Non è ancora stata completamente digerito il delicato passaggio da un mercato "controllato" (regime delle quote latte) al mercato libero. Il report EU Dairy Markets, Situation and Outlook, September 2015.

di Lgc, Parma 5 settembre 2015.

Non accenna a diminuire la tensione sul prezzo del latte e dei derivati. Da un lato si assiste, periodicamente, a volatilità sostenuta pur evidenziandosi una tendenza al ribasso dei valori (latte e derivati) mentre sul fronte dei DOP si osserva una preoccupante stazionarietà dei prezzi con lievi oscillazioni, quasi speculari, positive e negative.

Secondo il report realizzato per conto di CLAL, "EU Dairy Markets, Situation and Outlook, September 2015", da Erhard Richarts, Dairy Market Consultant, Chairman of IFE (Institut für Ernährungs- wirtschaft e. V., Kiel) le ragioni sono imputabili a:
 la fine delle quote latte e in precedenza gli sforzi per frenare la produzione di latte con l'obiettivo di evitare o ridurre i super-prelievi
 l'impennata stagionale primaverile del latte stagionali, ancora evidente nelle statistiche di raccolta del latte, promossa da molti agricoltori sulla spinta della nuova libertà produttiva concessa a seguito del decadimento del regime delle quote latte.

In evidenza nel report di settembre
 la produzione di latte UE continuerà a crescere a ritmi più lenti. Anche la produzione di latte mondiale ha rallentato ed è destinato a crescere più lentamente rispetto alla domanda.
 Nel mercato interno UE si possono prevedere solo lievi incrementi dei consumi di prodotti lattiero-caseari.
 La domanda dei paesi tradizionalmente importatori di prodotti lattiero-caseari nella UE continuerà a crescere.
 I prezzi di burro si muovono sopra il livello di intervento e un recupero potrebbe essere plausibile.
 I prezzi di latte scremato in polvere potrebbero essere, nei prossimi mesi, vicini a un intervento.
 I prezzi del formaggio sono anch'essi a livelli bassi e non è vicino il momento del recupero tempo per vedere a recuperare.
 I prezzi del latte alla stalla difficilmente potranno risalire nella seconda metà del 2015.

Domenica, 06 Settembre 2015 10:00

Rischio maltempo sui nuovi raccolti

I repentini cambiamenti climatici potrebbero compromettere i prossimi raccolti. Maggiori preoccupazioni interessano le vendemmie di fine settembre e ottobre e la raccolta del mais già sofferente per la siccità e posto sotto stretta osservazione per i rischi sanitari da Aflatossine.

di Virgilio, Parma 05 settembre 2015

 - I cambiamenti climatici in atto in questi ultimi decenni, prevalentemente determinati dalla mano dell'uomo, si stanno manifestando con improvvisi e violenti temporali che le cronache hanno etichettato come "Bombe d'Acqua". fenomeni sempre più frequenti dai quali, molto probabilmente, dovremo attenderci

L'estate che sta lentamente scemando ha fatto registrare sensibili innalzamenti delle temperature medie da giugno a agosto.

L'arrivo del maltempo con temporali e grandine arriva dopo che il mese di agosto ha fatto segnare una temperatura minima superiore di 2,3 gradi alla media, ma particolarmente caldo sono stati anche luglio (+3,9 gradi) e giugno (+2,2 gradi). E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ucea nel commentare l'arrivo del maltempo nelle campagne dove sono in corso la vendemmia e le operazioni di raccolta delle coltivazioni, dalla soia al mais.

Se la pioggia interrompe le operazioni, la grandine - sottolinea la Coldiretti - è la piu' temuta in questo periodo per i danni irreversibili che provoca ai grappoli sui quali si sviluppano patologie, ma a preoccupare gli agricoltori sono anche i rischi per la frutta di stagione ancora da raccogliere.

Rischi quindi ancora per le operazioni agricole di settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo che si concluderanno addirittura a novembre con le uve di Aglianico, Nebbiolo e Nerello.

Moncalvo (Coldiretti) - Dobbiamo impegnare le nostre forze in una operazione di trasparenza e di emersione...

di Virgilio Parma, 3 settembre 2015
Occorre colpire con forza il fenomeno dell'irregolarità in agricoltura e tenere sempre alto il livello di attenzione anche quando si smorzeranno i clamori connessi ai recenti tragici fatti di cronaca.

Non solo sorveglianza ma anche remunerazioni coerenti con i costi di produzione affinché non si lascino spazi alle speculazioni e alle furberie.
Un chilo di pomodori raccolto in Puglia viene sottopagato meno di 8 centesimi al chilo che non coprono i costi di produzione e di raccolta ma alimentano una catena dello sfruttamento che occorre spezzare. E' quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che la situazione non è molto diversa se si parla di arance o di uva, nel suo intervento al vertice nazionale sul caporalato per definire il piano di azione per il contrasto al fenomeno e al lavoro irregolare in agricoltura con i Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e del Lavoro Giuliano Poletti. Occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che - ha sottolineato Moncalvo - colpisce spesso la componente piu' debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli. E su questo - ha sostenuto Moncalvo - sta lavorando l'Osservatorio sulla criminalita' nell'agroalimentare guidato da Giancarlo Caselli che la Coldiretti ha promosso e sostenuto.
E' pertanto auspicabile un processo di emancipazione che coinvolga la intera filiera agroalimentare in grado di distinguere e emarginare chi opera nell'illegalità e al contempo favorire le imprese che fanno dell'etica e della responsabilità un motivo di orgoglio e che deve diventare una leva commerciale privilegiata.

Così come in ogni settore anche in agricoltura le imprese che operano in condizioni di trasparenza sono la gran parte come "dimostrano i 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni, assunti regolarmente in agricoltura. Con la rete del lavoro agricolo di qualità si avvia un importante percorso che tutela i lavoratori dalla sfruttamento e premia le imprese virtuose che - ha concluso Moncalvo - dobbiamo proseguire con serietà anche quando le luci sui drammatici casi di cronaca saranno spente.

Domenica, 06 Settembre 2015 11:43

Caldo, le due facce della medaglia

Dalla vendemmia da primato al mais tossico. Le due facce della medaglia di un'estate con temperature da record. Era da 135 anni che non si misurava una condizione come quella registrata nella primavera - estate 2015.

Parma, 6  settembre 2015 - 

Il 2015 sta acquisendo tutte le caratteristiche per dimostrarsi l'anno più caldo da quando esiste un sistema di rilevazione meteorologica (1880) superando il record del 2014.
Già sono stati acquisiti i primati di "inverno" e di "luglio" più caldi (16,5 C° la media del mese), con settembre che, nonostante il primato mensile sia del 2014 si è avviato con le intenzioni di accaparrarsi il trofeo meteorologico.

Se le temperature elevate dello scorso mese di settembre consentirono di recuperare una vendemmia che si preannunciava in ritardo e potenzialmente compromessa dalle abbondanti piogge del mese di luglio e parte di agosto, quest'anno il clima ha favorito un'accelerazione delle maturazioni delle uve conducendo a anticipare sensibilmente la vendemmia.

Una produzione di vino che si preannuncia di ottima qualità in tutta Italia e che dal punto quantitativo ritorna ai livelli storici dopo le forti flessioni del 2014, del 2012 e 2011 (42,1, 41,1 e 42,7 rispettivamente)

Secondo i primi dati forniti da Assoenologi lo scorso 29 agosto, a fine campagna si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto con il Veneto che, con ben 9,1 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60% di tutto il vino italiano.

Dal punto di vista qualitativo l'associazione degli enologi prevede un target compreso tra ottimo e eccellente "le buone riserve idriche - rileva Assoenologi - accumulate hanno determinato un'interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un'estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto da provvidenziali piogge, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l'accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche."

Mais raccolta Cibus pixabay

Il mais, al contrario, sta attraversando un un momento di forte criticità. Le notizie sulle rese produttive non sono buone; come riportano le varie testate di settore negli areali più vocati della Pianura Padana, la siccità e le temperature da record del mese di luglio e di agosto hanno causato cali di resa dal -10/15% dove si è irrigato di più fino a un -30% negli appezzamenti ove si è fatto ricorso a interventi irrigui di soccorso di minor entità.

Non va certamente meglio sul fronte dei prezzi. Secondo quanto riporta il sito Obiettivo Cereali a Milano il mais normale vale 154 euro/t (-3 euro/t), quello con caratteristiche sanitarie superiori 169 euro/t (-4 euro/t). Analogo il calo sulla piazza di Bologna (-3 euro/t), che quota ora 173 euro/t. Sul Matif il future di novembre ha chiuso venerdì a 169 euro/t perdendo un paio di euro nel corso della settimana. Il future di settembre di Chicago è rimasto invece stabile (venerdì a 363,2 cent/bushel).

L'andamento climatico di luglio e agosto ha posto le basi ideali per l'insorgere dell'Aspergillus Flavus, il fungo responsabile della produzione delle Aflatossine B1 e B2.
Le temperature ottimali all'insorgere del fungo sono comprese tra i 32 e i 38 gradi che, unite alla siccità, determinano le migliori condizioni per lo sviluppo i campo delle aflatossine.

Particolari attenzioni dovranno essere poste dagli agricoltori, adottando le migliori pratiche gestionali per il contenimento del rischio, affinché altre tossine non si sviluppino durante le successive fasi di stoccaggio o addirittura nei pastoni.

Mercuri (Fedagri): «Una fusione tra le più importanti mai realizzate nel settore del pomodoro, che non tarderà a dimostrare tutta la sua efficacia sia sulla competitività della filiera che in termini di ricadute positive per la redditività delle centinaia di aziende agricole associate».

di Virgilio 6 settembre 2015 -
La competizione sempre più marcata e la necessità di migliorare le redditività agricole impongono un preciso programma di miglioramento dell'efficienza produttiva, di trasformazione e distributiva in ogni comparto agricolo.

Il settore del pomodoro si è da sempre distinto per un'attenzione particolare ai processi di accorciamento della filiera sia attraverso la realizzazione di impianti di trasformazione direttamente controllati dal settore primario sia attraverso accordi di parternariato con gli altri attori di filiera.
Un processo di concentrazione dell'offerta che, nella maggior parte dei casi, ha avuto successo sia per quanto concerne il contenimento dei costi di produzione sia per quanto riguarda una più equa distribuzione del reddito lungo tutta la filiera.

L'ultima operazione di concentrazione condotta a termine è fusione A.R.P. Agricoltori Riuniti Piacenza e il Consorzio Casalasco di Cremona che ha dato vita a un vero e proprio colosso.

La fusione, infatti, darà vita ad una realtà con oltre 370 aziende agricole che lavorano 7mila ettari di terreno tra le province di Cremona, Mantova, Parma e Piacenza, con una capacità di produzione di 550mila tonnellate di pomodoro l'anno e un volume d'affari di circa 270 milioni di euro.
"Questa operazione, che vede come protagonista la filiera agricola, – commenta Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro– rientra in un progetto strategico di espansione e consolidamento sui mercati internazionali. Il completamento del portafoglio prodotti e l'opportunità di nuovi canali di vendita ci permetteranno una fase di ulteriore crescita e sviluppo soprattutto sulle produzioni a nostro marchio, rendendo in questo modo Pomì un brand ancora più forte. Inoltre le sinergie gestionali e l'ottimizzazione dei processi produttivi contribuiranno a migliorare i livelli di redditività."

Un'operazione che ha trovato l'approvazione delle organizzazioni di produttori e la soddisfazione del presidente di Apo Conerpo e del settore ortofrutticolo di Fedagri Davide Vernocchi, il quale ha espresso "le proprie congratulazioni a tutti i dirigenti che con lungimiranza e determinazione hanno portato a termine l'operazione».
Dal un punto di vista commerciale, l'ampliamento del portafoglio prodotti e la definizione di nuovi canali di vendita garantirà una presenza più forte sui mercati internazionali, potenziando la distribuzione di prodotti sia a proprio marchio (Pomi) che private label. In termini di distribuzione l'obiettivo è infatti quello di abbinare alla gamma retail del Consorzio Casalasco anche la potenzialità dei formati food service di ARP con una linea completa di prodotti destinata alla ristorazione collettiva.

"Oltre ai numeri e ai valori economici espressi - commenta Paolo Voltini presidente del Casalasco - questa aggregazione rappresenta un'importante dimostrazione di maturità e consapevolezza del mondo agricolo che accetta le sfide del mercato, agendo da protagonista con visione strategica."

Domenica, 06 Settembre 2015 08:20

Danni da maltempo a Reggio Emilia

Maltempo e grandine nella Bassa e nella fascia rivierasca del Po: si segnalano danni a colture e strutture agricole. La Cia di Reggio Emilia ha già ricevuto delle segnalazioni che riguardano in particolare i vigneti - Colpite anche le strutture presenti a Boretto per il River's Food Festival

Reggio Emilia, 5 settembre 2015
In un'annata senza pace per l'agricoltura della Bassa reggiana, in alcune zone martoriata dapprima dalla nevicata, quindi da una bomba d'acqua, mancava giusto la grandine: ora però è arrivata anche questa, in un breve ma molto violento episodio di maltempo verificatosi a metà pomeriggio di oggi, quando il cielo si è fatto di piombo e si è levato un forte vento. Quindi è arrivata la pioggia, quasi subito accompagnata da un misto di grandine, presto diventata prevalente e con chicchi di notevoli dimensioni, tanto che il terreno si è velocemente imbiancato come per una nevicata.

La grandine per l'agricoltura è una delle peggiori maledizioni, perché dove colpisce spesso semplicemente distrugge le colture e le strutture agricole che trova sul proprio percorso. Anche in questo caso è così, lo segnala la Cia di Reggio Emilia che ha già ricevuto telefonate e messaggi da parte di propri associati. In particolare dai territori dei comuni della fascia rivierasca sul Po, che sembrano, in base a queste prime e parziali notizie, quelli più colpiti da questo episodio di maltempo, che ha colpito però anche Novellara, Campagnola, Reggiolo e Fabbrico, ci sono danni gravi, anche se in fasce limitate di territorio, come sempre quando grandina.

Particolarmente colpiti i vigneti - segnala la Cia reggiana - proprio nel momento in cui si avvia la vendemmia e quindi le piante sono cariche di chicchi maturi. Le aziende che ci hanno comunicato di essere state colpite - aggiunge la Cia - segnalano la distruzione pressoché completa del potenziale raccolto. Oltre all'uva, risultano colpite e stese dall'azione congiunta del vento e della grandine, campi di mais ancora da raccogliere.
Da segnalare anche - afferma la Cia - danni gravi al Lido Po di Boretto dove era in corso di svolgimento il River's Food Festival; qui erano presenti come espositori parecchi agricoltori: molti di essi hanno registrato danni alle strutture come stand e relative attrezzature, oltre ai prodotti che avevano portato per l'occasione.
"Una panoramica più completa - conclude il presidente della Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi - sarà possibile solo nei prossimi giorni".

nuvole pericolose rosse 1

(Fonte CIA Reggio Emilia)

Dopo la "tempesta perfetta" che ha segnato i mercati internazionali trascinando nell'occhio dell'uragano anche le commodieties alcuni segnali darebbero indicazioni di una nuova flessione dei prezzi delle materie prime.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 3 settembre 2015 -
Non si è ancora completamente schiarito il cielo sopra i mercati delle materie prime.

Nuove ombre potrebbero palesarsi se, come sembra che possa accadere, la Cina deciderà di alleggerire i propri stock di cereali e derivati proponendoli a prezzi agevolati. Questa operazione, se confermata, potrebbe comportare una riduzione dell'export e perciò indurre gli operatori a abbassare i prezzi. Altra incognita, anch'essa condizionante i mercati internazionali verso quote di prezzo inferiori, viene dal sud america, in particolare dal Brasile, che sembrerebbe in procinto di svalutare la propria valuta domestica.

Quindi, dopo Russia e Cina anche il grande Brasile sta attivando la leva della svalutazione per favorire l'export nel'aspettativa di migliorare le performance di una economia non più brillante che lo vede in buona compagnia con buona parte dei Paesi BRICS (Acronimo che identifica l'associazione che rappresenta i 5 più importanti Paesi Emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Segnali più che evidenti di una potenziale flessione diffusa dei prezzi delle commodities, seppure non sia così scontato in considerazione del livello attuale di compressione del mercato.

Indicatori internazionali 2 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto risalito si fa per dire a 911 punti, il petrolio quota circa 44,50 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1265.

MP 2set15

L'incertezza rimane perciò elevata in attesa delle mosse delle tre banche centrali di Cina, Usa, e Unione Europea.

Intanto i vari dati di produzioni e stime, che arrivano a scaglioni, confermano, come anticipato nelle scorse settimane, che nonostante le avverse condizioni climatiche non vi è carenza di merce e i consumi mondiali, pur non risalendo, tengono le posizioni. Sul nostro continente invece qualche preoccupazione sanitaria esiste in campo sanitario.

Il mercato dei consumi e delle speculazioni si sta comunque muovendo poco per i troppi timori, ma anche perché sussistono posizioni con forti perdite quindi si stanno trattando storni e spostamenti di quote.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Mercoledì, 02 Settembre 2015 08:32

Lattiero Caseario, latte spot in altalena.

Poco più di un euro la perdita registrata dal latte spot. Invariati i listini delle due principali DOP mentre è risalito il valore della crema e della panna a uso alimentare. S'arresta la corsa al ribasso del burro.

di Virgilio 2 settembre 2015

LATTE SPOT Battuta d'arresto per il latte spot. La fase ascendente che aveva caratterizzato il mese di luglio dopo la stabilità di agosto ha ceduto poco più di un euro in apertura della trentaseiesima settimana. Nello specifico il latte crudo spot nazionale è stato registrato a verona tra 36,09 e 37,12€/100 litri (-2,74%). Simile sorte per il latte intero pastorizzato estero che ha ceduto il 2,92% collocandosi tra 34,02 e 45,54 €/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Dopo il crollo della scorsa settimana si arresta la discesa del burro. Si è adeguato al crollo anche lo zangolato quotato a Parma che, nella seduta del 28 agosto scorso, lascia 5 centesimi sul campo fissando il prezzo a 1,15€/kg mentre Reggio Emilia ha confermato il valore dell'ottava precedente (1,15€/kg). In recupero è invece la crema a uso alimentare quotata a Milano (1,46€/kg + 4 centesimi) e pari incremento è stato rilevato a Verona per la panna a uso alimentare (1,39-1,44€/kg)

Borsa di Milano 31 agosto:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,46€/Kg.

Borsa Verona 31 agosto:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,39-1,44 €/Kg.

Borsa di Parma 28 agosto:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 01 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15€/kg.

GRANA PADANO
Nessuna variazione per il Grana Padano. Confermate quindi le quotazioni sia per il 9 mesi sia per il 15 mesi di stagionatura. Tra 6,30 e 6,40 €/kg la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 il 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO
Anche per il Parmigiano Reggiano non si sono rilevate variazioni.
In particolare i listini sono confermati tra 7,40 e 7,75 €/kg. relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi.

(In allegato i grafici aggiornati - CLAL)

latte 2set15

Industria a Parma: nel primo trimestre dell'anno segnali negativi per produzione, ordini ed esportazioni. Lieve aumento del fatturato. Migliorano le costruzioni e il commercio ma non l'artigianato. -

Parma, 1 settembre 2015 -

Nei primi tre mesi del 2015 la produzione industriale di Parma è diminuita tendenzialmente dello 0,7%, in peggioramento rispetto al trend, già negativo, dei dodici mesi precedenti. Tutti i settori industriali hanno accusato sofferenze, con l'eccezione delle industrie meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto che hanno realizzato una crescita, lieve, dello 0,8%. La produzione è calata soprattutto nelle industrie da 10 a 49 dipendenti (-2,0%) mentre quelle più grandi (da 50 a 499 dipendenti) hanno limitato il calo allo 0,3%. In controtendenza le imprese fino a 9 dipendenti dove la produzione è aumentata dello 0,9%.
Risultati migliori per il fatturato iche nel primo trimestre è cresciuto dello 0,3%. Bene le imprese meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto (+4,3%) ma anche, diversamente da quanto accaduto per la produzione, le industrie alimentari (+0,8%). Risultati negativi, invece, per le industrie del legno e del mobile (-4,0%), del trattamento metalli (-2,5%) e per le altre industrie manifatturiere tra cui chimica, carta-stampa-editoria e ceramica (-5,4%).
Battuta d'arresto per le esportazioni. La flessione tendenziale del fatturato estero provinciale è stata dello 0,7%, lieve ma comunque in controtendenza rispetto al trend positivo dei dodici mesi precedenti (+3,7%). Bene invece la Regione Emilia-Romagna dove le esportazioni hanno registrato una crescita tendenziale del 2,5%. Diminuiscono le esportazioni le industrie alimentari, -1,5%, e quelle del trattamento metalli, -5,1%. Andamento positivo per l'industria del legno, +2,5%, e per quelle meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto (+2,3%).
Anche gli ordini dall'estero sono scesi dopo due anni di continua crescita, -0,3%. Quasi tutti i settori che esportano hanno accusato diminuzioni degli ordini esteri ad eccezione delle industrie alimentari e del legno e mobile dove la domanda è cresciuta più del 2%.

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Il primo trimestre 2015 si è chiuso con un bilancio ancora negativo per produzione, fatturato, ordini ed esportazioni. La produzione è diminuita dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il fatturato ha replicato l'andamento in flessione della produzione (-1,6%) e anche le esportazioni hanno registrato una brusca frenata con un calo del 6,0%, in controtendenza rispetto ai dati tendenziali positivi del 2014 (+2,2%). Negativi anche gli ordini totali con una flessione del 2,5%.

COSTRUZIONI
Finalmente positivi i dati del settore edile, in ripresa dopo un lungo periodo di pesanti cali dell'attività: tra gennaio e marzo il volume d'affari è aumentato del 5,1%, in controtendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-6,4%). Stesso andamento in Regione dove però la crescita è stata più lieve (+2,1%).

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Bene anche il commercio al dettaglio: nel primo trimestre è ripresa la domanda interna e le vendite sono salite del 4% rispetto allo stesso periodo del 2014. Questa decisa svolta interrompe una recessione che aveva condotto a 7 anni di contrazione delle vendite. L'incremento maggiore riguarda i prodotti non alimentari, +4,4%, ma anche quelli alimentari sono cresciuti del 3%. Decisamente bene le vendite dei prodotti per casa ed elettrodomestici, +7,2%, mentre per abbigliamento e accessori la crescita si ferma al +3,6%. Svolta positiva anche per le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini che, con una variazione tendenziale del +4,1%, interrompono un trend negativo cominciato nell'estate 2012. I buoni risultati riguardano anche gli esercizi di piccole dimensioni, fino a 5 dipendenti, che mettono a segno un incremento delle vendite del 4.9%.

SISTEMA IMPRENDITORIALE PARMENSE: CONSISTENZA DELLE IMPRESE AL 30 GIUGNO 2015

Nel secondo trimestre 2015 sono nate 651 imprese e ne sono cessate 397. Il saldo positivo di 254 unità ha determinato un tasso di crescita imprenditoriale pari al +0,6%, superiore, sia pure di poco, a quello del secondo trimestre 2014 (+0,3%). Dopo il forte calo registrato a inizio anno il saldo iscrizioni/cessazioni, come solitamente accade, è ritornato positivo, senza però recuperare il calo accusato nei primi tre mesi dell'anno: la consistenza delle imprese al 30 giugno 2015 è infatti inferiore a quella di un anno fa di 248 unità.
Complessivamente, al 30 giugno, le imprese registrate alla Camera di Commercio di Parma sono 46.194, di cui 41.406 attive. Rispetto al primo trimestre dell'anno la loro consistenza è aumentata di 196 unità.

LE FORME GIURIDICHE

Tra aprile e giugno 2015 si sono iscritte al Registro Imprese 182 società di capitale, 52 società di persone, 398 imprese individuali e 19 imprese costituite in "altre forme". Sono invece cessate 54 società di capitale, 31 società di persone, 304 imprese individuali e 8 imprese costituite in "altre forme".
Le società di capitale, il cui peso sullo stock complessivo è pari al 26,4% con 12.189 imprese iscritte, hanno registrato un tasso di crescita ampiamente positivo (+1,1%, generato da una prevalenza delle iscrizioni sulle cessazioni pari a 128 unità). Le società di persone, il cui peso sullo stock complessivo è pari al 19,0% con 8.779 imprese iscritte, hanno messo a punto un tasso di crescita dello 0,2%, generato da un saldo positivo di 21 unità. La crescita delle imprese individuali è stata superiore rispetto a quella del secondo trimestre 2014 (+0,4%, pari a 96 imprese in più). Le imprese individuali, con 23.876 unità, rappresentano il 51,7% del totale provinciale.

I SETTORI DI ATTIVITA'

Nel secondo trimestre 2015 i settori numericamente più rilevanti a livello provinciale hanno avuto nel complesso un andamento positivo. I risultati migliori, in termini assoluti sono stati raggiunti dai settori delle attività di servizi di alloggio e ristorazione, del commercio e dell'agricoltura. L'aumento dello stock è stato rispettivamente pari a 32 per alberghi e ristorazione, 26 unità per le attività commerciali, 21 unità per l'agricoltura e 12 per le attività immobiliari. A seguire i settori delle attività manifatturiere e costruzioni che rimangono sostanzialmente stabili (+3 e -1 unità).

(fonte: ufficio stampa Camera di Commercio Parma)

Lunedì, 31 Agosto 2015 13:17

Gli stranieri spingono l'impresa

Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. -

Reggio Emilia, 31 agosto 2015 - in allegato scaricabile il documento con le tabelle -

Sono 44.054 le imprese straniere, aumentano di 1.160 unità in un anno (+2,7 per cento). La crescita nazionale è però più rapida (+5,3 per cento). Frena l'aumento delle ditte individuali (+714 unità), ma volano le società di capitale (+15,9 per cento). Crescono i servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). Lievi incrementi per agricoltura e costruzioni; minimo calo nell'industria.
Prosegue in Emilia-Romagna la crescita della base imprenditoriale straniera, seppur più lenta rispetto a quanto avviene a livello nazionale.
Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. Gli effetti della crisi economica contengono la loro tendenza a crescere, ma riducono dell'1,3 per cento l'insieme delle altre imprese regionali. In Italia l'aumento è ancora una volta più rapido (+5,3 per cento) e le straniere si avvicinano a quota 488 mila, il 9,5 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dello 0,8 per cento delle altre imprese. Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (fonte InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese straniere aumentano in tutte le regioni italiane. La crescita è stata più rapida in Campania (+12,9 per cento) e nel Lazio (+7,7 per cento). L'Emilia-Romagna con il +2,7 per cento è quattordicesima, superata da Lombardia (+5,8 per cento) e Veneto (+4,7 per cento).

La forma giuridica

La componente più cospicua è data innanzitutto dalle ditte individuali (+714 unità, +2,0 per cento), nonostante gli effetti della crisi ne contengano l'aumento. Esse costituiscono l'83,8 per cento delle imprese straniere. Sempre più risulta determinante la rapida crescita delle società di capitale (+436 unità, +15,9 per cento), sostenuta dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito alla lieve riduzione delle società di persone (-0,2 per cento). Aumentano anche le cooperative e i consorzi (+2,7 per cento).

Settori di attività economica

La tendenza positiva origina sostanzialmente dai servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). In particolare, l'incremento è determinato soprattutto dall'aumento delle imprese del commercio (+365 unità, +3,4 per cento), nonostante la debolezza dei consumi, e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+233 unità, +6,4 per cento), per la quasi totalità realizzato dalla ristorazione. L'aumento è rilevante anche per le imprese delle altre attività di servizi (+13,1 per cento, +170 unità), trainate dai servizi per la persona (+14,4 per cento). Variazioni minime negli altri macro settori, in aumento per agricoltura e costruzioni, lieve in diminuzione nell'industria.

(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)

Lunedì, 31 Agosto 2015 14:35

Materie prime. La tempesta sta passando

Il sereno dopo la tempesta perfetta. Dovrebbe, il condizionale è d'obbligo in queste circostanze, essere terminata la fase acuta del terremoto finanziario che ha coinvolto le commodieties a seguito della bolla esplosa a partire dalla Borsa cinese che a sua volta ha trascinato le altre borse asiatiche e via verso occidente in una sequenza come se fosse un domino.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 31 agosto 2015 -

La tempesta perfetta sta perdendo la sua forza. I mercati delle commodities, dopo aver raggiunto i valori minimi, cominciano a stabilizzarsi, mentre l'incertezza è ancora connessa alla volatilità dei cambi. La scorsa settimana, il rapporto di cambio €/$ ha registrato oscillazioni tra 1,10 e 1,15, quindi a 1,12 e il petrolio dopo avere sfiorato il fondo di 36 dollari al barile si era ripreso sino a 43$.

Indicatori internazionali (28/8/2015)
l'Indice dei noli è intanto sceso a 905 punti, il petrolio quota circa 43,07 dollari al barile, il cambio gira a 1,1260.

Ora potrebbe ricominciare una fase di normalità, l'incertezza è ancora alta in attesa delle mosse delle tre banche centrali di Cina, Usa, Europa che giocheranno le loro mosse sullo scacchiere finanziario internazionale.

L'IGC (International Grain Council) ha pubblicato le ultime stime mensili:

- ancora un aggiustamento al rialzo delle produzioni mondiali del grano: 720 milioni di tonnellate contro 710 del luglio. Aumenti della Russia che passa da 55 a 59 milioni di tonnellate, dalla Ucraina da 22 a 25 milioni di tonnellate e dalla EU da 140 a 144 milioni di tonnellate.
- La produzione del corn è stata stimata in 968 milioni di tonnellate contro 966. Gli USA sono a 340 milioni di tonnellate contro 332. La EU passa a 60 contro 67. L'Ucraina a 24 da 25 sul totale del mondo la differenza in più è della Cina.
- La produzione della soia è stimata in 318 milioni di tonnellate contro 316. La produzione USA è stimata in 105,5 contro 103,7. Quindi come sempre detto nonostante le avverse condizioni climatiche diffuse di merce non ne manca, i consumi mondiali non salgono ma tengono, registreremo invece problemi qualitativi sanitari diffusi specie in EU.

MP 28ago15

Sul mercato interno, i listini delle varie Borse Merci e sale di contrattazione hanno riaperto, anziché con il "botto" sui cereali, con segni negativi diffusi su tutti i comparti fatta eccezione di alcuni prodotti in fase congiunturale.

I primi dati sulle rese del raccolto Maidicolo sono molto difformi ma comunque segnano, al momento, dei cali di resa e dei problemi a macchia di leopardo relativamente alla presenza di Aflatossina B1.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 35 30 agosto 2015 - (in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
1.1 editoriale Ma quale ripresa, ci siam mangiati sin e collane della nonna
3.1 cereali Il crollo delle borse trascina le commodities.
4.1 Lattiero caseario Crollo del Burro, tengono Grana e Parmigiano.
5.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015-2016
6.1 Bufale e social Ancora discredito sulla pasta Barilla
7.1 quote latte Quote latte, Agea ha provveduto alla quantificazione delle restituzioni per l'ultima campagna
8.1 emilia romagna Miele, 467 mila euro per gli apicoltori dell'Emilia-Romagna
8.2 immigrazione Expo: dai campi profughi ai campi coltivati, Cia: un progetto di cooperazione mondiale
8.3 quote latte Quote latte: nuove disposizioni di Agea sulle fideiussioni
9.1 pomodoro Pomodoro 2015, nel segno della qualità
9.2 ambiente Emilia Romagna. In arrivo 9 milioni per rimuovere l'amianto nelle imprese
10.1 dissesto idrogeologico Dalla Regione 100 milioni per il dissesto idrogeologico
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 35 30ago15 COP

Quote latte: stabilite restituzioni per 96,89 milioni di euro per oltre 10 mila aziende. 115.000 tonnellate di esubero nazionale. Sono 1.266 le aziende in più ammesse a compensazione. I criteri della restituzione.

Roma, agosto 2015 - Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che Agea ha provveduto alla quantificazione delle restituzioni dovute agli allevatori a seguito della definizione del prelievo nazionale da corrispondere all'Unione Europea per il superamento delle quote latte per l'ultima campagna. In base ai calcoli secondo i parametri della normativa europea la produzione di latte è stata pari a 11.000.841,389 tonnellate, sulla base della quale è stato calcolato l'esubero nazionale.

"Grazie all'intervento stabilito a luglio con il decreto agricoltura - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - abbiamo restituito oltre 19 milioni di euro a 1266 allevatori, che in base ai vecchi parametri di compensazione della Legge Zaia del 2009 sarebbero stati esclusi. In complesso sono state oltre 10 mila le aziende che beneficiano delle compensazioni per un importo totale di quasi 97 milioni di euro. Il resto dei prelievi che non è stato possibile compensare, sempre in base ai criteri definiti dalla Legge Zaia, andrà a finanziare ulteriori interventi per il settore lattiero, in questa fase delicata del dopo quote. Continuiamo a lavorare per la tutela del reddito dei nostri allevatori, anche in vista del Consiglio Ue straordinario del 7 settembre dove chiederemo all'Europa nuove misure a sostegno del settore".

ESUBERO NAZIONALE 2014/2015: 115 MILA TONNELLATE
All'esubero nazionale pari a 115.206,57 tonnellate hanno contribuito individualmente 10.879 aziende che hanno prodotto oltre la propria quota per un quantitativo pari a 721.213,48 tonnellate, mentre 19.649 aziende sono risultate senza esubero, con una quota non commercializzata di 286.265,97 tonnellate. La parte degli esuberi individuali che supera l'esubero nazionale confermato è stata dunque pari a 606.006,91 tonnellate.

RESTITUZIONE PER 96,89 MILIONI DI EURO A 10.126 AZIENDE
Le operazioni di restituzione hanno complessivamente interessato 10.126 aziende per un prelievo corrispondente ad un esubero pari a 348.553,949 tonnellate, per un importo pari a 96,89 milioni di euro.

I CRITERI DELLA RESTITUZIONE IN BASE AL NUOVO DECRETO AGRICOLTURA: 1266 AZIENDE IN PIÙ AMMESSE A COMPENSAZIONE
Questo è il quantitativo massimo per il quale è possibile non confermare il pagamento del prelievo e che è stato distribuito secondo le priorità previste dal nuovo "decreto agricoltura" a beneficio, cioè, delle aziende in regola con il versamento del prelievo mensile che:
1. sono titolari di quota e sono ubicate in zona montana, per l'intero esubero realizzato. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 3.410 con un esubero pari a 93.964,379 tonnellate.
2. sono titolari di quota e sono ubicate in zone svantaggiate per l'intero esubero realizzato. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 622, con un esubero pari a 14.022,989 tonnellate.
3. hanno subito, da parte della autorità sanitaria competente, il blocco della movimentazione dei capi per almeno 90 giorni nell'arco della campagna. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 46, con un esubero pari a 311,918 tonnellate; la restituzione, effettuata nei limiti del 20% della quota disponibile, è pari a 246,326 tonnellate.
4. non hanno superato il livello produttivo 2007/2008. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 906 con un esubero complessivo pari a 42.456,674 tonnellate.
5. non hanno superato di oltre il 6% il proprio quantitativo disponibile. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 3.878 con un esubero complessivo pari a 129.147,703 tonnellate.
6. hanno superato di oltre il 6 per cento e fino al 12 per cento il proprio quantitativo disponibile. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 651, con un esubero pari a 54.101,065 tonnellate; la restituzione, effettuata nei limiti del 6% della quota disponibile, è pari a 37.709,473 tonnellate.
7. hanno superato di oltre il 12 per cento e fino al 30 per cento il proprio quantitativo disponibile. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 416, con un esubero pari a 71.054,864 tonnellate; la restituzione, effettuata nei limiti del 6% della quota disponibile, è pari a 23.127,088 tonnellate.
8. hanno superato di oltre il 30 per cento e fino al 50 per cento il proprio quantitativo disponibile. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 99, con un esubero pari a 30.371,930 tonnellate; la restituzione, effettuata nei limiti del 6% della quota disponibile, è pari a 5.002,889 tonnellate.
9. hanno superato di oltre il 50 per cento il proprio quantitativo disponibile. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 100, con un esubero pari a 44.810,529 tonnellate; la restituzione, effettuata nei limiti del 6% della quota disponibile, è pari a 2.876,428 tonnellate.

I CASI DI ESCLUSIONE
Inoltre, per effetto della legge 33/2009 non si procede neanche ad annullare la richiesta di prelievo nei confronti dei produttori non in regola con i versamenti mensili. A seguito dei calcoli eseguiti restano confermate 372.659,535 tonnellate di esubero, realizzate da 2.040 aziende che:
1. non sono risultate in regola con il versamento mensile del prelievo. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 678, per un esubero pari a 229.614,885 tonnellate;
2. pur essendo in regola con i versamenti mensili, hanno superato sia il livello produttivo della campagna 2007/2008 che il 106% della quota disponibile (ed hanno pertanto avuto diritto alla restituzione entro il 6% della quota disponibile). Le aziende in questa situazione sono risultate essere 1.266 per un esubero pari a 200.338,388 tonnellate, di cui viene confermato il prelievo corrispondente a 131.622,51 tonnellate;
3. non hanno subìto l'imputazione del prelievo mensile a causa di una omissione nelle dichiarazioni mensili di consegna (accertata dalle Regioni) o per effetto del trasferimento di quota non disponibile in quanto già utilizzata attraverso consegne di latte già dichiarate. Le aziende in questa situazione sono risultate essere 96, per un esubero pari 11.422,14 tonnellate.

LA RIPARTIZIONE DEL PRELIEVO CONFERMATO
L'importo complessivo del prelievo confermato, che ammonta a 103,71 milioni di euro, risulta così ripartito:
- 30,53 milioni di euro sono pagati alla UE per il superamento della quota nazionale;
- 1,53 milioni di euro sono accantonati ai sensi della legge 119/03;
- 71,65 milioni di euro una volta effettivamente incassati saranno destinati al fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi della legge 33/2009.

Domande entro il 13 novembre 2015. Caselli: le api presidio fondamentale della biodiversità

Bologna - Oltre 467 mila euro dalla Regione per sostenere l'apicoltura emiliano-romagnola. E' la terza ed ultima annualità del Programma 2014-2016, cofinanziato dalla UE nell'ambito dell' Organizzazione comune di mercato e dallo Stato italiano, che assegna complessivamente all'Emilia-Romagna circa 1 milione 400 mila euro per migliorare la produzione e la commercializzazione del miele e degli altri prodotti dell'apicoltura.

Il bando scade il 13 novembre 2015 e le domande vanno presentate attraverso la piattaforma informatica di Agrea.

"Sono risorse che servono a qualificare un settore importante da un punto di vista economico, ma anche ambientale – spiega l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli - le api sono un importante presidio della biodiversità, insetti fondamentali per l'impollinazione e oggi sappiamo che la loro presenza è minacciata". Verranno finanziati l'acquisto di arnie anti varroa (un acaro che provoca la distruzione delle famiglie di api) e di arnie ed attrezzature per la razionalizzazione della transumanza (lo spostamento delle arnie sul territorio per seguire le fioriture). Risorse anche per l'assistenza tecnica e l' aggiornamento degli operatori, l'acquisto di sciami per il ripopolamento del patrimonio apistico, le analisi del miele, la ricerca. Potranno presentare domanda: gli apicoltori, singoli o associati, comprese le Associazioni dei produttori, l'Osservatorio Nazionale Miele ed il CREA-API, Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura.

I contributi andranno dal 20 al 100% in relazione alla tipologia di intervento, così come stabilisce il Programma regionale ed il bando di attuazione.

Il bando (determina n. 1154 del 3 agosto 2015) è pubblicato sul BUR n. 214 (parte seconda) del 13 agosto 2015.

(Fonte regione emilia romagna 17 agosto 2015)

L'esodo della disperazione si può fermare solo con l'agricoltura. Questo il messaggio che la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha lanciato in Expo nel corso della giornata "Dalla terra la sola speranza di pace e sviluppo" organizzata da Ases, l'Ong promossa dalla Confederazione, che opera da anni in tutte le zone svantaggiate del mondo e oggi ha illustrato un progetto mondiale di cooperazione. Dino Scanavino, presidente di Cia e di Ases, ha ribadito come il modello portato avanti dalla Ong dei coltivatori italiani "ha dimostrato che è possibile una via diversa allo sviluppo della cooperazione internazionale".

"E' indispensabile -ha spiegato Scanavino- operare per creare attraverso l'attività agricola, attraverso la valorizzazione delle comunità rurali e la promozione dei prodotti identitari dei diversi Paesi una migliore condizione di vita delle popolazioni. La tragedia dei migranti che si sta consumando sulla sponda sud del Mediterraneo impone di trovare soluzioni durature capaci di ricostruire un tessuto economico e sociale tale da scongiurare la fuga disperata di quelle popolazioni. Noi abbiamo il dovere di contribuire alla crescita di quei Paesi; di rafforzare, attraverso l'impostazione di nuovi e maggiori programmi di cooperazione agricola, una politica di sviluppo sostenibile tale da offrire alle popolazioni, e soprattutto ai giovani di quei Paesi, una prospettiva". Con i progetti di Ases, ha aggiunto, "abbiamo dimostrato che un modello alternativo è possibile: coltivare la terra per alimentare la speranza e nutrire davvero il pianeta".

per approfondire: http://www.improntaunika.it/2015/08/expo-dai-campi-profughi-ai-campi-coltivati-cia-un-progetto-di-cooperazione-mondiale/#sthash.HpZtTu2J.dpuf

Domenica, 30 Agosto 2015 10:15

Mais e Soia - Agosto 2015

Mais e Soia: agosto 2015. La produzione di Mais è in contrazione dello -0,2% rispetto alle previsioni di luglio mentre segna un +0,4% la produzione di Soia sulla base delle maggiori produzioni statunitensi e dell'Ucraina. 

MAIS: Dati previsionali per 2015-16
 La produzione di Mais per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Settembre) è prevista a 985.61 Mio t, -0.2% rispetto alle previsioni di Luglio, con riduzioni in Cina (-4 Mio t) e UE (-3.5 Mio t) parzialmente bilanciate da incrementi negli Stati Uniti (+4 Mio t) e Brasile (+2 Mio t).
 La produzione statunitense è stimata a 347.64 Mio t, con una resa dei terreni di 168.8 bushels/acro (+2 bushels rispetto alle stime precedenti). Si prevede un aumento dell'impiego di Mais nella produzione di etanolo.
 Le scorte del "vecchio raccolto" 2014-15 sono previste al ribasso con un maggior utilizzo del Mais nei dolcificanti.
 Si prevede una riduzione del Mais ad uso zootecnico in Cina, Unione Europea e Ucraina. Infatti, mentre in Cina è previsto un maggior utilizzo di sorgo, in UE e Ucraina è atteso un maggior utilizzo di frumento nell'alimentazione animale.
 L'export è previsto in crescita per Ucraina, Brasile e Russia, parzialmente bilanciato da riduzioni per UE, USA e Serbia. L'import Europeo è stimato in aumento.

SOJA: Dati previsionali per 2015-16
 La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è attesa a 320.05 Mio t, +0.4% rispetto alle previsioni di Luglio, riflettendo maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti e in Ucraina.
 Negli USA la produzione prevista è di 106.59 Mio t, grazie ad un incremento della resa dei terreni, che bilancia la riduzione delle aree coltivate. La resa è attesa a 46.9 bushels/acro (+0.9 bushels rispetto al mese scorso, -0.9 bushels rispetto alla resa record della stagione in 2014-15).
 Si prevede un aumento della trasformazione in farina e olio (crush) in Cina, UE e USA, determinando una diminuzione degli stock finali globali (-4.9 Mio t), che si mantengono comunque a livelli record (86.88 Mio t).
 Le esportazioni di Soia sono attese in rallentamento per gli USA, e in aumento per il Brasile e l'Argentina. Le importazioni della Cina, che importa un quarto della produzione mondiale di Soia, sono previste in aumento a 79 Mio t.

Domenica, 30 Agosto 2015 09:07

Pomodoro, nel segno della qualità

Pomodoro da industria, una campagna nel segno della qualità e del rispetto delle programmazioni. L'assessore Caselli: dal Psr risorse per favorire l'aggregazione e i progetti di filiera.

Bologna 25 agosto 2015 - È una campagna nel segno della qualità del prodotto e di rese produttive nella norma, seppur disomogenee da provincia a provincia, quella del pomodoro 2015. È questa la fotografia scattata in occasione della visita dell'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, allo stabilimento di trasformazione Conserve Italia di Pomposa (Ferrara), uno degli impianti più grandi e moderni d'Europa in grado di lavorare oltre 4.500 tonnellate al giorno di "oro rosso" per produrre passate, polpe ed altri derivati.

Visita Caselli Gardini Ferrari

All'incontro erano presenti il presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini, accompagnato dal direttore generale Angel Sanchez, oltre ai presidenti dell'Organizzazione interprofessionale pomodoro da industria Nord Italia, Pier Luigi Ferrari, e dell'Op Apo Conerpo, Davide Vernocchi.
"Pur in presenza di un'annata caratterizzata da forti anomalie climatiche, con piogge abbondanti nei primi cinque mesi dell'anno ed intense e prolungate ondate di calore da luglio in avanti - ha detto l'assessore Caselli - i risultati di questa prima parte della stagione evidenziano l'importanza di una filiera coesa e ben organizzata, che fa leva sull'efficacia della programmazione produttiva e sulla trasparenza e il rispetto delle regole contrattuali. Proprio per questo è fondamentale che anche il Ministero riconosca il ruolo e l'attività delle Oi già costituite come quella del pomodoro del Nord Italia".

Secondo le prime stime nell'Italia settentrionale saranno prodotte quest'anno intorno ai 2,6 milioni di tonnellate di pomodoro da industria, sostanzialmente in linea con l'obiettivo di produzione 2015 fissato tra i 2,45 e i 2,65 milioni di tonnellate, su una superficie complessiva di quasi 39.000 ettari in tutto il Nord Italia, di cui poco meno del 70% in Emilia-Romagna (+6,5% sul 2014).

All'incontro l'assessore Caselli ha annunciato importanti novità riguardo la politica di sostegno al settore. "Il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 - ha sottolineato - sarà certamente un canale privilegiato da cui attingere risorse per gli investimenti per l'innovazione e l'ammodernamento tecnologico delle aziende agricole e delle strutture di lavorazione, stoccaggio e commercializzazione. I bandi saranno attivati dal prossimo autunno, con l'obiettivo di favorire le aggregazioni e i progetti di filiera". L'assessore ha ribadito inoltre l'importanza del modello cooperativo per lo sviluppo del sistema agroalimentare, che trova in Conserve Italia un esempio di eccellenza.

"Sono tante le sfide che attendono il nostro settore, ma è fondamentale affrontarle come filiera unita per essere competitivi su scala globale – ha commentato il presidente dell'Oi Pier Luigi Ferrari -. L'esperienza della nostra organizzazione si contraddistingue per essere un buon modello nazionale che ci auguriamo possa essere d'esempio per altri territori sotto il profilo della programmazione e della governance di filiera, dell'attenzione alle tematiche ambientali e della ricerca e sviluppo".

Il quadro produttivo provincia per provincia
La provincia con la maggiore estensione colturale in regione è Piacenza, con più di 9.800 ettari, seguita proprio da Ferrara, al secondo posto con oltre 6.850 ettari. La provincia estense, che peraltro vanta la maggior estensione di superfici bio, pari a circa 980 ettari, è quella che quest'anno sta risentendo di più dell'avverso andamento meteo. Il risultato sono rese produttive al di sotto della media anche di un 15-20%, mentre la situazione si presenta discreta nella zona di Parma e Piacenza. Buone performance produttive nel Modenese, mentre anche il Ravennate è in sofferenza.

Ambiente. In arrivo 9 milioni per rimuovere l'amianto nelle imprese. Le risorse a disposizione con un bando della Regione. Click day il 23 settembre per la prenotazione online della domanda di contributo.

Bologna, agosto 2015

 - In arrivo 9 milioni di euro di eco-incentivi per le imprese che rimuovono e smaltiscono l'amianto presente nei luoghi lavoro. Le risorse – messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, nel Piano di azione ambientale, attraverso un bando – puntano alla qualificazione ambientale e alla tutela dei lavoratori.

A partire dal prossimo 23 settembre, una sorta di click-day, collegandosi al portale Ambiente le imprese potranno effettuare la prenotazione online della domanda di contributo.
L'iniziativa, già sperimentata negli anni scorsi, ha l'obiettivo di sostenere l'impegno di quelle aziende che mostrano di voler qualificare il proprio ambiente di lavoro attraverso la rimozione di coperture o coibentazioni contenenti cemento-amianto.

Il bando è stato costruito sfruttando anche le recenti semplificazioni in materia di aiuti di Stato emanate dall'Unione europea, con particolare riferimento al nuovo regolamento di esenzione in materia di tutela ambientale. Il contributo massimo erogabile sarà di 200mila euro per ciascuna impresa del territorio regionale.

Si tratta di contributi che verranno concessi secondo l'ordine cronologico di arrivo, verificando prima la documentazione progettuale completa che sarà richiesta unicamente a quelle imprese che si collocheranno in posizione utile in graduatoria.

In questo modo si eviterà di appesantire inutilmente di adempimenti tutti i partecipanti al "click day".

"Tutelare l'ambiente significa tutelare il lavoro, e la Regione con il bando vuole dare un segnale chiaro in questa direzione – sottolinea l'assessore all'Ambiente Paola Gazzolo – Con queste risorse vogliamo sostenere le imprese che hanno la sensibilità e la volontà di migliorare. Il provvedimento poggia sulla consapevolezza che la soluzione definitiva al problema è nella rimozione di tutto l'amianto presente nel territorio: un processo, questo, che richiede risorse e tempo".

(Fonte Regione Emilia Romagna)

Il Governo ha dato il via libera al piano nazionale che assegna all'Emilia-Romagna le risorse per interventi di prevenzione di alluvioni sulla costa, per la pianura di Ravenna, nella città metropolitana di Bologna e a Parma.
"E' una notizia straordinaria" - ha sottolineato il presidente Bonaccini -. Con questo piano sono state accolte tutte le nostre richieste per realizzare interventi strategici per la sicurezza di cittadini e imprese".

Bologna agosto - Oltre 100 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico. Il Governo, lo scorso 6 agosto, ha dato il via libera al piano nazionale che assegna all'Emilia-Romagna risorse per interventi per prevenire le alluvioni sulla costa, per la pianura di Ravenna, nella città metropolitana di Bologna e a Parma.

Gli interventi in Emilia-Romagna


Tre le fasi di attuazione del piano nazionale a partire dalle fine del 2015. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, le aree in cui partiranno i primi cantieri già finanziati sono il tratto della costa che va da Ferrara a Rimini (che avrà subito l'intero finanziamento di 18,5 milioni di euro, cui si aggiungono 1,5 milioni di risorse regionali già rese disponibili) e il territorio bolognese (che quest'anno riceverà 8,8 milioni di euro sui 24,3 totali di euro). Da subito inizieranno quindi lavori per oltre 28,8 milioni di euro.

Costa e Romagna
Viene finanziato da subito il progetto di ripascimento con sabbie sottomarine - il cosiddetto "Progettone 3" - che interesserà i tratti della costa per un totale di 18,5 milioni di euro di risorse nazionali, a cui si sommano 1,5 milioni di euro di risorse già rese disponibili dalla Regione. Gli interventi riguarderanno i Comuni di Comacchio, Ravenna, Cervia, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione e Misano Adriatico. Nel 2016, inoltre, il Piano stralcio sulle aree urbane a rischio individua tra le opere strategiche anche il completamento delle casse del Senio a salvaguardia del territorio della Bassa Romagna (finanziato con 8,5 milioni).

Bologna
Il territorio della Città metropolitana di Bologna riceverà in tutto 24,3 milioni. I primi interventi, immediatamente cantierabili e finanziati con 8,8 milioni di euro, riguarderanno la messa in sicurezza della pianura bolognese, con il completamento della cassa di Bagnetto nei comuni di Sala Bolognese e Castello d'Argile (7,5 milioni di euro), la sistemazione del torrente Ghironda a Zola Predosa (560.000 euro) e interventi sulle arginature dei fiumi Reno e Samoggia (720.000 euro per tre interventi).
Nel 2016, poi, partiranno gli ulteriori interventi, per un totale di 15,5 milioni di euro, che riguarderanno la sistemazione idraulica dei principali corsi d'acqua che attraversano la pianura e la città di Bologna (Navile, Samoggia, Reno, Idice, Sillaro e Santerno). Inoltre sono finanziati il potenziamento delle pompe dell'impianto de "Il Conte" a Sala Bolognese e il completamento della cassa di laminazione del torrente Lavino in comune di Zola Predosa.

Parma
Nel 2016 sarà realizzata, inoltre, la cassa di espansione sul torrente Baganza, grazie a 55 milioni di euro, per la quale Aipo sta sviluppando la progettazione con la partecipazione di tutti gli Enti locali coinvolti, con l'obiettivo di arrivare al definitivo entro l'anno.

(Fonte Regione Emilia Romagna)

"Mentre il sindaco Pizzarotti annunciava l'arrivo in via Cavour delle panchine (simili a quelle sedute "tombali" che hanno già trasformato l'adiacente piazza Cesare Battisti nel principale ritrovo delle "baby-gang" nostrane), il mio appello per liberare Parma dall'incubo dei rifiuti raggiungeva e superava largamente le 1.500 firme in meno di una settimana.

Abbiamo atteso invano, dopo avergli offerto ampia e incondizionata ospitalità sulla pagina dell'appello, che il sindaco ci rispondesse sulla situazione dei rifiuti a Parma.

A questo punto, e a nome di tutti i firmatari di "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", propongo al sindaco Pizzarotti un pubblico confronto. Da tenersi dove e quando riterrà più opportuno e condotto da un soggetto "terzo" di reciproco gradimento.

Libero ovviamente lui di rifiutare l'invito, o di non risponderci neanche stavolta. Ma liberi anche noi di pensare che il suo ostinato silenzio sia dettato dal più totale disprezzo verso la società civile e da una altrettanto totale mancanza di argomenti seri sul tema che più di ogni altro oggi sta a cuore a tutti i parmigiani. Se poi il sindaco preferirà continuare a occuparsi di panchine, faccia pure. Noi intanto andiamo avanti!".

Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"

Numero firmatari dell'appello: 1.574

(comunicto stampa)

Venerdì, 28 Agosto 2015 16:45

Anatocismo, la rivolta dei consumatori

Federconsumatori e Adusbef a muso duro contro Bankitalia. "Anatocismo: commissariare Bankitalia che, sostituendosi a Governo, Parlamento e magistratura, ripristina interessi illeciti, favorendo l'usura e lo strozzinaggio bancario".

di LGC, Parma 28 agosto 2015 -
Giusto ieri avevamo portato in evidenza come fosse passata in sordina la notizia che, su proposta del Cicr (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio), trascorsi 60 giorni dall'avvio del rosso sul conto corrente, gli interessi perdono la loro natura e diventano capitale. Una condizione che consentirà pertanto l'applicazione di interessi su altri interessi, quelli "vecchi" e perciò capitalizzati, di appena due mesi.
Una proposta che il Presidente di Unimprese Longobardi aveva duramente e pesantemente criticato.

Al disappunto del vertice di Unimpresa si sono aggiunti gli altrettanto pesanti commenti di Federconsumatori e ADUSBEF che, con un duro comunicato congiunto, chiede addirittura il commissariamento di Bankitalia in quanto, dice la nota, sostituendosi "a Governo, Parlamento e magistratura, ripristina interessi illeciti, favorendo l'usura e lo strozzinaggio bancario."


Il comunicato di Federconsumatori e Adusbef:

Una Banca d'Italia, che con un tratto di penna ripristina l'anatocismo, cancellato da sentenze di Tribunali, Cassazione e Corte Costituzionale dopo 20 anni di accese battaglie giudiziarie, sostituendosi a Governo, Parlamento e Magistratura che lo avevano definitivamente cancellato, per favorire l'usura e lo strozzinaggio bancario, in una sorta di concorso esterno al reato di usura sul quale dirigenti di Bankitalia, banche e ministero dell'economia sono indagati dalla Procura della Repubblica di Trani, e che rappresenta un pericolo per i diritti e la legalità, deve essere commissariata con urgenza. Non è la prima volta che la Banca d'Italia viola le normative di Legge sull'usura, come con la circolare interpretativa 30.9.96 della legge 108/96 che espungeva dai tassi soglia, la CMS -commissione di massimo scoperto- cancellata da sentenze di Cassazione con motivazioni lampanti (CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II PENALE - SENTENZA 19 dicembre 2011, n.46669 - Pres. Esposito – est. Chindemi): "La CMS deve essere tenuta in considerazione quale fattore potenzialmente produttivo di usura, essendo rilevanti ai fini della determinazione del tasso usurario, tutti gli oneri che l'utente sopporta in relazione all'utilizzo del credito, indipendentemente dalle istruzioni o direttive della Banca d'Italia (circolare della Banca d'Italia 30.9.1996 e successive) in cui si prevedeva che la CMS non dovesse essere valutata ai fini della determinazione del tasso effettivo globale degli interessi, traducendosi in un aggiramento della norma penale che impone alla legge di stabilire il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari. Le circolari e le istruzioni della Banca d'Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla Banca d'Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato sotto il profilo dell'elemento oggettivo. Le circolari o direttive, ove illegittime e in violazione di legge, non hanno efficacia vincolante per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia...".

Stavolta non ci sono solo le associazioni dei consumatori a dare battaglia nel denunciare il concorso esterno di Bankitalia nel reato di usura, ma anche imprenditori raggruppati in UNIMPRESA,che hanno finalmente compreso il pericolo di un istituto di vigilanza del Governatore Visco, che travalica i propri compiti istituzionali, con l'evidente finalità di strozzare e taglieggiare consumatori, famiglie ed utenti bancari, già vessati e strangolati dagli alti tassi di interesse e dai costi dei conti correnti più elevati d'Europa.

Adusbef e Federconsumatori condividono la denuncia di Unimpresa in merito alla proposta del documento di Bankitalia messo in pubblica consultazione sul fino al 23 ottobre 2015, che intende formulare al Cicr per dare attuazione all' articolo 120, comma 2 del Tub, dove si afferma che nei contratti di apertura di credito in conto corrente e nei contratti di finanziamenti a valere su carte di credito, gli interessi attivi e passivi devono essere conteggiati con la stessa periodicità (comunque non inferiore a un anno),in attuazione delle norme legislative votate dal Parlamento, che dal 1 gennaio 2014 vieta qualsivoglia forma di anatocismo bancario e di capitalizzazione degli interessi.

Ma con il solito espediente sul conteggio degli interessi effettuati il 31 dicembre di ciascun anno (o, se anteriore, il giorno in cui termina il rapporto da cui gli interessi si originano); con gli interessi maturati che devono essere contabilizzati separatamente rispetto al capitale, in modo che non ne sia influenzato il calcolo dovuti sul capitale; gli interessi, sia attivi che passivi, divengono esigibili con il decorso di 60 giorni dal ricevimento da parte del cliente dell' estratto conto o delle comunicazioni.... decorso il termine di 60 giorni, il cliente può autorizzare l' addebito degli interessi (sul conto o sulla carta di credito); in tal modo, la somma addebitata va a far parte del capitale, sul quale si calcolano gli interessi: insomma, gli interessi sono sterilizzati per un anno e 60 giorni, dopo di che sono capitalizzati e si ha nuovamente l'anatocismo.

Una Banca d'Italia che si sostituisce a Governo, Parlamento e magistratura, per favorire l'usura e lo strozzinaggio bancario a danno di milioni di correntisti e di piccole e medie imprese, già costretti a pagare costi ed interessi più alti d'Europa, che travalicando le proprie funzioni pratica l'illegalità, va commissariata per ripristinare la violata legalità.

Adusbef e Federconsumatori, non daranno tregua ad una Banca d'Italia contigua agli interessi delle banche, e già stanno preparando ulteriori denunce penali.

Il Coworking come incubatore di start up. Grazie alla condivisione delle postazioni e alla contaminazione di idee nasce Particles, start up reggiana di servizi internet e sicurezza informatica. 

A quasi un anno dalla sua apertura, il primo spazio coworking di Reggio Emilia nato da un progetto di CNA Reggio Emilia ha già dato i primi frutti come incubatore di start up e facilitatore nella creazione di network professionali.

Fabio Ferrari, giovane coworker reggiano, ha dato vita a Particles (www.particles.io), una start up che offre servizi internet alle imprese, dai domini ai servizi in cloud e di sicurezza informatica. "Grazie allo spazio coworking di CNA ho avuto modo di avviare la mia attività senza sostenere costi elevati di partenza. Prima della sua apertura il mio progetto imprenditoriale era in una fase embrionale e a Reggio mancava uno spazio adeguato per svilupparlo. Poi la svolta. Avendo avviato una start up da solo e avvalendomi di collaboratori esterni un ufficio sarebbe stato sovradimensionato. Le postazioni coworking sono una nuova realtà che consentono di fare un percorso indipendente e di poter invitare i propri collaboratori all'interno di uno spazio condiviso".

Con le sue 10 postazioni di lavoro in Largo Giambellino presso il Centro direzionale Il Volo aperte 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, lo spazio COWOCNA, uno dei 118 accreditati nella rete Cowo® sparsi in 67 città italiane, fornisce a professionisti, free lance e imprenditori tutti gli strumenti necessari per far decollare la propria attività, grazie alla condivisione di postazioni di lavoro a prezzi contenuti e locali attrezzati con WiFi, banda larga, dehor, stampanti, sale riunioni, aree ristoro e tutto quello che serve per il "professionista dell'era digitale".

Secondo Fabio Ferrari, coworking è lavorare insieme condividendo spazi e mezzi. Ma non solo. E' un nuovo modo di lavorare collaborando. I coworkers possono scambiarsi servizi. Possono condividere i contatti: l'ingresso in un coworking amplifica istantaneamente il bacino di potenziali clienti. Al suo interno si possono trovare professioni in grado di sviluppare proposte e progetti comuni. I coworking possono diventare spazi per eventi, dove incontrare potenziali clienti e mostrare il proprio lavoro in maniera davvero social.

"È quello che mi è successo – aggiunge il coworker reggiano - collaborando nell'organizzazione di due eventi presso lo spazio cowo di CNA: in questo modo ho conosciuto i ragazzi di B2 Studio, un'agenzia creativa che si occupa dello sviluppo di siti web. Sono stato io stesso ad invitarli a far parte della rete COWO di CNA e grazie alla condivisione dello stesso spazio abbiamo elaborato dei progetti in ambito web sfruttando le nostre diverse competenze: io ho fornito i servizi e loro le conoscenze di web designers consegnando al cliente un prodotto completo".

CNA Reggio Emilia, sempre attenta alle evoluzioni del sistema imprenditoriale e a soddisfare le esigenze degli imprenditori, crede fortemente nel progetto coworking come una nuova modalità di fare impresa, più dinamica e flessibile, sempre più integrata nel mercato globale.

Questa è la vera rivoluzione del coworking: entrare a far parte di una community allargata nella quale si dialoga e si scambiano esperienze di vita e professionali. La relazione viene prima del business e si instaurano rapporti collaborativi e non competitivi. Tutti possono trarre giovamento dalle competenze trasversali degli altri coworkers, arricchendo costantemente le proprie conoscenze e trovando nuove opportunità di crescita per la propria attività.

Per maggiori informazioni e per prenotare le postazioni Rif. Stefano Pavani, Responsabile del progetto COWOCNA, Tel: 348/64.00.793 Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

CNA RE eventi cowocna

I giovani reggiani scommettono sempre più decisamente su se stessi per cercare di superare l'impasse occupazionale e realizzare progetti d'impresa.

In provincia di Reggio Emilia, infatti, nei primi sei mesi del 2015 sono nate ben 644 imprese guidate da "under 35", vale a dire una ogni tre nuove iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Delle 2.131 iscrizioni effettuate complessivamente fra gennaio e giugno di quest'anno, il 30% riguarda proprio imprese giovanili, e nonostante 312 chiusure rilevate nel semestre, il saldo iscritte-cessate, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi camerale, è stato positivo (+332) portando così a 5.271 le imprese gestite da giovani.

In genere si tratta di imprese di piccolissima dimensione, visto che il 60% ha un unico addetto e un altro 20% si colloca nella classe da 2 a 5 addetti. Le dimensioni e la forma giuridica (nel 78,2% dei casi si tratta di ditte individuali), evidenziano ancora la prevalenza di imprese poco strutturate, anche se vi sono alcuni importanti cambiamenti in atto.

Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad una aumento del peso delle società di capitale costituite da "under 35" (attualmente 671), che è passato dal 9,9% del giugno 2013 al 10,8% del 2014 e poi al 12,7% di quest'anno.

In flessione, invece, le società di persone (passate in un anno dall'8,2% al 7,6% del totale), mentre sono pressoché stazionarie le altre forme giuridiche: cooperative (1%), consorzi (0,2%) e altre forme (0,3%).

CCIAA Imprese RE Giovani

Sul piano della ripartizione settoriale, è il terziario il comparto sul quale i giovani hanno scelto di puntare. In un anno sono aumentate del 5% (passando da 418 a 439) le imprese giovanili attive nei servizi di alloggio e ristorazione, sono salite del 13,3% (raggiungendo le 299 unità) quelle presenti nel campo dei servizi alla persona e sono cresciute del 6,7% (arrivando a 716 unità) le aziende che si occupano di servizi alle imprese, con particolare riguardo alle attività ausiliarie dei servizi finanziari; professionali, scientifiche e tecniche; di supporto per le funzioni d'ufficio; produzione di software e consulenza informatica, pubblicità e ricerche di mercato, servizi per edifici e paesaggio.
Molto consistente, anche se in calo del 7,6%, la presenze di imprese giovanili nelle costruzioni, settore nel quale operano quasi 2.000 aziende "under 35" (il 37,1% del totale), mentre solo il 9,6% dei giovani ha deciso di investire nel settore manifatturiero (508 imprese in totale) e il 3,6% in agricoltura (191 unità).

RE ripartizione giovani imprese

(Fonte CCIAA RE)

Dalla parte del consumatore, mai. Dal tentativo di aggirare la norma che vieta l'anatocismo ai controlli fiscali che colpiscono le piccole e micro-imprese mentre dimenticano le grandi.

di LGC Parma 27 agosto 2015 - 
Mentre chi può cerca di ritemprarsi all'ombra dell'ombrellone o passeggiando sulle dolomiti piuttosto che in qualcuno dei tanti patrimoni dell'Unesco sparsi qua e là nella penisola, il Governo tenta, in tutta sordina, di aggirare le norme che vietano l'anatocismo (calcolo degli interessi sugli interessi capitalizzati. Interessi su interessi). Una pratica già dichiarata illegale ma che fa tanto comodo alle banche.
Secondo la proposta del Cicr (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) trascorsi 60 giorni dall'avvio del rosso sul conto corrente, gli interessi perdono la loro natura e diventano capitale. La misura consentirà pertanto l'applicazione di interessi su altri interessi "vecchi" di appena due mesi.
Nulla che ci sorprenda considerando l'abitudine decennale, contestata ma mai presa in considerazione, di applicare l'IVA dei carburanti anche sulla quota delle Accise (tasse temporanee che da noi rimangono definitive. Dalla finanziamento della guerra in Etiopia del 1935, piuttosto che per il rinnovo del contratto dei ferrotranvieri del 2004, sino alle ultime alluvioni per un totale di 17 causali).

Una proposta che il Presidente di Unimprese Longobardi non ha preso bene commentando che "Il Tesoro e la Banca d'Italia vogliono salvare l'anatocismo, cioè la pratica vietata degli interessi bancari sugli interessi, con una norma bluff: prima dichiarano di volerlo abolire definitivamente e poi lo dichiarano pienamente legale trascorsi appena due mesi dallo sconfinamento in rosso sul conto corrente. Si tratta di un intervento vergognoso: non solo perché viene clamorosamente aggirata una legge dello Stato oltre che calpestate numerose pronunce giurisprudenziali, ma soprattutto perché la misura corre il rischio di penalizzare fortemente le micro, piccole e medie imprese che si servono del conto corrente anche come forma alternativa al credito ordinario sempre più negato dalle banche".

Le operazioni interessate sono principalmente le aperture di credito in conto corrente e gli scoperti senza affidamento dove gli interessi medi vanno dal 11,64 al 15,95% e che dal 1° gennaio 2016, stando alla proposta Cicr andranno ad allargarsi ogni 2 mesi.
Una condizione insostenibile per le piccole, medie e micro imprese già in forte difetto di liquidità e un favore mostruoso agli istituti di credito per guadagnare senza nulla fare.

Ma la cosa che più sorprende è rappresentata dal fatto che, per quanto la nostra economia si sia sviluppata proprio sulla capacità delle piccole imprese manifatturiere di confrontarsi alla pari con compagnie internazionali grazie alla qualità e al genio italico rappresentato dai tanti piccoli imprenditori, è proprio verso questa categoria di imprese, che si riversa la pioggia di strali del governo e del fisco. Quasi che ci sia una volontà distruttiva della forza economica nazionale.

E' infatti sempre di questi giorni la notizia che gli accertamenti del fisco si sono concentrati, nel 2014, per il 90% su piccole imprese e partite iva lasciando le grandi e grandissime imprese dormire sonni tranquilli.
"L'amministrazione finanziaria si accanisce sui deboli e a nota o giudizio va cambiato drasticamente il rapporto tra Stato e contribuenti. Siamo amareggiati perché il governo di Matteo Renzi con la delega fiscale non ha fatto nulla in questa direzione" commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

Stando infatti alla mappa dell'attività dell'amministrazione finanziaria realizzata dal Centro studi di Unimpresa, emerge un certo "accanimento" sui piccoli con le briglie "fiscali" che appaiono meno strette sui soggetti di maggiori dimensioni.

Emerge in modo evidente infatti che oltre il 90% riguarda partite Iva e micro-piccole imprese. Le verifiche tributarie relative alle medie aziende, invece, corrispondono all'8% del totale. Mentre solo l'1,7% degli accertamenti si concentrano sui grandi gruppi.

Lo scorso anno sono stati individuati 47 evasori, per lo più grandi gruppi industriali (31), che avrebbero sottratto all'erario quasi 26 milioni di euro ciascuno.

Sembrerebbe perciò che l' "accanimento terapeutico" del fisco contro le piccole imprese sia un dispendio di energie quasi inutile mentre avrebbe molto più latte da portare in cascina invertendo le proporzioni dei controlli.

Ma, come si sa, sui grandi non si può!

Unimpresa Tabella-Controlli-fiscali-23-agosto-2015
(in copertina foto interna del Ministero delle Finanze di Groucho85)

Mercoledì, 26 Agosto 2015 14:44

Sempre più imprese rosa in Emilia Romagna

Con un leggero aumento dello 0,4 per cento in un anno (299 unità), a fine giugno le imprese femminili sono arrivate a 84.908, il 20,6 per cento del totale. Accelera ancora la crescita delle società di capitale, +6,4 per cento (792 unità). In leggera flessione le ditte individuali; sensibile riduzione per le società di persone. Contrazione in agricoltura e commercio, riduzione nella manifattura, ma la tendenza è positiva in quasi tutti gli altri settori.

In ascesa la componente imprenditoriale femminile in Emilia-Romagna. Al 30 giugno scorso le imprese attive femminili erano 84.908, pari al 20,6 per cento del totale delle imprese regionali, con un leggero incremento rispetto alla stessa data del 2014 (+299 unità, pari allo 0,4 per cento). In Italia le imprese femminili (1.149.780) sono aumentate in misura leggermente più ampia (+0,4 per cento). È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese in rosa sono aumentate in una stretta maggioranza delle regioni italiane. L'incremento è stato più rapido in Lombardia (+1,3 per cento), in Trentino-Alto Adige (+1,2 per cento), quindi in Veneto e in Calabria (+1,1 per cento per entrambe). L'Emilia-Romagna è risultata undicesima per crescita.

La forma giuridica L'incremento delle imprese femminili è da attribuire alle società di capitale, che sono aumentate notevolmente (+792 unità, pari a un +6,4 per cento) e sono il 15,9 per cento del totale, grazie anche all'attrattiva normativa delle società a responsabilità limitata. Fanno da contraltare la forte discesa delle società di persone (-325 unità, -2,3 per cento) e la lieve flessione delle ditte individuali (-0,3 per cento, -161 unità). Anche le cooperative e i consorzi fanno registrare una lieve contrazione (-0,5 per cento).

Settori di attività economica Le tendenze non sono omogenee. Prosegue la storica contrazione nell'agricoltura (-191 imprese, -1,4 per cento) e la crisi incide ancora sull'insieme del commercio (-161 unità, -0,7 per cento) e sulla manifattura (-109 unità, -1,4 per cento). Ma la tendenza è positiva in quasi tutti gli altri settori. Si segnalano i servizi di ristorazione (+216 imprese, +2,8 per cento), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+111 unità, +3,9 per cento) e, a sorpresa, le costruzioni (+73 unità, 2,4 per cento). Questo dato va letto assieme a quello della forte contrazione delle imprese non femminili delle costruzioni: si può supporre che imprese a titolarità maschile travolte dalla crisi siano state sostituite da imprese femminili.

Imprese femminili attive

 

(Fonte Unioncamere emlia romagna)

 

Mercoledì, 26 Agosto 2015 09:15

Ancora discredito sulla pasta Barilla

Bufale trite e ritrite e già sbufalate dal 2012 che, come il singhiozzo, tornano ciclicamente alla ribalta per gettare nubi oscure sulla Barilla. Questa volta il lancio parte dal profilo facebook Azione di Popolo del 18 agosto scorso e sta diffondendosi in questi giorni.

di Lamberto Colla Parma 26 agosto 2015 -
A chi giova? E' la domanda che occorre porsi quando l'accanimento mediatico, convenzionale o social, contro quella o quell'altra azienda si scatena senza alcuna apparente motivazione. Certamente non al buon nome conquistato da Barilla sin dal 1910 quando divenne una vera a propria industria (anno di fondazione 1877), non ai lavoratori fieri di servire un marchio forte e nostrano, tantomeno ai consumatori che sulla qualità e sicurezza alimentare fondano buona parte della decisione d'acquisto.

Abbiamo levato gli scudi in difesa della Ferrero quando, nel giugno scorso, venne tirata in ballo addirittura dalla Ministra per l'Ecologia Francese, ex moglie dell'attuale Presidente, Ségolène Royal, che invitava a non mangiare la "Nutella" perché a suo dire «Contiene l'olio di palma che è corresponsabile della deforestazione». In quell'occasione persino l'insospettabile Greenpeace intervenne a difesa della multinazionale italiana dichiarando che "Ferrero, il produttore della Nutella, è uno dei gruppi più all'avanguardia in termini di sostenibilità per quanto riguarda l'approvvigionamento di olio di palma". Scuse presentate dalla Ministra Francese e nell'arco di 5 giorni l'incidente si chiuse e il consumatore si poté tranquillizzare.

Diverso invece il caso di Barilla che, ormai da diversi anni entra nel tritacarne delle bufale via social in grado di diffondersi pericolosamente come un virus andando a infettare le convinzioni dei consumatori.

Il contenuto, con qualche variante, è sempre lo stesso e fa leva su due elementi emozionalmente coinvolgenti: la proprietà non più italiana e, quel che è peggio, la pericolosità dei prodotti per inquinamento da micotessine e OGM. Elementi questi ben conditi da incomplete e fuorvianti informazioni di natura tecnica e falsamente firmate da una ipotetica docente universitaria piemontese, la quale poi ha smentito e controfirmato un comunicato congiunto con Barilla.

Post viralizzato2

Il piatto è pronto per i boccaloni del web pronti a bersi ogni cosa, ancor più se ben romanzata, impazienti di viralizzarla fieri di avere fatto una "scoperta omessa" dai grandi media convenzionali (quotidiani e TV).

La questione era già stata "sbufalata" nel 2012 e poi ancora una volta nel 2014 ma ora torna a galla nella medesima forma e con analoghi contenuti.

Comunicato-congiunto-barilla-icardi 20121116

Non mi dilungherò a illustrare la sequenza di errori e di falsità contenuti nel post che potrete invece, e lo consiglio vivamente, apprendere collegandovi al sito di "Bufale un tanto al chilo" ma portando la mia diretta testimonianza sulla serietà e attenzione alla sicurezza alimentare di "Barilla".

Premetto che non ho interessi personali seppure, come è ovvio essendo parmigiano, abbia diversi amici che lavorano per l'azienda ma, avendo lavorato ai vertici di una grande impresa che cedeva il grano duro dei propri associati alla Barilla, ho potuto verificare di persona la struttura e l'impostazione tecnica atta a garantire la qualità e la sicurezza delle materie prime in entrata e dei prodotti finiti in uscita.
Sistemi tecnici all'avanguardia, procedure rigorose e alto tasso di professionalità degli operatori addetti al complesso processo di lavorazione rappresentano la vera garanzia per i consumatori.

Credo che la sua leadership Barilla l'abbia conquistata non solo per le sue memorabili campagne pubblicitarie ma soprattutto per la qualità dei prodotti.

La pasta può piacere o non piacere, ma questo non è un buon motivo per infangare un'impresa e mettere a rischio migliaia di lavoratrici e lavoratori fieri e fedeli di appartenere a un Gruppo importante, guidato da una famiglia che, a partire dal compianto Pietro, ha sempre tenuto al centro delle proprie attenzioni i propri dipendenti, ovvero il capitale umano indispensabile per ottenere il successo.

Ragioni queste che valgono per Barilla e per tutte le altre imprese e che dovrebbero essere prese in considerazione da tutti gli internauti prima di schiacciare il tasto "condividi" diventando, di fatto, complici di una campagna denigratoria.

Non tutto quello che è presente su WEB è vero. Basterebbe spendere qualche minuto in più, proseguire nella navigazione, acquisire altre informazioni e forse ci si potrà avvicinare alla verità spesso frantumata in tanti e celati anfratti dell'immenso e democratico mondo del web.

 

Alla riapertura delle borse dopo la pausa ferragostana si è assistito a un nuova rovinosa caduta del burro fatto salvo per la crema di latte alimentare che ha guadagnato il 5,97%. Latte spot e i duri mantengono le quotazioni.

di Virgilio, Parma 26 agosto 2015

LATTE SPOT Nessuna variazione ai listini del latte spot sia nazionale sia estero. Nello specifico il latte crudo spot nazionale è quotato tra 37,12 e 38,15€/100 litri di latte alla borsa di Verona. Il latte intero pastorizzato estero invece conferma la quotazione compresa tra 35,05 e 35,57€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA 5 centesimi lasciati sul campo da tutte le referenze prese in esame. Unica eccezione la crema a uso alimentare che a Milano registra un incremento di 5,97% portando i listino a 1,42/kg.
Borsa di Milano 24 agosto:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,42€/Kg.

Borsa Verona 24 agosto:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,35-1,40 €/Kg.

Borsa di Parma 21 agosto:
BURRO ZANGOLATO: 1,20€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 25 agosto
BURRO ZANGOLATO: 1,15 1,15€/kg.

Burro 26ago15

GRANA PADANO La perdita registrata nella settimana precedente la chiusura della borsa in virtù della festività dell'assunzione, non ha avuto seguito lo scorso lunedì. Confermate quindi le quotazioni sia per il 9 mesi sia per il 15 mesi di stagionatura. Tra 6,30 e 6,40 €/kg la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 il 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Come per il Grana Padano anche il Parmigiano Reggiano non ha avuto variazioni di listino alla riapertura della borsa parmense. In particolare i listini sono confermati tra 7,40 e 7,75 €/kg. relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi.

(In allegato i grafici CLAL)

Stuzzicare la creatività con Pasta & Pomodoro LAB. Domenica 30 agosto il laboratorio didattico-degustativo alla Corte di Giarola (PR). I carboidrati della pasta e le vitamine del pomodoro. Dietro al binomio principe della dieta mediterranea c'è una lunga storia che vede Parma protagonista.

Per scoprirla, si potrà partecipare domenica 30 agosto alle ore 16,00 a Pasta & Pomodoro LAB, un evento proposto al Museo della Pasta di Giarola (Parma) dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" con il patrocinio del Master COMET - Cultura, Organizzazione e Marketing dell'Enogastronomia Territoriale dell'Università di Parma.

I partecipanti – dopo la visita al Museo della Pasta e al Museo del Pomodoro, guidata da Alice Rossi, Guida turistica di Explora Emilia Travel and Taste e Docente del Master COMET dell'Università degli Studi di Parma – prenderanno parte al laboratorio polisensoriale che stimola la creatività in cucina attraverso la degustazione dei prodotti ai quali la Corte di Giarola ha dedicato due dei Musei del Cibo della provincia di Parma. Il percorso esperienziale, condotto da Marco Furmenti, gastronomo professionista, toccherà i principi della corretta alimentazione tra storia, coltivazione e trasformazione dei due frutti della terra che si sposano perfettamente nel piatto così come nella location espositiva. Dulcis in fundo si avranno la Degustazione e l'Aperitivo creativo, per un'esperienza stuzzicante che coinvolge i sensi.

Pasta & Pomodoro LAB è inserito del ciclo di laboratori Food LAB Valley, un progetto incluso nelle proposte culturali del Club di Prodotto Parma nel Cuore del Gusto e ogni laboratorio propone un'esperienza didattico-degustativa che permette di entrare in contatto direttamente e conoscere a tutto tondo i prodotti tipici della Food Valley.

La prenotazione è obbligatoria entro il 27 agosto presso il Parma Point (Tel. 0521/931800).

L'appuntamento con Pasta & Pomodoro LAB prevede la visita guidata all'interno dei Musei della Pasta e del Pomodoro (40 minuti circa), uno speciale laboratorio polisensoriale con Degustazione finale e Aperitivo creativo. La durata prevista è di circa due ore, dalle 16,00 alle 18,00 e il costo a persona, comprensivo di tutto, è di 15,00 euro.

Pasta e PomodoroLAB

(fonte Associazione "I Musei del Cibo della provincia di Parma")

Scoppia la bolla finanziaria in Cina trascinando con sé tute le borse asiatiche e coinvolgendo poi anche quelle occidentali. Il crollo di Shanghai (-8,5%) scatena la valanga delle vendite sulle Borse europee. Colpiti soprattutto minerari, energia e utility - Il crollo del Greggio che tocca anche i 38 $.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 25 agosto 2015 -

Le tre svalutazioni consecutive dello yen di metà agosto avevano fatto temere l'inizio di una fase critica per i mercati finanziari che, in effetti, si è pienamente manifestata lunedi 24 agosto. Shanghai ha perso  l'8,5% e le borse europee hanno ceduto dal 5 al 6%. Maglia nera la borsa milanese con un -5,96% ma Londra e Francoforte non sono poi molto distanti con perdite del 4,6 e 4,7% rispettivamente.
Solo Wall Street riesce a contenere le perdite al 1,6%.

Nel vortice di questa tempesta perfetta a farne le spese sono state soprattutto le commodities e i settori dell'energia, minerari e il petrolio che arriva a toccare anche i 38 dollari al barile.

I fondi, in questo frangente, hanno alleggerito le loro posizioni con cospicue perdite.

In questa situazione a preoccupare di meno, il che è tutto dire, sono le condizioni meteo nonostante il NOOA (National Oceanic and Atlantic Atmospheric Administration) nei giorni scorsi avesse evidenziato una situazione di stress largamente diffusa in tutto il continente confermata dall'estate più calda degli ultimi 135 anni.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è intanto sceso ulteriormente a 994 punti, il petrolio quota crolla a 39,5 dollari al barile, il cambio risale sensibilmente sino a toccare 1,1486

Sul mercato interno gli operatori stanno vivendo una situazione di difficile interpretazione e alla psicosi del danno che investe il mais e i semi oleaginosi, girasole e soia, si aggiunge la questione finanziaria legata alla volatilità del cambio €/$.

Da non sottovalutare il problema della contaminazione del mais da Aflatossina b1, ragione per la quale già si sono manifestati spostamenti di consumi dal mais verso il grano e il sorgo.

Il mercato delle Bionergie sta facendo il pieno di Trinciati (spesso magri di granella) e di granella da pastone ormai al limite della umidità necessaria, in quando sta passando a stato di granella semi vitrea.

MP 24ago15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Obbligo di registrazione delle sostanze chimiche per le PMI. Iniziativa gratuita per informare le imprese su come utilizzarle. Unioncamere Emilia-Romagna gestisce l'unico sportello informativo territoriale. Risposte e soluzioni per raggiungere l'obiettivo REACH

Tutte le sostanze chimiche prodotte o importate nello Spazio economico europeo (SEE), in una fascia compresa tra 1 e 100 tonnellate l'anno, dovranno essere registrate presso l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) entro il 31 maggio 2018. E' questo il termine ultimo di registrazione ai sensi del regolamento REACH (acronimo che significa registrazione, valutazione, autorizzazione dei prodotti chimici), grazie al quale saranno raccolti tutti i dati su sostanze prodotte o utilizzate in Europa, al fine di migliorare la salute dell'uomo e lo stato dell'ambiente.

Ai sensi del REACH, occorre avere una conoscenza approfondita del portafoglio prodotti della propria azienda. Le imprese dovranno analizzare i volumi di vendita e produzione delle sostanze, verificare gli obblighi previsti e pianificare le registrazioni.

Già da oggi è essenziale una identificazione corretta delle sostanze. Unioncamere Emilia-Romagna, nell'ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, e d'intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), coordina lo Sportello Informativo Territoriale per le imprese (SIT REACH) per l'intera regione.

Per aiutare le imprese a orientarsi nella complessa fase di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, il sistema camerale emiliano-romagnolo, in collaborazione con il Coordinamento REACH-CLP della Regione Emilia-Romagna, a cui partecipano i Dipartimenti di Sanità Pubblica delle 11 Aziende USL, ha attivato anche il portale www.reach-er.it mettendo a disposizione un servizio informativo telematico gratuito per la risoluzione dei quesiti (in forma anonima) delle imprese.

Il Regolamento REACH impone a produttori e importatori di sostanze chimiche di gestire in modo sistematico i rischi che questi materiali possono comportare per la salute: una vera "schedatura" che impatta in modo significativo su un numero sempre crescente di imprese, non solo per l'industria chimica, ma per tutti i comparti in cui si utilizzano sostanze chimiche (tessile, legno e mobili, produzione carta e stampa, gomma e plastica, meccanica, elettronica, petrolifero, automotive).

La finalità del servizio dello Sportello informativo telematico è quindi di aiutare le aziende della regione a orientarsi nella complessa fase di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche.

(Fonte Unioncamere Emilia Romagna)

Il contatore della pagina web "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!" si incrementa di ora in ora. La petizione web lanciata da Pino Agnetti ha già raccolto oltre 1.200 adesioni in soli 4 giorni, numeri che l'amministrazione comunale dovrà, in qualche modo, tenere in considerazione. La polemica continua nel silenzio del Sindaco.

A seguire la dichiarazione di Pino Agnetti sui primi risultati dell'iniziativa.

"Nessun trionfalismo. - dichiara Pino Agnetti - Ma avere raggiunto e superato in appena tre giorni le mille firme al mio appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!" è un risultato che si commenta da sé. Tenuto anche conto che, "dietro", non ci sono né partiti, né lobbies e interessi d'alcun genere. Ma solo quella Parma che da troppo tempo nessuno ascolta più e alla quale, come già per piazza Duomo, mi sono impegnato a dare voce. Torno a ripetere ancora una volta che noi non siamo "contro" la raccolta differenziata. Anzi! Ma contro un "sistema" che ha chiaramente fallito e che a questo punto rischia di provocare danni irreversibili. Oggi Parma - lo dicono e lo vedono tutti! - è un immondezzaio a cielo aperto, con i crescenti problemi di igiene pubblica e di più generale degrado ambientale che ciò comporta (penso anche ai mezzi per la raccolta antiquati e altamente inquinanti nonché fonte per tutto il giorno di grave disturbo alla quiete pubblica!). Se a questo si aggiungono le bollette alle stelle, il quadro è completo. Sarebbe dunque questo il "modello" da proporre e allargare al resto del Paese? Assurdo solo pensarlo! Ancor di più, averlo scritto in una lettera ufficiale al capo del governo! Una offesa bella e buona per una città già esasperata e che, giustamente, si è sentita presa in giro. L'inciviltà (sempre da condannare e nel caso sanzionare) nasce anche da qui. Dal sentirsi completamente abbandonati come cittadini. E dal rifiuto ostinato di chi li amministra di dare loro ascolto. Né le cose potranno certo migliorare ricorrendo a dei "correttivi" - tipo le "isole ecologiche" - destinati solo ad aumentare costi e disagi per i cittadini stessi. No, ciò che serve è un cambiamento radicale. Sapendo che un degrado così, di cui i rifiuti sono solo l'aspetto più evidente, a Parma non si era mai visto. Dall'America dove si trova il sindaco Pizzarotti tace. Noi però non ci rassegniamo. E finché qualcuno non deciderà di ascoltarci, andremo avanti!".

Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"

Numero dei firmatari dell'appello: 1.200

https://www.facebook.com/pino.agnetti

https://www.facebook.com/pages/Parma-non-%C3%A8-un-discarica/1615595672035841?ref=hl

Rifiutiamoci immagine sito

 

Domenica, 23 Agosto 2015 11:20

Agriturismo: presenze +5%

Vacanze: agriturismi premiati nella prima estate col segno più, presenze in aumento del 5%. Secondo Turismo Verde della Cia una tendenza nazionale che trova conferme anche nel reggiano.

Reggio Emilia, 23 agosto 2015 -

Nell'estate della prima inversione di tendenza, con un aumento dell'8% degli italiani che vanno in vacanza rispetto al 2014, l'agriturismo si conferma una meta ambita per i turisti, con oltre 1,4 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto, soprattutto stranieri (+3%), e una stima di crescita del 5% delle presenze a circa 6 milioni di visitatori per tutta la stagione estiva. E' quanto segnala Turismo Verde, l'associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Una tendenza che trova conferma anche in base ad un sondaggio nei 16 agriturismi della provincia di Reggio Emilia aderenti all'Associazione: sembra essere particolarmente significativo l'incremento di presenze presso le strutture collocate nell'area montana.

Infatti, se è vero che torna a salire il numero di italiani che parte, è altrettanto vero che la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di non spostarsi troppo, perché la crisi morde ancora e i salari restano fermi. Quindi si scelgono località vicine, soggiorni brevi e soluzioni "low-cost" -spiega Turismo Verde Cia-. Tutti elementi che premiano le strutture agrituristiche, che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, grazie anche ai listini sostanzialmente invariati sull'anno scorso e l'aumento di "pacchetti" personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere).

Negli agriturismi -sottolinea Turismo Verde Cia- c'è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano; l'opportunità di soggiornare, risparmiando, vicino al mare o alle città d'arte; e soprattutto c'è l'aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D'altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25 per cento), buona tavola (19 per cento) e attività ricreative e culturali (13 per cento).

In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 20.897, con una crescita del 2,1 per cento nell'ultimo anno, per un totale di 224.933 posti letto, 406.957 coperti a tavola e 8.180 piazzole di sosta per l'agri-campeggio. In più, oltre la metà delle strutture (12.096) permettono di praticare equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, Spa e piscina, corsi vari, soprattutto di cucina.

(Fonte Cia Reggio Emilia)

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