Il Battibecco tra il Nunzia De Girolamo e Confindustria in merito alla partecipazione al Brennero del Ministro.
- On. Nunzia De Girolamo, 04 Dicembre 2013 20,01-
L'unica cosa sconcertante sono i toni usati da un'organizzazione come Confindustria che invece di schierarsi a difesa degli interessi nazionali lancia accuse al limite dell'insulto personale a chi, come Ministro, svolge il suo dovere di tutela della produzione agricola nazionale.
Invece di trincerarsi dietro un europeismo a corrente alternata, Confindustria si adoperi per difendere il Made in Italy che è così prezioso per tutto il Paese, compresi i suoi associati, ed è minacciato da una concorrenza sleale senza precedenti. Sono andata al Brennero per manifestare solidarietà a migliaia di agricoltori messi in ginocchio dalla crisi e da coloro che chiudono gli occhi e si voltano dall'altra parte quando le produzioni italiane vengono massacrate da gente senza scrupoli. E mi auguro di vedere o sentire una partecipazione di Confindustria così vibrante come quella espressa nella nota diffusa oggi, in tema di lotta alla contraffazione: se c'è già stata, in molti non se ne sono accorti.
Parteciperò ad altre decine, centinaia, migliaia di manifestazioni, senza paura di intimidazioni, ogni qualvolta sarò in gioco la difesa dell'Italia e delle sue produzioni, indipendentemente dalla bandiera di chi organizza quella protesta, perché penso che la difesa degli interessi nazionali vada perseguita con una sola bandiera: quella italiana.
In merito alla stucchevole lezioncina sulle disposizioni comunitarie in vigore sull’origine in etichetta, previste oggi per una serie cospicua di prodotti, è bene ricordare che esse sono il frutto di numerose battaglie portate avanti dall’Italia e dagli agricoltori italiani. Chiederne l’ampliamento, rispettando le regole del dibattito europeo, rientra pienamente non solo tra le mie libere scelte politiche, ma certamente tra i miei doveri.
- Il comunicato di Radiocor 18,02 -
CONFINDUSTRIA: SCONCERTO PER ATTEGGIAMENTO DE GIROLAMO A PROTESTA COLDIRETTI
"Non considera disposizioni Ue su originalita' prodotti" (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 04 dic - "Confindustria e' sconcertata per il comportamento del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo che questa mattina, con la sua presenza al valico del Brennero alla mobilitazione di protesta della Coldiretti, ha dimostrato di non tenere in debita considerazione tutte le disposizioni Ue che regolano l'originalita' dei prodotti agroalimentari". Lo afferma Confindustria, in una nota, in merito all'intervento del ministro De Girolamo a manifestazione di protesta in difesa del 'made in Italy' sul fronte agroalimentare. "Utilizzare i mezzi di informazione per travisare le indicazioni espresse dalla legge europea in materia di 'Made in'- si legge nella nota di Confindustria - significa ingannare i cittadini, perche' al momento vi e' una distanza incolmabile e, tra l'altro incomprensibile, tra quanto espresso e sottoscritto dal nostro Paese a Bruxelles e quanto il ministro De Girolamo intende far percepire con la sua azione". La nota conclude ricordando che "per regola comunitaria e accordi internazionali non sono accettabili soluzioni protezionistiche. L'industria agroalimentare italiana sente forte la responsabilita' della selezione delle materie prime e con altrettanta responsabilita' si impegna da sempre, nel rispetto delle leggi nazionali e comunitarie, per garantire la salute e la salvaguardia dei consumatori e la qualita' dei prodotti loro destinati, con produzioni di eccellenza supportate da controlli e selezioni accurate sulle materie prime".com-mma
(RADIOCOR) 04-12-13 18:02:15 (0500) 5 NNNN
New Holland Agriculture, come parte del gruppo CNH Industrial, unitamente ai marchi automobilistici di Fiat S.p.A., è partner globale ufficiale dell'Esposizione Universale di Milano 2015. New Holland Agriculture sarà al centro della scena con un padiglione di 1.638 metri quadri che rappresenterà l'Azienda agricola sostenibile.
Emilia, 5 dicembre 2013
“Il tema dell'Expo 2015 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita' ci offre un'opportunità unica per condividere la nostra visione di agricoltura sostenibile,” ha dichiarato Carlo Lambro, Brand President di New Holland Agriculture. “Crediamo e abbiamo dimostrato che utilizzando pratiche agricole sostenibili ed efficienti, come perseguito dalla nostra strategia Clean Energy Leader®, gli agricoltori di tutto il mondo possono produrre alimenti di grande qualità e insieme energia efficiente e pulita per i fabbisogni delle loro aziende e delle comunità locali. Questo prestigioso evento ci consentirà inoltre di raggiungere milioni di visitatori di tutto il mondo, di comunicare e spiegare in maniera concreta perché questa filosofia rappresenta il futuro per l'agricoltura."
Expo Milano 2015: un evento di portata globale
All'Expo Milano 2015, che si terrà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, hanno già aderito oltre 138 partecipanti tra Paesi e istituzioni internazionali. Il tema dell'esposizione universale sarà 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita', idee di fondo che rispecchiano l'impegno di New Holland per un'agricoltura sostenibile. L'Expo 2015 sarà uno straordinario evento internazionale, dove verranno messe in mostra tradizione, creatività e innovazione nel settore alimentare, in cui l'agricoltura svolge un ruolo fondamentale.
Design team dell'innovativo concept di padiglione Earthscreening
Recchi Engineering, leader italiana nel campo del Project and Construction Management e della progettazione, capogruppo di un team di progetto multidisciplinare, composto dallo studio Carlo Ratti Associati (autore del concept), NÜSSLI Italia, Manens-Tifs, Studio Durbano, è stata designata come agenzia creativa per il padiglione, a seguito di una gara d'appalto europea molto competitiva. Il progetto, intitolato ‘Earthscreening’, ha interpretato al meglio l'impegno di New Holland per un'agricoltura sostenibile ed efficiente. Grazie ad una peculiare struttura sostenibile e a diversi strumenti interattivi, installazioni video, realtà aumentata ed esposizioni di prodotti, i visitatori potranno apprendere e sperimentare come New Holland promuove l'importanza della sostenibilità agricola.
In linea con la richiesta di sostenibilità, il padiglione è stato progettato in modo da poter essere smontato, rimontato e adibito a nuova funzione al termine dell’evento espositivo.
(agriculture.newholland.com)
Nunzia De Girolamo a tutto campo sui problemi dell’agricoltura. Al Brennero, lo scorso 4 dicembre, è stata anche testimone di un controllo eseguito dalle forze dell’ordine preposte a un camion che trasportava cosce di maiali, alcune delle quali non marchiate correttamente.
“Sono qui oggi perché credo profondamente nel Made in Italy che è la vera forza del nostro Paese, la leva di sviluppo sui cui dobbiamo puntare per uscire dalla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo il dovere di difendere la produzione italiana, la qualità che esprime, il lavoro di chi contribuisce ogni giorno a realizzare le nostre eccellenze che conquistano i mercati stranieri, ma abbiamo il dovere di garantire anche i consumatori che devono essere messi nella condizione di sapere in modo chiaro e immediato ciò che comprano. Tutti devono sapere quello che mangiano, tutti devono sapere quello che comprano. Si tratti di origine o di sicurezza”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, il 4 dicembre alla mobilitazione di Coldiretti al valico del Brennero, dove ha assistito anche a un controllo, eseguito dalle forze dell’ordine preposte, a un camion che trasportava cosce di carne di maiale, alcune delle quali non marchiate correttamente. Nel frattempo, anche il Corpo forestale dello Stato sta effettuando controlli a Vipiteno.
“Crediamo che l’Europa sia un valore, siamo europeisti convinti, ma dobbiamo difendere l’agricoltura italiana, non quella tedesca. Sono convinta che l’Italia abbia un potere e un potenziale enorme. E questo grazie al lavoro degli agricoltori italiani che in tutti questi anni – ha dichiarato il Ministro - si sono dedicati a portare avanti la qualità, la tradizione, i nostri valori identitari. Il risultato lo abbiamo visto ed è sotto gli occhi di tutti: è il nostro patrimonio agroalimentare, unico e insostituibile. Lo dobbiamo proteggere e valorizzare”.
“Le mie battaglie per difendere la nostra agricoltura e gli agricoltori italiani, le ho cominciate appena sono diventata Ministro delle politiche agricole. Dal primo giorno mi sono impegnata in prima persona – ha proseguito De Girolamo - per fare le azioni migliori per il futuro dell’agricoltura italiana. In primo luogo, per salvare il comparto da una tassa iniqua come l’Imu agricola. Un risultato a cui molti non hanno creduto fino all’ultimo, ma che invece è diventato realtà. Questa per me è una vittoria di tutti i veri agricoltori. I 537 milioni di euro che saranno così risparmiati, sono certa che saranno investiti nel migliore dei modi, per creare occupazione e qualità, così come sanno fare gli agricoltori italiani”.
“Ma un’altra questione fondamentale per noi è quella dell’etichettatura, per cui siamo oggi qui. Dobbiamo portare avanti anche questa battaglia e lo dobbiamo fare anche per la carne di maiale, in Italia come in sede comunitaria. Nel corso degli anni, il nostro Paese è riuscito a fare dei passi in avanti importanti in questa direzione. Ma, certo, resta ancora molto da fare e dobbiamo andare avanti con determinazione. Facciamo il nostro percorso, un passo alla volta, per ottenere quello che davvero merita il nostro patrimonio agroalimentare, che tutto il mondo ci invidia e per questo imita”.
“In un mercato globalizzato come quello in cui ci troviamo, i consumatori non sono però nella condizione di comprendere esattamente quali prodotti siano italiani e quali no. Dobbiamo affrontare con tutte le nostre forze – ha aggiunto il Ministro - le sfide con cui abbiamo a che fare a Bruxelles e questo lo dobbiamo fare per salvaguardare il nostro patrimonio e i nostri agricoltori non solo a livello economico. Perché si tratta di una necessità per il nostro Paese anche a livello culturale”.
“È vero, ci sono ancora molti prodotti per cui dobbiamo lottare e questo lo stiamo facendo e continueremo a farlo. Non possiamo dimenticare che la nostra mission è quella di valorizzare la nostra eccellenza che è nel Dna della nostra agricoltura. Lo dobbiamo fare per i nostri agricoltori e per i consumatori che non possono e non devono essere ingannati da chi specula, da chi fa il furbo sulla salute degli altri, causando danni di immagine ed economici ai nostri produttori onesti che sono costretti a pagare per la scorrettezza e la disonestà di altri. Non è accettabile, non è tollerabile, tanto più in questo momento di crisi”.
“Ma in questa prospettiva, sono tanti gli elementi che dobbiamo considerare. Come, per esempio, la questione relativa all’autoprovvigionamento alimentare. In Italia non abbiamo un livello sufficiente e per questo siamo costretti a importare dall’estero. Ma per colmare questo gap è necessario agire a più livelli. Dobbiamo essere in grado di cambiare rotta e per farlo dobbiamo tutelare prima di tutto l’attività agricola e la presenza degli agricoltori sul territorio. Dobbiamo ridare competitività, garantire ai nostri imprenditori la possibilità di essere allo stesso livello dei loro concorrenti stranieri, abbattendo quel muro di gomma che è la burocrazia. Ci dobbiamo ricordare che senza agricoltura non si va da nessuna parte. E non si va da nessuna parte neanche senza agricoltori”.
“È ora di dire basta anche all’abbandono delle terre agricole, basta alla colata di cemento che spazza via le nostre campagne. Abbiamo un provvedimento, che rappresenta un vero e proprio progresso di civiltà, come il disegno di legge contro il consumo del suolo agricolo che dobbiamo far diventare legge il prima possibile. E anche in questo caso, ricordiamocelo, si tratta di una battaglia culturale”.
“Voglio ricordare, parlando di tutela del territorio e dell’agricoltura, anche il provvedimento sulla Terra dei fuochi, che abbiamo varato ieri in Consiglio dei Ministri, che ci permetterà di definire con esattezza quali sono le terre inquinate e quali no, per poi individuare le aree food e no food, mettendo così la parola fine alle speculazioni a cui stiamo assistendo, ma soprattutto garantendo la salute di chi vive e opera in quelle terre. Faremo quella che chiamo un’operazione verità”.
“Quello che davvero serve oggi è un cambio di paradigma e sono davvero soddisfatta di potervi confermare anche qui che il Governo Letta sta dimostrando segnali di attenzione nei confronti della nostra agricoltura, che dopo decenni in cui è stata considerata la Cenerentola del Paese, oggi sta recuperando attenzione, come dimostra anche l’aumento dei giovani che si dedicano a studi agrari e che vedono nel comparto una valida soluzione alla crisi”.
(Mipaaf)
Il calendario di Verona Fiere torna alle origini. Le iniziative PRE - VINITALY
Verona, 2 dicembre 2013 - -
Verona, 2 dicembre 2013. Si svolgerà dal 26 al 30 marzo 2014 a Verona il 21° Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly. «Dopo l'edizione del ventennale, spostata a novembre nel 2012 per dare maggiore spazio e visibilità all'evento con un'organizzazione più distesa e programma più ricco di eventi – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, nel 2014 torniamo alla calendarizzazione pre-Vinitaly che caratterizza la competizione fin dai suoi esordi».
La scelta delle date a pochi giorni dell'apertura della più importante fiera internazionale dedicata al vino (6-9 aprile 2014, www.vinitaly.com) è infatti quella più strategica da punto di vista del marketing, perché consente alle aziende vincitrici di medaglia o di menzione di presentare i nuovi prodotti già fregiandosi dei premi conquistati. Continua a leggere…
SOL D’ORO, IL CONCORSO OLEARIO CHE PIACE AI BUYER ESTERI
Verona, 2 dicembre 2013. Aperte le iscrizioni al 12° Sol d'Oro. Organizzata da Veronafiere come anteprima della rassegna dell'agroalimentare di qualità Sol&Agrifood (www.solagrifood.com), il concorso oleario più importante al mondo si svolgerà dal 17 al 22 febbraio 2014 con una importante novità: per la prima volta le aziende che lo desiderano potranno inviare fino a due campioni di olio per competere in due delle cinque categorie previste dal regolamento: fruttato leggero, fruttato medio, fruttato intenso, monovarietale e biologico. Continua a leggere…
Pac a 9.000 agricoltori colpiti dall'alluvione
Roma 02/12/2013-
"Abbiamo pagato oggi attraverso Agea oltre 16 milioni di euro per gli aiuti diretti Pac a favore di quasi 9.000 agricoltori sardi colpiti dall'alluvione. Un intervento immediato sul quale abbiamo lavorato fin dalle prime ore dopo la tragedia. Come annunciato, stiamo anche collaborando con le autorità regionali per attivare i fondi del Programma di sviluppo rurale da destinare agli interventi a favore degli agricoltori che hanno subito danni. Stiamo in particolare cercando soluzioni per risarcire i danni subiti dai beni strumentali distrutti e dal patrimonio zootecnico perduto. Continuiamo ad operare con determinazione per tutelare il comparto agricolo sardo, che deve ripartire quanto prima".
Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, annuncia il pagamento da parte di Agea del saldo domanda unica 2013 a favore di 8.988 beneficiari, dei 60 comuni colpiti dall'alluvione in Sardegna, per un importo di €.16.630.824,13. È stato inoltre stabilito un calendario d'azioni condiviso tra Agea, Sin e Regione Sardegna, da attuarsi in tempi molto ridotti, con uno stanziamento ulteriore ad immediato e diretto beneficio degli agricoltori, attraverso l'attuazione di alcune misure del Psr. (MIPAAF)
Sono on line i risultati di un'indagine qualitativa realizzata da ISMEA con il contributo del Ministero Agricoltura e foreste
Ismea pubblica lo studio "Strategie commerciali e di marketing delle Cooperative agroalimentari" che raccoglie i risultati di un'indagine qualitativa condotta presso un campione di 80 cooperative agroalimentari e attraverso interviste face to face ad interlocutori della distribuzione organizzata e del commercio all'ingrosso.
Lo studio, che ha previsto anche dei focus group, affronta in particolare le strategie e le difficoltà legate alla commercializzazione sui mercati esteri e le problematiche riguardanti il rapporto con la distribuzione moderna, focalizzandosi anche sulle novità introdotte dall'articolo 62 del decreto Liberalizzazioni.
Emerge in sintesi dai giudizi degli operatori una generale consapevolezza della necessità di rivolgersi all'estero, anche al di fuori dei confini comunitari, per compensare la stagnazione della domanda domestica. L'85% del campione di imprese si dichiara infatti in procinto di avviare relazioni commerciali con partner esteri. Tra le difficoltà rilevate con maggior frequenza, oltre alle barriere all'ingresso di natura burocratico/normativa e ai forti investimenti iniziali, vengono citate anche le problematiche relative ai soci conferitori, in riferimento in particolare all'esigenza di disporre di forniture certe sotto il profilo quali-quantitativo e di fornire risposte tempestive, per non rischiare di perdere le opportunità di mercato che si presentano all'improvviso. Tra le azioni da mettere in campo, emerge, per le piccole cooperative, l'esigenza di raggiungere livelli superiori di aggregazione, anche limitatamente a un determinato arco temporale, come ad esempio reti di imprese, associazioni temporanee e consorzi per l'export.
Per ciò che concerne, invece, le relazioni con la Gdo, le principali problematiche vengono ravvisate nell'esistenza di rapporti sbilanciati a favore degli interlocutori della distribuzione. Secondo le risposte ottenute dal campione di cooperative, la politica promozionale e la scontistica imposte dalla Gdo per fronteggiare la crisi dei consumi stanno avendo ricadute negative sui margini delle aziende produttrici. Viene invece accolto con favore da parte del 75% del campione l'articolo 62 del decreto Liberalizzazione del Governo Monti, il cui apprezzamento è legato soprattutto alla trasparenza e correttezza imposta nella stipula dei contratti e all'intenzione di redistribuire il valore lungo la filiera, ma che viene ritenuto insufficiente a sanare lo squilibrio strutturale esistente tra le due parti.
Ampio spazio viene infine dedicato al fenomeno delle private label che hanno radicalmente ridisegnato il contesto in cui i diversi attori della filiera si muovono, generando nuove opportunità ma anche diverse criticità.
Lo studio è stato realizzato da Ismea con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Continuano gli sforamenti dell' inceneritore di Ugozzolo: dal 28 novembre Parma è sempre fuori limite per la concentrazione di polveri nell'aria -
Parma, 6 dicembre 2013 -
Polveri che lo Iarc ha recentemente dichiarate certamente cancerogene.
Una sfilza di numeri oltre il consentito, 53, 57, 63, 62, 54, 55, 51 microgrammi per metro cubo di aria. Una settimana intera, dopo la quale scattano misure straordinarie anti smog.
Dall'inizio dell'anno sono 61 i superamenti registrati in città, contro i 35 consentiti per legge.
Un altro anno nero, aggravato dall'accensione, lo scorso 28 agosto, dell'inceneritore di Ugozzolo.
L'impianto, pur andando a mezzo regime, ha fatto la sua parte.
Il 1° dicembre la stazione mobile del Paip superava anch'essa il limite dei 50 microgrammi.
L'inceneritore, quando il prossimo fine gennaio entrerà nella fase di esercizio, darà il meglio di sé.
A pieno regime brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti l'anno e le due linee emetteranno in atmosfera 144 mila metri cubi di aria all'ora, 24 ore al giorno, 330 giorni all'anno.
Fate i vostri conti e le vostre considerazioni.
Il 2013 sta andando maluccio, anche se migliore del 2012 (114 superamenti, 10 sopra i 100 milligrammi), non abbiamo davvero idea cosa ci si debba aspettare per il 2014.
Ovviamente Parma è ancora una volta la peggiore città dell'Emilia Romagna come qualità dell'aria.
Lo smog si accanisce in modo particolare nel ducato.
Nessuno peggio di noi respira aria inquinata.
E certe sono le conseguenze, a partire dai problemi respiratorio per poi passare ai guai cardiovascolari.
Questa grave situazione dovrebbe fare riflettere le autorità sanitarie, ma anche i cittadini, che fanno la loro parte sul fronte dell'immissione di gas veleniferi nell'aria.
L'uso eccessivo dell'auto privata infatti comporta un ulteriore e decisivo apporto di inquinanti.
Oggi, di fronte ad una emergenza ambientale di questo genere dovremmo tutti guardarci allo specchio e parlarci con sincerità.
Quante volte potremmo fare a meno di girare la chiave nel quadro?
Lo Iarc di Lione ha emesso in ottobre la sua sentenza definitiva, inserendo le polveri sottili tra i cancerogeni certi.
Le città come camere a gas.
E lo chiamiamo progresso.
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Dimezzata la perdita, rispetto al semestre precedente. Tengono bar, ristoranti di fascia alta e ingrosso alimentare. In difficoltà macellerie e panifici -
Modena, 5 dicembre 2013 -
Riprendono leggermente fiato i consumi di singoli e famiglie: nessuna concreta inversione di tendenza, ma il terzo trimestre dell’anno, mostra una diminuzione dei ricavi più tenue tra le MPMI (Medie, Piccole e Micro Imprese) modenesi del commercio del turismo e dei servizi. A rilevarlo, il monitoraggio condotto dall’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena - che periodicamente mette sotto la lente l’andamento di circa un migliaio di imprese del territorio – da cui emerge una sensibile attenuazione del calo che aveva caratterizzato le imprese nei primi sei mesi dell’anno. Al 30 settembre 2013 infatti la flessione, rispetto allo stesso periodo del 2012, si è arrestato al -2.2%, dimezzando di fatto la perdita registrata nel semestre precedente. “Dato il permanere dei segni ‘-‘ è fuori luogo parlare di ripartenza dei consumi – evidenzia Confesercenti - Ma il clima di fiducia dei consumatori mostra qualche sentore positivo, anche in considerazione della seppur flebile ripresa, prevista a partire appunto dal 2014. Sensazioni che lasciano intravedere qualche spiraglio di fiducia in piùriguardo le aspettative relative alle prossime vendite natalizie – cosa per altro rilevata recentemente da un sondaggio condotto da SWG e Confesercenti Italia, tiene a precisare l’associazione imprenditoriale modenese – Anche se bisogna tenere ben presente i dati provenienti dal fronte occupazionale che fanno comunque ritenere al momento, poco probabile una ripresa stabile della spesa delle famiglie nel breve termine”.
Andamento dei consumi per settori
Pubblici Esercizi E’ il settore che limita maggiormente le perdite: -1,4% nei primi nove mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In sofferenza, soprattutto i ristoranti di fascia media e quelli etnici. Consolidano la tenuta invece quei locali la cui offerta è di qualità elevata, nonché le pizzerie, a conferma di una tendenza alla polarizzazione dei consumi. Quanto ai bar la situazione se confrontata al 2012, risulta stabile
Ingrosso Perdite limitate in questo settore: -1,8% il calo di fatturato registrato al 30 settembre di quest’anno rispetto ai primi 9 mesi del 2012. Ad incidere negativamente il segmento dei prodotti per l’abbigliamento. Meglio invece le imprese del comparto che trattano prodotti di tipo alimentari
Servizi di Intermediazione In frenata anche nell’intermediazione il calo dei ricavi, rispetto al semestre precedente: -2,8% nel periodo gennaio-settembre 2013 rispetto al medesimo del 2012.
Minuto Alimentare: il calo dei ricavi nei primi nove mesi dell’anno ha fatto registrare un -2,9%, sul 2012, per le imprese del commercio al dettaglio di generi alimentari. In difficoltà soprattutto macellerie e i panifici, mentre tengono le gastronomie. Ma è la diminuzione delle quantità acquistate in generale ad incidere maggiormente sull’andamento generale.
Minuto Extra alimentare E’ noto che risulta essere l’ambito che paga maggiormente la crisi in ogni tipologia di consumo. Dall’abbigliamento, agli elettrodomestici etc., la flessione dei ricavi registrata al netto dei primi nove mesi dell’anno è stata del -3,3%. Un dato che rimane pesante, anche se evince una risalita rispetto ai trimestri precedenti.
Andamento dei consumi per aree geografiche A soffrire in maggior misura risultano essere le zone del Frignano, -5,3% e quella della città di Modena con un -3,2%. Più contenuti invece i cali di fatturato nelle imprese del distretto ceramico -2,5% e soprattutto di Vignola e Terre dei Castelli dove la flessione si limita ad un -0.9%. Risulta per contro positivo, l’andamento dell’Area delle Terre d’Argine: +1,6% segno tangibile della ripresa delle attività commerciali a seguito del sisma. Esclusa dal monitoraggio l’Area Nord dove la situazione risulta ancora troppo disomogenea rispetto al 2012 per poter raffrontare i fatturati delle imprese ed ottenere dati di rilevanza statistica.
“Questi dati ci consegnano un quadro in cui le dinamiche sono piuttosto articolate sia a livello di settori che di territori. Anche se la tendenza che si afferma mostra una decisa frenata del crollo dei ricavi delle piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi, tanto da riportare i dati modenesi in linea con i dati nazionali rilevati da ISTAT per i primi nove mesi dell’anno- afferma Confesercenti Modena – con l’auspicio che tale tendenza possa ritrovare conferma anche nell’ultimo trimestre dell’anno così come nell’imminente periodo natalizio, dato che al momento qualche percezione positiva la rileviamo. Dobbiamo però sottolineare che la situazione economica rende ancora lontana una prospettiva di ripresa decisa e duratura dei consumi delle famiglie. Per questo è necessario che la nuova Legge di Stabilità sia modificata e che Governo e Parlamento assumano misure più coraggiose e maggiormente incisive per far ripartire l’economia. Serve una forte revisione della spesa pubblica tesa a ridimensionarne l’entità oltre che a renderla maggiormente efficiente, così come occorre un taglio più deciso al costo del lavoro attraverso misure che riducano sensibilmente il cuneo contributivo e fiscale. Anche il problema del credit crunch che colpisce sempre più le piccole imprese va affrontato con maggiore decisione, con il rafforzamento degli strumenti di garanzia pubblica ed il maggior sostegno ai consorzi fidi”.
(fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
La solita crescita del Parmigiano Reggiano 12 mesi sulla piazza di Parma.
di Virgilio - Parma, 04 Dicembre 2013 -
Nessuna variazione di prezzo è da registrare in quest’ultima settimana di Novembre. Tutti i valori sono rimasti al palo tranne, come ormai è consuetudine, il Parmigiano Reggiano 12 mesi che, sulla sola piazza di Parma, ha guadagnato i soliti 5 centesimi e questa volta sul valore minimo di scambio fissando le quote a 8,90 e 9,35 €/kg.. Con l’ascesa inarrestabile delle ultime settimane la famosa DOP è riuscita a recuperare il valore perduto. La quotazione media è ora a solo -2,16% rispetto la media quotata nel 2012 e riferita al medesimo periodo. Altrettanto si riscontra nel Grana Padano DOP il quale, nella stagionatura 14-16 mesi, è arrivato a -1,75% rispetto la media quotazione del 2012.
Nessun nuovo record per il latte spot che, a Verona, rimane fermo a 54,64 € / 100 litri come valore massimo e 53,61€/100 litri di latte.
Infine il burro ha mantenuto, così come pure il Grana Padano, le medesime quotazioni della precedente settimana per tutti i formati trattati e in tutte le principali piazze commerciali.
SIAN (sistema informativo nazionale). A settembre la produzione ha rallentato.
Ormai la campagna lattiera è salva e le famigerate quote produttive non verranno superate con buona pace di Bruxelles e il piacere delle tasche di molti allevatori. Lo si evince dai dati resi pubblici dal Il Sian (il sistema informativo nazionale che fa capo ad Agea) il quale registra come a settembre la produzione si sia fermata a 5,29 milioni di tonnellate contro i 5,41 milioni della precedente campagna lattiera. In sostanza altri 114mila tonnellate di latte perduti per strada.
La proiezione a marzo 2014 quindi dovrebbe rimanere sensibilmente al di sotto della soglia degli 11,28 milioni di tonnellate, limite oltre il quale scatterebbero le “multe” per i produttori troppo efficienti.
“La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane.
Roma, 3 dicembre 2013 -
Mercoledì 4 dicembre dalle ore 9,00 circa diecimila allevatori e coltivatori della Coldiretti provenienti da tutte le Regioni, anche con i loro trattori presidiano il valico del Brennero nell’ambito della mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Il campo base è all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia)
Autobotti, camion frigo, container saranno verificati dagli agricoltori e dagli allevatori per smascherare il "finto Made in Italy" diretto sulle tavole in vista del Natale, all’insaputa dei consumatori per la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti.
Attraverso il valico Brennero giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri ma anche milioni di cosce di maiale per fare i prosciutti, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e altri prodotti che, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti per l’occasione, stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo guiderà il presidio che si svolgerà in stretta collaborazione con le forze dell’ordine presenti in frontiera.
In collegamento diretto con il Brennero nel centro della Food Valley italiana a Reggio Emilia, con corteo dalle ore 10.30 e conclusione in Piazza S. Prospero, migliaia di allevatori manifesteranno per salvare il vero prosciutto italiano assunto a simbolo della difesa del Made in Italy nei confronti delle imitazioni provenienti dall’estero.
(coldiretti)
Studi di settore 2012: l’analisi della Confesercenti Emilia Romagna evidenzia un aumento delle imprese che li rispettano -
Bologna, 3 dicembre 2013 -
Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna che ha analizzato un campione di 9.992 studi di settore di aziende operanti nell’ambito del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2012 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2011 sono aumentate ulteriormente le ditte congrue più quelle che si sono adeguate agli studi, passando dal 75,1% al 77,2% (+2,1%) del 2012. Inoltre, confrontando i dati del 2006, pari al 65,5%, con il 77,2% del 2012, si evince che nel periodo c’è stato un aumento dell’11,7% di ditte che rispettano gli studi di settore.
In ogni caso, negli ultimi 4 anni, la somma delle ditte congrue più adeguate si è attestata sempre su una media superiore al 75%.
Per quanto riguarda l’incidenza dei correttivi anticrisi sugli indici di congruità delle ditte, si riscontra un aumento del dato che era del 30,1% nel 2011 ed è passato al 43,1% nel 2012; ciò significa che si è tenuto conto maggiormente della situazione molto pesante che stanno vivendo le imprese che vedono i costi aumentare, mentre la redditività si è ridotta ai minimi termini, tanto è vero che molte sono costrette a chiudere.
Questa analisi statistica evidenzia inoltre la continua flessione dei ricavi in alcune categorie del commercio, della somministrazione e dei servizi: è il caso ad esempio dei bar il cui ricavo medio diminuisce dello 0,7% tra il 2012 e il 2011, del commercio di abbigliamento -8,2%, del commercio di alimentari -1,4%, della compravendita di immobili -35%, del commercio ambulante -3,2% e degli intermediari del commercio, il cui ricavo medio è diminuito del 9% in un anno.
“I dati emersi dalle nostre elaborazioni sugli studi di settore – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna – evidenziano che l’azione pressante delle categorie e in particolare di Confesercenti per modificare la normativa ha consentito, almeno in parte, di diminuire l’effetto distorsivo degli studi di settore rispetto all’attuale e lunghissima situazione di crisi dei consumi; ciò nonostante come Confesercenti riteniamo urgente e necessaria una vera riforma fiscale che attenui l’imposizione su p.m.i. e famiglie per rilanciare veramente l’economia a partire dal 2014”
(Fonte: Ufficio stampa Confesercenti Regionale)
SOMMARIO - Anno 12 - n° 48- 02 dicembre 13
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1.1 editoriale
Di nuovo! A noi le Tasse a loro i Vitalizi
3.1 export
L'Export dei formaggi vola.
4.1 lattiero caseario
Inarrestabile salita del Parmigiano 12 mesi.
5.1 agricoltura
Dopo le "quote latte" riemergono i 1000 miliardi (lire) di FEDIT.
6.1 Sicurezza Alimentare
Sicurezza agroalimentare, Maxi sequestro di finta pasta made in Puglia
6,2 Crisi
Il ritorno della fiducia dei consumatori
6,3 ambiente
Varsavia, chiusa con un flop la conferenza sul clima
8,1 Cibusonline novita'
Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare (C.A.S.E.A.) si rinnova ancora.,
9.1 consumi
Commercio: Coldiretti, cresce solo per cibi low cost nei discount (+1,4%)
10.1 comunicazione commerciale
Natale con STEPA
Corre l'export dei formaggi made in Italy nei primi sette mesi del 2013.
di LGC Parma, 01 Dicembre 2013 -
Nonostante la crisi l'export tira, verrebbe da dire. E in effetti i dati sono positivi e incoraggianti secondo quanto rilevato da Ismea su base dati Istat. Infatti, rileva Ismea, ammonta a circa 183 mila tonnellate il quantitativo di formaggi made in Italy che prendono la via dell'estero, per un giro d'affari complessivo superiore al miliardo di euro, un risultato - sottolinea l'Ismea - che preannuncia un altro anno di soddisfazione per il settore lattiero caseario nazionale.
Ma, pur confermando i dati, il Presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi lancia un allarme proprio in riferimento all'export: "Grazie ad una fortissima attività delle imprese, la domanda estera di formaggi italiani è in continua crescita. Nel 2012 - prosegue Ambrosi durante l'intervista rilasciata all'agenzia dell'organizzazione lattiera - abbiamo superato le 300.000 tonnellate di prodotti esportati, sfiorando i 2 miliardi di euro, con una crescita del 7% in volume. L'aumento dei volumi si è però accompagnato ad una riduzione dei prezzi medi.
Una tendenza confermata anche nel 2013. Fino ad agosto abbiamo registrato vendite all'estero per un totale di 213.000 tonnellate, con un aumento dei volumi del 6,1% a fonte di un calo dei prezzi medi del 4,4%.
È evidente che il "made in Italy" piace, ma non a ogni costo!"
Comunque, verrebbe da dire "Meno male che l'Export c'è".
- I DATI ISMEA -
Le elaborazioni dell'Istituto sui dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2013 indicano, infatti, un incremento di oltre il 5% dei quantitativi esportati sul 2012, accanto ad un aumento degli incassi dell'1,2%. L'estero si conferma essere un importante stimolo per la produzione casearia italiana in un momento di forte stagnazione della domanda domestica, nonostante la remunerazione dei prodotti oltre frontiera appaia nettamente inferiore allo scorso anno. Il prezzo medio all'export dei formaggi italiani risulta infatti ridotto del 4% rispetto ai primi sette mesi del 2012, passando dai 6,58 euro/kg ai 6,32 euro/kg attuali.
Export per segmento
Scendendo nel dettaglio, tra gennaio e luglio risulta particolarmente brillante la performance dei formaggi freschi e dei semiduri. che hanno ottenuto un incremento a due cifre sia in volume (rispettivamente +12% e +11%) che in corrispettivi monetari (+13%, +10%). Un andamento superiore alla media del comparto si evince anche per i molli (+6% in quantità e + 5% in valore), mentre tra i Dop, Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono aumentati del 2,5% perdendo però quasi il 5% degli incassi. In controtendenza il Pecorino che registra una flessione dell'export in valore nettamente inferiore alla riduzione dei quantitativi, grazie ad una maggiore remunerazione finale del prodotto (+9% i prezzi di vendita sul 2012).
Export per principali destinazioni
Analizzando le principali destinazioni dell'export caseario nazionale, la Francia si conferma il primo acquirente di formaggi italiani, con oltre 40 mila tonnellate (+5% su base annua). Al secondo posto tra i paesi tradizionalmente clienti, la Germania ha aumentato la sua domanda di quasi l'8% (circa 25 mila tonnellate). A seguire il Regno Unito a cui sono andati oltre 16 mila tonnellate di formaggi made in Italy (+7% ). Tra i paesi extra-Ue, si conferma una situazione non favorevole negli Stati Uniti - quarto mercato nella graduatoria dei Paesi acquirenti - , che nel periodo in esame hanno registrato un calo delle richieste del 2%. Accanto alla crescita delle vendite verso i clienti storici della vecchia Europa, per i formaggi italiani si stanno aprendo nuovi ed importanti mercati di sbocco nell'Est europeo, nel Medioriente e nell'Est asiatico. In quese aree, nonostante i volumi esportati rappresentino quote non molto rilevanti, si evidenziano tassi di crescita molto interessanti che in qualche caso raggiungono anche il 30/40%.
(FONTI ISMEA E ASSOLATTE)
Dopo le "quote Latte" riemerge il dissesto FEDIT. Un emendamento alla legge di stabilità innesca nuovamente la discussione su chi deve ricevere i "1000 miliardi di lire".
di LGC - Emilia, 26 novembre 2013--
"Affossare l'emendamento sui crediti della Federconsorzi vuol dire sottrarre risorse dovute al mondo agricolo, ossia agli uomini ed agli enti che hanno fornito le proprie energie e mezzi al settore per farlo crescere e diventare una realtà da primato a livello internazionale". E' quanto afferma il direttore generale di Consorzi Agrari d'Italia Angelo Barbieri - all'agenzia stampa AGI - nel sottolineare che, "se non verranno riconosciuti i crediti spettanti a Federconsorzi, l'agricoltura italiana disporrà di risorse inferiori per la crescita e la competitività."
Ma sul fronte opposto si muove il resto del sistema organizzato agricolo, "Agrinsieme". Per l'organizzazione che accorpa CIA, Confagricoltura e Confcooperative, sostiene invece che "I crediti non spettano a Federconsorzi, sono risorse da destinare a tutta l'agricoltura".
Una posizione, ovviamente, contraria a quella di "Coldiretti" la quale invece, attraverso CAI (Consorzi Agrari d'Italia) sta riportando in vita la Fedit e vorrebbe perciò essere destinataria di quel "tesoretto".
"Ribadiamo - prosegue la nota di Agrinsieme - la nostra ferma contrarietà al tentativo, tenacemente perseguito in queste ore, di destinare risorse ad un'entità come Federconsorzi che di fatto non esiste più. Se all'interno della Legge di Stabilità si riuscirà a reperire risorse finanziarie per il comparto agricolo, queste dovranno essere utilizzate a vantaggio dell'agricoltura tutta. Si tratta di 400 milioni di euro, intorno ai quali è legittimo aspettarsi dal governo e dalle forze politiche che venga garantita sin dall'inizio la massima chiarezza e trasparenza sulle modalità e sugli scopi con cui le risorse verranno utilizzate".
Lo ribadisce Agrinsieme in riferimento a quanto dichiarato dalla CAI, Consorzi Agrari d'Italia, secondo cui spetterebbe a Federconsorzi il credito di 400 milioni di euro, che si cerca di recuperare attraverso un emendamento, attualmente sospeso, in discussione al Senato.
"I soldi sono degli agricoltori – continua Agrinsieme – e vanno spesi per misure e interventi che diano respiro a tutte le imprese, come la sospensione della seconda rata dell'Imu agricola. Il nostro settore non può correre il rischio di perdere somme preziose in contenziosi, perché potremmo imbatterci in anni di corsi e ricorsi".
CIRCA 10 TONNELLATE DI PASTA SEQUESTRATE DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO E DENUNCIATO IL RAPPRESENTANTE LEGALE DELL'AZIENDA PER FRODE IN COMMERCIO
Sequestrati e ritirati dal commercio diecimila chilogrammi di pasta in un'azienda esercente l'attività di produzione e commercializzazione di paste alimentari secche e fresche nella provincia di Barletta, Andria e Trani. Il personale del Comando Regionale per la Puglia del Corpo forestale dello Stato ha eseguito il provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza emesso dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Trani, nell'ambito dell'attività di controllo per la sicurezza e tutela dei prodotti agroalimentari "Made in Italy".
Le indagini condotte dai Forestali del Nucleo tutela regolamenti comunitari e della Sezione di analisi criminale, hanno portato alla scoperta di un'attività fraudolenta da parte del rappresentante legale dell'azienda, di anni 63, il quale è stato denunciato all'autorità giudiziaria per frode in commercio.
Sulle confezioni di pasta secca e fresca sottoposte a sequestro, infatti, oltre alla presenza di due bandiere italiane, erano riportate le diciture "Pasta dell'Alta Murgia prodotta con semola di grano duro della Puglia" e "Cooperativa Coldiretti". I Forestali hanno verificato che invece i prodotti presi in esame erano realizzati con grano duro extracomunitario e comunitario anziché con grano prodotto in Puglia.
Roma 21 novembre 2013 - -
Quasi la metà degli italiani dice addio al negozio di fiducia.
Aumentano debolmente solo le vendite di cibo low cost nei discount alimentari con un incremento dell'1,4 per cento nei primi nove mesi dell'anno e dello 0,8 per cento a settembre, rispetto allo scorso anno. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di settembre che evidenziano il calo delle vendite in tutte le altre categorie alimentari e non. A fare registrare il tonfo piu' pesante - sottolinea la Coldiretti - sono i piccoli negozi che nei primi nove mesi dell'anno scontano un calo record del 3,2 per cento delle vendite. Siamo di fronte agli effetti della crisi che porta a dire addio al negozio di fiducia quasi la metà degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti, secondo l'indagine Coldiretti/Ixè. Con il 71 per cento dei consumatori che dichiara di confrontare con piu' attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani - sottolinea la Coldiretti - sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. Mai come nel passato - sottolinea la Coldiretti - fare la spesa è diventato una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l'acquisto di alimenti piu' economici prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono, infatti, ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma - denuncia la Coldiretti - possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall'escalation dei sequestri. Quasi un italiano su cinque (18 per cento) è stato vittima di frodi alimentari nel 2013 con l'acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati ed effetti anche sulla salute, secondo l'Indagine Coldiretti/IXE'.
- Roma 22 novembre 2013 -
Il portale si rinnova nel "visual" con un aggiornato temeplate ancora più pulito e l'introduzione di Responsive Web Design per una migliore lettura sugli smartphone. Nuova anche la veste della news letter settimanale.
di Lamberto Colla - Parma, 27 novembre 2013 -
Nella primavera 2011, a quasi dieci anni di distanza, era l'agosto del 2002 quando "cibus" avviò le pubblicazioni, avevamo completamente rinnovato il sito. Dieci anni di lavoro ininterrotti, soprattutto nell'era del digitale, era stato un record. Ma ormai l'obsolescenza imponeva di mettere a riposo quel "vecchietto" e percorre strade più fresche e moderne.
Strade nuove che consentissero di cavalcare la strada dei nuovi mezzi di informazione. Quei "social media" che, a ampie falcate, stavano conquistando il mondo dell'informazione e sempre più, almeno per i prossimi anni, saranno il punto di riferimento tecnico delle testate editoriali per raggiungere i propri consumatori sempre più targettizzati ma anche localizzati.
Ed oggi introduciamo un nuovo "refresch" al portale.
Un rinnovato "template" e soprattutto l'introduzione di Responsive Web Design . Quella particolare tecnologia che consente di adattare il formato del portale all'utilizzo sugli smartphone. Una adattabilità che consente di meglio leggere sui "piccoli schermi" i contenuti delle notizie e navigare con maggiore agilità all'interno delle varie finestre tematiche.
Nell'occasione abbiamo anche rivisto e aggiornato la news letter settimanale che, pur mantenendo una impostazione minimalista, utile a mantenere "leggera" la trasmissione elettronica, dovrebbe prò consente una migliore e molto più gradevole lettura delle notizie.
Lunedi 2 dicembre partirà la prima news letter rinnovata e ci auguriamo che tutto proceda secondo i piani e senza problemi tecnici.
Dicembre, quindi, inizia all'insegna del rinnovamento per il secondo anno consecutivo. Nel 2012 avevamo appena aperto il cantiere della "Gazzetta dell'Emilia & dintorni", che ha visto l'alba "pubblica" a maggio scorso, e oggi rinfreschiamo la testata specializzata (Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare) nel settore agroalimentare con incursioni nell'ambiente e nell'Horeca.
Buona lettura e auguriamo a Voi e a Noi un miglior 2014 ormai prossimo a subentrare a un "esaurito 2013".
Mercati tranquilli ma sale ancora il latte SPOT.
di Virgilio - Parma, 27 Novembre 2013 -
Mercati sostanzialmente tranquilli tranne una ripresa, per la seconda settimana consecutiva del latte spot sulla piazza di Verona. Altri 50 centesimi che portano il valore massimo a 54,64 €/100 litri e 53,61 come valore minimo. Sembra invece inarrestabile l'ascesa del Parmigiano Reggiano, 12 mesi d'invecchiamento, che a Parma guadagna ulteriori 5 centesimi portando la quotazione più elevata a 9,35 €/kg . Ferme invece le quotazioni delle stagionature 24 mesi.
Grana Padano e burro rimangono fermi alle quotazioni della precedente settimana.
- Latte - i chiaroscuri del settore.
Il settore lattiero caseario nazionale ha forti potenzialità difficilmente esprimibili in questo periodo di crisi. La conferma viene dal presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, il quale nel fotografare il 2013 che sta chiudendo evidenzia come la competitività del comparto sia mortificata da diversi fattori: il costo del denaro, del lavoro e dell'energia, dal peso del fisco e dei prezzi delle materie prime. Insomma, costi di produzione troppo elevati e un quadro burocratico e normativo tra i più difficili e costosi del mondo.
Un allarme quello lanciato dal presidente della associazione confindustriale, che dovrebbe essere preso in considerazione anche alla luce dei fatti riconducibili alle "Quote Latte" e ai recenti sviluppi che vedrebbe messo in discussione tutti i conteggi produttivi e le conseguenti "Multe" derivate. La difficile situazione che il presidente Ambrosi evidenzia, deriva "da anni di crescita modesta rispetto alle reali potenzialità, il 2013 si chiuderà con un calo generalizzato della produzione e dei consumi". Le vendite nel corso del 2013 sono calate sensibilmente: Latte fresco: - 4%, latte UHT -3% e latte fermentato -5%. I formaggi DOP cedono spazi a formaggi alternativi come sta accadendo al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano mentre quelli che ancora reggono lo devono a una forte "pressione promozionale". Unica eccezione la mozzarella che nella variante "da cucina" ha visto crescere i consumi a confermare della rinnovata tendenza d'acquisto verso le materie prime e gli ingredienti per le preparazioni casalinghe.
Sul fronte export, una volta roccaforte del settore caseario, Ambrosi sottolinea come all'aumento dei volumi si siano ridotti i prezzi medi. Nel 2012 è stata superata la soglia delle 300.000 tonnellate di prodotti esportati con una crescita del 7% alla quale si è accompagnata una riduzione dei prezzi medi. "Una tendenza confermata anche nel 2013, conclude Giuseppe Ambrosi, Fino ad agosto abbiamo registrato vendite all'estero per un totale di 213.000 tonnellate con un aumento del 6,1% a fronte di un calo dei prezzi medi del 4,4%". "Il made in Italy piace ma non a ogni costo".
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 47 25 Novembre 13
SOMMARIO Anno 12 - n° 47- 25 Novembre 13
(PDF Scaricabile)
1.1 editoriale
I predestinati. Conferma della teoria evolutiva..
3.1 PAC 2014-2020
PAC 2014-2020, maggiori incentivi per i giovani e più equa.
4.1 lattiero caseario
Riprende a correre il latte spot. Quote latte, la storia infinita
5.1 quote latte
Quote latte: Coldiretti, se conti sbagliati restituire 2,4 miliardi
6.1 olio
Girolio d'Italia. Edizione 2013: Tappa a Parma
6,2 parmigiano reggiano
Parmigiano Reggiano Night
6,3 ambiente
Cippato, un concime prezioso per la terra
8,1 Spesa alimentare
Ismea, spesa alimentare giù del 4%, dato peggiore da inizio crisi
9.1 ristorazione
FIPE, la ristorazione abusiva vale 5 miliardi
Ridotti i contributi alle aziende che ricevono più di 150.000€ per favorire quelle di minori dimensioni. Esclusi i Club Sportivi e gli aeroporti.
Parma, 20 Novembre 2013 -
Approvato dal Parlamento europeo l'accordo raggiunto con il Consiglio sulla riforma della politica agricola europea. La nuova politica agricola comune (PAC) licenziata dal Parlamento il 20 novembre, mira a preservare la tutela ambientale, garantire una più equa distribuzione dei fondi UE. Alcune norme dovrebbero consentire di meglio affrontare i mercati.
Equa distribuzione dei fondi UE
Per garantire che i pagamenti diretti siano destinati agli agricoltori in attività, sono stati esclusi dai finanziamenti automatici UE i Club Sportivi e gli Aeroporti a meno che l'agricoltura non contribuisca al reddito.
Il Parlamento ha reso obbligatorio un sistema per fornire ai giovani agricoltori un ulteriore 25% in più nei pagamenti aggiuntivi per i primi 25-90 ettari.
I piccoli agricoltori potrebbero inoltre ricevere maggiori provviste, mentre le aziende agricole di maggiori dimensioni e che ricevono più di 150.000 euro, vedranno i loro contributi che superano tale soglia ridotti di almeno il 5%.
Politica agricola più ecologica e senza doppio finanziamento
In base alla nuova politica agricola comune, il 30% dei bilanci degli Stati membri destinati ai pagamenti diretti possono essere spesi solo se le misure ecologiche ora obbligatorie, come la diversificazione delle colture, il mantenimento di prati permanenti e la creazione di aree ecologicamente orientate, sono rispettate.
Il "doppio finanziamento", ovvero pagare due volte gli agricoltori per aver applicato le stesse misure per l'ambiente, non sarà consentito. Inoltre, chi non rispetta le misure ecologiche obbligatorie incorrerà in ulteriori sanzioni e perderà i nuovi sussidi "ambientali", che saranno reintrodotti gradualmente nei primi quattro anni della nuova PAC.
Agricoltori più forti e gestione della crisi
Il Parlamento garantisce ulteriori strumenti per aiutare gli agricoltori ad affrontare la volatilità dei mercati e a rafforzare la loro posizione contrattuale.
(Fonte AIOL)
"Se veramente i conti sono sbagliati vanno restituiti 2,4 miliardi di euro a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie".
- Roma, 19 novembre 2013--
E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che la stragrande maggioranza degli allevatori ha sempre avuto fiducia nello Stato e ha investito risorse per rispettare le regole. Se emergessero errori, i primi a dover essere tutelati e risarciti devono essere proprio quanti – sottolinea Moncalvo - hanno fatto sacrifici credendo nello Stato. La questione quote che si trascina da quasi 30 anni - denuncia Moncalvo rischia pero' di fare passare sotto silenzio i veri problemi degli allevamenti da latte che sono il prezzo, le contraffazioni e le importazioni anonime. Oggi migliaia di stalle stanno chiudendo perché il prezzo riconosciuto dai trasformatori non riesce neanche a coprire i costi di produzione anche per effetto delle importazioni dall'estero di latte da "spacciare" come italiano. Tre litri di latte a lunga conservazione su 4 – sottolinea la Coldiretti - vengono dall'estero senza alcuna indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle in vendita in Italia. Negli ultimi tre anni – ricorda la Coldiretti - è stato scongiurato il rischio multe per le quote latte perché la produzione nazionale è sempre rimasta sotto il tetto massimo assegnato dall'Unione Europea all'Italia, oltre il quale scatta il cosiddetto splafonamento e le sanzioni conseguenti. La questione quote latte è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l'assegnazione ad ogni Stato membro dell'Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All'Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992 con la legge 468 poi il 2003 con la legge 119 e infine il 2009 con la legge 33, sono le tappe principali del difficile iter legislativo per l'applicazione delle quote latte in Italia. Degli attuali 38mila allevatori oggi in attività nel nostro Paese (erano 120mila nel 1996) sono solo un po' più un migliaio quelli che devono alle casse dello Stato 1,7 miliardi di euro di multe maturate in questi ultimi anni. Molti allevatori – conclude la Coldiretti - si sono messi in regola in questi ultimi anni, 15mila hanno rateizzato con la legge 119 del 2003, per 350 milioni di euro, mentre altri 220 milioni di "multe" sono stati regolarmente pagati in questi ultimi 12 anni.
(Coldiretti)
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