(Verona, 28 giugno 2019). Resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, la genetica applicata ai nuovi vitigni fa di conseguenza meglio anche sul fronte del minor uso degli agrofarmaci. Per difendere un vitigno resistente, infatti, si impiegano 0,85 kg/ha di rame, 16 kg/ha di zolfo 40 litri di gasolio e zero prodotti sintesi. Meno della metà rispetto al vigneto convenzionale, per il quale sono stati utilizzati 1,6 kg/ha di rame, 32 kg/ha di zolfo, 140 litri di gasolio e 24 kg/ha prodotti sintesi. È quanto emerge dall'indagine riportata nell'ultimo numero disponibile de L'Informatore Agrario realizzata nel Trevigiano su vigneti in areale di collina a medio rischio nel 2018. Una tendenza ecologica, quella dei vitigni resistenti, che in diversi parametri fa 4 volte meglio anche di quelli biologici: 4 kg/ha di rame, 59 kg/ha di zolfo 220 litri di gasolio e zero prodotti sintesi.

I dati riportati dal settimanale si inseriscono nell'ambito di un confronto sulle nuove tecniche di miglioramento genetico tra il presidente della Siga – Società Italiana di Genetica Agraria, Mario Pezzotti e l'europarlamentare Paolo De Castro. Pur trattandosi di una cosa completamente diversa, stando al quadro legislativo europeo attuale, le nuove tecnologie di miglioramento genetico sono considerate alla stregua degli Ogm, e quindi risentono di un assetto normativo che ne impedisce lo sviluppo.

www.informatoreagrario.it 

Edizioni L'Informatore Agrario, è la casa editrice, con sede a Verona, che da 70 anni offre un servizio di informazione e formazione agli imprenditori agricoli. Tre le testate di riferimento: il settimanale dedicato all'agricoltura professionale L'Informatore Agrario, il mensile per l'agricoltura part-time e hobbistica Vita in Campagna e MAD – Macchine Agricole Domani, dedicato al mondo della meccanica agraria, oltre a un ampio catalogo di libri e altri supporti multimediali su temi specializzati.

Un 2018 positivo per Coopservice: fatturato a 933 milioni di euro (+8,2%). Una nuova organizzazione più efficiente per fornire servizi integrati di facility

Il bilancio del gruppo che ha incrementato l'occupazione del 6,9%, a 22.214 addetti I dati della capogruppo: 502 milioni di valore della produzione e 15.103 dipendenti. Sviluppo sostenibile e formazione: -5% emissioni di CO2, nasce Coopservice Academy.

Il presidente Olivi: Risultati positivi che rafforzano la cooperativa e l'impegno verso i soci, ma dobbiamo continuare ad innovare per consolidarci in Italia e all'estero
Reggio Emilia, 28 giugno 2019 - Crescita del fatturato e dell'occupazione e conclusione del processo di riorganizzazione aziendale che porterà Coopservice a diventare un operatore leader nel mercato dei servizi integrati di facility, grazie all'adozione di un modello agile che consente il superamento dell'organizzazione per linee di servizio. Sono stati questi i temi al centro delle 8 assemblee territoriali dei soci di Coopservice (842 soci partecipanti, portatori di oltre mille deleghe per un totale di circa 2.000 voti) convocate per l'approvazione del bilancio della cooperativa e del gruppo.

Il Gruppo Coopservice ha chiuso il 2018 con un incremento significativo dei ricavi: 933 milioni di euro, +8,2% rispetto al 2017. Gli occupati sono 22.214, in crescita del 6,9% rispetto all'anno precedente. L'EBITDA è stato di 96,6 milioni di euro e il risultato netto di pertinenza del Gruppo di 2,3 milioni di euro. Il patrimonio di gruppo ammonta a 126,9 milioni.

Tra le principali società controllate sono particolarmente positivi i dati di Archimede Spa, che in due anni ha quasi raddoppiato il fatturato e ha chiuso il 2018 con 83 milioni di ricavi (+18%). In linea con le previsioni di budget gli andamenti di Gesta Spa e Servizi Italia Spa, quotata in Borsa.

Positivo l'andamento della capogruppo: il valore della produzione di Coopservice è stato di 502 milioni di euro (+5,7%), con un EBITDA a 22,1 milioni (+8,8%) e un risultato ante imposte di 4,9 milioni di euro (+2,2%). Gli occupati sono passati da 14.575 a 15.103, con una crescita del 3,6%.

"Ai soci presentiamo un bilancio positivo e una cooperativa solida: risultati non scontati perché raggiunti in condizioni di mercato difficili ma che sono una conferma della nostra capacità di crescere anche in momenti di congiuntura non positiva. I dati sono in linea con gli obiettivi fissati nel piano industriale 2018-2020, che prevede il raggiungimento del miliardo di fatturato nel 2020, anche attraverso operazioni di crescita per linee esterne - commenta Roberto Olivi, presidente di Coopservice - Cresciamo ma non smettiamo di porci nuovi obiettivi per essere sempre allineati ai trend di mercato. Nel 2019, con l'integrazione di Gesta Spa in Coopservice, andrà a conclusione il processo di riorganizzazione interno che ci consentirà di essere più incisivi nel mercato dell'energy & facility management, grazie ad una offerta integrata e completa di servizi. Continueremo a investire in innovazione e a sostenere lo sviluppo delle nostre controllate all'estero, un ambito di crescita che è strategico: vediamo già buoni risultati, come l'importante gara di servizi di vigilanza che recentemente ci siamo aggiudicati in Spagna".

Il positivo andamento economico ha consentito l'assegnazione ai soci di un ristorno di 800 mila euro, in aggiunta ai 428 mila euro di rivalutazione e remunerazione delle quote sociali. A questi benefici per i soci si aggiungono quelli non monetari, che rientrano nei pacchetti di welfare aziendale sia per i soci che per i dipendenti: previdenza e sanità integrativa, un Fondo di Solidarietà con una dotazione di 220 mila euro, destinato a sostenere con un aiuto concreto i soci e le loro famiglie che vivono momenti di particolare difficoltà, borse di studio per gli studenti meritevoli figli di soci, appartamenti vacanza convenzionati.

Coopservice, nel corso dell'assemblea di bilancio, presenterà agli stakeholder la seconda edizione del report integrato che ai dati finanziari affianca indicatori relativi alla responsabilità sociale d'impresa e alla sostenibilità. Nel report è misurato sia l'impatto delle attività di Coopservice rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu, sia alcune perfomance ambientali della cooperativa che, nel 2018, ha ridotto del 5% le proprie emissioni di CO2 grazie a scelte innovative nei processi produttivi e all'utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale.

"Sostenibilità, persone, innovazione: sono i tre pilastri della nostra strategia, sintetizzata nella nuova identità visiva che presenteremo ai soci, a partire dal restyling del logo della cooperativa - aggiunge il presidente Olivi - Pur restando saldamente ancorati ai nostri valori e alla nostra storia, il rinnovamento dell'identità visiva di Coopservice nasce dalla necessità di comunicare la nostra autorevolezza e la nostra reputazione con un linguaggio fresco, moderno e dinamico. Questo cambiamento si inserisce in una strategia di comunicazione più ampia che avrà il proprio fulcro nella App Coopservice Community e in Think Magazine, il nostro nuovo webmagazine in cui racconteremo i nostri progetti e non solo".

I soci di Coopservice sono 5.598, in maggioranza donne e per il 15% di cittadinanza non italiana. Anche i dipendenti e i componenti del Cda sono in maggioranza donne. Nell'ambito delle proprie politiche di Diversity & Inclusion, Coopservice ha sostenuto progetti di promozione e supporto dell'occupazione femminile e di associazioni contro la violenza sulle donne. Nel 2018 si è registrato un aumento del 278% del numero di dipendenti che hanno usufruito del congedo di paternità.

Nel 2018 sono state erogate oltre 57.000 ore di formazione professionale, con il coinvolgimento di circa 10.000 addetti. È stato varato anche il progetto Coopservice Academy, un vero e proprio master aziendale che si prefigge l'obiettivo di sviluppare i talenti e le capacità di leadership e formare così i manager del futuro.

I numeri di Coopservice

Alcuni numeri delle attività svolte nel 2018: 506.000 allarmi gestiti (1 al minuto); 10 milioni di km percorsi dalle pattuglie di vigilanza; 60 milioni di confezioni di farmaci movimentati (115 confezioni al minuto); 45.000 punti luce di illuminazione pubblica gestiti; 29 sedi e filiali; 10 centrali operative della vigilanza; 18 magazzini di logistica; 6 magazzini di logistica sanitaria.

L'approvazione finale del bilancio avverrà il 29 giugno, nel corso dell'Assemblea Generale dei soci, in programma a Modena. Interverranno il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente di Legacoop, Mauro Lusetti, il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli e il presidente di Legacoop Produzione & Servizi, Carlo Zini.

 

Roberto_Olivi.jpg

Si è tenuta il 5 giugno ad Alpen, in Germania, l'Assemblea del Cema, il Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole nel quale sono rappresentate tutte le associazioni nazionali di settore.

By meccagri at Giugno 6, 2019 -- Tema chiave, fra quelli all'ordine del giorno, l'esposto presentato dall'organizzazione dei costruttori italiani FederUnacoma contro l'omologa associazione francese Axema, in riferimento agli eventi fieristici di Eima (Bologna) e Sima (Parigi) rispettivamente promossi della due organizzazioni.

AL PRESIDENTE DEL CEMA LA SENTENZA FINALE
Conclusa l'assemblea, la questione è ora affidata all'iniziativa del presidente del Cema, Antony Van Der Ley, che la Federazione dei costruttori italiani auspica vorrà censurare il comportamento di Axema sia per gli aspetti di metodo (il modo repentino e unilaterale con il quale la decisione è stata presa) sia per quelli di merito (il disagio e il danno economico procurato alle industrie espositrici).

La vicenda prende origine dalla decisione degli organizzatori francesi di cambiare radicalmente il proprio calendario spostando il Sima dalla tradizionale collocazione, nel febbraio degli anni dispari, all'autunno degli anni pari, e fissando la prossima edizione nel novembre 2020 in sovrapposizione con l'Eima.

NESSUN BENESTARE DA PARTE DI FEDERUNACOMA, CHE HA CONDOTTO INVECE UN DURO ATTACCO

4-Malavolti.jpg

(Alessandro Malavolti)


L'istanza presentata da FederUnacoma presso il Comitato europeo evidenzia le difficoltà organizzative derivanti da questa decisione e il danno per le industrie espositrici, costrette a raddoppiare gli investimenti per essere presenti alle due rassegne, oppure a scegliere una sola delle due rinunciando ad importanti opportunità di business.
FederUnacoma ritiene inoltre che, essendo le due fiere direttamente promosse dalle organizzazioni dei costruttori, la questione del calendario avrebbe dovuto essere, per gli aspetti relativi alla correttezza e alla concorrenza leale, discussa in ambito Cema, e che la condotta degli organizzatori francesi – i quali hanno proceduto in modo unilaterale senza informare le altre associazioni nella sede appropriata – vada contro i principi di collaborazione e di trasparenza che sono vincolanti per le associazioni che aderiscono al comitato.

INSOSTENIBILI LE ARGOMENTAZIONI DEI FRANCESI

In risposta all'istanza FederUnacoma (datata 19 aprile), l'Axema ha presentato una propria memoria (14 maggio) nella quale difende la propria scelta sostenendo che l'ipotesi di un cambio di data, prospettata a dicembre 2018 e gennaio 2019 agli organizzatori di Eima e della fiera tedesca Agritechnica, «non aveva incontrato alcuna opposizione».
Si tratta – ha ribattuto FederUnacoma nel corso dell'Assemblea – di affermazioni prive di ogni fondamento. «Abbiamo contestato questo spostamento in ogni sede, abbiamo aperto il contenzioso formale presso il Cema – ha spiegato il presidente Alessandro Malavolti (nella foto sopra) – e alle prime avvisaglie di un cambio di calendario, molto prima che i saloni francesi rendessero ufficiale la propria decisione, abbiamo persino convocato una conferenza stampa a Parigi all'interno del Sima, nella quale abbiamo avvisato gli organizzatori che qualsiasi ipotesi di sovrapposizione con l'Eima sarebbe stata sleale verso quest'ultima e dannosa per le aziende espositrici e per gli operatori».
A giudizio di FederUnacoma le argomentazioni francesi appaiono insostenibili in riferimento anche ad esternazioni fatte fuori dal contesto Cema.

IL POSIZIONAMENTO DEL SIMA NON È QUELLO CHE SI VUOLE FAR CREDERE

In una recente intervista rilasciata al giornale "Terre-net", ad esempio, la direttrice del Sima Isabelle Alfano (nella foto sotto) ha sostenuto che la decisione francese si giustifica con «la necessità di un'alternanza tra i due più grandi saloni europei, nelle due più potenti agricolture d'Europa, la Germania e la Francia».

Un'affermazione anch'essa infondata – rilevano in FederUnacoma – giacché è noto che l'Eima ha superato di gran lunga il Salone francese in termini di visitatori, di espositori e di contenuti tecnici, e che le due grandi fiere di riferimento sono oggi, senza alcun dubbio, l'Agritechnica di Hannover e l'Eima di Bologna.
Il divario tra la manifestazione di Bologna e quella parigina – precisano gli organizzatori italiani – appare ancora più evidente se si consultano le statistiche ufficiali UFI, l'organismo internazionale che classifica gli eventi fieristici sulla base dei dati certificati e non delle semplici dichiarazioni fornite dagli organizzatori.

 

6-Alfano.jpg

(Isabelle Alfano)

 

LE STATISTICHE UFFICIALI CONFERMANO LA NETTA SUPERIORITÀ DELL'EIMA

Secondo le statistiche ufficiali UFI, nelle ultime edizioni il Sima non sarebbe mai andato oltre i 140 mila visitatori, avendone invece dichiarati nei propri comunicati stampa e nelle proprie pubblicazioni oltre 230 mila. Se si considera che nell'ultima edizione (novembre 2018) l'Eima ha superato i 317 mila visitatori ufficialmente certificati, la superiorità rispetto al salone francese risulta schiacciante.
Anche per quanto riguarda il numero delle aziende espositrici lo scarto tra le due manifestazioni è vistoso: nelle ultime edizioni le statistiche UFI riportano una cifra non superiore alle 900 per il salone francese (a fronte dei circa 1.800 dichiarati dagli organizzatori), un numero che è pari alla metà degli espositori presenti ad Eima.

Fonte: FederUnacoma

vedi anche:

Cema come Ponzio Pilato nello scontro tra Sima ed Eima

La sovrapposizione del Sima all'Eima: «un atto ostile e dannoso», a detta di FederUnacoma

Sima: dietro-front dei francesi che fissano la prossima edizione dall'8 al 12 novembre 2020

 

7-EIMA_2018_02-1.jpg

 

Dopo i 600 progetti candidati e l'atto conclusivo con le 6 startup finaliste, Patch AI e Ventur hanno vinto rispettivamente il premio assegnato dalla giuria e quello del pubblico della Startup Competition più grande d'Italia.

Si è conclusa la 6^ edizione della Startup Competition del Web Marketing Festival, il più grande Festival sull'Innovazione Digitale e Sociale tenutosi al Palacongressi di Rimini il 20, 21 e 22 Giugno. Con 21.000 presenze in 3 giorni, più di 70 eventi e oltre 500 tra partner ed espositori, Il Festival rappresenta un acceleratore del processo di Innovazione per il Paese proponendo la Startup Competition più grande d'Italia con una giuria composta da importanti realtà del panorama innovativo, fondi venture capital, corporate venture, acceleratori e incubatori.

Ad aggiudicarsi la vittoria le startup Patch AI e Ventur, che hanno vinto, rispettivamente, il riconoscimento della giuria e quello del pubblico. Dopo gli oltre 600 progetti candidati durante la call e la selezione delle 6 finaliste, le due startup hanno vinto i due riconoscimenti dopo aver presentato il proprio pitch alla platea del WMF e aver risposto alle domande dei giurati presenti.

Patch AI è una piattaforma di e-Health che consente, attraverso l'utilizzo dell'artificial intelligence, di aumentare l'engagement dei pazienti durante i clinical trial: "È un assistente virtuale che, in maniera empatica e personalizzata, in real time, assiste i pazienti ricordando loro di seguire correttamente la terapia e di segnalare sintomi - spiega Alessandro Monterosso, CEO e Founder del progetto vincitore. "L'app permette inoltre a case farmaceutiche e medici di monitorare in tempo reale le terapie dei pazienti, migliorando così la qualità della vita delle persone e favorendo lo sviluppo di farmaci più sicuri ed economici".
Il premio della giuria del valore di 75.000€ - non corrisposto in denaro - è stato conferito a Patch AI da UniCredit Start Lab, il progetto di UniCredit rivolto ai giovani imprenditori e alle startup innovative. Il premio consiste nella possibilità di partecipare alla Startup Academy, il programma di alta formazione imprenditoriale rivolto alle migliori startup dei quattro settori (Life Science, Digital, Clean Tech, Innovative Made in Italy) e nell'assegnazione di un mentor scelto tra professionisti partner della banca. Il premio prevede inoltre l'assegnazione ai vincitori di un Relationship Manager di UniCredit e la partecipazione a incontri di lavoro con clienti Corporate della banca e possibili investitori.

Il premio del pubblico - consistente in 10.000€ in consulenza da parte di Search On Media Group, - è invece stato vinto da Ventur, startup presentata dal suo Business Project Manager Lorenzo Giaccardi. Il progetto innovativo, prodotto della The Edge Company, è un flight safety system per la prevenzione del bird strike e le intrusioni di droni nel perimetro aeroportuale.

"Credere nell'imprenditoria e farne un asse portante del processo d'innovazione è ormai da tempo una priorità del Web Marketing Festival. Per questo motivo, continuiamo a far sì che questo evento possa fungere da trait d'union tra le idee innovative in ambito digitale e l'universo degli investitori", spiega Cosmano Lombardo, CEO Search On Media Group e Ideatore del Festival.

"Il nostro progetto è globale: credere nell'innovazione come processo sociale significa, in una contaminazione che riteniamo naturale, supportare i giovani imprenditori e le loro proposte. Le idee di oggi sono le aziende del futuro: il loro ruolo nel migliorare la società che ci circonda è e sarà cruciale. Ringraziamo le oltre 1.200 startup candidate negli anni e gli oltre 120 fra investitori, incubatori e aziende corporate che hanno compreso e sposato la mission del Web Marketing Festival. Questo è il concetto che tanto stiamo spingendo: WMF, ovvero We Make Future, perché un futuro nel segno della innovazione non può prescindere dal legame con le realtà aziendali del nostro paese".

La Startup Competition Young e i premi della Sala Startup

Durante la tre giorni del Festival si è svolta anche la Startup Competition Young, l'iniziativa del WMF nata per sostenere la crescita imprenditoriale tra i giovani dai 16 ai 22 anni.

La competition - che ha raccolto numerosi progetti dedicati a temi come la legalità, i servizi alle persone diversamente abili, il turismo, i servizi agli anziani e la sostenibilità - ha dato la possibilità ai team di riCibiamo, Student-Go e WonderBear di presentare progetti innovativi ad alto impatto sociale e di ricevere premi e riconoscimenti da parte di alcuni degli investitori e i player di settore presenti al Festival: Almacube Bologna, Amazon Web Service, Angel Partner Group, ARDUINO, Arter, ARXivar, Barilla, BacktoWork24, BIP, Boost Heroes, Cariplo Factory, Cisco, Codemotion, Connectia, Digital Magics, Digital On Things, Dpixel, Enel Innovation Hub, Engineering, Faster Capital, Favilla, Ferrovie dello Stato, Fondazione Golinelli, Fondazione Social Venture GDA, GrowITup, Gruppo Sapio, Guanxi, H FARM, I3p Torino, IAG, IBAN, Innogest, JCube, Lazio Innova, Legacoop Bologna, LuissEnlabs, Macnil Gruppo Zucchetti, Mediaset Infinity, MetaGroup, Milano Investment Partner, Nana Bianca, NTT Data, Nuvolab, Oracle, PAM Panorama, PAM Innovation Hub, Pelliconi, Plug and Play, Pranaventures, RDS, San Marino Innovation, Seedble, Siamo Soci, Mama Crowd, Smartangle, StarBoost, The Hive, Tim W Cap, UniCredit Start Lab, Vueling, Zanichelli Venture.

Questi nel dettaglio i premi - non corrisposti in denaro - assegnati ai progetti della Sala Startup:

• Almacube premia riCibiamo con 3 mesi di incubazione del valore di 2.500€, disponibilità a spazi in modalità co-working, un incontro di sviluppo business a settimana, un incontro al mese con i mentor del network Almacube, attività di Investor Matching e a incontri di formazione e consulenza specifica.

• AWS premia Ventur, AIRTENDER, Edgar Smart Concierge, PatchAI, INNOVACARBON, Userbot, Vidoser, LIFEdata, KrillDesign, DUYU, CreativitySafe, Medere con 3000$ di crediti per servizi, un anno di AWS Business Supports, un accesso ai training AWS Technical and Business per un valore complessivo di 84.000€.

• CODEMOTION premia LIFEdata, Kampaay, Coderblock con accessi all'evento Codemotion Milano per un valore complessivo di 5.100€

• Digital Magics premia Coderblock con un percorso di affiancamento con Digital Magics della durata di 2 mesi, che consiste in 2 postazioni lavoro in co-working presso la sede di Milano, attività di mentorship: valore complessivo 15.000€

• Fondazione Social Venture GDA premia INNOVACARBON con un percorso completo di incubazione/ accelerazione e mentorship, realizzato nell'ambito del programma Get it! – Percorso di Valore. Valore 25.000€.

• I3P premia AIRTENDER e Medere con l'accesso ad un programma di incubazione equity free di 3 mesi presso l'incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino

• LVenture Group e LUISSEnLabs premiano Trovabando LUISS EnLabs - premio accelerazione LUISSEnLabs. Valore del premio 25.000€.

• PranaVentures premia INNOVACARBON con un pacchetto del valore minimo di
20.000$ che comprende: servizi cloud, mentoring tecnica, campagna test di diffusione in ambito performance MRKTG e lead generation.

• RDS premia INNOVACARBON con un piano composto da 25 spot da 20''.

• Siamo SOCI MAMACROWD premia Hoopygang con nessuna success fee sul capitale raccolto fino a 100.000€. Il premio è utilizzabile per il lancio di un'offerta sul portale Valore economico: fino a € 7.000.

• StarBoost premia Student-Go con un corso di "Company Creation". Valore economico complessivo: 3000€.

• The Hive premia riCibiamo, Duing, KrillDesign, con 3 mesi di accelerazione in The Hive
con a disposizione un voucher per effettuare incontri nelle corporates del network delle sue aziende. Categorie: Under 30 / Woman /Spark. Valore del premio 15.000€.

• TIM Wcap premia Coderblock con una postazione presso il co-working di TIM Wcap Bologna.

 

wmf19_Mainstage_Cosmano_Leotta_LIS_1.jpg

 

 

 

I Consorzi di bonifica presentano in Regione Emilia Romagna e a UNCEM il report che migliora le performances dell'anno precedente

Bologna – (27 Giugno 2019 ) - I contributi provenienti dalle aree di montagna ai consorzi di bonifica dell'Emilia Romagna associati ad ANBI ER sono impiegati direttamente, in modo proficuo e visibile, nelle aree che maggiormente necessitano di interventi nella quotidiana lotta al dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza complessiva del territorio appenninico nelle diverse province interessate dai lavori. Annualmente, in linea con la legge regionale 7 del 2012 e del successivo accordo con la Regione e l' UNCEM ( 12/2013), l'ANBI ER stila una sintesi capillare analitica delle opere e dei lavori di bonifica realizzati negli ultimi 12 mesi di attività presentando i risultati a tutti i soggetti istituzionali coinvolti e ai portatori di interesse. Nel 2018 i 518 interventi regalano un mosaico di manutenzioni assai colorito che non solo conferma, ma migliora l'operosità , la cura e l'attenzione costante verso le aree montane da parte delle maestranze dei Consorzi di bonifica.

Un quadro complessivo che, aldilà della dimensione strutturale dell'intervento mirato, aggiunge il non sottovalutabile valore dell'omogeneità tra i diversi territori considerati a dimostrazione del tangibile radicamento dell'azione consortile e delle collaborazioni fattive con le amministrazioni locali. Su scala regionale il valore consolidato degli investimenti dei Consorzi di bonifica eseguiti sul territorio nell'anno passato è pari a 73,99% rispetto al totale della contribuenza montana con una generale ricaduta territoriale comprensiva anche degli investimenti di altri enti, ma sempre per mezzo del Consorzio, che si attesta ad un valore particolarmente degno di nota pari al 98,70% sempre se comparato alla contribuenza.

Tra le molteplici statistiche analitiche rese note alcuni maxi-parametri risultano particolarmente significativi ed esemplificativi di quanto realizzato:

La contribuenza nel 2018 sull'intero territorio dell'ambito montano dei Consorzi di bonifica che per il 92% si trova in Emilia Romagna è stata di 18.957.760 di euro che si distribuisce (% rispetto al valore regionale):
Piacenza 8.80%, Parmense 16,77%, Emilia Centrale 15,59%, Burana 7,49%, Renana 19,95%, Romagna Occidentale 16,83%, Romagna 14,58%,
(il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che fa parte di ANBI ER non ha territorio montano)
Tra le risorse utilizzate nel 2018 in montagna vanno annoverati anche 4.146.676 Euro resi disponibili da altri enti territoriale per mezzo dei Consorzi che hanno progettato , gestito ed eseguito i lavori in loco.

Percentuale tra investimenti del Consorzio in lavori e manutenzioni e contribuenza montana complessiva: Piacenza 74,62%, Parmense 67,09%, Emilia Centrale 75,94%, Burana 75,22%, Renana 75,17%, Romagna Occidentale 72,58%, Romagna 78,9%

Numero interventi eseguiti dai singoli Consorzi in montagna: Piacenza 67 , Parmense 124, Emilia Centrale 88, Burana 30, Renana 53, Romagna Occidentale 46, Romagna 110.

Il presidente dell'ANBI Emilia Romagna Massimiliano Pederzoli ha rimarcato: " la rilevanza dell'azione complessiva e omogenea dei Consorzi di bonifica associati ad ANBI in tutto il comprensorio montano, un'azione multi funzionale che mostra un'attenzione degli enti verso aree che hanno estrema e costante necessità di manutenzione. I Consorzi alla luce delle opere realizzate risultano essere tra le componenti più attive nelle aree appenniniche e maggiormente a contatto con le criticità segnalate anche dalla amministrazioni locali periodicamente oltre che scaturite dai monitoraggi consortili. Il risultato è davvero ottimo e migliorativo rispetto al 2017".

 

Figura_6_Report_Uncem_2019_-_Lavori_eseguiti_2018_1.jpg

 

 

 

 

 

Bilancio approvato unanimemente dai soci che rilanciano sugli investimenti. Picco di ricavi ad oltre 32 milioni di euro per 115.625 tonnellate di mangime lavorato e prodotto a sostegno delle filiere

Parma, 26 Giugno 2019 – Lo stretto legame con le filiere del territorio fiori all'occhiello del Made in Italy e la distintività ricercata delle sue produzioni Non OGM a garanzia di una maggiore salubrità hanno assicurato ad Emilcap, società di mangimi ideata dai Consorzi agrari dell'Emilia, Parma e Terrepadane con sede nella città ducale, un anno di primati: il 2018 ha infatti segnato il picco produttivo dalla sua fondazione, il settimo consuntivo consecutivo con segno "più" contraddistinto dai più alti ricavi di sempre.

Facendo leva sull'avanzata ricerca scientifica applicata al comparto e sulle innovazioni tecnologiche avanzate introdotte (come per esempio il moderno impianto di termofioccatura per altro entrato in funzione solo nella seconda parte dell'anno passato) lo staff tecnico di Emilcap ha saputo cavalcare l'onda lunga del positivo andamento dei mercati delle produzioni zootecniche ed in particolare il tangibile e redditizio incremento del valore del Parmigiano Reggiano, core business dell'impresa.

Nel corso dell'assemblea dei soci – in cui, all'unanimità, il bilancio ed il piano di investimenti strategici hanno ottenuto il plauso collettivo dei presenti – il Presidente di Emilcap Gabriele Cristofori, insieme all'Amministratore Delegato Stefano Villa, hanno snocciolato i dati più significativi della stagione: ricavi per 32,084 milioni di euro con un + 3,36% di incremento rispetto al 2018 e una produzione di 115.625 tonnellate lavorate negli impianti di strada dei Mercati a Parma totalmente di mangime Non OGM prodotte e immesse sul mercato: un mercato che vede la diretta commercializzazione dei quantitativi ai numerosi soci e non all'indirizzo di terzi; un dato, questo, che incrementa ancora di più il valore di quanto fatto nei dodici mesi trascorsi.

Tra gli altri, un elemento positivo che si aggiunge al quadro colorito del 2018 è rappresentato anche dalla progressiva crescita del comparto mangimistico biologico salito a 5.035 tonnellate prodotte per oltre 2,350 milioni di valore. Particolare interesse suscitano i servizi mirati che Emilcap sta fornendo attraverso la sua rete di esperti alle stalle del comprensorio in cui opera: un'attività di consulenza mirata volta a fare crescere l'efficienza, le rese e il benessere animale in modo quasi "sartoriale" nelle nostre stalle al fine di ottenere al contempo un prodotto più salubre e di potenziato valore qualitativo e commerciale.

Ottimi gli indicatori generali e i risultati dei singoli settori d'intervento per difesa e sviluppo del territorio. Risparmi virtuosi su energia e costi del personale.

Reggio Emilia – 25 Giugno 2019 - Il bilancio del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale supera brillantemente l'esame del passaggio sotto la lente di approvazione del nuovo Consiglio di Amministrazione eletto nell'autunno scorso. L'unanimità di giudizio positivo ha promosso gli indicatori economico-finanziari generali, tutti in miglioramento, e i risultati analitici dei singoli settori di azione per difesa e sviluppo del territorio. Il Comitato direttivo dell'ente ha scelto per la comunicazione annuale ai soci del consuntivo del 2018 e delle prime buone analisi per i primi mesi del 2019 il polo logistico-operativo della Traversa di Castellarano – San Michele, a cavallo tra le Provincie di Reggio Emilia e Modena, dove il Consorzio ha realizzato un importante invaso a scopi irrigui capace di contenere fino a 800.000 m.c. d'acqua irrigua, oltre alla neonata centrale idroelettrica gestita dalla società controllata BI Energia insieme al Gruppo IREN, vero e proprio gioiello di tecnologia tutta nazionale.

Avendo come mission operativa e funzionale l'investimento costante dei fondi provenienti dai contributi dei consorziati per la sicurezza idraulica, la lotta al dissesto idrogeologico, il miglioramento ambientale e l'essenziale pratica irrigua per la crescita delle colture tipiche, il Consorzio ha comunque ottenuto un risultato utile di esercizio 2018 di 258.588 euro in relazione soprattutto ai significativi risparmi nei consumi energetici e nella ottimizzazione della gestione del personale. I mesi appena trascorsi poi sono stati fondamentali per la conferma della validità strategica dei progetti consortili nell'intero comprensorio, una progettualità rigorosamente effettuata "in house" dallo staff tecnico ingegneristico del Consorzio che ha portato all'assegnazione - a fine 2018 inizio 2019 - di circa 42 milioni di euro di finanziamenti straordinari per le nuove opere pianificate e approvate dagli enti sovracompetenti. Altri fondi dal PSRN e PSR e Progetti Life comunitari per la realizzazione di una lunghissima serie di opere ed interventi di consolidamento, messa in sicurezza, miglioramento delle reti, risparmio idrico e oltre 120 cantieri aperti nelle zone montane di prossimità per la difesa del suolo e l'efficienza delle reti viarie. I ricavi complessivi generati dalla contribuenza consortile introitata ammontano a 23.485.231 euro (in leggera diminuzione di € 493.148 rispetto al budget a causa della flessione dell'irrigazione variabile visti i periodi meno siccitosi rispetto al 2017).

"Questa approvazione – ha commentato alla conclusione della presentazione, ringraziando i consiglieri, il presidente del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale Matteo Catellani – mostra lo stato di buona salute dell'ente e la sua propensione dinamica all'operatività in ogni comparto in cui agisce direttamente impiegando mezzi , professionalità e capacità progettuale di ottimo livello. L'impegno è di proseguire in questa direzione, cercando di rispondere alle esigenze dei nostri consorziati". Anche le sfide più immediate sono un primo rilevante step sulla strada delle nuove opere: " Abbiamo ottenuto somme ingenti frutto di progetti validi – ha aggiunto il direttore generale Domenico Turazza - ora il traguardo sarà realizzare opere di qualità in tempi utili per i nostri consorziati e le imprese agricole. Per quanto riguarda il bilancio ringrazio il Consiglio e tutto il personale del Consorzio che ha consentito questo risultato non scontato, frutto del gioco di squadra di tutti".

 

Prezzi sempre in crescita dei latte spot, così come il ribasso del burro è più "contenuto". Novità da crema e panna. Il Grana Padano registra conferma dei prezzi.

di Virgilio e Jacopo Parma 25 giugno 2019 -

LATTE SPOT – Altra settimana di prezzi in ascesa. Il crudo spot nazionale cresce di altri +3,5 punti percentuali tra 45,36 e 46,40 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero sale di +5,1% tra 41,76 e 42,79 €/100 al litro, invece il latte scremato pastorizzato spot estero registra un + 9,8% sul prezzo, tra 22,77 e 23,81 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Decrescita più contenuta rispetto all'ultimo mese per quanto riguarda le diverse tipologie del burro, tranne per lo zangolato parmigiano. Novità invece per la crema (impennata di +3,5%) dopo un mese fissità e la panna, di nuovo in salita. L'aggiornamento mensile della margarina risulta infine invariato.

Borsa di Milano 24 giugno 2019:
BURRO CEE: 3,55 €/Kg (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,80 €/Kg. (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,95 €/Kg. (-2,5%)
BURRO ZANGOLATO: 1,75 €/Kg. (-2,8%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (+3,5%)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 25 giugno 2019: (+2,67%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,87 – 1,97 €/Kg.

Borsa di Parma 21 giugno 2019 (- 6,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 25 giugno 2019 (-3,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 24 giugno 2019 – Dopo la settimana con qualche leggero cambiamento, il listino del Grana Padano torna ad essere stabile in tutte le forme di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 21 giugno 2019 – Nessuna variazione percentuale del Parmigiano Reggiano da dieci settimane.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)
@MulinoAlimentar #Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

@MulinoAlimentar #Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly
#lattierocaseari @theonlyparmesan

lattiero-25-25giu19.png

 

 

 

  

 

 

(per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

 Burro_Zang-PR.png

 

 

MULINO-FORMAGGI_trasparente.png

 

www.mulinoformaggi.it 

 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica, 23 Giugno 2019 15:37

Tempi di svolta

di Mario Vacca, Parma 23 giugno 2019 - Il Nuovo istituto delle procedure di allerta può costituire l'occasione per introdurre una vera cultura imprenditoriale volta a valorizzare il ruolo dell'imprenditore e dei suoi manager.

Il codice della crisi d'impresa oltre a disciplinare e migliorare istituti già esistenti tenta di prevenire le condizioni su cui si fonda la crisi e l'insolvenza individuando nelle procedure di allerta e nella composizione degli OCRI (Organismo di composizione della crisi d'impresa) la soluzione ideale, situazione che nella realtà modifica articoli del codice civile.

Il legislatore da individuato dei parametri per capire quando l'impresa è in crisi ed obbliga l'impresa ad assumere idonei modelli organizzativi con adeguati sistemi di controllo. Le procedure di allerta sono finalizzate all'emersione anticipata della crisi e salvaguardare la continuità aziendale. Si chiede all'imprenditore di non aspettare il momento nel quale ci sarà l'insolvenza nel tentativo di diminuire le simulazioni di una continuità che non esiste, chiarendo una volta per tutte che la crescita di fatturato non finanziato è l'anticamera dell'inferno.

Il legislatore ha demandato al consiglio nazionale dei dottori commercialisti l'individuazione degli indici generali che ogni impresa dovrà adottare ma ha previsto già delle valvole di sicurezza per evitare indicatori troppo rigidi, consentendo alle imprese di elaborare indici personalizzati attestati da un professionista, inserendo le giustificazioni in nota integrativa. Ha anche individuato alcune categorie di imprese che necessitano di indici particolari (startup innovative, società in liquidazione, società costituite da meno di due anni, Pmi innovative). Tutti individuati entro dicembre 2019 ed inseriti nella nota integrativa del bilancio al 31/12/2019.

In pratica i sistemi introducono aspetti organizzativi ed operativi. I primi risponderebbero alla domanda di cosa deve fare l'imprenditore per organizzare adeguatamente l'impresa e quindi tentare di fare un auto analisi per comprendere come organizzare al meglio attività di gestione, mentre l'aspetto di tipo operativo sarebbe dotarsi di un sistema di rilevazione del rischio crisi con l'utilizzo di indicatori che andranno ad analizzare squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario al fine di evidenziare la sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e quindi delle prospettive di continuità aziendale. Gli indicatori dovranno sicuramente tener presente anche aspetti qualitativi come l'onorabilità dei vertici, il settore in cui opera l'azienda, presenza o meno di incentivi pubblici, etc ed andranno letti in senso negativo, ovvero evidenziando l'impossibilità di una continuità.

La norma detta le disposizioni di modalità organizzative e di composizione dell'organismo (OCRI) volto a gestire le procedure di allerta e le modalità di individuazione dei parametri tesi ad individuare l'insorgere della situazione di crisi. Ai sensi dell'Art. 19 del codice il debitore può formulare Istanza all'OCRI – segnalazione che può pervenire anche dagli organi di controllo societari (sindaci o revisori) o da creditori pubblici qualificati - affinché l'Organismo fissi un termine non superiore a tre mesi – prorogabile fino ad un massimo di ulteriori tre mesi solo in caso di positivi riscontri delle trattative – per la ricerca di una soluzione concordata della crisi d'impresa, incaricando il relatore di seguire le trattative. I creditori hanno il dovere di collaborare lealmente con il debitore e con i soggetti preposti alle procedure di allerta e composizione assistita della crisi e di rispettare gli obblighi di riservatezza sulla situazione del debitore e sulle iniziative assunte .

Il legislatore ha posto l'accento sulla riservatezza in quanto da più parti ci si è resi conto che una delle cause per cui l'emersione della crisi non è tempestiva e si evidenzia quando ormai è troppo tardi è la paura dell'imprenditore nel pubblicizzare la condizione dell'azienda a clienti e competitors con le conseguenza che tali esternazioni potrebbero comportare a livello di credibilità.

Gli strumenti di allerta e le procedure di composizione della crisi devono diventare l'occasione per lo sviluppo di una cultura volta ad una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti nella vita aziendale, dall'imprenditore alle banche passando per i creditori onde valorizzare la natura negoziale di questi processi, introducendo efficienza e rapidità indotta da capacità decisionale fatta di competenza e professionalità.

A questo fine si ritiene che divenga centrale il ruolo di professionisti esperti nel controllo di gestione e nella risoluzione di crisi d'impresa che affianchino l'imprenditore nelle scelte strategiche e nella conduzione operativa dell'azienda.

Misura di Allerta – Un sistema dal quale non si scappa, che porta il debitore a scoprire le carte da subito.

Editoriale: - . Più popolare di lui, solo George Washington - Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa. - Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea -FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool". - Nuovi Obblighi del Made in Italy-

SOMMARIO Anno 18 - n° 25 23 giugno 2019
1.1 editoriale
Più popolare di lui, solo George Washington
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte sempre più su, il burro non arresta la caduta. Grana: qualche novità
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa.
7.1 sicurezza alimentare Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea
7.2 sport eventi FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool".
8.2 italian sounding Nuovi Obblighi del Made in Italy
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
10.1 eventi export Il Parmigiano Reggiano vola a New York
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

 

(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)  

 

cibus-25-23giu19-COP.jpg

 

 

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cresce ancora la raccolta differenziata di rifiuti in Emilia-Romagna: nel 2018 è arrivata al 68%, + 3,7%. Incrementi in tutte le province: 128 Comuni (il 39%) raggiungono con due anni di anticipo l'obiettivo del 73% fissato dal Piano regionale. In 93 oltre l'80%. I dati nei territori. L'assessore Gazzolo: "Risultato molto buono, frutto di un lavoro collettivo e delle politiche condivise con il Piano regionale. Il +3,7% rappresenta l'incremento più forte degli ultimi anni e con questo andamento supereremo agevolmente l'obiettivo fissato per il 2020".

Bologna – 

Cresce la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna, che raggiunge in media il 68%, superando in diversi Comuni, con due anni di anticipo, gli obiettivi fissati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr).

In particolare, 128 Comuni (il 39% dei 329 totali) hanno già raggiunto il target fissato dal Prgr, che prevede di arrivare al 73% di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Emilia-Romagna nel 2020. 

In 93 Comuni (il 30% degli enti), inoltre, tale soglia è stata raggiunta o superata, toccando o andando oltre quota 80% di raccolta differenziata, mentre in 14 Comuni (4%) si è arrivati al 90% e oltre.

Dai dati 2018, relativi a tutte le province dell’Emilia-Romagna, emerge che la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata in media in regione al 68% (era il 64,3% nel 2017). Incrementi in tutte le province: in quella di Parma la differenziata si attesta al 78,3% (+0,7% sul 2017), a Reggio Emilia al 77% (+5,7%), Ferrara al 76,2% (+8,2%), Modena al 70,7% (+2,9%), Piacenza al 68,7% (+7,6%), Rimini al 66,6% (+3,1%), Bologna al 63,8% (+4,8%), Forlì-Cesena al 56,6% (+0,2%), Ravenna al 55,9% (+1,1).

In particolare, se la produzione totale dei rifiuti urbani nel 2018 è stata pari a 3 milioni di tonnellate (con un aumento contenuto rispetto al 2017) continua in maniera costante la crescita della raccolta differenziata che consente di recuperare oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2018, diminuendo in modo sensibile l’indifferenziato residuo

I dati registrano +3,7% sul 2017 e +6,8% sul 2016, anno di entrata in vigore del Piano regionale dei rifiuti. I rifiuti indifferenziati sono in calo del 6,8% rispetto al 2017.

“Si tratta di un risultato importante e molto buono, frutto anche delle politiche promosse dal Piano regionale”, sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo. “Un risultato al quale hanno lavorato da protagonisti i Comuni e i gestori, con la collaborazione attiva dei cittadini dell’Emilia-Romagna. Con questo andamento positivo raggiungeremo agevolmente l’obiettivo del Piano per il 2020”.

Guardando agli obiettivi del Prgr, sono positivi anche i risultati negli 81 Comuni che hanno applicato la tariffazione puntuale: sono 43 (sui 79 totali) quelli con l’80% o più di rifiuti differenziati e 11 (sui 14 totali) quelli che hanno raggiunto il 90% di raccolta differenziata.

Facendo, invece, riferimento agli obiettivi fissati nelle norme nazionali, il 54% dei Comuni dell’Emilia-Romagna ha già superato la quota del 65%.

Per quanto riguarda le diverse tipologie di rifiuto, si segnala un miglioramento generalizzato: la percentuale maggiore di differenziata riguarda il verde (21%), la carta (19,3%) e l’umido (15,4%). Seguono legno e vetro (8,6% ognuno); plastica (7,5%); rifiuti da costruzione e demolizioni (4,4%) e ingombranti (4,2%); i cosiddetti “altri rifiuti” come acidi, batterie, farmaci, oli, vernici, (3,7%); rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade (2,8%); metalli (1,5%); Raee (1,2%) e compostaggio domestico (1%). 

 

Per il tratto medio padano del Grande Fiume che unisce ben 85 Comuni il sogno della candidatura coordinata dall’Autorità di Distretto è diventato realtà grazie alla proclamazione avvenuta oggi a Parigi dove il Segretario Generale Meuccio Berselli ha ricevuto il riconoscimento nella sede dell’UNESCO.

Parigi, 19 Giugno 2019 –

A poco più di un anno dalla presentazione pubblica della candidatura a Riserva Biosfera Mab UNESCO del tratto medio padano del Po è arrivato oggi a Parigi – nella prestigiosa sede dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – l’ambito riconoscimento che promuove grazie alla proclamazione ufficiale il progetto italiano coordinato dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po e sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e dal Governo in quest’ultimo decisivo sprint finale verso il traguardo ora raggiunto.

La decisione della promozione a Riserva Mab di PoGrande è arrivata nel corso della trentunesima sessione del Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MaB che si sta svolgendo nella capitale francese dal 17 al 21 Giugno e l’ufficialità è stata comunicata direttamente al Segretario Generale del Distretto Po Meuccio Berselli in rappresentanza dell’ente ministeriale, di tutto lo staff tecnico che ha redatto il dossier posto successivamente all’attenzione e alla vigilanza della Commissione Internazionale e dei qualificati ed imprescindibili partners che hanno contribuito alla realizzazione della proficua intesa territoriale.

Inizialmente infatti i comuni che avevano aderito con entusiasmo la candidatura erano una sessantina ed in soli dodici mesi quell’elenco, già corposo, ha raggiunto 85 amministrazioni locali in possesso delle caratteristiche ambientali più idonee per poter rappresentare a pieno titolo e con autorevolezza PoGrande all’interno della Riserva MaB UNESCO; gli stessi 85 comuni si distribuiscono lungo il tratto medio del Po in 3 regioniLombardia, Emilia Romagna e Veneto e 8 province (Cremona, Lodi, Pavia, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rovigo).

L’iter burocratico del dossier PoGrande ha avuto un sostegno decisivo e fattivo da parte dei compagni di cammino verso l’ottenimento del riconoscimento a partire, tra gli altri, dalle Regioni Lombardia, Veneto Emilia Romagna Legambiente Emilia Romagna, Università degli Studi di Parma, Fondazione Collegio Europeo.

Da oggi - ha commentato dalla sede UNESCO il Segretario Generale Meuccio Berselli – i territori che abbiamo messo in rete hanno uno strumento di straordinario valore per migliorare il loro ambiente e renderlo attrattivo in forma collettiva a beneficio comune sia di chi abita questi luoghi suggestivi sia per i migliaia di turisti ed interessati che fino ad ora hanno vissuto habitat, paesaggio e ricchezze culturali e produttive in modo disomogeneo. Ringrazio sentitamente il Ministero dell’Ambiente, il Governo, le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, i comuni e tutti i partner a partire da Legambiente Emilia Romagna, Fondazione Collegio Europeo e Università di Parma e tutti coloro che hanno creduto nell’impresa. Con PoGrande vogliamo infatti unire con una progettualità concreta ciò che il fiume divide, comprensori territoriali confinanti che, pur mantenendo singolari caratteristiche da area ad area, sono inscindibilmente legati da valori comuni connessi all’habitat, alla biodiversità, alla cultura, alle tradizioni ai mestieri e ai rilevanti valori delle produzioni di eccellenza agricola ed industriale”.

 

Il vitigno reggiano presentato – anche attraverso un libro del sommelier Palombella – a Roma. Il presidente Zanni: “Aziende, uomini e istituzioni uniti per promuovere questa eccellenza”.

Reggio Emilia

Un altro, importante passo in avanti nel percorso di promozione e valorizzazione della Spergola, un ottimo e poliedrico vitigno reggiano che sta riscuotendo sempre più successo anche fuori dai confini provinciali. E’ stato compiuto questa mattina a Roma, alla Camera dei deputati, dapprima in sala stampa – dove è stato presentato il libro “Spergola. Un vitigno reggiano: viaggio tra storia, vitigno e territorio” di Gaetano Palombella dell’Associazione italiana sommelier – poi ovviamente al ristorante, dove la Compagnia della Spergola ha promosso la degustazione di un vino che può davvero essere apprezzato in tanti modi: come bianco tranquillo, ma anche in versione frizzante (secco, semisecco, dolce), spumante o passito.

L’iniziativa è stata promossa, in collaborazione con la parlamentare reggiana Antonella Incerti, dalla stessa Compagnia della Spergola, nata su impulso del Comune e di quattro cantine di Scandiano nel 2011 e via via allargatasi arrivando oggi a comprendere altri produttori ed altri 7 Comuni: Albinea, Bibbiano, Casalgrande, Castellarano, Quattro Castella, Viano e Vezzano. Rappresentanti di queste cantine, sindaci di questi comuni – oltre a Matteo Nasciuti di Scandiano e a Giorgio Zanni, primo cittadino di Castellarano e presidente della Provincia di Reggio Emilia, anche quelli di Albinea, Bibbiano, Casalgrande, Quattro Castella e Vezzano - insieme a tanti altri produttori e sommelier erano questa mattina alla Camera dei deputati a testimoniare il lavoro di squadra di aziende e uomini che hanno investito tanto, anche sul piano personale e culturale, e di pubbliche amministrazioni che hanno condiviso questa scommessa territoriale impegnandosi in un circuito di eventi di promozione e valorizzazione della Spergola. Presenti anche i parlamentari reggiani Delrio, Rossi e Castagnetti ed il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella.

La passione e l’impegno delle amministrazioni ed in particolare della Provincia di Reggio Emilia, “che è presente oggi e lo sarà anche domani a fianco di progetti come questo”, è stata sottolineata dal presidente Giorgio Zanni, che ha “ricordato il valore di un territorio ad alta vocazione all'export come il nostro, grazie a tante eccellenze reggiane che vengono esportate nel mondo non solo in settori industriali, ma anche nell’agroalimentare”.

Il presidente Zanni si è quindi rivolto ai produttori ringraziandoli “per la vostra operosità e imprenditorialità, anche femminile e giovanile” e per aver contribuito “con la vostra passione, le vostre idee, con lavoro e investimenti, a fare di Reggio Emilia la seconda provincia italiana per minor tasso di disoccupazione”. “Il cuore, la generosità che state mettendo in questo progetto è uno dei tratti distintivi del nostro territorio che ci ha sempre fatto e continuerà a farci emergere”, ha aggiunto. 

Cuore e generosità testimoniate anche da Gaetano Palombella dell’Associazione italiana sommelier, l’autore – a titolo gratuito – del volume “Spergola. Un vitigno reggiano” che sta riscuotendo ottime vendite anche su Amazon ed il cui ricavato sarà donato al Grade.

Piacenza, 18 giugno 2019 - Sabato 22 giugno dalle ore 18, presso la Conca di Isola Serafini, acqua e musica saranno protagoniste di un suggestivo spettacolo sonoro il cui progetto artistico – intitolato "Un Po di musica. Suoni e storie del Grande Fiume"- è a cura del Conservatorio di Musica "G. Nicolini di Piacenza".

Al progetto sonoro collaborano, unitamente al Conservatorio, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, il Comune di Monticelli d'Ongina (responsabile della logistica e della sicurezza dell'evento) e AIPo - Agenzia Interregionale per il fiume Po (in qualità di supervisore).

Sponsor dell'iniziativa:ENEL Green Power e Bulla Sport.
Per il Consorzio di Bonifica e il Conservatorio questo concerto dà continuità ad un percorso iniziato lo scorso anno dove acqua e musica creano un connubio unico nel suo genere e spettacolare da vedere.
Il progetto "Un Po di musica. Suoni e storie del Grande Fiume" nasce dalla volontà di sensibilizzare le nuove generazioni di musicisti al grande patrimonio sonoro, storico, naturalistico, antropologico rappresentato dalle vie d'acqua (in questo caso il PO) che caratterizzano il nostro paesaggio.

Presenti installazioni sonore e un concerto dal vivo realizzati dagli allievi dei corsi di Musica Elettronica, Musica Applicata, Tecnico del Suono, Composizione, Musica per strumenti a fiato:
le installazioni saranno collocate sulla scala del mandracchio e sulla riva sinistra a valle (ventiquattro altoparlanti saranno distribuiti lungo la riva e il pubblico potrà passeggiare liberamente fra essi creando un personale racconto del fiume Po fatto di relazioni fra passato e presente acustico). Il concerto dell'ensemble Nuages si svolgerà su un pontone appositamente ormeggiato nel mandracchio; in programma Musiche di Haendel (dalla suite Water Music) e di allievi della Scuola di Composizione.

Al termine del concerto sarà a disposizione un aperitivo, gestito dalla Cooperativa "Isola dei tre ponti" e preparato dalla mano esperta dello staff di "Antica Trattoria Cattivelli", al costo di 10 €.
Il pubblico potrà accedere su propri natanti. Se proveniente da località a valle, grazie a un'unica concata effettuata alle ore 17:30.

Per informazioni contattare gli operatori di conca ai seguenti numeri 335.6130385 - 348.8813060.

Le pesanti accuse mosse dalla Procura di Parma nei confronti del Presidente e dell'Amministratore Delegato di CFT hanno fatto crollare il titolo dell'azienda parmense, quotata in borsa dal 2018.

Di LGC Parma 19 giugno 2019 - Come riportato ieri da "Milano Finanza", le contestazioni avanzate dalla Procura della Repubblica di Parma sono relative a indagini sulle ipotesi di reato che riguardano agli articoli 81 pv. del Codice penale e 2621 del codice civile (concorso formale in reato continuato; false comunicazioni sociali) fra il 2013 e il 2016 e all'articolo 2 del D. Lgs. 74/2000 (nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto quanto alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) con riferimento agli esercizi 2015 e 2016, contestate all'amministratore delegato della società. Mentre al presidente e al consiglio di amministrazione gli inquirenti contestano gli articoli 81 cpv. c.p. e 2621 c.c.

Un lunedi nero, quindi, per la società di Parma, specializzata in impiantistica per il settore agroalimentare, che ha visto crollare il titolo del 38,43% . In un comunicato di "Chiarimento al Mercato" (di cui si allega testo integrale), emessodall'azienda in mattinata di martedi, gli amministratori riferiscono che i fatti oggetto di perquisizione sono riferiti a esercizi precedenti all'entrata in Borsa e che comunque sono confidenti di poter chiarire ogni fatto contestato.

CHIARIMENTO AL MERCATO

Parma, 18 giugno 2019 – CFT S.p.A. ("CFT" o la "Società"), in considerazione dell'andamento del titolo nella giornata di ieri sul mercato AIM Italia, nonché delle richieste di chiarimento giunte da diversi investitori relativamente al decreto di perquisizione e sequestro di documentazione notificato all'Amministratore Delegato e al Presidente della società, conferma la più ampia collaborazione con le autorità confidando nella correttezza del proprio operato.
A tal riguardo il presidente Roberto Catelli e l'Amministratore Delegato Alessandro Merusi hanno commentato:
"In relazione agli avvenimenti degli ultimi giorni, siamo confidenti che le indagini in corso dimostreranno la correttezza e la buona fede del nostro operato, avendo sempre gestito la società, anche precedentemente alla quotazione sul mercato AIM Italia, secondo principi di massima correttezza e trasparenza verso tutti gli stakeholder. Precisiamo altresì che ad oggi la società non è in grado di quantificare l'importo di un' eventuale contestazione, essendo le indagini ad un livello molto preliminare, fermo restando che informeremo tempestivamente il mercato non appena dovessero emergere ulteriori dettagli in tal senso. Nonostante l'attuale assenza di un dato certo, siamo più che confidenti che le contestazioni in questione non potranno minare i solidi fondamentali industriali del gruppo, in ragione dei quali confermiamo le linee guida e i target previsti dal piano di crescita. Rimaniamo assolutamente convinti del valore del progetto industriale del gruppo CFT di cui siamo i primi azionisti e come già fatto nelle ultime settimane, se ci saranno le condizioni e nel rispetto comunque della normativa vigente, proseguiremo ad acquisire sul mercato titoli della nostra società."

** *** **

CFT è la holding operativa del gruppo CFT, attivo a livello italiano e internazionale nella progettazione, sviluppo e produzione di macchine e impianti "chiavi in mano" destinati principalmente al settore del Food&Beverage.

** *** **

Il presente comunicato è disponibile sul sito di CFT www.cft-group.com  nella sezione Investor relations/Comunicati SDIR.

(in allegato il comunicato in originale)

La situazione del latte non sembra arrestare la sua crescita mentre, al contrario, il burro prosegue la sua corsa al ribasso. Il Grana Padano in leggero rialzo.

di Virgilio e Jacopo Parma 18 giugno 2019 -

LATTE SPOT – Non si ferma la congiuntura in salita del latte spot. Il crudo spot nazionale cresce tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero aumenta tra 39,69 e 40,72 €/100 al litro, mentre il latte scremato pastorizzato spot estero rincara la dose con + 7,9% sul prezzo, tra 20,70 e 21,74 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Non si arresta la discesa continua da quasi un mese dei derivati del latte. La borsa di Milano registra il segno meno per le diverse tipologie del burro, con maggiore intensità sul pastorizzato e sullo zangolato; la crema cala ancora lentamente. A Verona invariata la panna, ma crollano anche dei prezzi per entrambi gli zangolati reggiano e parmense.

Borsa di Milano 17 giugno 2019:
BURRO CEE: 3,60 €/Kg (-2,7%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,85 €/Kg. (-2,5%)
BURRO PASTORIZZATO: 2,00 €/Kg. (-4,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,80 €/Kg. (-5,3%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,72 €/Kg. (-1,1%)
MARGARINA maggio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 17 giugno 2019: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,82 – 1,92 €/Kg.

Borsa di Parma 14 giugno 2019 (- 6,0%)
BURRO ZANGOLATO: 1,50 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 18 giugno 2019 (-6,2%)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 17 giugno 2019 – Dopo settimane di fissità, il Grana Padano registra una leggera fluttuazione in aumento dei prezzi dei listini in tutte le forme di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (+0,6%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (+0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (+0,8%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (+0,8%)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 14 giugno 2019 – Al contrario, il Parmigiano Reggiano non subisce alcun cambiamento dei prezzi in tutte le sue classificazioni.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

@MulinoAlimentar #Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly 

 

 

lettiero-tendenze.jpg  

 

 

(per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

 Burro_Zang-PR.png

 

 

MULINO-FORMAGGI_trasparente.png

 

www.mulinoformaggi.it 

 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piacenza,18 giugno 2019 -  Tante le richieste di visite guidate agli impianti gestiti dal Consorzio: scolaresche, famiglie e gruppi di amanti del territorio e con la voglia di conoscere più da vicino la nostra provincia e le realtà e potenzialità degli impianti strategici per l'irrigazione e la difesa idraulica delle vallate.

E' stato ad esempio un gruppo di amici Rivergaresi, appassionati dei luoghi che hanno fatto da sfondo a una vita di ricordi, a prenotare una mattinata all'Aula Blu - nei pressi di Roveleto Landi- sulle rive del Trebbia:
"Siamo rivergaresi da sempre, qualcuno di noi, negli anni, si è trasferito in città o in altri paesi della provincia, ma in tutti è rimasto forte l'amore per il nostro territorio e per gli elementi che lo caratterizzano, acqua in primis. Questa visita ci ha permesso di rivivere alcuni ricordi e di conoscere meglio la Val Trebbia e il funzionamento di un impianto e di un sistema gestionale di cui non conoscevamo tutti i dettagli. E' importante e lodevole che un Ente come il Consorzio permetta a giovani e meno giovani di vivere momenti di educazione ambientale intesa come relazione tra uomo e territorio. Sicuramente visiteremo altri impianti e il primo sarà la diga di Mignano; ne approfitteremo per godere del lago e delle aree attrezzate in prossimità dell'invaso" è questo il pensiero espresso a più voci dal gruppo.

"Il Consorzio ha in gestione molti beni naturali e l'esercizio di impianti e infrastrutture che tutti dovrebbero conoscere da vicino per apprezzarne il valore. Le vie d'acqua caratterizzano il paesaggio e il nostro motivo di esistere. Come Ente siamo lieti e sempre disponibili ad accompagnare chi ne fa richiesta" commenta Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

L'aula Blu sul Trebbia è una sede didattica a disposizione di scuole e non solo allestita dal Consorzio di Bonifica in collaborazione con il Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza e la Società Piacentina di Scienze Natuali. Al suo interno e nelle immediate vicinanze è possibile effettuare percorsi e progetti legati alla storia del territorio alla geologia, ai fiumi piacentini ecc.

Il Consorzio è l'Ente preposto alla valorizzazione dei beni naturali con particolare riferimento alle risorse idriche, sia ad uso agricolo che extra agricolo. Opera in 46 comuni della provincia di Piacenza - su un'estensione territoriale di circa 260.000 ettari - e principalmente gestisce: 2.400 km di canali; 5 impianti idrovori di difesa idraulica e 2 di sollevamento irriguo (lungo la fascia costiera del Po); 3 casse di espansione (a Piacenza, San Nicolò, Borgonovo V.T.); 2 dighe (Molato in comune di alta Val Tidone e Mignano in comune di Vernasca); 132 km di strade e 50 acquedotti rurali in territorio montano.

L’evento Food&Beverage più importante del Nord America si terrà dal 23 al 25 giugno presso il Jacob Javits Center di Manhattan. Il Consorzio sarà presente con il proprio stand e organizzerà due eventi: il 23 giugno rivolto al mondo trade e il 25 giugno con la stampa newyorkese. 

Reggio Emilia –

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano volerà a New York City dal 23 al 25 giugno per partecipare a Summer Fancy Food Show (SFFS), l’evento dedicato al mondo del Food&Beverage più grande del Nord America. Sono ben 2.600 gli espositori che, in arrivo da 54 paesi, metteranno in mostra al Jacob Javits Center di Manhattan oltre 200.000 prodotti agroalimentari.

 

Il Parmigiano Reggiano sarà tra questi: lo stand è il numero 2901, situato al Level 3. Le attività del Consorzio a SFFS si svilupperanno lungo tre direttive: incontri one-to-one con i partner commerciali presso lo stand fieristico, un evento trade e un evento che avrà come target la stampa food e lifestyle. Il primo appuntamento in ordine temporale sarà l’evento trade, che si terrà domenica 23 giugno alle ore 17.00 sul rooftop dell’Hotel Americano nel quartiere di Chelsea, a Manhattan: il presidente Nicola Bertinelli incontrerà i più importanti player americani per raccontare i valori del prodotto e le nuove iniziative del Consorzio per promuovere il prodotto negli States.

 

Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato export del Re dei Formaggi – dopo la Francia - con 10.439 tonnellate di prodotto spedito oltreoceano nel 2018 (+ 15% rispetto al 2017). Ricordiamo che il Parmigiano Reggiano è sempre di più proiettato sui mercati esteri e nel 2018 ha raggiunto e superato il 40% di quota export, con una crescita a volume del + 5,5% rispetto all’anno precedente.

 

Il mercato americano ci sta dando enormi soddisfazioni. Sebbene il Parmigiano Reggiano sia costretto a lottare tutt’oggi con prodotti similari (parmesan) che possono trarre in inganno i consumatori e sottrarci quote di mercato, le nostre aziende hanno incrementato sensibilmente le vendite negli States ( +15%): ciò dimostra che il consumatore americano apprezza il valore del nostro prodotto ed è capace di distinguerlo dagli altri prodotti sul mercato che nulla hanno a che fare con il nostro rigido disciplinare di produzione e il nostro territorio”, dichiara Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

 

L’altro evento-chiave della trasferta a New York sarà quello rivolto ai top influencer e ai giornalisti food e lifestyle più autorevoli del panorama americano. L’appuntamento è per martedì 25 giungo al ristorante Nishi del celebrity chef David Chang - protagonista del documentario Ugly Delicious, in onda su Netflix - per una degustazione e una cena a base di Parmigiano Reggiano. Un evento esclusivo che vedrà la partecipazione del presidente Nicola Bertinelli e che conferma ancora una volta il ruolo strategico delle attività e dagli investimenti in PR e media relation. 

“Gli Stati Uniti hanno tutte le potenzialità per diventare il primo mercato export del Re dei Formaggi – afferma Bertinelli –spetta a noi cogliere queste opportunità. In questo senso, è importante incontrare i nostri target di riferimento, in particolare il mondo Ho.Re.Ca., i grocery store, la grande distribuzione e i media che possono diventare ambasciatori del ‘vero’ Parmigiano Reggiano in terra americana”.

Martedì, 18 Giugno 2019 12:15

Nuovi Obblighi del Made in Italy

di Mario Vacca, Parma 18 giugno 2019 - Con l'approvazione di un emendamento da parte delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera al decreto Crescita (D.L. n. 34/2019), si introduce una modifica all'art. 31 "Marchi storici".

Le imprese del Made in Italy, titolari di marchi registrati da almeno 50 anni, dovranno notificare tempestivamente al Ministero dello Sviluppo Economico le informazioni relative al progetto di chiusura o delocalizzazione dello stabilimento, a pena dell'applicazione di una sanzione fino a 50 mila euro.

L'obbligo informativo "salva-posto di lavoro" non vale solo per le imprese titolari o licenziatarie di un marchio iscritto nel registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, introdotto dal decreto Crescita, ma anche per marchi d'impresa registrati da almeno 50 anni o per i quali sia possibile dimostrare l'uso continuativo da almeno cinquanta anni. L'obbligo scatta in caso di cessazione dell'attività svolta o delocalizzazione della stessa al di fuori del territorio nazionale e vale per i marchi utilizzati per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati in un'impresa produttiva nazionale di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale.

Altri due emendamenti approvati dalle Commissioni prevedono contrariamente alcuni benefici per i produttori italiani che vendono all'estero tra i quali un credito d'imposta, pari al 50%, delle spese sostenute per la tutela legale dei prodotti, inclusi quelli agroalimentari, vittime del famigerato "Italian Sounding"

LA TRASFORMAZIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA A PIACENZA: UNA SFIDA PER IL FUTURO - 

In questi ultimi anni, il Comune di Piacenza ha avviato e sta portando avanti convintamente un'importante trasformazione nelle modalità di raccolta differenziata e del porta a porta nella nostra Città. Iren, gestore dei servizi ambientali, affianca il Comune nella sfida ambientale che sta coinvolgendo tutti a vario titolo. Oggigiorno il problema della produzione e della corretta gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta uno dei temi centrali che il nostro mondo si trova ad affrontare. Pensare a tutelare il patrimonio più importante che abbiamo, l'ambiente, rappresenta una sfida non più procrastinabile e ciascuno di noi è chiamato a fare in concreto la sua parte, ogni giorno.

Piacenza è un importante capoluogo, oltre che polo logistico ed industriale con un elevato standard di innovazione e progresso: anche sul tema della sostenibilità è, quindi, necessario adottare soluzioni che vadano in questa direzione, sviluppando in tutti noi una sempre maggiore consapevolezza verso le tematiche ambientali. In questo Iren affianca il comune nelle sue scelte, che sono state quelle della corretta differenziazione dei rifiuti, che rientra appieno in questo percorso: infatti, tanto maggiore è la quantità di rifiuto differenziato che viene raccolto minore sarà il consumo di energia e di materie prime e maggiore la salvaguardia dell'ambiente.

Il progetto di trasformazione delle modalità di raccolta, approvato dalla Amministrazione Comunale, prevede una progressiva estensione del "porta a porta" ed è in linea con gli obiettivi dettati dal Piano d'Ambito della Provincia di Piacenza, deliberato il 25 settembre 2015, che prevede al 2020 il conseguimento di sfidanti risultati quali l'estensione della raccolta domiciliare al 92,9% degli abitanti (con solo il restante 7,1% che manterrà il modello di raccolta di prossimità) ed il raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata pari a 67,9% (nel 2018 siamo saliti significativamente già oltre al 67%) oltre ad una produzione massima pro capite annuale di rifiuto indifferenziato di 150 Kg.

Ed è proprio lo stesso Piano che specifica le tipologie di rifiuto oggetto della raccolta domiciliare. In questa direzione si colloca il processo che vede l'assegnazione di set di contenitori (privati o condominiali) per la raccolta domiciliare delle varie frazioni e la contestuale progressiva rimozione dei cassonetti per la raccolta stradale dei rifiuti indifferenziati. Una soluzione tecnica che, come dimostra l'esperienza degli altri quartieri dove il sistema è già stato introdotto, si è rivelata efficace per incrementare le percentuali di differenziata. Per anni la città di Piacenza è rimasta ferma con una raccolta prevalentemente stradale che non ha mai consentito di raggiungere percentuali elevate, ci si attestava sul 59%. Nella primavera 2018, di concerto con l'Amministrazione Comunale, è stata introdotta la raccolta porta a porta nella zona limitrofa a Viale Dante: questa trasformazione ha comportato effetti positivi sulle percentuali di differenziata. Al 31 dicembre 2018 Piacenza ha chiuso con 61,5% di raccolta differenziata (64% con proiezione annuale). Soluzioni tecniche simili sono state adottate ed ancora oggi in uso in contesti territoriali vicini e simili che hanno consentito di raggiungere e oltrepassare soglie prossime all'80% di raccolta differenziata.

Non va inoltre dimenticato che, a supporto della raccolta differenziata e del servizio di raccolta domiciliare, nel Capoluogo sono presenti tre Centri di Raccolta, situati in via XXV Maggio, via Pastore e Strada Valnure, presso i quali è possibile conferire i rifiuti differenziati.

Informazioni e segnalazioni: quali sono i canali diretti di contatto?

L'introduzione della raccolta porta a porta è stata preceduta da una massiva e capillare campagna di informazione: incontri pubblici, lettere alla cittadinanza, distribuzione di materiale informativo, affissioni di manifesti stradali, allestimento di un Punto Informativo, incontri con gli amministratori e con le associazioni, banner sui siti dei media web locali, comunicati stampa. Per avvisare la cittadinanza a partire dal 29 aprile è stata anche realizzata una campagna di affissioni; sono state effettuate inserzioni sulle testate on-line e sul quotidiano Libertà e distribuite locandine negli esercizi pubblici e nei condomini.

Il materiale presentato agli incontri e distribuito ad ogni famiglia comprende il Calendario di raccolta per conoscere i giorni e gli orari in ogni zona e via, l'Opuscolo per sapere cosa va differenziato e il Rifiutologo che presenta in ordine alfabetico diversi oggetti affinché possano essere conferiti correttamente. E' stato anche realizzato un depliant, "La raccolta differenziata parla tutte le lingue", che attraverso le immagini risolve i dubbi sul "dove lo butto?" ed è tradotto in inglese, francese, spagnolo, rumeno, cinese, arabo.

Il tutto con un unico scopo, quello di informare compiutamente i cittadini sui fini della nuova raccolta e sulle modalità operative.

Filo diretto con Iren: per informazioni, richieste e segnalazioni relative ai servizi di raccolta differenziata e igiene urbana è disponibile il Customer Care Ambientale Iren, contattabile al Numero Verde 800-212607, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 17:00 e il sabato delle ore 8:00 alle ore 13:00. È anche possibile inviare una e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Fase di messa a punto del servizio: i tecnici di Iren sono a disposizione per individuare le migliori soluzioni rapportate alla specifica natura dei luoghi, tenendo conto, per quanto possibile, delle esigenze dei singoli e di concerto con la Amministrazione Comunale.

Quanti sono gli abitanti coinvolti nell'anello del centro storico?

La raccolta porta a porta è stata attivata nell'anello del centro storico di Piacenza, e coinvolge circa 12.500 abitanti. Dal 23 aprile al 25 maggio sono state consegnate le dotazioni condominiali/famigliari: circa 2.000 contenitori per l'indifferenziato (da mastelle 40 lt a volumetrie maggiori, 1100 lt) e circa 5.000 contenitori per le differenziate (organico, pb e carta). Parallelamente alla raccolta porta a porta nella zona dell'anello del centro storico, in accordo con l'Amministrazione Comunale, è partita l'attività di raccolta di Plastica e Barattolame in un unico contenitore.

Cosa è cambiato per i residenti del dentro monumentale?

Nulla è cambiato per i residenti del centro monumentale nel quale è stata mantenuta la raccolta porta a porta preesistente. Nel centro storico monumentale la raccolta differenziata di rifiuto indifferenziato (bisettimanale), carta (settimanale), plastica e barattolame (bisettimanale) è attiva dal 2009. Il rifiuto indifferenziato non viene raccolto in contenitori, ma in sacchi neri forniti da Iren. Nel centro storico monumentale - ovvero nel perimetro compreso tra via Roma, via Cavour, via Cittadella, primo tratto di via Borghetto (fino all'incrocio con via Poggiali), via sant'Eufemia, via Taverna dal civico 771 (dispari) e 74 (pari), via Nova, via San Siro, via Scalabrini fino a Piazzetta San Paolo, Via Alberoni dopo incrocio con Via Tibini - la raccolta prosegue quindi con le modalità già in vigore.

Cosa accade dopo la raccolta differenziata?

Tutte le frazioni differenziate sono avviate al recupero tramite i Consorzi di filiera. La commistione di rifiuti a valle delle raccolte differenziate è impossibile: ogni filiera è separata dall'altra e viene indirizzata al riciclo.

Consorzi di Filiera: Il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi collabora con i Comuni in base a specifiche convenzioni regolate dall'Accordo quadro nazionale ANCI-CONAI e rappresenta per i cittadini la garanzia che i materiali provenienti dalla raccolta differenziata trovino pieno utilizzo attraverso corretti processi di recupero e riciclo. Il CONAI indirizza l'attività e garantisce i risultati di recupero di 6 Consorzi dei materiali: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), carta/cartone (Comieco), legno (Rilegno), plastica (Corepla), vetro (Coreve). Altri consorzi di filiera, per citarne alcuni, sono COBAT Raee per la gestione dei rifiuti elettronici, COBAT Tyre per la gestione dei pneumatici in disuso, COBAT Ripa per la gestione delle pile e degli accumulatori esausti, CONOU Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, CONOE Consorzio Nazionale per la raccolta e smaltimento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti.

Agenti Accertatori: chi sono e cosa fanno?

La figura degli Agenti Accertatori è prevista dalla Legge Regionale sull'economia circolare (16/2015) per potenziare le azioni di informazione, vigilanza e controllo sul territorio regionale. Essi non sono semplici dipendenti di Iren. Per divenire Agente occorre frequentare un corso di formazione tenuto da ATERSIR. Al termine del corso i candidati devono superare una prova di esame. Solo a seguito del superamento dell'esame i candidati assumono la qualifica di Agente Accertatore e si affiancano ai Vigili del Corpo della Polizia Municipale, ai Vigili Ambientali, e alle Guardie Ecologiche Volontarie come ulteriore punto di riferimento sul territorio. A Piacenza gli agenti accertatori sono due.

Essi esercitano una azione di controllo sul territorio, innanzitutto in chiave formativa ed informativa. Favoriscono le corrette modalità di gestione dei rifiuti ed i comportamenti ecovirtuosi. Riducono i fenomeni di degrado legati alla mancanza di rispetto delle regole che sono, ad esempio, alla base dei sistemi di raccolta differenziata porta a porta. Capita spesso che gli Utenti - nonostante le pervasive e insistenti campagne di informazione - non abbiano compreso appieno la portata delle innovazioni introdotte dai nuovi sistemi di raccolta e le relative regole tecniche. Gli Agenti Accertatori intervengono per informare e formare le persone alle nuove forme di raccolta. Solo in caso di renitenza e di deliberata inosservanza delle norme, gli Agenti intervengono in chiave sanzionatoria, applicando quanto previsto dai regolamenti comunali e da Atersir. In questa loro funzione gli Agenti Accertatori sono pubblici ufficiali ed hanno piena potestà ispettiva sugli abbandoni dei rifiuti e sugli errati conferimenti, al pari delle altre forze dell'ordine. Hanno dunque anche il dovere di notificare i verbali di contestazione ai sanzionati e assolvere le pratiche per l'applicazione delle sanzioni.

Editoriale: - Venti di guerra provenienti dal "Golfo" - Lattiero caseari. Shock sui prezzi del latte, Burro e crema ancora in discesa - Cereali e dintorni. Prezzi in forte rialzo -Un violento temporale, con grandinata, si è abbattuto sulla bassa parmense - Molti danni - FOTO - L'Emilia Romagna ancora seconda per export... -

SOMMARIO Anno 18 - n° 24 16 giugno 2019
1.1 editoriale
Venti di guerra provenienti dal "Golfo"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Shock sui prezzi del latte, Burro e crema ancora in discesa.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Nervosismo sui mercati e recupero 6elle semine statunitensi.
5.1 cereali e dintorni USDA nel complesso rialzista
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prezzi in forte rialzo
7.1 meteo Un violento temporale, con grandinata, si è abbattuto sulla bassa parmense - Molti danni - FOTO
7.2 pomodoro Protocollo d'intesa tra OI Pomodoro da industria del Nord Italia e Crea
8.1 export economia L'Emilia Romagna ancora seconda per export
8.2 ambiente acqua L'invaso sull'Enza non sarà l'unico,
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
9.2 agricoltura Danni maltempo, via libera all'anticipo del 50% degli aiuti PAC
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)

(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)  

 

cibus-24-16giu19.jpg

 

 

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Mario Vacca Parma, 16 giugno 2019 -  Il legislatore ha affidato al decreto crescita le norme per la modifica ai limiti per la nomina di sindaci e revisori nelle Srl previsti dall'attuale articolo 2477 del codice civile.

Il codice della crisi di impresa e dell'insolvenza ha abbassato le soglie previste per la nomina obbligatoria dell'organo di controllo o del revisore delle Srl inoltre interviene per regolare la mancata nomina dell'organo di controllo, attribuendo ai soci delle S.r.l. il potere di denuncia al Tribunale per gravi irregolarità degli amministratori. L'estensione dell'obbligo, con limiti ritenuti eccessivamente bassi, ha causato non poche polemiche per le problematiche che la norma potrebbe comportare a livello di gestione delle tantissime srl. A tal fine, con un emendamento al Decreto Sblocca Cantieri il legislatore ha apportato nuovamente modifiche ai limiti stabiliti che entreranno in vigore il 16 dicembre 2019.

L'esecutivo non solo ha previsto il raddoppio dei tre limiti previsti ma che l'obbligo di nomina scatti solo nel caso del superamento, per due esercizi consecutivi, di almeno due dei tre limiti, pertanto la nuova disposizione cosi limita:

 Totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro;
 ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro;
 dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 20 unità
Sarà sufficiente il superamento di soltanto uno dei rappresentati limiti, mentre la norma attuale prevede il superamento di ben due limiti.

Il monitoraggio che fa scattare l'obbligo previsto nel nuovo articolo 1477 c.c., riguarda i due esercizi antecedenti la scadenza per l'adeguamento dello statuto (fissato in nove mesi dall'entrata in vigore della norma di cui all'articolo 379 e, per l'effetto, dell'articolo 2477 c.c.). Al contempo il legislatore della riforma precisa che l'obbligo di nomina dell'organo di controllo o del revisore (di cui alla lettera c) del nuovo III comma) cessa quando, per tre esercizi consecutivi, non è superato alcuno dei predetti limiti.

Nell'articolo trova anche spazio la tutela per quelle società che in ordine ai più stringenti limiti introdotti dal 16 marzo scorso dall'articolo 379 del Dlgs n.14 del 2019, hanno provveduto alla nomina dell'organo di controllo o del revisore, infatti si dispone che la sopravvenuta insussistenza dell'obbligo di tale nomina per la società, costituisca giusta causa di revoca della nomina stessa.

A tal punto in seguito alla conversione in legge del decreto crescita le società a responsabilità limitata che avessero già nominato l'organo di controllo sulla base dei precedenti limiti potranno procedere alla revoca invocando la "giusta causa".
Naturalmente le società non più soggette all'obbligo che volessero mantenere il revisore potranno farlo semplicemente non formalizzando la revoca. Si parlerà quindi di revisione volontaria.

Per ogni approfondimento: https://www.gruppor1.eu/public/userfiles/files/R1_Temporary%20Management.pdf 

 

Mario Vacca:https://www.gazzettadellemilia.it/economia/itemlist/user/981-la-bussola-soluzioni-d-impresa.html 

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell'impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d'impresa.Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari. Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l'efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.

Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano. Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali. Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l'unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti

Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Telefono: ‭+39 347 2955391‬

 

Piacenza, 15 giugno 2019 - Il reticolo idraulico destinato all'irrigazione è pronto alla distribuzione della risorsa e Il sistema di telecontrollo degli impianti è stato efficientato.

"Mediamente, ogni anno, distribuiamo 85 milioni di metri cubi di acqua contribuendo ad un valore della produzione agricola (fatturato) della provincia di Piacenza di circa 512 milioni di euro con un indotto generato di 5 volte" commenta Fausto Zermani Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

Il Consorzio di Bonifica di Piacenza opera in 46 comuni dalla provincia di Piacenza su un'estensione territoriale di circa 260.000 ettari. Ad essere attrezzati sono circa 44.200 ettari di cui 25.000 quelli irrigati da risorsa distribuita dal Consorzio.

Lo schema irriguo gestito dall'Ente è strutturato in tre diversi distretti in base alle fonti di approvvigionamento:
- Trebbia con prese fluenti a gravità;
- Tidone con invaso artificiale (diga del Molato) e sollevamento meccanico (impianto idrovoro di sollevamento di Pievetta);
- Arda con invaso artificiale (diga di Mignano) e con presa da acque fluente sollevata meccanicamente da Po (impianto idrovoro di sollevamento San Nazzaro);

DISTRETTO IRRIGUO DEL TREBBIA
Ad oggi, per la stagione irrigua 2019, il Consorzio ha completato gli interventi di manutenzione dei canali e, rispetto agli altri anni, lo ha fatto esclusivamente con personale e mezzi dell'Ente. Completati anche gli interventi di arginatura per la derivazione dell'acqua in Trebbia sui rivi comuni di destra e sinistra e in fase di realizzo quelli per il Rivo Villano. Infine implementato il sistema di telecontrollo che gestisce gli impianti dell'area: ora il sistema in uso permette di avere un'unica piattaforma che gestisce le infrastrutture di difesa idraulica (Finarda, Armalunga, Scovalasino, Fossadello, Zerbio e la cassa di espansione della Farnesiana) e di irrigazione (destra e sinistra Trebbia).
"L'acqua è presente nel reticolo dei rivi comuni di destra e sinistra da inizio primavera; di questo a trarne beneficio sono le falde, la flora, la fauna e l'esaltazione della biodiversità. Grazie all'efficientamento del sistema di telecontrollo il Consorzio riuscirà ad essere più tempestivo sia nella gestione ordinaria che in emergenza. Per quanto riguarda Sant'Agata il Consorzio è impegnato e determinato a proporre nuove soluzioni che riportino l'attingimento dell'acqua a quelle che sono le condizioni storiche nel pieno rispetto delle normative ambientali e del DMV" Commenta Fausto Zermani.

La rete irrigua è alimentate a gravità. Sono presenti canali a cielo aperto, canali chiusi e canali in galleria. Sant'Agata, Cà Buschi e La Caminata sono le opere di derivazione che convogliano l'acqua del torrente Trebbia ad uso irriguo attraverso tre adduttori principali: Rio Villano, Rio Comune di destra e Rio Comune di sinistra da cui si dipartono rispettivamente: 5, 24 e 15 canali secondari.

DISTRETTO IRRIGUO DEL TIDONE
"La preparazione dei canali in vista della prossima stagione è circa al 90%. La manutenzione è stata effettuata sia con mezzi propri che di terzi ma una parte maggiore, rispetto agli altri anni, è gestita internamente. Per quanto riguarda il telecontrollo: tutta l'interconnessione di valle, sia di bonifica che di irrigazione, è gestita da remoto. La parte di monte ha un sistema a sé" commenta Fausto Zermani.

La zona irrigua dell'area Tidone si estende dalla diga del Molato (7,6 milioni di metri mc la capacità di invaso autorizzata) sino al fiume Po e utilizza una fitta rete di canali di distribuzione delle acque composta da canali in terra e da condotte in ghisa, PVC ed acciaio.
Il reticolo è costituito da una rete di canali promiscui di 450 km posti nella Val Tidone e circa 200 km nell'area in sinistra Trebbia.
il comparto irriguo comprende due principali impianti:
- la condotta "Agazzano-Battibò" che ha origine nel Comune di Pianello Val Tidone, lungo il torrente Tidone, dove è presente una vasca di carico.
- l'impianto di sollevamento "Pievetta", in Comune di Castel San Giovanni, che preleva le acque dal Po e le rilancia, mediante altri tre impianti di sollevamento fino ai territori di Castelnuovo in Comune di Borgonovo Val Tidone.
I tre impianti di sollevamento sono, a partire da "Pievetta": "Caramello" in Comune di Castel San Giovanni; "RDB" in Comune di Borgonovo Val Tidone e "Bruso" in Comune di Borgonovo Val Tidone.

DISTRETTO IRRIGUO DELL'ARDA
"La preparazione all'irrigazione è quasi completata. Tanti gli interventi effettuati anche fuori dalla manutenzione annualmente eseguita in questo periodo: dalla posa di tratti di tubazione al controllo capillare della rete per efficientare la distribuzione, dal rinnovamento di manufatti a interventi di ripristino della canalizzazione per arrivare al miglioramento del sistema di telecontrollo delle infrastrutture presenti nella bassa pianura Arda" commenta Fausto Zermani

Nel distretto Arda ci sono 2 sistemi irrigui, uno sotteso alla diga di Mignano e l'altro denominato Arda Po.
La zona irrigua sottesa alla diga di Mignano ha una superficie complessiva di 15.392 ettari per una superficie attrezzata di 13.433 ettari, mentre gli ettari effettivamente irrigati sono circa. 4.000. L'approvvigionamento della risorsa irrigua è assicurato dalla diga di Mignano e da pozzi consortili. L'acqua dalla diga di Mignano viene rilasciata nel Torrente Arda fino alla traversa di Castell'Arquato dove viene intercettata ed immessa nei due canali principali ubicati uno in destra Arda (Principale di destra) ed uno in sinistra Arda (Canale Sforzesco).
Nella zona irrigua denominata Arda Po le acque vengono prelevate dal fiume Po, in località Scazzola di San Nazzaro in comune di Monticelli d'Ongina, e pompate attraverso un tratto di tubazione, che supera l'argine maestro, nel cavo valle per poi essere distribuite nella rete di canali promiscui.

 

Fallimento "Mercatone Uno": le novità sulla società maltese e il timore di riciclaggio delle banche italiane. Nuovi dati recuperati a Malta fanno emergere una traccia della società Star Alliance Limited, compagnia maltese che controlla al 100% la società milanese Shernon Holding Srl, protagonista del fallimento di Mercatone Uno.

Nei giorni scorsi tutti i media hanno riportato l'eclatante notizia del fallimento di "Mercatone Uno" lo storico marchio della grande distribuzione non alimentare, nato ad Imola alla fine degli anni Settanta. Come si è potuto apprendere a seguito del tam tam mediatico a partire dal mese di agosto del 2018, il marchio e la stragrande maggioranza dei punti vendita erano finiti sotto controllo della Shernon Holding Srl, società milanese a sua volta controllata al 100% dalla maltese Star Alliace Ltd.

Proprio alla luce di quanto accaduto, anche a Malta un team di giornalisti ha cercato di appurare di cosa si occupa questa azienda registrata nell'isola al centro del Mediterraneo.

L'Associazione Fornitori Mercatone Uno A.S., nata a Bassano del Grappa (Vicenza) per tutelare le imprese vittime di insolvenze avrebbe, quindi, fornito l'indirizzo presso cui avrebbe sede legale la Star Alliance Limited. Ma oggi nuovi dati recuperati a Malta fanno emergere una traccia della società Star Alliance Limited, compagnia maltese che controlla al 100% la società milanese Shernon Holding Srl, protagonista del fallimento di Mercatone Uno. Dopo la sede "fantasma" di Gzira recuperata da fonti italiane (non aggiornate) e non rinvenuta fisicamente, un ulteriore approfondimento tramite l'archivio del Registro Imprese Maltese ha portato alla luce un altro indirizzo: la nuova sede di Star Alliance Limited è a Ta' Xbiex, presso il Blue Harour Business Centre Level 1 – Yacht Marina, dove è situato un noto complesso di uffici aziendali.

Il trasferimento sarebbe avvenuto all'inizio di quest'anno, tra gennaio e marzo.Un'altra informazione rilevante riguarda la storia di questa compagnia: non è stata creata appositamente per l'operazione di acquisizione della catena di supermercati dopo il suo primo fallimento, in quanto risulta essere stata registrata il 5 dicembre 2002. Vale a dire circa sedici anni fa. Anche se non si conosce la natura della sua attività, passata e presente. Spulciando il ridotto organico, la figura chiave dell'azienda resta l'italiano Valdero Rigoni, in qualità di direttore, rappresentante legale e proprietario insieme al socio svizzero Michael Charles Thalmann. Risulta inoltre che tra febbraio e aprile 2019 il controllo di Shernon Holding sia passato dalle mani di Star Alliance Limited a quelle dell'azienda Maiora Invest, di proprietà sempre del duo Rigoni-Thalmann, con sede a Padova nella residenza di quest'ultimo. Malta sarebbe quindi uscita di scena con la cessione di 100% del capitale sociale pari a un milione di euro, nonostante Star Alliance sia ancora in vita, anche se inattiva.Il trasferimento da Malta all'Italia, secondo una ricostruzione del Corriere del Veneto pubblicata lo scorso 29 maggio, è motivato in una lettera di Nicola Muner, avvocato di Rigoni, indirizzata a uno degli amministratori straordinari. In questa missiva Muner spiega che le banche italiane non aprirebbero i rubinetti del credito a Shernon Holding a causa di perplessità (o forse anche pregiudizi) nei confronti di una società di diritto maltese, in riferimento a quello che viene definito l'«ormai quasi insormontabile scoglio rappresentato dalla normativa antiriciclaggio così come interpretata dagli istituti bancari italiani».Ora la questione resta quasi tutta italiana, con gli occhi puntati in particolare sulle responsabilità del ministero dello Sviluppo Economico: da qui, a cavallo tra la guida dell'ex ministro Carlo Calenda e dell'attuale Luigi Di Maio, sono state gestite le operazioni di cessione (con clausole di salvaguardia) della Mercatone Uno a Shernon Holding, e sempre da qui sarebbero dovuti arrivare i necessari controlli sull'operato dei nuovi acquirenti in relazione al piano di rilancio annunciato.

Ad oggi l'unico drammatico risultato, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" sono i 90 milioni di euro di debiti accumulati da Mercatone Uno nell'ultimo anno, 67 dei quali verso fornitori, e 1.800 dipendenti rimasti da un giorno all'altro senza lavoro, e senza preavviso. Le accuse tra i due titolari del dicastero sono reciproche, come vuole la prassi, ma gli approfondimenti sul loro operato nelle varie puntate di questa vicenda, si spera, faranno chiarezza.

 

(12 giugno 2019)

Batterio nel mix di formaggi grattugiati Per Te. Ministero salute segnala richiamo per presenza di Listeria monocytogenes

Il Ministero della Salute ha diffuso sul suo sito internet il richiamo di un lotto del mix di formaggi grattugiati a marchio Per Te, per presenza di Listeria monocytogenes rilevata in un campione in fase di commercializzazione.

Il prodotto coinvolto è distribuito in confezioni da 100 grammi con il numero di lotto 00 9114 e la data di scadenza minima del 23/07/2019. Il mix di formaggi è stato prodotto nello stabilimento di Latteria Soresina sito in via dei Mille 13/17 a Soresina, in provincia di Cremona. A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", raccomanda di non consumare il prodotto con le caratteristiche segnalate e di restituirlo al punto vendita d'acquisto. Listeria monocytogenes è un batterio presente nel suolo, sull'acqua e nella vegetazione. Esso può contaminare diversi alimenti, tra cui latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, ed è responsabile della listeriosi.

(14 giugno 2019)

 

formaggi_mix_grattugiati_2-4d3a4e99f3f8b0c71f0d0dfe3e6acddc.jpg

formaggi_mix_grattugiati_42959ed2a6dae6f976b32f1c2195c14b.jpg

 

Il festival, giunto alla sua quarta edizione, si terrà da venerdì 14 a sabato 16 giugno nella Reggia di Colorno. Il Parmigiano Reggiano sarà presente come ambasciatore del territorio con degustazioni guidate, masterclass e un caseificio da cui sarà possibile comprare il Re dei Formaggi direttamente dalle mani del produttore.

Reggio Emilia –

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano sarà main sponsor del Festival della Lentezza, l’evento che vede al centro le persone, la tutela dell’ambiente, la qualità, il territorio e che si terrà da venerdì 14 a sabato 16 giugno nella Reggia di Colorno (PR). Il fil rouge dell’edizione 2019, la quarta, è “Il tempo che aggiusta le cose”.

Il Parmigiano Reggiano sarà presente come ambasciatore del territorio, anche in virtù dell’importanza che il tempo riveste nel processo produttivo che lo rende unico: fatto da oltre nove secoli con gli stessi ingredienti naturali (latte sale e caglio), la stagionatura minima di 12 mesi è infatti la più lunga tra tutti i formaggi Dop. 

Per tutta la durata del Festival, il Consorzio sarà presente all’interno della Reggia con “l’olfattometro del Parmigiano Reggiano”: uno spazio sensoriale per scoprire i profumi tipici della Dop insieme alle guide ufficiali del Consorzio. Inoltre, nella zona adiacente allo spazio ristorazione di Parma Quality Restaurant, sarà possibile degustare e acquistare il Parmigiano Reggiano delle Vacche Bianche direttamente dal Caseificio Santa Rita Bio di Modena.

Sabato 15 giugno alle ore 15.00, sempre presso l’area ristorante, il nutrizionista Luca Bottoni parlerà dell’evoluzione organolettica del Parmigiano Reggiano e dei benefici che il tempo esercita sulle proprietà nutritive e sulla facilità digestiva del Re dei Formaggi. 

Domenica 16 giugno alle 0re 11.15 il responsabile dell’area Promozione Territoriale del Consorzio, Igino Morini, terrà una degustazione guidata di lunghe stagionature di Parmigiano Reggiano Dop. Per tutti gli eventi – masterclass e degustazione – la partecipazione è gratuita previa registrazione obbligatoria all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Danni maltempo in agricoltura. Via libera alle domande per ottenere l'anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019. L'assessore Caselli: "Ma il decreto ministeriale penalizza le imprese, oltre a rappresentare un pesante fardello burocratico. Abbiamo aderito unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori"

Gli interessi maturati sull'importo erogato rientrano nel tetto degli aiuti de minimis di 20 mila euro in un triennio fissato da Bruxelles. Niente anticipo sotto la soglia di 750 euro. Le domande possono essere presentate on line sul sito dell'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura fino al 20 giugno.

Bologna - L'agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (Agrea) dell'Emilia-Romagna ha aperto da ieri, e fino al prossimo 20 giugno, il termine per la presentazione da parte dei singoli agricoltori e dei Centri di assistenza agricola (Caa) della domanda per chiedere il  dell' anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019 (Domanda unica), anziché aspettare la scadenza ordinaria, fissata dalla normativa europea tra il 16 ottobre e il 30 novembre di ciascuno anno.

Si tratta di una procedura di carattere straordinario prevista da un recente decreto del ministero delle Politiche agricole e del Turismo, alla quale la Regione Emilia-Romagna ha aderito, per andare in aiuto alle aziende danneggiate dalle ripetute ondate di maltempo che nello scorso mese di maggio hanno pesantemente colpito coltivazioni e strutture agricole.
Il decreto fissa, comunque, alcune limiti e condizioni che potrebbero ridurne di molto l'operatività e, soprattutto, che penalizzano le aziende sotto l'aspetto economico.
L'anticipo minimo richiesto, infatti, non può scendere sotto la soglia dei 750 euro; inoltre non potrà essere erogato ai produttori con debiti registrati e a quelli che hanno in corso il trasferimento di diritti Pac.

Il vincolo più stringente, che rischia di avere un impatto pesante sulle tasche degli agricoltori, però, è un altro: gli interessi che maturano sull'anticipo erogato prima della scadenza ordinaria del prossimo autunno saranno infatti considerati a tutti gli effetti aiuti di Stato. Pertanto rientrano nel tetto triennale degli aiuti cosiddetti de minimis di 20 mila euro fissato da Bruxelles per ciascuna azienda, tetto che sale a 200 mila euro se si considerano anche quelli extra agricoli, riducendo così la disponibilità per altre misure di sostegno, come ad esempio gli aiuti alla bietola e al grano duro.
"Abbiamo aderito a questa procedura - sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli – unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori, così pesantemente danneggiati dal maltempo delle scorse settimane. Infatti siamo perfettamente consapevoli che si tratta di una soluzione di scarso impatto e che oltretutto costringerà tutti - Agrea, agricoltori e Caa – a sobbarcarsi un pesantissimo fardello burocratico. Come Regione avevamo proposto in alternativa al ministero una soluzione più semplice e lineare, cioè la decurtazione dall'anticipo del calcolo degli interessi. Operazione che avrebbe consentito di escludere l'attivazione del regime de minimis. Ma hanno preferito la strada più complicata e burocratica".
Sul sito di Agrea  ( http://agrea.regione.emilia-romagna.it/ ) è disponibile il modulo on line per la presentazione della domanda. /G.Ma

Modula investe negli USA e crea il secondo polo produttivo
Dopo lo stabilimento nel Maine, Modula sceglie l'Ohio per ampliarsi negli Stati Uniti con l'acquisto dell'edificio del Dayton Daily News, struttura iconica della cittadina di Franklin

Salvaterra, 12 giugno 2019. Modula SpA, l'azienda italiana con sede a Salvaterra (Reggio Emilia), specializzata nella progettazione e produzione di magazzini automatici verticali, fondata e diretta da Franco Stefani, annuncia l'acquisto dell'edificio Dayton Daily News, collocato nella città di Franklin nella contea di Warren in Ohio, raddoppiando la sua presenza in USA e portando così a 4 le sedi produttive mondiali (Salvaterra, Italia – Lewiston e Franklin, USA - Suzhou, Cina).

In America la notizia è stata ufficializzata ieri a Washington D.C. all'evento SelectUSA, il summit più importante negli Stati Uniti in tema di investimenti, a cui partecipano le più alte cariche governative.

Un'attenta ricerca sul territorio ha portato il management dell'azienda ad individuare nel 5000 Commerce Center Drive (meglio conosciuto come l'edificio del Dayton Daily News) la location ideale in termini di produzione e logistica, in cui verranno realizzati i magazzini Lift, e i caroselli orizzontali.
Lo stabile, oltre ad aver ospitato la sede della società Cox Media Group Ohio, proprietaria dell'immobile, era noto anche per essere stato il quartier generale del quotidiano locale Dayton Daily News. La struttura, divenuta un'icona per la cittadina americana ma da tempo caduta in disuso, potrà ora ritornare ad avere un ruolo di rilevanza strategica per tutta la comunità.

"L'investimento in Ohio conferma la nostra volontà di potenziare la capacità produttiva oltreoceano per servire in modo più rapido e capillare il mercato nord e sud americano.
La realizzazione di un secondo hub produttivo rappresenta un passo ulteriore per l'espansione americana di Modula. Grazie a questa operazione, non solo ridiamo vita ad un edificio iconico per la città, ma dimostriamo come la nostra manifattura italiana, sia in grado di conquistare posizioni da leader per la sua eccellenza anche all'estero. Modula rappresenta una realtà all'avanguardia, un modello di Industria 4.0, in cui la figura dell'uomo è centrale. Il nuovo polo manifatturiero sarà diretto da personale italiano altamente qualificato, il quale potrà avvalersi di risorse locali. In questo stabilimento faremo dei magazzini e dei dispenser automatici di componentistica ad alto contenuto tecnologico e completamente digitalizzati ideali per l'e-commerce, in grado di servire ogni applicazione in ambito commerciale e industriale, grazie alla loro capacità di interazione con il web", dichiara Franco Stefani, Presidente di Modula SpA.

Modula, nata inizialmente come unità operativa di System Logistics SpA (ora parte del Gruppo Krones), è divenuta una società per azioni nel 2016, mentre i primi magazzini verticali a cassetti sono stati creati alla fine degli anni 80, per merito di un'intuizione di Franco Stefani, dando così una svolta al settore dell'intra-logistica.

"I numeri di Modula sono significativi. L'azienda ha registrato una crescita di oltre il 28% (CAGR) dal 2014 con un'accelerazione particolare nel mercato nord americano dal 2017 ad oggi",
afferma Antonio Pagano, Amministratore Delegato di Modula Inc. "La scelta dell'Ohio nasce da un'analisi accurata che ci ha portato a scegliere Cincinnati grazie alla sua posizione eccellente, l'importante concentrazione industriale e non ultima, la partnership con JobsOhio e REDI Cincinnati, che ci ha accompagnato nel corso dell'intera operazione.
Siamo fiduciosi e certi che il brand e l'azienda Modula avranno un impatto più che positivo sulla comunità locale di Franklin, e siamo particolarmente entusiasti di questa nuova sfida, che conferma la vocazione dinamica della nostra azienda e del nostro Presidente."

"Siamo lieti di dare il benvenuto a Modula nella nostra città e contiamo su una partnership duratura perché crediamo che questa presenza industriale ci aiuterà a rendere Franklin un posto migliore in cui vivere, lavorare e divertirsi" dichiara Sonny Lewis, City Manager di Franklin.

Per quanto riguarda la scelta dello stabile, Modula ha ritenuto il 5000 Commerce Center Drive un edificio dalla posizione vantaggiosa, poiché non solo è vicino ai clienti che l'azienda serve già da anni tramite lo stabilimento nel Maine, ma anche ai servizi e alle infrastrutture a sostegno della logistica, dei trasporti e della consegna dei prodotti. Infine l'area circostante si presta ad eventuali espansioni future, grazie alla presenza di terreno edificabile.

L'intero investimento proiettato sui prossimi tre anni ammonta a circa 25 milioni di euro. L'azienda ha ricevuto un credito d'imposta pari all'1,52 % per 7 anni dallo stato dell'Ohio per la creazione di posti di lavoro, oltre al sostegno locale dalla città di Franklin e dalla contea di Warren. Entro il 2022 è prevista l'assunzione di 100 persone. Dal punto di vista della produzione, lo stabilimento punta ad una capacità di 2000 unità all'anno.

La realtà industriale di Modula oggi conta 600 dipendenti nel mondo, di cui il 50% sono impiegati nel quartier generale di Salvaterra (RE). Il fatturato ha registrato una crescita del 25% negli ultimi anni arrivando a 160 milioni di euro.

"Apprezziamo molto l'investimento fatto da Modula nella città di Franklin e nella contea di Warren", dice Matt Schnipke, direttore dello sviluppo economico della contea di Warren. "La decisione di stabilirsi qui rispetto ad altre città concorrenti, mostra una forte collaborazione tra le comunità statali, regionali e locali nel sud-ovest dell'Ohio. Questa posizione strategica sarà un punto di riferimento e un trampolino di lancio per la crescita futura dell'azienda che diventerà parte integrante della comunità imprenditoriale della contea di Warren ".

L'entusiasmo si può cogliere anche nelle parole di Kimm Lauterbach di REDI (Regional Economic Development Initiative) Cincinnati, il quale aggiunge: "L'investimento di Modula rappresenta una opportunità unica per Franklin. Questa operazione combina un investimento straniero diretto e un progetto industriale di cruciale importanza all'interno di un edificio simbolo per la città".

Il processo di internazionalizzazione di Modula, divenuta un player di primo piano nel settore dell'intra-logistica, mostra come l'attività di Franco Stefani sia in continua evoluzione, mostrando da un lato l'importanza della continuità d'impresa e dall'altro il ruolo da protagonista nell'espansione a livello mondiale del made-in-Italy d'eccellenza. Un modello manifatturiero che sta facendo scuola anche in uno dei paesi tecnologicamente più all'avanguardia, come gli Stati Uniti.

 

Loading_Docks_1.jpg

 

 

Giovedì, 13 Giugno 2019 06:56

L'invaso sull'Enza non sarà l'unico

"L'invaso sull'Enza non sarà l'unico. In progetto una rete di bacini". Oltre cento cittadini al convegno organizzato da Cia Reggio

"L'invaso sull'Enza? Non rimarrà unico. Il progetto è infatti quello di realizzare una diffusa rete di bacini di varie dimensioni, dall'Appennino alla pianura, per trattenere l'acqua nei periodi di pioggia e utilizzarla in quelli di siccità".

È quanto emerso dal convegno organizzato da Cia a Bibbiano, al quale hanno partecipato Arianna Alberici (vicepresidente Cia Reggio), Giammaria Manghi (sottosegretario della Presidenza della Regione), Andrea Carletti (sindaco di Bibbiano), Luca Lombroso (meteorologo Ampro, presidente Emilia Romagna Meteo aps), William Pratizzoli (Arpae), Domenico Turazza (direttore Bonifica Emilia Centrale), Meuccio Berselli (segretario generale Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po) e Cristiano Fini (presidente Cia Emilia Romagna). Oltre cento cittadini erano presenti in platea, tra cui i sindaci della Val d'Enza ed esponenti di Confindustria, Consorzio Fitosanitario, Consorzi Irrigui, Sabar e Iren.

"Il percorso per la realizzazione dell'invaso sull'Enza procede velocemente e già ora possiamo annunciare che sarà di medie dimensioni - ha iniziato Manghi -.Il punto chiave per stabilire i numeri è il fabbisogno idrico della zona. Ed è su questo che si sta lavorando. Ma non solo. Oltre al bacino servono infatti soluzioni di breve periodo perché l'emergenza deve essere affrontata sin da subito". Carletti ha quindi sottolineato la necessità di risposte "concrete e non più rinviabili".

"Oggi possiamo finalmente affermare di essere a un passo dal traguardo – ha preso la parola Alberici -. Dopo decenni di discussioni, studi, dibattiti, polemiche, la realizzazione di un invaso tra Reggio e Parma non è più solo una ipotesi ma un progetto concreto che diventerà realtà. Spero il più presto possibile, aggiungo subito. Perché il territorio ne ha un bisogno vitale". Ha quindi sottolineato: "Alluvioni e siccità sono le due facce della stessa medaglia. Noi non la pensiamo come il presidente Trump. Noi viviamo ogni giorno sulla nostra pelle gli effetti dei cambiamenti climatici. Noi siamo con il movimento di Greta Thunberg. E crediamo che l'invaso faccia parte della lotta ai cambiamenti climatici. E sapete perché? Perché punta a non sprecare l'acqua. A ottimizzarla nei periodi di siccità e trattenerla in quelli piovosi. Nonostante quanto affermano sempre coloro che dicono solo no, l'invaso in Val d'Enza è dunque un intervento anche di carattere ambientalista. E non ci sono lontre da salvare come ipotizzava qualcuno...".

Lombroso ha poi presentato i suoi studi: "Il clima reggiano si è tropicalizzato. A maggio era addirittura sovrapponibile a quello del Costarica. E sarà sempre peggio se non interveniamo con urgenza: eventi estreme e temperature sempre più elevate metteranno a dura prova il territorio". Ha aggiunto Pratizzoli: "I dati in nostro possesso mostrano come le temperature reggiane si sono innalzate di 1,8° in poco più di mezzo secolo. E' molto preoccupante". Sulle dimensioni dell'invaso principale, Turazza ha affermato: "Spero sia di grosse dimensioni. Ma attendiamo i risultati dello studio. In progetto abbiamo comunque la realizzazione di invasi di piccole dimensioni sul corso dell'Enza e in altre zone del territorio per fronteggiare in breve tempo l'emergenza siccità". Berselli ha quindi annunciato: "A settembre presenteremo l'analisi economica e la valutazione d'impatto sulla realizzazione del progetto principale. Entro fine anno ci sarà il documento finale e di sintesi. Non ci saranno rallentamenti, corriamo spediti: sulla questione è in gioco la nostra credibilità".

Il convegno è stato concluso da Fini: "I cambiamenti climatici sono una drammatica realtà che penalizza in primis noi agricoltori. Occorre mettere in campo al più presto una serie di azioni concrete per evitare che 'la casa bruci', come ha affermato Greta Thunberg. Ognuno deve fare la sua parte e noi imprenditori siamo decisi a fare la nostra a 360 gradi".

RE_CIA-CONVEGNO_2_1.jpg

RE_CIA-CONVEGNO_3_1.jpg

 

 

 

Le esportazioni regionali (+5,0 per cento), continuano a procedere più rapide del commercio estero nazionale (+2,0 per cento). Per valore delle esportazioni, l'Emilia-Romagna si conferma subito dietro la Lombardia, che rallenta come il Piemonte, quarto, e cresce più del Veneto, terzo.

L'andamento è determinato dai risultati sui mercati europei, in particolare dell'Unione, e da un forte sviluppo nell'area asiatica, che compensa quello minimo su quelli americani. Riguardo ai settori, notevole la crescita dei mezzi di trasporto e macchinari. Il segno rosso caratterizza l'industria del legno; ferme ceramica e vetro, elettricità ed elettronica.

Nel primo trimestre 2019 rallenta la crescita delle vendite all'estero dell'Emilia-Romagna (+5,0 per cento), risultate pari a 16.027 milioni di euro. Secondo i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna, l'export nazionale ha mostrato una tendenza positiva, ma molto meno dinamica (+2,0 per cento).
L'Emilia-Romagna si conferma come la seconda regione per quota dell'export nazionale (14,0 per cento), preceduta dalla Lombardia (26,9 per cento) e seguita dal Veneto (13,7 per cento) e dal Piemonte (10,0 per cento). Considerando queste regioni, nel primo trimestre dell'anno solo le esportazioni del Veneto sono aumentate (+1,4 per cento), mentre segnano un arretramento quelle della Lombardia (-1,6 per cento) e del Piemonte (-3,6 per cento).

I settori. Il risultato regionale è da attribuire principalmente all'importante industria dei macchinari e delle apparecchiature, che ha realizzato il 27,6 per cento delle esportazioni regionali, anche se con un aumento delle vendite contenuto al 4,1 per cento. Gli altri contributi più rilevanti sono stati quelli forniti dall'industria dei mezzi di trasporto (+8,4 per cento) e dall'altra manifattura (+28,9 per cento), da attribuire a un export decuplicato di prodotti del tabacco. Seguono gli apporti della metallurgia e dei prodotti in metallo e della chimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche (+7,5 per cento per entrambe le industrie). Fermo l'export per le industrie della ceramica e vetro e dell'elettricità e elettronica. Segno rosso per l'industria del legno.

Le destinazioni. Nel primo trimestre l'andamento positivo si è fondato nuovamente sulla capacità di cogliere risultati positivi sui mercati europei (+4,2 per cento) e in particolare dell'Unione (+5,3 per cento), e di sfruttare una buona ripresa su quelli asiatici (+12,8 per cento) a fronte di una crescita minima su quelli americani (+1,5 per cento). Sui singoli Paesi si segnalano la forte crescita sul mercato del Regno Unito (+19,6 per cento), che ha assorbito il 7,5 per cento dell'export regionale, in anticipazione della Brexit, e l'ampia accelerazione delle vendite in Cina (+22,5 per cento). Al contrario continuano a crollare quelle verso la Turchia (-34,2 per cento).

 Protocollo d'intesa tra OI Pomodoro da industria del Nord Italia e Crea per lo studio del settore e la condivisione di progetti per l'innovazione e la competitività.

L'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia ed il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) hanno sottoscritto, a Roma, un protocollo d'intesa con il quale formalizzano l'impegno a sviluppare un intenso rapporto di collaborazione per l'analisi e lo studio del settore del pomodoro da industria e per il sostegno all'innovazione nella filiera.

"L'intesa sottoscritta – commenta il presidente dell'OI Tiberio Rabboni - apre la strada allo sviluppo di una fattiva collaborazione tra l'interprofessione del pomodoro da Industria del Nord Italia e la più importante struttura pubblica italiana di ricerca in campo agricolo ed alimentare. Si tratta di una collaborazione strategica che abbiamo ricercato e che ci consentirà, da un lato, di diventare interlocutori diretti dei programmi di ricerca di interesse per la filiera del pomodoro e, dall'altro, di promuovere o collaborare a specifici progetti di ricerca in partnership con Crea su diversi temi, ad esempio il miglioramento delle rese produttive e del grado brix in campo e di innovazione delle trasformazioni industriali. L'innovazione competitiva e la valorizzazione commerciale della qualità sono oggi le leve su cui agire per incrementare la redditività media della filiera del pomodoro da Industria.".

Il protocollo, redatto dal dottor Francesco Mantino di Crea e dall'OI, è il frutto di una collaborazione iniziata già dieci anni fa e poi divenuta sempre più intensa sino alla firma dell'intesa da parte della vicepresidente del Crea Alessandra Gentile e del presidente dell'OI Rabboni. Presenti all'atto della sottoscrizione anche Teodoro Cardi, direttore del Centro di ricerca ortofloricoltura e florovivaismo del Crea, e Roberto Henke, direttore del Centro politiche e bioeconomia e, in rappresentanza dell'OI, il consulente scientifico Gabriele Canali ed il segretario Maria Chiara Cavallo.

I dettagli dell'accordo


Entrando nel dettaglio il protocollo è volto a:
- rilevare informazioni di carattere socio-economico nelle imprese della filiera;
- realizzare indagini conoscitive sul comparto, su aspetti economici, tecnico-scientifici, ambientali e sociali;
- condividere banche dati e supporti informativi tra le parti;
- organizzare eventi informativi e formativi;
- collaborare negli ambiti di comune interesse;
- condividere e realizzare studi, ricerche e sperimentazioni sulla fase di produzione e trasformazione del pomodoro da industria, nonché sulle forme organizzative in merito alla governance della filiera;
- sviluppare ed implementare protocolli di coltivazioni per il miglioramento quanti-qualitativo delle produzioni e della loro sostenibilità ambientale ed economica;
- valutare le performance agronomiche e di idoneità alla trasformazione industriale di nuovi genotipi.

Tutto questo avverrà, in primis, intrattenendo stretti rapporti con il Centro di politiche e bioeconomia del Crea – che sviluppa analisi conoscitive ed interpretative delle dinamiche economiche di breve, medio e lungo periodo del settore agroalimentare – e con il Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo che svolge ricerche con approcci integrati e multidisciplinari per il miglioramento genetico, la valorizzazione della biodiversità, l'innovazione agronomica e la difesa ecocompatibile delle specie coltivate.

In allegato foto della sottoscrizione del protocollo d'intesa: da sinistra Francesco Mantino; Teodoro Cardi, Roberto Henke e Tiberio Rabboni.

IL CREA:
Il Crea è il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft). Le competenze scientifiche spaziano dal settore agricolo, zootecnico, ittico, forestale, agroindustriale, nutrizionale, fino all'ambito socioeconomico. Ha piena autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria.

OI DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA:
L'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia è un'organizzazione interprofessionale interregionale che raggruppa i soggetti economici della filiera del pomodoro prodotto e trasformato nel Nord Italia: nello specifico nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella provincia autonoma di Bolzano.
In quest'area, nel 2018, sono stati coltivati 35mila ettari di pomodoro con il coinvolgimento di circa 2mila produttori agricoli (raggruppati in 14 Op, organizzazioni di produttori) e 28 stabilimenti di trasformazione (facenti capo a 21 diverse imprese) per la lavorazione di circa 2,4 milioni di tonnellate di pomodoro grazie alle quali è stato possibile produrre concentrati, polpe e passate.

Inizio mese ad alta temperatura per i listini del latte, con quote percentuali altissime. Il burro chiude il mese di maggio con un forte calo dei listini. Qualche variazione di prezzo in alcune stagionature del Grana Padano.

di Virgilio e Jacopo Parma 11 giugno 2019 -

LATTE SPOT – Aumenta ancora il prezzo del latte crudo spot nazionale, tra 42,27 e 43,30 €/100 al litro, a +3,8%. Anche per i pastorizzati c'è un rincaro dei listini. Il latte intero pastorizzato spot estero sale a +4,3% tra 37,12 e 38,15 €/100 al litro, mentre il latte scremato pastorizzato spot estero registra un vertiginoso con +22,6% sul prezzo, tra 19,15 e 20,18 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Dopo la flessione della settimana scorsa, alla borsa di Milano continua il trend in discesa sia per le diverse tipologie del burro sia per il costo della crema; ancora stabile il prezzo della crema. Ancora in calo lo zangolato reggiano.

Borsa di Milano 10 giugno 2019:
BURRO CEE: 3,70 €/Kg (-1,3%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,95 €/Kg. (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 2,10 €/Kg. (-2,3%)
BURRO ZANGOLATO: 1,90 €/Kg. (-2,6%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,74 €/Kg. (-2,2%)
MARGARINA maggio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 11 giugno 2019: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,82 – 1,92 €/Kg.

Borsa di Parma 7 giugno 2019 (-0,3%)
BURRO ZANGOLATO: 1,60 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 11 giugno 2019 (-3,2%)
BURRO ZANGOLATO: 1,50 - 1,50 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 10 giugno 2019 – Leggero rialzo per il 16 e i 20 mesi e oltre di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,90 - 8.00 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,50 - 8,70 €/Kg. (+0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,85 - 9,15 €/Kg. (+0,6%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,50 - 6,65 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 7 giugno 2019 – Il Parmigiano Reggiano in tutte le sue classificazione rimane a prezzi fissi.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

@MulinoAlimentar #Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

 

 

lattiero_tendenza_11giu19.png 

 

 

 

 

(per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

 Burro_Zang-PR.png

 

 

MULINO-FORMAGGI_trasparente.png

 

www.mulinoformaggi.it 

 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"