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Filiere Agroalimentari UniCredit: firmata in Emilia la prima convenzione in collaborazione con Confagricoltura Emilia Romagna. Accordo siglato con il prosciuttificio San Michele – Terre Ducali di Parma. Il Gruppo bancario riconosce il potenziale delle filiere e ne rafforza il valore grazie ad un progetto rivolto alle aziende del settore.

PARMA, 9 febbraio 2018 – E' stata firmata in Emilia la prima convenzione relativa al Progetto Filiere Agroalimentari voluto da UniCredit per le imprese italiane del settore. L'intesa è dedicata alla filiera suinicola e nata dalla collaborazione con Confagricoltura Emilia Romagna. L'accordo è stato siglato con il Prosciuttificio San Michele – Terre Ducali di Parma e illustrato nei giorni scorsi anche alle imprese collegate alla catena di produzione e lavorazione.

La nuova agricoltura di qualità è fortemente legata al concetto di filiera che permette alle aziende di fare rete per superare la forte polverizzazione dell'offerta, integrando le diverse fasi della produzione. UniCredit riconosce il potenziale delle filiere e ne rafforza il valore grazie ad un progetto specifico rivolto alle imprese che ne fanno parte e mirato ad offrire un concreto sostegno finanziario al ciclo produttivo e un più agevole accesso al credito; a valorizzare l'appartenenza alle filiere e ad adeguare l'offerta ai più alti standard innovativi del mercato.

Il progetto realizzato da UniCredit, in particolare, affronta la specificità del processo produttivo attraverso un modello dedicato che parte dall'identificazione di caratteristiche tipiche della relazione tra capofiliera (hub) e aziende conferenti (spoke), al fine di intercettare i bisogni delle imprese coinvolte. Ciò anche attraverso lo scambio di informazioni tra azienda capofila e banca sull'analisi del processo produttivo e sul ruolo dei suoi conferenti.

Il piano include anche l'offerta di prodotti di finanziamento di breve, medio e lungo termine adeguati alle specifiche esigenze, con condizioni commerciali vantaggiose dedicate alle aziende conferenti al fine di valorizzare l'appartenenza alla filiera.

Questa convenzione dedicata alla filiera suinicola, come concordato con Confagricoltura Emilia Romagna, prevede inoltre per gli aderenti la possibilità di accedere a piani formativi, con un programma di corsi gratuiti dedicati a chi desidera aumentare le proprie conoscenze sui temi di banca e finanza, export e internazionalizzazione.

Con il nuovo Progetto Filiere Agroalimentari, UniCredit – che da tempo supporta lo sviluppo dell'agroalimentare italiano e che nell'ultimo biennio ha erogato per il settore nuova finanza per più di 3,3 miliardi di euro sul perimetro nazionale e oltre 617 milioni di euro in Emilia Romagna - prosegue nel suo impegno per l'economia del territorio.

__________________________

Nella foto, da sinistra: Cristina Proci, Retail Business Management Centro Nord UniCredit; Giulio Gherri, Amministratore Delegato Prosciuttificio San Michele – Terre Ducali; Guido Zama, Direttore Confagricoltura Emilia Romagna; Paolo Rossi, Area Corporate Parma e Piacenza UniCredit

Editoriale: - Quella strana benevolenza verso la Germania e i test con scimmie e umani - Lattiero caseari. Primo rimbalzo 2018 per il burro. - Verona - inaugurata la 113esima edizione di fieragricola. Numeri in crescita. - Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia: III quadrimestre 2016 - Operazione "Acqua Cheta": canoni idrici non versati per quasi 7 milioni di euro. 31 dipendenti pubblici segnalati alla Corte dei Conti - Test dei gas di scarico non solo sulle scimmie -

1.1 editoriale
Quella strana benevolenza verso la Germania e i test con scimmie e umani
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Primo rimbalzo 2018 per il burro.
3.1 fieragricola dal 31/1 al 3/2 Verona - inaugurata la 113esima edizione di fieragricola. Numeri in crescita.
3.2 latte parmigiano reggiano Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia: III quadrimestre 2016
4.1 bonifica Operazione "Acqua Cheta": canoni idrici non versati per quasi 7 milioni di euro. 31 dipendenti pubblici segnalati alla Corte dei Conti
4.2 scandalo test gas Test dei gas di scarico non solo sulle scimmie
5.1 fieragricola "Tour" Fieragricola: il premio innovazione punta su sostenibilità e tecnologia.
5.2 parmigiano reggiano Nasce uno dei più grandi produttori dell'intero comprensorio
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La soia tiene e anche il Super Euro.
7.1 eventi acqua "Il valore dell'acqua: coltiviamo insieme il nostro futuro". Appuntamento al 13 febbraio .
7.2 bovini da carne Ismea - tendenze dl bovino da carne
8.1 sicurezza alimentare Frammenti di vetro finiti nel sugo
9.1 promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners

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Venerdì, 02 Febbraio 2018 11:36

La locomotiva Emilia-Romagna viaggia veloce

Ulteriormente rivista al rialzo la stima dell'aumento del prodotto interno lordo che proietta la regione in vetta alla classifica italiana per crescita nel 2017 (+1,8 per cento) e nel 2018 (+1,9 per cento). In aumento i consumi, trainati dal ciclo positivo degli investimenti e dalle esportazioni. Ripartono le costruzioni, si consolida la ripresa dell'industria e del terziario. Sul versante lavoro, aumentano occupazione e produttività, la disoccupazione continua a ridursi.

L'Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per crescita nel 2017 (+1,8 per cento), insieme alla Lombardia, e la prima assoluta nel 2018 (+1,9 per cento), con un ritmo in linea a quello della Francia.

E' quanto risulta dall'edizione di gennaio degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. Lo studio considera la profonda revisione dei conti economici territoriali Istat e prospetta un ulteriore miglioramento della crescita del PIL dell'Emilia-Romagna nel 2017 che dovrebbe avere raggiunto l'1,8 per cento, una stima superiore all'1,6 per cento previsto a livello nazionale.
Secondo la previsione di Prometeia, nel 2018 la crescita del prodotto mondiale dovrebbe mantenersi al 3,5 per cento, grazie alle economie emergenti (+4,4 per cento) e dei paesi industrializzati (+2,3 per cento). Nell'area dell'euro la crescita sarà del 2,3 per cento.

In Emilia-Romagna trainano la domanda interna l'accelerazione degli investimenti fissi lordi (+4,2 per cento nel 2017 e +4,7 per cento nel 2018) e delle esportazioni (+3,7 per cento nel 2017 e +5,5 per cento nel 2018), grazie alla crescita europea e alla ripresa del commercio mondiale, mentre è lievemente più contenuto l'incremento dei consumi (+1,7 per cento nel biennio 2017-18).

I settori. La ripresa si è diffusa in modo omogeneo. Il valore aggiunto regionale viene trainato dalla netta accelerazione della ripresa del settore industriale (+2,3 per cento nel 2017 e +3,3 per cento nel 2018) e dal chiaro ritorno alla crescita delle costruzioni (+1,2 per cento nel 2017 e +1,7 per cento nel 2018), mentre prosegue lo sviluppo nel settore dei servizi (+1,7 per cento nel 2017 e +1,4 per cento nel 2018).

Il mercato del lavoro. Nel biennio 2017-18, la crescita degli occupati (+0,9 per cento in entrambi gli anni) supera quella delle forze lavoro (+0,2 e +0,4 per cento rispettivamente), quest'ultima allineata a quella della popolazione. Ne risulta un aumento lieve, ma costante, del tasso di attività e uno più marcato del tasso di occupazione, che salirà al 45,2 per cento nel 2018.

Torna a aumentare la produttività del lavoro, mentre si ridurrà ancora e decisamente la disoccupazione al 5,8 per cento nel 2018.

Pubblicato in Economia Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 17 - n° 4 28 gennaio 2018 -
Editoriale: - -35 giorni e già minacciano di "spread" - Lattiero caseari. Stabili il Padano e il Parmigiano. - Imprese, è ancora flessione in Emilia Romagna - La conoscenza invisibile delle persone fa crescere la redditività dell'azienda - Cereali e dintorni. La soia sembra prendere il volo.

SOMMARIO Anno 17 - n° 04 28 gennaio 2018

1.1 editoriale
-35 giorni e già minacciano di "spread"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stabili il Padano e il Parmigiano.
3.1 imprese e competenze La conoscenza invisibile delle persone fa crescere la redditività dell'azienda
3.2 ismea qualivita XV Rapporto Ismea-Qualivita: DOP e IGP patrimonio da 15 miliardi di euro
4.1 innovazione L'agricoltura 4.0 in Italia vale già 100 milioni di euro
4.2 vino eventi Bollicine in villa, 2° edizione
5.1 economia e imprese Imprese, è ancora flessione in Emilia Romagna
5.2 eventi parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: a FICO il Consorzio celebra Sant'Antonio Abate
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La soia sembra prendere il volo.
7.1 artigianato in rete ALAB, L'ITALIA S'È DESTA... DA PALERMO.
7.2 eventi SIA-Paris #SIA2018 Il Salone Internazionale dell'Agricoltura accoglie ogni anno circa 30.000 visitatori professionali
8.1 eventi Fromage - paris Parigi: Il Salone del Formaggio e dei Prodotti Lattiero Caseari svela i suoi 10 colpi di fulmine 2O18
9.1 Fieragricola Verona Fieragricola: a Verona il Focus innovazione de L'Informatore Agrario
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 28 Gennaio 2018 11:59

-35 giorni e già minacciano di “spread”

Ancora interferenze e pressioni sugli elettori dal gotha della finanza mondiale e dai loro paggetti travestiti da Uemanoidi.

di Lamberto Colla Parma 28 gennaio 2018 -

A paventare i primi rischi è stato il commissario europeo Affari Economici Pierre Moscovici, molto preoccupato per l'Italia e la sua deriva "populista" che, con le prossime elezioni, potrebbe tracimare nel mancato rispetto dei parametri di Maastricht. "L'Italia è tra i rischi del 2018 per l'Unione europea" sottolineava il 16 gennaio scorso l'Uemanoide di turno. Una preoccupazione che lo logora oggi da commissario europeo ma molto meno da ministro delle finanze francese quando del 3% se ne faceva un baffo.

Silenziato il Francese di origine ebraica romena, che al coro di proteste, ha dovuto infine replicare con "Sono gli italiani che scelgono liberamente, non c'è nessuna interferenza e non ho mai pensato che delle elezioni possano essere un pericolo" ecco che "nuove" frecciate cominciano a arrivare dal mondo della finanza internazionale.

In un modo o nell'altro, i vari economisti di grido chi dal palcoscenico di Davos (World Economic Forum) chi dalle stanze della agenzia di rating lanciano ipotesi di scenari tragici per la nostra economia e le tasche degli italiani.

Insomma la minaccia è reale e l'"invito" a porre attenzione alle elezioni del 4 marzo è più che esplicito. Se dalle urne non dovesse uscire una maggioranza in grado di replicare un governo come quello imposto da Napolitano & C,. il rischio di uno spread che torni a raggiungere vette stellari è assai probabile.

spread-BTP-Bund-10anni-Spread elevato, tassi che si innalzano all'inverosimile e debito pubblico che sfora i parametri e imposizione di nuovi sacrifici.

Questo è quello che ci prospettano i portavoce dei governatori mondiali. Di quei pochi burattinai che, senza mostrare il proprio volto, gestiscono le sorti del pianeta.
Quegli stessi che sono riusciti a modificare la meravigliosa idea di una Europa Unita in un coacervo di tecnocrati incapaci ma molto ubbidienti e dal potere di sovrastare o condizionare le decisioni dei vari governi nazionali.

Nei giorni scorsi da Goldman Sachs l'ultima pesante invettiva: "il mercato non ignorerà il rischio elezioni ancora a lungo". "Crediamo - scrivono dall'agenzia di rating che il mercato sia compiacente - (ancora lo spread è basso intorno a 134 - ndr) - rispetto al rischio potenziale che dalle urna emerga un nuovo governo anti-europeista (ipotesi giudicata altamente improbabile da noi) o di una vittoria del centrodestra (abbastanza probabile, ma non ancora il nostro caso modello). Se comunque l'esito delle elezioni sarà la formazione di una grande coalizione volta a formare un governo (il nostro caso base), i prezzi degli asset italiani dopo il voto potrebbero tornare ai livelli attuali".
E poteva mancare dal coro la voce tedesca? Certo che no! Infatti è il Die Welt a lanciare la sua invettiva "L'Italia è l'assoluto fanalino di coda dell'eurozona, messo anche peggio della Grecia".

Troppi benevoli "Consigliori" cercano di indurci alla miglior scelta (per loro!) altrimenti nuovi dolori e catastrofi ci colpiranno.

Un motivo in più per andare a votare, in massa, e scegliere liberamente in barba a quelli che pretendono di soggiogarci.

(per restare informati - editoriali )

Pubblicato in Politica Emilia

In relazione al dato consuntivo sulle imprese attive in Emilia Romagna diramato oggi da Unioncamere, il Presidente della Confesercenti E.R. Dario Domenichini ha dichiarato quanto segue:

"I dati consuntivi 2017 del registro delle imprese, diramati oggi da Unioncamere E.R, mettono in evidenza che il settore che ha fatto registrare il calo maggiore di imprese è stato quello del commercio (-1.096 unità a livello regionale).
E' un trend che perdura purtroppo da diversi anni e riguarda soprattutto le imprese individuali e le società di persone, segno che è il commercio indipendente, fatto di piccole imprese, ad essere maggiormente in difficoltà.
Se questo andamento dovesse perdurare corriamo il rischio di perdere quella diversità commerciale e quel servizio diffuso sul territorio che è una caratteristica peculiare del nostro Paese e della nostra Regione: Confesercenti chiede un supporto maggiore per le p.m.i del settore in termini di contenimento del costo degli affitti dei negozi, semplificazione burocratica, abbassamento del cuneo fiscale, limitazione all'ulteriore espansione della grande distribuzione e intensificazione della lotta all'abusivismo e all'illegalità".

Mercoledì, 24 Gennaio 2018 17:45

Imprese Emilia Romagna - E' ancora ampia la flessione

Il 2017 si chiude con un calo delle imprese attive (-2.756 unità, -0,7 per cento) analogo all'anno precedente. La più ampia riduzione si ha nel commercio (-1.096), seguono agricoltura, costruzioni e manifattura. Segnali positivi vengono dai settori dei servizi, che nel complesso restano però invariati.

Crescono solo le società di capitale (+1.743 unità, +2,1 per cento), mentre si amplia la diminuzione delle ditte individuali (-2.719) e si riduce quella delle società di persone (-1.743).

Una dinamica economica che registra un lieve calo della base imprenditoriale, più contenuto rispetto al trend degli ultimi anni. E' questa la lettura che l'Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha effettuato sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio della regione.

Secondo Movimprese, la mappa che deriva dall'elaborazione di Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle aziende, le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 456.929 a fine anno, quindi 3.191 (-0,7 per cento) in meno rispetto alla fine del 2016. Si tratta della più ampia flessione dal 2014, anche se nettamente inferiore a quelle subite nel biennio 2013-2014. A livello nazionale, nel 2017, la tendenza è risultata positiva e ha condotto a un lieve aumento dello 0,3 per cento delle imprese registrate. Nel complesso del 2017, in ambito Emilia-Romagna, le iscrizioni (25.327) sono lievemente diminuite rispetto all'anno precedente (25.942) e il dato costituisce il nuovo minimo degli ultimi dieci anni. Le cessazioni sono state pari a 28.674, quindi sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto al 2016 (28.608) e risultano quindi da tre anni sui livelli minimi del decennio.

Restituisce la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale il numero delle imprese attive che al termine del 2017, erano 404.758 ovvero 2.756 in meno rispetto a fine 2016, (-0,7 per cento). In termini assoluti, la perdita della base imprenditoriale regionale è risultata allineata a quella riferita ai dodici mesi precedenti (-2.766 unità), e resta ben al di sotto dei livelli degli anni dal 2012 al 2014. A livello nazionale le imprese attive hanno segnato un lieve aumento (+0,1 per cento) nel 2016, a conferma della particolare condizione dell'imprenditoria regionale.

I comparti di attività economica. A livello macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continua a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, i settori che hanno maggiormente concorso alla riduzione delle imprese attive sono l'insieme del commercio (-1.096 unità, -1,2 per cento), l'agricoltura, silvicoltura e pesca (-1.056 unità, -1,8 per cento) e le costruzioni (-968 unità, -1,4 per cento).

Segno rosso anche per l'industria manifatturiera (-676 unità, -1,5 per cento), al cui interno tre quarti dei comparti registrano una riduzione delle imprese, il trasporto e magazzinaggio (-249 unità, -1,8 per cento) e le attività immobiliari (-214 unità, -1,6 per cento).
Segnali positivi solo dai settori dei servizi, in primo luogo dell'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+415 unità, +3,6 per cento), quindi dalla crescita delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+250 unità, +1,6 per cento), dei servizi di alloggio e ristorazione (+239 unità, +0,8 per cento) e dei servizi alla persona (+269 unità, +1,9 per cento). Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+4,6 per cento) e dell'istruzione (+3,9 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.

Gli andamenti sono nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La riduzione tendenziale della base imprenditoriale è stata determinata dal più forte andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.719 unità (-1,2 per cento) nonostante una più contenuta riduzione delle società di persone, diminuite di 1.743 unità (-2,2 per cento).
Queste ultime risentono negativamente dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene l'aumento tendenziale delle società di capitale (+1.743 unità, +2,1 per cento), che è risultato però lievemente più contenuto rispetto all'anno precedente.

Un commento. C'è da considerare come gli effetti del ciclo economico si manifestino con ritardo sulla demografia delle imprese. Si riduce lievemente la natalità, resta invariata la mortalità, entrambe a livelli minimi, ma prosegue ancora la diminuzione delle imprese attive, nonostante la ripresa economica.

Moimprese ER

(Unioncamere ER 24 gennaio 2018)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 17 - n° 23 21 gennaio 2018 -

Editoriale: -Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare - Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti. - LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV - More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus - Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni - Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA -

SOMMARIO Anno 17 - n° 03 21 gennaio 2018
1.1 editoriale
Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti.
3.1 imprese e competenze l'azienda presenta il proprio curriculum: la Conoscenza Condivisa entra in azienda e le persone sono felici
3.2 Allerta alimentare LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV
4.1 Sicurezza Alimentare More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus
4.2 Eventi Assemblea elettiva provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Reggio Emilia
5.1 Eventi formaggi Il Parmigiano Reggiano eletto miglior formaggio al mondo a latte crudo
5.2 Bonifica Emilia centrale Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria del Nord Italia: deliberato il programma triennale
7.2 MIPAAF Siccità in Italia, avviato un piano d'azione da parte del MIPAAF.
8.1 salute e benessere Bere vino prima di dormire aiuta a perdere peso.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 21 Gennaio 2018 10:50

Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare

La Ue agevola i prodotti Italian Sounding e vanifica il lavoro del Ministro Martina. L'origine dei prodotti primari non si dovrà applicare ia prodotti DOP e IGP ma nemmeno per i "Marchi".

di Lamberto Colla Parma 21 gennaio 2018 -

Povero Ministro Maurizio Martina, quasi un intero mandato per fare approvare le norme che regolano l'etichettatura dei prodotti con l'introduzione dell'obbligo di indicarne l'origine (pasta, riso, latte, formaggi e pomodoro) che già dal 2019 di questi decreti si potranno fare i coriandoli.

Non che il Ministro ignorasse il fatto che a Bruxelles si stesse lavorando a una misura comunitaria, tant'è che i decreti nazionali in questione  integrano la data di scadenza proprio in ragione dell'entrata in vigore del regolamento comunitario.

IMG 0657Ma quello che Martina probabilmente ignorava erano le poche ma sostanziali modifiche che sarebbero state introdotte dai soliti UEmanoidi-.

Il testo della proposta di regolamento è attualmente sottoposto a una consultazione pubblica (rigorosamente solo in inglese!) che si chiuderà il prossimo primo febbraio, nel quale si evince che l'origine dell'ingrediente primario sarà obbligatorio indicarla se diversa da quella del prodotto finito. Ad esempio: un pacco di pasta lavorata in Italia dovrà indicare anche l'origine del grano, se questo proviene dal Canada o dalla Turchia. Stessa cosa per un prosciutto fatto in Italia con cosce suine tedesche. Così per tutti gli altri alimenti.

Apparentemente sembrerebbe che il testo sia molto ben imparentato con quelli emanati lo scorso anno dal dicastero dell'"Agricoltura" e invece la bozza di Bruxelles, che è in discussione, potrebbe risultare un ulteriore mezzo "facilitatore" per le imprese esperte in "Italian Sounding" .

L'obbligo, infatti, non varrà per le Dop e Igp ma soprattutto non si applicherà ai marchi registrati che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto.
Sarà quindi sufficiente avere un marchio registrato con una bandiera tricolore o un richiamo al nostro Paese per essere esentati dall'obbligo di indicare l'origine dell'ingrediente principale.

A essere precisi, laddove il marchio suggerisca una origine dell'alimento che non coincide con il Paese di sua ultima trasformazione sostanziale, essa deve venire precisata.

Ma precisata come? Dalla genericità più estrema fino al dettaglio locale:

– 'UE', 'non-UE' o 'UE e non-UE',
– macro-regione, che può abbracciare più Paesi, purché riconosciuta dal diritto pubblico internazionale',
- Stato membro o Paese extra-UE,
– Regione o altro territorio, all'interno di uno Stato membro o Paese extra-UE, purché intesi con facilità dal consumatore medio.
In alternativa, sarà possibile dichiarare in etichetta che 'l'origine dell'ingrediente (...) non coincide con l'origine del prodotto', o altra dicitura di pari significato.

Cosa decideranno di scrivere in etichetta, dal 1 aprile 2019, i Big Food internazionali come ad esempio i titolari dei marchi "Prego" di Campbell's, 'Miracoli' di Kraft Foods e 'Dolmio' di Mars?

Fatta la legge, trovato l'inganno!

(per restare informati - editoriali )

Pubblicato in Politica Emilia
Venerdì, 19 Gennaio 2018 10:26

Unioncamere - Si rafforza la ripresa

Nel trimestre il volume d'affari sale dell'1,8 per cento. Il consolidamento dell'espansione deriva dalla netta svolta in positivo della tendenza per le piccole imprese, anche se quelle grandi continuano a correre più di tutte, mentre le medie realizzano solo una leggera crescita. Aumenta ancora l'occupazione (+7,2 per cento), più che in Italia (+1,8 per cento), ma prosegue la riduzione della base imprenditoriale (-1.131 imprese, -1,7 per cento), più che a livello nazionale (-1,1 per cento), per la gran parte dovuta a ditte individuali e società di persone.

Bologna 18 gennaio 2018 - Spiragli di luce che si fanno più ampi. Questa metafora emerge dall'indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Lasciandosi alle spalle l'andamento congiunturale oscillante dei dodici mesi precedenti, l'industria regionale delle costruzioni ha rafforzato la tendenza espansiva.

Nel terzo trimestre il volume d'affari a prezzi correnti è aumentato dell'1,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il saldo dei giudizi tra la quote delle imprese che rilevano un aumento o una riduzione del volume d'affari rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno è salito ulteriormente passando da +10,4 a +15,5 punti. Appare attenuata la correlazione positiva tra dimensione d'impresa e andamento del volume d'affari, che cresce del 2,0 per cento per le piccole imprese, dell' 0,7 per cento per le medie e risulta positivo per le grandi (+3,3 per cento).

Lavoro. Secondo Istat, nel terzo trimestre gli occupati nelle costruzioni sono risultati quasi 103 mila, con un incremento del 7,2 per cento. rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, che si confronta con una tendenza ben più contenuta a livello nazionale (+1,8 per cento).
Il registro delle imprese. Gli effetti della crisi passata continuano a farsi sentire sulla base imprenditoriale. A fine settembre, le imprese attive nelle costruzioni erano 66.326, quindi 1.131 in meno (-1,7 per cento) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nei due raggruppamenti principali, la riduzione è più rapida tra le imprese operanti nella costruzione di edifici (-556 unità, -3,2 per cento), ma ampia anche per quelle attive nei lavori di costruzione specializzati (-545 unità, -1,1 per cento), tra cui si concentrano le imprese minori. La diminuzione è determinata soprattutto dalle ditte individuali (944 unità, -2,0 per cento), ma la tendenza negativa è più forte per le società di persone (-5,0 per cento, -371 unità).

Queste risentono negativamente dell'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina l'aumento delle società di capitali (+1,7 per cento).

20180118-unioncamere

Ulteriori approfondimenti
Analisi http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/osservatorio-congiuntura-costruzioni 

Dati regionali http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/dati/bd/congiunt/ind-art-cos-r 

Dati provinciali http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/dati/bd/congiunt/provinciali-p 
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Pubblicato in Economia Emilia
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