Venerdì, 07 Agosto 2020 06:00

Le questioni fiscali relative alle monete digitali In evidenza

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Le criptovalute sono note anche come valute virtuali: la definizione corretta dal punto di vista tecnico,

però, sarebbe quella di rappresentazioni virtuali di valore. Queste monete possono essere create in linea teorica da chiunque, a condizione che si sia in possesso delle competenze informatiche che sono indispensabili per la costituzione della tecnologia e per lo sviluppo del software. Dopo che la tecnologia è stata realizzata, attraverso calcoli matematici molto complessi è possibile generare la valuta virtuale: a occuparsene è un miner che gestisce una blockchain. Per comprare una valuta virtuale un user deve fare riferimento a un exchanger oppure trovare un soggetto, anche privato, che sia disposto a cederla.

Che cosa si può fare con le valute digitali

A questo punto, dopo che la criptovaluta è stata comprata, si può scegliere se usarla, e quindi spenderla per pagare un determinato acquisto online, o conservarla all’interno di un portafoglio, cioè un digital wallet. È chiaro che in questo secondo caso si è in presenza di un investimento che darà risultati sul medio o sul lungo termine. Viceversa, nel caso in cui si abbia un intento speculativo sul breve periodo, si può pensare di cedere la moneta su una piattaforma di scambio.

La natura mista delle valute virtuali

La natura delle valute virtuali non è univoca ma mista, nel senso che le loro caratteristiche variano in base al contesto nel quale vengono impiegate. A seconda dei casi esse possono presentare le peculiarità tipiche delle valute estere, dei beni immateriali, dei sistemi di pagamento, dei diritti di baratto, dei titoli, delle commodities o delle monete. Le valute digitali sono non tradizionali, nel senso che sono differenti rispetto a quelle che hanno valore liberatorio. Si distinguono, pertanto, dalle monete fiduciarie che vengono emesse da una banca centrale. L’accettazione volontaria della moneta digitale è il presupposto della sua esistenza: ecco perché si ha a che fare con un sistema di valuta decentralizzato e alternativo.

Come si comprano le monete digitali

Nella maggior parte dei casi si può procedere all’acquisto di valute virtuali attraverso le piattaforme exchange, a cui è necessario iscriversi. Binance, che è cinese, e Upbit, che è della Corea del Sud, sono due delle piattaforme che vengono usate più di frequente; Conio, invece, è stata la prima piattaforma in questo settore del nostro Paese. Ma che cosa fanno in pratica queste realtà? In sostanza forniscono agli utenti il wallet che poi dovrà essere connesso con una carta di credito o con un conto corrente in banca, in modo da rendere possibile lo scambio di monete virtuali: tale transazione si svolge in funzione di uno specifico tasso di cambio.

Investire sui bitcoin con il trading automatico

Il trading automatico è un’altra delle opzioni che possono essere prese in considerazione se si ha in mente di investire sui bitcoin, ma il consiglio è quello di procedere con la massima cautela e soprattutto di informarsi nel modo più accurato e meticoloso possibile. Un software conosciuto per il trading automatico è Bitcoin Freedom, che può essere scoperto attraverso il sito https://it.the-italian-formula.com/ . Questo programma viene promosso dai suoi ideatori come vincitore di vari riconoscimenti, tra cui il premio che viene assegnato dalla US Trading Association per la categoria del miglior software di trading. La libertà finanziaria è un obiettivo auspicato e desiderato da molti, e Bitcoin Freedom viene presentato come uno strumento che consente di raggiungerla: esso, infatti, sarebbe in grado di far diventare ricche le persone grazie al suo tasso di precisione molto elevato. Le strategie di trading, in particolare, avrebbero esito positivo, e quindi vincente e redditizio, in quasi il 100% dei casi.

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