Venerdì, 18 Agosto 2023 17:35

I musulmani distruggono le chiese in Pakistan dopo aver accusato i cristiani di profanare il Corano. In evidenza

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L'ex Primo Ministro Sharif, “Non c'è posto per la violenza in nessuna religione”

Di Flavia De Michetti Roma, 17 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - Nella giornata di ieri, nella zona est del Pakistan, i musulmani hanno scatenato una rivolta a causa di un’accusa nei confronti di un uomo cristiano che avrebbe profanato il Corano.

I rivoltosi avrebbero demolito la casa del presunto responsabile, bruciando chiese e danneggiando diverse altre abitazioni.

Al momento non è stata segnalata la presenza di vittime.

L'entità della violenza ha spinto il Governo a dispiegare ulteriori Forze di Polizia e a inviare l'Esercito per ristabilire l'ordine.

In particolare, gli attentati a Jaranwala, nel distretto di Faisalabad nella provincia del Punjab, sono scoppiati dopo che alcuni musulmani residenti nella zona avrebbero affermato di aver visto un cristiano locale, Raja Amir, e un suo amico strappare alcune pagine da un Corano, gettarle a terra e scrivere commenti offensivi su altri fogli del testo sacro dell’Islam.

Il Capo della Polizia ha spiegato che l’accaduto “Ha fatto infuriare i musulmani locali. Una folla si è radunata e ha iniziato ad attaccare più chiese e diverse case cristiane, bruciando mobili e altri oggetti domestici. Alcuni membri della comunità cristiana hanno trovato riparo nelle loro case per sfuggire alla folla”.

La Polizia è intervenuta, sparando in aria e brandendo manganelli prima di disperdere gli aggressori con l'aiuto di religiosi e anziani musulmani. 

Le Autorità hanno anche dichiarato di aver “Iniziato a lanciare raid nel tentativo di trovare tutti gli autori”. Secondo le ultime stime, infatti, decine di rivoltosi sarebbero stati arrestati.

Diversi video e foto pubblicati sui social media mostrerebbero una folla inferocita che si scaglia su una chiesa, lancia pezzi di mattoni e la brucia e alcuni poliziotti che osservano la situazione senza intervenire per fermare il vandalismo.

In un altro video si vedrebbe un uomo arrampicarsi sul tetto della chiesa e rimuovere la croce d'acciaio dopo averla ripetutamente colpita con un martello dietro un vigoroso incitamento della folla in strada.

Khalid Mukhtar, un prete locale, ha affermato che la maggior parte dei cristiani che vivono nella zona è fuggita in luoghi più sicuri, “Anche la mia casa è stata bruciata”.

Padre Gulshan Barkat, Professore di Storia della Chiesa presso il National Catholic Institute of Theology di Karachi, ha descritto le accuse di blasfemia come “false” e ha aggiunto che “Anche le moschee locali erano da biasimare perché gli altoparlanti eretti sui minareti avevano, sin dall'inizio della giornata, chiamato i musulmani a radunarsi e attaccare le chiese e la comunità cristiana”. Tuttavia, nessuno dei religiosi delle moschee di Jaranwala è stato contattato per confermare tale affermazione.

“L'emozione dei nostri fratelli musulmani divampa molto rapidamente, anche per sentito dire”, ha concluso Padre Barkat.

Il Capo della Polizia ha sottolineato che “Al momento è in corso un’indagine” e, nel frattempo, sarebbe arrivata sul posto anche una delegazione di religiosi musulmani dalla città di Lahore per esprimere solidarietà ai cristiani.

Nella serata di ieri, sono Forze di Polizia e Esercito, dopo aver esortato i rivoltosi a tornare nelle proprie abitazioni, avrebbero rassicurato i musulmani promettendo loro che l’uomo responsabile di aver profanato il Corano sarebbe stato presto arrestato.

Le accuse di blasfemia non sono un avvenimento raro in Pakistan. 

In base alle leggi del Paese, infatti, “Chiunque sia ritenuto colpevole di aver insultato l'Islam o figure religiose islamiche può essere condannato a morte”. 

È possibile che, mentre le Autorità devono ancora eseguire una condanna a morte per blasfemia, spesso solo l'accusa può provocare rivolte e incitare la folla alla violenza, al linciaggio e all'omicidio.

Ricordiamo, infatti, uno dei peggiori attacchi contro i cristiani, risalente al 2009, quando una folla ha bruciato circa sessanta case e ucciso sei cristiani, accusati di aver insultato l’Islam, nel distretto di Gojra nel Punjab e, nel dicembre 2021, una folla musulmana si è abbattuta su una fabbrica di attrezzature sportive nel distretto pakistano di Sialkot, uccidendo un uomo dello Sri Lanka e bruciandone pubblicamente il corpo per accuse di blasfemia.

Quanto accaduto ieri ha provocato la reazione a livello nazionale da parte dei massimi leader e dei principali partiti politici. Il Primo Ministro ad interim Anwar ul Haq Kakar si è detto “Sconvolto dalle immagini provenienti da Faisalabad. Un'azione severa sarebbe intrapresa contro coloro che violano la legge e prendono di mira le minoranze. A tutte le Forze dell'Ordine è stato chiesto di arrestare i colpevoli e assicurarli alla giustizia”.

Anche il vescovo Azad Marshall, ha chiesto aiuto sui social media e ha detto di essere “profondamente addolorato e angosciato”. Ha, inoltre, aggiunto: “Chiediamo giustizia e azione da parte delle Forze dell'Ordine e di coloro che dispensano giustizia e sicurezza di tutti i cittadini, affinché intervengano immediatamente e ci assicurino che le nostre vite sono preziose nella nostra stessa patria che ha appena celebrato l'indipendenza e la libertà”.

Infine, anche l'ex Primo Ministro Shehbaz Sharif si è espresso su quanto accaduto nelle ultime ore, sottolineando che “Non c'è posto per la violenza in nessuna religione”.

Nella città portuale meridionale di Karachi, capoluogo della provincia meridionale del Sindh, decine di cristiani si sono mobilitati per denunciare gli attacchi a Jaranwala e secondo i gruppi per i diritti umani nazionali e internazionali “Le accuse di blasfemia sono state spesso utilizzate per intimidire le minoranze religiose in Pakistan e regolare conti personali”.

Nel dicembre 2021, una folla musulmana si è abbattuta su una fabbrica di attrezzature sportive nel distretto pakistano di Sialkot, uccidendo un uomo dello Sri Lanka e bruciandone pubblicamente il corpo per accuse di blasfemia.

(Immagine tramite screenshot da npr.org.)

 

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