Di Erika Ferrari Noceto, 3 novembre 2024 - C’era una volta, e non è solo l’inizio di una fiaba. È la storia vera di una donna visionaria, Primarosa Vicini, che ha dato vita a qualcosa di straordinario: DanzaStorie. Un progetto che non è solo uno spettacolo, ma un dono alla comunità, un modo per rendere eterno il legame tra la danza e le radici profonde di Parma e della sua provincia.
Primarosa, madre di due artiste, musicista e danzatrice, ha saputo sognare in grande quando ha pensato di aprire le porte del Teatro Regio di Parma agli allievi delle scuole di danza. Non è mai stata una sfida semplice, eppure Primarosa ha fatto in modo che, anno dopo anno, il palco diventasse una tela su cui dipingere storie che altrimenti sarebbero state dimenticate. Con il suo coraggio ha invitato sul palco non solo giovani danzatori, ma anche il folklore locale, quei sorrisi genuini di Peppone e Don Camillo che per 25 anni hanno rallegrato il pubblico, regalando frammenti di vita e radici.
Primarosa sapeva che, come un passo di danza, anche un progetto così grande deve continuare a crescere. Ed ecco il passaggio del testimone a Coordinamento Danza Parma, un'associazione composta dai presidenti delle scuole di danza della città. Persone che hanno vissuto da vicino la dedizione di Primarosa e che oggi sono pronte a dare nuova vita a quel sogno, portando avanti DanzaStorie come lei l’ha voluto e concepito: un inno all’arte, alla bellezza, alla memoria.
Oggi, però, quel sogno è a rischio.
Per la prima volta, il Teatro Regio nel 2024 non ospiterà DanzaStorie: fermato dalle difficoltà economiche e dalla burocrazia.
E’ un colpo al cuore per chi ha vissuto ogni emozione di questo progetto, per chi ha visto crescere generazioni di giovani talenti, per chi conosce il valore inestimabile della cultura che sa unire e creare comunità.
Ecco allora che Coordinamento Danza Parma fa un appello a tutti coloro che amano la danza e credono nel potere trasformativo dell’arte. C’è bisogno di partners che sappiano quanto sia prezioso questo progetto, quanto sia necessario non spegnere la luce che Primarosa ha acceso. Un filantropo, uno sponsor, una persona o un’impresa che creda nella bellezza e nella necessità di mantenere viva questa tradizione. DanzaStorie va riportato al Teatro Regio, nel luogo che gli compete e dove ha incantato generazioni.
Questo è un momento in cui serve un cuore grande, qualcuno che veda oltre le difficoltà e riconosca che la danza è un linguaggio universale, un patrimonio che non può avere fine. Perché investire in DanzaStorie significa donare un’eredità artistica alle nuove generazioni, dare ai giovani la possibilità di esprimersi, crescere e diventare cittadini del mondo.
Primarosa ha regalato un sogno.
DanzaStorie ha emozionato ed incantato, come solo la grande arte sa fare.
Fotografie Roberto Ricci
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