Gli acidi grassi costituiscono più o meno il 35% del peso complessivo, e per due terzi sono polinsaturi. È molto consistente sia la quota di vitamina E che quelle di lipidi essenziali, rappresentata dagli omega 3 e dagli omega 6. Non è detto che per sfruttare il contenuto nutrizionale dei semi di cannabis si debba per forza consumarli interi: anche l’olio che se ne ricava, se usato per i condimenti a crudo, garantisce importanti effetti benefici. La presenza di omega 3 e di omega 6 è indicata per i regimi alimentari che devono contrastare l’ipertensione e il colesterolo alto.
L’olio di semi di canapa
Attraverso la spremitura a freddo dei semi di cannabis si ottiene un olio vegetale il cui sapore secondo alcuni può rievocare il gusto di nocciola. Nel caso in cui si abbia in mente di consumarlo, è fondamentale tener presente che a differenza della maggior parte degli altri oli quello di semi di cannabis deve essere tenuto in frigo, perché altrimenti rischia di irrancidirsi. Per altro, il prodotto che rimane dall’estrazione dell’olio rappresenta il substrato per mangimi e sfarinati.
Come si mangiano i semi di canapa
Ma quali sono le modalità di consumo ideali per i semi di canapa? Essi possono essere considerati un ingrediente a metà strada fra i cereali e la frutta secca. Al pari dell’avena, dell’orzo e del frumento, i semi di canapa – siano essi integrali o decorticati – si prestano a essere consumati da soli, oltre che ovviamente in numerose preparazioni, molte delle quali etniche.
La canapa indiana
La canapa indiana, che nel nostro Paese non può essere coltivata, è celebre in particolare per i suoi effetti stupefacenti. Sia quando viene lavorata che quando viene assunta intera rappresenta un prodotto narcotico, il cui uso voluttuario è vietato dalla legislazione di numerose nazioni, tra le quali l’Italia. In pratica, la canapa indiana nella porzione oleosa dei fiori, dei semi, delle foglie e dei germogli presenta delle molecole psicoattive e psicotrope nervine, che non sono riscontrabili – almeno in quantità degne di nota – nelle altre varietà, come per esempio la cannabis sativa. Proprio la canapa sativa viene impiegata, oltre che per la realizzazione di tessuti, per la produzione di mangimi e di olio. La varietà che risulta più adatta alla produzione di mangimi e olio è una nana, mentre la varietà gigante viene preferita per la produzione tessile.
I calori nutrizionali dei semi di canapa
È più che discreto il profilo vitaminico dei semi di canapa, anche se allo stato attuale non si hanno dettagli precisi a proposito delle quantità specifiche. Ciò che è certo è che sono abbondanti anche le fibre presenti all’interno dei semi, a maggior ragione se si tratta dei semi integrali, e cioè non decorticati. Come noto, le fibre svolgono un ruolo prezioso per il benessere dell’organismo e in particolare per un funzionamento equilibrato dell’intestino, oltre che per la prevenzione dei tumori del colon e per la regolazione dell’assorbimento. Le proteine dei semi di canapa sono molto abbondanti, visto che coprono oltre un quinto del peso complessivo, e a differenza di quel che avviene per quasi tutti gli altri vegetali vantano un elevato valore biologico. Si tratta di un fattore da non sottovalutare soprattutto se si segue un regime alimentare vegano, il cui difetto più importante in genere consiste proprio in un rapporto insufficiente o addirittura in una carenza di amminoacidi essenziali.
Un prodotto povero
Per lungo tempo i semi di canapa sono stati ritenuti un prodotto povero, ma da qualche anno a questa parte essi sono stati oggetto di una importante rivalutazione, in modo particolare dal punto di vista delle diete vegane. Addirittura oggi tali semi vengono paragonati a integratori alimentari, grazie alle loro caratteristiche nutrizionali. Le modalità di consumo tra cui è possibile scegliere sono diverse: è possibile mangiare i semi sia cotti che crudi, ma anche sfarinati. Inoltre, esistono numerosi prodotti elaborati che possono essere realizzati con i semi di canapa, come per esempio il pane e la pasta.