Con la partecipazione di figure illustri come l'avv. Aldo Truncè (Presidente della Camera Penale di Crotone), il dott. Franco Frijio (commercialista e consulente tecnico del Tribunale di Parma), il giornalista Federico Casanova e la dott.ssa Francesca Gambarini (Nazione Futura Parma). L'evento si è aperto con i saluti istituzionali di Lorenzo Lavagetto (vicesindaco del Comune di Parma) e ha offerto uno spunto di riflessione profonda e necessaria sul fragile confine tra libertà di espressione e diritto alla presunzione di innocenza.
Il tema delicato e al contempo urgente è stato affrontato con grande incisività dall'avvocato Truncè, che ha messo in evidenza la crescente erosione della presunzione di innocenza, fondamentale pilastro del nostro ordinamento giuridico. Con parole ferme e convincenti, ha denunciato come il fuoco incrociato dei media, spesso sensazionalisti e imprudenti, riesca a condannare in anticipo chiunque venga travolto da una inchiesta. Un'accusa, una notizia diffusa troppo velocemente e già un individuo viene marchiato come colpevole. Una spirale di pregiudizi che non lascia scampo, anche quando la verità è ancora lontana.
Franco Frijio ha ulteriormente approfondito la questione, portando sotto i riflettori il fenomeno dei social media, veri acceleratori della gogna mediatica. Lì, dove ogni voce trova immediata risonanza e ogni opinione diventa verità, il dott Frijio ha mostrato come la reputazione di una persona- professionista, imprenditore, cittadino- possa essere distrutta in un istante senza appello. Una condivisione e "il danno è fatto" ha affermato Frijio.
Un'onda che non può essere fermata, e che travolge tutto e tutti senza mai permettere un secondo di riflessione.
Federico Casanova ha parlato con una passione travolgente dell'etica dell'informazione nell'era digitale. Con lucidità e coraggio, ha smascherato la superficialità con cui spesso i media, sia tradizionali che social, trattano le notizie.
Federico Casanova ha descritto il giornalismo come una "bussola della democrazia", ma ha anche ammonito sui pericoli insiti in una informazione frettolosa che, nel suo slancio di rapidità, finisce per creare danni irreparabili.
A chiudere il ciclo di interventi Francesca Gambarini, che ha tracciato il legame tra gogna mediatica e dinamiche politiche sollevando la questione di come l'opinione pubblica, manipolata dai media possa influenzare scelte e decisioni governative. La politica, infatti, non è immune a questo fenomeno e la sua stessa essenza può essere distorta se il giudizio pubblico è basato su pregiudizi alimentati dai media anziché da fatti concreti.
La moderatrice dell'incontro, l'avvocato Giovanna Lamanna del Foro di Parma, ha svolto un ruolo cruciale nell’incalzare i relatori, mantenendo alta l'attenzione sui temi fondamentali, ha dato al convegno una struttura solida, offrendo spunti di riflessione sia sul piano giuridico che su quello etico e sociale.
Il messaggio che ha risuonato forte e chiaro è che la verità non è mai semplice e ogni persona ha diritto ad essere giudicata secondo il principio della presunzione di innocenza, senza pregiudizi e senza essere condannata prima del processo. Perché, alla fine, la giustizia non è un'opinione, è un diritto. E come ha sottolineato l'avvocato Truncè, nessuno è colpevole finché non lo dice un Tribunale.