Mercoledì, 22 Gennaio 2014 11:37

Modena, una terza e profonda ferita nella bassa.

 

 

 

 

Dapprima il terremoto, poi un violento tornado e ora l’alluvione. La popolazione e le imprese della bassa modenese messe a dura prova dai segni di Terra, Aria e Acqua.  Un disastro annunciato?

 

 di Lamberto Colla - Parma, 22 gennaio 2014 -

 

Una terra di gente tenace e caparbia come quella modenese è, molto probabilmente, difficile da ritrovare. Forse tutti avrebbero reagito con la medesima forza ma quanto è accaduto a questa piccola e operosa zona, in un lasso di tempo così breve, ne ha dello straordinario.

Un terremoto, quello del maggio 2012, che ha raso al suolo attività produttive, case e inferto una terribile ferita psicologica alla popolazione modenese. Due scosse di elevatissima intensità a distanza di 9 giorni hanno messo Ko u’area che esprimeva l‘1,5% del PIL nazionale. Lutti, feriti e macerie sono stati lasciati sul campo quel 20 e 29 maggio del 2012. Un anno dopo, siamo a maggio del 2013 quando un tornado, paragonabile a quelli statunitensi, colpì una larga striscia di territorio scatenando al suola un’energia mai prima recensita in europa. Anche in quel caso distruzione e vittime andarono a sommarsi alla ferita ancora aperta del terremoto. L’acqua nel frattempo già aveva iniziato a dare, sempre in quei giorni, forti segnali di instabilità e le frane che hanno martoriato le province di Parma e Reggio, andarono a sommare i loro effetti disastrosi ai disagi e ai conti dell’Emilia. Infine, e speriamo da ultimo, l’alluvione di questi giorni ripropone all’opinione pubblica il dramma del dissesto idrogeologico colpendo ancora una volta la bassa modenese. Nuove vittime e nuovi ingentissimi danni. 

Colpa delle nutrie che hanno scavato gallerie negli argini per alcuni, mentre un disastro annunciato per altri. TempoNews il 27 gennaio del 2012 titolava “Finiremo tutti sott’acqua”.

“Se non si costringe Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) - attacca il giornale - a fare in fretta gli interventi necessari, finiremo tutti sott’acqua e, prima o poi, potrebbe scapparci il morto”: è questo il timore espresso sia dagli agricoltori che operano lungo le sponde del Secchia che dai residenti di Sozzigalli, frazione di Soliera dove, giovedì scorso, si è svolta un’assemblea molto partecipata per discutere del fiume insieme al sindaco Giuseppe Schena, all’assessore all’Ambiente Caterina Bagni e all’assessore provinciale Stefano Vaccari.

E’ ora di correre presto ai ripari. I segnali, dalla Liguria all’Emilia, sono forti e chiari da tempo. Se non si interviene con una azione preventiva forte e determinata altri danni e vittime si dovranno rendicontare.  

terremotoA1

 

 

Confermati i segnali di cedimento per tutte le tipologie di burro monitorate sui centri di scambio sia emiliani che lombardi. Sottoscritto l’accordo per il prezzo del latte lombardo valido per il periodo 1 febbraio - 30 giugno 2014.

 

di Virgilio - 

Parma 22 gennaio 2014 --

La terza settimana del nuovo anno ha visto confermare la tendenza manifestata nelle precedenti ottave. Nello specifico, dopo un lungo periodo di stabilità, il segno negativo è stato registrato per tutte le tipologie di burro sia sulle piazze lombarde sia su quelle emiliane. Una tendenza che ha trascinato anche il Burro Cee facendo registrare un perdita del  -1,32% fermando il prezzo a 3,75€/kg sulla piazza milanese.

Nella settimana che ha visto la sottoscrizione dell’accordo per la determinazione del prezzo alla stalla, il Latte Spot ha risposto con uno stop alla tendenza ribassista che aveva fatto registrare nelle precedenti settimane. confermando il prezzo tra 47,43 e 49,49 €/100 litri di latte. 

 Piccoli segnali di ripresa invece per i “freschi” delle due principali DOP alla piazza milanese. Un timido +0,35% per il Grana Padano Dop di 9 mesi seguito da un +0,28% per il Parmigiano Reggiano di 12 mesi sono gli incrementi registrati lo scorso lunedi 20 gennaio. Staremo a vedere se le altre piazze confermeranno il segnale milanese. 

 

Accordo sul prezzo del latte in Lombardia.

Come anticipato, è stato sottoscritto l’accordo per la determinazione del prezzo del latte alla stalla che avrà validità dal 1 febbraio e sino al 30 giugno 2014 per la regione Lombarda ma che diventerà il valore di riferimento per gli accordi che seguiranno almeno per quanto concerne il nord Italia. 

Il Testo dell’accordo:

Nella logica di consolidare un rapporto di reciproca collaborazione e di consentire una giusta programmazione delle attività produttive. ItalatteS:p.A. ed i rappresentanti delle organizzazioni agricole lombarde Coldiretti, Confagricoltura e CIA, si sono incontrati in data odierna ed hanno definito il seguente accordo per la determinazione del prezzo del latte alla stalla prodotto dai propri associati nella regione Lombardia

- PREZZO -

Per ogni 1000 (mille) litri di latte intero e genuino reso refrigerato alla stalla a +4° C, nel rispetto delle prescrizioni relative alla normativa igienico sanitaria sia nazionale che comunitaria, verrà corrisposto il seguente prezzo:

01 Febbraio - 30 Giugno 2014

- 445,00 € I.000 litri -

CLAUSOLE PARTICOLARI 

Per quanto non espressamente specificato vale quanto previsto nell'accordo regionale 2007/2008 definito tra Assolatte e le organizzazioni Professionali Regionali Agricole ivi inclusa la tabella qualità vigente.

Per qualunque controversia Foro Competente sarà quello di Milano.

Alcune cooperative tra le imprese danneggiate dall' esondazione del Secchia -

Modena, 21 gennaio 2014 -

Dalle prime rilevazioni risultano anche alcune cooperative tra le imprese danneggiate dall'esondazione del Secchia. Lo riferisce Confcooperative Modena, che cita gli stabilimenti sorbaresi della Cantina di Carpi e Sorbara, la cooperativa ortofrutticola Fruit Modena Group di Sorbara, le cooperative sociali Pomposiana e Domus Assistenza di Modena. Con l'avanzare dell'acqua verso la Bassa non si esclude che possano subire danni anche altre cooperative. «Bisogna attivare tutti gli strumenti disponibili per permettere alle cooperative colpite di riprendere l'attività nel più breve tempo possibile - ha dichiarato il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco prima di partecipare all'incontro sull'emergenza alluvione convocato nel pomeriggio di ieri presso la Provincia – I danni maggiori riguardano il settore agroalimentare, in particolare le coltivazioni di pere e uva. Ci vogliono misure straordinarie per aiutare le cooperative colpite e le aziende agricole loro socie a risollevarsi immediatamente. Allo stesso tempo non sono più rinviabili interventi di manutenzione del territorio, un settore nel quale – conclude De Vinco - le cooperative possono mettere in campo competenze e professionalità sviluppate in decenni di lavoro sui fiumi di tutta la regione».

(Fonte: ufficio stampa Concooperative Modena)

 

Continua l'allerta meteo: per i prossimi giorni prevista ancora pioggia -

Parma, 20 gennaio 2014 -

A causa del maltempo, previsto nei prossimi giorni, dopo le intense precipitazioni e alluvioni che hanno interessato l' Emilia, la protezione civile dell'Emilia-Romagna ha attivato una fase d'attenzione per criticità idrogeologiche ed idrauliche per 60 ore, che si estende fino a mezzanotte di mercoledì. L'allerta riprende quella sabato, in considerazione anche di piogge e criticità in atto, oltre che al transito della piena del Po, con superamento idrometrici dei livelli 1 in tutte le stazioni di valle da Casalmaggiore con conseguente rallentamento del deflusso delle piena dei fiumi Parma, Enza, Secchia e Panaro.

 

Domani, Martedì 21 gennaio presso la sede provinciale CNA (ore 18.00) un incontro dedicato alla riforma che armonizza i pagamenti in Euro -

Modena, 20 gennaio 2014 -

I sistemi di pagamento nell'area di utilizzo dell'Euro sono da sempre un incomprensibile arcobaleno: strumenti di una varietà non necessaria, che spesso creano confusione e comportano costi di adeguamento rilevanti, sia economici che di tempo. Dal 1 febbraio 2014 verranno uniformati: un importante cambiamento che promette di rendere le cose più semplici, e al quale è bene arrivare preparati.
Il sistema SEPA mira a estendere il processo d'integrazione europea ai pagamenti al dettaglio in euro effettuati con strumenti diversi dal contante, con l'obiettivo di favorire l'efficienza e la concorrenza all'interno dell'area dell'euro. Grazie a SEPA tutti i pagamenti al dettaglio in euro saranno considerati "domestici", venendo meno la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all'interno dell'area dell'euro.
Domani, martedì 21 gennaio a partire dalle 18.00, presso la sala Arcelli della sede provinciale CNA (via Malavolti 27, Modena), si terrà l'incontro dal titolo: "SEPA, come cambia il meccanismo di pagamento per imprese e cittadini". RIBA, RID, bonifici, carte di pagamento: in un'efficace panoramica verranno descritti tutti i cambiamenti di maggior rilievo.
Nel corso dell'incontro, che si svolge in collaborazione con la Banca Popolare dell'Emilia Romagna, verrà concesso ampio spazio alle domande dei partecipanti.
Per informazioni: CNA Modena - Tel. 059 418.579 - E' gradita la conferma di partecipazione compilando questo form online.


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

L'ente presidia la Bassa Parmense, già dalla mattinata di ieri, con più di cinquanta tecnici e operai specializzati impiegati -

Parma, 20 Gennaio 2014 –

467 mm di acqua caduta in poco meno di due giorni sul bacino del torrente Parma, 390 su quello dell'Enza per una potenza complessiva di sollevamento da parte di tutti gli impianti idrovori attivati pari a più di 40mila litri di acqua al secondo da convogliare nel reticolo dei 1500 km di canali di competenza del Consorzio di bonifica Parmense.
È questo lo scenario di contesto ambientale che ha portato l'ente a presidiare la nostra Bassa, già dalla mattinata di ieri, con più di cinquanta tecnici e operai specializzati impiegati sugli impianti idrovori e sui manufatti che garantiscono tutt'ora lo smaltimento e lo scolo dei flussi delle acque in periodi di grande stress idraulico.
Le ultime 48 ore hanno visto i comprensori del Parmense, interessati dal fitto reticolo consortile, alle prese con un costante monitoraggio, su idrovore e chiaviche, effettuato dal Consorzio di bonifica anche mediante l'innovativo strumento del telecontrollo che governa in tempo reale la regimentazione dell'ingente quantità di pioggia caduta a monte.
I canali della Bonifica regolati dagli impianti hanno retto bene l'impatto, garantendo la salvaguardia dei territori e dei campi coltivati attraversati dai corsi d'acqua già pesantemente ingrossati, sottolineando ancora una volta l'importanza della manutenzione della rete nei mesi estivi ed autunnali che consente oggi di scolare in tempo utile le acque garantendo la complessiva sicurezza idraulica.
Nove gli impianti idrovori in funzione in queste ore : Bocca d'Enza, Travacone, Foce Naviglio, Chiavica Rossa, Coltaro, Rigosa, Cantonale, Chiodinello e Abbeveratoia.
"Stiamo lavorando a gran ritmo non solo nella Bassa – ha detto il Direttore Meuccio Berselli, già da ieri mattina intento a presidiare le zone nevralgiche – anche sull'Appennino stiamo cercando di mettere in sicurezza le zone più sensibili e fragili che ci vengono segnalate dai nostri operai, operai e tecnici che voglio ringraziare per quanto hanno fatto nel week end di duro lavoro su tutto il territorio".
Una velocità di intervento evidenziata anche dal presidente della Bonifica Luigi Spinazzi: "La competenza dei nostri tecnici che in tempo utile hanno salvaguardato la terra attivando gli impianti dimostra l'importanza della funzione che esercitiamo, ma dimostra anche che sarebbe rilevante avere le risorse per costruire le casse di espansione definitive per mitigare il dissesto idraulico".

(fonte: ufficio comunicazione Consorzio Bonifica Parmense)

 

 

 Preallarme della Protezione civile per Enza e Reno.

Bologna – Attese in Emilia-Romagna piogge diffuse anche nella giornata di domenica e lunedì, per questo la Protezione civile ha esteso la fase di attenzione per criticità idraulica e idrogeologica fino alle ore 12 di lunedì 20.
E’ stata inoltre attivata la fase di preallarme per le zone dei fiumi Reno (tra Casalecchio e Baricella) ed Enza (all’altezza del ponte Sorbolo), interessati da un aumento dei livelli.
L’Agenzia regionale di Protezione civile segnala la presenza di diversi dissesti nel territorio e, in stretto raccordo con Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente dell’Emilia-Romagna), Servizi tecnici di bacino ed Aipo (Agenzia interregionale fiume Po) ha già attivato un presidio continuativo dei fiumi interessati.
Sono inoltre attive diverse squadre di volontari che lavorano al fianco dei servizi tecnici e dei Comuni nelle zone maggiormente critiche.
La Protezione civile nei prossimi giorni seguirà costantemente l’evoluzione del fenomeno.

 

SOMMARIO Anno 13 - n° 03- 20 Gennaio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 03 20 Gennaio 14

1.1 editoriale

così fan tutti...

2.1 eventi

Ad Enolitech il meglio dell’innovazione per il Vino e l’Olio di Oliva

4.1 Lattiero Caseario

2014 Ripartenza in discesa. Dalla Nuova Zelanda arriverà il formaggio di cerva?

5.1 Ambiente e Expo2015

Fiera Milano e il parco pubblico di RHO                                      

5,2 Vino Rosè

2014: all’insegna del Rosè

5,3 Miele

Reggio Emilia, al via i contributi per la smielatura

6,1 Cooperazione

UNICAPI su stop pagamenti affitti in contanti

6,2 Credito

Emilia Romagna, domande entro il 14 marzo

7,1 economia

Il potere d’acquisto delle famiglie è arretrato di 25 anni

8,1 analisi congiunturale

Nasce "AgrOsserva"

9.1 Ismea  

 I consumi alimentari hanno chiuso i primi nove mesi del 2013 ancora con il freno tirato

 

Cibus 3 20gen14 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

...con occhio attento alle nuove richieste di mercato. 

In un mercato sempre più competitivo, dove la differenza nella scelta del consumatore la può fare anche una semplice etichetta e dove il prodotto deve essere sempre più di qualità a costi sempre più contenuti, l'innovazione è fondamentale. L'offerta completa di mezzi tecnici per le filiere vino e olio di oliva ad Enolitech, in programma dal 6 al 9 aprile 2014 a Verona. Presenti nuove importanti aziende, confermate quelle storiche. Tra i nuovi servizi offerti da Veronafiere,  un ristorante all'interno del padiglione F che ospita il Salone

Verona, 16 gennaio 2014 – Espositori storici, ma anche nuove aziende alla 17^ edizione di Enolitech, in programma dal 6 al 9 aprile prossimi a Verona (www.enolitech.com).

L'offerta si arricchisce di tecnologie sempre più specializzate per la filiera enologica e dell'olio d'oliva, in particolare con la presenza per la prima volta di Tetrapak, l'azienda leader mondiale nel trattamento e confezionamento di bevande e alimenti,  e di CSF Multione con i suoi veicoli portrattrezzi multifunzionali: si tratta di due nomi importanti nel panorama internazionale, che si affiancano ad altri big, quali Della Toffola, l'austriaca Kosme (che torna dopo un anno di assenza), Garbellotto, Italesse, Rastal, Scotton, Pulltex e molti altri.

Il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie è una vetrina commerciale sempre più importante, dove  l'offerta incontra la domanda degli operatori provenienti da tutto il mondo, ma il plus che Veronafiere può offrire rispetto ad altre fiere simili è la concomitanza con Vinitaly e Sol&Agrifood, che permette di avere un confronto tra tutti i componenti delle due filiere del vino e dell'olio di oliva.

Si tratta di un'occasione unica per ragionare sui cambiamenti e sulle necessità di ogni  componente delle due filiere, dalla campagna al consumatore. Uno scambio sempre più necessario, dato che ormai ai produttori di olio e vino non viene più solo chiesto di rifornire il mercato, ma anche di adottare innovazioni di processo e di prodotto che rispondano ai nuovi gusti e all'esigenza sempre più forte di tutela dell'ambiente, mentre dalla parte di chi produce c'è la necessità di competere a costi sostenibili creando un adeguato reddito d'impresa.

Nel 2013 i visitatori registrati di Enolitech – allestito nel padiglione F con entrata diretta dall'ingresso Giulietta e Romeo - sono stati quasi 39.000, 7.500 dei quali provenienti dall'estero; a questi si sono aggiunti i circa 4.500 espositori di Vinitaly e Sol&Agrifood nella loro veste di utilizzatori di mezzi tecnici. La superficie totale netta occupata dai quasi 200 espositori, il 10% dei quali provenienti da 13 Paesi, è stata di 4.600 metri quadrati.

Da questa edizione, il padiglione F viene dotato di un nuovo ristorante e viene posizionato più vicino ai padiglioni di Vinitaly, per integrarlo maggiormente al quartiere fieristico.

(Verona Fiere)

I dati dell'annuale Conferenza Organizzativa Territoriale delle bonifiche evidenziano un incremento dell'emergenza nelle zone montane. Numeri positivi sul fronte dell'irrigazione a pieno sostegno all'agricoltura -

Bologna, 16 Gennaio 2014 –

La conferenza annuale organizzativa dei Consorzi di bonifica dell'Emilia-Romagna, che si è svolta quest'oggi in via Ernesto Masi 8 a Bologna, segna periodicamente l'appuntamento con la diffusione di dati assai rilevanti per il monitoraggio delle condizioni del territorio in cui viviamo.

Nell'occasione di confronto tra i diversi Consorzi riuniti oggi all'URBER, che hanno la competenza del governo delle acque nei rispettivi comprensori all'interno della regione, si evidenzia un generale incremento del valore allarmante del rischio di dissesto idrogeologico.

Nell'anno appena trascorso sono stati moltissimi gli interventi effettuati ad opera dei diversi enti territoriali e delle stesse bonifiche, ma l'ammontare complessivo del valore economico del rischio è balzato in avanti sfiorando il miliardo di euro (985 milioni) solo in Emilia-Romagna, rispetto al totale complessivo italiano di sette miliardi. Solo un anno fa il valore delle stime del rischio regionale era di 835 milioni di euro e il dato in sé chiarisce una volta di più quanto sia repentino il peggioramento che sarebbe da arginare al più presto.

Gli interventi segnalati dai Consorzi, dopo le opportune verifiche tecniche ultimate alla fine dell'anno passato, sono ben 1018 e richiamano prepotentemente l'attenzione della comunità e della politica verso questo tipo di emergenza di cui spesso ci si accorge solo a giochi fatti. Mettere in sicurezza preventiva il territorio significa risparmiare dalle 5 alle 7 volte il denaro pubblico speso per l'intervento a emergenza avvenuta e soprattutto dare certezze maggiori a chi vive e fa impresa in questi territori e quindi creare i presupposti per creare economia più stabile.

« Il Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nazionale – ha commentato Massimo Gargano, Presidente Anbi – indica chiaramente migliaia di interventi prontamente cantierabili che oltre, a dare qualche sicurezza territoriale in più a chi vive nell'eterna incertezza, porterebbero un significativo incremento occupazionale. Pensate che a livello italiano è stato speso solo lo 0,1% delle risorse all' epoca destinate dal CIPE alla salvaguardia del territorio. I numeri dell'Emilia Romagna certo non rincuorano. A questo si aggiunge un' urbanizzazione spesso incontrollata ».

Il dato di un rischio crescente preoccupa anche Massimiliano Pederzoli, Presidente di Urber: « A fronte di questo numero Urber ha di recente messo in campo un'utile convenzione con la Regione Emilia Romagna e con l'Uncem per spendere dove serve, ma per gli eventi straordinari capite che la portata dei lavori per la messa in sicurezza complessiva è ben diversa e si impone uno sforzo corale che deve partire da ben più lontano e prima che sia troppo tardi ».

Sul fronte dell'irrigazione i dati sono del tutto positivi. In una regione a forte vocazione agricola come l'Emilia-Romagna occorre infatti che l'acqua venga trattata come risorsa esauribile più che mai preziosa. Garantirle perciò la corretta distribuzione attraverso l'irrigazione ed il governo dei flussi delle acque è basilare per le aziende agricole e per il sostegno costante ai prodotti tipici del "made in Italy" del paese.

I consorzi di bonifica dei singoli comprensori territoriali, uniti all'interno dell'Urber, nel corso del 2013 hanno prelevato (dal fiume Po e da altri corsi minori) e distribuito nella rete circa un miliardo e 100 milioni di metri cubi d'acqua (di questi, quasi 240 milioni solo dal Cer). Un dato che appare in lieve calo rispetto all'anno precedente, dove la diffusione a sostegno dell'agricoltura da parte del sistema di bonifica a livello di irrigazione si era attestata ad un miliardo e 400 milioni di metri cubi d'acqua. Ciò evidenzia come le condizioni climatiche del 2013 siano state certamente meno "stressanti" per l'attività dei singoli consorzi rispetto a quelle dell'anno prima, dove le scarse precipitazioni l'avevano segnato come uno dei più siccitosi degli ultimi 100 anni. Nel 2013 invece le piogge più abbondanti hanno permesso di far girare gli impianti a pieno regime soltanto da Giugno (e non dall'inizio della primavera). « Ma questo inizio tardivo non deve trarre in inganno – tiene a sottolineare Pederzoli – perché con l'inizio dell'estate abbiamo comunque lavorato a pieno regime e il dato complessivo di bilancio lo dimostra. Abbiamo distribuito grandi quantità di acqua a sostegno delle colture, rientrando alla fine perfettamente nelle medie degli ultimi anni ».

(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

 

Domenica, 19 Gennaio 2014 10:11

Novellara:2014 all’insegna del Rosè

 

 

“Serata Rosè” a Novellara l’8 di ogni mese sino a maggio.

 Novellara (RE), 13 gennaio 2014 -
- Iniziativa gradevole al palato e all’intelletto, le “Serate Rosè” sono l’evento cult dell’anno. Iniziate a Novellara l’8 Gennaio, si ripeteranno il giorno 8 di ogni mese, fino a Maggio. L’idea e la regia della Consigliera Comunale Francesca Luppi consiste nel promuovere la cultura delle pari opportunità attraverso un nuovo sguardo. Le serate, infatti, saranno strutturate in questo modo: alle ore 21 vi sarà una degustazione di vino rosato offerto dalle cantine del territorio – ad esempio la prima serata è stata sponsorizzata dall’Agricola Ronzoni con il Rosato 10+. A seguire, alle 21.30 si apre la serata con l’evento ad essa dedicata.

La prima serata si è aperta con lo spettacolo “Voci nella polvere” –in prima assoluta- di Maria Antonietta Centoducati, Gianni Binelli e Ovidio Bigi. Si è affrontato il tema del rispetto ambientale e umano attraverso la protagonista che denuncia a tutta la società il problema dell’Ilva di Taranto. Tratto da una storia vera.

La consigliera Francesca Luppi interviene così “per avvicinare tutta la società alle tematiche delle pari opportunità, che riguardano tutti, senza distinzione di genere, ho deciso di utilizzare il termine rosè: né bianco, troppo debole, né rosso, troppo forte. Ma un compromesso rosato necessario affinché si abbia la consapevolezza dell’attuale condizione femminile. Ho voluto creare questo progetto proprio osservando la realtà e penso che, essendo giovane ed essendo donna, desidero partecipare al miglioramento del Paese attraverso buone pratiche che possano coinvolgere ‘super generis’ i cittadini. Vorrei ringraziare tutte le autorità presenti: il Sindaco di Novellara Raul Daoli, la Presidente della commissione pari opportunità regionale Roberta Mori, l’Assessora della Provincia Ilenia Malavasi e tutte le consigliere che mi hanno sostenuta. Si ringraziano per la vicinanza: la Presidente della Camera Laura Boldrini, la Presidente della Provincia Sonia Masini, la Senatrice Albertina Soliani. Insomma, la prima serata è stata un successo: un centinaio di persone. La prossima serata, l’8 Febbraio alle ore 21, tratterà di Fellini e il ruolo della donna nella sua produzione cinematografica.”

Per info: www.comunedinovellara.gov.it

 

 

 

La Provincia di Reggio Emilia rende noto che, entro venerdì 21 febbraio, è possibile presentare domanda.

 

 - Reggio Emilia 13 gennaio 2014 -- 

La Provincia di Reggio Emilia rende noto che, entro venerdì 21 febbraio, è possibile presentare domanda per ottenere contributi finalizzati all’ammodernamento dei laboratori di smielatura e dei locali per la lavorazione e commercializzazione del miele, nonché all’acquisto di macchine e attrezzature, acquisti di nuove macchine e attrezzature, compresi i programmi informatici, destinati alla lavorazione o confezionamento del miele, con esclusione di altri prodotti apistici.

La Giunta regionale, con la delibera 1.983 del 16 dicembre scorso, ha infatti approvato l’avviso pubblico per l’attuazione di interventi a favore delle aziende apistiche che si configurano come piccole e medie imprese (pmi) e che operano nell’ ambito della produzione primaria di prodotti agricoli (nello specifico prodotti dell’apicoltura). Possono presentare domanda le pmi singole o associate del settore agricolo primario agro-apistico – secondo la definizione comunitaria di cui al Regolamento CE 800/2008 – i cui laboratori di smielatura siano ubicati nel territorio della regione Emilia-Romagna e che rispettino i requisiti previsti al paragrafo 5 della delibera regionale 1983/2013 sopracitata.

Le domande di contributo devono essere presentate alla Provincia di Reggio Emilia – Servizio Sviluppo economico, Agricoltura e Programmazione del territorio (via Gualerzi 38-40, Mancasale di Reggio Emilia), in duplice copia entro il termine delle ore 12 di venerdì 21 febbraio 2014. E' possibile l'invio per posta esclusivamente a mezzo raccomandata A/R. Fa fede, come data di presentazione, quella di ricezione da parte della Provincia di Reggio Emilia.

E' possibile visionare il bando e scaricare i moduli delle domande con i relativi allegati sul sito internet della Provincia di Reggio Emilia (www.provincia.re.it) nella sezione Bandi e Appalti. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a Luciano Rotteglia (tel. 0522.444674) e Lara Zini (tel. 0522.444606).

(fonte Provincia di Reggio Emilia)

 

 

 

Credito per le aziende agricole - Finanziamenti per 106 milioni di euro a tasso agevolato. Rabboni: dal 2008 a oggi 8,6 milioni dalla Regione per abbattere la stretta creditizia. In Emilia-Romagna il maggior incremento di accesso al credito agricolo negli ultimi cinque anni. Le domande entro il 14 marzo

Bologna - Credito più facile per le aziende agricole dell’Emilia-Romagna grazie alla Regione.
Su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, la Giunta regionale ha infatti stanziato 1 milione 600 mila euro che permetteranno di abbattere il costo del denaro per il credito di conduzione fino a 1,50 punti percentuali rispetto ai tassi applicati normalmente dalle banche e di attivare un volume complessivo di finanziamenti per circa 106 milioni di euro.
Il programma operativo è rivolto all’insieme delle imprese, senza distinzioni tra settori di produzione, attraverso la concessione di un aiuto de minimis sotto forma di concorso interesse sui prestiti di conduzione richiesti dagli agricoltori alle banche per il tramite degli Agrifidi, gli Organismi di garanzia che operano in agricoltura.  Vi è tuttavia una priorità, riservata alle aziende agricole condotte da giovani imprenditori, under 40,  così come a quelle che nel corso della precedente campagna agraria hanno già contratto prestito di conduzione in regime de minimis.
“Con questo intervento la Regione porta a 8,6 milioni di euro  le risorse  destinate dal 2008, anno d’inizio della crisi mondiale,  ad oggi  all'abbattimento del tasso di interesse bancario per il credito d'esercizio – spiega l’assessore Rabboni –  ciò significa che attraverso le garanzie degli Agrifidi  sono stati attivati prestiti a tasso ridotto per  oltre 516 milioni di euro. Grazie a questi interventi regionali una parte importante degli agricoltori emiliano-romagnoli ha potuto reagire alla pesante stretta creditizia messa in atto dalle banche negli ultimi anni. Tanto è vero che le rilevazioni periodiche di Ismea hanno evidenziato che l'Emilia-Romagna è la regione che ha registrato il maggior incremento di accesso al credito in agricoltura negli ultimi 5 anni."
Una situazione migliore rispetto al resto d'Italia dunque, resa possibile dal dinamismo delle imprese agricole emiliano-romagnole, ma anche dal sostegno della Regione e dal processo di fusione degli Agrifidi che ha portato alla nascita di 3 sole solide realtà interprovinciali in grado  di affiancare  validamente le imprese nel rapporto con il sistema bancario. La riprova e' in un tasso di insolvenza pari allo 0,1% del credito attivato attraverso gli Agrifidi che risulta, peraltro, raddoppiato in volume proprio negli ultimi anni.
Le imprese potranno presentare domanda al proprio Istituto di credito e all’Organismo di Garanzia di appartenenza fino al 14 marzo 2014.

Da 6 mila  a 150 mila  euro gli importi previsti, per una durata massima di 12 mesi
L’importo massimo del prestito per azienda è di 150 mila euro ed è calcolato attraverso parametri definiti con riferimento alle superfici coltivate, ai capi allevati o alle attività svolte. Sono ammesse le imprese che presentano richieste non inferiori a 6 mila euro. Oltre all’abbattimento del tasso di interesse di 1,5 punti percentuali, i prestiti potranno contare sulla garanzia offerta, con capitali propri, dagli Agrifidi nonché sulle condizioni di favore ricomprese all’interno delle convenzioni che gli stessi Agrifidi hanno stipulato con gli istituti bancari.

Come funziona il prestito alle imprese agricole
Gli Agrifidi provvedono direttamente all’istruttoria dell’istanza, alla concessione e alla liquidazione del contributo in conto interesse all’impresa beneficiaria, utilizzando le risorse assegnate dalla Regione. I prestiti, che sono a breve termine con durata fino a 12 mesi, coprono le spese che l’imprenditore agricolo deve anticipare per il completamento del ciclo produttivo-colturale, fino alla vendita dei prodotti.  Il sistema degli  Organismi di Garanzia agricoli è attualmente costituito, a seguito di alcune fusioni, da tre cooperative che operano a livello interprovinciale. Si tratta degli Agrifidi interprovinciali di Bologna-Ravenna-Forlì-Cesena e Rimini,  Parma-Piacenza e Ferrara-Modena-Reggio Emilia./PF

 Info: Interventi sul credito a breve termine in regime "de minimis" (delibera 2106 del 30 dicembre 2013, pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione n. 11 del 13 gennaio 2014) 

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/aiuti-agevolazioni/doc/normativa/interventi-sul-credito-a-breve-termine-in-regime-de-minimis/interventi-sul-credito-a-breve-termine-in-regime-de-minimis

 

 

Il potere di acquisto delle famiglie si è stabilizzato negli ultimi mesi ma è sceso al 1989. 

 

Emilia, 13 gennaio 2014 -

 “Il potere d’acquisto delle famiglie, dopo sei anni di caduta quasi ininterrotta, si è stabilizzato negli ultimi mesi. Ciò è favorevole alla ripresa che dovrà contare, oltre che sull’export, sulla stabilizzazione dei consumi privati ”– dichiara Sergio De Nardis capo economista NOMISMA commentando il dato ISTAT sulla propensione delle famiglie al risparmio.

“Il dato alimenta però anche motivi di preoccupazione perché evidenzia il deterioramento strutturale delle condizioni di vita generato dal periodo di recessione. In termine pro capite, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è arretrato di 25 anni. Ciò è complementare al significativo aumento della povertà negli ultimi anni.

Ci sono anche preoccupazioni congiunturali. Il miglioramento dei redditi non si accompagna a un pari aumento dei consumi: la propensione al risparmio è tornata a crescere. L’economia avrebbe bisogno di consumatori che spendono. Al rialzo del risparmio contribuiscono l’esigenza di ricostituire la ricchezza intaccata negli anni passati, ma anche l’elevata incertezza. 

In un quadro segnato dal deterioramento del mercato del lavoro, il clima incerto è accresciuto dalla confusione in materia di tassazione, dalla continua riapertura di cantieri che si pensavano chiusi (v. pensioni), dagli scivoloni della politica. Tutto ciò alimenta timori, comportamenti precauzionali e rinvii di spesa, neutralizzando le notizie positive che derivano da altri fronti (riduzione dello spread).

Una politica economica che voglia salvaguardare la ripresa e ridare slancio all’Italia non può dunque eludere il dato di partenza costituito dal fortissimo peggioramento subito dalle famiglie. Essa deve poi  porsi l’obiettivo minimo di indicare in modo chiaro quali siano le condizioni fiscali e normative in cui le famiglie e le imprese saranno chiamate a effettuare le proprie scelte di spesa e investimento – conclude De Nardis.

 

Per effetto del calo del potere di acquisto più di due italiani su tre (68 per cento) hanno ridotto la spesa o rimandato l'acquisto di capi d'abbigliamento e oltre la meta (53 per cento) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52) e molto altro ancora. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè  dalla quale si evidenzia che il calo del potere di acquisto rilevato dall’Istat ha provocato una spending review degli italiani durante l’anno. La situazione economica generale del Paese - sottolinea la Coldiretti - si riflette sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull'andamento dei consumi. La crisi infatti ha provocato una profonda spending review dei bilanci familiari che ha colpito tutti le voci di spesa come la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49 per cento. Il 42 per cento degli italiani ha rinunciato alla ristrutturazione della casa, il 40 per cento all'auto o alla moto nuova e il 37 per cento agli arredamenti. Significativo è anche - continua la Coldiretti - l'addio alle attività culturali del 35 per cento degli italiani in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi, ma anche quello alle attività sportive (29 per cento) destinato ad avere un impatto sulla salute. E per il 2014 - conclude la Coldiretti - pesa il fatto che appena il 14 per cento delle famiglie italiane pensa che la propria situazione economica migliorerà, mentre per il 35 per cento è destinata a peggiorare anche se una maggioranza del 51 per cento ritiene che non cambi. (Fonti Nomisma e Coldiretti)

 

 

Domenica, 19 Gennaio 2014 08:46

Nasce "AgrOsserva"

 

l'Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell'agroalimentare italiano

 

 

 Roma, 09 gennaio 2014 -

 

AgrOsserva inaugura una nuova linea di informazione periodica sul food and beverage, frutto della collaborazione continuativa tra i due enti sancita dal protocollo d'intesa dell'ottobre 2012.
 
Grazie alla valorizzazione e condivisione dei rispettivi patrimoni informativi e alla implementazione di nuovi processi di indagine, AgrOsserva si propone come lo strumento più aggiornato ed esauriente sulle dinamiche dell'agroalimentare in Italia e all'estero.
 
L'illustrazione del rapporto vuole rappresentare trimestralmente un'importante occasione di confronto tra le Istituzioni e i rappresentati della filiera, con l'obiettivo di accrescere la conoscenza di uno dei settori di punta del Made in Italy.

 

 

 

 

 

- Il III Trimestre 2013-

 

Nel 2013, nonostante l'andamento climatico sfavorevole e l'impatto del prolungato ciclo recessivo dell'economia nazionale, l'agricoltura archivia un'annata in moderata flessione, soprattutto se confrontata con la dinamica negativa del settore industriale. Migliora, seppure gradualmente, la situazione sul fronte dei costi di produzione, anche se i prezzi all'origine registrano diffusi cedimenti, soprattutto nel comparto delle coltivazioni, a causa delle forti pressione dell'offerta sui mercati internazionali. Un aspetto positivo è sicuramente legato alla dinamica occupazionale, che mostra in agricoltura un andamento decisamente migliore rispetto a quello degli altri settori.

I consumi alimentari hanno chiuso i primi nove mesi del 2013 ancora con il freno tirato, cedendo nei volumi l'1,7% su base annua. Avanzano invece a un ritmo sostenuto le esportazioni agroalimentari, con gli ultimi aggiornamenti che da gennaio a settembre indicano una crescita del 5,8%, grazie ai progressi riscontrati per tutti i principali prodotti del made in Italy.

Sono alcuni degli spunti messi in luce da "AgrOsserva", l'Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura del settore agro-alimentare presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa presso il Ministero delle politiche agricole.

"Da oggi il sistema agricolo e alimentare italiano può contare su uno nuovo e più completo strumento per monitorare le dinamiche congiunturali e di mercato del settore, utile alle istituzioni e agli operatori soprattutto ai fini decisionali". Lo ha affermato il Presidente dell'Ismea Arturo Semerari introducendo i lavori di presentazione del primo numero di AgrOsserva, rapporto trimestrale di analisi e previsioni sull'agroalimentare italiano, nato dallo sforzo congiunto di Ismea e Unioncamere. "Grazie al prezioso contributo del sistema camerale - ha proseguito Semerari - l'intera gamma degli strumenti informativi e di analisi di Ismea potrà essere valorizzata e messa a disposizione di un numero ancora più ampio di imprese. Un'opportunità in più, quindi, per le aziende che non sempre, soprattutto in una fase come quella attuale, si trovano nelle condizioni di comprendere appieno il contesto in cui operano e di valutare i possibili aspetti evolutivi dei mercati".

"L'agroalimentare è un settore strategico per il rilancio dell'economia nazionale - ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - ma va conosciuto e studiato meglio per essere sostenuto e promosso. In questi anni di crisi, grazie alla proiezione sull'estero di tante produzioni alimentari italiane di qualità, ha dato un contributo importante alla tenuta del Paese. Negli ultimi anni, le Camere di Commercio si sono impegnate nelle politiche di qualificazione, promozione e tutela delle nostre produzioni. Con questa iniziativa, abbiamo voluto affiancare al servizio di monitoraggio del mercato agricolo - che Ismea svolge istituzionalmente - le competenze del sistema camerale nell'analisi del sistema imprenditoriale per accendere un faro di  informazione periodica approfondita su tutta la filiera agroalimentare. E' uno strumento importante perché è proprio l'osservazione tempestiva e approfondita delle dinamiche in atto che può aiutarci a individuare le  politiche più adatte per sostenere le piccole e medie imprese di questa filiera, fondamentale per il rilancio del Paese". 

(Fonte Ismea)

Mercoledì, 15 Gennaio 2014 08:19

Lattiero Caseario: 2014 Ripartenza difficile

 

 

La riapertura dei mercati all’insegna di valori negativi. Stazionari i mercati delle due principali DOP mentre flessioni importanti hanno registrato il Latte Spot e il Burro. 

 

di Virgilio - 

Parma 15 gennaio 2014 --

Prezzi stazionari e scambi normali secondo l’ultimo bollettino della Borsa Merci di Parma relativamente al Formaggio Parmigiano Reggiano. Quotato tra 9,00 e 9,40€/Kg, il parmigiano Reggiano  di 12 mesi  e oltre, è l’unico prodotto che ha registrato un segno positivo alla riapertura dell’attività lo scorso 3 dicembre. +0,27% rispetto l’ultima quotazione del 2013. Nessuna variazione invece da rilevare per il Grana Padano che conferma le chiusure dello scorso anno.

Prosegue invece la discesa a grandi falcate del latte Spot. Ai 4 euro perduti nel mese di dicembre si deve aggiungere un altro euro lasciato sul campo lunedi scorso. Un ulteriore -3,09% che porta il prezzo del latte crudo all’interno della forbice 47,43-49,49€/100litri di latte. 

Scende anche il burro che perde tra l‘1,30% e l‘1,98% a seconda delle tipologie. Prendendo a riferimento il Burro CEE questo perde 1,30% fissando il prezzo a 3,80/kg. Unica eccezione per il Burro zangolato quotato a Parma che conferma i 2,70€/kg. chiusura d’anno precedente.

 

Alaa El-Din Ahmed Bekhit 

(Foto: Alaa El-Din A Bekhit)

Latte e Formaggio di Cerva: migliori proprietà di quello d’asina

 Le analisi condotte dal Dipartimento di scienze alimentari dell'Università di Otago (regione al sud della Nuova Zelanda) hanno identificato nel latte dei cervidi (alci, caprioli, cervi, daini, renne) e quindi nel formaggio, composti bioattivi, in grado di rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani che se ne cibino. 

L'idea di produrre un formaggio dal latte di cerva, è nata proprio, secondo quanto dichiarato alla stampa dal responsabile di progetto professor Alaa El-Din A Bekhit, «dall'apprendere che in Europa si vende - a prezzi altissimi - il formaggio di latte di asina, che ha solo alcune proprietà bioattive, mentre il latte di cerva ha proprietà ancora più benefiche».

Se la ricerca confermerà i dati, dovranno risolvere alcuni problemi legati alla mungitura automatica degli animali, e poi sarà la volta che troveremo il latte di cerva sulle nostre scaffalature.

Il Padiglione Italia sarà rappresentato da e-QBO, progetto innovativo che coniuga design e tecnologia sostenibile -

Piacenza, 14 Gennaio 2014 –

Il Gestore dei Servizi Energetici parteciperà alla settima edizione del World Future Energy Summit (WFES), che avrà luogo ad Abu Dhabi, presso il centro espositivo Abu Dhabi National Exhibition Center, dal 20 al 22 gennaio 2014.

Nell'ambito della manifestazione, sarà il progetto e-QBO a rappresentare l'Italia. Un mix di sostenibilità, creatività e ingegno italiano, sviluppato grazie al lavoro della società RSE del Gruppo GSE e della start up innovativa T°RED.

e-QBO è il frutto di una esperienza di ricerca e di sviluppo realizzate da un'azienda di ricerca pubblica come RSE che ha sede a Piacenza, in collaborazione con il proprio gruppo di appartenenza (GSE), dall'associazione SD4SC – Smart Design for Smart Cities e da una start up piacentina come T°RED che dimostra la vitalità di questo territorio nell'innovazione.
Il sistema territoriale piacentino sostiene questo progetto per il suo significato, attraverso il supporto istituzionale del Comune di Piacenza, la partecipazione del centro di ricerca Leap e di Iren. Questa collaborazione sarà ulteriormente rafforzata nel futuro.
La visibilità che Piacenza potrà avere nell'ambito del summit di Abu Dhabi è di grande rilievo anche nella prospettiva delle iniziative promozionali che dovranno essere messe in campo in vista di Expo 2015.

Si tratta di un'architettura multifunzionale temporanea di forma pura ed essenziale di grande impatto estetico che è in grado di accumulare energia grazie alla sua "pelle" fotovoltaica, accumularla e restituirla sotto forma di servizi per utenze interne e pubbliche: alimentazione di ogni servizio interno che richieda energia elettrica, illuminazione urbana, comunicazione audio e video interattive, acquisizione e restituzione dati, connessione wi-fi ed energia disponibile "gratuitamente" per la ricarica di apparecchi elettronici e veicoli elettrici. Una vera architettura "smart" off-grid pronta a ogni utilizzo: sia pubblico che privato.

Il Padiglione Italia sarà curato dall' architetto Romolo Stanco, progettista di e-QBO, a dimostrazione che ricerca sull'energia ed estro creativo possano lavorare insieme, gettando le radici del futuro.
Il WFES 2014, da anni la più importante manifestazione del Medio Oriente dedicata alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica, rappresenta una grande occasione per il nostro Paese che sarà chiamato a promuovere l'eccellenza ed il know–how italiano, da tutti riconosciuto e validamente espresso a livello nazionale e internazionale, a sostegno della sostenibilità energetica.

La presenza istituzionale dell'ICE e l'organizzazione di un Seminario dal titolo "Le eccellenze italiane nel Cleantech" saranno infatti finalizzati a sostenere e a incentivare opportunità di collaborazione industriale e partnership a beneficio delle tecnologie italiane delle rinnovabili, in un mercato globale sempre più aperto ai temi della sostenibilità e dell'efficienza energetica.

(Fonte:Ufficio Stampa Gestore dei Servizi Energetici – GSE)

 

Ci siamo giocati in 2 settimane, 10 dei 35 giorni fuori norma che la legge consente: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma propone le dieci misure da adottare -

Parma, 14 gennaio 2014 -

Il 13 ha portato male all'Emilia Romagna che registra una giornata di strike-smog, con 9 province su 9 con l'inquinamento fuori limite.
Per Parma il solito record, ieri 68 microgrammi per metro cubo sui 50 consentiti.
Ma il dato che colpisce è la durata: sette giorni consecutivi di aria avvelenata da polveri sottili.
Nell'anno appena iniziato, su 13 giorni, ben 10 hanno registrato dati di inquinamento oltre il limite consentito dalla legge: stiamo parlando del 77% del tempo trascorso con aria pericolosa per la salute.
Ci siamo giocati in 2 settimane 10 dei 35 giorni fuori norma che la legge consente, il 30% della disponibilità nel 4% del tempo: una saetta.
Torniamo oggi a richiamare l'attenzione degli organi competenti sull'emergenza ambientale in atto.
Rilanciamo le 10 mosse proposte il 10 gennaio: gestionecorrettarifiuti.it/img/10-mosse.jpg
Le riepiloghiamo.
1. Adozione ad oltranza della circolazione a targhe alterne all'interno delle tangenziali
2. Messa al bando delle caldaie a gasolio
3. Esclusione dal servizio di autobus e corriere a gasolio
4. Divieto di accesso ai Suv nel centro città
5. Diagnosi delle emissioni di industrie e centrali presenti nel comune di Parma
6. Arresto programmato di impianti a forte emissione di Pm10 come gli inceneritori
7. Riduzione della velocità a 30 km/h all'interno delle circonvallazioni
8. Controllo su emissioni parco auto in particolare furgoni e autocarri
9. Attivazione isole pedonali attorno a tutti i poli scolastici cittadini
10. Incremento frequenza bus e biglietto unico giornaliero dai parcheggi scambiatori
E' in gioco la salute delle popolazioni, la salute di un'intera regione che oggi appare insensibile e paralizzata, come scioccata davanti al crescere dell'inquinamento, senza essere in grado di porre in opera azioni forti e efficaci per riportare la qualità dell'aria a livelli accettabili o per lo meno entro i limiti dettati dalle normative.
E' evidente il disastro in atto
Occorre agire subito.
Cominciando a valutare se non sia il caso di dimezzare la potenzialità dell'inceneritore, mantenendo sempre ferma una linea delle 2 disponibili: almeno ridurremmo della metà l'emissione annua di Pm10 e ciò costituirebbe un segnale di inversione di tendenza.

(Fonte:Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

 

Stanziati 25.000€ per un nuovo progetto

Piacenza, 14 Gennaio 2014 -- --

Ghilardelli: “Le risorse serviranno a definire le migliori strategie per la prevenzione. Assegnati altri 40mila euro agli Atc per prevenzione e indennizzo”

“E' necessario chiarire – interviene l'assessore provinciale alla Tutela faunistica Manuel Ghilardelli a seguito delle sollecitazioni sollevate negli ultimi giorni  - cosa le istituzioni, e la Provincia in particolare, stanno facendo per cercare, in un momento particolarmente difficile, di rendere più sostenibile il rapporto tra la fauna e le attività antropiche. Nell'ultimo anno, stante la novità del problema, particolare attenzione è stata posta, come già annunciato, all'acquisto di presidi di prevenzione dei danni da lupo. Ma c'è un ulteriore progetto per il 2014: l'Amministrazione coinvolgerà le organizzazioni professionali e agricole, attraverso la stipula di un'apposita convenzione con la Provincia e in coordinamento con le iniziative regionali in fase di programmazione, per definire le migliori strategie per prevenire i danni da lupo alle attività zootecniche. In altre parole, in accordo con le associazioni, verranno individuati i migliori e più efficaci sistemi di prevenzione per ogni singolo caso sul territorio e sarà promossa una formazione degli allevatori relativamente all'adozione delle corrette modalità di gestione dell'allevamento per ridurre i rischi di predazione. Il progetto è stato finanziato con risorse pari a 25mila euro già inserite nell'assestamento di bilancio del novembre scorso. L'iniziativa che si intende attuare è complementare ad un'analoga azione che la Regione Emilia-Romagna intende avviare a breve: la sinergia che si potrà creare tra l'intervento provinciale e quello regionale consentirà di ottenere sicuri benefici per il territorio locale. A ciò si aggiungono altri 40mila euro destinati agli Atc per il supporto nelle attività di prevenzione e indennizzo dei danni: questo consentirà di svincolare risorse per aumentare le disponibilità di bilancio per l'acquisto di strumenti di prevenzione”. 

La Provincia - conclude Ghilardelli - è consapevole delle difficoltà della zootecnia nelle aree svantaggiate; la volontà è quella di non sottrarsi al proprio ruolo di supporto e sostegno alle imprese meritevoli, confrontandosi con gli allevatori direttamente interessati perché adottino, fin da subito, gli strumenti già disponibili, prendendo comunque coscienza della necessità di convivere con queste presenze, in modo da aiutare concretamente l'ente ad individuare le strade migliori tra quelle realisticamente e legittimamente percorribili, per rendere tale convivenza sostenibile”.

(Provincia di Piacenza)

Martedì, 14 Gennaio 2014 09:28

Terremoto, proroga dei termini e modalità

 

Terremoto, le scadenze per presentare 'prenotazioni' e domande di contributo per le abitazioni e per le imprese danneggiate.

 

Bologna - Per le abitazioni e le imprese danneggiate dal sisma, comprese quelle agricole, prosegue il riconoscimento dei contributi nelle misure stabilite dalle ordinanze commissariali. Si ricorda che c’è più tempo con la proroga delle scadenze per la presentazione delle domande di contributi di abitazioni e imprese (Ordinanza 131 del 18 ottobre 2013).
La proroga dei termini è concessa a condizione che venga compilata un’istanza di prenotazione per il successivo deposito della domanda di contributo. L’istanza consiste nella semplice compilazione di un modulo, sempre all’interno delle due piattaforme informatiche Mude e Sfinge, contenente le principali informazioni relative all’intervento (il beneficiario, l’ubicazione, la stima del costo, il numero di unità immobiliari e famiglie per le residenze, mentre per le imprese vengono richiesti il settore, i beni su cui si chiede contributo).
La mancata compilazione dell’istanza di prenotazione non permetterà il successivo deposito della domanda di contributo. I dati dichiarati in fase di istanza di prenotazione possono poi essere rettificati in fase di deposito della domanda.
ABITAZIONI
Per gli interventi già iniziati, il deposito definitivo della domanda entro il 31 gennaio 2014.
Per quanto riguarda abitazioni con danni B o C, la scadenza per il deposito viene spostata al 28 febbraio 2014, in questo caso non è prevista istanza di prenotazione.
Per le abitazioni con danni classificati E la prenotazione dovrà essere compilata entro il 31 gennaio 2014 e il deposito della domanda dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2014.
Per quanto riguarda interventi su immobili compresi nelle Umi il deposito della domanda è previsto entro il 31 dicembre 2014, mentre per quelle subordinate al piano della ricostruzione entro il 30 giugno 2015.
IMPRESE
Prevista la prenotazione entro il 31 gennaio 2014 e il deposito entro il 31 dicembre 2014.

(Regione Emilia Romagna)

 

Dissesto idrogeologico e piano irriguo nazionale le principali problematiche affrontate. Focus sul tema della prevenzione alla presenza del Pres. ANBI Massimo Gargano.

Bologna – 13 Gennaio 2014 – Giovedì 16 Gennaio dalle 11 alle 13 nella sede di via Ernesto Masi 8 a Bologna si terrà la Conferenza Organizzativa Regionale delle Bonifiche alla presenza del Presidente ANBI Massimo Gargano.

All'ordine del giorno due temi fondamentali per agricoltura e territorio: la lotta al dissesto idrogeologico in montagna; e l’irrigazione e il governo dei flussi delle acque a sostegno del “made in Italy”.

Durante la conferenza verranno inoltre diffusi ai giornalisti importanti dati numerici relativi nella fattispecie a:

L’entità in milioni di euro dell’emergenza dissesto idrogeologico alla luce degli ultimi mutamenti climatici radicali di cui il nostro paese è oggetto;

La quantità e il valore dell’acqua erogata dai consorzi a sostegno dell’agricoltura nell’anno 2013 e le prospettive del settore verso la Pac.

In relazione ai gravi episodi di dissesto verificatisi nell'ultimo periodo, in modo particolare nelle zone montane, quest’anno L’URBER invita la stampa a presenziare in maniera forte per porre al centro del dibattito il tema della prevenzione e dare un segnale deciso alle popolazioni colpite duramente nella loro vita quotidiana.

Nell'ambito dell'incontro i giornalisti potranno intervistare il Presidente nazionale Massimo Gargano e il Presidente di URBER e di CER e Vicepresidente nazionale Massimiliano Pederzoli.

 

Bonifiche 5 Difesa att. Langhirano gde

Lunedì, 13 Gennaio 2014 08:34

Boretto, differenziata quasi al 90%

 

Più che positivi i risultati raggiunti nel comune della Bassa nei primi sette mesi di raccolta porta a porta 

Boretto 13 Gennaio 2014 -- 

È più che positivo il risultato di differenziazione dei rifiuti raggiunto sul territorio comunale di Boretto grazie al nuovo sistema di raccolta Porta a Porta, avviato sette mesi fa e previsto dal Piano d’ambito della Provincia di Reggio Emilia. Secondo i dati diffusi da S.A.BA.R. si attesta infatti all'88,26% la percentuale di rifiuti differenziati a ottobre 2013: un risultato importante, che evidenzia una crescita costante e che attesta all’89,5% la percentuale al 31 dicembre 2013.

«Non possiamo che essere molto soddisfatti dei risultati straordinari che stiamo raggiungendo con il Porta a Porta, risultati che vanno oltre le nostre aspettative e per i quali dobbiamo ringraziare i tanti cittadini borettesi che si sono impegnati per consentire il successo del nuovo metodo di trattamento dei rifiuti» spiega il vicesindaco e assessore all'Ambiente Mario Biacchi.

La percentuale di raccolta differenziata raggiunta ha interessato non soltanto i rifiuti di tipo residenziale, ma anche quelli ingombranti, conferiti direttamente in discarica. «L'obiettivo dei prossimi mesi è di migliorare ulteriormente il risultato raggiunto, che prima ancora di gratificare noi amministratori, premia i tanti cittadini che lo hanno reso possibile. In questi primi mesi di avvio del nuovo sistema di gestione dei rifiuti abbiamo evidenziato una grande partecipazione della cittadinanza, a dimostrazione di come il tema dell'ambiente sia particolarmente sentito nel nostro Comune» spiega Biacchi.

«Esistono ancora alcune criticità, persone che ancora non eseguono correttamente la differenziazione dei rifiuti, sulle quali stiamo lavorando, da una parte attraverso un'operazione di sensibilizzazione costante, dall'altra mediante un controllo del rispetto delle regole di raccolta». A tal proposito proseguono le operazioni di monitoraggio dei rifiuti attraverso il controllo dei cassonetti residenziali e l’utilizzo del nuovo sistema di videosorveglianza, con cinque telecamere posizionate in corrispondenza dei luoghi più critici, per limitare il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti. «I borettesi stanno facendo del loro meglio per far avvicinare il nostro Comune all'importante traguardo dello “Zero rifiuti”: per questo diventa ancora più importante, come Amministrazione, tutelare il comportamento virtuoso di chi si impegna costantemente per la riuscita del Porta a Porta limitando quei comportamenti che vanificano gli sforzi dei tanti che si comportano in maniera corretta».

LEGAMBIENTE EMILIA ROMAGNA E CONSORZIO DI BONIFICA PARMENSE, UNA FIRMA CONTRO IL CONSUMO DEL SUOLO

 

 

Parma 12 Gennaio 2014 --

 

Ridimensionare le previsioni dei piani urbanistici vigenti approvati negli anni passati, penalizzare il consumo di suolo vergine e soprattutto favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente rendendolo maggiormente utile e meno impattante. Sono questi in sintesi i punti principali della proposta lanciata da Legambiente Emilia Romagna contro il consumo indiscriminato del suolo, proposta che ha subito trovato intesa e appoggio nel nostro territorio da parte del Consorzio di bonifica Parmense. La firma per dire stop all’uso del suolo agricolo è stata apposta direttamente dal presidente Luigi Spinazzi e dal direttore generale della Bonifica Parmense Meuccio Berselli alla presenza, nella sede del locale Consorzio, del presidente regionale dell’associazione ambientalista, il parmigiano Lorenzo Frattini. La campagna di sensibilizzazione regionale mira ad ottenere dall’Assemblea Legislativa bolognese il varo di una legge che possa al più presto mettere nero su bianco un freno vero e proprio alla cementificazione già prima della scadenza naturale dell’attuale legislatura nel 2015. “Il Consorzio - ha commentato Spinazzi - ha a cuore il territorio che sostiene quotidianamente con la sua attività legata al governo delle acque e non può non applaudire un’ iniziativa che vuole avere una legge chiara che vada nella direzione di mantenere correttamente il più possibile il terreno. Il tutto è fondamentale per conservare e migliorare di conseguenza i flussi funzionanti delle acque, tra drenaggio e scolo, acque che spesso vengono dimenticate al loro destino e ricordate solo in caso di danni”. L’iniziativa di Legambiente Emilia Romagna si concretizza nell’invio di lettere ai consiglieri  regionali e in una più corposa raccolta di firme in appoggio ad una petizione regolata da sei punti che possano portare alla stesura di un provvedimento di legge ad hoc sulle necessità di un territorio troppe volte violato negli ultimi decenni. Soddisfazione per la firma è arrivata da Frattini che si è detto contento della decisione del Consorzio Parmense e che questo sostegno possa essere emulato da tutti gli altri dell’Emilia Romagna. Il direttore Berselli infine ha posto l’attenzione sul valore assoluto che la pianificazione anticipata dell’inurbamento può avere per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza: “Fino ad oggi si è costruito in modo indiscriminato e senza pianificazione che tenesse sempre in conto le risorse esauribili dell’ambiente di cui dobbiamo avere maggiore rispetto. È importante evitare che le costruzioni portino all’impermeabilizzazione dei terreni con l’effetto di tracimazioni e esondazioni. Chiedersi dopo il perché è troppo tardi”. 

Nella Foto il momento della firma: da sinistra Meuccio Berselli, Lorenzo Frattini e Luigi Spinazzi.

(comunicato stampa Bonifica Parmense)

 

Il progetto creerebbe nel quartiere Braida la terza struttura alimentare oltre a spazi commerciali ridondanti con le attività già presenti

 

Sassuolo, 11 gennaio 2014. 

Potrà anche essere l’unica soluzione possibile contro il degrado, come l’hanno definita Sindaco e Assessore competente, ma occorre che per salvaguardare una zona non si creino disagio e danni ad altre. Stiamo parlando del cosiddetto “Diamante”, area che senza dubbio necessita di una radicale operazione di recupero, situata nel quartiere Braida. Il progetto, recentemente presentato ai cittadini, prevede la nascita di un piccolo centro commerciale – circa 800 metri quadri – e di una struttura alimentare di medie dimensioni, al posto del vecchio “ecomostro”, che verrebbe demolito. L’assemblea civica riunita per la presentazione ufficiale lo scorso 8 gennaio al Centro per le Famiglie di Sassuolo ha espresso, per la maggior parte, parere favorevole.

Tuttavia quella che viene definita “l’unica ipotesi possibile, ad oggi, per riqualificare l’area ed eliminare il suo ecomostro” dal Sindaco Caselli e dall’Assessore Severi, rischia invece di costituire un danno netto per tutte le attività commerciali nei dintorni. CNA ha ribadito la sua contrarietà ad ampliare l’offerta di negozi o medie strutture non alimentari che andrebbero a colpire gli esercenti di Sassuolo, già provati da un drastico calo nei consumi: all’Assessore è stata avanzata la richiesta di valutare, invece, la possibilità di vincolare i nuovi locali ad attività di servizio alla comunità (palestra, ristorante, laboratori artigiani), e di non autorizzare locali con slot machine e giochi d’azzardo. Sulla media struttura alimentare, inoltre, CNA nutre grandi perplessità in quanto nel giro di poche centinaia di metri ci sono altri due ipermercati. Ma non solo: una terza struttura sorgerà non lontana, quando entrerà in funzione il comparto ex Cisa-Cerdisa.

“Condividiamo coi cittadini di Sassuolo la necessità di un intervento di recupero del cosiddetto ecomostro: antiestetico, vera e propria calamita per il degrado, rappresenta un’opportunità da sfruttare – sottolinea Francesco Stagi, direttore della CNA di Sassuolo - Ben venga anche l’investimento privato, provvidenziale nell’epoca dei grandi tagli ai bilanci comunali. Ma un intervento di questa entità, se attuato senza una visione d’insieme e regole precise, rischia di condannare definitivamente altre attività economiche che versano in condizioni precarie, finendo per danneggiare il territorio circostante anziché risollevarne le sorti”.

(CNA Modena)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 02 13 Gennaio 14

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 02- 13 Gennaio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 02 13 Gennaio 14

1.1 editoriale

Incivili. Ma dove è finita la pietas?

2.1 filiere

Eccellenza made in Italy. Grano duro dell’Emilia Romagna alla Barilla-

4.1 IGP

La “Coppa di Parma” certificata da Piacenza

5.1 salute

Aviaria, la Regione Emilia Romagna ha chiuso gli indennizzi                                       

5,2 Unione Europea

2014: UE governo di PIGS

5,3 export olio

Russia. Olio, italia seconda solo alla Spagna.

6,1 terremoto

Italfrutta, inaugurata la nuova sede a San Felice sul Panaro

7,1 salute

Intolleranza al lattosio, non solo “latte”

8.1 2014 auguri   

 Epifania, ogni festa si porta via

 

Cibus 2 13gen13 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarà l’ECEPA di Piacenza a certificare la “Coppa di Parma IGP”.  

 

di Virgilio - 

Parma 11 gennaio 2014 --

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2014 l’autorizzazione a ECEPA di effettuare i controlli per la indicazione geografica protetta (IGP) della «Coppa di Parma», registrata in ambito Unione Europea.

Un riconoscimento alla validità dell’ente certificatore piacentino il quale già assolve al controllo di un altro prodotto tipico parmense, il “Salame di Felino”.

Un’occasione che dovrebbe essere un onore per entrambi i territori, quello Piacentino e quello Parmense. Per i piacentini ai quali viene demandato il compito di controllare un prodotto dei “cugini” parmigiani e per i parmensi che potranno raccogliere ancor più forza per traguardare una nuova e possibile DOP come è riconosciuta quella piacentina.

La Coppa Piacentina DOP, anche attraverso il riconoscimento della “Coppa d’ORO”,   sta lavorando molto per la promozione e l’affermazione che merita sui mercati e non solo sui pochi palati di intenditori “gastronauti”. E il prossimo EXPO2015 sarà senz’altro il definitivo trampolino di lancio per questa specialità agroalimentare piacentina.

 Il fatto di poter certificare due prodotti della più quotata  - in ambito agroalimentare -“parma” non potrà che giovare ai piacentini.

Non così sembrerebbe dalla lettura del giornale locale Libertà.it il quale riporta la notizia non come un’opportunità ma come una “costrizione” titolando addirittura: “Piacenza “costretta” a certificare l’Igp europea della Coppa di Parma” .

Invece di “godere” di un privilegio sembrerebbe sia stato fatto uno sgarro ai piacentini tant’è che l’articolo gira solo su quel tono. “Piacentini “costretti” a certificare la Coppa di Parma, da sempre “nemica” storica del principe dei salumi del nostro territorio” così attacca il giornalista che poi conclude “Ma chi vuole usare questo nome, oltre a seguire il disciplinare di produzione dovrà passare solo ed esclusivamente per Piacenza. Senza che nessuno si possa opporre.”

In questi tempi di crisi sarebbe ben più utile stimolare l’incontro piuttosto che lo scontro. 

EXPO2015 è alle porte e sarà un’occasione unica per lanciare i nostri prodotti emiliani nel mondo, ognuno con le proprie distintività e tutti insieme uniti dalla indiscutibile qualità. Il “genius loci” non alberga solo a Parma ma, sino ad ora, è riuscita a valorizzare meglio. Questione di tempo... e di volontà.

Coppa Piacenza e Parma gde

Firmato l'accordo per la campagna cerealicola 2013-2014 per un quantitativo di circa 95.000 tonnellate, pari a una superficie di 16.000 ettari -

Bologna, 10 gennaio 2014 -

Una filiera interamente emiliano-romagnola, dalla terra alla tavola, per una prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la pasta. E' stato firmato a Bologna l'accordo per la fornitura al Gruppo Barilla di grano duro di alta qualità coltivato in Emilia-Romagna. L'intesa, valida per la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95 mila tonnellate, pari a una superficie di 16 mila ettari e, tra le novità, un decalogo di sostenibilità introdotto da Barilla.
"Con questa intesa diamo certezze preventive di prezzo, qualità e quantità sia ai produttori che alla Barilla - spiega l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – Ciò significa dare stabilità a un comparto importante del made in Italy. D'altra parte quello odierno è l'ottavo rinnovo consecutivo: la migliore dimostrazione della validità di questa iniziativa. Lavoriamo per estenderla anche ad altre filiere. Il futuro dell'agricoltura sta qui".
L'accordo quadro, è stato firmato oggi a Bologna - alla presenza dell'assessore Rabboni - da Luca Virginio, responsabile relazioni esterne per il Gruppo Barilla; Roberto Biribin della Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell'industria sementiera e, in rappresentanza della parte agricola, da Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Raimondo Ricci Bitti (OP Cereali), Ivan Cremonini (CerealCap), Paolino Fini (OP Capa Ferrara).
Partito nel 2005, per iniziativa dell'assessorato regionale all'Agricoltura, l'accordo ha permesso in questi anni di fare dell'Emilia-Romagna uno dei poli di eccellenza nazionali, sia per le rese ad ettaro che sotto il profilo qualitativo, della produzione di grano duro. Un risultato tanto più importante se si considera la forte dipendenza dall'estero dell'Italia in questo settore: a fronte di un fabbisogno da parte dell'industria molitoria nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento duro, la produzione interna media degli ultimi anni è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate. In Emilia-Romagna grazie all'accordo di filiera con il Gruppo Barilla si è verificato un importante rilancio delle superfici. Il tutto in un mercato dei cereali soggetto ormai da diversi anni a forti tensioni internazionali sotto il profilo dei prezzi, con ripercussioni sull'intera filiera.
"Per Barilla questo è un giorno di festa perchè acquistiamo grano e per di più emiliano-romagnolo – ha sottolineato Luca Virginio di Barilla – si tratta di un'esperienza che è un po' la nostra punta di diamante e non solo a livello nazionale. Per noi infatti è fondamentale assicurare la qualità costante nel tempo del nostro prodotto e questo possiamo farlo solo attraverso contratti a medio-lungo termine".
Raimondo Ricci Bitti, dell'Op Cereali, ha ricordato l'importanza "del decalogo di sostenibilità di Barilla. Esso si affianca al disciplinare di produzione definito dalla Regione che fin dall'inizio di questa esperienza rappresenta la vera base di attività dei nostri agricoltori e centri di stoccaggio. Si tratta di novità che nel corso del tempo porteranno a cambiare lo stesso approccio delle aziende agricole".

Cosa prevede l'accordo
L'accordo quadro coinvolge l'intera filiera di produzione del grano duro per garantire la programmazione della produzione e delle consegne e fare del prodotto coltivato in regione un'alternativa competitiva ai grani di importazione. Molteplici i vantaggi: un'adeguata remunerazione per gli agricoltori, una materia prima di qualità per la pasta Barilla, maggior rispetto per l'ambiente.
Tra le novità dell'intesa 2013-2014: una semplificazione del meccanismo di fissazione dei prezzi di compravendita e l'inserimento di un decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla per migliorare l'impatto ambientale della coltura favorendo nel contempo la sua resa quanti-qualitativa. Le indicazioni del decalogo, si integrano e si completano con quelle già messe in pratica dal disciplinare di produzione della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro prevede in particolare l'impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Odisseo, Levante e Saragolla) adatte all'utilizzo nell'industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana. Due le modalità per stabilire il prezzo di vendita: una quota legata al prezzo di mercato della Borsa merci di Bologna, con premialità in funzione della qualità, e un'altra legata al prezzo fisso. Sono inoltre stabiliti meccanismi premianti in funzione delle modalità di produzione e conservazione dei grani.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara, CerealCap - stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un' attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce gran parte del seme necessario alle coltivazioni.

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

DURC e tracciabilità le pratiche più diffuse, SISTRI il più complicato -

Modena, 10 gennaio 2014 -

L'abbiamo ribattezzata "la tassa che non si vede": la burocrazia costa agli artigiani e alle piccole imprese di tutta Italia circa 5 miliardi di euro l'anno. Nell'analisi curata da IPSOS per conto di CNA Nazionale emergono i profili di una piaga che va al di là del denaro che costa direttamente, perché il costo maggiore che comporta è nel tempo che fa perdere agli imprenditori e ai loro dipendenti.
In un anno la "macchina della burocrazia" brucia 47 giorni di lavoro (cioè due mesi) di ogni imprenditore, e consuma 28 giorni dei suoi dipendenti. Totale: 11 mila euro per impresa (senza contare che il tempo, per gli imprenditori e i lavoratori appena citati, ha spesso un valore non quantificabile). La burocrazia costa più della metà dell'IMU pagata dalle imprese stesse, che ammonta a 9 miliardi all'anno, senza contare le spese accessorie per il lavoro di specialisti e consulenze. Un esempio? La richiesta di informazioni, in particolare agli Uffici Pubblici: non solo è eccessiva e complessa, ma spesso costringe a richiedere più volte la stessa informazione, nonostante una legge imponga da circa due anni agli stessi uffici l'obbligo di trasmettersi dati e documenti l'uno con l'altro.
Dividendo gli adempimenti in fasce sulla base della loro diffusione (fascia alta se l'adempimento coinvolge più del 50% delle imprese; media, se riguarda una quota di imprese compresa tra i 30 e i 50 punti percentuali; bassa, se essa riguarda non più del trenta percento delle imprese) emerge che gli adempimenti più diffusi sono quelli dell'area fiscale seguiti, nell'ordine, da quelli del lavoro e dell'area ambiente e sicurezza. Tracciabilità del contante e DURC (la dichiarazione unica di regolarità contributiva) sono le pratiche più diffuse, che interessano rispettivamente il 90% e il 71% delle imprese.
Il "fastidio" degli adempimenti burocratici sulla vita delle imprese deve essere valutato secondo una duplice dimensione: da un lato grado di diffusione, dato dal numero di imprese chiamate ad assolvere l'adempimento; dall'altro la difficoltà, cioè il livello di problematicità dello stesso. Il SISTRI risulta l'adempimento di gran lunga più ostico da assolvere (61,9% delle imprese interessate) seguito a distanza dalla Responsabilità solidale negli appalti (indicato come il più problematico dal 42,9% delle imprese chiamate ad assolverlo).
"Noi crediamo sia possibile liberare risorse per le aziende, in un momento in cui la liquidità rappresenta uno dei problemi principali, è possibile, allentando questi lacci e laccioli che appesantiscono e ostacolano, a volte incomprensibilmente, l'attività d'impresa. La vicenda diventa ancor più grave se si pensa che questa semplificazione non costerebbe nulla. Basterebbe la volontà politica di risolvere questo problema, che invece si concentra su altre discussioni. Importanti, ci mancherebbe, ma che vengono dopo le esigenze più pressanti di imprese e cittadini", commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena.
I dati completi del dossier IPSOS CNA sulla burocrazia sono disponibili sul sito www.cna.it.


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 Modena)

Ieri solo Bologna tra le 9 province emiliano romagnole si è salvata dallo sforamento -

Parma, 9 gennaio 2014 -

La nube tossica avviluppa l'intera regione.
Torna con il meteo stabile lo strapotere dell'inquinamento.
Ieri solo Bologna tra le 9 province emiliano romagnole si è salvata dallo sforamento.
Le altre sono oltre i limiti di legge per le polveri sottili.
E Parma ovviamente svetta su tutti con 74 microgrammi di polveri sottili per metro cubo di aria contro i 50 consentiti.
Aria sporca e cancerogena come indicato dallo Iarc lo scorso ottobre.
E pensare che l'inceneritore di Parma è stato in ferie e solo ieri è stata riaccesa la seconda linea, mentre la prima è ferma.
Chissà cosa succederà quando il 19 gennaio, con l'entrata in esercizio definitivo, verranno accese entrambe le linee e il camino erutterà in atmosfera 144 mila metri abusi di aria inquinata ogni ora.
E' stato un 2013 finito con 26 giorni consecutivi di Pm10 oltre la linea rossa.
Nell'intero anno 80 sforamenti contro i 35 consentiti dalla normativa.
Con il capoluogo ducale che ha mantenuto il primato negativo di città più inquinata della regione per il terzo anno consecutivo.
Non vogliamo passare un intero anno a contare di quante volte siamo andati oltre la legge.
In 8 giorni ci siamo bruciati il 15% dei giorni consentiti in un anno intero, il 15% sul 2% di giorni passati.
E' ormai evidente che il territorio produce un carico eccessivo di emissioni nocive, tale da essere insostenibile e indigeribile per l'ambiente. Produciamo veleni più di quanto la natura sia in grado di assorbire e disperdere. Lo facciamo non solo a Parma, ma in tutta la regione, in tutto il bacino padano.
La locomotiva italiana porta con sé una pesantissima zavorra che limita e mette a rischio gli stessi risultati di sviluppo, resi opachi dalla grande nuvola che proprio questo sviluppo disordinato produce.
E' uno sviluppo che va portato in officina per ripararne i difetti.
Una officina gigantesca i cui costi devono essere condivisi con tutti gli agenti inquinanti.
Fabbriche, caldaie ferrovecchio, inceneritori, traffico a motore termico, centrali generatrici di energia, industrie pesanti.
Un'azione corretta, efficace, equa, deve coinvolgere e modificare tutta una serie di errori commessi negli ultimi 50 anni e che oggi emergono evidenti anche all'occhio che osserva perplesso la coltre nera che ammorba l'aria delle città e di tutti i territori della Grande Piana.
Proprio la mancanza di nitidezza dell'orizzonte testimonia l'opacità del progetto, i particolari oscuri di un progresso che non ha tenuto degli effetti collaterali ed ora paga costi salatissimi ad una mancata analisi coerente e lucida.
Questo non è progresso, è un suicidio convinto.

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Nunzio Dallari, Presidente CNA: "5 miliardi all'anno è il costo stimato per le PMI italiane. Cifre record incoerenti con la qualità dei servizi ottenuti" -

Reggio Emilia, 9 gennaio 2014 -

"Un imprenditore impiega 45 giorni lavorativi in media all'anno per svolgere adempimenti burocratici, mentre i suoi dipendenti impiegano circa 28 giorni per un costo in media di 11mila euro l'anno. Ridurre la burocrazia è indispensabile per non essere affogati da regole ridicole e per poter investire davvero nella crescita delle imprese. I numeri lo confermano. Quante altre indagini serviranno prima di rendersene conto?"

Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA, commenta così i risultati di un'indagine Ipsos commissionata dalla CNA per fotografare la realtà della burocrazia italiana e quantificarne i costi per le PMI.

"Se moltiplichiamo gli 11mila euro - continua il Presidente Dallari - per il numero delle piccole imprese italiane possiamo stimare in 5 miliardi di euro il costo totale della burocrazia. Una cifra pazzesca, specialmente se paragonata alla qualità dei servizi erogati. Ciò che i nostri imprenditori lamentano in particolare sono delle procedure lente e farraginose, con richieste difficili da comprendere. Di conseguenza si incappa spesso in errori o si è obbligati a fornire più volte le stesse informazioni".

Perché all'inarrestabile progresso tecnologico in tutti i settori non si è accompagnato una digitalizzazione e una semplificazione delle procedure anche nella burocrazia?

"Non solo, - incalza Dallari - troppo spesso tocca a noi "garantire" sul rispetto delle regole di altri. Non dobbiamo essere noi i controllori di regole che ci piovono sulla testa "dall'alto". Così agli imprenditori spettano compiti che non li riguardano: è il legislatore che nella stesura delle regole non deve coinvolgere le imprese e la responsabilità del rispetto delle regole deve essere a capo delle istituzioni anche per quanto riguarda i costi necessari per i controlli, senza scaricarli sulle imprese".

"Nel nostro Paese, - conclude il Presidente CNA Dallari - troppe volte ci troviamo a dover "lottare" contro regole aggirabili dai "furbetti" che finiscono per mettere in difficoltà le aziende che lavorano nel rispetto delle norme. Abbiamo il dovere di tutelare chi opera nella correttezza e nella trasparenza e di abbattere i costi inutili che sottraggono tempo e risorse preziose alla ripresa della nostra economia".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in tre anni potrebbe arrivare a "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia" -

Modena, 9 gennaio 2014 -

Un'iniziativa nata per ragioni umanitarie offre lo spunto per una riflessione economica più vasta su certe iniquità dell'economia globale. In particolare si parla dei rapporti commerciali tra il Pakistan e l'Unione Europea, riferiti a un settore strategico soprattutto per l'Italia e già fiaccato dalla crisi come quello tessile.
Che cosa è successo: nel recente passato l'UE ha inserito il Pakistan nel cosiddetto 'sistema generalizzato delle preferenze' per consentire alle fabbriche del Paese – nelle quali le condizioni di lavoro sono ancora disumane – di vendere prodotti sul mercato europeo senza pagare dazi doganali, o pagandoli in misura molto ridotta. Il provvedimento, in scadenza lo scorso 31 dicembre, è stato prorogato al 31/12/2017 per voto unanime dell'Europarlamento: 75 prodotti provenienti dal Pakistan continueranno a entrare in Europa attraverso una corsia preferenziale, il 70% con un dazio doganale molto basso e un 20% senza alcun dazio. Peccato che, nel frattempo, il dazio pagato dalle aziende europee in Pakistan rimarrà lo stesso: il 25%.
Non sono le tanto barriere all'ingresso nel mercato pakistano a preoccupare le imprese italiane del tessile: preoccupa, semmai, la persistente concorrenza di un Paese che proprio attraverso lo scarso rispetto delle norme di tutela dei lavoratori pratica già prezzi estremamente competitivi.
Questo trattamento di favore produrrà un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia". Il Pakistan è il quindicesimo fornitore dell'Italia nell'industria tessile e moda, e quindi un competitor già forte per il mercato interno. Inoltre l'UE premia con dazi minimi anche altri Paesi, quali Armenia, Bolivia, Capo Verde, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Mongolia, Paraguay e Perù.
"Tra queste 40.000 posti a rischio, ovviamente ce ne sono anche sul nostro territorio – osserva Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – Non sfuggiamo certo alla responsabilità di contribuire all'emancipazione di Paesi economicamente meno fortunati, ma viene da chiedersi perché l'Europa decida di farlo con una norma che penalizza la libera concorrenza tra le aziende e, in ultima analisi, le aziende stesse. Le imprese italiane del settore tessile-abbigliamento, che proprio dall'Europa attendono da tempo segnali sulla tutela di un marchio di qualità assoluta come il 'Made in Italy', si trovano invece a fronteggiare un nuovo ostacolo a una più equa concorrenza".


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

Martedì, 07 Gennaio 2014 12:25

Parma, L'inceneritore è in ferie

Da Natale il camino è fermo, così almeno dice Iren -

Parma, 7 gennaio 2014 -

Il comunicato di Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma -

Se andate al link di Iren www.irenambiente.it/attivita.php?id=205 avrete la bella sorpresa di scoprire che anche l'inceneritore va in vacanza, e dal giorno di Natale è spento.
Spento, nonostante il pennacchio che tutti quanti osserviamo fuoriuscire dalla ciminiera di Ugozzolo.
Il sito infatti ci racconta una storia di assenza e non di presenza.
Ad esempio per tutto il mese di dicembre solo una linea è rimasta in funzione (tranne che dal 9 al 13).
Un camino affezionato alla tradizioni, per Santa Lucia spegne una linea, per Natale festeggia insieme a noi e tira diritto sino all'Epifania.
La fase vacante, iniziata il 26 dicembre permane tutt'ora.
Ovviamente la domanda sorge, come si usa dire, spontanea.
Dove ha messo i rifiuti Iren mentre il camino era freddo?
I dati riportati nella pagina web corrispondono alla realtà?
La grande emergenza ambientale che poteva trasformare Parma in una piccola Napoli (con le dovute scuse agli amici partenopei) se non si fosse acceso il camino in fretta a furia, dove mai è andata a finire?
Infine quale mai sarà il destino di un impianto che durante l'esercizio provvisorio è acceso un giorno sì e uno no, dove dal 25 dicembre al 6 gennaio i fuochi sono spenti, dove i rifiuti sono sconsolatamente scarsi?
Già oggi l'impianto di Parma è sovradimensionato.
Con la raccolta differenziata porta a porta ampliata a tutta la città i rifiuti non basteranno di certo a garantire le 8000 ore di funzionamento previste dal pianto industriale di Iren.
Cosa succederà allora a Parma.
Arriveranno rifiuti da fuori?
L'Autorizzazione Integrata Ambientale nega questa possibilità e l'assessore Castellani ha sempre sostenuto che questa prescrizione verrà rispettata senza deroghe.
Ci spieghino a quale trucco intendono ricorrere.
E intanto che ci sono ci raccontino un po' come stanno andando le cose con il teleriscaldamento. E' connesso? E a quante famiglie? E quante caldaie sono state spente? Perché noi, sotto la coltre di smog, non ci siamo mica accorti del gran beneficio promesso.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"