Venerdì, 10 Marzo 2023 11:17

Edilizia. Gli imprenditori di C.A.N.D.E. in piazza a Roma. In evidenza

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Il Presidente La Spada in conferenza stampa a Palazzo Madama, “Il sistema è al collasso

Di Flavia De Michetti Roma, 98 marzo 2023 (Quotidianoweb.it)  - Ieri, gli associati di C.A.N.D.E. (Class Action Nazionale dell’Edilizia) e non si sono radunati a Roma sotto la sede del MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze, per manifestare la loro delusione e rabbia in seguito alla recente decisione presa dal Consiglio dei Ministri riguardo il blocco della cessione dei crediti e lo sconto in fattura dei bonus fiscali, oltre che del Superbonus 110%.

Nei mesi scorsi, sono state organizzate diverse manifestazioni, ma quella di ieri è stata particolarmente concitata e segnata perfino da un acceso diverbio tra il Presidente della VI Commissione Finanze e un imprenditore manifestante.

Lo stop definitivo alla cessione del credito è stato dato con il Decreto-Legge 11 del 16 febbraio 2023, approvato, esaminato dalla Camera e pubblicato poco dopo in Gazzetta Ufficiale, entrato in vigore da subito.

Sono state, inoltre, abrogate le norme che prevedevano la possibilità di cedere i  crediti fiscali relativi alle spese per gli interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni dei condomini, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro, e alle spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni dei condomini o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, con la demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile, ovvero il “sismabonus acquisti del 110%”.

Nel Decreto viene anche specificata “la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre ulteriori e più incisive misure per la tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche in materia edilizia e di definire il perimetro della responsabilità derivante dal meccanismo della cessione dei crediti ad essa connessa”.

Il Governo ha valutato tre punti in particolare.

Il primo riguarda il blocco delle operazioni di acquisto di crediti da parte delle regioni e altri enti pubblici.

Il secondo, riprendendo la circolare n. 33/E del mese di ottobre dell’Agenzia delle Entrate, limita significativamente le responsabilità del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti.

Infine, con il D.L. 11 del 16 febbraio 2023 il Governo ha, dunque, bloccato tutte le cessioni di bonus fiscali, rendendo nulla la norma che, secondo l’art. 21 del Decreto Rilancio, regola le cessioni, fatta eccezione per i lavori già avviati.

Nella giornata di ieri, si è svolta anche una conferenza stampa presso la sede di Palazzo Madama, nella Sala Caduti di Nassirya, alla quale sono intervenuti esperti del settore.

Durante l’incontro si è discusso dell’attuale tema politico del blocco della cessione dei crediti sconto in fattura, che coinvolge non solo le imprese, ma anche i cittadini.

Alla presenza della senatrice Gabriella Di Girolamo, dell’8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) è stato spiegato che è costante e sempre più forte l’interesse da parte del Movimento 5 Stelle sulla misura che “ha fatto solo del bene al nostro Paese”.

Il primo ad intervenire è stato il presidente C.A.N.D.E., Igor La Spada, “A partire dal Decreto Antifrode dell’11 novembre 2021, l’Associazione ha cercato in tutti i modi di far capire agli esponenti politici della maggioranza l’effettiva valenza di questa misura, dal punto di vista economico, ambientale, dell’occupazione, della riduzione dell’assistenzialismo da parte delle Istituzioni”.

Tutte le menzogne che sono state lanciate contro questa misura – ha proseguito il presidente C.A.N.D.E. – sono state pienamente smentite già all’epoca del governo Draghi, quando sono stati resi noti numeri contrastanti rispetto a quelli dichiarati dall’allora Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. Oggi, addirittura, quelle stime le vediamo modificate a ribasso, ad ulteriore conferma che questa misura fa bene da più punti di vista all’economia dello Stato”.

Ciò che chiediamo, come associazione rappresentativa di tecnici, imprese, professionisti e committenti – ha concluso in sede di conferenza stampa La Spada – è di finire una volta per tutte di giocare con la vita dei cittadini e cercare di fare, invece, il bene del nostro Paese. Il sistema è al collasso. Non possiamo permette che un settore costituito da circa 50 mila piccole e medie imprese possa andare in fallimento. Sono la struttura portante dell’economia italiana”.

Prendendo spunto da queste parole, è intervenuto il senatore Agostino Santillo del Movimento 5 Stelle con una riflessione in un’ottica politica sulla vicenda.

La piazza non l’abbiamo mai dimenticata. – ha dichiarato il senatore – Come forza politica, sul tema dell’ascolto abbiamo posto un accento importante per capire cosa servisse e tradurlo in azione legislativa. Non ci siamo mai fermati. Questa norma è stata ostacolata a partire dal D.L. Antifrode del 2021 dallo stesso Draghi. Al centro del dibattito abbiamo posto la difesa del Superbonus e lo abbiamo fatto fino a che non abbiamo più votato la fiducia al Governo Draghi. Tutti sanno che il motivo di questo gesto è nel blocco della cessione dei crediti di imposta. Una cosa che il Governo deve imparare è che Superbonus 110% e cessione dei crediti di imposta sono due cose distinte. Questa confusione ha fatto sì che sulla normativa si generasse un vulnus, probabilmente giustificato dalla volontà della nostra classe politica di Governo di piegarsi all’austerità del Governo europeo e quindi al sistema bancario.

Come forza politica, inoltre, da un punto di vista parlamentare, abbiamo tradotto una serie di iniziative e mai abbiamo cercato di mettere il marchio sulle nostre proposte. – ha concluso Santillo – Abbiamo, inoltre, notato che alcuni colleghi della maggioranza utilizzano le nostre proposte. Ben venga! Ci sono le misure per poter uscire da questo pantano. Tra queste: il coinvolgimento degli enti controllati e partecipati dallo Stato, ristabilire il concetto di cessione plurima del credito d’imposta, dare la possibilità agli enti locali di poter compensare i loro F24 con crediti d’imposta che comprano dalle imprese del loro territorio, che si sono generati, ad esempio, con il Superbonus”.

Con queste parole, il senatore Santillo ha ceduto la parola ad Alessandro Malapelle, membro del centro studi C.A.N.D.E., il quale è intervenuto spiegando che “Prevalentemente, il sistema delle imprese e dei professionisti chiede alla politica almeno il rispetto. Abbiamo riscontrato che la politica non sembra tenere conto del valore sociale del comparto delle imprese e dell’industria correlata e del comparto delle professioni. Abbiamo perso fiducia nelle Istituzioni. Notiamo anche un approccio di carattere distruttivo della misura epocale Superbonus 110% con cessione sconto in fattura dei crediti fiscali, per favorire la transizione energetica, la riduzione del rischio sismico e l’abbattimento delle barriere architettoniche”.

Come centro studi di C.A.N.D.E. abbiamo sviluppato analisi approfondite man mano che questa misura vedeva un suo sviluppo, fino poi ad arenarsi ed essere cancellata nella sua essenza principale. – ha proseguito Malapelle – L’effetto sull’economia è stato estremamente positivo. Oggi, chiediamo che il Governo intervenga in merito allo sblocco dei crediti fiscali dei soggetti interessati, committenti, proprietari di immobili, imprese e professionisti”.

Ci siamo concentrati su studi di approfondimento e, per quel che riguarda la disciplina di tutti i bonus fiscali legati al settore edilizio, siamo prossimi ai 100 miliardi di crediti incagliati. – ha spiegato Malapelle – Si tratta di un una bomba economico-sociale che grava sulle imprese e i professionisti. I Governi che si sono succeduti non hanno alcuna considerazione delle professioni di natura tecnica, che hanno dato lustro alla nostra Nazione per capacità, inventiva, perseveranza e tenacia. Sono state spazzate via in un attimo”.

Il Decreto Legge del 16 febbraio è stato come un fulmine a ciel sereno. Una soluzione, per poter dare lo sblocco ai crediti fiscali giacenti sui cassetti dei professionisti e delle imprese, è possibile, qualora il Governo lo volesse. Innanzitutto, quest’ultimo potrebbe attivare MedioCredito Centrale, in maniera tale che le banche e le compagnie di assicurazione liberino spazi fiscali e che possano acquisire nuovamente i crediti fiscali nei cassetti delle imprese dei professionisti. MedioCredito Centrale, inoltre, avrebbe la possibilità di redistribuire questi crediti fiscali nella misura incentivante, 110%, quindi con un ristoro e un forte interesse alle partecipate di Stato. In questo modo, il Governo avrebbe la possibilità di evitare il fallimento delle imprese, dei professionisti e una tragedia sociale nei confronti dei committenti. Qualora ciò non accadesse, siamo convinti che, nel 2023, si segnerà un aumento della perdita di lavoro da parte di almeno 200 mila persone”.

Dopo un breve e incisivo intervento di Sabatino Nocerino, direttore commerciale del Consorzio Cooperativo Consortium Management Construction, è intervenuto, infine, il senatore Emiliano Fenu del Movimento 5 Stelle che, in sede di conferenza stampa, ha aggiunto che “Secondo alcuni dati ISTAT, nel 2022 le entrate tributarie sono aumentate rispetto al 2021 di 48 miliardi. È vero che, negli ultimi mesi dell’anno, si è verificata un’inflazione, ma sarebbe opportuno, nonché necessario, che il MEF ci fornisse quelle che sono le reali motivazioni dell’aumento energetico, dal momento che istituti tra i più autorevoli, come ad esempio il Censis (Istituto di ricerca socio-economica) e molti altri, dicono che le entrate conseguenti a una misura di questo tipo variano dal 50% al 70%”.

Si suppone, dunque, che i 48 miliardi di entrate in più siano dovuti proprio alla misura del Superbonus. In Parlamento abbiamo presentato la questione della capienza fiscale delle banche, che in realtà esiste. L’importo che transita ogni anno per i modelli F24 e per le banche varia dai 400 ai 500 miliardi di euro. In un anno, dunque, si riuscirebbe ad assorbire tutti i crediti che sono in circolazione. Spero che il Governo ritorni a più miti consigli”.