Il 2013 è stato sicuramente l'annus horribilis dell'imprenditoria locale
Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 - La crisi è fatta anche di numeri. E quelli che riguardano le procedure concorsuali – fallimenti, concordati, liquidazioni coatte e amministrazioni straordinarie – delle imprese reggiane parlano di una provincia ferita, che ancora non riesce a riprendersi. Anzi.
Basta una rapida lettura dei dati raccolti nel Portale dei fallimenti del tribunale di Reggio Emilia per capire che la situazione è sempre più nera. Infatti, se negli anni precedenti si era assistito a un aumento progressivo delle procedure concorsuali, il 2013 è stato sicuramente l'annus horribilis dell'imprenditoria locale.
Tanto per capire: le procedure concorsuali aperte nel 2009 ammontavano a 120, nel 2010 erano 133, l'anno successivo 146, mentre nel 2012 il tasso di crescita era addirittura diminuito e in totale erano arrivate a 153. Poi, l'anno scorso, la svolta. Un aumento pari al 45%, che le ha portate a quota 225. Ma cosa è successo all'economia reggiana? Da cosa deriva questo tracollo?
In parte, sicuramente, dalla crisi dell'edilizia. E di tutti quei settori che ne compongono la filiera. Come la Vasart, con sede a Puianello, una frazione del comune di Quattro Castella. Fondata nel novembre del 1984 da Gianni Gozzi, che ne è rimasto amministratore unico per lungo tempo, la società si occupa della produzione e commercio di prefabbricati in cemento, vasi, arredo urbano, articoli da giardino e per la casa, manufatti per l'edilizia. Come si legge sul sito internet della Vasart, l'azienda conta 3.000 mq di superficie coperti, su un'area complessiva di 25.000 mq. Dimensioni non da poco.
"Il catalogo arredo urbano conta oltre 400 referenze – spiega infatti una sezione del sito - articolate in una quindicina di tipologie, in grado di offrire soluzioni ecocompatibili di alto profilo qualitativo e funzionale per ogni contesto ambientale: dal recupero e riqualificazione di centri storici, agli ambienti ad alta vocazione paesaggistica e turistica, dalle volumetrie nette dei complessi direzionali alle aree verdi attrezzate, dalle nuove esigenze d'immagine dell'impresa agli insediamenti abitativi, sino alle piazze dei centri commerciali e ai grandi luoghi di scambio e di flusso: stazioni, terminal, autostrade".
Insomma, un'azienda che non ha mai avuto problemi ad affrontare grandi commesse, che ha lavorato con diverse amministrazioni pubbliche di tutta Italia e società di rilievo come appunto Autostrade spa e Ferrovie dello Stato, ma anche con Nestlè e Costa Crociere. E che fino all'ultimo ha provato a fare innovazione, ma sempre con un occhio all'ambiente. Come con la panchina in ecocemento a base di scarti vetrosi, inaugurata lo scorso giugno al parco San Giovanni Bosco a Modena. La seduta – nata da una partnership con l'Università di Modena e Reggio, Anci e Comune di Modena - permette di sfruttare quei frammenti di vetro non più riciclabili.
Nel 2008 Vasart tocca il picco massimo di fatturato e assume altri tre dipendenti. Ma la crisi è alle porte. Nel 2009 si avverte già un consistente calo del settore edile. Il trend non migliora nel 2010, e allora l'azienda ricorre alla cassa integrazione. Nel 2011 l'azienda prova a ripartire puntando su ciò che sa fare meglio, ovvero gli arredi urbani. Ingaggia un direttore commerciale, che dal mese di marzo inizia ad affiliare vari rivenditori in tutta Italia. La possibilità di risollevare il fatturato spinge quindi la Vasart ad aggiornare il suo catalogo con nuovi prodotti, che vedranno la luce nell'aprile 2013.
Tuttavia, nello stesso momento, il settore dei prefabbricati per l'edilizia tocca il fondo, determinando un calo complessivo del fatturato pari a quasi il 40%. A ciò si aggiunge anche la spending review sugli enti locali, che taglia definitivamente le commesse più importanti per la Vasart. Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente la situazione contribuiscono anche le insolvenze di alcuni clienti, che hanno causato perdite per circa 200.000 euro
Nell'agosto scorso, i titolari Gianni Gozzi e Maria Luisa Gandolfi ne deliberano la messa in liquidazione. A novembre affittano l'azienda a una nuova società (Vasart Urban Design), i cui soci sono i due figli dell'attuale proprietario, Domenico e Andrea Gozzi. A dicembre poi la richiesta di concordato preventivo presentata al Tribunale di Reggio. Ora si aspetta il pronunciamento dei giudici, e forse la Vasart non sarà costretta a chiudere. Una speranza che tante altre aziende colpite dalla crisi non potranno più coltivare.