Domenica, 16 Febbraio 2014 09:06

“Non spegnete le rinnovabili”

 

 

Da Confagricoltura un appello a favore delle energie rinnovabili. DL Destinazione Italia, "Non spegnere le energie rinnovabili, futuro dell'agricoltura e del Paese"

- Roma 11 febbraio 2014 - 

“E’ indispensabile evitare, anche alla luce dei nuovi obiettivi al 2030 in materia di clima ed energia in corso di definizione da parte dell’Unione Europea, di destabilizzare un settore come quello dell’energia rinnovabile che, negli ultimi anni, ha contribuito a produrre reddito e a dare occupazione in una congiuntura economica difficile per il Paese”. E’ il commento di Confagricoltura all’approvazione della Camera del disegno di legge di conversione del DL 145/2013 (Destinazione Italia) che passa ora all’esame del Senato.
Confagricoltura, in particolare, stigmatizza la decisione di eliminare nel testo normativo uno strumento di salvaguardia come il sistema dei prezzi minimi garantiti nell’ambito del ritiro dedicato per i produttori di energia elettrica. Ciò inciderà pesantemente sui conti economici delle imprese agroenergetiche; senza contare che è prevista anche una rimodulazione al ribasso degli incentivi per tutto il comparto delle rinnovabili.
“Così si provocano danni – commenta Confagricoltura - non solo agli sviluppi futuri delle rinnovabili, ma anche agli impianti già in produzione nel settore agroenergetico in contrasto con la finalità di una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle imprese agricole, ma anche del Paese”.
 
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli auspica che il Senato intervenga prontamente, eliminando le modifiche introdotte.

Domenica, 16 Febbraio 2014 08:51

Gasolio per serre. Decreto ancora fermo

 

 

Dopo sei mesi mancano ancora le disposizioni attuative.

- Emilia, febbraio 2014 -

Il decreto lo si attendeva lo scorso novembre con l’approssimarsi della stagione invernale e invece ancora niente.

 

Un problema che si trascina da  oltre quattro anni, da quel novembre 2009 quando è stata abrogata l’agevolazione per il gasolio destinato al riscaldamento delle serre per le produzioni ortoflorovivaistiche. Il “decreto Fare” infine avrebbe dovuto mettere una pietra tombale sulla questione e invece ancora si rimane in attesa, dopo quasi 6 mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, delle disposizioni per l’agevolazione del gasolio destinato al riscaldamento delle serre. “La norma, sottolinea Coldiretti, prevede la riduzione dell’accisa a 25 euro per mille litri. Ad oggi manca ancora il decreto attuativo che chiarisca le condizioni operative per poter rendere applicabile l’agevolazione. Il settore florovivaistico è, a ragione, considerato uno dei settori di punta dell’economia agricola del nostro paese, contribuendo, con un fatturato di oltre 3.000 milioni di euro, per oltre il 6 per cento del totale alla produzione agricola nazionale. Il saldo attivo nella bilancia import/export è stato pari a oltre 160 milioni di euro nel 2012 ed è importante riuscire ad agganciare la ripresa economica, già partita in altri paesi, per incrementare le nostre esportazioni.”

 

 

 

Agricoltura di precisione e nuove tecnologie per la sostenibilità.

 

Fieragricola inaugura l’era delle «macchine fantasma», progettate per lavorare in condizioni estreme in assoluta sicurezza per un operatore che, infatti, guida il veicolo a distanza.  

L’oggetto avveniristico è una macchina radiocomandata per la manutenzione del verde. Il nome del mezzo è «mini green climber», versione ridotta (1,3 metri di lunghezza e 1,3 metri di larghezza) di un modello più grande. «L’habitat ideale dove il mezzo opera - racconta Rocco Amoroso della Mdb - è su terreni con una pendenza che arriva anche al 60 per cento». L’ideale per gli alpeggi, le colline, i terreno inclinati dove è meglio che l’operatore non salga sul trattore, per questioni di sicurezza sul lavoro.

L’idea nasce dalla declinazione di speciali macchine studiate dall’azienda espositrice di Fieragricola per la manutenzione delle raffinerie. Una «rivoluzione verde» in tutti sensi, che è anche l’impronta che assume la rassegna internazionale di Veronafiere dedicata al comparto primario.

«La missione è produrre di più e meglio - sintetizza il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - rispettando l’ambiente e riducendo i costi di produzione, spada di Damocle con la quale l’agricoltura italiana deve fare i conti, in uno scenario sempre più globale».

Le imprese agricole italiane - dice l’Ue - sono già sulla buona strada, considerato che solo il 5,4 per cento delle emissioni inquinanti del nostro Paese provengono dall’agricoltura. Una media ben al di sotto di quella europea, che si aggira intorno al 10 per cento.

La sostenibilità è la cifra stilistica di Fieragricola 2014. In salsa hi-tech, come si coglie visitando i nove padiglioni di Veronafiere, ma anche per il primo manifesto della chimica verde, illustrato da Sofia Mannelli, presidente di Chimica Verde Bionet, e che sarà presentato al ministero delle Politiche agricole, dell’Ambiente e alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Le opportunità di crescita del settore sono incoraggianti: si prevede infatti che entro il 2030 in Europa il 30% della produzione di composti chimici sarà bio-based, che il 25% dell’energia per i trasporti e che il 30% dell’energia elettrica e termica sarà generato dalla biomassa.

La chimica verde, già oggi, offre lavoro in Italia a 1.600 persone, «ma serve una regolamentazione del settore, che porti ad una certificazione, presupposto per moltiplicare lo sviluppo delle filiere sostenibili», spiega Sofia Mannelli.

Le nuove tecnologie a Fieragricola sono il pezzo forte anche del «Dynamic show», grande spazio all’aperto dove le macchine sono presentate nell’arena e in movimento. È qui che si trovano seminatrici (come quella proposta dalla Vsd, il modello 3200 A) a basso impatto ambientale, in grado di trasmettere in tempo reale all’agricoltore che guida in cabina gli ettari coltivati, la superficie coperta in un’ora di lavoro, la distribuzione combinata del concime e del seme.

La ditta veronese Breviglieri presenta invece, fra le novità, il nuovo erpice pieghevole: un attrezzo che arriva fino a otto metri di ampiezza di lavoro, ma rigorosamente per il «minimum tillage», che prepara il terreno di semina con la minima lavorazione.

Caffini spa, altra realtà scaligera all’avanguardia per i prodotti al servizio dell’agricoltura, porta la sostenibilità nel vigneto, con il «Drift stopper», nuovo polverizzatore con pannelli recuperatori, studiato in collaborazione con l’Università di Padova. La macchina è in grado di recuperare fino al 95 per cento del prodotto (agrofarmaco o fertilizzante), riducendo così l’impatto ambientale, ma anche i costi di gestione del vigneto.

Il vigneto green passa da Magis, il protocollo promosso nel 2009 da Bayer CropScience, Image Line, l’Università di Milano e che oggi coinvolge oltre 140 aziende vitivinicole. A Fieragricola di Verona, nelle nuove aree dedicate al vigneto e al frutteto, è stato presentato il primo «Manuale della sostenibilità», che ha l’obiettivo di accompagnare le aziende agricole nel percorso verso l’eliminazione della presenza di contaminanti naturali o artificiali nel vino, partendo però dalla terra (grazie anche all’agricoltura di precisione).

«Per rilanciare il mercato delle vendite interno - afferma il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni - è necessario che anche i contoterzisti possano accedere alle misure dei Programmi di sviluppo rurale, che le Regioni stanno predisponendo per il periodo 2014-2020», sposando così appieno la tesi di Leonardo Bolis di Confai e di Silvano Ramadori di Unima, le due più importanti associazioni di imprenditori agromeccanici a livello nazionale, che gestiscono oltre il 98 per cento delle operazioni di raccolta delle commodities e svolgono il 70 per cento delle operazioni meccanizzate in campo.

Fonte: Servizio Stampa Veronafiere

  

Domenica, 16 Febbraio 2014 08:11

Sold Out per il Vinitaly

 

 

 

Quartiere fieristico ampliato e superata l'asticella dei 100.000 metri quadrati netti venduti per la 48^ edizione di Vinitaly. Ulteriormente potenziato l'incoming di operatori business dai più interessanti mercati, in linea con le richieste degli espositori, grazie a investimenti mirati e alla promozione del marchio nel mondo con Vinitaly International.

Verona, 12 febbraio 2014 – A più di un mese dalla sua inaugurazione, il 48° Vinitaly fa già registrare un record, con il superamento, per la prima volta nella storia della manifestazione, dell'asticella dei 100.000 metri quadrati netti venduti. È il risultato dell'allestimento del padiglione 'i' per ospitare Vininternational, il nuovo salone riservato agli espositori esteri e dell'ampliamento del padiglione A.

Nonostante ciò, il più grande salone internazionale dedicato al vino (www.vinitaly.com), in programma dal 6 al 9 aprile 2014, ha avuto richieste di partecipazione che superano anche quest'anno le aree disponibili, per un sold out che premia l'impegno dell'organizzazione a  migliorare e aumentare di anno in anno i servizi e le opportunità commerciali per gli espositori e gli operatori in visita.

Notevole l'investimento – un milione di euro – per promuovere Vinitaly all'estero e per l'incoming di buyer a Verona durante la manifestazione, in particolare dai Paesi indicati dagli espositori nell’indagine realizzata dopo Vinitaly 2013: Giappone, Germania, Nord Europa, Nord America, Russia e Cina sono stati i mercati più richiesti, ma delegazioni arriveranno anche da Svizzera, Austria, Gran Bretagna, Slovenia, Croazia, Romania, Bulgaria, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, India, Estremo Oriente, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Australia, Sud Africa, Israele, Camerun, Messico, Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia.

Espressamente dedicato agli incontri d'affari il nuovo spazio denominata International Buyers' Lounge, collocato nel Centro servizi Castelvecchio tra i padiglioni 2 e 3. Coinvolti i consorzi di tutela e le singole aziende espositrici da una parte (per un totale di un centinaio di partecipanti) e i buyer esteri dall'altra. Due le iniziative: Taste and Buy, per il b2b wine&spirit dove, sulla base di appuntamenti organizzati da Vinitaly con operatori esteri selezionati, avviare scambi commerciali, e l'enoteca dell'International Buyers' Club, a disposizione di tutti gli operatori esteri presenti in fiera con degustazione libera di vini appositamente selezionati dalle aziende per i mercati internazionali.

Di sicuro interesse per i visitatori esteri anche il nuovo salone Vinitalybio (padiglione 11), organizzato in collaborazione con Federbio e pensato per dare visibilità ai vini biologici certificati, capaci di alimentare un interesse crescente in particolare tra i consumatori del Nord America, del Nord Europa e dell’Estremo Oriente.

Brand autorevole  e riconosciuto a livello internazionale, Vinitaly ha in Vinitaly International il suo braccio operativo all'estero, per entrare in contatto in loco e invitare a Verona importatori e buyer dei mercati più interessanti. Così, dopo New York a inizio febbraio, Vinitaly International sarà in Cina pochi giorni prima dell'inaugurazione dell'esposizione veronese, partecipando dal 25 al 28 marzo all’International Wine & Spirits Show di Chengdu, evento fuorisalone del China Food and Drinks Fair for Wine & Spirits. Si tratta di una delle storiche (30 anni) e più importanti fiere b2b del comparto vitivinicolo cinese, dove saranno presenti 700 espositori italiani e 8.000 visitatori professionali al giorno.

Organizzato da Vinitaly International anche Opera Wine, il grand tasting ‘Finest Italian Wines, 100 Great Producers’, che si svolge nel palazzo della Gran Guardia a Verona alla vigilia dell'inaugurazione di Vinitaly, realizzato in collaborazione con Wine Spectator.

In contemporanea con Vinitaly si svolgono altre due esposizioni: Sol&Agrifood, la rassegna dell'agroalimentare di qualità, ed Enolitech, che oltre ai mezzi tecnici per la produzione di vino e olio extravergine di oliva propone bicchieri, accessori e attrezzature per la cantina e l'enoteca presentati dalle più prestigiose aziende del mondo.

 

(Verona Fiere)

 

 

 

Si riaccende il dibattito sull’impianto di cogenerazione  di Citterio al Poggio Sant’Ilario Baganza. Da sempre contestato dal Comitato, no cogeneratore, dell’impianto alimentato a olio animale  se ne è discusso ancora ieri sera al Teatro Comunale di Felino di fronte a un folto e attento pubblico.

Felino, 14 febbraio 2014 -

L’incontro si apre con l’intervento di Simona Bocchi, presidente del comitato, che riassume ile motivazioni che hanno indotto alla chiamata d’aggiornamento: “ vogliamo spiegare ai firmatari della delibera di iniziativa popolare, così l’abbiamo definita, discussa in consiglio comunale il 19 dicembre scorso, quali sono stati gli esiti della nostra iniziativa, e cosa vogliamo fare in seguito”. La delibera proponeva  infatti “di approfondire se esistevano possibilità di negoziazione con la ditta Citterio per non attivare l’impianto, capire meglio il problema e allargarlo all’unione pedemontana, di conoscere l’opinione dei consorzi del prosciutto di Parma e del Parmigiano” , come dichiarato da Maurizio Tanzi, ex sindaco di Felino, che ha collaborato alla redazione della stessa.

L’ex sindaco tiene a sottolineare che “sarebbe stato meglio discutere prima dell’iter procedurale che ha autorizzato la costruzione”. Tutti i partecipanti si sono trovati d’accordo nel criticare la lettera che il sindaco ha recapitato ai firmatari del comitato, dove si spiega come l’impianto, essendo privato, non poteva essere bloccato dal comune il quale aveva solo la competenza urbanistica. Sono l’Arpa, l’Usl e la Provincia che controlleranno le emissioni, “ e se l’impianto produrrà inquinamento verrà immediatamente fermato” evidenzia Luigi Ferrari, segretario PD di Sala Baganza, anche lui intervenuto nel dibattito.  

L’allarme sanitario è stato sviscerato dal dott. Gabriele Rastori, che avverte: “siamo tutti già inquinati, abbiamo largamente superato la capacità depurativa del sistema natura. Ora si parla dell’età biologica, che sono venti o trent’anni più di quella anagrafica, per tutto l’inquinamento subito”.

L’allarme non è solo sanitario, ma anche economico: “se l’opinione pubblica e gli enti esteri che ci permettono di esportare verranno a sapere che c’è un impianto che brucia gli scarti qui nella food valley, noi non vendiamo più” – lamenta Margherita Folzani, imprenditrice che gestisce il prosciuttificio di famiglia, attivo da 50 anni. L’analisi è semplice: “Citterio può spostarsi da questo territorio, noi il nostro investimento lo abbiamo qui” .

L’incontro, durato più di due ore e mezzo, ha visto l’intervento degli amministratori della minoranza, Angelo Lusardi (Pdl-Lega) e Luigi Ferioli (Lista Spazio alle idee) che hanno entrambi espresso il loro appoggio alla delibera e alle richieste promosse dal comitato, ma anche Fabrizio Savani, consigliere M5s di Parma, attivo nelle politiche ambientali.

Mentre l’ex manager Roberto Ricci ha ricordato che “lo scopo di un’azienda è fare business, quella dell’amministrazione e di garantire pari dignità a tutti i cittadini”, e la dott.ssa Sandra Mari, pediatra, dal suo privilegiato punto di osservazione ha focalizzato l’attenzione sui più piccoli, informando come “già da novembre, quando a Parma si è registrato un livello di micro polveri costantemente sopra la soglia, nel mio ambulatorio ho ricevuto dai 2 ai 4 casi settimanali di polmonite”. Altri interessanti contributi sono stati portati dal mondo dell’attivismo.

Sono intervenuti infatti anche Massimo Bacchi, del comitato ambiente Sala Baganza, e Giuliano Serioli, di Rete ambiente e Lesignano Futura, che ha riportato due elementi importanti: “ho avuto informazioni che l’impianto Citterio è fermo, in quanto gli scarti avrebbero un’acidità tale da rovinare il motore del cogeneratore, e la ditta sta cercando una soluzione. Vorrei poi ricordare che la cilindrata di questo motore è di 98 500 cc, pari a 50 camion con rimorchio accesi 24 ore al giorno”. 

La conclusione, avvenuta quasi a mezzanotte, è stata gestita da Umberto Varoli, del comitato, che ricordando la stessa battaglia che avviene nella zona di Castelvetro (MO) contro l’impianto a biomasse Inalca, ha elencato le prossime mosse: “per le prossime elezioni amministrative scenderemo in campo, a favore di chi appoggia le nostre richieste e i nostri valori. Stiamo poi raccogliendo le firme di cittadini che vogliano diffidare individualmente gli amministratori del comune, mentre abbiamo anche redatto una lettera da inviare a tutte le autorità, dalla Regione alla Presidenza della repubblica, dall’Efsa al tribunale di Parma”. 

La tensione sembra alta e tra i prossimi obiettivi del comitato rientra anche il monitoraggio dell’aria “per poter dimostrare eventuali peggioramenti, anche se per ora abbiamo difficoltà a trovare aziende disposte a fare questo tipo di rilievi” si lamenta Margherita Folzani.

(MM)

 

 

 A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco -

Modena, 13 febbraio 2014 -

Una legge speciale per Modena che possa aiutare concretamente il nostro territorio a risollevarsi dopo le diverse calamità naturali che lo hanno colpito in meno di due anni: terremoto e siccità nel 2012, tromba d'aria e frane in montagna nel 2013, ancora frane e alluvione nel 2014. A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco, che invita i parlamentari modenesi a preparare un testo e a presentarlo al più presto alle Camere con spirito "bipartisan". «In occasione di queste calamità abbiamo capito due cose – afferma De Vinco - Primo: a Roma non hanno l'esatta percezione di quando accaduto a Modena, soprattutto dopo l'esondazione dei fiumi, e ne sottovalutano le conseguenze sul piano economico e sociale. Secondo: le leggi attualmente in vigore sono talmente frammentate, se non addirittura concorrenti tra loro, da non consentire interventi efficaci per sostenere una provincia che contribuisce in modo significativo al Pil nazionale. Se Modena non riparte è un problema non solo per noi, ma per tutto il Paese». De Vinco cita gli esempi della legge speciale per Venezia, varata nel 1973 dopo la grande alluvione del 1966, e la legge speciale per Napoli che il sindaco De Magistris sta chiedendo per scongiurare il dissesto finanziario sotto il Vesuvio. «Per fronteggiare gli eventi calamitosi eccezionali che ci hanno colpito nell'ultimo biennio servono provvedimenti eccezionali. La legge speciale per Modena di cui sollecito l'approvazione – continua De Vinco – non può limitarsi alla sospensione delle scadenze fiscali, ma deve prevedere risorse economiche adeguate per aiutare le famiglie e le imprese e mettere il territorio in sicurezza una volta per tutte, dalla montagna alla Bassa. Inoltre abbiamo bisogno della massima semplificazione burocratica per accedere ai finanziamenti. Traduco: prima i soldi, poi le carte, altrimenti si rischia di non far in tempo a salvare un territorio in forte sofferenza non solo dal punto di vista economico». A preoccupare il presidente di Confcooperative Modena, infatti, è anche la tenuta della coesione sociale e la crescente sfiducia nelle istituzioni, come dimostra il moltiplicarsi dei comitati spontanei di cittadini. «Governo e Parlamento diano un segnale forte di attenzione e solidarietà concreta a un territorio che non si è mai pianto addosso e che – sottolinea De Vinco - non ha mai partecipato alle questue per ricevere contributi a pioggia o interventi puramente assistenzialistici. Il concatenamento di calamità naturali in un breve lasso di tempo ci ha messo in ginocchio: senza l'aiuto straordinario di tutto il Paese questa volta rischiamo di non rialzarci. Per questo invoco una legge speciale ed esorto istituzioni e parti sociali modenesi a unirsi in una sana azione di lobby territoriale finalizzata – conclude il presidente di Confcooperative Modena - all'approvazione in tempi rapidi di una norma ad hoc per Modena».

(Fonte: Ufficio stampa Confcooperative Modena)

Domani, venerdì 14 febbraio, Festa del Risparmio Energetico con lo spegnimento momentaneo dell'illuminazione dei monumenti principali delle città per una gestione intelligente delle risorse al fine di ripensare un futuro sostenibile -

Piacenza, 13 febbraio 2014 -

Lanciata dal programma radiofonico Caterpillar di Rai Radio 2, la manifestazione M'illumino di meno giunge alla decima edizione a livello nazionale, ottenendo quest'anno l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio del Parlamento Europeo.
Seppur iniziativa simbolica, in questi anni M'illumino di meno è diventato un appuntamento fisso non solo per singoli cittadini, ma anche per le Amministrazioni quale momento per riflettere insieme sul risparmio energetico, sulla razionalizzazione dei consumi, su come investire nel cambiamento delle proprie abitudini, sull'utilizzo delle energie rinnovabili.
Si tratta da sempre di una Festa del Risparmio Energetico che, con la richiesta di uno spegnimento momentaneo dell'illuminazione dei monumenti principali delle città, propone non un oscurantista ritorno al passato, ma una sorta di gioioso "pride" sulla gestione intelligente delle risorse al fine di ripensare un futuro sostenibile.
Per questa edizione Caterpillar invita in particolare i musei a "mostrare il proprio amore per il Pianeta" spegnendo le luci sui loro capolavori nell'idea di evidenziare il legame tra la cultura e la sostenibilità ambientale, perché il cambiamento verso lo sviluppo sostenibile è prima di tutto un fatto culturale!

Il Comune di Piacenza ha in questi anni avviato una serie di cambiamenti strutturali per attuare il risparmio energetico, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica attraverso ad esempio la sostituzione di oltre 600 centri luminosi da vapori di mercurio a vapori di sodio, con la sperimentazione di lampade a led per l'illuminazione stradale (via Risorgimento e via Martiri della Resistenza), con l'installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici sui tetti di alcuni edifici comunali (scuole e palestre), con l'avvio di progetti sociali per la sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile (rif. bando "Famiglie Salvaenergia").

Venerdì 14 febbraio il Comune di Piacenza, che aderisce a M'illumino di meno dal 2007, parteciperà attivamente alla campagna, non solo attraverso lo spegnimento serale di alcuni suoi monumenti urbani, ma anche con altre inedite iniziative:
"Chi ama il bello non spreca": Silenzio energetico dalle 18 alle 24 con lo spegnimento simbolico dell'illuminazione in piazza Cavalli, Palazzo Farnese e lungo le mura di cinta del centro storico,
"Innamorarsi del risparmio Piace!": in occasione del concomitante San Valentino il CEAS Infoambiente diffonderà, tra i dipendenti comunali in particolare, un decalogo di "buone azioni energetiche in ufficio",
"Hai paura del buio?" Dalle 18.00 alle 19.30 nell'incantevole cornice del cortile e dei loggiati di Palazzo Farnese, proprio per ribadire il rapporto cultura–sostenibilità-cambiamento, invito aperto alla cittadinanza intera per partecipare alla manifestazione pubblica organizzata dal consorzio Greenet e dalle associazioni Arti e Pensieri, Fiab-Amolabici. Legambiente Circolo di Piacenza, Velolento insieme con il CEAS Infoambiente del Comune di Piacenza.
Diverse le proposte di sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico e della razionalizzazione dei consumi: da una mostra di biciclette d'epoca e i sistemi d'illuminazione del mezzo, alla sensibilizzazione sull'importanza di pedalare in sicurezza ben illuminati e visibili ("M'illumino meno, ma in bici di luci faccio il pieno e pedalo più sereno"). Dalla creazione manuale di una lucerna romana ("Luci a Placentia") a banchetti informativi sulle buone pratiche e consigli per la riduzione degli sprechi energetici nel proprio quotidiano.
"Hai voluto il buio? Adesso pedala!": sono in fase di realizzazione fantasiose strutture per realizzare sorprendenti "giochi di luce" dedicati a chi è appassionato di bicicletta, di risparmio energetico, di fitness, di design, di eccentriche invenzioni...
Il tutto accompagnato da musiche e danze della tradizione con un brindisi finale per "festeggiare insieme il risparmio energetico".
I cittadini sono invitati a partecipare, meglio se portando con sé un ombrello colorato e una torcia elettrica!

In allegato la locandina scaricabile

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

Mercoledì, 12 Febbraio 2014 11:31

Come rendere un Paese Bike Friendly?

Venerdì 14 febbraio 2014, presso la sala Mappamondo di Palazzo Montecitorio a Roma è in programma il seminario: La Ciclabilità in Europa: come rendere un Paese 'Bike Friendly' -

Parma, 12 febbraio 2014 -

Alla presenza del vice presidente della Camera dei deputati, Marina Sereni, del sindaco di Roma, Ignazio Marino, del sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Erasmo D'Angelis, il seminario organizzato da FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta in collaborazione con Gruppo interparlamentare per la Mobilità Ciclistica rappresenta un importante occasione di confronto su quanto di meglio c'è in Europa, in un momento in cui l'Italia affronta modifiche di norme e cambiamenti legislativi del codice della strada e della mobilità ciclistica.

Centri cittadini dove le macchine girano al rallentatore, ovvero predominanza delle cosiddette Zone 30 ?
Pedoni e biciclette privilegiati nell'ormai incontrastato regno delle auto?
La maggior quantità di bici che si comprano e si vedono in giro (un milione 606 mila contro un milione 450 mila auto nel 2012) sono il frutto della crisi o di uno sguardo ambientalista alla viabilità?
Qual è la legislazione europea, qual è l'approccio italiano?
Servono leggi o serve soprattutto un cambio di mentalità?

Lo scambio di esperienze anche al di fuori dei confini nazionali è fondamentale e quanto mai necessario, per sviluppare una politica duratura in materia e raggiungere gli importanti obiettivi di spostamento modale, attraverso la definizione, per la prima volta nel nostro Paese, di una "Legge quadro per la Ciclabilità in Italia", quale punto di riferimento univoco a livello nazionale.

Impegnata da tempo a colmare lo spread con L'Europa sul tema della ciclabilità e delle mobilità urbana -attraverso iniziative e proposte concrete di tipo informativo, istituzionale e di ricerca- FIAB ha invitato al seminario, tra gli altri, Frederik Depoortere, Dirigente Ciclabilità della Regione di Bruxelles, per condividere l'esperienza di ciclabilità avanzata attuata nella capitale belga.

LA CICLABILITA' IN EUROPA:
COME RENDERE UN PAESE "BIKE FRIENDLY".

LEGGI E NORME A CONFRONTO PER LA DEFINIZIONE DI UNA
LEGGE QUADRO PER LA CICLABILITÀ IN ITALIA.

Venerdì 14 febbraio 2014 - ore 9.00-13.00
Sala del Mappamondo, Palazzo Montecitorio - Roma

Programma:

ore 9.00 - Indirizzi di saluto
Marina Sereni, Vice Presidente della Camera dei deputati
Ignazio Marino, Sindaco di Roma
Erasmo D'Angelis, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti

Intervento Introduttivo
Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta

ore 10.00 - Prima sessione: l'Europa
Le esperienze dei Paesi europei a ciclabilità avanzata: da dove cominciare, quali le tappe di un processo di cambiamento, come affrontare il dissenso e le resistenze al cambiamento, come coordinare una politica nazionale per la mobilità ciclistica, come coinvolgere attori diversi per l'intermodalità, le campagne di promozione.
A cura di Valerio Parigi - responsabile Ciclabilità e Mobilità urbana FIAB
Con la partecipazione di Frederik Depoortere, dirigente Ciclabilità della Regione di Bruxelles

Interventi
on. Antonio Decaro - Presentazione bozza legge quadro nazionale sulla mobilità ciclistica
on. Diego De Lorenzis - Presentazione legge contrasto al furto

ore 11.30 - seconda sessione: l'Italia
La politica, le leggi, le norme, i tecnici: il successo si conquista insieme.
Un confronto tra esperti moderato dall'on. Paolo Gandolfi con la partecipazione di
Enrico Chiarini - FIAB
Edoardo Galatola - FIAB
Alfredo Drufuca - Polinomia
Matteo Dondè - libero professionista
Sergio Dondolini - Ministero Infrastrutture e Trasporti
Giuseppina Ferrannini - Ministero Infrastrutture e Trasporti
Pierfrancesco Maran - Delegato ANCI Trasporto Pubblico Locale e Mobilità
Andrea Colombo – Assessore Mobilità e Trasporti Comune di Bologna

Il seminario è organizzato in collaborazione con il gruppo Interparlamentare per la Mobilità Ciclistica.

(Fonte: ufficio stampa Bicinsieme Fiab Parma)

 

Prorogato al 30 giugno 2014 il termine per presentare la documentazione di spesa. Ordinanza del Commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani

Bologna, 12 febbraio 2014

Prorogato al 30 giugno 2014 il termine per la presentazione della documentazione di spesa nel caso di erogazione del contributo in due soluzioni per le imprese che, con risorse del fondo Inail, avendo carenze strutturali nei capannoni sono intervenute per aumentarne la sicurezza. Lo definisce l'ordinanza 8 del 6 febbraio 2014 varata dal presidente della Regione e Commissario delegato alla Ricostruzione, Vasco Errani.
L'ordinanza è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione "Atti per la ricostruzione", e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna

 

Rilevanti le cadute dei prezzi dei derivati del latte: da un minimo del -2,15% al massimo del -4,35%. Non si sottrae alla discesa nemmeno il latte spot (-2,15%). 

L’UE Stanzia 230 milioni per l’educazione alimentare nelle scuole.

 

di Virgilio - 

Parma 12 febbraio 2014 --

Solo le due DOP principali dimostrano stabilità. Nessuna variazione è stata rilevata nelle piazze di riferimento.  Assolutamente fermi quindi i listini in tutte le principali piazze sia per il Parmigiano Reggiano sia per il Grana Padano DOP e per ognuna delle tipologie oggetto di rilevamento. 

Discorso completamente diverso sia per il Latte Spot sia per i listini del Burro e delle Creme a uso alimentare.

 Dalla conferma di riallineamento dei prezzi alla conferma di una tendenza al ribasso segnata da percentuali mediamente superiori al -2,5% per arrivare addirittura al -4,35% relativamente al listino delle Creme a uso alimentare registrato sulla piazza di Milano. 

Nello specifico, il Burro CEE ha chiuso con un meno 2,74% fissando a 3,55 €/kg. il prezzo alla borsa di Milano. Lo zangolato di creme fresche crolla in entrambe le piazze emiliane a 2,45€/Kg. lasciando un -3,92% rispetto l’ottava precedente. Ancor più rilevanti la perdite di valore fatte registrare dalle Creme ad uso alimentare:  -4,35% la chiusura di Milano (1,76 €/Kg.) mentre  -2,63% quella di  Verona (prezzo compreso tra 1,83 e 1,87€/kg.) 

Burro storico MI gde

Alimentazione. Ue presenta nuovo programma per le scuole. 

La UE stanzia 230 mln, cifra comunque inferiore a quella stabilita a bilancio per i programmi di frutta e latte sino al 2020.

Il piano, quindi, riunisce i due programmi già esistenti e ha come obiettivo principale la lotta alle cattive abitudini alimentari attraverso il rafforzamento delle azioni formative. 

Con lo slogan ‘Mangiare bene per stare bene’ il programma formativo e divulgativo tende a porre l’accento sull’educazione alla salute attraverso una maggiore comprensione degli alimenti e della loro produzione. 

Tra le iniziative di divulgazione in “campo” saranno previste anche visite nelle aziende agricole. 

Gli obiettivi del nuovo programma saranno quindi essenzialmente tre: 1. combattere le cattive abitudini alimentari, 

  1. rafforzare le azioni di educazione per un'alimentazione sana
  2. contribuire alla lotta contro l'obesità

Attivato dall'Agenzia regionale di Protezione civile lo stato di attenzione in tutte le province dell'Emilia-Romagna per pioggia, criticità idraulica ed idrogeologica, vento e stato del mare -

Bologna, 10 febbraio 2014 -


Un'intensa perturbazione sta portando in queste ore in tutta la regione precipitazioni estese e abbondanti, che secondo le previsioni Arpa-Simc dureranno per le prossime 24-48 ore; i quantitativi maggiori, intorno ai 100 mm, sono previsti sulle aree appenniniche. Alle piogge sono associati venti, che in serata diverranno forti sui rilievi centro orientali e sulla costa, con raffiche comprese tra i 55 km e i 65 km all'ora.
L'effetto combinato di questi fenomeni può determinare l'innalzamento del livello dei fiumi e degli altri corsi d'acqua, mareggiate e dissesti idrogeologici diffusi su tutto il territorio, in particolare nelle province già colpite dal maltempo nelle scorse settimane.
Per seguire l'evoluzione della situazione, monitorare i punti critici e organizzare una pronta risposta in caso di eventi rischiosi per la popolazione è stato attivato il centro operativo della Protezione civile regionale, in presidio 24 ore su 24, in raccordo con Arpa, Servizi tecnici di bacino, Aipo, Prefetture, Comuni, Province e volontariato.
Dalla Protezione civile giunge ai cittadini la raccomandazione di non sostare in prossimità di argini, ponti e moli e di seguire le indicazioni fornite dalle autorità locali.

Situazione dei fiumi
Le precipitazioni previste fino a domani, martedì 11 febbraio, potranno determinare l'innalzamento dei livelli idrometrici su tutti i corsi d'acqua della regione, con possibile superamento del livello di pericolosità per piena nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna.
Ieri è stato attivato il preallarme sul fiume Secchia, a causa delle diffuse e intense precipitazioni e per le condizioni di criticità causate dalle ultime piene. Sono interessati i comuni di Soliera e Campogalliano nel Modenese e Casalgrande, Castellarano e Rubiera nel Reggiano. Resta in vigore l'allerta emessa lo scorso 5 febbraio per i Comuni di Modena, Bastiglia e Bomporto.
È ancora attivo lo stato di preallarme piena del Fiume Enza in provincia di Reggio Emilia per i comuni di Mezzani, Brescello, Sorbolo e Gattatico.

Rischio frane e dissesti
Le piogge di queste ore potrebbero aggravare la situazione dei territori già colpiti da maltempo nelle scorse settimane, determinando movimenti franosi diffusi (smottamenti, colate, cadute di massi) nelle province centro occidentali.

Vento
Possono verificarsi localmente cadute di rami e alberi, segnaletica stradale, danni alle abitazioni e alle infrastrutture pubbliche e private. Può risultare difficoltosa la circolazione stradale e si possono verificare sospensioni nell'erogazione di fornitura elettrica e telefonica.

Mare
Vento e pioggia potranno determinare sulla costa mareggiate, fenomeni di erosione con possibili conseguenze per gli stabilimenti balneari, compromissione di moli e dighe foranee e difficoltà per le attività nautiche ed il funzionamento delle infrastrutture portuali.

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Torna a crescere la produzione e si conferma ottima la qualità delle pere modenesi: Il prodotto complessivamente raccolto nel 2013 dalle cooperative ammonta a 1,17 milione di quintali, in aumento del 20% sul 2012 -

Modena, 10 febbraio 2014 -

Torna a crescere la produzione e si conferma ottima la qualità delle pere modenesi. Lo afferma Confcooperative Modena, le cui cinque cooperative aderenti raccolgono e lavorano circa il 60 per cento delle pere coltivate nella nostra provincia. Il prodotto complessivamente raccolto nel 2013 dalle cooperative ammonta a 1,17 milione di quintali, in aumento del 20 per cento sul 2012. «Dopo la produzione particolarmente abbondante 2011 e quella molto scarsa del 2012, l'anno scorso la produzione di pere è tornata nella norma, posizionandosi a un livello intermedio tra le due annate precedenti», afferma Pier Giorgio Lenzarini, presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena e vicepresidente della cooperativa Agrintesa di Castelfranco Emilia. Vediamo l'andamento delle singole varietà. La Williams, in forte aumento, è ritornata vicina ai livelli del 2011, comunque superiore alla media degli ultimi cinque anni e con pezzatura inferiore alla media. In leggero aumento anche il quantitativo di Decana, mentre sono diminuiti quelli di Conference; per entrambe queste varietà si stanno registrando negli ultimi anni riduzioni rilevanti delle superfici coltivate, di conseguenza scendono i quantitativi. «Per quanto riguarda l'Abate, cioè la "regina" delle nostre pere, - prosegue Lenzarini - la produzione è stata nella norma: 20-25 per cento in più del 2012, ma 20 per cento in meno del 2011. Dopo un'annata 2012 in cui le quotazioni sono state particolarmente brillanti, la commercializzazione è partita con buone aspettative, anche se la situazione economica generale è peggiorata rispetto al 2012. Inoltre la conservazione del prodotto è più difficile alla luce del divieto dell'utilizzo dei principi attivi utilizzati in passato per la lunga conservazione». In questi primi mesi di commercializzazione si è registrata, soprattutto in Italia, una diminuzione dei consumi di frutta, in particolare di pere. Ne hanno risentito le quotazioni delle varietà maggiori come quantità (Abate e Kaiser), che sono diminuite e che preoccupano i produttori per la seconda parte di campagna. «Ci sono tuttavia anche segnali ottimistici per il finale, in quanto fattori climatici diversi hanno danneggiato la produzione della frutta nell'emisfero Sud, in particolare in Cile. Perciò – conclude il presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena – da febbraio in poi si prevedono minori arrivi di pere, mele e kiwi rispetto agli anni scorsi, con conseguente maggiore spazio per le nostre pere».

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Non si è fatta attendere la risposta di Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio, all'appello lanciato dal coordinamento provinciale di Libera proprio all'Ente Camerale in materia di contrasto alla criminalità organizzata.

Reggio Emilia, 10 febbraio 2014

"Considero quello di Libera – sottolinea Landi - come un invito e non come una preoccupazione, che non avrebbe ragione d'essere". "L'impegno della Camera di Commercio – prosegue il presidente – non è mai stato in discussione e non verrà meno, a maggior ragione in una stagione in cui la crisi economica che investe imprese e famiglie rischia di aumentare l'esposizione dei soggetti più deboli nei confronti di fenomeni come l'usura e l'estorsione e, contemporaneamente, di far sì che venga minimizzato il problema della criminalità organizzata a fronte di tante altre emergenze economiche e sociali che investono il territorio".

"Nel rispetto del ruolo dei diversi soggetti chiamati in causa sia per la diffusione della cultura della legalità, sia per la messa in atto di forti misure di contrasto e repressione – prosegue Landi – la Camera di Commercio proseguirà le azioni avviate e, in un rapporto di stretta collaborazione con le istituzioni e con le realtà più attive in campo sociale e culturale, è pronta a rafforzare il proprio impegno su azioni condivise che si orientino al sostegno degli imprenditori e alla sicurezza e all'informazione dei cittadini, ben consapevole che il crimine è nemico dell'economia quanto della convivenza civile".

"I binari lungo i quali si è sviluppato il lavoro di questi anni, e del quale tutti siamo grati a Enrico Bini e a tutti gli amministratori che hanno guidato la Camera di Commercio – prosegue Stefano Landi – sono proprio questi: informazione e formazione degli imprenditori soprattutto nei settori più esposti al fenomeno delle infiltrazioni criminali, monitoraggio e mappatura delle attività illegali, sostegno diretto ai singoli imprenditori minacciati dalla criminalità".

"Su questi terreni – conclude Landi – proseguirà il nostro impegno, ed in quest'ambito non abbiamo alcun dubbio anche sull'opportunità – che renderemo esplicita, a giorni, anche nel Consiglio regionale di Unioncamere - del rilancio della collaborazione tra sistema camerale e Libera, che affianca il lavoro degli operatori e dei dirigenti camerali nella gestione di quello sportello per la legalità che la Camera di Commercio di Reggio Emilia – fra le prime in Italia – ha creato per assicurare un sostegno individuale e riservato agli imprenditori colpiti dalla criminalità, con ripercussioni gravi che non si limitano esclusivamente all'ambito economico".

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio RE)
L'assessore Rabboni: "Risorse rese disponibili grazie ad economie di precedenti bandi". Ecco il riparto per Provincia

Bologna, 10 febbraio 2014

Nuove risorse dalla Regione per l'ammodernamento delle aziende agricole in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Si tratta di oltre 5,2 milioni di euro che permetteranno di finanziare parte delle domande in lista di attesa nelle graduatorie provinciali relative alla misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013. Potranno essere finanziati la realizzazione o la ristrutturazione di immobili aziendali così come l'acquisto di macchinari, attrezzature e impianti.

Dati


"Il nuovo plafond - spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni – è stato reso possibile dalla scelta della Regione di chiedere a Bruxelles una modifica del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 per dirottare sugli investimenti aziendali economie da precedenti bandi, pari a 10 milioni di euro. Con circa 4,8 milioni euro abbiamo finanziato le domande presentate dai giovani agricoltori. Con le risorse rimanenti finanziamo ora le domande in graduatoria presso le singole Province".

Le risorse sono già state attribuite alle singole amministrazioni provinciali che stanno provvedendo alle assegnazioni.


(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 - 10 Febbraio 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

1.1 editoriale

A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi 

3.1 Lattiero Caseario

Stabili i DOP, prosegue la discesa dei listini dei derivati del latte                                    

4,1 credito imprese

Reggio Emilia, “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”

5,1 inflazione

Istat, cambia la composizione del paniere

5,2 nomine

Patfrut, Piero Emiliani  è il nuovo presidente 

5,3 eventi

BIT 2014, tre giorni invece di 4 e altre novità

6,1 ambiente

Future Build, progettare smart city. Parma 13 - 16 febbraio 

7.1 Confcooperative        

I debiti della pubblica amministrazione

 

 

Cibusonline copertina n°6 del 10 febbraio 2014

 

 

 

 

 

 

 

Tra i relatori il il direttore area investimenti di I.S.A. Spa, dottor Angelo Aiello. Il convegno avrà inizio alle 15,30 del prossimo 13 febbraio presso la sede di Unindustria di Reggio Emilia -

 

- Reggio Emilia, 9 febbraio 2014 -

 

Sfidare l’economia globalizzata necessita di risorse efficaci e pronte. Nell’attuale contesto recessivo in cui versa il Paese, a preoccupare gli operatori della filiera agroalimentare, è la restrizione dei crediti bancari verso le imprese. Una stretta creditizia che ormai è divenuta una “morsa terribile” e i dati, visti a medio termine, indicano che il “credit crunch” non sia mai stato così severo. Ormai la crisi di liquidità ha raggiunto il punto più critico dal 2001. Secondo i dati diffusi da Bankitalia, i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,5% nell’arco di dodici mesi (-1,3% rispetto al mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 6% (-4,9% a ottobre) - Bollettino Banca d’Italia del gennaio 2014 -

Per discutere di questo, ma soprattutto di opportunità,  Il Gruppo Agroalimentare in collaborazione con l’Area Credito di Unindustria Reggio Emilia e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Reggio Emilia, ha organizzato pertanto un incontro di approfondimento dal titolo: “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”. 

A trattare lo specifico argomento del credito a tasso agevolato sarà il  dott. Angelo Aiello, Direttore dell'Area Investimenti dell’I.S.A., sul tema del credito a tasso agevolato ed investimenti a condizioni di mercato.  

I.S.A. - Istituto Sviluppo Agroalimentare Spa - è la società finanziaria con socio unico il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), che promuove e sostiene progetti di sviluppo agroindustriale. I.S.A. interviene quindi a supportare  le imprese operanti nella fase di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, zootecnici e silvicoli, favorendo i processi di aggregazione tra imprese in una logica unitaria di sistema.

 Alla tradizionale attività di erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, affianca operazioni di investimento a condizioni di mercato, per dare impulso a nuove iniziative imprenditoriali, le cui caratteristiche rispondano alle esigenze di un mercato sempre più flessibile e dinamico.

ISA si propone pertanto di caratterizzarsi non solo come investitore istituzionale ma anche come elemento catalizzatore e insieme promotore di scelte strategiche, iniziative commerciali e decisioni operative volte ad accelerare il consolidamento e lo sviluppo delle imprese del settore agroalimentare italiano.

IL PROGRAMMA

ore 15.30 - Accreditamento dei partecipanti

ore 15.45 - Apertura lavori

Alberto Viappiani - Vice Presidente con delega a Credito,

Finanza e Politiche Fiscali, Unindustria Reggio Emilia

Fausto Papa - Presidente Gruppo Agroalimentare, Unindustria

Reggio Emilia

Alberto Bergianti - Vice Presidente Regionale Ordine Dottori

Agronomi e Dottori Forestali

ore 16.00 - Credito a tasso agevolato ed investimenti a

condizioni di mercato: gli interventi I.S.A. per lo sviluppo delle

imprese agroalimentari

Angelo Aiello - Direttore Area Investimenti I.S.A. Spa

ore 17.00 - Dibattito e risposte ai quesiti

ore 18.00 - Chiusura lavori

Domenica, 09 Febbraio 2014 10:09

Istat, cambia la composizione del paniere

 

CODACONS, corrette le nuove entrate meno le uscite e i pesi.

 

- 5 febbraio 2014 -

Cambia, come ogni anno, il paniere dell'Istat per l'inflazione. Entrano la sigaretta elettronica, il caffè in cialde, l'edizione digitale dei quotidiani, i sacchetti ecologici per rifiuti organici, il formaggio grattugiato in confezione.
Per il Codacons si tratta di entrate corrette, che tengono conto dei nuovi consumi e delle nuove tendenze.  Sono noti, ad esempio, i dati Ads sul crollo delle vendite di quotidiani su carta a vantaggio di quelli digitali.
Quello che invece non convince sono le uscite. Escono infatti dal paniere le spese per la riparazione del televisore o del computer, che semmai sono diventate sempre più onerose con i nuovi e più tecnologici televisori. Fuori anche il tailleur, sostituito dall'abito donna (pezzo unico), scelta che sfugge alla comprensione.
In ogni caso per l'associazione di consumatori quello che conta veramente e che non va sono i pesi sballati rispetto alla spesa reale dei cittadini. Un fatto ben più grave rispetto a nuove entrate o uscite, cose più di colore che di sostanza. I pesi sballati, infatti, possono falsare il calcolo del'inflazione per tutto l'anno, con ripercussioni sulla rivalutazione di pensioni e stipendi e sulla perdita del potere d'acquisto delle famiglie.
Il Codacons, in particolare, contesta che sia aumentato il peso dei "Servizi ricettivi e di ristorazione" (decollano, ad esempio, le "Consumazioni di prodotti di gastronomia", aumentate di 4 volte) o di "Ricreazione, spettacoli e cultura" e che siano invece diminuite le spese per "Abitazione, acqua ed elettricità…".
All'interno delle singole voci, poi, ha dell'incredibile la solita discesa del peso delle "Assicurazioni sui mezzi di trasporto" (da 1,1313% a 1,084%) o quella di "Pedaggi e parchimetri" (da 0,8299% a 0,7873%), a fronte di un aumento generalizzato dei costi dei parcheggi e dei pedaggi che più che compensano la riduzione degli spostamenti. (Fonte Codacons)

Domenica, 09 Febbraio 2014 09:26

Patfrut, Piero Emiliani è il nuovo presidente

 

 

Succede a Luciano Torreggiani che ha lasciato il vertice dell’importante cooperativa ortofrutticola di Monestirolo (Ferrara)

 

 - 05 Febbraio 2014 -

Ferrara, 5 Febbraio 2014. Piero Emiliani, 45 anni, imprenditore agricolo di Molinella (Bologna) con alle spalle oltre 20 anni di attività nel settore orticolo, è il nuovo presidente della Patfrut, importante realtà ortofrutticola di Monestirolo di Ferrara, aderente alle Organizzazioni di produttori Apo Conerpo ed Asso.Pa., a Conserve Italia, Confcooperative e Legacoop.

Emiliani, già consigliere della cooperativa, è stato eletto dal Consiglio di amministrazione della Patfrut a seguito delle dimissioni di Luciano Torreggiani. Nella stessa seduta il Consiglio ha anche cooptato come nuovo consigliere Enea Veronesi, titolare di un’azienda agricola di Calderara di Reno (Bologna).

“A breve – ha dichiarato il neo presidente Emiliani – si svolgerà l’assemblea dei soci per nominare il nuovo Consiglio di amministrazione che sarà chiamato a lavorare per offrire le risposte migliori alle esigenze della base sociale. Personalmente, sono decisamente soddisfatto di aver ottenuto una nomina all’unanimità, che testimonia il valore del mio forte impegno come agricoltore e cooperatore. Sono anche consapevole delle responsabilità del mio ruolo finalizzato al raggiungimento di nuovi obiettivi nell’interesse di tutta la cooperativa e quindi dell’intera base sociale”.

Nella campagna 2012/2013 il fatturato della Patfrut ha superato i 62 milioni di euro con un aumento del 3% circa rispetto all’esercizio precedente. La produzione conferita, ottenuta su una superficie di 4.000 ettari, si è attestata sulle 114.000 tonnellate (32.000 di frutta, 34.000 di ortaggi e 32.000 di prodotti destinati all’industria) a cui si aggiungono oltre 16.000 tonnellate di prodotti acquistati nelle aree più vocate del Paese

 

Alle Fiere di Milano dal 13 al 15 febbraio

- 4 febbraio 2014 -

La rivoluzione parte già dalle date. Tre giornate invece di quattro, da giovedì a sabato, tutte dedicate agli operatori, con ingresso a pagamento per il pubblico dei viaggiatori solo il sabato. Per una formula ancora più concentrata sul business: perché chi per lavoro fa viaggiare le persone sa che la cosa più importante è il ritorno – in tutti i sensi.

Per i visitatori professionali, ingresso gratuito per chi si preregistra entro il 12 febbraio 2014.

 

 

Riqualificazione ambientale e edilizia a impatto zero. Future Build EXPO a Parma dal 13 al 16 febbraio.

 

Parma, 6 febbraio 2014 -

 

 

Il tema della riqualificazione ambientale e dell’edilizia ad impatto zero è sempre più attuale. Con la profonda  crisi del settore delle costruzioni  è necessario un deciso cambio di rotta, attraverso il recupero degli edifici dei centri storici, la costruzioni di nuovi impianti abitativi ecocompatibili e piani urbanistici che non prevedono consumo di suolo.
Sono questi, ed altri ancora, i temi affrontati da Future Build Expo, il salone della sostenibilità, in programma dal 13 al 16 febbraio alle Fiere di Parma. La manifestazione, alla sua seconda edizione dopo il successo dei 20.000 visitatori l’anno scorso, vuole porre al centro la ricerca di nuovi approcci al settore edile. 

I temi principali

“Riqualificazione energetica degli edifici, nuovi spazi verdi dentro le mura, nuova concezione della mobilità e servizi innovativi per far rivivere la città”. Questo deve essere, secondo i promotori della fiera, il “modello italiano”, che punti molto sulla rigenerazione dei centri storici, che in Italia sono un patrimonio, e che ci rendono diversi dal resto del mondo. “Riqualificare l’esistente” dunque, ma anche pensare ai nuovi Ecoquartieri, che rispondano alla necessità di risparmio e buona gestione delle risorse, con un occhio sempre attento a quelle che sono le necessità della qualità della vita. 

Opportunità e idee

Un’eco-edilizia consapevole, che si smarchi dalla filosofia del cemento ad ogni costo, ma con uno sguardo anche agli affari. “Il salone è realizzato con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli attori della filiera dell’edilizia”; un network che crei impulso per l’innovazione, fare sistema per affrontare il futuro di questo ambito di mercato. Quindi la presenza dell’università, ma anche di grandi imprese internazionali, per dare la possibilità di conoscere settori che rispondono a culture, norme e filosofie diverse del costruire, ma anche di farsi conoscere sul mercato europeo ed internazionale.
All’interno della quattro giorni diverse conferenze sui temi più attuali, ma anche aree dimostrative e workshop, per mostrare “sul campo soluzioni operative ed applicative”.

Domenica, 09 Febbraio 2014 08:33

I debiti della pubblica amministrazione

 

Gardini "Siamo al punto di non ritorno. Un'impresa su tre in Italia fallisce per ritardi pagamenti PA. L'Italia da sola rappresenta circa il 30% del debito delle PA di tutta Europa

- 3 febbraio 2014 - "

"I debiti della PA nei confronti delle aziende continuano a pesare sulla capacità di accesso al credito, sui bilanci e sulla competitività delle imprese e delle cooperative italiane. Siamo al punto di non ritorno: occorre razionalizzare il sistema di pagamento e procedere velocemente per risolvere questa pesante situazione".

Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative in merito al cronico problema dei ritardi di pagamento della PA.

"Le cooperative vantano crediti per oltre 12 miliardi nei confronti della PA. Dai dati del MEF si evince che non é stata pagata neanche la metà dei debiti accumulati al 31.12.2012. A ciò - prosegue Gardini - si aggiungono i ritardi che interessano tutto il 2013, sia per lo stock accumulato (punte che sfiorano l'80% nella sanità) sia per i ritardi, nonostante la direttiva comunitaria che imponeva il tetto massimo dei pagamenti a 60 giorni. Capiamo la delicatezza degli equilibri dei conti pubblici, ma se non operiamo da soli come Italia ce lo imporrà la UE con procedura d'infrazione e ulteriori spese. Occorre - conclude Gardini - mettere un punto fermo e fare in fretta prima che sia troppo tardi. Un'impresa su tre in Italia fallisce per i ritardati pagamenti della PA. L'Italia da sola rappresenta circa il 30% del debito delle PA di tutta Europa".

(Fonte Confcooperative)

Anas conferma l'impegno sulla Statale 63 principale collegamento verso l'Appennino reggiano, il Passo del Cerreto e, quindi, la Toscana. Gennari: "Altro passo avanti verso una soluzione" -

Reggio Emilia, 7 febbraio 2014 -


Tra i diversi dissesti che hanno colpito negli ultimi anni l'Appennino emiliano, uno dei più complessi è quello verificatosi a Piagneto di Collagna. La frana ha danneggiato gravemente un tratto della Statale 63, principale collegamento verso l'Appennino reggiano, il Passo del Cerreto e, quindi, la Toscana.
Il dissesto ha subito un peggioramento nella primavera del 2013, dovuto alle nevicate e alle piogge abbondanti, ed è stato monitorato continuamente ed attentamente con il lavoro degli esperti del Servizio tecnico di bacino della Regione, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, dei tecnici del Comune di Collagna e della Regione Emilia-Romagna, che ha l'anno scorso ha assegnato un sostegno finanziario per proseguire l'attività di monitoraggio dei dati.
Ma in questi giorni si è fatto un importante passo avanti verso il ripristino della strada dissestata. "A seguito delle tante lettere inviate e dei numerosi contatti diretti, abbiamo ricevuto la risposta da parte del presidente di Anas Pietro Ciucci, che ci conferma l'impegno a proseguire con la progettazione per avviare gli interventi di ripristino entro la fine del 2014" annuncia l'assessore alle Infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari. "I lavori per la frana di Piagneto sulla Statale 63 sono stati inseriti nella bozza di Contratto di Programma 2014, ora è necessaria l'approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".
La gravità di questo movimento franoso aveva comportato la chiusura di un tratto di quasi 200 metri della Statale 63, l'asse centrale della viabilità montana della nostra provincia. Chiudere completamente la circolazione su una strada così importante non era possibile, ma grazie al lavoro di squadra tra Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna e Comune di Collagna si è trovata una soluzione alternativa, ripristinando in quel punto un tratto della vecchia Ss 63.
"Grazie alla riapertura del vecchio tracciato della Statale, è stato possibile evitare un blocco della circolazione che avrebbe rappresentato un grave danno per tutte le persone che ogni giorno devono spostarsi per affari e non solo – continua l'assessore Gennari - Nonostante questo sia stato evitato, occorre effettuare gli interventi per il ripristino del tratto di Statale 63 danneggiato, anche se si tratta di un dissesto grande e complesso. Oggi Anas considera questi lavori tra le sue priorità e prevede di appaltare i lavori entro la fine del 2014. Solo attraverso il grande lavoro di squadra a livello locale e con i nostri rappresentanti a Roma si è riusciti ad ottenere per il territorio reggiano una risposta concreta".
Infatti sono state essenziali la sinergia e la collaborazione che si sono formate tra il sindaco di Collagna Paolo Bargiacchi, la senatrice Leana Pignedoli, l'onorevole Maino Marchi, l'ex capo dipartimento del Compartimento Anas di Bologna Fabio Arcoleo, il responsabile del Servizio Tecnico dei Bacini della Regione Emilia-Romagna Gianfranco Larini ed i relativi tecnici, il professor Alessandro Corsini del Dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Modena e Reggio e la Provincia di Reggio Emilia, inclusi gli uffici del Servizio Infrastrutture. Gli incontri nella sede centrale di Anas a Roma, gli studi effettuati e il costante monitoraggio della situazione hanno fatto in modo che, malgrado la perdurante congiuntura economica e i tagli alle risorse pubbliche, per la frana di Piagneto si intraveda una soluzione vicina.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

I sei esperti indicati dalle Università dovranno analizzare le cause della rottura arginale del Secchia: tra gli esperti Paolo Mignosa direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, dell'ambiente, del territorio e architettura - Università di Parma e  Stefano Orlandini professore associato di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, Dipartimento di Ingegneria - Università di Modena e Reggio Emilia-

Bologna, 7 febbraio 2014 -

Si è insediata oggi la Commissione scientifica istituita dalla Regione Emilia-Romagna per analizzare e valutare le cause della rottura arginale del fiume Secchia.
I nominativi sono stati forniti dai Rettori delle Università di Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia, Parma e Padova, alla quale è affidato il coordinamento dei lavori. A questi Atenei, che vantano Dipartimenti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica, la Regione aveva chiesto di indicare la disponibilità di esperti di elevato profilo tecnico-scientifico che potessero prendere parte alla Commissione, creata per acquisire valutazioni tecniche indipendenti e garantire la massima terzietà di giudizio.
"Ringrazio i Rettori delle Università e i docenti che si sono resi disponibili a svolgere questa attività così importante per ricercare le risposte che tutti noi attendiamo", ha affermato il presidente della Regione Vasco Errani.


Questi i docenti universitari nominati:

Armando Brath professore ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia - Università di Bologna
Luigi D'Alpaos professore di Idrodinamica, Dipartimento di Ingegneria idraulica, marittima, ambiente e geotermia - Università di Padova
Vincenzo Fioravante professore ordinario di Geotecnica, Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara
Guido Gottardi professore straordinario di Geotecnica - Università di Bologna
Paolo Mignosa direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, dell'ambiente, del territorio e architettura - Università di Parma
Stefano Orlandini professore associato di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, Dipartimento di Ingegneria - Università di Modena e Reggio Emilia

Presidente della Commissione scientifica è nominato il professor Luigi D'Alpaos. /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Un'analisi di CNA Emilia Romagna con le proposte per migliorare la finanza pubblica locale e rilanciare lo sviluppo della regione e del Paese
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Bologna, 7 febbraio 2014 -

Il principale ostacolo alla ripresa della crescita economica in Italia è l’eccezionale livello della pressione fiscale effettiva: infatti, l’ammontare di tributi e contributi sociali a carico dei contribuenti, ha raggiunto nel 2013 la quota record del 53,3% del Pil, ben 9 punti sopra i dati ufficiali.
Che l’Emilia Romagna sia un territorio virtuoso lo dicono i numeri: il 7,3% della popolazione, il 9% del Pil, l’8,1% delle imprese e l’8,9% del gettito fiscale. Ma tutto questo non basta.
“La nostra regione – spiega Paolo Govoni presidente CNA Emilia Romagna - risulta estremamente penalizzata da un assetto della finanza pubblica locale che produce una pressione tributaria ormai insostenibile e con vincoli che provocano un costante arretramento di investimenti e competitività. Un dato su tutti: nonostante il rilevante contributo pagato, l’Emilia Romagna risulta penalizzata: occupa infatti l’ultimo posto nella graduatoria dei trasferimenti statali (1.429 euro pro capite). La carenza di risorse trasferite dallo Stato proietta l’Emilia Romagna, dove i servizi alla popolazione e alle imprese sono più efficienti che nel resto d’Italia, al terzo posto nella classifica della pressione tributaria locale, intesa come sommatoria dei tributi regionali, provinciali e comunali (1.544 euro)”. Sono questi alcuni dei dati eclatanti contenuti nel rapporto: “Osservatorio sulla finanza e l’economia territoriale 2013. I casi Veneto, Lombardia, Emilia Romagna”, realizzato dall’Osservatorio Finanza ed Economia Territoriale, promosso da CNA Emilia Romagna, Lombardia e Veneto in collaborazione con il Centro Studi Sintesi di Venezia e presentato oggi nel corso di una iniziativa organizzata a Venezia dalla CNA delle tre regioni.
Tre regioni che sono il motore dell’economia nazionale. Agganciare qui la ripresa può dare al Paese intero la chance di risalire la china; ma questo potrà avvenire solo a determinate condizioni. La CNA, sulla base dei dati emersi dal rapporto dell’Osservatorio, ha individuato alcune proposte, per migliorare l’assetto della finanza pubblica locale e favorire lo sviluppo di queste Regioni e, quindi, dell’intero Paese.
In Emilia Romagna, Lombardia e Veneto vivono 19 milioni di persone (il 32% della popolazione italiana) e operano 1,7 milioni di imprese (32% del totale) che valgono il 54% dell’export. Il Pil complessivamente generato in quest’area (620 miliardi di euro nel 2013) equivale al 40% del Prodotto interno lordo italiano.
“Questo territorio – sottolinea Alberto Cestari ricercatore di Centro Studi Sintesi - contribuisce al 39% delle entrate fiscali nazionali, destinate a finanziare livelli crescenti della spesa pubblica italiana. Infatti, nonostante i tentativi di contenimento attuati, la spesa pubblica ha proseguito la propria dinamica di crescita, portandosi nel 2013 al 51,7% del Pil. Inoltre, nell’ultimo anno, la spesa corrente primaria ha sfiorato i 672 miliardi di euro: nel periodo 2000-2013, tale aggregato di spesa è aumentato, al netto dell’inflazione, del 15,5%.”
Riduzione dei trasferimenti e inasprimento dei vincoli del Patto di stabilità sono gli strumenti con i quali negli ultimi anni i governi hanno cercato il risanamento e la sostenibilità dei conti pubblici nazionali. Complessivamente, le manovre finanziarie approvate negli ultimi anni (vedi grafico 1 allegato) hanno determinato un concorso finanziario a carico di Regioni ed Enti locali che nel 2014 sfiorerà i 25,5 miliardi di euro (tagli alla sanità esclusi).
Emilia Romagna, Lombardia e Veneto garantiranno complessivamente il 25% di tale sforzo finanziario (pari a 6,3 miliardi); nello specifico, l’Emilia Romagna ha contribuito per il 6,2% del totale (pari a 1,6 miliardi).
“La conseguenza di ciò – evidenzia Cestari - è che la maggiore autonomia fiscale concessa recentemente a Regioni ed Enti locali, di fatto è stata svuotata: infatti, è verosimile che gli attesi incrementi della tassazione locale non vadano a finanziare migliori servizi o nuovi investimenti, bensì unicamente a coprire i mancati introiti derivanti dai tagli ai trasferimenti.”
A questo va aggiunto che l’Emilia Romagna risulta ulteriormente penalizzata perché il concorso in termini di finanza pubblica richiesto a ciascuna Regione è stato determinato proporzionalmente alla spesa media degli ultimi anni, continuando così a premiare le Regioni che spendevano di più. Infatti, ai fini del Patto di stabilità, il limite massimo di spesa per il 2014 (vedi grafico sotto) è di 935 euro pro capite per la Basilicata e di 833 euro per il Molise, vale a dire quasi il triplo del tetto di spesa consentito all’Emilia Romagna (346 euro). “Le proposte della CNA per tentare di invertire la rotta - conclude Paolo Govoni - partono dalla necessità di recuperare una quantità significativa di risorse da destinare all’abbattimento del carico fiscale. Per ottenere questo risultato bisogna avviare una riforma generale della Pubblica Amministrazione (per approdare ad una organizzazione più razionale della presenza dello Stato sul territorio); operare una semplificazione degli enti intermedi di governo (con particolare riferimento alle società partecipate di Regioni ed Enti locali); applicare il metodo dei costi standard presso tutti i livelli di governo e per tutte le funzioni pubbliche (in modo tale che diventi una prassi consolidata nella fase di costruzione del bilancio pubblico). Inoltre, per eliminare le penalizzazioni attuali, sarebbe opportuno riequilibrare gli obiettivi del Patto di stabilità interno tra le Regioni, introducendo progressivamente dei meccanismi premiali e abbandonando definitivamente la pratica dei tagli lineari.”
Infine secondo CNA, va attuata con urgenza una riforma del Patto di stabilità che applichi la “golden rule” europea: in pratica, le Amministrazioni locali dovrebbero garantire l’equilibrio della parte corrente del bilancio, lasciando sostanzialmente libera la spesa per investimenti. Una proposta per la quale CNA si batte da oltre un anno e che è in linea con la recente riforma costituzionale relativa al “pareggio di bilancio”.

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Grafico 1 - Patto di stabilità delle Regioni: tetto di spesa 2014 (euro pro capite)

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(fonte: ufficio stampa CNA Emilia Romagna)

 

Eletti oggi dal Consiglio della Camera di Commercio gli otto componenti che affiancheranno il presidente Stefano Landi all'interno della Giunta camerale.

Reggio Emilia, 7 febbraio 2014

La votazione – per scrutinio segreto – ha portato all'elezione di Roger Ganassi, Lorenzo Giberti, Ivan Malavasi, Annamaria Mora, Carlo Alberto Rossi, Alessandro Scala, Paola Silvi, Giovanni Teneggi.
Nella prossima riunione, la stessa Giunta camerale procederà all'elezione del vicepresidente e all'attribuzione delle deleghe ai componenti.
"Stiamo procedendo rapidamente al completamento degli organi di governo – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – non solo nel rispetto dei temi fissati dalle normative, ma prima ancora nella consapevolezza che il nostro Ente è oggi chiamato ad affrontare vere e proprie emergenze che pesano sul tessuto imprenditoriale e sul territorio".

E se in campo resta anche la questione Fiere di Reggio Emilia, per il presidente Landi vi sono però subito altre priorità. "Anche in queste settimane di rinnovo delle cariche – spiega il presidente dell'Ente camerale - non si è attenuata l'azione della Camera di Commercio, ma dobbiamo nuovamente accelerare, d'intesa con le associazioni imprenditoriali reggiane, sugli investimenti per l'accesso al credito, sull'internazionalizzazione, sull'innovazione, sulla valorizzazione delle risorse del territorio, con decisioni e politiche di bilancio che tengano conto non solo delle situazioni più critiche, ma possano sostenere concretamente le iniziative più spiccatamente finalizzate allo sviluppo e di cui siano misurabili le ricadute positive".

"E' proprio a fronte di questi condivisi obiettivi – conclude Landi – che le associazioni imprenditoriali sono chiamate, all'interno e anche al di fuori della Camera di Commercio, ad una stagione di collaborazione e di unità a beneficio del territorio, esercitando una responsabilità che è rispettosa delle differenze e delle singole vocazioni, ma che fa prevalere, su tutto, l'interesse comune".

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio di Reggio Emilia)
La risposta del Sottosegretario alla Presidenza Bertelli alle accuse del Presidente dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro

Bologna, 7 febbraio 2014

"Il piano dei rifiuti della Regione Emilia-Romagna è costruito sulla logica della autosufficienza regionale. E' una strategia condivisa con i Sindaci, e contrasta fortemente con l'idea che questa regione possa diventare luogo di smaltimento di rifiuti provenienti da altre parti del Paese".
E' netta la posizione della Regione Emilia-Romagna, espressa dal Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli, in risposta alle accuse del Presidente dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro, secondo il quale la Regione, con il nuovo Piano regionale sui rifiuti, si appresterebbe ad accogliere rifiuti di provenienza extraregionale.

"Come hanno già detto il presidente della Regione Vasco Errani e i Sindaci emiliano romagnoli incontrando il Ministro per l'Ambiente Andrea Orlando – ha proseguito Bertelli – il nostro Piano prevede una riduzione degli impianti per il trattamento dei rifiuti, sia per quanto riguarda le discariche, sia per quanto riguarda i termovalorizzatori. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la raccolta differenziata e diminuire la produzione complessiva dei rifiuti".
"Contrasteremo con forza l'idea che la nostra regione – conclude il sottosegretario – possa diventare luogo di conferimento di rifiuti provenienti da altre Regioni che non hanno realizzato gli impianti previsti dai loro piani di smaltimento".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Il consigliere chiede quali azioni la Giunta intenda concretizzare per reperire e stanziare le risorse necessarie -

Bologna, 7 febbraio 2014 -

In Italia, il rischio idrogeologico costituisce "una vera e propria emergenza nazionale"; nel solo territorio dell'Emilia Romagna, l'ammontare delle risorse finanziarie necessarie per realizzare le opere di manutenzione straordinaria e di prevenzione del dissesto idrogeologico sarebbe di un miliardo di Euro (secondo i dati forniti dall'Anbi l'Associazione nazionale delle bonifiche italiane).

Andrea Leoni - Fi-Pdl – interroga la Giunta per sapere se concordi con questi dati predisposti dall'Anbi, contenuti nel "Piano per la mitigazione del rischio Idrogeologico nazionale"; in caso affermativo, il consigliere chiede quali azioni la Giunta intenda concretizzare per reperire e stanziare le risorse necessarie affinché possano partire al più presto le opere necessarie a scongiurare disastri come quello appena avvenuto in provincia di Modena, a causa della rottura dell'argine destro del fiume Secchia. Questa alluvione, conclude il consigliere, ha provocato a famiglie e imprese danni stimati di oltre 400milioni di Euro

(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Giovedì, 06 Febbraio 2014 18:03

L’Europa che vorremmo e che ancora non c’è

L' intervento del Presidente CNA Nunzio Dallari sull'Unione Europea: sulla nuova procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, per la violazione della direttiva comunitaria sui tempi di pagamento della PA italiana, e sul "progetto Europa" -

Reggio Emilia, 6 febbraio 2014 -

Di Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA -

Una nuova scure incombe sull'Italia. Il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani ha avviato la procedura di infrazione per la violazione della direttiva comunitaria che regola i tempi di pagamento della pubblica amministrazione. I 30 giorni imposti per legge sono ben lontani dalla triste realtà nel nostro paese: la media delle amministrazioni italiane per pagare le aziende fornitrici di beni e servizi è di ben 170 giorni contro una media europea di 61.

Verrebbe da dire che è giusto punire un comportamento così penalizzante per le imprese che hanno problemi di liquidità e di accesso al credito, se non fosse che, se confermata, la sanzione finirà per colpire due volte le stesse vittime, ovvero i contribuenti (tra cui le aziende creditrici) che dovrebbero sborsare all'incirca 4 miliardi di euro solo di mora.

L'ingresso nell'Unione Europea e l'apertura dei confini doveva servire per facilitare lo scambio di persone, beni e servizi, e creare una potenza in grado di avere un peso nell'economia mondiale, ma alla luce della pesante crisi che sta attraversando il nostro Paese e delle nette differenze nell'economia e nel mercato del lavoro che ci sono da uno Stato membro all'altro, mi chiedo: non è che abbiamo creato un mostro?

Pensando al sogno Europa, ancora oggi constatiamo che non c'è reciprocità tra l'Unione Europea e gli stati Membri: siamo reclusi alla mera esecuzione di norme europee con tempi e modalità diverse da paese e paese, con la creazione conseguente di una sorta di "concorrenza sleale legalizzata".

Perché all'interno della stessa comunità ci sono costi completamente diversi sul lavoro che generano concorrenza interna? È come generare una concorrenza sleale ma legalizzata dal sistema, che sta diventando una trappola per la nostra economia. Siamo partiti con il progetto Europa senza pensare a regole che evitassero di generare scompensi nella stessa comunità, riusciremo a rimediare o il sistema imploderà? Non meravigliamoci se le nostre aziende si trasferiscono in altri Stati con una pressione fiscale più bassa, politiche del lavoro efficienti e una burocrazia semplificata.

Le aziende hanno l'obbligo morale di creare occupazione e favorire lo sviluppo del territorio, ma se tanti imprenditori reggiani e italiani si trasferiscono chiediamoci il perché, chiediamoci anche perché gli investitori stranieri sono attratti dall'Italia se non per poche e specializzate produzioni. La politica sta correndo dei rischi enormi rinviando misure incisive e tempestive per favorire il rilancio dei consumi e degli investimenti. Basta con le ideologie personali e di bottega: abbiamo tutti, cittadini e politici, il dovere di dare il nostro contributo con responsabilità per fare ripartire la nostra economia.

Cerchiamo di sfruttare il vantaggio di essere parte di una grande comunità con un enorme potenziale. Come ha detto ieri il presidente Napolitano "si può essere europeisti critici, senza mettere in discussione i capisaldi dell'impianto della UE". Il fatto che il progetto Europa sia stato creato partendo dalla "coda" anziché dalla testa, non è un buona ragione per buttarlo. Occorre valorizzarne le potenzialità cercando di abbatterne velocemente i limiti.

Dobbiamo imparare a fare rete superando i campanilismi. Prendiamo ad esempio la nostra realtà: la promozione dell'aeroporto di Parma a scalo di interesse nazionale è un successo per l'area vasta Emilia. E' una notizia su cui lavorare per collegare due infrastrutture importanti come la stazione Mediopadana di Reggio e l'aeroporto di Parma per allargare il bacino di utenti e favorire l'incoming anche in vista dell'Expo 2015.

Se uniamo le parti nel modo giusto, invece di un mostro potrebbe nascere una grande opportunità. Ma facciamo presto. Le imprese ne hanno bisogno.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Forse in pochi conoscono l'arte del "decision making", ovvero l'insieme di tecniche che aiutano a prendere le "migliori decisioni possibili"; ancora più oscuro può risultare il processo attraverso il quale il "decision making" viene applicato alla scelte di strategia e organizzazione aziendale.

Di Andrea Montanari - Reggio Emilia, 06 febbraio 2014

Come possiamo migliorare il processo decisionale personale e aziendale? Il nostro cervello è in grado di prendere decisioni ottimali? Le nuove tecnologie possono supportarci in tutto questo? Se teniamo conto che ogni giorno prendiamo migliaia di decisioni che costruiscono il nostro futuro e il successo delle imprese, la questione non è futile come può sembrare a una prima disattenta occhiata. Se poi consideriamo che pure il Corriere della Sera, in un recente articolo, auspicava lo studio del "decision making" per la classe politica italiana, ben comprendiamo quale ruolo avranno tali nuove scienze in un futuro prossimo. Futuro prossimo che è già presente tanto che la prestigiosa Harvard Business Review ha dedicato l'intero numero di Novembre 2013 al tema.

È un ingegnere informatico genovese, ma da anni residente a Reggio Emilia, Piergiorgio Grossi, ad animare il "Better Decisions Forum" (letteralmente "Il Forum delle decisioni migliori"). Dopo un'esperienza in Ferrari, dopo aver co-fondato l'ormai celebre reggianissima ReStart, ha deciso portare il tema delle decisioni ad un Better Decision Forum che si terrà a Bologna, l'11 febbraio alle 18:30, al Sympo' ex Chiesa cinquecentesca nel cuore della città felsinea.
Il tema dell'incontro: il processo decisionale dietro una decisione di business affrontato in modo innovativo e multidisciplinare come multidisciplinare è il nostro cervello. "Tre circle, tre aree fondamentali – ci spiega Grossi – attorno alle quali si snoderà la discussione, le tre aree maggiormente importanti per le strategie di decision making: la prima, "Life", ovvero l'uomo, la sua storia, le sue decisioni; la seconda "Human", l'importanza della cognizione, delle emozioni e delle intuizioni nel processo decisionale; l'ultima "Tech" ovvero l'effetto della tecnologia sulle decisioni umane".
Il Better Decision Forum, al quale parteciperà una folta schiera di innovatori reggiani, sarà l'occasione, secondo Grossi, per conoscere "una lettura dei processi decisionali attraverso l'analisi di scelte decisive compiute da protagonisti di eventi reali e arricchirsi della consulenza di esperti in scienze cognitive, information technology, big data, management, economia e psicologia".
Piergiorgio Grossi

Oltre al decision making, infatti, sono proprio queste le altre aree di cui si occupa Grossi; i Big Data, ovvero raccolte di dati così grandi e complesse da richiedere strumenti differenti da quelli tradizionali, in tutte le fasi del processo: acquisizione, analisi, condivisione, visualizzazione.
"Di Big Data parleremo certo ai vari Better Decision Forum che abbiamo in cantiere, tra i quali uno sarà sicuramente qui in città – ci spiega Grossi – data l'importanza sempre maggiore che tale settore sta rivestendo nelle scelte e nelle strategie aziendali. Con Iconsulting, la società di consulenza per la quale sono Direttore dell'Innovazione, abbiamo già avuto come clienti aziende del calibro di Max Mara, Gucci, Barilla, Ducati, Sky Italia, Vodafone. Ma anche la pubblica amministrazione si sta interessando sempre di più al nostro modo, del tutto innovativo, di trattare grandi raccolte di dati". Grossi si riferisce ai progetti portati avanti per esempio con il Ministero dell'Interno di Analisi della Criminalità (che stanno sviluppando anche nel Regno Unito) o per la Regione Emilia Romagna per supportare il miglioramento del servizio sanitario o per i servizi volti ad una migliore viabilità.


"Anche il Comune di Reggio Emilia si è dimostrato attento su questo punto – continua Grossi – che ha chiesto il nostro supporto per avere a disposizione strumenti per l'individuazione e il controllo di diversi fenomeni come l'abusivismo edilizio. Per permettere il raggiungimento di tali obiettivi abbiamo realizzato per il Comune di Reggio Emilia un ambiente integrato di analisi. In particolare sono stati curati i seguenti aspetti: Analisi dei Servizi Sociali, Lavori Pubblici, Controllo di Gestione, integrazione delle basi dati di Anagrafe (storicizzata), Toponomastica e Catasto al fine ai fini del controllo evasione ed elusione, correzione degli errori e miglioramento della qualità dei dati attraverso l'introduzione di un processo di gestione e monitoraggio della qualità delle informazioni a supporto del processo decisionale. Come accennavo prima, siamo proprio in quell'ambito in cui la tecnologia interagisce, crea soluzioni e permette di compiere migliori scelte a chiunque, sia esso il singolo cittadino, la PA o la grande azienda internazionale".

Tra i vegetali analizzati, 20 sono affetti da problemi strutturali che potrebbero portare alla caduta dell'intera pianta o di alcune parti -

Piacenza, 5 febbraio 2014 -

Sarà eseguito nei prossimi giorni, per ragioni di sicurezza e incolumità dei cittadini, l'abbattimento di alcuni alberi che presentano condizioni di instabilità, rilevate nei mesi scorsi tramite il monitoraggio condotto con la tecnica internazionale del Visual Tree Assessment che calcola, inserendo i dati visivi e strumentali in un software, le possibilità di cedimento o schianto. Per gli esemplari compromessi in modo evidente si è proceduto a una verifica da parte dell'Ufficio comunale per il Verde.
Tra i vegetali analizzati, 20 sono affetti da problemi strutturali che potrebbero portare alla caduta dell'intera pianta o di alcune parti: si tratta di due sofore in via Da Sangallo, due tigli in via Lanza, una ceppaia di pioppo nel parcheggio di viale Malta, due aceri in via Cozzi a Quarto, due robinie nell'asilo di via Sarmato, due aceri in via Casteggio 35, due tigli in via Cella 67-69, due robinie in strada Bobbiese 108, due tuie antistanti la scuola Mazzini in piazza Cittadella, un tiglio nel giardino Anguissola di via Vitali, una ceppaia di gelso in corso Europa e un albero in via Salvo D'Acquisto a Pittolo.
La tabella riepilogativa e le fotografie degli esemplari in questione, così come i dati dettagliati dell'analisi Vta, sono a disposizione presso l'Ufficio Verde di viale Beverora 57. 
L'assessore alla Città Sostenibile Luigi Rabuffi ricorda che "a fronte degli 80 abbattimenti resisi purtroppo necessari nel corso del 2013, sono state messe a dimora durante l'anno ben 169 piante nelle aree verdi di nuova lottizzazione o riqualificate, di cui 16 tra via Sanzio e via Da Vinci, 125 in strada di Quartazzola a Vallera e 28 piante da frutto nel giardino tra via Cremona e via Emilia Parmense. A queste vanno aggiunti 18 alberi da frutto nelle aree scolastiche comunali, donate da Leroy Merlin, nonché le 1500 piantine forestali assegnate dalla Regione Emilia Romagna, di cui metà è stata distribuita alla cittadinanza, l'altra metà messa a dimora in adempimento alla normativa che prevede un albero per ogni neonato e per ciascun minore adottato. Sempre nel 2013 – specifica l'assessore – sono state richieste e ottenute dal vivaio forestale regionale 1700 piantine già distribuite, per il 50%, ai privati cittadini e in attesa, per la parte restante, di essere collocate nelle aree verdi comunali. Senza dimenticare, infine, i 24 platani e i 6 carpini che abbiamo piantumato, rispettivamente, lungo il Pubblico Passeggio e in piazza Duomo, grazie ai finanziamenti ottenuti da Comieco per la vittoria alle Cartoniadi".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

L'impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti dovrebbe sorgere nel 2017, sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria...

 

di Ivan Rocchi - Reggio Emilia, 5 febbraio 2014 -

In questi giorni si è tornato a parlare dell'impianto per il Tmb (trattamento meccanico biologico) dei rifiuti che dovrebbe sorgere nel 2017 a Gavassa, una frazione di Reggio che dista poco più di 2 chilometri dal centro città, ma immersa nella campagna. Una volta costruito l'impianto, infatti, sarà possibile chiudere la discarica di Poiatica di Carpineti, nell'appennino reggiano, in funzione dal 1996. Recentemente la discarica è stata oggetto di un duro attacco anche da parte di due parroci di Toano – comune che dista circa 5 chilometri da Carpineti – per i cattivi odori che emana e il sospetto di un aumento nella mortalità infantile nella zona. Ma a Poiatica potrebbero comunque arrivare altre 100.000 tonnellate di rifiuti all'anno fino al 2020. La decisione sarà presa a breve in Regione.
Sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria. Tra questi c'è Gianluca Vinci, segretario provinciale della Lega Nord e candidato sindaco a Reggio nelle prossime amministrative, che accusa le forze politiche di tacere sul tema. "Trattandosi di una area agricola poco abitata – dice Vinci - non vi è interesse elettorale ad agitare gli animi. Ma si ignora il fatto che si tratta di una enorme struttura, che cambierà per sempre la faccia della nostra città e l'ingresso dai vicini comuni di Correggio e San Martino, trovandosi all'intreccio della vecchia statale e della nuova tangenziale".
Il segretario del Carroccio attacca soprattutto il Comune, che "dopo tante rassicurazioni circa uno stop alla cementificazione del territorio agricolo, creerà un enorme centro deposito rifiuti proprio alle porte di Reggio e di fianco a campi che continueranno ad essere coltivati". Vinci rivendica fino in fondo le scelte della Lega, "l'unica forza politica in Comune a votare contro la realizzazione di tale costruzione". E definisce invece "incredibile" l'assenso dato al progetto da parte dei partiti di minoranza, tra i quali anche il Movimento 5 Stelle.
Insomma, il progetto ormai non ha ostacoli. Eppure le alternative ci sarebbero, secondo Vinci. Per esempio reperire aree industriali dismesse, lontane dalle vie principali di accesso alla città e che permetterebbero di risparmiare il territorio agricolo. "Speriamo che la prossima amministrazione comunale blocchi e ripensi complessivamente l'intera opera; troppo spesso le forze politiche si scoprono ambientaliste solo in presenza di nutriti comitati di residenti", conclude in tono caustico Gianluca Vinci.

 

 

Gennaio stabile per i listini delle due principali DOP mentre prosegue la discesa inesorabile dei derivati del latte. Burro: -44,3%  i magazzini UE-28 rispetto al gennaio 2013. Latte Post 2015, importante convegno l’11 febbraio al Centro congressi dell’Università Cattolica di Piacenza.

 

di Virgilio - 

Parma 05 febbraio 2014 --

 

Il mese di gennaio si chiude nel segno della stabilità per le due principali DOP. Scambi nella norma e prezzi confermati sia per il Parmigiano Reggiano sia per il Grana Padano sulle diverse piazze di contrattazione. Diverso invece l’andamento del latte spot e dei derivati, burro e creme, che proseguono nella tendenza ribassista.

Nonostante una più che sensibile riduzione della consistenza dei magazzini di burro (UE-28), pari al -44,3% rispetto l’analogo mese del 2013, i listini di questo derivato hanno registrato perdite di 5 mediamente. Il Burro CEE, ad esempio passa da 3,70 a 3,65 €/kg anche nella prima seduta milanese  di febbraio consolidando una perdita di 20 centesimi complessivi a partire dal 30 dicembre 2013.  Ancor peggio per le creme di latte ad uso alimentare che segnano una riduzione in valore del 3,16% anche all’apertura di febbraio replicando, di fatto la perdita dell’ottava precedente (-3,06%) e fissando il prezzo milanese a 1,84€/kg.   Analogamente non si è arrestato il calo del latte spot che, sulla piazza veronese,  ha ceduto altri 50 centesimi ceduti portando la forbice dei listini compresa tra 47,43 e 48,46€/100 litri di latte. 

BURRO CONFRONTO gde

Scambi nella norma e listini stabili invece le due DOP nazionali. Qualche preoccupazione è destata in conseguenza dell’alluvione che, nel modenese, ha colpito le medesime zone già terremotate nel 2012. 

 

La Filiera latte post 2015.

L’11 febbraio l’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, con il patrocinio del Comitato italiano FIL/IDF, ospiterà un importante convegno sulla sostenibilità

L’abolizione delle quote latte e la sostenibilità ambientale sono temi di grande attualità. Per questo l’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, con il patrocinio del Comitato italiano FIL/IDF e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, ha organizzato il convegno “Sostenibilità, opportunità e criticità nella filiera latte post 2015”.

Il Convegno mira ad approfondire i grandi cambiamenti che attendono la filiera del latte, dalla produzione alla trasformazione, compresi gli aspetti nutrizionali e di comunicazione.

Aprirà i lavori l’intervento di Sophie Bertrand (CNIEL – Centre National Interprofessionnel de l’Économie Laitière) che riassume tutto quello che è stato fatto dalla FIL/IDF su questo tema. La partecipazione al convegno è gratuita, ma è necessaria la registrazione. Modulo di iscrizione e programma della giornata sono disponibili  sul sito della Facoltà di Agraria.

 

 

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