Bologna, 3 settembre 2013 -
Per accedere alla stipula dei contratti con la Regione Emilia-Romagna, le strutture sanitarie "devono essere accreditate" presso il Ssn e possedere, quindi, specifici requisiti stabiliti dalla normativa nazionale e regionale. Con riferimento alla cardiochirurgia, in particolare, i requisiti prescritti dalla Regione sarebbero principalmente "stabiliti in funzione del volume di attività che le singole strutture devono generare", in misura mai "inferiore a 300 interventi all'anno", "a garanzia della piena sicurezza del paziente".
Prende spunto da questi presupposti un'interrogazione alla Giunta regionale presentata dal consigliere Alberto Vecchi (Pdl), in cui si segnala che, sempre sul piano normativo, le strutture che "accedono all'accreditamento nel settore della cardiochirurgia devono sottoscrivere con la Regione un contratto che attribuisce loro un budget di fatturato annuo per l'erogazione delle prestazioni assistenziali acquistate dall'ente regionale". In caso si rilevi, successivamente alla chiusura dell'esercizio, - scrive Vecchi - che una delle strutture accreditate, attualmente quattro, "non ha raggiunto il budget assegnato e una, o più, tra le altre ha superato il proprio, è possibile procedere a una compensazione tra gli esuberi e le porzioni di budget non consumate".
Queste le premesse, da cui parte il consigliere per descrivere la situazione, posta al centro dell'interrogazione. Le quattro strutture accreditate, spiega Vecchi, sono "l'Hesperia Hospital di Modena del gruppo Garofalo", e altre tre che "ora appartengono al gruppo Sansavini". Due di queste, - a parere del consigliere - "Villa Torri Hospital e Salus Hospital, non raggiungono da diversi anni il numero minimo di 300 interventi all'anno, come si desume dai dati annuali forniti dalla Regione, certificati dal comitato tecnico-scientifico per l'area dell'assistenza cardiochirurgica".
"Nonostante ciò, la Regione - sottolinea l'esponente del Pdl - ha consentito loro di accedere e confermare i requisiti all'accreditamento, creando una situazione preoccupante per la sicurezza dei pazienti assistiti", segnalata anche dallo stesso comitato tecnico-scientifico regionale per l'area dell'assistenza cardiologica e cardiochirurgica, che avrebbe evidenziato "la situazione di pericolo venutasi a creare a Villa Torri Hospital e a Salus Hospital relativamente a un indice di mortalità elevatissimo e di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi parametro standard, mentre la quarta struttura accreditata, l'Hesperia Hospital di Modena è stata classificata dall'Istituto superiore di Sanità prima cardiologia italiana". "A questo aspetto di gravissima entità, - ribadisce ancora Vecchi - se ne aggiunge un altro altrettanto grave che potrebbe configurare un uso indebito dei fondi pubblici".
Nonostante le due strutture in questione non abbiano raggiunto "i 100-200 interventi all'anno, - stigmatizza il consigliere - consumando, più o meno, Villa Torri Hospital tra i 2 e i 3 milioni di euro di budget e Salus Hospital tra i 3 e i 4 milioni di euro", la Regione avrebbe "costantemente e consapevolmente comprato dalle stesse circa il doppio delle prestazioni che riuscivano ad erogare, attribuendo un budget doppio rispetto alla loro produzione annuale", in tal modo il "sistema" avrebbe "consentito la formazione, in capo alle strutture, di una parte di budget non consumata" che, "di fatto", sarebbe "poi stata trasferita alla terza struttura del medesimo gruppo, il Maria Cecilia Hospital, che ha potuto così usufruire, negli anni, di un budget incrementale di circa 7-10 milioni di euro all'anno". L' Hesperia Hospital - prosegue Vecchi – avrebbe "portato all'attenzione della Regione questa situazione", che risulterebbe anche "dai monitoraggi dell'Aiop" "pubblicati sul sito della Regione", ma sembra che i vertici regionali abbiano "rifiutato di incontrare la proprietà dell'Hesperia Hospital, procedendo a oltranza alla sottoscrizione del contratto per gli anni 2013-2015 con l'Aiop e le tre strutture del gruppo Sansavini, senza considerare che da anni, due delle tre strutture non raggiungevano i parametri richiesti per l'accreditamento". La Regione avrebbe anche comunicato all'Hesperia Hospital, secondo quanto si legge nel testo, che sarebbe stata privata del budget di pertinenza, "qualora non avesse sottoscritto il contratto 2013-2015, già sottoscritto dalla Regione stessa, dall'associazione di categoria e dalle tre strutture sanitarie del gruppo Sansavini". Vecchi ricorda infine che, fino all'11 giugno 2013, l' Hesperia Hospital avrebbe chiesto invano ai vertici regionali un incontro e che, da notizie stampa, la proprietà sarebbe stata di conseguenza costretta "a denunciare i rappresentanti istituzionali regionali, provvedendo contemporaneamente, con riserva, alla sottoscrizione del contratto, per mettere in sicurezza la struttura in cui lavorano oltre 400 persone".
LE DOMANDE
Il consigliere rivolge quindi una lunga serie di quesiti alla Giunta regionale, chiedendo, in primo luogo, per quali motivi abbia consentito il mancato rispetto degli obblighi contrattuali e dei volumi di attività da parte delle due strutture di cardiochirurgia Villa Torri Hospital e Salus Hospital, se corrisponda al vero che le stesse strutture non hanno raggiunto, in questi anni, il numero minimo d'interventi per ottenere l'accreditamento e come sia possibile che la Regione non ne fosse al corrente, visto che i numeri erano noti.
Vecchi vuole quindi sapere per quale motivo la Regione, a fronte di "questa violazione grave e continuativa", non abbia revocato l'accreditamento e domanda quali siano le ragioni per cui le stesse due strutture "spesso non siano riuscite a produrre il limite individuale attribuito loro dalla Regione" e perché le "porzioni di budget non consumate siano state trasferite" alla terza struttura del gruppo.
Il consigliere interroga quindi la Giunta per conoscere se sia al corrente di una "nota contenuta nelle delibere regionali riferita al budget destinato annualmente alla cardiochirurgia, di circa 60 milioni nel triennio, in cui si prevede espressamente che se alcune delle strutture accreditate non raggiungono il budget assegnato nell'anno, c'è la possibilità di riassegnare il residuo a altre strutture accreditate che, nel corso dell'anno, abbiano superato il budget loro assegnato". A questo proposito, Vecchi ribadisce che "mentre l'Hesperia Hospital, non potendo sapere se sarebbe rimasto budget residuo da altre strutture, non ha mai superato le risorse assegnate, temendo di non essere poi rimborsata", la terza struttura dell'altro gruppo avrebbe invece "regolarmente usufruito dell'extra budget, utilizzando i fondi non spesi" da altre due strutture.
L'esponente del Pdl chiede poi i motivi per cui "la Regione avrebbe sostanzialmente obbligato il Gruppo Hesperia Hospital a firmare il contratto 2013-2015, pena la privazione del budget di sua pertinenza", e perché nello stesso contratto abbia "preteso d'inserire la dicitura 'le parti prendono atto che i contenuti dei precedenti accordi di alta specialità sono stati sostanzialmente rispettati e che la produzione di prestazioni, per quantità e tipologia, rispecchia gli indirizzi definiti',quando sembrerebbe evidente il contrario". Vecchi vuole infine sapere a chi ascrivere eventuali responsabilità su questa vicenda e quali iniziative si ritenga opportuno intraprendere per tutelare chi deve sottoporsi ad interventi di alta cardiochirurgia sul territorio regionale, per avere garantita l'alta professionalità che si può ottenere solo in strutture, in cui, come prevede la legge, si effettuino più di 300 interventi annui. (AC)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)