La cooperativa sociale sarà ospite domani a Uno mattina per lo spazio di approfondimento sui danni causati dall' alluvione -

Modena, 4 febbraio 2014

La cooperativa sociale Pomposiana di Modena sarà ospite a Uno mattina, lo spazio di approfondimento che il Tg1 dedica domani – mercoledì 5 febbraio - ai danni causati dal maltempo all'agricoltura. Il programma, che comincia alle 8.38 e dura dai 7 ai 9 minuti circa, vedrà ospite in studio a Roma (Saxa Rubra) il presidente di Confagricoltura Mario Guidi e in collegamento dalla sede Rai di Bologna il vice presidente della Pomposiana Giuseppe Vaccari, che racconterà quanto accaduto alla cooperativa e al territorio modenese. All'interno del programma è previsto anche un servizio della giornalista Caterina Laurenzi.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Giovedì 6 febbraio tutte le risposte nell'ultimo incontro con Giorgio Ziemacki -

Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 -

Dopo aver approfondito le strategie e l'organizzazione di un'impresa vincente, giovedì 6 febbraio dalle 18.15 alle 20 presso la sede provinciale CNA in via Maiella 4, il professor Giorgio Ziemacki, Docente e Consulente di Organizzazione Aziendale e Controllo di Gestione, affronterà il tema di una gestione aziendale di successo concludendo il ciclo di incontri dedicati a: "L'impresa vincente, strumenti e azioni per essere leader" promosso da Industrie Emiliane Unite, in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori e CNA Servizio Estero.

Nel terzo incontro si parlerà di alcuni aspetti importanti della gestione aziendale per ottenere risultati eccellenti come la comunicazione, la condivisione degli obiettivi e la gestione dei collaboratori, incentrando la serata sull' importanza delle persone, da motivare e formare per ottenere ottime performance in termini di risultati.

"Nei precedenti appuntamenti – sottolinea il Presidente di Industrie Emiliane Unite, Ing. Carlo Intermite – il prof. Ziemacki ha portato alla luce i punti di forza e debolezza su cui intervenire per uno sviluppo consapevole della propria azienda. Conoscere le dinamiche e gli effetti di tre elementi importanti quali strategie, organizzazione e gestione e sapere dove intervenire e con quali azioni può essere un vantaggio competitivo enorme che CNA ha voluto mettere a disposizione degli imprenditori per favorire, come sempre, la crescita delle pmi e delle imprese industriali".

"Continueremo - ha concluso il Presidente Intermite – a promuovere una formazione costante in grado di migliorare l'approccio al mercato, favorendo la cultura di impresa, approfondendo le regole imposte dal mercato globale con un occhio di riguardo alle opportunità da sfruttare per un business intelligente".

Per ragioni organizzative, è gradita conferma di partecipazione a Daniela Nasi, tel. 0522 356380, fax 0522 356381, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., o Ughetta Fabris, CNA Giovani Imprenditori Provinciale, Tel. 0522 356366 Fax 0522 356351.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Interrogazione alla Giunta regionale sull'operazione finanziaria che riguarda le storiche terme delle colline parmensi.

Parma, 4 febbraio 2014 - Sull'operazione finanziaria di leasing contratta dalla società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA nel 2009 si sofferma il consigliere Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl), che ha rivolto un'interrogazione alla Giunta regionale per sapere se non consideri opportuno rivedere la "posizione affermativa" sulla vicenda espressa dall'assessore regionale al Turismo e commercio, Maurizio Melucci, nella risposta a una precedente interrogazione, a fronte del "parere negativo" sull'operazione rilasciato "sia da parte del socio di maggioranza della società termale, il Comune di Salsomaggiore, sia dal suo attuale direttore generale".
La richiesta di Villani è quindi quella di "valutare seriamente un'azione di responsabilità nei confronti del management e degli amministratori che attuarono quell'operazione".

Il consigliere chiede quindi se si sia valutato che, "considerando prioritaria la corresponsione dei canoni agli istituti di credito, non solo non sembra in accordo con il socio di maggioranza, ma si mettono in secondo piano le azioni in grado di tutelare i brand, promuovere l'offerta, ridurre i costi aziendali e quindi di creare le migliori condizioni per l'individuazione del partner privato".
Villani sollecita quindi la Giunta a segnalare se realmente consideri "una soluzione per il futuro dell'azienda la svendita dei gioielli di famiglia", vale a dire il comparto alberghiero aziendale, per pagare i debiti soprattutto nei confronti delle banche.

(Fonte: Ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Lavoro, procedure snelle per l'accesso agli ammortizzatori sociali per lavoratori delle aree modenesi colpite dall'alluvione. L'assessore Muzzarelli: "Vogliamo dare ossigeno a imprese e lavoratori: continuiamo a lavorare per ottenere dal Governo regole e tutte le risorse necessarie per superare la fase lunga di difficoltà"

Bologna, 4 febbraio 2014 – Per i lavoratori delle aree del modenese colpite dall'alluvione procedure snelle per accedere agli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari. Questo, in analogia con quanto previsto per il sisma del maggio 2012, attraverso un tavolo tecnico apposito per la provincia di Modena coordinato dalla Regione Emilia-Romagna.
Questo è stato deciso dalla verifica e aggiornamento, svoltasi in Regione, dell'intesa per l'accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per l'anno 2014 che prevede verifiche mensili.

«Si è convenuto di ripercorrere il modello già attuato per il sisma per dare ossigeno alle imprese e al lavoro – spiega l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - per non lasciare nessuno indietro, continuando ad operare per ottenere dal Governo regole e tutte le risorse necessarie per superare la fase lunga di difficoltà, acuita da ulteriori problemi, e rilanciare un progetto di sviluppo, di crescita e nuova occupazione».
Sempre in merito alle imprese ubicate nelle aree colpite dal maltempo del 17-19 gennaio, sono state definite nel dettaglio le procedure per l'accesso agli ammortizzatori.


(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Martedì, 04 Febbraio 2014 11:47

Reggio Emilia: la crisi colpisce duro

Il 2013 è stato sicuramente l'annus horribilis dell'imprenditoria locale

Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 - La crisi è fatta anche di numeri. E quelli che riguardano le procedure concorsuali – fallimenti, concordati, liquidazioni coatte e amministrazioni straordinarie – delle imprese reggiane parlano di una provincia ferita, che ancora non riesce a riprendersi. Anzi.

Basta una rapida lettura dei dati raccolti nel Portale dei fallimenti del tribunale di Reggio Emilia per capire che la situazione è sempre più nera. Infatti, se negli anni precedenti si era assistito a un aumento progressivo delle procedure concorsuali, il 2013 è stato sicuramente l'annus horribilis dell'imprenditoria locale.

Tanto per capire: le procedure concorsuali aperte nel 2009 ammontavano a 120, nel 2010 erano 133, l'anno successivo 146, mentre nel 2012 il tasso di crescita era addirittura diminuito e in totale erano arrivate a 153. Poi, l'anno scorso, la svolta. Un aumento pari al 45%, che le ha portate a quota 225. Ma cosa è successo all'economia reggiana? Da cosa deriva questo tracollo?

In parte, sicuramente, dalla crisi dell'edilizia. E di tutti quei settori che ne compongono la filiera. Come la Vasart, con sede a Puianello, una frazione del comune di Quattro Castella. Fondata nel novembre del 1984 da Gianni Gozzi, che ne è rimasto amministratore unico per lungo tempo, la società si occupa della produzione e commercio di prefabbricati in cemento, vasi, arredo urbano, articoli da giardino e per la casa, manufatti per l'edilizia. Come si legge sul sito internet della Vasart, l'azienda conta 3.000 mq di superficie coperti, su un'area complessiva di 25.000 mq. Dimensioni non da poco.

"Il catalogo arredo urbano conta oltre 400 referenze – spiega infatti una sezione del sito - articolate in una quindicina di tipologie, in grado di offrire soluzioni ecocompatibili di alto profilo qualitativo e funzionale per ogni contesto ambientale: dal recupero e riqualificazione di centri storici, agli ambienti ad alta vocazione paesaggistica e turistica, dalle volumetrie nette dei complessi direzionali alle aree verdi attrezzate, dalle nuove esigenze d'immagine dell'impresa agli insediamenti abitativi, sino alle piazze dei centri commerciali e ai grandi luoghi di scambio e di flusso: stazioni, terminal, autostrade".

Insomma, un'azienda che non ha mai avuto problemi ad affrontare grandi commesse, che ha lavorato con diverse amministrazioni pubbliche di tutta Italia e società di rilievo come appunto Autostrade spa e Ferrovie dello Stato, ma anche con Nestlè e Costa Crociere. E che fino all'ultimo ha provato a fare innovazione, ma sempre con un occhio all'ambiente. Come con la panchina in ecocemento a base di scarti vetrosi, inaugurata lo scorso giugno al parco San Giovanni Bosco a Modena. La seduta – nata da una partnership con l'Università di Modena e Reggio, Anci e Comune di Modena - permette di sfruttare quei frammenti di vetro non più riciclabili.
Nel 2008 Vasart tocca il picco massimo di fatturato e assume altri tre dipendenti. Ma la crisi è alle porte. Nel 2009 si avverte già un consistente calo del settore edile. Il trend non migliora nel 2010, e allora l'azienda ricorre alla cassa integrazione. Nel 2011 l'azienda prova a ripartire puntando su ciò che sa fare meglio, ovvero gli arredi urbani. Ingaggia un direttore commerciale, che dal mese di marzo inizia ad affiliare vari rivenditori in tutta Italia. La possibilità di risollevare il fatturato spinge quindi la Vasart ad aggiornare il suo catalogo con nuovi prodotti, che vedranno la luce nell'aprile 2013.

Tuttavia, nello stesso momento, il settore dei prefabbricati per l'edilizia tocca il fondo, determinando un calo complessivo del fatturato pari a quasi il 40%. A ciò si aggiunge anche la spending review sugli enti locali, che taglia definitivamente le commesse più importanti per la Vasart. Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente la situazione contribuiscono anche le insolvenze di alcuni clienti, che hanno causato perdite per circa 200.000 euro

Nell'agosto scorso, i titolari Gianni Gozzi e Maria Luisa Gandolfi ne deliberano la messa in liquidazione. A novembre affittano l'azienda a una nuova società (Vasart Urban Design), i cui soci sono i due figli dell'attuale proprietario, Domenico e Andrea Gozzi. A dicembre poi la richiesta di concordato preventivo presentata al Tribunale di Reggio. Ora si aspetta il pronunciamento dei giudici, e forse la Vasart non sarà costretta a chiudere. Una speranza che tante altre aziende colpite dalla crisi non potranno più coltivare.

L'assessore regionale all'agricoltura Rabboni: "Bene il riconoscimento della specificità nazionale del caso modenese". Danni al comparto agricolo: secondo una prima stima ammontano a 54 milioni di euro -

Bologna, 3 febbraio 2014 -

"Il sottosegretario Martina ha riconosciuto oggi la specificità nazionale dell'emergenza che stanno vivendo i territori modenesi, colpiti dall'alluvione, dopo il terremoto del 2012. Questo riconoscimento è per noi un punto di partenza molto importante. Proprio in ragione di questa peculiarità il sottosegretario ha confermato l'impegno del Governo per arrivare a una soluzione condivisa per il riconoscimento di tutti i danni, così come richiesto dal presidente della Regione Vasco Errani". Questo il commento dell'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni che oggi ha partecipato a Modena a un incontro con il sottosegretario alle politiche agricole Maurizio Martina per fare il punto insieme alle Istituzioni locali, ai Parlamentari e alle organizzazioni agricole, sui danni all'agricoltura che la grave ondata di maltempo ha provocato nei territori della bassa modenese. "Senza nulla togliere alla gravità della situazione che, a causa delle avversità climatiche, si è verificata in altre parti del Paese – spiega Rabboni – è evidente che quello modenese è una caso che presenta caratteristiche di assoluta unicità. Ciò vale in particolare proprio per il comparto agricolo, il settore produttivo più colpito dall'alluvione. Una prima stima dei danni, si aggira, considerando sia le perdite produttive sia i danni ai fabbricati rurali residenziali e produttivi, intorno ai 54 milioni di euro".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Attenzione nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Appennino forlivese, intanto scendono a 100 gli sfollati assistiti dalla Protezione civile nel modenese -

Bologna, 3 febbraio 2014 -

Rientra lo stato di allarme per il Reno, ma resta vigente quello di preallarme piena per i comuni di Molinella (BO), Argenta (FE), Alfonsine, Conselice e Ravenna (RA). Ancora attive le allerte per piena dei fiumi Secchia e Panaro, emesse lo scorso 19 gennaio. Dichiarata la cessazione della fase di rischio più elevata per Santerno, Senio, Samoggia e Setta.
Da ieri, domenica 2 febbraio, e fino a venerdì 7 febbraio l'Agenzia regionale di Protezione civile ha attivato lo stato di attenzione per criticità idrogeologica nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Appennino forlivese. In particolare sono interessati i bacini dell'alto Lamone - Savio, Reno, Secchia e Panaro, Trebbia-Taro e Pianura di Parma e Piacenza. Il provvedimento - emesso sulla base del bollettino di monitoraggio e l'avviso di criticità idrogeologica di Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente) - si è reso necessario a causa della prevista ripresa delle precipitazioni, che potrebbero aggravare le condizioni del terreno già messo a dura prova nei giorni scorsi e attivare nuovi dissesti.
Nel frattempo sono scesi a un centinaio gli sfollati dalle aree allagate assistiti dalla Protezione civile, la maggior parte dei quali alloggiati in alberghi modenesi. Ad essi si aggiungono i 54 ospiti di Villa Anna, trasferiti in parte all'ospedale di Baggiovara e in parte in strutture private.
Continua il presidio sugli argini dei fiumi Secchia e Panaro e sui canali principali, con squadre di pronto intervento che stanno effettuando lavori di sistemazione resi necessari dal verificarsi di piccoli cedimenti e dalla presenza di tane di animali. Il presidio è effettuato da Aipo, dai volontari della Protezione civile e dall'Esercito.
A Modena alle 18,30 di ieri è stata riaperta, in entrambi i sensi di marcia, la strada statale 12 "Canaletto", chiusa al traffico nei giorni scorsi per consentire l'accesso ai mezzi diretti al cantiere sull'argine del Secchia. Restano invece chiusi il ponte dell'Uccellino a Modena, in prossimità del cantiere, e il ponte Motta a Cavezzo.
Questa mattina a Bastiglia è ripresa regolarmente l'attività in tutte le scuole di ogni ordine e grado, sia statali sia paritarie. /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Mercoledì 5 febbraio si conclude il ciclo di incontri di educazione finanziaria promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e da FedeRisparmiatori - Azionariato Diffuso -

Reggio Emilia, 3 febbraio 2014 -

Mercoledì 5 febbraio '14, ore 18,00 presso la sede reggiana dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Aula 1) a conclusione del decimo ciclo di lezioni d'educazione finanziaria incontro pubblico con

MARCO ONADO che dialogherà con RICCARDO FERRETTI

MARCO ONADO - Docente nel Dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi di Milano e editorialista di quotidiani (il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano, Lavoce.info). Membro del Comitato Scientifico di PROMETEIA e di numerose riviste economico-finanziarie è stato Commissario CONSOB dal '93 AL '98

RICCARDO FERRETTI - Prorettore dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari nel Dipartimento di Comunicazione ed Economia

La partecipazione all'incontro è libera. E' gradita la prenotazione inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure telefonando allo 0522.444666 dell'Assessorato Agricoltura, Promozione Territoriale, Tutela dei Consumatori, Benessere Animale Provincia di Reggio Emilia.

(Fonte: ufficio stampa FedeRisparmiatori - Azionariato Diffuso)

 

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 05 03 Febbraio 14

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 05 - 03 Febbraio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 05 03 Febbraio 14

1.1 editoriale

“Non solo cervelli”. Anche le imprese fuggono dall’Italia

3.1 Lattiero Caseario

Burro e derivati del latte: confermati i segnali di contrazione.                                    

4,1 tutela consumatori

Il Parmigiano Reggiano in tv per la lotta alla contraffazione

5,1 export vini

I rossi toscani campioni d’export

5,2 eventi enologia

1° Concorso Enologico nazionale denominato "EnoLions 2014"

6,1 MAIS E SOJA

Mais & Soia: gennaio 2014

7,1 parmigiano reggiano

Parmigiano Reggiano: buoni gli indicatori e previsioni positive 

10.1 mipaaf  

Povero Ministero dell’Agricoltura

 

 

Cibus 5 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

Guerra alla contraffazione dall’etere: link al sito:
http://www.parmigianoreggiano.it/news/2014/parmigiano_reggiano_lotta_alla_contraffazione.aspx

 

Due presenze, sulle reti Rai, per il Parmigiano Reggiano, chiamato a testimoniare gli ingenti danni causati dal fenomeno della contraffazione e le incessanti attività attuate per combatterlo.

 

Reggio Emilia, 24 gennaio 2014– La guerra alla contraffazione e la difesa del vero Made in Italy. Sono stati questi i temi di recenti programmi tv dedicati all’agroalimentare, andati in onda sulle reti Rai, che hanno visto protagonista il Re dei formaggi.

Giovedì 26 dicembre, su Rai 1, all’interno della trasmissione “Petrolio: caccia al tesoro”, condotta da Diulio Giammaria e andata in onda in seconda serata, il Consorzio del Parmigiano Reggiano è stato scelto come esempio di organismo di tutela particolarmente attivo, già da anni, sul fronte della “guerra” alla contraffazione. Un servizio, ripreso sul territorio presso il caseificio Scalabrini (Ghiardo di Bibbiano, RE) e presso il caseificio dell’Azienda Agricola Iris (Lesignano Bagni, PR), ha illustrato la realtà del Parmigiano Reggiano e gli immensi danni che i falsi provocano al nostro prodotto. Durante l’intervento ha preso la parola Alberto Pecorari, responsabile del Servizio Istituzionale del Consorzio, che ha spiegato i controlli e le attività atte a prevenire e a combattere il fenomeno e le vittorie ottenute finora dall’Ente di tutela.

 

Guarda il servizio (minuto 21.40)

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9f4ee0fe-e4af-4141-a50e-f8b01dfbe1f8.html

 

 

Il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, è invece intervenuto all’interno della trasmissione TeleCamereandata in onda su Rai 3, domenica 29 dicembre. La conduttrice Anna La Rosa, ha guidato gli spettatori in un viaggio alla scoperta del fenomeno dei falsi e delle pesanti conseguenze sull’economia agroalimentare italiana.
Ad illustrare le misure di difesa è stato il ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali che è intervenuto a fianco del direttore del Consorzio il quale ha testimoniato il caso del Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti Dop italiani più conosciuto e contraffatto al mondo, portando anche alcuni esempi di formaggio falso ritirato con successo dal mercato grazie all’intensa attività attuata dal Consorzio di tutela. Durante il dibattito è intervenuto anche Fabio Sordi, direttore acquisti di Auchan che ha portato il punto di vista delle catene di distribuzione.

Guarda il servizio

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-40d4fbba-3df7-4c3d-a21d-522b72af316a.html

Domenica, 02 Febbraio 2014 09:54

I rossi toscani campioni d’export

 

SALVADORI: “GIOCO DI SQUADRA TRA ICONE DEL VINO ED EMERGENTI”.

ATTESA PER BUY WINE -  ANTEPRIME DI TOSCANA

(Firenze, 30 gennaio 2014). Grandi rossi e consorzi emergenti trainano il vigneto Toscana verso un nuovo exploit sui mercati mondiali, con un fatturato export complessivo in crescita del 46% negli ultimi 5 anni e un valore del commercio estero che nel 2013, secondo le proiezioni di Toscana Promozione, è destinato a superare i 743mln di euro (+6%). In primo piano il dominio dei vini rossi Dop che puntano sicuri oltre quota 503 milioni di euro, segnando un fatturato export più che doppio su veneti e piemontesi, rispettivamente secondi e terzi nella speciale classifica per regione dei rossi di qualità più venduti all’estero nel 2013. Complice il successo in Asia, dove i rossi hanno segnato un +17,8% (Cina, +37,5%; Hong Kong, 27,5% e Giappone, +9,9%) e i buoni risultati sui mercati di sbocco (Stati Uniti, Germania e Canada).

«I viticoltori negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di scegliere se mantenere le posizioni conquistate o mettersi di nuovo in gioco e alzare ancora di più il già alto gradimento internazionale – ha detto l’assessore all’Agricoltura Gianni Salvadori  -. Il risultato è che oggi quasi il 95% della produzione del nostro vino è Dop o Igp, quando la media nazionale è al 75% mentre il nostro prodotto da tavola è di cinque volte inferiore alla media italiana (5% contro 25%). Un risultato – ha concluso l’assessore – frutto di un gioco di squadra in cui accanto alle eno-icone stanno giocando da titolari anche le aree emergenti e di un ‘restyling’ di oltre un terzo dei nostri vitigni». E proprio i consorzi, anche quelli  emergenti (Carmignano, Bolgheri,  Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina,  Valdarno di Sopra,  Terratico di Bibbona) saranno per la prima volta nella storia dell’enologia regionale i protagonisti della quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), il workshop internazionale tra 258 produttori e 296 buyer stranieri per una previsione di oltre 6mila incontri b2b.

 

Il Distretto 108 La Toscana della Associazione Lions Clubs International, quale organismo ufficialmente autorizzato, con l'autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, indice ed organizza il 1° Concorso Enologico nazionale denominato "EnoLions 2014"

 

 - 26 gennaio 2014 -- 

   .
    "EnoLions 2014" si propone la finalità di evidenziare la migliore produzione enologica nazionale, allo scopo di premiare e stimolare lo sforzo delle aziende vinicole al continuo miglioramento della qualità del proprio prodotto e, nel contempo, intende informare i consumatori in merito alla buona educazione del bere consapevole.

   La partecipazione è aperta ai viticoltori vinificatori in proprio, agli imbottigliatori e alle cantine sociali e sono ammessi vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC), a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), ad Indicazione Geografica Tipica (IGT) ed i vini Spumanti di Qualità (VSQ) facenti parte di lotti di imbottigliamento di almeno 2.000 bottiglie da 0,750 lt. Nel caso dei vini passiti, la soglia si abbassa a 1.000 bottiglie non inferiori a capacità di 0,375 lt .
   Per maggiori INFORMAZIONI, per scaricare il Regolamento, la Scheda di partecipazione e il Verbale di prelievo: CLICCARE QUI

    Le  aziende interessate, devono far pervenire i campioni di n° 6 bottiglie di vino presentato alla selezione completamente confezionate ed etichettate da inviare entro il 15 Febbraio 2014 alla Villa Medicea “La Ferdinanda” via Papa Giovanni XXIII n°1, 59015 Artimino (Prato), scrivendo sulla scatola: Campione non commercializzabile inviato per il Concorso Enologico ENOLIONS 2014”, con all'interno tutta la documentazione in originale; E' richiesto un contributo come quota di iscrizione di 75 euro per il primo vino ed ulteriori 50 euro per ogni successivo vino presentato, effettuato con bonifico bancario intestato a Lions Club Certaldo Boccaccio, presso Banca di Credito Cooperativo di Cambiano filiale di Castelfiorentino IBAN: IT96I0842537790000010455012. (Allegare ricevuta di pagamento).

  La valutazione organolettica dei campioni presentati si terrà domenica 2 marzo 2014 presso la stessa Villa Medicea "La Ferdinanda" ad Artimino (Prato) e verrà effettuata da Commissioni di degustazione formate da 7 Commissari: 4 enologi, 2 sommelier qualificati ed 1 giornalista del settore. Considerate le finalità del Concorso, i Commissari che comporranno le Commissioni di Degustazione avranno tutti età inferiori ai 40 anni.

 

Per informazioni: www.enolions.it - Contatti mail: Luciano Bandini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Domenica, 02 Febbraio 2014 08:26

Mais & Soia: gennaio 2014

 

 

 

MAIS: Dati previsionali per 2013-14

 

La produzione mondiale di Mais per la stagione 2013-14 è prevista a 966,92 Mio t, registrando un incremento del 0,3% rispetto alle previsioni di Dicembre e del 12% rispetto alla stagione 2012-13.

Negli Stati Uniti, primo produttore mondiale di Mais, le aree coltivate sono in aumento, ma la resa dei terreni è diminuita a 158,8 bushel/acro (10 tons/ettaro). Il raccolto previsto è ancora il più abbondante mai registrato, superando il precedente record del 2008/09.

Prosegue l’aumento dell’impiego di Mais utilizzato nella produzione di etanolo, anche per un minor utilizzo del Sorgo e maggiori consumi di benzina previsti per 2014.

In Cina, secondo produttore mondiale di Mais, si prevede una produzione di 217 Mio t (+3% rispetto alle stime di Dicembre, +6% rispetto alla stagione 2012-13 e +13% rispetto alla stagione 2011-12), grazie al clima favorevole nell’area Nord-Est e all’aumento delle aree dedicate alla coltivazione.

 

 

SOJA: Dati previsionali per 2013-14

La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in aumento rispetto alle stime di Dicembre, al valore record di 286,83 Mio t, grazie a maggiori produzioni nei principali Player Produttori, Stati Uniti e Brasile, in cui si prevedono maggiori aree coltivate.

Negli Stati Uniti la resa dei terreni è stimata in aumento a 43,3 bushel/acro (2,95 tons/ettaro); prosegue il trend di crescita della trasformazione della Soia per la forte domanda di Farina dell’ultimo trimestre del 2013.

Le Esportazioni di semi di Soia sono previste in aumento per gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia, e in calo per l’Argentina, riflettendo una diminuzione (-2%) della trasformazione in Farina.

 

La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in aumento rispetto alle stime di Dicembre, al valore record di 286,83 Mio t, grazie a maggiori produzioni nei principali Player Produttori, Stati Uniti e Brasile, in cui si prevedono maggiori aree coltivate.

Negli Stati Uniti la resa dei terreni è stimata in aumento a 43,3 bushel/acro (2,95 tons/ettaro); prosegue il trend di crescita della trasformazione della Soia per la forte domanda di Farina dell’ultimo trimestre del 2013.

Le Esportazioni di semi di Soia sono previste in aumento per gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia, e in calo per l’Argentina,  riflettendo una diminuzione (-2%) della trasformazione in Farina.

 

Nonostante la crisi, ci sono cooperative che investono e lo fanno in montagna...

Modena, 31 gennaio 2014 -

Sono una dimostrazione che si può investire in montagna nonostante la crisi, i tre caseifici del Frignano, tutti aderenti a Confcooperative Modena, che spenderanno complessivamente oltre 450 mila euro per potenziare la commercializzazione del Parmigiano Reggiano attraverso i propri punti vendita.

Si tratta dell'Industria Casearia di Pievepelago, del caseificio sociale Casello di Acquaria di Montecreto e del caseificio Roncoscaglia di Sestola, i cui progetti saranno finanziati dal Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano con un contributo totale di 170 mila euro. «Le nostre cooperative accettano la sfida dell'impegno diretto e si mettono in gioco per superare la crisi che ha duramente colpito anche la montagna - afferma il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Potenziare il confezionamento del formaggio significa da una parte migliorarne la commercializzazione, dall'altra agevolare il consumatore accorciando la filiera.Nello stesso tempo si intercettano gli appassionati di turismo enogastronomico interessati alle eccellenze del nostro territorio».

L'Industria Casearia di Pievepelago, l'unico caseificio rimasto attivo nell'Alto Frignano, investirà 235 mila euro per realizzare un centro di confezionamento a servizio del punto vendita e un'area per il ricevimento clienti e assaggi. Da sottolineare che tre anni fa la cooperativa ha speso 600 mila per realizzare un nuovo magazzino di stagionatura del formaggio che contiene 8 mila forme di Parmigiano Reggiano. Il caseificio Roncoscaglia di Sestola, invece, investirà 160 mila euro per costruire uno spaccio a forma di torre, sul modello dei caseifici di una volta, con una sala polivalente per la presentazione e assaggi delle produzioni tipiche. Infine il caseificio sociale Casello di Acquaria, che tra il 2010 e 2011 ha speso 1,2 milioni di euro per rinnovare magazzino e punto vendita, acquisterà una cella frigo e attrezzature per il confezionamento, con una spesa prevista di 68 mila euro.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Rete Ambiente Parma si interroga sull' inceneritore a grasso animale che Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento, ma non ancora funzionante -

Parma, 30 gennaio 2014 -

I cittadini di Felino e la gente del Poggio di S.Ilario Baganza se lo chiedono ormai da un po'. L'inceneritore a grasso animale che Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento che fine ha fatto?
Se lo è chiesto lo stesso comune di Langhirano, che si era opposto alla richiesta di un impianto simile nel suo territorio.
Non smettiamo di chiedercelo noi di Rete Ambiente Parma, impegnati in tutti i modi contro la sua realizzazione a causa della pericolosità delle emissioni.
L'impianto è pronto dall'inizio dell'estate scorsa, ma non si accende.
Mistero.
E' pronto l'impianto di rendering per la colatura del grasso dagli scarti dei prosciutti, è pronto il motore endotermico per bruciarlo ed alimentare il cogeneratore per produrre energia elettrica da cui ricavare milioni di euro di incentivi pubblici.
Eppure tutto tace.
Non dice niente nemmeno Citterio.
Per il Comune di Felino il problema è come se non esistesse, per l'Amministrazione Provinciale, che ha dato l'autorizzazione in conferenza dei servizi, vige la legge del silenzio.
Tra i tecnici del settore invece la voce corre.
Termoindustriale, l'azienda che ha fornito l'impianto, pare non sia stata pagata, e per questo è in lite con Citterio.
Citterio non vuole pagare.
Perchè?
Perché l'impianto non può funzionare.
Il grasso, che brucia bene come normale strutto suino, quando ricavato dalle carcasse appena macellate, ha un comportamento diverso se ricavato dagli scarti di prosciutti stagionati.
Il grasso da stagionatura ha un tenore di acidità tale che pregiudica la combustione e rischia di rovinare il motore.
Con una acidità dei grassi del 5%, la combustione accresce di molto la polimerizzazione e la formazione di concrezioni carboniose nel motore endotermico.
In un nostro documento di un anno fa avevamo già indicato il problema: "Il grasso viene mantenuto fluido tramite preriscaldamento. Il preriscaldamento provoca un aumento delle temperature in camera di combustione che, unitamente ad un elevato tenore di ossigeno delle molecole di grasso, determina polimerizzazioni degli acidi grassi e formazione di concrezioni carboniose agli iniettori ed alle valvole e grandi emissioni di NOx" (Reteambiente 15-3-2013 "Analisi puntuale del progetto Citterio")
Il livello maggiore di acidità dei grassi ricavati da prodotti stagionati ha accresciuto il problema.
Pare che l'azienda stia provando ad aggiungere additivi chimici al grasso da bruciare, con ulteriore pregiudizio per le emissioni nocive.
Così non va.
Gli enti preposti (Provincia, Comune di Felino, Arpa etc), che in conferenza dei servizi hanno autorizzato l'impianto, dovrebbero ora spiegare ai cittadini la situazione, sospendendo l'autorizzazione a bruciare.
Col silenzio si sta creando un grave pregiudizio alla qualità e alla salubrità delle produzioni agroalimentari del nostro territorio.
Vi è assoluta e urgente necessità di chiarezza sull'inceneritore, che si erge all'interno dello stabilimento Citterio.

Giuliano Serioli

(Fonte: ufficio stampa Rete Ambiente Parma)

 

 

 

 

Export +5%, tenuta dei consumi interni e produzione e scorte in calo.

Il “barometro” volge al bello per il Parmigiano Reggiano”. Tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri. Obiettivo del Consorzio, raggiungere quota 50% d’export.

 

di Lamberto Colla - Bologna, 29 gennaio 2014 -

 

Se lo scorso anno fu il terremoto a tenere banco alla tradizionale conferenza stampa del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, quest’anno lo sono stati i fattori di positività che hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2013. La soddisfazione del presidente Giuseppe Alai, affiancato dai due vicepresidenti Monica Venturini e Adolfo Filippini, traspare evidente soprattutto in relazione ai tempi di crisi vissuti dal Paese. E’ stato il responsabile del Centro Stampa, Gino Belli, a avviare i lavori e a sottolineare come l’elemento rilevante del 2013 sia stato l’istituzione del Piano di Regolazione dell’Offerta. Piani, sottoscritti dai produttori, che vanno nella direzione di  consolidamento del rapporto tra il prodotto con il territorio di origine. Una assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che ancor più rafforza la filiera produttiva. Un elemento di distintività  che andrà a arricchire gli elementi identificativi di un prodotto sempre più orientato all’export.

Giuseppe Alai CFPR 29gen14

- Sintesi annata 2013 -  

In breve sintesi, l’annata 2013, ha registrato un Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.

“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.

“Siamo dunque su valori – aggiunge il presidente del Consorzio – che non si toccavano dall’ottobre 2012 e che, associati a diversi altri elementi positivi, lasciano intravvedere un futuro più soddisfacente per i produttori, alle prese con rilevanti aumenti di diverse voci che incidono sul costo di produzione complessivo”.

A guardare gli indicatori di produzione molti sono i segnali positivi da registrare e tra questi, Alai indica il calo delle giacenze (-4,3% nel 2013, con una ulteriore accelerazione a partire dall’agosto scorso), la flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), le difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, il superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, la forte crescita dell’export e la buona tenuta dei consumi interni. “In un anno di grandissima difficoltà per le vendite alimentari al dettaglio – spiega al proposito Alai – le vendite di Parmigiano Reggiano nella GDO sono scese solo dell’1% e sono state ben compensate dall’incremento di quelle effettuate direttamente dai caseifici e da altri canali, tanto che il nostro risultato è positivo nonostante un calo delle vendite di formaggi duri pari al 2,3%”.

 

  • Obiettivo: stabilità di Prezzi e rapporto con il consumatore -

 

 “Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano”. “Con decisione assembleare pressoché unanime – sottolinea Alai – a settembre è stato dato il via a quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato, proprio per esercitare una tutela attiva dei redditi, altrimenti impossibile senza una ordinata crescita che ponga fine ad oscillazioni che anche nel recente passato (il 2011 sul 2010) hanno determinato crescite annue superiori al 7%”. Proprio il piano approvato nel settembre scorso prevede, per il 2014, una produzione di 3.250.000 forme (29.000 in meno rispetto al 2013).

Riccardo Deserti CFPR 29gen14

  • Focus su export e investimenti - 

 

Le esportazioni

Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.

“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.

E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.

Ai vertici delle classifiche dell’export restano la Francia (con una quota del 19%), il Regno Unito (17,1%), la Germania (16,9%) e gli USA (16,5%), seguiti da Canada, Giappone e Svizzera. 

“È in massima parte a questi Paesi  – spiega Deserti – che si lega la nostra crescita, anche se si sta consolidando un flusso sempre più consistente verso altre aree”.

“Pur partendo da quote complessivamente ancora modeste – prosegue Deserti – l’export al di fuori dei Paesi citati registra un +25%, con crescite percentuali molto rilevanti in Brasile (+130%), Indonesia (+140%), Arabia Saudita (+93%), Kuwait (+30%, Messico (+25%), India (+19%), Russia (+16%), Corea del Sud (+16%)”.

 

Nuovi investimenti

Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.

“Il nostro obiettivo primario – spiegano Alai e Deserti – è quello di far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità del nostro prodotto, grazie ad azioni informative/formative molto articolate che valorizzino al meglio il Parmigiano Reggiano sia laddove vi sono margini di crescita legati ai suoi tratti distintivi, sia laddove è necessario sottrarlo ad una dinamica di consumi globali in recessione”. Specifici progetti – con un ulteriore investimento per quasi 1 milione di euro – sono poi in campo con gli esportatori, la GDO e sul canale horeca.

Buona parte del bilancio del Consorzio (complessivamente 22,9 milioni) sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – sono state singolarmente controllate 3.500.000 forme nei caseifici, cui si sono aggiunti i controlli effettuati all’interno degli esercizi commerciali, che complessivamente hanno coinvolto 1.748 punti di vendita”. “Un sistema oneroso – conclude Deserti – ma necessario per assicurare ai consumatori e ai produttori quella tutela che non si può semplicemente rivendicare o delegare ad altri, ma richiede un ruolo attivo da parte di chi rappresenta un sistema così importante per l’agroalimentare italiano, per migliaia di imprese e decine di migliaia di operatori”.

 

-  Bilancio Post Terremoto - 

 

Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi – ad oggi –  i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012. 

Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all’iniziativa “1 euro per rinascere”  sono arrivati 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle  vendite  nelle  catene 

distributive e nel canale horeca per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro. La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).

L’impiego della prima tranche del contributo straordinario deciso dall’Assemblea dei caseifici del Parmigiano Reggiano nel luglio 2012 ha poi già consentito di assegnare alle strutture danneggiate un’altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente).

In totale, dunque, sono stati ad oggi erogati 4.823.429 euro, in attesa di completare il percorso delle istruttorie per la quantificazione dei danni e risarcimenti.

 

Lo chiede l'Associazione dato lo sblocco da parte di Provincia, Regione e Protezione Civile dei fondi utili ad intervenire sui versanti delle zone colpite

Modena, 29 gennaio 2014 -

Frane e Appennino: binomio tornato drammaticamente d'attualità in quest'inverno definito alquanto mite, col suo carico di disagi e pericolo per quanti abitano nelle zone soggette a smottamenti. Un problema che non lascia insensibile Confesercenti Pavullo: "Il rischio lo corre tutta la montagna, ma in particolare l'intero territorio comunale pavullese esposto ormai da tempo a questi fenomeni. La prevenzione e quindi la tutela di cittadini ed imprese a riguardo diventa indispensabile".
"Sono previsti in arrivo – evidenzia Paolo Lutti, presidente di Confesercenti Pavullo - i fondi utili al ripristino dei versanti del territorio comunale che nei mesi e negli anni scorsi sono stati oggetto di frane. Lo sblocco di tali somme da parte di Provincia, Regione e Protezione Civile, permetterà di programmare, a partire dai mesi primaverili importanti interventi di ripristino che oltre a garantire sicurezza al territorio, dovrebbero consentire il rientro nelle proprie sedi alle aziende ed alle famiglie che hanno dovuto abbandonare abitazioni e strutture produttive. E tali somme garantiranno anche lavoro per le aziende locali".
"Occorrerà però – prosegue Lutti – da parte degli enti preposti la garanzia di stanziamenti costanti per la tutela preventiva di emergenze e calamità; molti torrenti, utile ricordarlo, risultano infatti in diverse zone abbandonati e a rischio tenuta. I Comuni da soli faticano a fronteggiare queste determinate situazioni o quelle che potrebbero svilupparsi. Opportuno quindi l'aiuto non solo economico, ma anche progettuale per una programmazione ed un monitoraggio delle aree più a rischio. L'intera montagna soffre di tali carenze; in particolare Pavullo, il comune più grande della provincia per estensione ovviamente escludendo Modena città", conclude il presidente di Confesercenti Pavullo.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

 

Cassonetti di nuova generazione per la raccolta dei rifiuti, che puntano a un più adeguato impatto ambientale -

Pavullo, 29 gennaio 2014 -

E' partita a Pavullo una nuova operazione per il miglioramento dell'arredo urbano progettata in collaborazione con Hera, che consiste nel posizionamento di cassonetti di nuova generazione per la raccolta dei rifiuti, che puntano, oltre che a una miglior accessibilità, a un più adeguato impatto ambientale. I nuovi cassonetti diventano anche un veicolo per educare alla raccolta differenziata e aumentare la sensibilità dei cittadini verso il benessere ambientale del proprio territorio. Le attrezzature di raccolta, in color antracite e quindi visivamente più gradevoli, saranno anche caratterizzate da disegni e messaggi a scopo educativo. Saranno inoltre dotate inoltre di un cosiddetto "QR code", leggibile con gli smartphone, con il quale ci si potrà collegare al sito internet www.ilrifiutologo.it, dove ci si potrà informare sul corretto conferimento dei materiali. Le nuove isole saranno composte da contenitori per i rifiuti solidi urbani, a conferimento limitato, e contenitori per la carta e per la plastica. Le ubicazioni individuate sono tre: via Giardini presso il Parco Ducale, viale Martiri della libertà e Largo Ghibellini.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Pavullo)

 

Anche la Regione si è opposta al ricorso presentato dall' azienda Eolica Parmense per l' impianto eolico di Borgotaro, pertanto se l'Eolica Parmense vorrà insistere nel ricorso dovrà precedere alla costituzione davanti al Tar dell'Emilia-Romagna -

Parma, 29 gennioa 2014 -

La Provincia di Parma ha bocciato un progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare sull'Appennino Parmense, un'opera che è stata proposta da una controllata della RenInvest Sa, azienda del settore energetico con sede a Pedrinate, che sta agendo in Emilia Romagna attraverso la controllata "Eolica Parmense srl", il cui rappresentante legale è Claudio Zanini anch'egli ticinese. Dopo la decisione dell'ente locale, la società promotrice si è rivolta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presentando un ricorso straordinario con la richiesta di annullare l'atto che boccia il progetto. Esso prevedeva l'installazione di pale eoliche nel territorio del Comune di Borgo Val di Taro, nella frazione di Porcigatone nei pressi del passo Santa Donna. Il parco eolico è stato molto avversato da alcuni comitati di cittadini che lamentavano uno danno per il paesaggio. Una prima versione del progetto era stata presentata nell'estate del 2011 e contava tre pale alte 154 metri. L'anno scorso il progetto è stato cambiato e le pale sono diventate nove, sempre della stessa dimensione, per una potenza totale di 30,33 MW. Secondo la Provincia di Parma per essere autorizzate le pale eoliche dovrebbero funzionare almeno 1.800 ore all'anno, per 75 giorni, un parametro imposto dalla legge, ma sul Monte Santa Donna non ci sarebbe vento a sufficienza.

 

Salvatore Pizzo

 

 

 

La terza ottava del 2014 si apre con altri 5 centesimi perduti sul valore del burro. Le contaminazioni da lattosio pericolose per i soggetti allergici.

 

di Virgilio - 

Parma 29 gennaio 2014 --

La costante contrazione dei prezzi delle creme di latte che si è  innescata a fine novembre ha, definitivamente, intaccato tutte le tipologie di burro. Dal 2 novembre, infatti, le creme hanno perduto  38 centesimi sulla piazza di Milano e 32 su quella di Verona a seguito di una discesa che ha visto coinvolte 6 settimane sulle ultime otto di registrazione. Nello specifico, il Burro CEE, cede ancora un -1,33% quotando perciò 3,70€/kg. Perdite analoghe si registrano per tutte le tipologie e in tutti i mercati presi in considerazione. Il Burro zangolato da creme fresche sulla piazza parmense cede complessivamente 19 centesimi/kg nelle ultime due settimane posizionando il prezzo a 2,60€/kg mentre a Reggio Emilia, nella seduta di lunedi 27/1 ha confermato la tendenze lasciando altri 5 centesimi e fissando il prezzo a 2,55€/kg.

Anche il latte spot conferma la tendenza negativa ridimensionando i prezzi nella forbice compresa tra 47,43€ e 48,97€/100 litri di latte. 

Stazionari invece i valori delle due principali DOP, Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano. Tutte le principali piazze hanno, infatti, confermato i prezzi per tutte le stagionature prese in considerazione. Anche il “Parmigiano”  di 12 mesi si conferma tra i 9 e i 9,40€/kg alla Borsa merci parmense, ultima a registrare piccoli incrementi di valore, sino almeno al 13 dicembre scorso.

 

-Intolleranza e allergia al lattosio. il caso ProBios-

Poche settimane orsono avevamo segnalato come fosse abbastanza diffusa la presenza di lattosio in tantissimi e soprattutto insospettabili prodotti, farmaceutici compresi. Era il 12 gennaio quando segnalavamo di porre attenzione alle etichette di ogni confezione al fine di accertarsi della assenza di lattosio. Una misura precauzionale importante per gli intolleranti a questo zucchero ma indispensabile, quasi vitale, per i soggetti allergici i quali potrebbero incorrere, addirittura, in choc anafilattico. Ma mai avremmo immaginato che in prodotti dichiarati “Dairy Free” vi potesse essere traccia consistente di lattosio. Il caso, portato alla luce da “Striscia la Notizia” nelle puntate di lunedi 27 e martedi 28 gennaio, riguarda alcuni prodotti “PROBIOS” contaminati dai “cicli di lavorazione dei produzioni convenzionli”. Una contaminazione che potrebbe avere indotto lo choc anafilattico a un bambino allergico a questo diffuso zucchero.  La società in questione, per quanto tempestivamente informata da parte della famiglia - analisi alla mano - avrebbe provveduto a comunicare del problema ai punti vendita solo a seguito del servizio giornalistico. Comportamento assolutamente censurabile: non c’è crisi che tenga se gli effetti riguardano la salute. 

 

 

Per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati

Reggio Emilia, 28 gennaio 2014 - «Siamo molto preoccupati: chiediamo con urgenza un confronto franco e onesto con le Amministrazioni locali per concordare le modalità di applicazione della nuova imposta ed evitare di stringere definitivamente il cappio intorno al collo delle imprese», dice Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia: «Le nostre comunità hanno bisogno dei servizi, dei posti di lavoro, del presidio che le imprese del terziario sviluppano sul territorio. Non possiamo permettere che la politica continui a portare colpi letali all'economia, alla società, al Paese.»

«Giovedì scorso –spiega Donatella Prampolini Manzini- è scaduto il termine per il pagamento della maggiorazione TARES, con la quale lo Stato ha incassato da cittadini e imprese 1 miliardo di euro. Ma è soprattutto con il passaggio alla TARI, la componente rifiuti dell'Imposta unica comunale, avvenuto a inizio anno, che nel 2014 si registrerà un vero e proprio salasso per le imprese.»
Il dato emerge da un'analisi di Confcommercio sugli effetti per le imprese dei servizi e del terziario di mercato derivanti dal nuovo tributo introdotto dalla Legge di Stabilità. L'analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni dimostra, infatti, la pesante incidenza della TARI sulle attività economiche in questi settori con un incremento medio dei costi pari al 302%. Per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati, come nel caso dei negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), delle discoteche (+568%), dei ristoranti e pizzerie (+548%).

«Si tratta –conclude la presidente Prampolini Manzini- di incrementi ingiustificati e che derivano essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. È una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese, che impone sicuramente la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo. Nell'immediato occorre concordare con le Amministrazioni locali le modalità di applicazione della tassa per evitare di sferrare un ulteriore affondo al sistema delle imprese, con conseguenze facilmente prevedibili per le nostre comunità.»

Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, rispondendo alla consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi) che in una interrogazione a risposta immediata in Aula -

Bologna, 28 gennaio 2014 -

La Giunta regionale promuoverà opposizione (ex art. 10 del D.P.R. n.1119/1971) per chiedere che il ricorso al presidente della Repubblica promosso dall'Eolica Parmense sia deciso in sede giurisdizionale. Pertanto, se l'Eolica Parmense vorrà insistere nel ricorso dovrà precedere alla costituzione davanti al Tar dell'Emilia-Romagna. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, rispondendo alla consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi) che in una interrogazione a risposta immediata in Aula aveva chiesto alla Regione di costituirsi davanti alla giustizia amministrativa per difendere i propri provvedimenti in materia di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare contro il ricorso presentato dall'azienda Eolica Parmense al capo dello Stato per chiedere l'annullamento della delibera provinciale di Parma e della normativa regionale. "La questione – ricorda Meo– riguarda un progetto di impianto eolico nel Comune di Borgo Val di Taro; impianto che presenta elementi in palese contrasto con la deliberazione dell'Assemblea legislativa n.51/2011".

Nella replica, Meo si è dichiarata soddisfatta della risposta. "La Regione- ha detto- ha fatto scelte precise in materia di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Un impianto, sotto le 1800 ore di produzione per 60 giorni all'anno, in una zona particolare del territorio, non si deve fare".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Lo studio che ha analizzato la dinamica degli stanziamenti bancari erogati nella nostra regione nel corso del 2013 rivela Parma fanalino di coda in Emilia Romagna con un calo dei prestiti veramente sensibile -

Bologna, 28 gennaio 2014 -

"Limitare l'accesso al credito alle imprese artigiane equivale a decretarne il mancato sviluppo ed in molti casi la stessa sopravvivenza", così il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli commenta lo studio che ha analizzato la dinamica degli stanziamenti bancari erogati nella nostra regione nel corso del 2013. "In un quadro generale di perdurante recessione, che periodicamente sposta in avanti l'uscita dal tunnel della crisi - prosegue Granelli - si è aggravata l'emergenza credito, creando maggiori difficoltà nel reperimento dei finanziamenti necessari per la liquidità aziendale e per gli investimenti".

I dati di Banca d'Italia aggiornati al 30 Settembre 2013, relativi all'erogazione del credito alle imprese suddivisi per Regione e classe dimensionale, indicano uno stock totale di 808,8 miliardi di Euro di finanziamenti concessi al totale delle imprese italiane con un calo del 7,5% rispetto a Settembre 2012. Nello specifico l'Emilia-Romagna ha visto stanziamenti pari a 90,2 miliardi di euro, equivalente ad un calo del 6,3%, ma se consideriamo le imprese con meno di 20 addetti otteniamo un monte finanziamenti di 16,8 miliardi in calo del -5,8%, superiore al dato medio nazionale del -5,5%. "Abbiamo un dato peggiore rispetto a quello nazionale - prosegue Granelli - una conferma della particolare criticità che vivono nella nostra regione le piccole imprese che sono alla ricerca di credito, necessario per realtà storicamente sottocapitalizzate e per questo ancora più bisognose. E sebbene le piccole imprese rappresentino il 97% del totale si trovano a ricevere solo il 19% dei finanziamenti, al restante 3% delle aziende va oltre l'80% del credito".

Le prime sei regioni assorbono il 74,5% del totale dei finanziamenti erogati: la Lombardia è prima con il 27,9% del credito, l'Emilia Romagna è seconda con l'11,2%, terza posizione per il Veneto con l'11,1%, seguono il Lazio con il 10,7%, la Toscana con il 7,1% e il Piemonte con il 6,5%. Complessivamente il Centro-Nord assorbe ben l'86,1% del credito erogato a favore delle imprese (il Nord-Ovest pesa per il 36,8%, il Nord-Est per il 27,3% ed il Centro per il 21,9%), mentre il mezzogiorno assorbe il restante 13,9% (il Sud pesa per il 9,7% e le Isole solo per il 4,3%).
Le imprese con meno di 20 addetti assorbono il 19% del credito con scostamenti molto ampi che vanno dal 36,3% del Molise e dal 35,7% del Trentino Alto Adige al 9,1% del Lazio e al 13,6% della Lombardia in cui si concentrano maggiormente le imprese di grande dimensione. L'Emilia-Romagna con il 18,7% è sostanzialmente in linea con la media nazionale, mentre il calo di erogazioni per le imprese con più di 20 addetti è inferiore (-6,4%) al dato Italia (-8%).

Analizzando la dinamica provinciale del credito erogato nella sola Emilia Romagna troviamo un andamento molto diversificato: il calo medio è del 6,3% ma con scostamenti significativi che vanno dal -3,7% di Ravenna ad un astronomico -11,1% di Parma. Se consideriamo poi le piccole imprese con meno di 20 dipendenti, rispetto ad un calo regionale del 5,8%, gli scostamenti vanno dal -2,5% di Ferrara al -9% di Parma.

"Il dato dell'Emilia Romagna, pari al 5,5% del totale credito - commenta Granelli - evidenzia la pesante penalizzazione del settore artigiano nell'erogazione del credito, non solo rispetto ad altre regioni del Centro-Nord (Piemonte 7%, Veneto 6,2%, Toscana 6,4%, Marche 9,7%) ma soprattutto rispetto all'incidenza del comparto sul totale del registro imprese delle Camere di Commercio. Nella nostra Regione le imprese artigiane attive al 30 settembre 2013 erano 137.542 cioè ben il 32,7% del registro ditte che contava 420.537 imprese. Ed anche l'articolazione del credito all'artigianato nelle Province dell'Emilia-Romagna evidenzia questa contraddizione con significativi scostamento territoriali". Rispetto alla media nazionale (-6,4%) di erogazione del credito all'artigianato nell'ultimo anno, tranne Bologna (-6,1%) tutte le altre province dell'Emilia-Romagna registrano cali molto più marcati con punte massime a Ravenna (-12,4%) Reggio Emilia (-10,7%) Piacenza (-8,7%) Rimini (-8,3%) e Modena (-8,1%).

"Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dal costo del credito, le imprese italiane pagano tassi di interesse molto più alti rispetto ai concorrenti europei - sottolinea Granelli - sui nuovi finanziamenti avviamo un tasso di 79 punti base superiore a quello medio dell'Eurozona e lo spread massimo è di 137 punti base con la Germania. Insomma le nostre imprese ricevono poco denaro e quanto riescono ad ottenerlo lo pagano molto più caro dei concorrenti diretti, una morsa nella quale finiranno per rimanere stritolate. Questo stato delle cose deprime gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica, di conseguenza cala la produttività, uno dei più noti fattori critici dell'economia italiana".

Secondo gli ultimi dati diffusi a novembre da Banca d'Italia a giugno 2013 le imprese con meno di 20 addetti pagano tassi più alti in Calabria (10,60%), Campania (10,14%) e Umbria (10,00%) mentre il credito per le piccole imprese è relativamente meno costoso nella provincia autonoma di Bolzano (6,11%), provincia autonoma di Trento (6,64%) ed Emilia-Romagna (7,89%). Rispetto a giugno 2012 il tasso di interesse pagato dalle imprese è cresciuto in particolare in Puglia (+42 punti base), Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Umbria (tutte a +35 punti base) mentre è diminuito in Valle d'Aosta (-90 punti base), Abruzzo (-49 punti base) e Molise (-39 punti base). Nel confronto con i tassi di interesse con le imprese medio-grandi con 20 o più addetti si osserva che le piccole imprese pagano tassi maggiori rispetto alle medio-grandi in tutte le regioni: nel dettaglio lo spread maggiore si osserva in Liguria (382 punti base), seguita da Friuli-Venezia Giulia (344 punti base) e Piemonte (331 punti base) mentre quello minimo è rilevato in Molise (51 punti base), preceduto dalla provincia autonoma di Trento (145 punti) e provincia autonoma di Bolzano (147 punti base). L'Emilia-Romagna con uno spread di 215 si colloca tra le regioni più virtuose del Centro-Nord. A livello provinciale i tassi medi applicati alle imprese per finanziamenti per Cassa al 30 giugno 2013 riferiti ad operazioni in essere registrano le migliori condizioni a Forlì-Cesena (4,52%), Parma (4,58%), Ravenna (4,62%), Bologna (4,72%) e Rimini (4,77%) mentre i tassi più elevati si applicano a Modena (5,27%), Ferrara (5,18%), Reggio E.(4,95%) e Piacenza (4,83%).

"Non ci stancheremo mai di ripetere - prosegue Marco Granelli - che per affrontare l'emergenza credito è fondamentale il ruolo dei Confidi a supporto delle imprese che non dispongono di sufficienti garanzie reali richieste dal sistema bancario in modo generalizzato e di importi sempre più elevati, a volte anche superiori al finanziamento concesso. In Emilia-Romagna questo ruolo è affidato ad Unifidi, consorzio regionale unitario di Garanzia, costituito anni fa da Confartigianato e Cna che ha raggiunto livelli di operatività tra i primi in Italia e in Europa. Purtroppo recessione e restrizioni nell'accesso al credito hanno avuto ripercussioni anche su questo importante strumento, pur confermandosi a livelli di prim'ordine per l'artigianato e la piccola impresa".
Nel 2013 sono state approvate 7.778 domande per un importo complessivo di finanziamenti pari a 620,4 milioni di euro, con un finanziamento medio di 79.765 euro e una garanzia media del 48,5%. Rispetto al 2012 si registra un calo del 13% sulle pratiche e un aumento di ben il 16% sul garantito a conferma delle crescenti difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese e della richiesta crescente di garanzie reali da parte del sistema bancario.
La dinamica provinciale vede confermarsi al primo posto Bologna con 1.356 pratiche deliberate seguita da Modena (1.153), Ravenna (1.171), Reggio Emilia (797), Piacenza (732), Forlì-Cesena (672), Rimini (637), Ferrara (556) e Parma (548).
Per quanto riguarda le motivazioni dei finanziamenti garantiti da Unifidi il 32,9% è per investimenti e il 67,1% per liquidità aziendale. Nel 2012 gli investimenti erano al 58% e la liquidità al 42%. La forma tecnica prevalente è con mutui chirografari (51,8%) seguita dai fidi in conto corrente (14,1%) e dall'anticipo fatture (6%). Di particolare rilievo il dato sui nuovi soci del 2013 (2921), che assieme alle integrazioni di capitale consentono di corrispondere alle esigenze di capitalizzazione richieste dalla Vigilanza di Banca Italia.

"Purtroppo questi importantissimi strumenti per favorire l'accesso al credito, negli ultimi anni non hanno ricevuto più il sostegno delle istituzioni ai vari livelli di competenza e responsabilità che sarebbero necessari per riaprire i canali dei finanziamenti alle piccole imprese - conclude Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – serve un rafforzamento patrimoniale dei Consorzi di Garanzia e il Governo potrebbe farlo con una semplificazione normativa che eviti inutili semplificazioni di adempimenti già svolti dalle banche, come l'anti-riciclaggio, e l'applicazione di criteri di vigilanza attenuati e meno onerosi. La prima richiesta è inserita nella Legge di stabilità 2014, ma occorre aspettare il parere dell'Unione Europea e il solito Decreto attuativo. Anche il governo della nostra regione deve fare uno sforzo straordinario per sostenere la categoria nell'accesso al credito. Confartigianato ha fatto richieste precise: aumento della capitalizzazione di Unifidi; coordinare gli interventi del FEI con il nuovo POR 2014-2020 per cartolarizzazioni sintetiche delle Garanzie; attivazione della lettera L)art.18 della Bassanini affinché il Fondo Centrale di Garanzia venga utilizzato in Emilia Romagna esclusivamente in controgaranzia con i Confidi; costituzione di un Fondo rotativo per gli investimenti delle imprese artigiane con contributi in conto-interesse ripristinando sostanzialmente la Legge Reg.le 3; costituzione di un Fondo rotativo per il Microcredito per sostenere la costituzione e il decollo di nuove imprese artigiane."

Prestiti alle imprese* e all'artigianato e dinamica nell'ultimo anno nelle Regioni

Stock al 30 giugno 2013 in milioni di euro, var. % rispetto a giugno 2012 e incidenze. Sofferenze incluse

 

           Sistema

           Produttivo

Var.%

ARTIGIANATO    

           %                  Var.ass.                             % su sistema

sul totale         giu.2012 –giu.2013       Var.%         produttivo

    

 

Abruzzo

15.316

-5,5

1.125

2,3

-113

-9,1

7,3

Basilicata

3.962

-1,9

318

0,6

-14

-4,3

8,0

Calabria

8.973

-2,4

683

1,4

-30

-4,2

7,6

Campania

37.396

-5,4

1.115

2,2

-42

-3,6

3,0

Emilia-Romagna

102.388

-4,3

5.666

11,3

-525

-8,5

5,5

Friuli-Venezia Giulia

17.544

-3,9

1.172

2,3

-101

-7,9

6,7

Lazio

103.811

-10,5

1.718

3,4

-86

-4,8

1,7

Liguria

20.595

-1,7

1.176

2,4

-65

-5,3

5,7

Lombardia

250.791

-5,1

10.746

21,5

-649

-5,7

4,3

Marche

26.405

-4,2

2.566

5,1

-207

-7,5

9,7

Molise

2.107

-5,2

191

0,4

-19

-9,0

9,1

Piemonte

59.762

-2,4

4.209

8,4

-327

-7,2

7,0

Puglia

28.178

-2,4

1.964

3,9

-80

-3,9

7,0

Sardegna

12.385

-2,9

956

1,9

-66

-6,5

7,7

Sicilia

30.592

-3,3

1.923

3,9

-106

-5,2

6,3

Toscana

67.906

-2,5

4.320

8,7

-214

-4,7

6,4

Trentino-Alto Adige

28.092

-3,7

2.524

5,1

-123

-4,6

9,0

Umbria

13.529

-2,3

1.217

2,4

-81

-6,2

9,0

Valle d'Aosta

1.675

-6,0

129

0,3

-4

-3,3

7,7

Veneto

100.790

-3,4

6.222

12,5

-545

-8,1

6,2

Nord-Ovest

332.823

-4,4

16.260

32,6

-1.047

-6,0

4,9

Nord-Est

248.814

-3,9

15.584

31,2

-1.294

-7,7

6,3

Centro

211.651

-6,8

9.821

19,7

-589

-5,7

4,6

Mezzo-giorno

138.909

-3,9

8.275

16,6

-470

-5,4

6,0

Centro-Nord

793.288

-4,9

41.665

83,4

-2.929

-6,6

5,3

ITALIA

932.197

-4,7

49.940

100,0

-3.399

-6,4

5,4

* totale Ateco 2007 al netto della sezione U cioè società e quasi-società non finanziarie e famiglie produttrici

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Artigiancassa da fonte Banca d'Italia e Banca d'Italia

 

Prestiti alle imprese e all'artigianato e dinamica nell'ultimo anno nelle province 

 

Stock al 30 giugno 2013 in milioni di euro, var. % rispetto a giugno 2012 e incidenze.

Sofferenze incluse

Provincia

Mn di euro

%

Var. % su

  giugno

    2012

Rank

Bologna

1.027

2,1

-6,1

56

 

Ferrara

339

0,7

-7,8

83

 

Forlì-Cesena

766

1,5

-7,8

83

 

Modena

821

1,6

-8,1

87

 

Parma

609

1,2

-8,0

86

 

Piacenza

389

0,8

-8,7

95

 

Ravenna

505

1,0

-12,4

106

 

Reggio Emilia

717

1,4

-10,7

104

 

Rimini

494

1,0

-8,3

  89

 

 

Tassi di interesse a breve termine per dimensione di impresa nelle Regioni.

 

Dicembre 2009-giugno 2013; tassi e var. in punti base; rischi autoliquidanti e a revoca

 

 

Regioni

Piccole imprese

(meno 20 addetti)*

Imprese

medio-grandi

(20 o più addetti)**

Dicembre

2009

Dicembre

2010

Dicembre

2011

Dicembre

2012

Giugno

2012

Marzo

2013

 

    

Giugno             Rank

2013     

Var. su

giugno 2012

in p.b.

Giugno

2013

Gap

con piccole

imprese

in p.b.

 

Abruzzo

7,98

7,93

9,10

9,58

9,96

9,57

9,49

9

-47

7,21

228

Basilicata

8,69

8,53

9,34

9,07

9,83

9,60

9,52

8

-31

6,86

266

Calabria

8,78

8,63

9,75

10,07

10,53

10,66

10,60

1

7

8,94

166

Campania

8,88

8,47

9,23

9,70

9,94

10,48

10,14

2

20

7,89

225

Emilia-Romagna

6,25

6,30

7,39

7,77

7,91

7,94

7,89

18

-2

5,74

215

Friuli-Venezia Giulia

7,13

6,77

7,78

8,50

8,20

8,59

8,55

14

35

5,11

344

Lazio

7,70

7,00

7,80

8,40

8,50

8,80

8,60

13

10

7,10

150

 

Liguria

8,31

8,42

9,40

10,20

10,04

10,17

9,96

5

-8

6,14

382

Lombardia

7,54

7,24

8,17

8,93

8,74

8,97

8,86

11

12

5,68

318

Marche

6,97

7,03

8,14

8,71

8,83

8,96

8,80

12

-3

6,56

224

Molise

7,57

6,77

7,77

8,62

8,75

8,17

8,36

15

-39

7,85

51

P.A. Bolzano

4,90

5,18

5,80

5,87

6,05

5,97

6,11

21

6

4,64

147

P.A. Trento

5,16

5,01

5,81

6,48

6,29

6,64

6,64

20

35

5,19

145

Piemonte

7,94

7,45

8,47

8,96

8,95

9,14

8,96

10

1

5,65

331

Puglia

7,85

7,72

8,71

9,39

9,56

10,20

9,98

4

42

7,56

242

Sardegna

8,35

8,04

8,97

9,33

9,52

9,52

9,46

9

-6

7,51

195

Sicilia

8,52

8,15

9,09

9,53

9,50

9,56

9,59

7

9

7,89

170

Toscana

7,90

7,60

8,90

9,70

9,50

9,90

9,80

6

30

6,80

300

Umbria

7,68

7,59

8,92

9,45

9,65

10,02

10,00

3

35

7,01

299

Valle d'Aosta

7,51

7,78

8,85

8,45

9,11

8,41

8,21

17

-90

5,87

234

Veneto

6,96

6,54

7,70

8,37

8,31

8,49

8,35

16

4

5,62

273

_______________________________________________________________________________

* Società in accomandita semplice, Società in nome collettivo, Società semplici, Società di fatto e Società individuali con meno di 20 addetti

** Società semplici, società di fatto, società in accomandita semplice e società in nome collettivo con un numero di addetti almeno pari a 20, società di capitali, cooperative e altre tipologia giuridiche (ad es. consorzi) per l'esercizio di attività di impresa


Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia.

 

Cassinelli commenta i dati sul credito presentati ieri mattina a Bologna

«La situazione del credito nella nostra provincia è preoccupante. Parma è fanalino di coda in Emilia Romagna, il calo dei prestiti è veramente sensibile (-11%). Non è un caso che da anni denunciamo questa situazione. Confartigianato Imprese Apla sta facendo il possibile per le proprie imprese cercando di sostenerle grazie a Unifidi e al nostro servizio crediti, ma questo non basta, le banche devono tornare a fare le banche. Anche per questi motivi il 18 febbraio prossimo a Roma manifesteremo assieme alle associazioni di categoria che fanno parte di Rete Imprese Italia». Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma ha commentato così i dati dell'Ufficio Studi di Confartigianato (basati su dati Banca d'Italia) presentati ieri mattina a Bologna da Confartigianato Emilia Romagna.
«Come ha giustamente ribadito il presidente regionale Marco Granelli senza credito non si può sperare di uscire dalla crisi – ha concluso Cassinelli»

(Ufficio stampa: Confartiginato Parma)

 

 

Martedì, 28 Gennaio 2014 08:01

Povero Ministero dell’Agricoltura

 

 

Abrogato con referendum nel 1993, il “Ministero dell’Agricoltura” perde la sua seconda Ministra della storia e quel che è peggio il quinto ministro in 5 anni. 

 

 di Lamberto Colla - Parma, 28 gennaio 2014 -

 

La tormentata storia del dicastero agricolo inizia nel 1993 quando, attraverso il referendum, i cittadini decisero che non aveva più ragion d’esistere in forza del trasferimento legislativo in materia agricola avvento dallo Stato alle Regioni. Rapidamente risorto come Ministero del Coordinamento delle Politiche Agricole (1993) per assumere, subito dopo, la denominazione di Ministero delle Risorse Agricole Alimentarie  Forestali viene coinvolto in diverse riforme dal 1999 al 2006 l’ultima delle quali sotto il Governo Prodi è dove assume l’attuale denominazione di Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF). 

La rapida resurrezione ministeriale fu determinata, per raccontarla tutta, dalla necessità di rappresentanza degli interessi unitari dell'Italia in seno all'Unione europea, al fine di evitare soprattutto la perdita dei fondi della PAC (Politica Agricola Comune).

 

Seconda rappresentante del mondo femminile nella storia del dicastero agricolo (la prima fu Adriana Poli Bortone durante il primo Governo Berlusconi), Nunzia De Girolamo, ha preferito dimettersi, piuttosto di rischiare la “sfiducia” parlamentare, per impegnarsi nella difesa (per ora non è indagata) dei fatti emersi dalle registrazioni illegali avvenute entro le mura domestiche. 

Dimissioni che Nunzia De Girolamo ha così giustificato: "Ho deciso di lasciare un ministero perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare, perché era suo dovere prima morale e poi politico"

 

Cinque Ministri in cinque anni però sono obiettivamente troppi soprattutto alla luce dell’imminenza di EXPO2015, e del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell'Unione Europea.  E forse proprio per queste ragioni o per trovare “asilo” a qualche politico da troppo tempo parcheggiato che si sta scatenando la bagarre per la poltrona agricola che invece la  Lega Nord vedrebbe volentieri definitivamente rottamata. Il Segretario Matteo Salvini, infatti, coglie l’occasione per rispolverare i temi federalistici del movimento e posta su web la sua opinione poi ripresa in Commissione Agricoltura dall’On. Caon (LN).  «Chi sarà il nuovo ministro dell’Agricoltura? - ha postato Salvini -Spero nessuno. Visto che dopo Zaia c’è stato il nulla, perché non lasciare che siano le Regioni a gestirsi le politiche agricole? Indipendenti, da Roma e da Bruxelles».

Intanto sarà Enrico Letta stesso a assumere l’incarico poi si vedrà.

Giusto per rinfrescare la memoria della ultime 5 meteore agricole “dopo Zaia”:

  1. Giancarlo Galan (IV Berlusconi) 16/4/2010
  2. Francesco Saverio Romano (IV Berlusconi) 23/3/2011
  3. Mario Catania (Monti) 16/11/2011
  4. Nunzia De Girolamo (Letta) 28/4/2013
  5. Enrico Letta ad interim (Letta) 27/1/2014

 

Il Consorzio della bonifica Burana ha scaricato l'eccezionale quantità di 9 milioni di metri cubi di acqua con 100 uomini impiegati 24 ore su 24 -

Bologna, 27 Gennaio 2014 –

Ad una settimana dall'emergenza alluvione nella provincia di Modena, Urber stila un primo bilancio dell'operato sul territorio gravemente colpito e che ha visto il Consorzio della bonifica Burana impegnarsi in un operato di entità straordinaria.

L'ondata di piena che si è riversata sulla Bassa modenese ha allagato ben diecimila ettari di territorio, sia agricolo che urbanizzato, e il Consorzio ha scaricato l'eccezionale quantità di 9 milioni di metri cubi di acqua attraverso i propri impianti. Notevole inoltre il dispiego di forze umane, preziose risorse grazie alle quali è stata correttamente affrontata la difficile situazione: 100 uomini tra tecnici, esperti e personale direttivo che, attivi 24 ore su 24 per tutta la durata dell'emergenza, hanno consentito di gestire nel migliore dei modi tutti i punti della rete scolante, controllando e verificando ogni singolo contesto ed arginando così in tempo utile qualsiasi ulteriore condizione di criticità.

Il Presidente del Consorzio della bonifica Burana Francesco Vincenzi, insieme al consiglio di amministrazione del Consorzio stesso, esprime soddisfazione per l'operato di tutta la struttura consortile che si è adoperata senza risparmiarsi nel fronteggiare l'emergenza e ringrazia la Regione, i Comuni, le Forze dell'Ordine tutte e la Protezione Civile per la stretta collaborazione.

Tutto questo, come sottolineato da Urber, è l'evidente dimostrazione dell'impiego dei contributi dei cittadini consorziati in favore delle opere della salvaguardia e della messa in sicurezza di tutto il territorio. La rete infatti è di norma deputata al defluire delle sole acque piovane; per questo i contributi dei consorziati sono commisurati all'esercizio della rete di bonifica per il drenaggio che avviene sul territorio e non per eventi di così eccezionale portata e di acque non di competenza. Il contributo dei consorziati si è dunque rivelato prezioso per il controllo dell'emergenza.

(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

 

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 04- 27 Gennaio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 04 27 Gennaio 14

1.1 editoriale

75 km quadrati di cantine allagate

2.1 nuovi prodotti

Da Valfrutta la nuova linea tutta benessere e naturalità.

3.1 Lattiero Caseario

Cedimento confermato per tutte le tipologie di burro. Sottoscritto l’accordo per il prezzo del latte lombardo                                    

4,1 Google e mipaaf

Agroalimentare 2.0

4,2 crisi mattone

La crisi si legge nel mattone

5,1 crisi di qualifiche

Mancano pasticceri e gelatieri

5,2 crisi

Unimpresa, nel 2013 tre famiglie su cinque al discount per risparmiare

6,1 calamita’

Maltempo: Coldiretti, sos agricoltura, nelle campagne è calamità

7.1 Dissesto idrogeologico                           

Modena, una terza e profonda ferita nella bassa.

 

cibus 04 2014 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

Legumi e cereali secchi.

-  gennaio 2014 –

I consumatori ricercano alimenti naturali per vivere meglio e in salute? I legumi e cereali secchi Valfrutta sono la risposta migliore per un’alimentazione sana ed equilibrata.

L’alimentazione diventa sempre più centrale nelle nostra vita, un concentrato di significati materiali e culturali. Il nostro modo di alimentarci sta cambiando, incorporando sempre più valori: il gusto, la convivialità, il benessere, la ‘buona esperienza’.

Valfrutta sa che alcuni alimenti, come cereali e legumi, sono un elemento essenziale per un’alimentazione sana ed equilibrata in linea con la dieta mediterranea.

Proprietà uniche

Ricchi di principi nutritivi – carboidrati, fibre, proteine, sali minerali e vitamine – e con pochi grassi, in grado di ridurre l’assunzione di calorie, i legumi e i cereali sono la proteina per eccellenza sostitutiva della carne. Versatili in cucina, sono una  naturale risposta e un’alternativa  economica per nutrirsi correttamente. Per questi motivi Valfrutta lancia la nuova linea di legumi e cereali secchi puntando sul benessere naturale di prodotti semplici e tradizionali. Ogni prodotto della gamma è stato accuratamente selezionato dalle zone di coltivazione dell’Italia e di altri paesi più vocati. La gamma è composta dai Classici, dalle Zuppe Regionali e dalle Zuppe del Benessere. I Classici comprendono i Borlotti, i Ceci, il Farro, l’Orzo, le Lenticchie giganti, le Lenticchie mignon, i Tondini, i Piselli spezzati e le Fave spezzate: 8 referenze confezionate tutte in sacchetti da 500 grammi, ad eccezione delle Fave spezzate proposte nel formato da 400 grammi. Il sacchetto, trasparente, per una migliore visibilità del prodotto, è anche stand up il tutto per comunicare la massima qualità.

Le Zuppe Regionali propongono il meglio della tradizione italiana in mix gustosi e nutrienti. Confezionate in sacchetto opalino da 250 grammi sono disponibili in 3 versioni:

• la Zuppa toscana, con fagioli occhio nero (20%), fagioli great northern (20%), fagioli tondini (20%), ceci (20%) e farro perlato (20%);

•  la Zuppa Umbra, con lenticchie eston (40%), orzo perlato (20%), grano saraceno decorticato (20%) e cicerchia decorticata (20%);

• la Zuppa Pugliese, con fave intere (20%), fave spezzate (20%), ceci (20%), piselli verdi spezzati (20%) e fagioli cannellini (20%).

Le Zuppe del Benessere sono un mix di legumi e cereali secchi selezionati con cura per offrire ogni giorno gusto e proprietà nutritive in un piatto unico facile da preparare. Confezionate in sacchetto opalino da 250 grammi comprendono:

• la Zuppa Ricca con orzo perlato (20%), fagioli cannellini (20%), piselli verdi spezzati (15%), ceci decorticati (15%), fagioli borlotti (15%) e lenticchie eston (15%) – Una zuppa ad alto contenuto di fibre e fonte di Ferro, con un basso contenuto di grassi e un alto contenuto di proteine;

• la Zuppa Leggera con riso integrale (30%) , piselli verdi spezzati (50%) e fagioli azuki verdi (20%) – Una zuppa con -30% di grassi e fonte di Fosforo, a bassissimo contenuto di grassi e di sale rispetto alla media delle zuppe secche più vendute;

• la Zuppa Fibra con orzo perlato (30%), avena decorticata (30%), lenticchie eston (30%) e fave spezzate (10%) – Una zuppa ad alto contenuto di fibre, fonte di Vitamina B6 e a bassissimo contenuto di sale. La gamma Legumi e Cereali secchi Valfrutta si rivolge ad un consumatore consapevole che la qualità della propria alimentazione va ricercata in prodotti semplici, nei quali l’equilibrio di preziosi contenuti nutrizionali è elemento essenziale.

La Qualità è garantita da Vaòfrutta leader incontrastato del delle conserve vegetali e protagonista del mercato verde.  (Valfrutta)

Il tempo medio di conservazione per i Classici, per le Zuppe regionali e per le Zuppe del Benessere è di 18 mesi.

Domenica, 26 Gennaio 2014 10:33

Agroalimentare 2.0

 

 

De Girolamo: il progetto con Google é molto importante, il futuro é nella rete e nell'agroalimentare 


- Roma 21/01/2014 -

"Abbiamo fatto una scommessa, noi come Ministero, Google, il mondo dei consorzi e tutti gli attori che hanno dato vita a questo progetto. Una scommessa ambiziosa: creare l'agroalimentare 2.0. È sempre più evidente che new-technology e agroalimentare sono i settori che daranno più occupazione nel futuro. Perché non metterli insieme? Perché non fare un link tra la Silicon Valley e la nostra Food Valley? Ci voleva creatività, tanto lavoro e un po' di coraggio, che non ci sono mancati. Inoltre, al Ministero, questo progetto non è costato un euro. In Italia abbiamo 261 prodotti a denominazione (Dop, Igp e Stg), attraverso la rete vogliamo dare visibilità a tutti quelli che danno vita a prodotti straordinari che costituiscono, insieme alla cultura, il sogno italiano. Il futuro è nella rete e nell'agroalimentare. Questi due sistemi, messi in connessione, potranno dare accesso a informazioni e svilupperanno grandi opportunità di lavoro".

Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, partecipando al convegno "Made in Italy: eccellenze in digitale", nel corso del quale è stato lanciato il progetto del nuovo sito www.google.it/madeinitaly .

"Abbiamo raccontato il nostro Paese - ha spiegato il Ministro - creando un vero e proprio museo dell'agroalimentare di qualità, una mostra virtuale e permanente, che ripercorre la loro storia, la loro originalità".

"Crediamo in questo progetto - ha aggiunto il Ministro De Girolamo -, ma questo è solo l'inizio di un'attività che può significare molto per le nostre aziende. Stiamo lavorando per portare internet ad alta velocità nelle zone rurali con un progetto dedicato alla banda larga. I produttori sono tanti, vogliono visibilità e quindi noi li mettiamo in rete, diamo visibilità ai loro prodotti e al loro lavoro. Aprendo queste pagine non c'è solo storia dell'agroalimentare, in quelle pagine noi vediamo la storia del nostro Paese, della nostra terra e della nostra cultura. Non so quali mezzi di comunicazione e quali tecnologie userà mia figlia per comunicare, so però che lo farà attraverso internet e che non rinuncerà alla tradizione e a un bel panino con il Pane di Altamura, il Pecorino Toscano e il Prosciutto di San Daniele. Attraverso queste pagine possiamo stimolare attenzione di chi le consulta in giro per il mondo e ha la curiosità di venire  a scoprire il nostro Paese".

Domenica, 26 Gennaio 2014 10:08

La crisi si legge nel mattone.

 

Più che flessione si tratta di  vero e proprio crollo dell’edilizia residenziale: -37,2%

 

 - Roma  gennaio 2014 -- 

Nel primo semestre del 2013 l'edilizia residenziale presenta una rilevante flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,2% le abitazioni e -35,5% la superficie utile abitabile). A comunicarlo è l’ISTAT nella   periodica rilevazione. Anche l'edilizia non residenziale - prosegue il comunicato dell’istituto statistico - ha una consistente diminuzione con quasi un terzo di superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6%).

Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando, nel primo trimestre, una variazione tendenziale del -38,2% e nel secondo del -36,2%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -36,6% per il primo trimestre 2013 e -34,3% per il secondo.

Nel primo trimestre del 2013, l'edilizia non residenziale presenta una superficie in netta contrazione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,3%). Meno accentuata è la flessione nel secondo trimestre 2013, con un calo della superficie non residenziale pari al 25,6% rispetto allo stesso periodo del 2012.

abitazioni IItrim2013 gde

 

(Fonte ISTAT)

 

Cresce la spesa low cost nel 2013.

 

-  gennaio 2014 - 

 Le famiglie italiane inseguono sempre di più risparmi e promozioni: 3 su 5 hanno provato almeno una volta i discount nel 2013. La recessione ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: gli italiani fanno economia e così lo scorso anno sono cresciuti dell’72% rispetto al 2012 gli acquisti di offerte speciali. Aumentano le persone che fanno shopping “per mangiare” nei negozi “a basso costo”. Dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. Questo il risultato di un rapporto del Centro studi Unimpresa, che ha condotto un’analisi a campione tra i 18mila esercizi commerciali associati.
Nel carrello della spesa degli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca di Unimpresa, finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale. Lo studio conferma e mette in luce una tendenza in atto da tempo, peraltro già rilevata negli ultimi due anni dall’associazione. Confermato il dato più rilevante, secondo cui l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria “incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li leggono sempre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi.
Tutto ciò, però, ha inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza negativa del 55-60%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2012 i consumi sono scesi del 4,3%. E nel 2013 (dato di ottobre) sono risultati in calo dell’1,6% su base annua precipitando al livello degli anni ’90. I dati indicano che i piccoli negozi sono sempre meno frequentati (-3,2%) e il trend è negativo anche per i supermercati (-1,6%). Solo i discount segnano una tendenza positiva (+2,9%)
“Lanciamo l’allarme rosso: l’inasprimento tributario sta facendo chiudere a catena i piccoli negozi e anche la grande distribuzione organizzata, già colpita dalla bufera economica, potrebbe accusare un colpo tremendo” dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Serve una cura da cavallo – aggiunge Longobardi – per far ripartire l’economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta. Il Governo di Enrico Letta non può perdere altro tempo”.

 

Ufficio Stampa Unimpresa

 

Animali nel fango e aziende allagate e senza corrente.

 

Roma, 21 gennaio 2014 -

 

Intere aziende finite sott’acqua con stalle allagate e animali nel fango, coltivazioni di frutta e verdura distrutte, serre sommerse, trattori e attrezzature fuori uso, vigneti doc allagati, piante di olivo travolte dalle frane e dagli smottamenti che stanno ostacolando la viabilità. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio sugli effetti del maltempo effettuato dalla Coldiretti che chiede di avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nei territori colpiti, dalla Liguria alla Toscana fino all’Emilia dove a Modena l'alluvione con l’esondazione del Secchia ha colpito la culla del Lambrusco di Sorbara DOC e delle Pere dell'Emilia Romagna IGP, una delle zone dove si ottengono le produzioni di maggior pregio dell'agricoltura locale e regionale. A Modena - rileva la Coldiretti - si contano oltre duemila ettari di coltivazioni sommerse con grano e altri cereali spazzati via dalla furia delle acque che hanno invaso anche le stalle dove si lavora per mettere in salvo gli animali. Ma nelle campagne manca anche la corrente elettrica nelle abitazioni, nelle cantine e negli stabilimenti di frigoconservazione con il rischio di perdita dei raccolti. Le strutture della Coldiretti si sono attivate per le richieste di soccorso e il monitoraggio dei danni per verificare le condizioni per la dichiarazione di calamità. Il maltempo – precisa la Coldiretti - si è infatti abbattuto su un territorio fragile con la percentuale di comuni con parte del territorio a rischio frane ed alluvioni che varia dal 98 per cento in Toscana e Liguria al 95 per cento in Emilia Romagna colpite dall’ondata di maltempo. Siamo di fronte - continua la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell'82 per cento dei Comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni ed oggi ben 5 milioni di cittadini vivono in zone di pericolo. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.

 

 

Il comunicato dell'Unione Regionale delle Bonifiche dell' Emilia-Romagna che evidenza una grave situazione a causa dell'instabilità idrogeologica del territorio, conseguenza diretta della presenza e dell'attività di questi animali nell'erodere costantemente le arginature -

Bologna – 24 Gennaio 2014 –

La gravissima emergenza della piena nel modenese, causata dall'esondazione del fiume Secchia, sta vedendo i Consorzi di bonifica costantemente impegnati nella salvaguardia del territorio delle zone colpite. Il dispiego delle forze, uomini e mezzi, è stato totale e tra le numerose operazioni di messa in sicurezza si è evidenziata la grave problematica dell'erosione degli argini causata dalle nutrie.

Secondo uno studio recentissimo dell'Università di Pavia – e come già sottolineato dal Consorzio di bonifica di Piacenza – emergerebbe una grave situazione proprio a causa dell'instabilità idrogeologica del territorio, conseguenza diretta della presenza e dell'attività di questi animali nell'erodere costantemente le arginature; situazione che crea grave insicurezza per l'uomo e per l'attività economiche.

Le nutrie costituiscono infatti un fattore di rischio per canali e argini, poiché creando tane in prossimità degli stessi e scavando profonde buche e gallerie che poi franano, rendono gli argini più deboli in caso di innalzamento del livello delle acque, provocando allagamenti e danni ingenti. Questo problema, che coinvolge tutto il territorio, sta diventando sempre più evidente e pericoloso soprattutto nelle zone di pianura dove i canali sono più larghi.

È fondamentale mettere al centro del dibattito la funzionalità delle opere, il ripristino delle sponde, lo sfalcio e risezionamento dei canali prima della "rinaturalizzazione" delle opere, avendo come obiettivo prioritario la salvaguardia del territorio.

"Prima di tutto vengono gli uomini e le loro attività economiche – ha commentato Massimiliano Pederzoli, presidente di Urber (Unione Regionale delle Bonifiche dell'Emilia-Romagna) –. Proteggere il nostro territorio e tutelarne i valori economici, tra cui l'agricoltura e i suoi prodotti, significa prevenire pericoli come quello rappresentato dalle nutrie; i Consorzi di bonifica, attraverso un continuo lavoro di manutenzione e monitoraggio dei canali, cercano di evitare il cedimento degli argini causato da questi animali, con un notevole impiego di risorse sia economiche che umane, ma i miracoli non si possono fare. È per questo però che servirebbe al più presto una normativa forte in tal senso che privilegi una manutenzione attiva volta a impedire che si ripeta ciò che si sarebbe potuto evitare".

Tra l'altro questa specie, secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) e il Gruppo di studio sulle specie invasive (ISSG), proprio per la sua caratteristica erosiva è da considerarsi nell'Elenco delle cento specie invasive più dannose al mondo.

(Fonte: ufficio stampa Urber)

 

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