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Bologna, 11 settembre 2013 -

Nonostante il terzo caso di contagio umano in Emilia-Romagna con la conferma arrivata ieri pomeriggio dall'Istituto superiore di sanità relativo a un operatore impegnato nell'abbattimento del bestiame, che aveva registrato i sintomi oculistici propri dell'H7N7, la Regione sottolinea come la situazione sia sotto controllo e si debbano evitare allarmismi: "se non saranno registrati nuovi casi si potrà definire conclusa l' emergenza epidermica".

Comunicato dell' ultima Assemblea Regionale antecedente la conferma del terzo caso

Al momento, in ogni azienda in Emilia-Romagna dove sono stati segnalati focolai di influenza aviaria H7N7, "sono stati compiuti tutti gli abbattimenti necessari, nonché le attività di sanificazione e sterilizzazione"; e "dal 7 settembre sono quindi iniziati i 21 giorni di sorveglianza, dopo i quali, se non saranno registrati nuovi casi, si potrà definire conclusa l'emergenza epidemia".
Lo rende noto l'assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, intervenendo in Aula per una relazione sugli ultimi aggiornamenti relativi alla diffusione dell'aviaria. Rispetto alla precedente informativa, svolta il 3 settembre davanti alle commissioni Politiche per la salute e Politiche economiche dell'Assemblea legislativa, "il 4 settembre è stata confermata una nuova positività che riguarda 98.000 pollastre a Mordano, in un allevamento che aveva già ottenuto l'autorizzazione ministeriale all'abbattimento preventivo, iniziato il 5 settembre e concluso il 7 settembre- spiega Lusenti-, mentre il 5 settembre si registrava una nuova positività a Bondeno, in provincia di Ferrara, presso un privato proprietario di 6 galline, per cui l'abbattimento si è concluso nella stessa giornata". Nell'ultima settimana, prosegue l'assessore, sono stati inoltre abbattuti preventivamente, dopo l'autorizzazione ministeriale, più di 85.000 animali, e entro il 13 settembre sarà concluso un nuovo piano di abbattimenti preventivi.
Per quanto riguarda il contagio di essere umani, "per domani attendiamo una risposta, che sarà sicuramente positiva, dall'Istituto superiore di sanità su un terzo caso, relativo a un operatore impegnato nell'abbattimento, in cui sono stati registrati i sintomi oculistici propri dell'H7N7- informa l'assessore-, anche in questo caso il lavoratore è stato sottoposto ad isolamento domiciliare ed è in sorveglianza attiva fino a guarigione clinica, insieme alla moglie e al figlio 17enne, mentre dopo la individuazione del sesto focolaio a Bondeno le persone esposte, dieci in totale, appartenenti a due nuclei familiari apparentati, sono in sorveglianza giornaliere e ad oggi sono stati esclusi sintomi correlabili all'infezione da influenza aviaria".
Rispetto ai due lavoratori che avevano già manifestato sintomi di influenza aviaria, "il primo è stato dichiarato guarito, anche se continua la sorveglianza sui 4 familiari che stanno bene, mentre il secondo, che vive solo, in data 10 settembre effettuerà una visita di controllo oculistico, già programmata- chiarisce Lusenti-; per i 59 lavoratori esposti nei primi 4 allevamenti, anteriormente alla individuazione dei focolai, si è già conclusa la sorveglianza sanitaria, mentre un lavoratore del quinto focolaio è oggi in sorveglianza attiva da parte degli operatori della sanità pubblica, e per tutti gli altri lavoratori coinvolti, circa 300, impegnati comunque con diverse mansioni nelle operazioni di controllo dei focolai, è prevista una specifica sorveglianza sanitaria". Nel complesso, conclude Lusenti, "in considerazione del numero di lavoratori esposti, si conferma che le segnalazioni pervenute finora rientrano ampiamente in quanto era atteso dalle precedenti esperienze".
Dopo la relazione dell'assessore, l'Assemblea ha approvato all'unanimità una risoluzione, sottoscritta da Pdl (primo firmatario Gianguido Bazzoni), Pd, Lega nord, Idv, Fds, Sel-Verdi, Udc, Mov5stelle e Gruppo Misto, che impegna la Giunta a individuare, alla luce dell'esperienza vissuta in occasione dell'attuale emergenza sanitaria, ulteriori criteri di biosicurezza rispetto a quelli attualmente applicati per la strutturazione e la gestione degli allevamenti avicoli delle filiere produttive regionali e degli impianti di lavorazione da essi utilizzati. Nel documento si invita inoltre la Giunta a prevedere incentivi per sostenere le ristrutturazioni necessarie all'adeguamento degli allevamenti e degli impianti ai nuovi criteri individuati.
Per Mauro Manfredini (Lega nord), "occorre tenere alta l'attenzione su questo importante settore economico, salvaguardando i posti di lavoro e tutto il settore produttivo delle imprese, perché ora c'è un clima di sospetto – sottolinea – che si ripercuote sui consumi e di conseguenza sulle produzioni, a rischio economico". Manfredini ha poi concluso auspicando un ripensamento, con strumenti più efficaci, dei controlli preventivi. Andrea Pollastri (Pdl) si è dichiarato "cautamente rassicurato" dalle parole dell'assessore Lusenti. "Tutela dei lavoratori e delle imprese, sicurezza dei prodotti, come uova e carne, e conclusione dell'abbattimento degli animali - sostiene il consigliere -, sono un fatto positivo". Luca Bartolini (Pdl) ha condiviso le parole e le assicurazioni di Lusenti: "Adesso occorre evitare falsi allarmismi e cattiva informazione – rileva il consigliere-, c'è la necessità di una campagna di comunicazione ed informazione per tranquillizzare i consumatore e per salvaguardare l'intero comparto avicolo". Anche per Gabriella Meo (Sel-Verdi), "occorre evitare allarmismi": la consigliera ha inoltre lamentato "un allentamento, per problemi di costi, della sorveglianza e dei controlli periodici, mentre c'è invece la necessità di maggiore prevenzione e, quindi, di maggiori controlli". Si ad una campagna di informazione anche da Franco Grillini (Misto): il consigliere chiede in particolare di "valorizzare le norme comunitarie del settore, migliorare le condizioni igieniche degli allevamenti ed incentivare la ricerca- conclude-, di sicuro è da evitare il risparmio sui controlli". Tiziano Alessandrini (Pd) ha messo in evidenza l'efficienza, la tempistica e la professionalità dei servizi regionali in questa emergenza: "Ora bisogna occuparsi delle conseguenze economiche sul settore". Infine, Anna Pariani (Pd) ha richiamato l'importanza di "concentrarsi anche sulle ricadute occupazionali di questa emergenza, a livello di tutta la filiera".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Martedì, 10 Settembre 2013 14:54

In Regione sospeso Lavagetto subentra Cinzia Camorali

Bologna, 10 settembre 2013 -


E' la parmense Cinzia Camorali (Pdl) a sostituire il conterraneo Paolo Lavagetto, sospeso dalla carica di consigliere regionale sulla base dell'articolo 8 del decreto legislativo 235 del 2012 -


Ne ha preso atto l'Assemblea legislativa, accogliendo in Aula la neoconsigliera, nata nel 1965, laureata in Medicina e chirurgia, odontoiatra libero professionista, e dal 2010 coordinatrice per l'Emilia-Romagna del Movimento Tea party Italia.
Camorali si è candidata per il Popolo della libertà alle elezioni provinciali di Parma del 2009, alle elezioni regionali in Emilia-Romagna nel 2010 e alle elezioni per il Comune di Parma nel 2012. Pur non eletta, nelle ultime due occasioni è risultata la donna con più preferenze ricevute all'interno del partito, di cui è componente del Comitato provinciale di Parma dal 2012 e del Comitato regionale per le Pari opportunità dal 2010.
All'attività politica, Camorali affianca numerosi impegni nel volontariato e nell'associazionismo, con particolare attenzione alle tematiche di genere: dal 2010 è coordinatrice per l'Emilia-Romagna del movimento "La metà di Tutto", fondato da Chicca Olivetti, i cui obiettivi sono un welfare che faciliti l'accesso nel mondo del lavoro e più incarichi istituzionali per le donne. Fa parte anche dell'associazione di sole donne "Verdissime", nata con l'intento di diffondere la passione per la musica lirica e Giuseppe Verdi, una delle eccellenze della città di Parma.
Alla neoconsigliera, la presidente dell'Assemblea, Palma Costi, a nome di tutta l'Aula, ha espresso gli auguri di buon lavoro.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 5 settembre 2013 -

Andrea Leoni - Popolo della Libertà – rivolge un'interrogazione alla Giunta a proposito dell'annunciato trasferimento della Maserati a Torino, all'interno del cosiddetto "polo del lusso".
Il consigliere esprime rammarico per questa prospettiva, affermando che fra Maserati e la città di Modena si era stabilito un legame assai solido, "in quanto la città della Ghirlandina ha visto nascere, crescere ed affermarsi nel mondo i bolidi col Tridente vanto e orgoglio dell'Italia".
Leoni ritiene che andrebbe attivato un confronto fra Regione, dirigenza Fiat, Provincia e Comune di Modena, al fine di verificare in modo chiaro ed inequivocabile il destino non solo a breve ma a lungo periodo dello stabilimento ex Maserati e degli attuali livelli occupazionali. Intanto, chiede alla Giunta una valutazione sulle scelte dell'azienda e se intenda assumere qualche iniziativa urgente, e denuncia che questa scelta fatta dalla Fiat sarebbe "il segnale di un depauperamento non solo della città di Modena ma della eccellenza che ha da sempre contraddistinto uno dei più grandi prodotti italiani di tutti i tempi".
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Mercoledì, 04 Settembre 2013 15:52

Aumentate le rapine in banca del 33%

Bologna, 4 settembre 2013 -

Secondo i dati semestrali elaborati dall'Osservatorio regionale dei bancari della Cisl, nei primi sei mesi del 2013 sono stati commessi 77 furti a sportelli bancari presenti sul territorio regionale, corrispondenti ad un +33% rispetto allo stesso periodo del 2012 -
La maglia nera spetta a Rimini, dove le rapine sono quadruplicate rispetto ai primi sei mesi del 2012 con un + 200%, seguono al secondo posto Reggio Emilia e Piacenza con un +125%, e poi Modena, Parma e Ravenna con un +50%, Forlì-Cesena con un +33,3%.

L'aumento di furti a sportelli bancari registrato ultimamente in Emilia-Romagna è oggetto di un'interrogazione di Andrea Pollastri (Pdl) alla Giunta regionale. "Piacenza – segnala in particolare Pollastri - negli ultimi mesi è stata teatro di efferati fatti di sangue ed episodi violenti senza precedenti rispetto alla tradizionale tranquillità della zona, molti dei quali hanno come movente questioni economiche".
Di qui l'interrogazione alla Giunta regionale per sapere quanti siano stati gli eventi criminosi nel piacentino nell'ultimo anno e, in generale, in Emilia-Romagna. Pollastri vuole anche sapere se si segnali un aumento rispetto al passato; quali siano le fondamentali cause e se la Regione, in accordo con le prefetture, gli enti locali, le Forze dell'ordine, "intenda dar vita ad un protocollo per la sicurezza utile ad individuare le principali criticità, predisporne possibili soluzioni e stabilire le risorse necessarie". E ancora, chiede Pollastri, se si intenda coordinare i servizi sicurezza e servizi sociali per prevenire i possibili fattori scatenanti.
Infine, l'esponente del Pdl domanda se sia stata considerata la possibilità di inserire nei prossimi bandi per la sicurezza misure ad hoc per prevenire le rapine in banca, da condividere con le associazioni sindacali. Tra queste, ad esempio - suggerisce – quella di garantire la presenza di guardie giurate davanti agli sportelli più a rischio, o l'adozione della ronda plurisportello anche tra banche diverse oppure, infine, la formazione del personale affinché eviti comportamenti rischiosi per l'incolumità pubblica.

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Mercoledì, 04 Settembre 2013 10:30

Scuola: 7 milioni di euro dal Decreto del Fare


Bologna, 4 settembre 2013 -

Edilizia scolastica. Risorse straordinarie per la messa in sicurezza, la ristrutturazione e la manutenzione delle scuole: la Regione ha approvato la delibera che assegna alle Province le rispettive quote per interventi immediatamente cantierabili. A disposizione per l'Emilia-Romagna 7 milioni di euro provenienti dal Decreto del Fare -

La Giunta regionale ha approvato la delibera che assegna alle Province le rispettive quote per progetti immediatamente cantierabili nelle scuole, in particolare per quelle in cui è stata censita la presenza di amianto. I 7 milioni a disposizione sono stati assegnati alla Regione Emilia-Romagna dal Decreto Legge 69/2013 (cd Decreto del Fare), che complessivamente ha destinato 150 milioni di euro alle Regioni.
"Con la delibera approvata oggi – ha spiegato l'assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi - la Regione ha attribuito alle Province la competenza a stilare gli elenchi degli interventi necessari, graduati in ordine di priorità nell'ambito delle Conferenze Provinciali di Coordinamento e tenuto conto delle diverse specificità territoriali".
Le tipologie di intervento dovranno comunque rientrare nell'ambito delle tipologie di intervento individuate dal D.L. 69/2013.
Il riparto alle Province è stato determinato in base al numero complessivo degli alunni iscritti e del numero di edifici scolastici presenti in ciascuna Provincia:


PROVINCIA Quota di finanziamento


BOLOGNA 1.473.500,00
FERRARA 548.100,00
FORLI' 700.000,00
MODENA 1.166.900,00
PARMA 696.500,00
PIACENZA 520.100,00
RAVENNA 551.600,00
REGGIO EMILIA 854.700,00
RIMINI 488.600,00
TOTALE RER 7.000.000,00 /BM

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 3 settembre 2013 -

Per accedere alla stipula dei contratti con la Regione Emilia-Romagna, le strutture sanitarie "devono essere accreditate" presso il Ssn e possedere, quindi, specifici requisiti stabiliti dalla normativa nazionale e regionale. Con riferimento alla cardiochirurgia, in particolare, i requisiti prescritti dalla Regione sarebbero principalmente "stabiliti in funzione del volume di attività che le singole strutture devono generare", in misura mai "inferiore a 300 interventi all'anno", "a garanzia della piena sicurezza del paziente".


Prende spunto da questi presupposti un'interrogazione alla Giunta regionale presentata dal consigliere Alberto Vecchi (Pdl), in cui si segnala che, sempre sul piano normativo, le strutture che "accedono all'accreditamento nel settore della cardiochirurgia devono sottoscrivere con la Regione un contratto che attribuisce loro un budget di fatturato annuo per l'erogazione delle prestazioni assistenziali acquistate dall'ente regionale". 
In caso si rilevi, successivamente alla chiusura dell'esercizio, - scrive Vecchi - che una delle strutture accreditate, attualmente quattro, "non ha raggiunto il budget assegnato e una, o più, tra le altre ha superato il proprio, è possibile procedere a una compensazione tra gli esuberi e le porzioni di budget non consumate".


Queste le premesse, da cui parte il consigliere per descrivere la situazione, posta al centro dell'interrogazione.
Le quattro strutture accreditate, spiega Vecchi, sono "l'Hesperia Hospital di Modena del gruppo Garofalo", e altre tre che "ora appartengono al gruppo Sansavini". Due di queste, - a parere del consigliere - "Villa Torri Hospital e Salus Hospital, non raggiungono da diversi anni il numero minimo di 300 interventi all'anno, come si desume dai dati annuali forniti dalla Regione, certificati dal comitato tecnico-scientifico per l'area dell'assistenza cardiochirurgica".


"Nonostante ciò, la Regione - sottolinea l'esponente del Pdl - ha consentito loro di accedere e confermare i requisiti all'accreditamento, creando una situazione preoccupante per la sicurezza dei pazienti assistiti", segnalata anche dallo stesso comitato tecnico-scientifico regionale per l'area dell'assistenza cardiologica e cardiochirurgica, che avrebbe evidenziato "la situazione di pericolo venutasi a creare a Villa Torri Hospital e a Salus Hospital relativamente a un indice di mortalità elevatissimo e di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi parametro standard, mentre la quarta struttura accreditata, l'Hesperia Hospital di Modena è stata classificata dall'Istituto superiore di Sanità prima cardiologia italiana".
"A questo aspetto di gravissima entità, - ribadisce ancora Vecchi - se ne aggiunge un altro altrettanto grave che potrebbe configurare un uso indebito dei fondi pubblici".


Nonostante le due strutture in questione non abbiano raggiunto "i 100-200 interventi all'anno, - stigmatizza il consigliere - consumando, più o meno, Villa Torri Hospital tra i 2 e i 3 milioni di euro di budget e Salus Hospital tra i 3 e i 4 milioni di euro", la Regione avrebbe "costantemente e consapevolmente comprato dalle stesse circa il doppio delle prestazioni che riuscivano ad erogare, attribuendo un budget doppio rispetto alla loro produzione annuale", in tal modo il "sistema" avrebbe "consentito la formazione, in capo alle strutture, di una parte di budget non consumata" che, "di fatto", sarebbe "poi stata trasferita alla terza struttura del medesimo gruppo, il Maria Cecilia Hospital, che ha potuto così usufruire, negli anni, di un budget incrementale di circa 7-10 milioni di euro all'anno".
L' Hesperia Hospital - prosegue Vecchi – avrebbe "portato all'attenzione della Regione questa situazione", che risulterebbe anche "dai monitoraggi dell'Aiop" "pubblicati sul sito della Regione", ma sembra che i vertici regionali abbiano "rifiutato di incontrare la proprietà dell'Hesperia Hospital, procedendo a oltranza alla sottoscrizione del contratto per gli anni 2013-2015 con l'Aiop e le tre strutture del gruppo Sansavini, senza considerare che da anni, due delle tre strutture non raggiungevano i parametri richiesti per l'accreditamento".
La Regione avrebbe anche comunicato all'Hesperia Hospital, secondo quanto si legge nel testo, che sarebbe stata privata del budget di pertinenza, "qualora non avesse sottoscritto il contratto 2013-2015, già sottoscritto dalla Regione stessa, dall'associazione di categoria e dalle tre strutture sanitarie del gruppo Sansavini".
Vecchi ricorda infine che, fino all'11 giugno 2013, l' Hesperia Hospital avrebbe chiesto invano ai vertici regionali un incontro e che, da notizie stampa, la proprietà sarebbe stata di conseguenza costretta "a denunciare i rappresentanti istituzionali regionali, provvedendo contemporaneamente, con riserva, alla sottoscrizione del contratto, per mettere in sicurezza la struttura in cui lavorano oltre 400 persone".


LE DOMANDE


Il consigliere rivolge quindi una lunga serie di quesiti alla Giunta regionale, chiedendo, in primo luogo, per quali motivi abbia consentito il mancato rispetto degli obblighi contrattuali e dei volumi di attività da parte delle due strutture di cardiochirurgia Villa Torri Hospital e Salus Hospital, se corrisponda al vero che le stesse strutture non hanno raggiunto, in questi anni, il numero minimo d'interventi per ottenere l'accreditamento e come sia possibile che la Regione non ne fosse al corrente, visto che i numeri erano noti.
Vecchi vuole quindi sapere per quale motivo la Regione, a fronte di "questa violazione grave e continuativa", non abbia revocato l'accreditamento e domanda quali siano le ragioni per cui le stesse due strutture "spesso non siano riuscite a produrre il limite individuale attribuito loro dalla Regione" e perché le "porzioni di budget non consumate siano state trasferite" alla terza struttura del gruppo.


Il consigliere interroga quindi la Giunta per conoscere se sia al corrente di una "nota contenuta nelle delibere regionali riferita al budget destinato annualmente alla cardiochirurgia, di circa 60 milioni nel triennio, in cui si prevede espressamente che se alcune delle strutture accreditate non raggiungono il budget assegnato nell'anno, c'è la possibilità di riassegnare il residuo a altre strutture accreditate che, nel corso dell'anno, abbiano superato il budget loro assegnato". A questo proposito, Vecchi ribadisce che "mentre l'Hesperia Hospital, non potendo sapere se sarebbe rimasto budget residuo da altre strutture, non ha mai superato le risorse assegnate, temendo di non essere poi rimborsata", la terza struttura dell'altro gruppo avrebbe invece "regolarmente usufruito dell'extra budget, utilizzando i fondi non spesi" da altre due strutture.


L'esponente del Pdl chiede poi i motivi per cui "la Regione avrebbe sostanzialmente obbligato il Gruppo Hesperia Hospital a firmare il contratto 2013-2015, pena la privazione del budget di sua pertinenza", e perché nello stesso contratto abbia "preteso d'inserire la dicitura 'le parti prendono atto che i contenuti dei precedenti accordi di alta specialità sono stati sostanzialmente rispettati e che la produzione di prestazioni, per quantità e tipologia, rispecchia gli indirizzi definiti',quando sembrerebbe evidente il contrario".
Vecchi vuole infine sapere a chi ascrivere eventuali responsabilità su questa vicenda e quali iniziative si ritenga opportuno intraprendere per tutelare chi deve sottoporsi ad interventi di alta cardiochirurgia sul territorio regionale, per avere garantita l'alta professionalità che si può ottenere solo in strutture, in cui, come prevede la legge, si effettuino più di 300 interventi annui. (AC)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 3 settembre 2013 -

Nella provincia di Modena si sono manifestati fenomeni di contagio di focolai della cosiddetta "febbre del Nilo" (West Nile), già evidenziati con la presentazione di un atto ispettivo datato 5 agosto, con il quale Andrea Leoni – Popolo della libertà – chiedeva alla Giunta quali iniziative avesse attivato per evitare il proliferare di queste situazioni. Ora, il consigliere sottolinea come si siano verificati altri 12 casi a Modena e 3 nella provincia di Reggio Emilia, e interroga la Giunta per sapere quale sia lo stato delle iniziative messe in campo per contrastare questo fenomeno, ed evitare il propagarsi dell'infezione a danno dei cittadini più deboli, innanzitutto gli anziani. Secondo Leoni, sarebbe necessario aprire un tavolo interistituzionale "per attivare tutte le strategie e gli interventi necessari affinché si proceda con azioni mirate a bonificare il territorio a rischio di contagio proteggendo nel contempo la salute dei cittadini a rischio".
Nell'interrogazione si sostiene che il piano di disinfestazione contro le zanzare predisposto da diversi Comuni della provincia di Modena appare per lo meno tardivo e non in linea con le necessità, che già dall'inizio di agosto avrebbero dovuto consigliare interventi utili a scongiurare la proliferazione di zanzare.
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 3 settembre 2013 -

Un secondo caso sospetto in fase di accertamento. Confermati ad oggi quattro focolai in Emilia-Romagna. La Regione, in accordo col ministero della Salute, ha adottato tutte le procedure necessarie a porre sotto controllo l'infezione. La trasmissione da persona a persona è eccezionale. L'assessore Lusenti: "Gestita al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati" -


E' risultata positiva al virus dell'influenza aviaria H7N7 una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti a un allevamento di Mordano, in Emilia-Romagna. Si tratta di un operaio, impiegato con mansione di raccoglitore di uova e pollina. C'è un secondo caso sospetto, in fase di accertamento: è un operaio che lavora sempre nello stesso allevamento.
La Regione Emilia Romagna, in accordo col ministero della Salute, in seguito all'identificazione dei focolai animali, ha adottato immediatamente tutte le procedure necessarie per porre sotto controllo l'infezione. Complessivamente il personale esposto per motivi professionali al rischio di contrarre il virus – e sottoposto a controllo – è di circa 110 unità, tra dipendenti degli allevamenti e operatori attivati per le operazioni di abbattimento. Di questi, 61 lavoratori, tra Ferrara e Mordano, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria attiva (cioè a monitoraggio e controllo quotidiano), in quanto esposti prima dell'individuazione del focolaio.
"Come ci è stato riconosciuto anche dalla Comunità europea, e alla luce della situazione attuale – sottolinea l'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti – , possiamo dire di aver gestito al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati".
Il virus H7N7 non si trasmette facilmente all'uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l'animale malato o morto. A differenza di altri virus aviari (per esempio l'H7N9 o l'H5N1), l'H7N7 tende a dare nell'uomo una patologia di lieve entità (come la congiuntivite), come è già stato osservato in un'epidemia verificatasi anni fa in Olanda, dove il 7-8% del personale a stretto contatto con gli animali ha sviluppato una congiuntivite, e circa il 2% una sindrome influenzale. Fatta eccezione per la congiuntivite, la trasmissione da persona a persona è eccezionale, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante.
Su indicazione dei Dipartimenti di Sanità Pubblica (DSP) delle due aree interessate, coordinati dal Servizio Sanità pubblica regionale, è stata disposta la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti con indicazione di visita giornaliera da parte del medico competente di tutti i lavoratori per un periodo di 10 giorni dall'ultima esposizione (massimo del periodo di incubazione).
Icontrolli negli allevamenti proseguono senza sosta e allo stato attuale non è emersa nessun altra positività. A oggi si confermano quattro focolai, di cui l'ultimo individuato è quello di Mordano. Le operazioni di abbattimento dei volatili, già terminate in due allevamenti (Ostellato e Portomaggiore), verranno completate e concluse nella serata di mercoledì 4 settembre. / CV

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 2 settembre 2013 -

Una selezione pubblica per la scelta del nuovo direttore generale dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. L'attuale direttore, Luigi Benedetti, nelle prossime settimane lascerà infatti l'incarico per andare a ricoprire un altro importante ruolo dirigenziale nella sua città, Modena.
L'Assemblea ha dunque pubblicato un avviso per la manifestazione di interesse a ricoprire la posizione di direttore generale: le candidature, con allegato curriculum vitae, potranno essere spedite entro il prossimo 22 settembre esclusivamente via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Successivamente, potranno esserci colloqui di approfondimento, considerato che la data di assunzione indicativa è il 1^ novembre 2013 (fatte salve eventuali variazioni concordate sulla base delle necessità del candidato).
La sede di lavoro è Bologna, il contratto sarà triennale a tempo determinato (con periodo di prova di 6 mesi), rinnovabile, con qualifica dirigenziale. È richiesto il possesso del diploma di laurea e requisito indispensabile per concorrere è l'aver svolto attività certificabile in qualità di dirigente nel settore pubblico o privato, con contenuti attinenti alla posizione da ricoprire, ovvero in attività professionali di particolare qualificazione.
Il prescelto guiderà la Direzione generale dell'Assemblea legislativa, cioè la struttura che opera a supporto tecnico delle funzioni e delle attività svolte dall'Ente: approvazione delle leggi riguardanti le materie e i temi riservati alla competenza regionale, determinazione degli indirizzi di programmazione generale, approvazione dei piani della Regione, controllo sull'attività della Giunta e sull'attuazione delle leggi, valutazione degli effetti delle politiche regionali. Nell'esercizio delle proprie funzioni, l'Assemblea legislativa gode di autonomia funzionale, organizzativa, finanziaria e contabile.
Il direttore generale ha la responsabilità amministrativa delle attività svolte, della gestione del budget e del personale assegnato e suo compito primario è quello di coordinare e integrare tutte le attività dell'Assemblea; a lui fa capo la gestione del processo di pianificazione, programmazione e controllo. Inoltre, partecipa ai lavori degli organi associativi delle Assemblee legislative a livello nazionale, così come ai tavoli tecnici, sempre in sede nazionale.
L'avviso completo per la manifestazione di interesse al link: http://www.assemblea.emr.it/selezione-dirgen

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Bologna, 2 settembre 2013 -

AMBIENTE. INTERROGAZIONE CAVALLI (LEGA) SULLE CRITICITÀ EMERSE NELLA GESTIONE DEL PARCO FLUVIALE DEL TREBBIA -

La legge regionale 19/2009 ha istituto il Parco regionale fluviale del Trebbia; la L.r. 24/2011 ha poi riorganizzato il sistema regionale dei parchi, delle aree protette e dei siti della Rete Natura 2000, ponendo il parco del trebbia sotto la competenza dell'Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Occidentale.
Stefano Cavalli, del gruppo Lega Nord Padania, interroga la Giunta per segnalare come da quando la gestione del Parco è passata sotto il nuovo Ente non sia ancora stata siglata alcuna convenzione con la Provincia che consenta ai guardiapesca e alle guardie ecologiche di effettuare le necessarie attività di controllo e sanzione all'interno dei confini del parco. Il trasferimento di competenze, aggiunge il consigliere, avrebbe inoltre provocato una scarsa o inefficace azione di vigilanza e controllo sulla pesca di frodo, sull'abbandono di rifiuti, l'accensione di fuochi e il transito di automezzi in aree in cui è vietato. Infine, risulta a Cavalli che l'intera macro-area dell'Emilia occidentale possa disporre oggi di solo cinque guardiaparco.
Il consigliere chiede alla Giunta come intenda attivarsi per affrontare e risolvere questi punti critici.
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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