Di Andrea Caldart Cagliari, 27 marzo 2023 (Quotidianoweb.it) - Era il 2017 quando Alitalia prese ben due inoculazioni di soldi pubblici per restare a galleggiare, ma evidentemente, in quei bilanci qualcos’altro mancava per chiedere ancora altro denaro pubblico.
Risultato, questo dei 400 milioni avrebbe violato l’obbligo “una tantum” previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione, concedendo alla compagnia un ingiusto vantaggio economico.
Probabilmente, restando ancora in questo ambito, la stessa Alitalia dal 2017 al 2019, ha continuato a beneficiare di vari altri contributi pubblici, come ad esempio, quelli della continuità territoriale in Sardegna.
Chi all’epoca andò in Procura a denunciare che Alitalia, essendo commissariata non poteva prendere nessuna contribuzione pubblica, perché così è scritto nella giurisprudenza, si è visto archiviare la denuncia.
Ma non era l’unico reato che all’epoca veniva ipotizzato, perché sembrerebbe potesse anche essersi configurato il reato di violazione del libero mercato, quello dell’ingiusto profitto e quello di falsare la concorrenza.
A stabilirlo fu dapprima il Tar Sardegna nel 2017 e poi, nel 2018, con sentenza n. 4382/2018, fu il Consiglio di Stato a dare ragione all’imprenditore che si era visto scippare la possibilità di poter operare.
Vale la pena richiamare l’attenzione su che cos’è un aiuto di Stato, secondo le norme UE e la giurisprudenza.
Si ha un aiuto di Stato quando si verificano le 4 condizioni seguenti:
1) comportare un trasferimento di risorse dello Stato;
2) concedere un vantaggio economico esclusivo a un soggetto o a una produzione;
3) incidere sugli scambi tra Stati membri;
4) falsare, o rischiare di falsare, la concorrenza (concorrenza sleale).
Sostanzialmente si verifica questo aiuto ogni qualvolta vi è un trasferimento di denaro pubblico sia esso proveniente dal governo centrale o dai governi regionali.
Possibile che nessuno mai abbia posto la questione della valutazione sulla redditività di questi aiuti, dal momento che il segno rosso in Alitalia è sempre stata la costante?
Poco importa al politico di turno, tanto sa bene che se anche chiamato in causa, non pagherà mai nulla e saranno sempre e solo i cittadini contribuenti a dover pagare di tasca propria.
Se per lo Stato vale il principio di investitore privato, allora deve valere anche per il singolo cittadino che deve pretendere di verificare i finanziamenti pubblici a questo tipo di imprese, introducendo un “sistema” che protegga il contribuente da quegli investimenti di Stato non redditizi.
Soddisfazione l’ha espressa il ministro Giorgetti dicendo: "L'esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto".
Anche se Ita per la UE non è il successore economico di Alitalia, di sicuro ha in comune la stessa capacità di produrre profondo rosso e chi sarà ben presto chiamato a pagarlo con interessi annessi?
E dove prenderà questi soldi, capitale più interessi, da restituire il governo?
Come si dice in Veneto: “Pensateci sopra”.