Martedì, 28 Gennaio 2014 12:51

RIFIUTI, CONFCOMMERCIO: «CON LA NUOVA IMPOSTA LE IMPRESE PAGANO IL 300% IN PIÙ»

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RIFIUTI, CONFCOMMERCIO: «CON LA NUOVA IMPOSTA LE IMPRESE PAGANO IL 300% IN PIÙ» www.reggioemilia150.it
Per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati

Reggio Emilia, 28 gennaio 2014 - «Siamo molto preoccupati: chiediamo con urgenza un confronto franco e onesto con le Amministrazioni locali per concordare le modalità di applicazione della nuova imposta ed evitare di stringere definitivamente il cappio intorno al collo delle imprese», dice Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia: «Le nostre comunità hanno bisogno dei servizi, dei posti di lavoro, del presidio che le imprese del terziario sviluppano sul territorio. Non possiamo permettere che la politica continui a portare colpi letali all'economia, alla società, al Paese.»

«Giovedì scorso –spiega Donatella Prampolini Manzini- è scaduto il termine per il pagamento della maggiorazione TARES, con la quale lo Stato ha incassato da cittadini e imprese 1 miliardo di euro. Ma è soprattutto con il passaggio alla TARI, la componente rifiuti dell'Imposta unica comunale, avvenuto a inizio anno, che nel 2014 si registrerà un vero e proprio salasso per le imprese.»
Il dato emerge da un'analisi di Confcommercio sugli effetti per le imprese dei servizi e del terziario di mercato derivanti dal nuovo tributo introdotto dalla Legge di Stabilità. L'analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni dimostra, infatti, la pesante incidenza della TARI sulle attività economiche in questi settori con un incremento medio dei costi pari al 302%. Per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati, come nel caso dei negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), delle discoteche (+568%), dei ristoranti e pizzerie (+548%).

«Si tratta –conclude la presidente Prampolini Manzini- di incrementi ingiustificati e che derivano essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. È una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese, che impone sicuramente la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo. Nell'immediato occorre concordare con le Amministrazioni locali le modalità di applicazione della tassa per evitare di sferrare un ulteriore affondo al sistema delle imprese, con conseguenze facilmente prevedibili per le nostre comunità.»