Con esso, il Governo ha previsto delle sanzioni più incisive, rispetto alle norme attualmente in vigore, per chi deturpa o imbratta beni culturali e paesaggistici.
Più in particolare, è stata prevista una sanzione amministrativa da € 20.000,00 ad € 60.000,00 “per chi distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui”, ferme restando le altre sanzioni già previste, allo stato attuale, dal nostro ordinamento.
Ancora, sempre nel disegno di legge in esame è stata prevista una sanzione compresa tra € 10.000,00 ed € 40.000,00 da irrogare a chi "deturpa, imbratta o destina i beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico”.
I proventi di queste multe saranno destinate al Ministero della Cultura e saranno finalizzati al ripristino dei bene.
Per il soggetto che abbia riportato una o più denunce o sia stato condannato, anche con sentenza non definitiva, per vandalismo o danneggiamento volontario dei beni culturali tutelati, è previsto un divieto, da sei mesi ad un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri ad edifici sottoposti a tutela.
La trasgressione a quest’ultimo divieto comporta una sanzione da € 500,00 ad € 1.000,00.
La reclusione da sei mesi a tre anni è, invece, prevista per chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali.
(*) Autore
avv. Emilio Graziuso - Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.
Svolge la professione forense dal 2002 occupandosi prevalentemente di diritto civile, bancario – finanziario e diritto dei consumatori.
Docente ai corsi di formazione della prestigiosa Casa Editrice Giuridica Giuffrè Francis Lefebvre ed autore per la stessa di numerose pubblicazioni e monografie.
Relatore a convegni e seminari giuridici e curatore della collana "Il diritto dei consumatori" edita dalla Key Editore.
Presidente Nazionale Associazione "Dalla Parte del Consumatore".
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