietà sarebbe stata di conseguenza costretta "a denunciare i rappresentanti istituzionali regionali, provvedendo contemporaneamente, con riserva, alla sottoscrizione del contratto, per mettere in sicurezza la struttura in cui lavorano oltre 400 persone".


LE DOMANDE


Il consigliere rivolge quindi una lunga serie di quesiti alla Giunta regionale, chiedendo, in primo luogo, per quali motivi abbia consentito il mancato rispetto degli obblighi contrattuali e dei volumi di attività da parte delle due strutture di cardiochirurgia Villa Torri Hospital e Salus Hospital, se corrisponda al vero che le stesse strutture non hanno raggiunto, in questi anni, il numero minimo d'interventi per ottenere l'accreditamento e come sia possibile che la Regione non ne fosse al corrente, visto che i numeri erano noti.
Vecchi vuole quindi sapere per quale motivo la Regione, a fronte di "questa violazione grave e continuativa", non abbia revocato l'accreditamento e domanda quali siano le ragioni per cui le stesse due strutture "spesso non siano riuscite a produrre il limite individuale attribuito loro dalla Regione" e perché le "porzioni di budget non consumate siano state trasferite" alla terza struttura del gruppo.


Il consigliere interroga quindi la Giunta per conoscere se sia al corrente di una "nota contenuta nelle delibere regionali riferita al budget destinato annualmente alla cardiochirurgia, di circa 60 milioni nel triennio, in cui si prevede espressamente che se alcune delle strutture accreditate non raggiungono il budget assegnato nell'anno, c'è la possibilità di riassegnare il residuo a altre strutture accreditate che, nel corso dell'anno, abbiano superato il budget loro assegnato". A questo proposito, Vecchi ribadisce che "mentre l'Hesperia Hospital, non potendo sapere se sarebbe rimasto budget residuo da altre strutture, non ha mai superato le risorse assegnate, temendo di non essere poi rimborsata", la terza struttura dell'altro gruppo avrebbe invece "regolarmente usufruito dell'extra budget, utilizzando i fondi non spesi" da altre due strutture.


L'esponente del Pdl chiede poi i motivi per cui "la Regione avrebbe sostanzialmente obbligato il Gruppo Hesperia Hospital a firmare il contratto 2013-2015, pena la privazione del budget di sua pertinenza", e perché nello stesso contratto abbia "preteso d'inserire la dicitura 'le parti prendono atto che i contenuti dei precedenti accordi di alta specialità sono stati sostanzialmente rispettati e che la produzione di prestazioni, per quantità e tipologia, rispecchia gli indirizzi definiti',quando sembrerebbe evidente il contrario".
Vecchi vuole infine sapere a chi ascrivere eventuali responsabilità su questa vicenda e quali iniziative si ritenga opportuno intraprendere per tutelare chi deve sottoporsi ad interventi di alta cardiochirurgia sul territorio regionale, per avere garantita l'alta professionalità che si può ottenere solo in strutture, in cui, come prevede la legge, si effettuino più di 300 interventi annui. (AC)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 3 settembre 2013 -

Nella provincia di Modena si sono manifestati fenomeni di contagio di focolai della cosiddetta "febbre del Nilo" (West Nile), già evidenziati con la presentazione di un atto ispettivo datato 5 agosto, con il quale Andrea Leoni – Popolo della libertà – chiedeva alla Giunta quali iniziative avesse attivato per evitare il proliferare di queste situazioni. Ora, il consigliere sottolinea come si siano verificati altri 12 casi a Modena e 3 nella provincia di Reggio Emilia, e interroga la Giunta per sapere quale sia lo stato delle iniziative messe in campo per contrastare questo fenomeno, ed evitare il propagarsi dell'infezione a danno dei cittadini più deboli, innanzitutto gli anziani. Secondo Leoni, sarebbe necessario aprire un tavolo interistituzionale "per attivare tutte le strategie e gli interventi necessari affinché si proceda con azioni mirate a bonificare il territorio a rischio di contagio proteggendo nel contempo la salute dei cittadini a rischio".
Nell'interrogazione si sostiene che il piano di disinfestazione contro le zanzare predisposto da diversi Comuni della provincia di Modena appare per lo meno tardivo e non in linea con le necessità, che già dall'inizio di agosto avrebbero dovuto consigliare interventi utili a scongiurare la proliferazione di zanzare.
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 3 settembre 2013 -

Un secondo caso sospetto in fase di accertamento. Confermati ad oggi quattro focolai in Emilia-Romagna. La Regione, in accordo col ministero della Salute, ha adottato tutte le procedure necessarie a porre sotto controllo l'infezione. La trasmissione da persona a persona è eccezionale. L'assessore Lusenti: "Gestita al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati" -


E' risultata positiva al virus dell'influenza aviaria H7N7 una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti a un allevamento di Mordano, in Emilia-Romagna. Si tratta di un operaio, impiegato con mansione di raccoglitore di uova e pollina. C'è un secondo caso sospetto, in fase di accertamento: è un operaio che lavora sempre nello stesso allevamento.
La Regione Emilia Romagna, in accordo col ministero della Salute, in seguito all'identificazione dei focolai animali, ha adottato immediatamente tutte le procedure necessarie per porre sotto controllo l'infezione. Complessivamente il personale esposto per motivi professionali al rischio di contrarre il virus – e sottoposto a controllo – è di circa 110 unità, tra dipendenti degli allevamenti e operatori attivati per le operazioni di abbattimento. Di questi, 61 lavoratori, tra Ferrara e Mordano, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria attiva (cioè a monitoraggio e controllo quotidiano), in quanto esposti prima dell'individuazione del focolaio.
"Come ci è stato riconosciuto anche dalla Comunità europea, e alla luce della situazione attuale – sottolinea l'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti – , possiamo dire di aver gestito al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati".
Il virus H7N7 non si trasmette facilmente all'uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l'animale malato o morto. A differenza di altri virus aviari (per esempio l'H7N9 o l'H5N1), l'H7N7 tende a dare nell'uomo una patologia di lieve entità (come la congiuntivite), come è già stato osservato in un'epidemia verificatasi anni fa in Olanda, dove il 7-8% del personale a stretto contatto con gli animali ha sviluppato una congiuntivite, e circa il 2% una sindrome influenzale. Fatta eccezione per la congiuntivite, la trasmissione da persona a persona è eccezionale, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante.
Su indicazione dei Dipartimenti di Sanità Pubblica (DSP) delle due aree interessate, coordinati dal Servizio Sanità pubblica regionale, è stata disposta la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti con indicazione di visita giornaliera da parte del medico competente di tutti i lavoratori per un periodo di 10 giorni dall'ultima esposizione (massimo del periodo di incubazione).
Icontrolli negli allevamenti proseguono senza sosta e allo stato attuale non è emersa nessun altra positività. A oggi si confermano quattro focolai, di cui l'ultimo individuato è quello di Mordano. Le operazioni di abbattimento dei volatili, già terminate in due allevamenti (Ostellato e Portomaggiore), verranno completate e concluse nella serata di mercoledì 4 settembre. / CV

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 2 settembre 2013 -

Una selezione pubblica per la scelta del nuovo direttore generale dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. L'attuale direttore, Luigi Benedetti, nelle prossime settimane lascerà infatti l'incarico per andare a ricoprire un altro importante ruolo dirigenziale nella sua città, Modena.
L'Assemblea ha dunque pubblicato un avviso per la manifestazione di interesse a ricoprire la posizione di direttore generale: le candidature, con allegato curriculum vitae, potranno essere spedite entro il prossimo 22 settembre esclusivamente via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Successivamente, potranno esserci colloqui di approfondimento, considerato che la data di assunzione indicativa è il 1^ novembre 2013 (fatte salve eventuali variazioni concordate sulla base delle necessità del candidato).
La sede di lavoro è Bologna, il contratto sarà triennale a tempo determinato (con periodo di prova di 6 mesi), rinnovabile, con qualifica dirigenziale. È richiesto il possesso del diploma di laurea e requisito indispensabile per concorrere è l'aver svolto attività certificabile in qualità di dirigente nel settore pubblico o privato, con contenuti attinenti alla posizione da ricoprire, ovvero in attività professionali di particolare qualificazione.
Il prescelto guiderà la Direzione generale dell'Assemblea legislativa, cioè la struttura che opera a supporto tecnico delle funzioni e delle attività svolte dall'Ente: approvazione delle leggi riguardanti le materie e i temi riservati alla competenza regionale, determinazione degli indirizzi di programmazione generale, approvazione dei piani della Regione, controllo sull'attività della Giunta e sull'attuazione delle leggi, valutazione degli effetti delle politiche regionali. Nell'esercizio delle proprie funzioni, l'Assemblea legislativa gode di autonomia funzionale, organizzativa, finanziaria e contabile.
Il direttore generale ha la responsabilità amministrativa delle attività svolte, della gestione del budget e del personale assegnato e suo compito primario è quello di coordinare e integrare tutte le attività dell'Assemblea; a lui fa capo la gestione del processo di pianificazione, programmazione e controllo. Inoltre, partecipa ai lavori degli organi associativi delle Assemblee legislative a livello nazionale, così come ai tavoli tecnici, sempre in sede nazionale.
L'avviso completo per la manifestazione di interesse al link: http://www.assemblea.emr.it/selezione-dirgen

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Bologna, 2 settembre 2013 -

AMBIENTE. INTERROGAZIONE CAVALLI (LEGA) SULLE CRITICITÀ EMERSE NELLA GESTIONE DEL PARCO FLUVIALE DEL TREBBIA -

La legge regionale 19/2009 ha istituto il Parco regionale fluviale del Trebbia; la L.r. 24/2011 ha poi riorganizzato il sistema regionale dei parchi, delle aree protette e dei siti della Rete Natura 2000, ponendo il parco del trebbia sotto la competenza dell'Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Occidentale.
Stefano Cavalli, del gruppo Lega Nord Padania, interroga la Giunta per segnalare come da quando la gestione del Parco è passata sotto il nuovo Ente non sia ancora stata siglata alcuna convenzione con la Provincia che consenta ai guardiapesca e alle guardie ecologiche di effettuare le necessarie attività di controllo e sanzione all'interno dei confini del parco. Il trasferimento di competenze, aggiunge il consigliere, avrebbe inoltre provocato una scarsa o inefficace azione di vigilanza e controllo sulla pesca di frodo, sull'abbandono di rifiuti, l'accensione di fuochi e il transito di automezzi in aree in cui è vietato. Infine, risulta a Cavalli che l'intera macro-area dell'Emilia occidentale possa disporre oggi di solo cinque guardiaparco.
Il consigliere chiede alla Giunta come intenda attivarsi per affrontare e risolvere questi punti critici.
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 2 settembre 2013 -

Il maestro Claudio Abbado senatore a vita, le congratulazioni del presidente Errani che sottolinea il suo impegno per le popolazioni terremotate: "Una magnifica notizia per tutti noi" -

"Una magnifica notizia per tutti noi, il giusto riconoscimento per una personalità che all'Italia e all'Emilia-Romagna ha dato tanto, con generosità". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha commentato la nomina a senatore a vita di Claudio Abbado. "Invio le più fervide congratulazioni al maestro Abbado che recentemente, col suo pronto impegno a favore delle nostre popolazioni colpite dal terremoto, ha dimostrato di avere un grande cuore anche emiliano. Ringraziamo il presidente Napolitano per questa e per le altre eccellenti nomine".
 Alle congratulazioni di Errani si aggiungono quelle dell'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, per cui "la costante attività e presenza del maestro Abbado in regione ha in questi anni avuto un'importanza strategica per la crescita di giovani talenti nel nostro territorio, intorno a un alto pensiero musicale".

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


TERREMOTO. IN PIAZZA A CARPI RACCOLTA FONDI MACELLAI 'BFC' PER REPARTO PEDIATRICO OSPEDALE 'RAMAZZINI'. COSTI: "NOSTRI TERRITORI PIU' SICURI E COMPETITIVI"


Carpi, 01 Settembre 2013 --
C'è davvero tanta carne al fuoco in piazza dei Martiri, oggi a Carpi (Mo), dove 200 macellai provenienti dall'estero e da diverse regioni italiane danno vita al Festival mondiale di 'Butchers for Children', fiera culinaria solidale con assaggi e degustazioni illimitate per il pubblico, il quale, con una offerta minima di 10 euro, contribuisce alla raccolta fondi destinati interamente al reparto pediatrico dell'Ospedale Ramazzini di Carpi, una delle strutture sanitarie più danneggiate dal terremoto del maggio 2012.
Al taglio del nastro della rassegna, aperta dalle 11 alle 17, partecipa anche la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, che sottolinea come "a oltre un anno dal sisma continuiamo a registrare iniziative di incredibile solidarietà, che dimostrano la volontà sì della nostra gente, ma anche delle persone, delle aziende e degli artigiani di tante altre regioni italiane per contribuire alla ricostruzione e alla ripresa dei nostri territori. Oggi è il turno dei macellai di Butchers for Children, che qui a Carpi danno prova della loro perizia e arte culinaria a beneficio del reparto pediatrico dell'Ospedale Ramazzini".
Butchers for children è un gruppo di macellai provenienti da tutta Italia che organizza manifestazioni enogastronomiche a scopo benefico ed è nato da un'idea di Dario Cecchini, il macellaio più famoso d'Italia. Iniziative analoghe vengono realizzate anche all'estero. Immediatamente dopo il sisma, si è creata una catena di solidarietà che ha coinvolto tutti i macellai aderenti al gruppo BfC, i quali si sono resi disponibili ad organizzare iniziative di raccolta fondi in favore delle zone terremotate. Per rispondere a tale esigenza di solidarietà, dal gruppo Butchers for Children è nato il progetto "Insieme per Ricostruire", finalizzato all'organizzazione di eventi di carattere enogastronomico con raccolta fondi in favore delle zone terremotate. Capofila del progetto il macellaio Roberto Papotti, storico membro del gruppo BfC, con bottega a Fossoli di Carpi, frazione particolarmente colpita dal terremoto. Da luglio 2012 sono state organizzate 8 iniziative fra cene comunitarie, pranzi di solidarietà e feste benefiche in Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Ora il nuovo appuntamento organizzato da BfC in piazza dei Martiri a Carpi: 200 macellerie in rappresentanza di diverse regioni italiane ed estere disposte in 60 stand-box.
"L'impegno delle istituzioni, dei cittadini e di tanti volontari nei giorni successivi al sisma- sottolinea la presidente dell'Assemblea-, il lavoro della Regione per la ricostruzione, quello dei sindaci e di tutti gli amministratori locali, la forza di ripartire subito dimostrata dalle imprese, il sacrificio e la tenacia dei lavoratori e delle maestranze, a tutto ciò si aggiunge appunto la solidarietà arrivata da tante regioni italiane, a dimostrazione che questo nostro Paese può e deve ripartire, magari prendendo esempio anche da ciò che si è fatto e che si sta facendo in Emilia-Romagna, dove- chiude Costi- la ricostruzione sta diventando l'occasione per crescere innovando, aumentando la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dei nostri territori".
(Regione Emilia Romagna)


MOZIONE BARBATI (IDV): REGIONE PRESIDI DIVIETO COLTIVAZIONE


La Giunta dovrà adottare ogni misura necessaria a presidiare, sull'intero territorio regionale, il "divieto di coltivazione del mais di qualità Mon 810 introdotto dal decreto del ministero della Salute del 12 luglio 2013".
Lo chiede una mozione presentata dalla consigliera Liana Barbati (Idv), in cui si specifica che queste "misure cautelari provvisorie" sono state assunte dal ministero a fronte "dell'inerzia della Commissione europea", a cui lo stesso ministero, unitamente a quello delle Politiche agricole, aveva richiesto "l'adozione di misure urgenti di prevenzione e contenimento dei rischi connessi alla coltivazione" di questo mais geneticamente modificato, che, secondo l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) produrrebbe una "tossina in grado di incidere negativamente sulla salute, sull'ambiente e sull'agrobiodiversità", "rischi tali da giustificare un rafforzamento delle misure di gestione e di sorveglianza" per "ridurre le possibili conseguenze" negative. 
Barbati sollecita quindi la Regione a "proseguire nell'attività di vigilanza e controllo" circa la "diffusione delle colture geneticamente modificate e alla presenza di Ogm nell'alimentazione umana e animale", sul territorio dell'Emilia-Romagna, "al fine di tutelare i consumatori, l'agricoltura, l'ambiente e la biodiversità".
 Nel documento, si invita infine Il Governo ad attivarsi in sede europea, e in particolare nei confronti del Consiglio della UE, perché sia "tempestivamente perfezionata la procedura legislativa ordinaria di approvazione della proposta di regolamento" "che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità degli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio".
 Proposta della Commissione europea - si legge nella mozione - già approvata dal Parlamento di Strasburgo nella seduta del 5 luglio 2011, che, tuttavia, non è stata ancora approvata dal Consiglio dell'Unione, fatto che preclude il perfezionamento del procedimento legislativo e quindi l'approvazione del relativo regolamento.

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