"Big Snow". L'associazione agricola reggiana: danni enormi agli agricoltori per la mancanza di energia e tempi di ripristino sconosciuti; semplicemente inaccettabile – Protezione Civile mette a disposizione gruppi elettrogeni – La Regione chieda lo stato di calamità naturale. 

Reggio Emilia, 9 febbraio 2015
#emergenzablackout - "Intendiamo aderire alla class action contro il gestore degli impianti per l'energia elettrica, annunciata dai Sindaci e dalla Provincia di Reggio, per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori tutti, pesantemente danneggiati dalle interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica a seguito della nevicata verificatasi nelle prime ore di venerd́ 6 febbraio scorso". L'annuncio viene dal presidente della CIA di Reggio Emilia Antenore Cervi, che circostanzia coś i motivi della decisione presa dall'associazione agricola: "Anche se l'entità della nevicata è stata superiore alle aspettative, stiamo registrando una situazione semplicemente inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole nel nostro territorio, dobbiamo mettere nel conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell'erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti, particolarmente negli allevamenti".

"A questo aggiungiamo – afferma Cervi - che i tempi di ripristino della normale erogazione restano sconosciuti, ma probabilmente lunghissimi. Infatti la priorità del gestore degli impianti è rivolta in primo luogo alle abitazioni civili, quindi il ripristino riguarderà le industrie, ultimi in ordine di priorità vengono gli agricoltori, che certamente nella maggior parte dei casi vivono e lavorano in strutture isolate, ma non per questo possono attendere settimane intere prima di riavere una situazione di normalità".
"Il monitoraggio dei danni che i nostri uffici stanno effettuando – aggiunge Cervi – segnalano numerosi casi di crolli o comunque di danni a serre, capannoni di allevamenti o di fienili e ricoveri attrezzi, ed ad hangar, strutture che da qualche anno si vedono anche nelle nostre aree agricole, oltre ad impianti di biogas".

"A cịò – afferma Cervi – dovremo aggiungere i danni che l'interruzione dell'energia pụ aver causato agli impianti informatizzati, che risultino da resettare, ma in particolare saranno da rilevare i costi per le aziende, come gli allevamenti da latte, che devono far ricorso a gruppi elettrogeni, che sono molto costosi per il carburante da impiegare: a tale proposito va registrato positivamente che la Protezione Civile mette a disposizione questi gruppi a chi ne abbia bisogno. In ogni caso avremo per un tempo indefinito un aumento esponenziale di costi a carico degli agricoltori, che non riteniamo giusto debbano sostenere in prima persona".
"A risponderne – conclude il presidente CIA – intendiamo chiamare chi si fa pagare una fornitura di elettricità che non è in grado di garantire. Infine, considerato che l'entità dei danni potrà risultare molto rilevante, chiediamo alla Regione Emilia Romagna di avanzare la richiesta per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, Regione alla quale chiediamo di prevedere l'erogazione di carburante agevolato supplementare per chi deve utilizzare i gruppo elettrogeni".
(Cia Reggio Emilia 9 febbraio 2015)

L'EFSA ha dato avvio al proprio esteso programma di attività di natura scientifica, comunicativa e istituzionale per il 2015.

Pietre miliari di quest'anno saranno l'adozione di circa 400 atti scientifici, il rinnovo della composizione di otto dei gruppi di esperti scientifici dell'Autorità e del comitato scientifico, nonché l'organizzazione della seconda conferenza scientifica dell'EFSA a Milano (che rientra tra i contributi dell'UE a EXPO 2015).

Parma - L'EFSA perseguirà poi una serie di ambiziosi progetti di trasformazione riguardanti la gestione delle competenze professionali, il trattamento di dati e informazioni, lo sviluppo di nuovi approcci metodologici e l'iniziativa di valutazione aperta del rischio. La continua cooperazione con i propri partner e le parti interessate sarà essenziale per il successo di questi e di altri progetti che sono sull'agenda dell'EFSA per i mesi a venire.

I lavori scientifici più importanti includeranno l'elaborazione di pareri su acrilammide e caffeina; la revisione degli allegati sugli organismi nocivi alle piante nell'UE; e l'avvio di un progetto multidisciplinare sulla valutazione del rischio connesso ai fattori di stress per le api. Oltre alle annuali relazioni di monitoraggio dei dati - su zoonosi, focolai infettivi di origine alimentare, resistenza agli antimicrobici e residui di pesticidi - verrà pubblicata una nuova relazione sulle sostanze chimiche negli alimenti.

Il programma di lavoro annuale è parte del documento unico di programmazione dell'EFSA per il periodo 2015-2017, che illustra le priorità dell'Autorità per i prossimi anni.
Bernhard Url, direttore esecutivo dell'EFSA, ha dichiarato: "Anche questo sarà un anno fitto d'impegni per l'EFSA. Il documento spiega in che modo intendiamo garantire che i nostri metodi, dati e competenze continuino a soddisfare le esigenze dell'Unione europea e dei suoi 500 milioni di cittadini, e che l'EFSA resti all'avanguardia nella valutazione scientifica dei rischi collegati agli alimenti.

"Oltre a garantire sempre l'eccellenza nelle nostre attività scientifiche di base, vogliamo esporre ancora di più il nostro lavoro a un più ampio controllo e coinvolgimento dei nostri utenti. Vogliamo costruire sinergie durature nel sistema europeo di sicurezza alimentare, che usino le limitate risorse a disposizione nel modo più efficiente possibile e consentano a tutti i membri della comunità europea dei valutatori del rischio di condividere competenze e conoscenze. Tutto ciò sarebbe vano se l'operato dell'EFSA non godesse di credito, e ciò si verificherà solo se saranno in piedi tutti gli elementi della nostra strategia pluriennale: una scienza obiettiva e di alta qualità, una cooperazione proficua, una valutazione trasparente del rischio e una comunicazione chiara".

(EFSA 4 febbraio 2015)

In Spagna e in Italia, il prezzo dell'olio extra vergine di oliva è raddoppiato nel giro di solo un anno.

Verona - La quotazione al mercato di Jaen in Spagna ha raggiunto i 3,40 euro/kg, contro 1,80 euro/kg di un anno fa. In Italia, sulla piazza di Bari, invece, il prezzo all'ingrosso è costantemente sopra i 6 euro/kg, contro i 3 euro/kg del 2014.

I nuovi contratti per le forniture di questa nuova campagna olearia nei mercati internazionali stanno dunque risentendo di questo improvviso innalzamento delle quotazioni e i buyer sono in apprensione, non sapendo come giustificare l'aumento dei prezzi al dettaglio alla propria clientela.

A essere maggiormente sensibili sarebbero i mercati nei Paesi non produttori, come il Giappone, dove sono giunti con minore intensità gli eco della pessima campagna olearia. Una condizione che sta rallentando gli scambi e favorendo una stabilizzazione dei prezzi, in attesa di una potenziale discesa già dalle prossime settimane.

L'Unione Europea ha infatti deciso di aumentare la flessibilità delle importazioni agevolate, cioè senza dazi, di olio d'oliva dalla Tunisia. Il contingente massimo di 56.700 tonnellate rimarrà immutato, ma verranno raddoppiate le soglie massime mensili, che passano da 5.000 a 9.000 tonnellate/mese in febbraio e marzo e a 8.000 tonnellate da aprile a ottobre.

Le quotazioni dell'olio di oliva tunisini oggi sono inferiori ai 3 euro/kg e potrebbero portare a una modesta riduzione delle quotazioni, specie in Spagna.

Verona, 09/02/2015 SOL&AGRIFOOD

Domenica, 15 Febbraio 2015 09:16

Salumi, il Canada apre a tutti i salumi

Export Canada: apertura alla carne suina e a tutti i salumi senza limite di stagionatura

Milanofiori 11 febbraio 2015 – Buone notizie dal Canada per il mondo dei salumi. La Canadian Food Inspection Agency (CFIA) ha eliminato il limite minimo di stagionatura dei prodotti di salumeria esportabili nel Paese.

L'iter, iniziato nell'autunno 2014, su richiesta di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), dal Ministero della Salute italiano con il supporto della Commissione europea, era finalizzato ad ottenere l'eliminazione del periodo minimo di stagionatura di 30 giorni previsto per i salumi esportati dall'Italia e la conseguente apertura del mercato canadese alle carni suine fresche.

Le Autorità canadesi avevano sempre ritenuto necessario applicare finora nei confronti delle produzioni salumiere le cosiddette "extra measures" previste dall'Accordo UE‐Canada e di introdurre ulteriori garanzie relative alla materia prima.

Le nuove condizioni per l'esportazione di carni suine e di prodotti a base di carne suina proposte da parte della Canadian Food Inspection Agency non prevedono requisiti minimi di stagionatura dalle Regioni italiane indenni dalla malattia vescicolare del suino (MUS) ai sensi della Decisione della Commissione Europea 2005/779.

Questo importantissimo risultato, perseguito con tenacia da ASSICA, è stato reso possibile dall'impegno profuso in questi mesi dal Ministero della Salute e dalla Commissione europea nel richiedere con forza alla CFIA il pieno riconoscimento dell'equivalenza tra le normative applicabili alle carni e l'abrogazione di ogni ulteriore "extra measure". In questo contesto, l'Italia ha raggiunto l'obiettivo di liberalizzare le spedizioni dei nostri prodotti di salumeria, superando gli ostacoli discendenti dalla permanenza della malattia vescicolare in alcune parti del nostro territorio.

Si completa così l'offerta dei prodotti esportabili nel continente Nord americano e in particolare in un mercato strategico quale quello canadese dove i salumi italiani sono già conosciuti ed apprezzati. Mercato che negli ultimi cinque anni (2008-2013), grazie all'apertura prima ai prodotti stagionati per più di 90 giorni e poi a quelli stagionati almeno 30 giorni, ha registrato un +60,8% in quantità per 791 tonnellate e un +63,6% in valore per 8,4 milioni di euro. Un dato, questo, che si è ulteriormente rafforzato nel 2014. I primi 10 mesi del 2014 registrano, infatti, rispetto allo stesso periodo 2013 un ulteriore +17,2 in quantità e un +16,1% in valore.
(Assica 11 febbraio 2015)


I flussi produttivi di gennaio (dopo il -1,1% di dicembre) scendono ancora, spinti dalle basse quotazioni. Alai: "a maggior ragione serve il razionale governo della produzione"

Reggio Emilia, 11 febbraio.2015 - In un anno segnato da forti insoddisfazioni per le quotazioni, sono cresciuti dell'1,7% i consumi di Parmigiano Reggiano. Dopo due anni di sostanziale stabilità, con una lieve tendenza alla flessione, nel 2014 il mercato interno ha dunque registrato una domanda in rialzo, con un picco particolarmente rilevante degli acquisti familiari nelle settimane a ridosso delle festività (+7%).
"Contrariamente a quanto da alcune parti è stato rilevato e in controtendenza rispetto ad altri formaggi duri, a partire dai similgrana che hanno registrato un calo delle importazioni del 2,7% nel 2013 e dello 0,8% nel 2014 – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai – le rilevazioni sulle famiglie e i dati relativi a tutti i canali di vendita (incluso l'Horeca) indicano un buon andamento dei consumi interni per il Parmigiano Reggiano, che si associa ad una dinamica ancor più soddisfacente dell'export (+ 3,6%)".

"Il dato del tutto insoddisfacente – prosegue Alai – è invece quello riguardante le quotazioni all'origine, il cui calo è associato anche ad una flessione dei prezzi al consumo".
"Nel 2014 – spiega il presidente del Consorzio – i prezzi medi al consumo sono scesi di oltre il 4%, con punte assai più rilevanti in vaste aree del Paese, incluse le zone di produzione e quelle che presentano i consumi tradizionalmente più elevati". "Offerte e promozioni particolarmente intense nella seconda metà dell'anno – prosegue Alai – hanno dunque spinto gli acquisti, ma le quotazioni per i produttori – mediamente pari a 8,06 euro/kg nel 2014 rispetto agli 8,74 euro/kg del 2013 e ai 9,12 euro/kg del 2012 – sono risultate fortemente penalizzanti per i redditi".

"Questo andamento – sottolinea Alai – è strettamente legato ad un aumento di offerta che, in quattro anni, si è concretizzata in crescita produttiva superiore al 10%". "Ora – prosegue il presidente del Consorzio – la tendenza sembra essersi invertita, con un calo della produzione che a dicembre si è attestato all'1,1% ed divenuto ancora più marcato a gennaio 2015 con un -2,5% allo stesso mese del 2014, dato che evidenzia i primi effetti delle difficoltà del comparto ".

"Per superarle stabilmente – afferma Alai - è allora a maggior ragione urgente un cambio di passo per una ordinata logica di governo della produzione, nel solco tracciato dal piano di regolazione dell'offerta in vigore dal 1° gennaio 2014 con l'assegnazione ai produttori di quote latte per la trasformazione proprio in una logica di autoregolamentazione che assicura stabilità ai redditi e non espone il comparto a espansioni indiscriminate o a cali indotti da situazioni di crisi".

"A fronte della crisi in atto – conclude Alai - stiamo intanto intervenendo sul mercato interno con nuovi accordi con la GDO e stiamo rafforzando ulteriormente le azioni sull'export; in tal senso contiamo anche sull'impegno che abbiamo chiesto al Governo per abbattere le barriere che ostacolano la nostra penetrazione in diversi mercati e dipendono esclusivamente da legislazioni locali che consentono anche le imitazioni e possono essere modificate solo con accordi che chiamano in causa Governi nazionali e Unione Europea a sostegno delle nostre Dop".
(Ufficio Stampa CFPR 11 febbraio 2015)

Domenica, 15 Febbraio 2015 08:43

Vinitaly sempre più mirato.


La prossima edizione di Vinitaly (22-25 marzo 2015) darà indicazioni sulle tendenze dell'export alla luce della svalutazione dell'euro. Potenziato l'incoming di Veronafiere da tutto il mondo, anche dai Paesi europei.

Verona – Attività di incoming mirato in tutto il mondo e promozione di Vinitaly door to door in alcuni dei mercati di consumo più interessanti, così Vinitaly prepara il terreno per il business dei suoi espositori. Giunto alla 49ª edizione, il più grande salone internazionale dedicato al vino, in programma dal 22 al 25 marzo 2015 a Verona (www.vinitaly.com), è molto atteso dagli operatori per capire come evolveranno gli scambi internazionali alla luce della svalutazione dell'euro, che potrebbe dare una spinta all'export dei vini italiani ed europei.
Buyer invitati direttamente da Veronafiere arriveranno da Germania, Svizzera e Austria, Paesi dove Vinitaly International ha realizzato specifiche iniziative di promozione; delegazioni arriveranno dagli Usa, una delle quali con importatori solo dal Texas, e dal Canada, di cui una dall'Ontario, e poi da Russia, Alpe Adria (Slovenia, Croazia e alcune regioni di Austria, Germania, Ungheria), Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Repubblica Ceca, Hong Kong, Paesi Asean (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia), Corea del Sud, Cina, Sud Africa, Camerun, America Latina, Regno Unito, Mozambico, Uzbekistan, Colombia, Argentina, Paesi Scandinavi e Baltici, Francia, Spagna, Romania, Bulgaria, India, Egitto, Serbia, Polonia, Australia e Giappone. Australia e Giappone saranno protagonisti di focus specifici dedicati alle imprese interessate ad esportare su quei mercati.
«Si tratta di operatori selezionati tra i più importanti anche in collaborazione con Ice – spiega Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere –, nell'ottica di sviluppare sempre di più il business delle aziende». Nel 2014 i visitatori esteri sono stati 54.670 da 119 Paesi su un totale di 155.109, con un'incidenza del 36,41%. Questi numeri hanno permesso di raggiungere una customer satisfaction sulla capacità di Vinitaly di supportare efficacemente lo sviluppo di nuovi contatti internazionali del 54%, che sale al 70% per i grandi espositori.
Tutti gli espositori partecipano a Vinitaly per cercare nuovi contatti commerciali; il target è però diverso a seconda della dimensione aziendale. Da un'indagine di Wine2Wine – L'Osservatorio b2b di Vinitaly è emerso infatti che le cantine sotto i 100.000 euro di fatturato preferiscono rivolgersi ai mercati più maturi, in particolare Ue ed Usa, mentre man mano che crescono la dimensione e gli strumenti a disposizione aumenta la capacità dei produttori di vino di aprire nuovi mercati in Paesi non tradizionalmente consumatori di vino.
Grazie all'ampia rosa di Paesi rappresentati nelle delegazioni invitate, Veronafiere è in grado di organizzare appuntamenti b2b adatti ad ogni specifica esigenza. I buyer ospiti saranno impegnati, all'interno dell'International Buyers' Lounge, nell'iniziativa Taste&Buy Vinitaly, in incontri con le aziende espositrici.
Lo spazio dell'International Buyers' Lounge, collocato nella Galleria Castelvecchio tra i padiglioni 2 e 3, sarà il punto di riferimento oltre che per le delegazioni ospitate da Veronafiere, anche per tutti i buyer provenienti dall'estero.
(Verona, 4 febbraio 2015)

Giovedì, 12 Febbraio 2015 08:44

Cereali, la calma prima della tempesta?

Le stime USDA del 10/2 non hanno avuto effetti sul mercato che si è mantenuto calmo. Nessuna variazione sostanziale è stata infatti segnalata dal Udsa fatto salvo un aumento degli stock mondiale dei cereali. E' molto probabile che gli operatori siano maggiormente preoccupati sul fronte geopolitico con riguardo allo scontro Kiev-Mosca.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 febbraio 2015 -

Nessun problema di disponibilità di merce soprattutto per quanto concerne il grano che a sua volta influenza il corn. I proteici mantengono una tendenza ribassista.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 556 punti, il petrolio è sceso nuovamente intorno ai 50$ dollari al barile e il cambio, in attesa delle decisioni verso la Grecia, si è posizionato a 1,1309.

Indicatori 11feb15

 

Mercato interno - Sul fronte interno permane la stagnazione degli scambi, ridotti i consumi e la liquidità inconsistente mentre rimangono elevate le lamentele degli operatori professionali sia del settore zootecnico sia cerealicolo.

Bioenergie - Nulla da segnalare per il settore delle bionergie salvo che, a fronte dei prezzi delle farine di mais a 135 euro alla tonnellata e spezzati di mais a 115 euro alla tonnellata, i 40€/ton. del trinciato non soddisfano gli investimenti economici di base agli investimenti.

Alcuni prezzi:
Mais nuova campagna 175€ arrivo Lombardia da ottobre a giugno contratto 103.
Grano zootecnico 190 euro partenza pronto;
Orzo estero sui magazzini interni 195 euro partenza,
Farina di soya spot 387€ per la normale e 392€ per la proteica sino a fine marzo, da aprile a giugno 372/385€, luglio dicembre 357/370€, gennaio dicembre 2016 355/368€
sempre partenza Ravenna,
Far girasole hp (high protein) 240€ partenza Ravenna, Colza in varie forme e specie da 255 a 265€ partenza magazzini interni o porti.

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano


Grana Padano, cresce solo il fresco di Mantova. Latte spot in ripresa solo l'estero mentre cresce il burro a Milano di 10 centesimi. "Big Snow" impedisce l'apertura della borsa merci di Parma. Latte bio meglio del convenzionale? Dubbi dai ricercatori australiani.

di Virgilio, 11 febbraio 2015 -

LATTE SPOT In crescita solo il Latte spot intero pastorizzato di provenienza estera (+3,17%). 32,99€/100 lt. il prezzo minimo quotato a Verona e 34,02 €/100 lt. è il prezzo massimo registrato alla piazza scaligera. Fermi alle medesime quotazioni della sesta settimana i listini del Latte Crudo spot nazionale (35,57-37,12 €/100 lt.).

BURRO E PANNA Nuovo balzo in avanti dei listini di Burro contrattati a Milano. +10 centesimi per ciascuna referenza. Nello specifico il Burro CEE ha raggiunto i 2,80€/kg, il burro di centrifuga 3,0€/kg, il burro pastorizzato 2,0€/kg e lo zangolato a 1,80€/kg.
Invariato il listino dello zangolato quotato a Reggio Emilia ieri mattina (1,30€/kg). Nessuna quotazione alla borsa di Parma presumibilmente a causa avverse condizioni meteo: "Big Snow" (venerdì 6 febbraio 2015).

GRANA PADANO A Mantova cresce solo il "fresco" (10 mesi) di 5 centesimi (6,40-6,60€/kg) mentre è rimasto invariato il 14-16 mesi di stagionatura (7,05-7,30€/kg). Nessuna variazione riscontrata sulla piazza milanese sia per il fresco sia per il 15 mesi e oltre: 6,35-6,45€/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,05-7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Nessuna quotazione rilevata a Parma a causa della intensa precipitazione nevosa che ha colpito l'Emilia lo scorso venerdì 6 febbraio. Comunque senza variazioni i listini alla borsa di Reggio Emilia di ieri 8,85-9,15 €/kg relativamente al 24 mesi di stagionatura.

latte gde

Latte bio vs convenzionale.
Il biologico macina, ogni anno, record su record. Aumenti di fatturato, penetrazione di mercato e sensibilità dei consumatori. Ma il prodotto biologico è davvero migliore del convenzionale? Ad avere dei dubbi sono stati i ricercatori dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, che hanno comparato le proprietà nutrizionali e salutistiche di latte biologico e latte convenzionale.
In base alla loro ricerca, che ha messo a confronto i risultati di quasi 200 pubblicazioni scientifiche, le composizioni dei due tipi di latte non sono poi così diverse, specie per quanto riguarda gli acidi grassi.

Martedì, 10 Febbraio 2015 08:45

Cereali, preoccupazioni dall'Est.

Quella precedente può essere considerata, tutto sommato, una settimana all'insegna della neutralità se si esclude la chiusura 3 febbraio. Il recupero dei cereali e la tenuta del corn è, con alta probabilità, imputabile al "regalo" USA di 100 milioni di $ all'Egitto che verranno utilizzati per l'acquisto di materie prime.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 09 febbraio 2015 -

Venerdì: 06 / 2 / 2015 (valori espressi in €)

SEMI mar 973,40 (-7) maggio 980,00 (-7,6)

FARINA mar 329,40 (-2)maggio 323,10 (-2,2)

OLIO mar 31,82 (+0,11) maggio 32,04 (+0,12)


CORN mar 385,60 (+0,40) maggio 394,00(+0,6)


GRANO mar 527,00 (+1,2) maggio 529,00 (+1,6)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
L'incertezza e i timori sono quasi esclusivamente incentrati sulle questioni geopolitiche e all'inasprimento delle tensioni l'Ucraina-Russia-Europa. Il raccolto Russo è stimato in 90/95 milioni di tonnellate e una sottrazione di tali volumi dal mercato non verrebbe accolta favorevolmente
l'Indice dei noli è sceso a 559 punti il petrolio si è mantenuto a 52,51$ al barile, il cambio gira a 1,1352. E qui pesa l'incognita Grecia, e le trattative che il suo Ministro delle Finanze sta negoziando con Bruxelles e con tutti i suoi colleghi singolarmente.

Cereali indicatori 6feb2015

Mercato Interno -
Sul fronte interno ancora ben poco da segnalare. Gli scambi sono ridotti, i consumi bassi e la liquidità inconsistente. Pochi e limitati i tentativi di speculazione. Stagnazione e ribasso sono le tendenze determinate da questo stato di confusione e di timori. Non sussiste la volontà di fare ricoperture ma piuttosto storni o slittamenti di quote, a conferma dei ridotti consumi. Qualche speranza sul miglioramento dei consumi proviene da EXPO2015 seppure gli 8 milioni di biglietti venduti siano sensibilmente lontani dalle attese (20-24 milioni di visitatori).

Mercati esteri -
I mercati esteri intanto registrano i seguenti valori, in alcuni casi distanti dalla depressione espressa dal mercato nazionale:
Venerdi in Francia sul "fisico", il grano quotava invariato da giovedì ad euro 181,reso Rouen. 
Il corn 151€ contro 150€ fob Bordeaux. L'orzo a 176€ contro 175€ reso Rouen. Il grano duro invariato a 370€ reso Port La Nouvelle. Il corn Ukraino venerdì quotava da Mar Nero per febbraio $174 fob contro 172$ di mercoledì Il marzo a invariato a 175$. L'aprile invariato a 176$ . Il maggio invariato a 178$ . Il giugno invariato a 182$. Il novembre invariato a188$ . Il corn bulgaro/rumeno, a Costanza, per il Febbraio era ad euro 155 contro 153€. Il marzo a 155€ contro 156€. L'aprile a 157€ contro 158€. Il grano russo (12,50 proteine) quotava per marzo invariato a $250 fob. L'aprile invariato a $52. L'agosto a $238 contro 234$. Il feed dall'Ukraina quotava per l'agosto 215$. Far soya prot 394. Apr-giugno, 388 luglio-dicembre 370 e uguale gen-dic 2016.

Bioenergie -
Nulla da segnalare per il settore delle bionergie. Trinciati a 40 euro alla tonnellata
Mais -
mais in varie forme da 110 euro alla tonnellata in su, partenza Nord Italia e farine di mais a 135-140 euro alla tonnellata.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano

L'associazione agricola reggiana: danni enormi agli agricoltori per la mancanza di energia e tempi di ripristino sconosciuti; semplicemente inaccettabile – Protezione Civile mette a disposizione gruppi elettrogeni – La Regione chieda lo stato di calamità naturale -

Reggio Emilia, 9 febbraio 2015 -

"Intendiamo aderire alla class action contro il gestore degli impianti per l'energia elettrica, annunciata dai Sindaci e dalla Provincia di Reggio, per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori tutti, pesantemente danneggiati dalle interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica a seguito della nevicata verificatasi nelle prime ore di venerdì 6 febbraio scorso". L'annuncio viene dal presidente della CIA di Reggio Emilia Antenore Cervi, che circostanzia così i motivi della decisione presa dall'associazione agricola: "Anche se l'entità della nevicata è stata superiore alle aspettative, stiamo registrando una situazione semplicemente inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole nel nostro territorio, dobbiamo mettere nel conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell'erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti, particolarmente negli allevamenti".

"A questo aggiungiamo – afferma Cervi - che i tempi di ripristino della normale erogazione restano sconosciuti, ma probabilmente lunghissimi. Infatti la priorità del gestore degli impianti è rivolta in primo luogo alle abitazioni civili, quindi il ripristino riguarderà le industrie, ultimi in ordine di priorità vengono gli agricoltori, che certamente nella maggior parte dei casi vivono e lavorano in strutture isolate, ma non per questo possono attendere settimane intere prima di riavere una situazione di normalità".
"Il monitoraggio dei danni che i nostri uffici stanno effettuando – aggiunge Cervi – segnalano numerosi casi di crolli o comunque di danni a serre, capannoni di allevamenti o di fienili e ricoveri attrezzi, ed ad hangar, strutture che da qualche anno si vedono anche nelle nostre aree agricole, oltre ad impianti di biogas".

"A ciò – afferma Cervi – dovremo aggiungere i danni che l'interruzione dell'energia può aver causato agli impianti informatizzati, che risultino da resettare, ma in particolare saranno da rilevare i costi per le aziende, come gli allevamenti da latte, che devono far ricorso a gruppi elettrogeni, che sono molto costosi per il carburante da impiegare: a tale proposito va registrato positivamente che la Protezione Civile mette a disposizione questi gruppi a chi ne abbia bisogno. In ogni caso avremo per un tempo indefinito un aumento esponenziale di costi a carico degli agricoltori, che non riteniamo giusto debbano sostenere in prima persona".

"A risponderne – conclude il presidente CIA – intendiamo chiamare chi si fa pagare una fornitura di elettricità che non è in grado di garantire. Infine, considerato che l'entità dei danni potrà risultare molto rilevante, chiediamo alla Regione Emilia Romagna di avanzare la richiesta per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, Regione alla quale chiediamo di prevedere l'erogazione di carburante agevolato supplementare per chi deve utilizzare i gruppo elettrogeni".

(Fonte: Ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 6 - 8 febbraio 2015

SOMMARIO

Anno 14 - n° 6 08 febbraio 2015 (allegato Formato PDF)

1.1 editoriale Il "califfato" sfida il mondo.
2.1 export Prendere esempio dal vino... Uno Studio Sapienza analizza il successo di Grandi Marchi
2.2 riconoscimenti Festeggiata a Reggio la Nazionale del Parmigiano Reggiano
3.1 cereali Cereali, logiche ancora poco interpretabili. Continuano a scendere i noli.
4.1 Lattiero caseario Nuova frenata per il latte spot e per il burro
5.1 Quote Latte Latte e Quote - La proposta dell'assessore Caselli a sostegno degli allevatori italiani.
5.2 benessere animale EFSA e benessere animale. Prorogati i termini.
5.3 Alimentazione e salute Il cibo per prevenire e curare, anche l'influenza.
6.1 Mercati cereali Noli sempre più giù
8.1 suini Suini: la deflazione entra nelle stalle.

 

Domenica, 08 Febbraio 2015 10:05

Export. Prendere esempio dal vino...

Il valore medio del venduto extra-Ue è quasi doppio di quello UE. Studio Sapienza: se l'Italia avesse la stessa crescita del vino il PIL sarebbe cresciuto di 500 miliardi.
Grandi Marchi. Crescite a 3 cifre in extra UE. Bene anche i mercati di sbocco.

Roma, 3 febbraio 2015 – "Il Pil italiano avrebbe oggi 500mld di euro in più se fosse cresciuto quanto l'export di vino made in Italy dal 2007 al 2013".

A dirlo è Alberto Mattiacci, ordinario di Economia a la Sapienza di Roma, autore della ricerca sull'export del vino realizzata per l'Istituto italiano del vino di qualità Grandi Marchi presentata oggi a Roma, citando il dato dell'ufficio studi economici BNL.

I numeri dell'export italiano sono per il professore "un caso di successo imprenditoriale e amministrativo", con una crescita dal 2008 al 2013 del 45% a valore e del 23% a volumi. Un incremento netto e strutturale ma anche qualitativo, perché "gli incrementi a valore superano quelli a volume, segno di una crescita costante della qualità del prodotto esportato". Un successo, infine, anche "intrinseco e pervasivo", perché in grado di assorbire sia la crisi post 2008 che l'effetto Euro e perché – cita la ricerca - i Paesi Terzi crescono più di quelli dell'area UE, sia a volumi (+32% circa) che a valori (+50% circa). In aggregato, inoltre, il valore medio del venduto sulle piazze extra-Ue è quasi doppio di quello UE.

Il focus sulle azioni di promozione realizzate dall'Istituto Grandi Marchi - l'associazione che riunisce le 19 cantine simbolo dell'enologia tricolore nel mondo e che dal 2004 al 2014 ha investito complessivamente circa 60 milioni di euro nella promozione del vino di qualità (di cui circa 1/3 con il sostegno della promozione UE) – si concentra sulle attività prodotte dal 2009 al 2013, da quando cioè l'Istituto è impegnato nei progetti dell'Ocm Vino Promozione.

I risultati – secondo lo studio – sono in certi casi netti e clamorosi, con impennate come il +562% registrato in Brasile e una crescita strutturale dell'export sui mercati globali pari al 41%. Successo anche sul fronte della penetrazione nei mercati, dove si è passati a triplicare il numero di Paesi Terzi coperti, che oggi rappresentano circa il 90% della domanda extra-UE di vino. Una politica manageriale che secondo quanto rilevato ha determinato da una parte un incremento dei fatturati in Paesi extra-UE di grandi prospettive – dal +88% in Russia, al + 133% in Cina e il +562% in Brasile - dall'altra un consolidamento dei mercati di sbocco, con ottime performance negli USA (+19%), in Canada (+25%), in Svizzera (+59%) e in Giappone (+79%).

Per il presidente dell'Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori: "Da un punto di vista qualitativo ciò che ci contraddistingue è l'aver messo in cantiere, anche con i finanziamenti Ocm, dei progetti di penetrazione e presidio dei mercati, non semplicemente delle operazioni mordi e fuggi. Le nostre imprese – ha aggiunto - stanno investendo sui mercati più rilevanti e di maggiori prospettive future, esportando prodotto di qualità, generando valore di marca e Paese. La ricerca che abbiamo commissionato vuole essere uno strumento utile per aprire un tavolo di confronto sull'Ocm Vino Promozione – ha concluso Antinori – tra chi, come noi, ha dimostrato di aver lavorato per il bene comune e le istituzioni che rappresentano questo settore anche a livello politico nazionale e in sede UE".

La ricerca sottolinea come gli investimenti effettuati nel periodo di riferimento seguano un modello manageriale di azione, fatto di attività "consumer-oriented" per circa il 60% delle risorse utilizzate e di "market relation" con iniziative dirette agli stakeholder media, d'opinione e commerciali, per circa il 40%.

Per Mattiacci: "L'Ocm è una variabile esogena al sistema delle imprese, che a nostro avviso ha funzionato egregiamente e riveste un'importanza futura fondamentale. Non si comprende la ragione di certe critiche recentemente mosse a questo che ci piace definire uno strumento di politica industriale europea". Lo studio vede l'esperienza italiana nell'Ocm come una misura ancora perfettibile, se comparata con quella francese e spagnola. Tre le possibili aree d'intervento: la semplificazione delle procedure gestionali; l'introduzione di meccanismi di selezione dei player che accedono alla misura in ragione della loro capacità di usare i fondi su progetti solidi e di prospettiva; la costante verifica dell'impatto di medio termine della misura, a livello aggregato e di monitoraggio obbligatorio dei singoli progetti. La ricerca individua infine il profilo di un export italiano di valore che combina alcuni caratteri, ben rappresentati dai player dell'Istituto Grandi Marchi: è imbottigliato, frutto di presenza commerciale stabile e di una vendita attiva di offerte glamour. Questo modello dovrà continuare a crescere per sostituire gradualmente un altro modello presente nell'export italiano, fatto di sfuso e basic, frutto di attività di vendita one shot e spesso passiva.

Nel prossimo aprile, l'Istituto Grandi Marchi sarà promotore di un convegno di approfondimento su questa ricerca, destinato a tutto il settore del vino italiano.

Istituto del Vino Grandi Marchi:

Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca' del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.

Latte e Quote - La proposta dell'assessore Caselli: modificare per chi è in regola gli attuali criteri di compensazione del regime delle quote latte.

Bologna -3 febbraio 2015 -
"Utilizzare al meglio la quota latte nazionale assegnata all'Italia, prevedendo, per i produttori in regola, una modifica degli attuali criteri di compensazione". E' quanto chiede l'assessore regionale all'agricoltura dell'Emilia-Romagna Simona Caselli nell'anno conclusivo dell'applicazione del regime delle quote latte, che termineranno il 31 marzo.
"I dati attualmente disponibili - spiega Caselli - ci dicono che molto probabilmente ci sarà un surplus produttivo rispetto alla quota nazionale assegnata al nostro Paese. In questo caso scatterà per i produttori il versamento del prelievo supplementare all'Unione europea."

La proposta avanzata da Caselli, anche in risposta alle richieste arrivate dal mondo produttivo, prevede di estendere la possibilità di compensazione nazionale anche alle aziende che hanno prodotto oltre il 6% della quota loro assegnata e a quelle che hanno superato il livello produttivo 2007 – 2008. Due categorie fin'ora non contemplate nei criteri di priorità nazionali.

"Questi correttivi permetterebbero – spiega Caselli - di limitare l'impatto sui produttori e di utilizzare al meglio la quota nazionale, senza modificare quanto già previsto per i produttori delle aree di montagna e svantaggiate".

La proposta è stata illustrata nei giorni scorsi a Soragna (Pr) in occasione dell'ottantesimo anniversario del Consorzio del Parmigiano Reggiano. "Auspico che su questo tema si possa lavorare - conclude Caselli - l'interesse manifestato dal ministro Martina è la migliore premessa per arrivare ad un risultato positivo nell'interesse dei nostri produttori".
(Fonte Regione Emilia Romagna)

Domenica, 08 Febbraio 2015 09:15

EFSA sul benessere animale.

Prorogati i termini della consultazione pubblica sulla valutazione del benessere delle vacche da latte nei piccoli allevamenti.

Parma, 02 febbraio 2015
L'EFSA ha prorogato i termini della consultazione pubblica su una sua recensione di informazioni riguardanti i piccoli allevamenti di vacche da latte. Tutte le parti interessate hanno ora tempo fino al 13 febbraio per presentare i propri commenti. La disamina include dati sul numero di vacche da latte nell'UE e sulle variazioni di dimensione tra gli allevamenti dei vari Paesi, come pure una definizione operativa e una categorizzazione delle aziende agricole di piccola scala, finalizzata a tale valutazione. La recensione sarà parte integrante di un futuro parere scientifico dell'EFSA sul benessere delle vacche da latte nelle aziende agricole di piccola scala, la cui pubblicazione è prevista nel 2015.
Public consultation on the review of the available description and categorization of small scale farms in support of the ongoing scientific opinion on "Assessment of dairy cow welfare in small scale farming systems"

(Fonte EFSA 28 gennaio 2015)

Domenica, 08 Febbraio 2015 08:39

Suini: la deflazione entra nelle stalle.

Dall'embargo russo alla contrazione dei consumi interni, i fattori principali dei segnali non positivi provenienti dal settore dei suini.

Roma, 02 febbraio 2015 - Il divieto russo all'importazione, connesso al focolaio di peste suina e all'embargo in atto, e l'estrema debolezza della domanda interna stanno avendo un impatto fortemente negativo sul mercato suinicolo nazionale e europeo. E' quanto si evince dal Report trimestrale "Ismea Tendenze" relativo all'ultimo trimestre del 2014 e riepilogativo dell'intera annata trascorsa.

Il riflesso più immediato di questa situazione - spiega il Rapporto - è il basso livello dei prezzi, con le quotazioni all'origine del bestiame suino in calo, in Italia, del 7,5% su base annua. Un risultato riscontrato sia per i capi da allevamento (-8,5% rispetto al IV trimestre 2013) che per le taglie da macello (-7,3%), in linea con quanto rilevato nei principali mercati dell'Ue-28.

Ad alleviare il peso di questa situazione è stato l'andamento al ribasso di alcune voci costo a carico degli allevatori, con i prezzi dei mangimi scesi del 3,6% rispetto al IV trimestre del 2013 e i capi da ristallo in calo dell'8,1% rispetto a un anno fa. La consistenza degli stock di materie prime impiegate per l'alimentazione dei suini (principalmente mais e soia), non dovrebbe tra l'altro determinare mutamenti di tendenza dei prezzi, prefigurando uno scenario senza tensioni anche nel 2015.

Relativamente all'evoluzione degli scambi con l'estero, l'analisi Ismea rivela, a consuntivo dei primi dieci mesi del 2014, un peggioramento di 1,7 milioni di euro del deficit della bilancia commerciale del settore. In termini monetari, le importazioni di suini vivi e di carni fresche e congelate hanno fatto segnare aumenti rispettivamente del 18 e del 2 per cento, mentre sul versante dell'export si è registrato un miglioramento per salumi e altre preparazioni, con un più 6,5% rispetto al gennaio-ottobre 2013.

Sul mercato interno, infine, i dati Panel Ismea-Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi del 2014 indicano una consistente flessione degli acquisti delle famiglie italiane di carni suine. Rispetto allo stesso periodo del 2013 si è registrata una contrazione del 6% sia nei volumi che nella spesa; meglio i salumi con un più 2% delle quantità acquistate e un calo solo marginale in termini monetari.
(Fonte Ismea.it)

Il mercato dei cereali osservato da un operatore commerciale. "Difficile individuare le logiche del "board" e lo scorso martedi ne è stata una ulteriore dimostrazione."

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 05 febbraio 2015 -

Martedì: Milano 3 / 2 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI mar 987,00 (+27,4) maggio 993,00 (+26,6)
FARINA mar 340,60 (+12,7)maggio 332,30 (+10,7)
OLIO mar 30,80 (+0,39) maggio 31,03 (+0,38)
CORN mar 385,60 (+16) maggio 393,60(+16)
GRANO mar 513,60 (+21) maggio 517,60 (+20,4)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 577 punti, il petrolio ha realizzato un balzo improvviso in avanti portandosi a 52,51dollari al barile (era 47,06€/bar venerdi scorso), il cambio gira a 1,1448.

CerealiTAB 3feb2015 cibus

Mercato internazionale - Difficile individuare con sicurezza le motivazioni di queste repentine variazioni. Per quanto riguarda il petrolio potrebbe essere plausibile la giustificazione determinata dall'inasprimento rinnovato sul fronte Ukraina-Russia-Europa. Per il resto solo supposizioni in attesa del raccolto Brasiliano. che ancora non pesa sulle quotazioni. Nonostante tutto in molti hanno fatto acquisti (Arabia Saudita e Egitto). I tempi di attesa ai porti del sud sono intorno ai 20 giorni. La sensazione è che il mercato sia fortemente oggetto di speculazioni.

Mercati interno - Sul fronte interno si continua a rilevare un ridotto numero di scambi e i bassi rimangono i consumi. Ridotta liquidità e bassa propensione al rischio speculativo sta portando a continui ribassi innalzando però lo stato di incertezza e confusione. Con i prezzi in lento ma costante calo si riducono anche le ricoperture e si assiste a storni e slittamenti di quote a dimostrazione dei consumi ridotti.

Un dato è certo, nonostante le rassicurazioni governative e positive attese delle statistiche sui dati economici nazionali, la realtà dimostra che alla riduzione del patrimonio bovino nazionale si è affiancato anche una quota di riduzione dei consumi alimentari.
Anche i tentativi di operare sui futuri, in questo momento, sono frustrati, dallo stato generale di incertezza, e i pochi che si cimentano si muovono in punta di piedi sui cereali e sui proteici e a bassi volumi.

MAIS - Il mais sulla nuova campagna è sui 170 euro partenza (pta) nord Italia, per ottobre-dicembre e le farine di soya aprile-giugno a 383/396€ per normale e proteica, mentre il luglio-dicembre gira a 366/379€, e 1/12 per tutto il 2016 363/375€.

Nulla da segnalare per il settore delle bionergie se non che trovano trinciati a 40 euro alla tonnellata e mais in varie forme da 110 euro alla tonnellata in su, pta Nord Italia.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - granaglie e cereali - Milano

Caseificio Dismano di Montese (MO) premiato per medaglia World Cheese Awards. Non era mai successo che un formaggio Dop come il Parmigiano Reggiano ricevesse tanti riconoscimenti a un concorso internazionale -

Modena, 4 febbraio 2015

C'era anche il caseificio Dismano di Montese tra i 21 caseifici premiati a Reggio Emilia per le medaglie vinte al World Cheese Awards svoltosi dal 14 al 16 novembre 2014 a Londra. Si tratta del più grande concorso mondiale per produttori e distributori di formaggi, al quale hanno partecipato 3 mila prodotti provenienti da 33 paesi, dall'Australia agli Usa, dal Sudafrica al Nord Europa, giudicati da 250 giurati in rappresentanza di 26 nazioni. Ebbene, a Londra il re dei formaggi ha conquistato complessivamente 23 medaglie: otto ori, sette argenti, sette bronzi e il Supergold.

Non era mai successo che un formaggio Dop come il Parmigiano Reggiano ricevesse tanti riconoscimenti a un concorso internazionale. Per questo i caseifici medagliati sono stati invitati l'altro giorno a Reggio per essere premiati. Il vicepresidente del Dismano Daniele Deluca ha partecipato insieme a un centinaio di amministratori e casari dei 21 caseifici di Bologna, Modena, Parma e Reggio riuniti nella Nazionale del Parmigiano Reggiano. A Londra, infatti, il caseificio Dismano ha ottenuto la medaglia d'argento nella categoria oltre i 24 mesi di stagionatura. La consegna dei premi è avvenuta nella Sala del Tricolore, presenti i rappresentanti delle istituzioni e del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

Tra i 21 caseifici che compongono la Nazionale del Parmigiano Reggiano ci sono anche il Nuovo Malandrone di Pavullo e il Querciola di Lizzano in Belvedere (Bologna). Quest'ultimo fa parte, come il Dismano, del Consorzio Terre di Montagna, nato a Montese nel 2008 per promuovere e commercializzare il Parmigiano Reggiano di montagna. Il caseificio Dismano trasforma il latte che proviene da sedici soci che hanno le loro stalle nel Comune di Montese a un'altitudine superiore ai 600 metri sul livello del mare; l'anno scorso ha lavorato circa 63 mila quintali di latte. Oltre al Parmigiano Reggiano di montagna (12 mila forme annue), il Dismano produce ricotta, caciotte e yogurt che si possono acquistare direttamente nel punto vendita del caseificio oppure on line.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

 

Stock elevati e con l'approssimarsi dei raccolti in Brasile e Argentina le quotazioni internazionali continuano, lentamente, a ridursi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 04 febbraio 2015 -

Il board non ha notizie che diano supporto alle quotazioni. La borsa di Chicago continua la sua lenta strada al ribasso determinato soprattutto dai prossimi raccolti di Brasile ed Argentina e gli stock mondiali sono ancora elevati.

Venerdì : 30 / 1 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI: mar 961,00 (-7,2) maggio 967,60 (-7)
FARINA mar 329,90 (-8) maggio 324,00 (-6,6)
OLIO mar 30,00 (+0,46) maggio 30,24 (+0,46)
CORN mar 370,00 (-1,4) maggio 378,40(-1,4)
GRANO mar 502,60 (-5) maggio 506,60 (-5,6)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 608, il petrolio si sta stabilizzando intorno ai 47,06 dollari al barile, il cambio gira a 1,1315. 

Cereali tab 3feb2015 cibus1

Mercato Interno -
L'andamento dei mercuriali delle Borse Merci pur nella chiarezza, manifesta segnali di forte instabilità e comunque con tendenze al ribasso. I proteici attualmente si difendono dal favorevole momento del cambio valutario.

Mercati esteri -
In Francia sul "fisico", mercato di scambi reali, il grano quotava euro 181€ contro 182€ di giovedì reso Rouen. Il corn invariato a 148€, fob Bordeaux. L'orzo invariato a 174€ reso Rouen. Il grano duro invariato a 370€ reso Port La Nouvelle.
Il corn Ukraino venerdì quotava dal Mar Nero invariato da giovedì a dollari 171€ fob. Il marzo a 172€ contro 173€. L'aprile a 173€ contro 175€. Il maggio a 174€ contro 177€. Il novembre invariato a 180€. Il bulgaro/rumeno, a Costanza, per il febbraio era invariato ad euro 152€. Il marzo a 156€ contro 153€ l'aprile a 158€ contro 154€. Il grano russo (12,50 % proteine ) per marzo invariato a $ 250 fob.
L'aprile invariato a $ 252. L'agosto invariato a $ 234.

Bioenergie -
Il settore delle bionergie continua la sua quasi totale assenza dal mercato, piange per le imposizioni fiscali e la nuova normativa Iva.
Mais -
Scambi ridotti anche se qualcuno comincia a preoccuparsi per il futuro del Mais i sul prossimo raccolto, dove già si ipotizzano ettarati minori. Se i consumi resteranno ai livelli attuali il rischio che si potrebbe palesare sta nei riporti elevati il tutto a discapito della qualità della merce.

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NOTE

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. Si prega di non inoltrare ad altri tale informativa se non previo accordo con lo scrivente.

EUROPRO srl - granaglie e cereali - Milano


Il Grana Padano è sinonimo di stabilità. Dopo una ripresina di due settimane, si arrestano anche i listini del "Parmigiano". Stabili anche i derivati del latte.

di Virgilio, 04 febbraio 2015 -

LATTE SPOT Dura poco l'ascesa del latte spot. Alla sesta settimana, dopo due turni in sensibile ripresa, il latte crudo spot nazionale arresta la sua ascesa e segna un passo indietro del -0,70%. 35,57€/100 litri di latte è il prezzo minimo registrato a Verona mentre l'estremo si riposiziona al valore dell'ottava precedente a 37,12€/100 litri. Invariato invece il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che si conferma tra 31,96 e 32,99€/10 litri di latte.

BURRO E PANNA Un fuoco di paglia anche la ripresa del burro. Al palo i listini di tutte le tipologie di burro fatto salvo per lo zangolato di panna fresca (1,30€/kg +8,33%) quotato a Parma lo scorso venerdì 30 gennaio. Un'incremento di 10 centesimi realizzati sull'onda positiva dei listini milanesi. Nessuna variazione è stata rilevata a riguardo le creme a uso alimentare quotate a Milano e Verona.

GRANA PADANO Prosegue la ferrea stabilità del Grana Padano sia alla piazza di Mantova sia a quella di Milano. 6,35-6,45€/kg il listino milanese per il 9 mesi di stagionatura e 7,05-7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Dopo due settimane di prezzi in leggero rialzo, anche i listini del Parmigiano Reggiano si sono arrestati. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi di invecchiamento è stato fissato tra 7,35 e 7,75€/kg mentre tra 8,75 e 9,10€/kg il listino del 24 mesi d'invecchiamento.

 

Alai, presidente del Parmigiano Reggiano: le quote agli allevatori sono una risorsa economica reale. Attenzione della politica, compiti dei Consorzi, interprofessionalità, più tutele all'estero e nuove aggregazioni d'impresa. L'intervento del ministro Martina.

Soragna-PR, 31 gennaio 2015 -  "Se la regolazione dell'offerta consentita dal "Pacchetto latte" dell'Unione Europea e adottata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano costituiva già una risposta strutturale all'esigenza di un nuovo equilibrio tra domanda e offerta capace di assicurare crescita e stabilità ai redditi dei produttori, questa stessa misura oggi appare ancora più rilevante nella sua portata". Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha aperto così il convegno che oggi a Soragna (dove ottant'anni fa venne firmato l'atto costitutivo del Consorzio di tutela) ha visto la partecipazione di tutte le associazioni del mondo agricolo cooperativo, degli assessori regionali all'agricoltura Simona Caselli (Emilia Romagna), Giovanni Fava (Lombardia) e del ministro Maurizio Martina. "La imminente cessazione di quel regime comunitario delle quote, che per trent'anni ha vincolato la produzione di latte - ha sottolineato Alai - apre scenari fondati su un'espansione della produzione europea, una esasperazione della competizione e quotazioni in ribasso: è proprio in questo contesto che l'assegnazione delle quote latte da trasformare in Parmigiano Reggiano direttamente agli allevatori ha attribuito ai produttori non solo la responsabilità e la possibilità di regolare i flussi, ma soprattutto un nuovo valore economico reale".

Ma a Soragna, ottant'anni dopo la nascita del Consorzio, le riflessioni di Alai si sono presto allargate ben oltre il tema del governo della produzione. "I tempi che stiamo vivendo - ha detto il presidente del Consorzio - esigono una nuova e grande attenzione da parte della politica, una grande difesa sindacale che riguarda il mondo dell'associazionismo e una forte evoluzione dei sistemi di aggregazione che investono le imprese, con ruoli sicuramente inediti anche per i consorzi di tutela". "E' in questo contesto che ci si deve chiedere - ha detto Alai - se il nostro Consorzio debba associare solo i trasformatori o anche gli allevatori, in un'ampia riflessione sulle sue funzioni, sull'interprofessionalità, sul come rendere più forte la coesione del sistema e sul ruolo fondamentale di quanti, all'interno del mondo agricolo, svolgono funzioni associative e di coordinamento, perché senza questo lavoro ampio e comune qualsiasi obiettivo diviene difficilmente perseguibile". Molto forte, da parte del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'appello alla politica e all'amministrazione pubblica: "conosciamo - ha detto Alai - le difficoltà della finanza pubblica e non sono comunque queste le risorse oggi prioritarie, quanto invece i sostegni per portare a compimento l'evoluzione interprofessionale del sistema e il sostegno per abbattere le tante barriere che in molti mercati ancora ci impediscono di entrare e quelle che in un numero ancora più alto di Paesi (vedi gli Usa, ad esempio) ci impediscono di tutelare e difendere la nostra denominazione da imitazioni e usurpazioni". "Per far crescere redditi e investimenti - ha concluso il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricordando come tappa fondamentale quella degli accordi con gli Stati Uniti-TTIP - la priorità è rafforzare le condizioni per la crescita della domanda estera, che entro il 2020 dovrà valere il 50% sul totale della nostra produzione".

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA: IMPEGNO CENTRALE SU INTERPROFESSIONE ED EXPORT

Precise le osservazioni del ministro Marizio Martina rispetto ai temi al centro del convegno, a partire da quello che ha definito "un gioco i squadra importante di tutte le forze in campo, perché le istituzioni, da sole, non possono risolvere problemi che coinvolgono direttamente altri soggetti ed altri attori importanti a tutela delle nostre eccellenze". Siano in ritardo, ha detto Martina, rispetto ad azioni sulle quali già da 2008 occorreva avviare n dibattito più concreto e produttivo, perchè è da allora che conosciamo i tempi della cessazione del regime delle quote latte UE: in ogni caso dobbiamo guardare avanti, puntando su due punti di forza: l'interprofessione nel sistema latte e formaggio, sulla quale il ministero farà la propria parte per essere elemento di stimolo e di coagulo riorganizzativo e, contemporaneamente, il rafforzamento dei consorzi di tutela in uno scenario che cambia e va riletto con una visione aperta. Per Martina, il problema è sì il mercato interno, ma soprattutto lo scenario internazionale: l'Italia - ha detto - è il Paese che meglio utilizza le possibilità di tutela offerte dalla Corte di Giustizia UE, ma fuori dall'Europa c'è il grande tema politico della protezione in grandi Paesi come gli Usa, molto attenti alla politica dei marchi, mentre noi siamo molto attenti alla tutela dele DOP. Il saldo - ha aggiunto Martina- è a nostro favore nelle trattative sull'agroalimentare, possiamo agire bene e con una buona tattica, e di fronte alle opportunità che abbiamo (e anche ai rischi comunque insiti nelle trattative) è fondamentale il tema organizzativo, il presentarsi uniti e capaci di migliorare le nostre piattaforme sulle nostre esortazioni.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

(Formato pdf scaricabile in allegato)

SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

1.1 editoriale Picconate alla Grecia! La finanza internazionale non perdona i ribelli.
2.1 nomine Alleanza Cooperative: Rosario Altieri è il nuovo presidente,
2.2 consumi Ismea, leggero rimbalzo dei consumi.
3.1 cereali Cereali, rientrano le previsioni pessimistiche sulla produzione canadese
4.1 Lattiero caseario Primi segnali di ripresa del burro
5.1 Agricoltura IMU: Moncalvo (Coldiretti), Governo mantiene impegni, bene Martina.
5.2 Ho.Re.Ca. Confesercenti Emilia Romagna, indilazionabile l'abbattimento fiscale.
6.1 terremoto Le utenze private vanno pagate da tutti, anche nei MAP..
6.2 EXPORT Distretti produttivi. In crescita l'export nel terzo trimestre 2014.
7.1 Expo 2015 La Fondazione Barilla ha presentato la "Carta di Milano" a Washington.

Cibus 5 COP

Si allentano le tensione sul frumento duro. Le informazioni dal Canada attenuano le pessimistiche previsioni di fine anno scorso pur rimanendo in netta flessione rispetto al 2013.

di Lgc - Parma, 29 gennaio 2015 -

Il mercato cerealico, nel suo complesso, continua a mostrare segnali di tensione e le reali intenzioni degli investitori rimangono ancora oscure, almeno stando all'osservazione dell'andamento dei grafici dei contratti a termine.

Da un lato le tensioni geopolitiche (Russia e Ucraina ad esempio) dall'altro gli andamenti climatici non consentono di avere uno scenario ben definito del panorama mondiale de cereali.

Ai sopracitati elementi di negatività però se ne stanno sovrapponendo altri, di natura più positiva, che potrebbero sensibilmente attenuare gli effetti negativi dei primi.

Primo fra tutti i dati che provengono dal Canada. Le previsioni funeste sulla produzione e sulla qualità, soprattutto connessa al più piccolo mercato del frumento duro smentiscono, in parte, le catastrofiche previsioni di dicembre scorso. Sarebbero ben 800.000 gli ettari in più che verrebbero destinati al frumento canadese raggiungendo quindi l'impensabile soglia dei 10 milioni di tonnellate di produzione cerealicola ben lontano dalla riduzione del 27% previsto. Tuttavia, la I.G.C. (International Grains Council) parla di una riduzione mondiale delle scorte soprattutto da parte dei grandi esportatori, come UE e Russia, ma con tutti gli altri paesi produttori, Stati Uniti compresi, pronti e disponibili a sopperire alla domanda di cereali.

Restando nell'ambito geopolitico con le prossime elezioni in Argentina potrebbero venir meno gli impedimenti all'export dei cereali nel caso si dovesse concretizzare un'uscita di scena dell'attuale presidente Cristina Fernández de Kirchner. Un'ipotesi che si tradurrebbe, secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell'Agricoltura USA con sede a Buenos Aires, in un incremento di 500.000 tonnellate rispetto alle previsioni ufficiali per un totale di 6.5 milioni di tonnellate.

In conclusione, secondo i dati forniti dall'agenzia IGC, si stima una produzione di grano mondiale nel 2015 intorno ai 701 Mil. di tonnellate in calo di 16 Mil. di t. dallo scorso anno ma ancora superiore alla media degli ultimi cinque anni di circa il 2%. L'incertezza riguarda solo le stime da parte di Russia e Ucraina dove è ormai preso in considerazione il peggioramento dei raccolti da parte degli operatori agricoli.


Mantenuti gli impegni per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione.

Roma - Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione per tutti nei comuni montani e a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, o a chi a loro affitta, in quelli parzialmente montani.

E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l'esito del Consiglio dei Ministri straordinario sull'Imu agricola montana che, con il lavoro del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e su proposta del premier Matteo Renzi, ha fissato nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – sottolinea Moncalvo - hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l'intera collettività.

Il testo prevede che a decorrere dall'anno in corso, 2015, l'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) si applica:
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat;
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat.
Tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014.
(Ufficio Stampa Coldiretti 23 gennaio 2015)


La Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) ha presentato, lo scorso 22 gennaio, la Carta di Milano – proposta italiana di accordo alimentare globale che sarà illustrata presso l'Expo di Milano

di Lgc - Parma, 26 gennaio 2015 - "Un accordo globale sul cibo" è, in breve sintesi, l'obiettivo del protocollo di Milano. "È assurdo che oggi ci sia cibo in abbondanza per tutti e contemporaneamente che un miliardo di persone soffra la fame, mentre spreco, consumo eccessivo e utilizzo della terra a fini diversi dalle produzioni alimentari sono pratiche normali", afferma Guido Barilla, Presidente della Fondazione BCFN. "L'Expo 2015 deve lasciare un'eredità più profonda e duratura e non essere solamente una vetrina per prodotti alimentari raffinati".

Il protocollo di Milano, presentato lo scorso 22 gennaio a Washington durante il primo Food Tank Summit, evento organizzato in collaborazione con la George Washington University, elenca misure specifiche per:
- Combattere lo spreco alimentare dal campo alla tavola
- Combattere fame e obesità, promuovendo stili di vita sani a partire dalla giovane età
Incoraggiare l'agricoltura sostenibile opponendosi alla speculazione finanziaria sulle materie prime.
Il primo Food Tank Summit a Washington D.C., organizzato in collaborazione con la George Washington University, ha riunito più di 75 leader internazionali nel campo alimentare e dell'agricoltura: una tavola rotonda globale per discutere di nuovi accordi sul tema dell'agricoltura sostenibile, come la Carta di Milano.

Con il contributo di istituzioni, mondo accademico, società civile e settore privato, la Carta di Milano traccia le linee guida che il governo italiano seguirà per promuovere un sistema alimentare globale più sostenibile nel corso dell'Expo 2015. Nella sua versione definitiva verrà consegnato al Segretario generale delle Nazioni Unite durante la Giornata mondiale sull'alimentazione del 16 ottobre, come lascito dell'Expo 2015.

La Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, da quando è stato presentato il Protocollo di Milano ha operato per ottenere la firma di oltre 100 organizzazioni, istituzioni e aziende private di alto livello, così come di migliaia di cittadini privati.
Nei prossimi mesi invece l'obiettivo della Fondazione Barilla si concentrerà, in di concerto con il Governo italiano, per ottenere che i 146 Paesi che prenderanno parte all'Expo supportino la Carta di Milano.

 

Gli imprenditori agricoli di Parma possono partecipare a "La Corte dalla terra alla tavola" facendo richiesta entro il 14 febbraio 2015 incluso -

Parma, 30 gennaio 2015 -

Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di autorizzazione alla partecipazione al mercato degli imprenditori agricoli "La Corte dalla terra alla tavola", per il periodo marzo 2015- febbraio 2016. Il mercato realizzato dagli imprenditori agricoli di Parma, è riservato alla vendita diretta da parte degli agricoltori dei propri prodotti.

Le domande compilate e complete con la richiesta documentazione devono essere presentate al Consorzio La Corte di Parma entro e non oltre il 14 febbraio 2015 incluso.

In allegato il modulo scaricabile.


Seconda settimana in crescita per il Parmigiano Reggiano. Il Latte spot crudo nazionale ancora in salita. Padano ancora dormiente mentre il burro guadagna 10 centesimi.

di Virgilio, 28 gennaio 2015 -

LATTE SPOT Prosegue anche nella 5° settimana il recupero del Latte crudo spot nazionale. Con un +1,43%, che segue il +2,94% registrato nella ottava precedente, la borsa veronese registra tra 36,09 e 37,12 €/100 litri di latte gli estremi dei prezzi contrattati. Fermo invece il latte spot pastorizzato estero il quale nella precedente seduta borsistica aveva, in un solo colpo, guadagnato il 3,28% (31,96-32,99€/100/litri).

BURRO E PANNA Colpa di coda del burro che guadagna 10 centesimi sulla piazza milanese relativamente a tutte le referenze oggetto di contrattazione.
Recupera 10 centesimi anche il burro zangolato trattato alla borsa reggiana anticipando, moto probabilmente la quotazione (1,30€/kg) che uscirà della prossima seduta camerale di Parma del 30 gennaio.
Nessuna variazione è stata osservata relativamente alla crema e alla panna a uso alimentare quotate rispettivamente a Milano e a Verona.

Burro

GRANA PADANO Fermo il Grana Padano salvo un leggero incremento di 5 centesimi per il 15 mesi di stagionatura quotato a Milano raggiungendo i 7,70€/kg come valore massimo registrato a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. A Milano invece, oltre alla ripresa del 15 mesi sopra menzionata, la forbice di prezzo del 9 mesi di stagionatura è compresa tra 6,35 e 6,45€/kg.

PARMIGIANO REGGIANO Seconda settimana consecutiva di recupero del Parmigiano Reggiano quotato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma. 5 centesimi recuperati ancora dal 12 e dal 24 mesi di stagionatura. Nello specifico 7,35-7,75€/kg è la quotazione del 12 mesi di stagionatura e tra 8,75 e 9,10€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015 (scaricabili in pdf allegato)

1.1 editoriale Chi, dopo Napolitano insieme a Draghi, per la resurrezione?
2.1 alimenti animali Efsa, su mangimi con solanum glaucophillum
3.1 mais e soia Mais & Soia dati previsionali 2014-15
4.1 Lattiero caseario Leggero rimbalzo per il latte spot
5.1 lattiero caseario Parmigiano Reggiano, preoccupa il prezzo medio latte 2014
5.2 quote latte Quote latte, una sentenza di assoluzione passata in sordina
6.1 crisi latte Confagricoltura, la crisi del Parmigiano Reggiano rispecchia quella di tutto il comparto.
6.2 parmigiano reggiano Il Sistema Parmigiano Reggiano in audizione in Senato
7.1 prezzi agricoli Ismea, meno 5,5% i prezzi agricoli nel 2014

Cibus 4 COP

Domenica, 25 Gennaio 2015 11:30

L'Efsa su mangimi con solanum glaucophillum

La valutazione scientifica del Solanum glaucophyllum è la prima effettuata ai sensi del nuovo quadro giuridico per le materie prime dei mangimi.

Parma, 19 gennaio 2015 -

Si pubblica quest'oggi un nuovo parere scientifico su una materia prima per mangimi derivata da Solanum glaucophyllum, pianta della famiglia delle Solanacee. Si tratta della prima valutazione effettuata dall'EFSA in base al nuovo quadro giuridico per le materie prime per mangimi, di cui al Regolamento 767/2009.

La valutazione riguarda l'uso di un mangime composto a base di foglie di Solanum glaucophyllum miste a farina, destinato a vari animali da allevamento.
Solanum glaucophyllum contiene un composto con attività simile a quella della vitamina D, che può contribuire a soddisfare il fabbisogno di tale vitamina nell'animale. Tuttavia l'ingestione di quantità eccessive di foglie di Solanum glaucophyllum può provocare ipercalcemia (cioè elevati livelli di calcio nel sangue) ed essere dannosa per la salute degli animali.

Gli esperti dell'EFSA hanno concluso che per suini e pollame il suo utilizzo nella dieta, sino a un certo tenore, non presenta rischi. Nelle vacche da latte, invece, il suo utilizzo può contribuire a prevenire la mastite, ma non è stato possibile stabilirne un livello di sicurezza. Analogamente non è stato possibile fissare un livello di sicurezza comune a tutte le specie animali.
Scientific Opinion on the safety of Solanum glaucophyllum standardised leaves as feed material
(EFSA 16/1/2015)

EFSA rid0038 copia

Domenica, 25 Gennaio 2015 10:48

Mais & Soia: dati previsionali gennaio 2015

Mais & Soia: dati previsionali 2014 - 2015 - gennaio 2015

Mais mond

MAIS: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 988.08 Mio t, in diminuzione di 3.5 Mio t rispetto alle stime formulate a Dicembre, riflettendo le previsioni di un minore raccolto negli Stati Uniti, parzialmente compensato da aumenti previsti in India (+1 Mio t) e nella Unione Europea (+0.4 Mio t).
 Negli USA la produzione è prevista a 361.09 Mio t (-4.9 Mio t), con un leggero incremento delle aree dedicate alla coltivazione ma con un calo della resa dei terreni (171 bushel/acro). Comunque, la produzione e la resa previste si mantengono a livelli record.
 È in aumento il Mais destinato alla produzione di Etanolo (+25 milioni di bushel, equivalenti a 0.6 Mio t), a causa della riduzione dell'impiego di Sorgo, i cui prezzi sono in crescita.
 Le stime sulle scorte di fine stagione sono in diminuzione a 189.15 Mio t: le riduzioni degli USA, Argentina e Canada sono in parte compensate dall'incremento della UE.

Soia mondiale

 

SOJA: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è prevista al livello record di 314.37 Mio t, in continuo aumento rispetto alle stime dei mesi scorsi, grazie a maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti (+0.3 Mio t), in Brasile (+1.5 Mio t) e nella Unione Europea (+0.1 Mio t).
 L'incremento produttivo in Brasile riflette l'aumento delle rese negli stati più produttivi (tra cui Mato Grosso e Paraná).
 Anche negli USA si prevede un aumento della resa dei terreni (47.8 bushel/acro).
 In India, la produzione di semi di Soia è stimata in diminuzione, a causa del ritardo della semina e della brevità della stagione dei monsoni.
 Gli stock finali globali di semi di Soia sono previsti a 90.78 Mio t: le scorte USA sono invariate, mentre l'aumento delle scorte del Brasile più che compensa la riduzione della UE.


Non vi è stata truffa e l'assoluzione è piena perché il "fatto non sussiste". I giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno annullato le pesanti condanne comminate agli allevatori lombardi nei due precedenti gradi di giudizio.

di Virgilio - Parma, 21 gennaio 2015 - E' stata depositata in cancelleria nei giorni scorsi la sentenza di assoluzione della Corte di Cassazione che riabilita gli allevatori lombardi in precedenza condannati per truffa e peculato grave.
La storia infinita della penosa vicenda trentennale delle "quote latte all'italiana" si arricchisce di un nuovo pesante capitolo di storia giudiziaria tutto a favore delle storiche frange contestatrici.

Una sentenza che, nonostante l'importanza, non ha ricevuto la pubblicità che meritava fors'anche per il fatto che dal 16 ottobre scorso, solo quasi 3 mesi dopo è stata depositata in cancelleria.

La sentenza della Corte Suprema esclude categoricamente la sussistenza del reato di peculato in quanto "non è configurabile già in base alla contestazione formale. va, però, osservato che il peculato non risulta configurabile anche perché, in ogni caso, non sussiste neanche la condizione di ipossessamento di denaro della pubblica amministrazione - tale precisazione è necessaria per poter escludere che sussista, comunque il reato di appropriazione indebita che, pur laddove prescritto, andrebbe valutato al fine della conferma delle statuizioni civili".

I giudici della Corte ivanno oltre e sottolineano come l'"Assenza di di fondaemento normativo e di ragioni logiche smentiscono gli argomenti dei giudici di merito che, del resto, sono apodittici ed appaiono basati piuttosto che sulla valutazione delle disposizioni di riferimento , sulla esigenza di fondare l'ipotesi di accusa".

I condannati dai da primi due gradi di giudizio vengono totalmente assolti anche dalla accusa di truffa. "In realtà - si legge nella sentenza - in base alla ricostruzione dei fatti da parte delle sentenze di merito, è certamente escluso che possa ritenersi integrato il reato di truffa. Non è stata confermata affatto l'ipotesi di accusa, come detto. Le due sentenze di merito procedono ad una ricostruzione tra loro differenti e ricorrono palesi illogicità delle motivazioni della sentenza impugnata che non individua affatto gli elementi di truffa. E' allora chiara l'inconsistenza dell'ipotesi si accisa e la palese forzatura della decisione impugnata per farvi corrispondere le vicende accertate".
In conclusione quindi la Corte Suprema di Cassazione Sesta sezione Penale "Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nonché quella emessa in primo grado dal Tribunale di Milano in data 29/9/2011 perché il fatto non sussiste."

Un respiro di sollievo da parte dei ricorrenti che oggi hanno la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo lo scongiurato pericolo.
Come è stato il caso di Giampaolo Maloberti il quale, all'indomani della sentenza, attraverso Piacenzasera.it dichiarava che sulla vicenda "Quote latte, giustizia è fatta". Maloberti, già consigliere provinciale della Lega e leader dei cosiddetti Cobas latte, attraverso le colonne del giornale piacentino ha fatto sapere che verranno intraprese azioni legale, per danni morali, nei confronti della Federazione provinciale Coldiretti di Milano-Lodi, promotrice di un esposto che ha fatto avviare l'inchiesta, e di tutti coloro Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Agea che si sono costituti parte civile contro gli allevatori. "La richiesta di danni morali – sottolinea Maloberti – la dobbiamo soprattutto ai familiari dei tre allevatori che si sono suicidati non sopportando il peso dell'inchiesta e delle maldicenze". Conclude le dichiarazioni rammentando le polemiche suscitate dall'opposizione quando entrò per la prima volta, in qualità di indagato, in Aula provinciale "ma anche da quelle sollevate da qualcuno dall'interno del Carroccio che aveva stilato un manifesto degli onesti. Il risultato? Un boomerang".

Staremo a seguire gli sviluppi di questa sentenza che, di fatto, riapre il fuoco incrociato tra "cobas latte" e organizzazioni professionali agricole proprio alla vigilia dell'entrata in vigore delle nuove regole comuni di mercato.


Parmigiano Reggiano, Guidi all'audizione al Senato: "E' crisi per uno dei prodotti simbolo del made in Italy nel mondo. Più ruolo agli allevatori, riduzione dei costi e promozione"
Roma 20 gennaio 2015 -"Le scelte di politica internazionale continuano a condizionare l'economia. E' il caso del Parmigiano Reggiano, la cui crisi di prezzo rispecchia, anche se con diverso impatto, quella di tutto il settore lattiero caseario, tra calo dei consumi e squilibri conseguenti all'embargo russo". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, nel corso dell'audizione in Commissione Agricoltura del Senato, sulle difficoltà del Parmigiano Reggiano.
Confagricoltura ha posto in evidenza come la stragrande maggioranza dei formaggi Dop vaccini italiani stiano vivendo un momento di difficoltà, con diminuzioni dei prezzi che, per il Parmigiano Reggiano, proseguono da alcuni anni e che arrivano anche al 6-9% su base annua ed al 16-19% su base mensile a gennaio di quest'anno.
"Le decisioni strategiche del comparto devono tenere conto delle esigenze degli allevatori in un quadro di regole che, forse, dopo tanti anni va riformato – ha sottolineato Mario Guidi - . Le quotazioni vanno alzate dove i mercati lo consentono, perché la politica dei prezzi bassi per un prodotto come il Parmigiano Reggiano non può reggere; va fatta poi una riflessione sul contenimento dei costi di produzione e sulla politica di promozione dei consumi sul mercato interno ed all'estero".
"Senz'altro – ha concluso il presidente di Confagricoltura - bisognerà continuare a spingere sull'export, differenziando la strategia di marketing in funzione delle diverse tipologie di prodotto ed eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie, ad esempio cogliendo la prossima occasione dell'accordo TTIP tra USA ed UE. Il tutto con la consapevolezza che il Parmigiano Reggiano è un prodotto unico, ambasciatore del made in Italy nel mondo".
(Fonte Confagricoltura)


Alai, "non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema".

Reggio Emilia, 20 gennaio 2015 - Si è aperto con un ampio spaccato sulla situazione del comparto l'intervento del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, nel corso dell'audizione avvenuta oggi in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche della filiera nell'ambito della più ampia situazione lattiero casearia italiana.
Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.
Nelle aree montane - ha sottolineato il presidente del Consorzio - la media produttiva annua di un allevamento è pari a 2.900 quintali rispetto ad un dato medio comprensoriale pari a 4.900 quintali. I primi 5 allevamenti - ha aggiunto - producono 535.000 quintali di latte, cifra pari a quella che realizzano, insieme, i 750 allevamenti più piccoli; una situazione analoga si registra anche a livello di strutture di trasformazione, laddove i primi 6 caseifici producono 360.000, corrispondenti a quelle che annualmente escono dai 130 caseifici più piccoli del comprensorio.
"In una situazione che registra pesanti difficoltà a carico di tutti gli allevamenti, ma con aggravi specifici per quelli operanti in montagna e per i giovani allevatori che si sono insediati più recentemente – ha proseguito Alai – non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema, perché non esistono condizioni che possano avvantaggiare un modello o una dimensione rispetto ad un'altra in una filiera in cui il protagonista è un prodotto artigianale, alle cui quotazioni si legano le prospettive di reddito di ogni tipologia d'impresa".
Il presidente del Consorzio ha poi sottolineato la delicatezza del passaggio che sta avvenendo sul versante produttivo: da una parte, infatti, con la cessazione del regime delle quote latte si passerà da una produzione contingentata per trent'anni ad un regime libero le cui ripercussioni segneranno profondamente il futuro del settore in Europa, mentre dall'altra si è già arrivati, nell'ambito del sistema Parmigiano Reggiano, alla gestione volontaria di una regolazione dell'offerta legata direttamente ai produttori, visto che proprio il Consorzio del Parmigiano Reggiano è l'unico ente di tutela che ha assegnato le quote latte da trasformare in formaggio direttamente agli allevatori.
A fronte della debolezza che i caseifici scontano sul versante della commercializzazione diretta (con il passaggio del prodotto a commercianti stagionatori che a propria volta si relazionano con il mondo della distribuzione), proprio il governo della produzione – ha detto Alai – è un elemento strategico, attraverso il quale, come se fossimo di fronte ad un'unica "fabbrica" – si punta ad orientare e governare il mercato, con una diretta ricaduta sull'esito delle contrattazioni e delle quotazioni, i cui andamenti sono positivi o negativi proprio in base all'entità quantitativa dell'offerta.
Nel successivo dibattito (interventi dei senatori Ruta, Latorre, Pagliari, Gaetti, Vaccari) sono stati poi affrontati diversi temi (dalle iniziative per l'export alla modulazione dell'offerta, a eventuali funzioni del Consorzio nel campo degli acquisti collettivi), riprese ampiamente, e con ulteriori richieste di approfondimento, dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, Leana Pignedoli, con particolare riguardo alle funzioni istituzionali del Consorzio, alla possibilità di costituire società commerciali, alla convivenza, all'interno del Consorzio, di produttori e stagionatori-commercianti.
Nel corso dell'audizione si è parlato anche delle azioni a supporto dell'export che possono essere messe in atto da parte del Governo e dell'esigenza di nuove azioni di coordinamento della filiera che consentano al sistema legato al Parmigiano Reggiano di presentarsi sul mercato in modo più compatto e coeso.
(Fonte Centro Stampa Comunicazione Integrata)

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