Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari esprime forte disappunto per l'ennesima battuta d'arresto sulla vicenda dell'IMU sui terreni montani e collinari per il 2014 e sollecita un intervento immediato del governo -

Roma, 22 gennaio 2015 -

Agrinsieme esprime il proprio sconcerto per l'ennesima battuta d'arresto sulla vicenda dell'IMU sui terreni montani e collinari per il 2014.

La decisione del TAR del Lazio che non proroga la sospensione del decreto ministeriale oltre il 21 gennaio, fa rivivere i criteri altimetrici per il pagamento dell'imposta entro il prossimo 26 gennaio, di cui al decreto legge n. 66/014, creando il caos per i versamenti che evidentemente non potranno essere realizzati in un lasso di tempo così ristretto.

"Il silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di ieri non ha preso alcuna decisione sull'argomento – commenta il Coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - dimostra ancora di più l'indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall'ANCI iniquo e vessatorio."

Agrinsieme chiede ai responsabili politici e ai ministri competenti dell'Economia e dell'Agricoltura un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone montane.

(Fonte: ufficio stampa Agrinsieme)

I dati che emergono dall'analisi effettuata da Confcooperative Modena sui bilanci al 31 dicembre 2013 di 41 delle 45 cooperative casearie aderenti -

Modena, 21 gennaio 2015

Stabili volume di latte lavorato e numero di forme prodotte, leggero calo del prezzo medio di liquidazione del latte. Sono i dati che emergono dall'analisi effettuata da Confcooperative Modena sui bilanci al 31 dicembre 2013 di 41 delle 45 cooperative casearie aderenti. Si tratta di 29 caseifici di montagna e dodici di pianura che rappresentano il 58 per cento dei 78 caseifici attivi in provincia di Modena a fine 2013 (371 nell'intero comprensorio del Parmigiano Reggiano).

«Nel 2013 il latte conferito alle nostre cooperative ha superato 1,74 milioni di quintali, rimanendo sostanzialmente stabile nelle quantità (4 mila quintali in più rispetto al 2012) – afferma il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante sia diminuito il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno».

Dei 41 caseifici monitorati, 24 si posizionano tra i 20 e i 50 mila quintali di latte lavorato; sono sette, invece, i caseifici che lavorano oltre 50 mila quintali di latte l'anno. Nel dettaglio, i 29 caseifici di montagna (in media hanno nove soci conferenti) hanno trasformato in Parmigiano Reggiano 795 mila quintali di latte, mentre le dodici cooperative di pianura (media di 17 soci) hanno lavorato 949 mila quintali di latte. Nel 2013 in provincia di Modena sono state prodotte 622.511 forme di Parmigiano Reggiano; il 51,06 per cento delle forme è stato prodotto dai 41 caseifici aderenti a Confcooperative Modena (quasi 145 mila forme i caseifici della montagna, 174 mila quelli di pianura). Si conferma buona la resa del formaggio, che oscilla tra i 7,19 e 7,18 kg di Parmigiano Reggiano ogni cento litri di latte lavorato. L'unico dato non positivo è il calo del prezzo medio di liquidazione del latte, che l'anno scorso si è fermato a 54 centesimi al litro (era di 70 centesimi nel 2010).

«Si tratta di valori ancora accettabili, anche se in montagna i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura e gli allevatori hanno margini inferiori - commenta Giordano Toni, responsabile del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena - Purtroppo prevediamo che il latte conferito nel 2014 subirà un calo di queste quotazioni, con il rischio che gli allevatori non riescano a coprire i costi di produzione». In compenso vanno bene le vendite dirette effettuate dagli spacci aziendali: nel 2013 i quattordici caseifici di montagna che hanno il negozio hanno venduto quasi 12 mila forme (prezzo medio 11,66/kg), mentre i dodici caseifici di pianura con spaccio hanno ricavato un prezzo medio di 12,49 euro/kg dalle oltre 16 mila forme vendute.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

L'intervento del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano all' audizione in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche della filiera nell'ambito della più ampia situazione lattiero casearia italiana: versante produttivo, export e coordinamento della filiera -

Reggio Emilia, 21 gennaio 2015 -

Si è aperto con un ampio spaccato sulla situazione del comparto l'intervento del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, nel corso dell'audizione avvenuta ieri in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche della filiera nell'ambito della più ampia situazione lattiero casearia italiana.
Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.

Nelle aree montane - ha sottolineato il presidente del Consorzio - la media produttiva annua di un allevamento è pari a 2.900 quintali rispetto ad un dato medio comprensoriale pari a 4.900 quintali. I primi 5 allevamenti - ha aggiunto - producono 535.000 quintali di latte, cifra pari a quella che realizzano, insieme, i 750 allevamenti più piccoli; una situazione analoga si registra anche a livello di strutture di trasformazione, laddove i primi 6 caseifici producono 360.000, corrispondenti a quelle che annualmente escono dai 130 caseifici più piccoli del comprensorio.

"In una situazione che registra pesanti difficoltà a carico di tutti gli allevamenti, ma con aggravi specifici per quelli operanti in montagna e per i giovani allevatori che si sono insediati più recentemente – ha proseguito Alai – non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema, perché non esistono condizioni che possano avvantaggiare un modello o una dimensione rispetto ad un'altra in una filiera in cui il protagonista è un prodotto artigianale, alle cui quotazioni si legano le prospettive di reddito di ogni tipologia d'impresa".

Il presidente del Consorzio ha poi sottolineato la delicatezza del passaggio che sta avvenendo sul versante produttivo: da una parte, infatti, con la cessazione del regime delle quote latte si passerà da una produzione contingentata per trent'anni ad un regime libero le cui ripercussioni segneranno profondamente il futuro del settore in Europa, mentre dall'altra si è già arrivati, nell'ambito del sistema Parmigiano Reggiano, alla gestione volontaria di una regolazione dell'offerta legata direttamente ai produttori, visto che proprio il Consorzio del Parmigiano Reggiano è l'unico ente di tutela che ha assegnato le quote latte da trasformare in formaggio direttamente agli allevatori.

A fronte della debolezza che i caseifici scontano sul versante della commercializzazione diretta (con il passaggio del prodotto a commercianti stagionatori che a propria volta si relazionano con il mondo della distribuzione), proprio il governo della produzione – ha detto Alai – è un elemento strategico, attraverso il quale, come se fossimo di fronte ad un'unica "fabbrica" – si punta ad orientare e governare il mercato, con una diretta ricaduta sull'esito delle contrattazioni e delle quotazioni, i cui andamenti sono positivi o negativi proprio in base all'entità quantitativa dell'offerta.

Nel successivo dibattito (interventi dei senatori Ruta, Latorre, Pagliari, Gaetti, Vaccari) sono stati poi affrontati diversi temi (dalle iniziative per l'export alla modulazione dell'offerta, a eventuali funzioni del Consorzio nel campo degli acquisti collettivi), riprese ampiamente, e con ulteriori richieste di approfondimento, dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, Leana Pignedoli, con particolare riguardo alle funzioni istituzionali del Consorzio, alla possibilità di costituire società commerciali, alla convivenza, all'interno del Consorzio, di produttori e stagionatori-commercianti.
Nel corso dell'audizione si è parlato anche delle azioni a supporto dell'export che possono essere messe in atto da parte del Governo e dell'esigenza di nuove azioni di coordinamento della filiera che consentano al sistema legato al Parmigiano Reggiano di presentarsi sul mercato in modo più compatto e coeso.

(Fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)


Tenui segnali di ripresa per il "Parmigiano" che registra un segno positivo. Inalterati i listini del burro e del Grana Padano. Contraddittori i segnali provenienti dalla crema a uso alimentare.

di Virgilio, 21 gennaio 2015 -

LATTE SPOT Leggero rimbalzo per il latte spot sulla piazza di Verona sia per il crudo nazionale sia per il pastorizzato d'origine estera (Germania e Austria). Con un +2,94% e un +3,28% le due tipologie di latte spot recuperano, almeno parzialmente, le perdite registrate in chiusura 2014. Tra 36,57 e 36,60€/100 litri di latte sono le quotazioni rilevate per il crudo nazionale alla borsa scaligera e tra 31,96 e 32,99 . /100 litri di latte quelle relative al pastorizzato estero.

BURRO E PANNA Nessuna nuova sul fronte del burro dopo il crollo dello zangolato di Parma (-14,29%) registrato nella prima seduta (9/1) del nuovo anno che registrò il prezzo a 1,20€/kg. A Milano sono stati perciò confermati i prezzi di tutte le referenze oggetto d'analisi. Nello specifico, il burro CEE rimane fermo 2,60€/kg e a 2,80€/kg il burro da centrifuga, così come pure inalterati i listini del pastorizzato (1,80€/kg) e dello zangolato (1,60/kg). Sensibile invece il rimbalzo registrato dalla crema a uso alimentare sulla piazza di Milano che con un +4,35% riposiziona il prezzo a 1,44€/kg. In totale controtendenza invece la panna a uso alimentare quotata a Verona che perde altri 10 centesimi, dopo i 10 della settimana precedente, fissando il prezzo all'interno della forbice tra 1,35 e 1,40€/kg.

burro CEE

GRANA PADANO La quarta settimana ha lasciato alterate le quotazioni dei listini del Grana Padano. Mantova e Milano hanno replicato i prezzi della precedente ottava. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. L'ultima rilevazione negativa alla borsa milanese risate allo scorso 27 ottobre. Nello specifico le quotazioni settimanali rilevate all'ombra della madonnina hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Piccoli e tenui segnali di ripresa per il Re dei formaggi. Dopo avere registrato il calo dell'1,1% di produzione a dicembre, finalmente i primi segnali positivi si manifestati. Alla piazza di Parma, borsa di riferimento per tutto il comprensorio del consorzio, 5 centesimi sono stati guadagnati sia per il 12 che per il 24 mesi di stagionatura. Ieri audizione in Senato per il "Parmigiano "Reggiano". Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.

 

Martedì, 20 Gennaio 2015 09:58

Imu agricola montana: sempre peggio?

Criteri inaccettabili e tempi ristrettissimi per pagare: protesta il presidente della Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi -

Reggio Emilia, 20 gennaio 2015 -

"Abbiamo sollevato nel mese di dicembre il problema dei tempi ristrettissimi per il pagamento dell'IMU agricola relativa alle aree montane, ed ai criteri non condivisibili coi quali si andava a determinare (solo con l'altitudine del municipio) chi doveva pagare o meno. E' intervenuto poi il rinvio al 26 gennaio, ma com'era prevedibile la situazione non è migliorata, anzi rischia di essere peggiore" afferma il presidente della Cia reggiana, Antenore Cervi. "Questo perché, nonostante la disponibilità che ad esempio come coordinamento Agrinsieme abbiamo espresso a discutere ed individare in un tavolo tecnico criteri più oggettivi, a questo tavolo se è apprezzabile che si sia visto il Ministero agricolo ed il Parlamento si sia mosso a più riprese per ottenere una revisione della normativa, è mancata una volontà di dialogo da parte del Ministero delle Finanze".

E' poi intervenuta una sospensiva da parte del Tar del Lazio rispetto al pagamento, Tar che nel merito si pronuncerà mercoledì 21 gennaio, mentre si vocifera che il Consiglio dei Ministri – per evitare la bocciatura che sembra scontata da parte del Tar - adotterà appena prima una proposta di modifica del Mef: da indiscrezioni circolate risulta che i criteri restano altimetrici e varrebbe la classificazione Istat dei comuni montani.

"Restano quindi valide le critiche già fatte - afferma Cervi - si tratta sempre di un provvedimento assolutamente iniquo, sul quale occorrerebbe intervenire con misure correttive o alternative. Inoltre, avevamo ricordato a dicembre che c'erano allora solo 14 giorni per applicare una norma del tutto nuova, con pagamento in unica soluzione, contro le due rate concesse in genere per la stessa imposta; quindi una palese violazione del principio sancito nello "Statuto del contribuente" che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi, e del principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".
"Adesso però - riporta Cervi - sembra non vi sia intenzione di derogare dalla scadenza del 26 gennaio, o di concedere al massimo una manciata di giorni: una pretesa incredibile dato che le decisioni saranno prese dopo il 20, lasciando quindi pochi giorni (compreso un fine settimana!) al contribuente per fare i conti e provvedere".

"Invitiamo il Governo alla ragionevolezza -conclude Cervi-: non si può vessare ed indispettire il contribuente in questo modo. Anche gli uffici (nostri e dei commercialisti) sarebbero impossibilitati ad assistere adeguatamente gli agricoltori ed i proprietari interessati. A questo punto, come gesto estremo di protesta, potremmo anche indirizzarli ai comuni, che si troverebbero altrettanto in crisi!".
"Se il problema del Governo – come sembra - è di copertura di spese 2014, si potrebbe recuperare il 'tesoretto' di Federconsorzi di ben 400 milioni ed utilizzarli a copertura di questa IMU agricola; quei soldi infatti c'è sempre la tentazione di regalarli a qualcuno dentro il mondo agricolo, come accaduto a più riprese con la recente Legge di Stabilità, invece che a beneficio dell'intero mondo agricolo!".

La Cia reggiana ricorda che in base alle nuove regole fissate a dicembre, l'esenzione totale dall'IMU è limitata ai soli Comuni con altitudine superiore ai 600 metri sui livelli del mare; mentre in presenza di un'altitudine compresa fra i 281 e i 600 metri l'esclusione è limitata ai coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola e gli imprenditori agricoli professionali. In provincia sono quindi completamente esenti solo i terreni nei comuni di Busana, Castelnovo né Monti, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Toana, Villa Minozzo. Sono invece interessati dal provvedimento i proprietari di terreni non agricoltori nei comuni di Baiso, Carpineti, Casina, Vetto.

(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 3 18 gennaio 2015

SOMMARIO

Anno 14 - n° 3 18 gennaio 2015
1.1 editoriale Parigi, in scena demagogia e insicurezza
3.1 sicurezza alimentare L'Efsa sul latte crudo
4.1 Lattiero caseario Zangolato e crema perdono oltre il 6%. Fermi gli altri derivati e le due principali DOP
5.1 export Parmigiano Reggiano, accordo in Algeria per nuove esportazioni
5.2 eventi Identità Golose, alta cucina al MiCo
5.3 burro Da Marzo il registro del burro passa tramite il SIAN
6.1 OGM le posizioni Positivo l'accordo sugli OGM per la CIA.
6.2 OGM le posizioni Coldiretti, positivo il semestre di presidenza italiano
6.3 OGM le posizioni La posizione del Ministero
7.1 OGM a go-go OGM, l l'UE cala le "brache". Approvata la libera scelta degli Stati membri.

Cibus 3 18gen15 COP

Domenica, 18 Gennaio 2015 11:45

L'Efsa sul latte crudo

In base ai dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai verificatisi tra il 2007 e il 2013 sono da ricondurre al consumo di latte crudo.

Parma, 13 gennaio 2015 -

Il latte crudo può contenere batteri nocivi che possono provocare gravi malattie. Mettere in atto corrette e moderne pratiche igieniche nelle aziende agricole è essenziale per ridurre la contaminazione del latte crudo, mentre il mantenimento della catena del freddo è ugualmente importante per prevenire o rallentare in esso la crescita dei batteri.

Ma queste prassi, da sole, non eliminano tali rischi. Bollire il latte crudo prima di consumarlo è il modo migliore per eliminare molti dei batteri che possono far ammalare le persone.

Distributore latte crudo

L'interesse dei consumatori dell'Unione europea (UE) verso il consumo di latte crudo è cresciuto, poiché molti credono che esso abbia benefici per la salute. In base alle norme UE in fatto di igiene, gli Stati membri possono vietare o limitare l'immissione sul mercato di latte crudo destinato al consumo umano. La vendita di latte crudo da bere, tramite distributori automatici, è consentita in alcuni Stati membri, ma ai consumatori viene di solito raccomandato di bollire il latte prima di consumarlo.

Nel loro parere scientifico sui rischi per la salute pubblica associati al latte crudo nell'UE, gli esperti del gruppo scientifico sui pericoli biologici (BIOHAZ) giungono alla conclusione che il latte crudo può essere una fonte di batteri nocivi, principalmente Campylobacter, Salmonella, ed Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC).

Il gruppo di esperti non ha potuto quantificare i rischi per la salute pubblica nell'UE connessi al latte crudo a causa di lacune nei dati. Tuttavia, in base ai dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai verificatisi tra il 2007 e il 2013 sono da ricondurre al consumo di latte crudo.

La maggior parte di tali focolai (21) sono stati causati da Campylobacter, uno di essi è stato causato da Salmonella, due da STEC e tre dal virus dell'encefalite da zecche (TBEV). La grande maggioranza dei focolai è stata causata da latte vaccino crudo, mentre alcuni hanno avuto origine da latte caprino crudo.
"Occorre migliorare la comunicazione ai consumatori sui pericoli e le misure di controllo associate al consumo di latte crudo da bere", ha dichiarato John Griffin, presidente del gruppo BIOHAZ.
Neonati, bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi corrono un rischio maggiore di ammalarsi se consumano latte crudo.
(EFSA 13 gennaio 2015)

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Tra il Ministero della Salute e le autorità algerine raggiunto l'accordo di carattere sanitario per consentire le importazioni dall'Italia di prodotti lattiero caseari.

Reggio Emilia, 16 gennaio 2015 -
A pochi giorni dal superamento degli ostacoli alle esportazioni in Corea del Sud, un altro impedimento viene tolto per creare nuovi sbocchi di mercato per il Parmigiano Reggiano.

Il Ministero della Salute ha infatti comunicato che in seguito a lunga negoziazione è stato raggiunto un accordo con le autorità dell'Algeria per definire un certificato sanitario di esportazione dall'Italia di latte e di prodotti a base di latte, tra cui ovviamente i formaggi duri. Si creano così le condizioni per avviare nuovi flussi commerciali di prodotti lattiero caseari nel mercato per paese nordafricano.

"Esprimiamo particolare apprezzamento - sottolinea il Consorzio - per questo risultato e per l'operato delle autorità sanitarie". "Al di là delle dimensioni assolute del mercato algerino in quanto tale - prosegue l'ente di tutela - è importante registrare il fatto che grazie ad un'azione di sistema si possono superare le barriere che ancora in tanti mercati limitano il nostro export. Infatti, il risultato è stato possibile non solo per l'impegno del Ministero della Salute ma anche grazie alla collaborazione delle autorità sanitarie della Regione Emilia Romagna, della Lombardia e di Assolatte".

Il nuovo file contenente il certificato per l'esportazione sarà inserito sul sito del Ministero della Salute nella sezione veterinaria internazionale alla pagina: http://www.salute.gov.it/veterinariaInternazionale/paginaInternaMenuVeterinariaInternazionale.jsp

(Uffizio Stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Domenica, 18 Gennaio 2015 11:17

Identità Golose, alta cucina al MiCo

Identità Golose 2015, alta cucina al MiCo dall'8 al 10 febbraio. Intelligenza a tavola senza rinunciare ai piaceri della gola.

Milano, 14 gennaio 2015 -
A Tavola senza rinunciare ai piaceri della gola. Sarà questo il tema di Identità Golose 2015, congresso internazionale di cucina e pasticceria d'autore in programma al MiCo - il centro congressuale di Fiera Milano in città - da domenica 8 a martedì 10 febbraio.
La manifestazione, giunta alla sua undicesima edizione, celebrerà una cucina golosa e sana, declinando in modo attuale il tema di EXPO 2015 "Nutrire il Pianeta, Energia per la vita".

Oltre 100 grandi professionisti della cucina e della pasticceria italiana e internazionale racconteranno il connubio tra gola e benessere, riconoscendo sempre più spazio alla cucina naturale, senza rinunciare al piacere di essere onnivori.

Il mondo delle verdure e la naturalità dei prodotti saranno al centro della sezione Identità Naturali; la sostenibilità e le peculiarità della cucina d'alta quota verranno raccontate all'interno di Identità di Montagna, sezione monotematica al suo debutto; mentre le spezie saranno al centro della prima edizione di Identità Piccanti, area tematica in cui si svolgeranno una serie di lezioni tenute da chef provenienti da ogni parte del mondo.
Si riconferma l'attenzione per i lievitati nella sezione Identità di Pane e Pizza, mentre gli ingredienti più ricercati e le storie più originali saranno presentate nell'area Identità Estreme.

Continuerà l'analisi sul mondo della pasta secca nell'area Identità di Pasta, mentre la sezione Dossier Dessert sarà un inno al mondo del dolce con il consueto approfondimento dedicato al dessert da ristorazione.
Regione ospite dell'edizione 2015 di Identità Golose sarà il Veneto.
Per info: www.identitagolose.it

 


Il registro in modalità telematica (dematerializzato) sarà disponibile nel portale del SIAN a decorrere dal 1° marzo 2015.

Parma 12 gennaio 2015 -

Si rende noto che è stato pubblicato il Decreto Ministeriale Prot. n. 8 dell'8 gennaio 2015 inerente le disposizioni per la dematerializzazione del registro di carico e scarico per la produzione del burro.

Si informa inoltre che il registro in modalità telematica (dematerializzato) sarà disponibile nel portale del SIAN a decorrere dal 1° marzo 2015 e potrà essere tenuto in formato cartaceo fino e non oltre al 30 giugno 2015.

In allegato oltre al suddetto decreto inviamo le modalità di tenuta del registro di carico e scarico e le modalità di iscrizione e accesso al portale del SIAN.
Consigliamo vivamente di prendere visione degli allegati. (scarica dal link o dal portale Gazzetta dell'Emilia e Dintorni)
(Confcooperative di Parma)

Domenica, 18 Gennaio 2015 10:15

OGM. Positivo l'accordo sugli OGM per la CIA.


La Cia commenta l'approvazione definitiva dell'accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia.

Roma, 13 gennaio 2015 - Oggi produttori e consumatori si muovono in direzione opposta agli Ogm: solo 5 Paesi in Ue li coltivano e la superficie dedicata non arriva allo 0,001%. Da parte nostra nessun atteggiamento oscurantista o contrario alla ricerca, ma bisogna tutelare la biodiversità delle produzioni nazionali, che rappresenta il nostro maggiore vantaggio competitivo sui mercati stranieri.

Con il via libera definitivo del Parlamento europeo all'accordo sulla riforma della Direttiva in materia di Ogm, ogni Stato membro avrà finalmente la libertà di consentire o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio. Si tratta di una buona notizia, che arriva alla fine del semestre italiano di Presidenza europea e che permette di avvicinarci a una soluzione definitiva della questione, anche nel nostro Paese dove da tempo è stata richiesta l'attivazione della clausola di salvaguardia. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
La norma va nella direzione auspicata, che è quella di lasciare l'ultima parola al singolo Paese Ue.
(Fonte CIA)

Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm.

Roma 13 gennaio 2015 - "La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l'Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell'Unione" ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L'Europa da un lato, le Alpi e il mare dall'altro, renderanno l'Italia - precisa Moncalvo - finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.

Per l'Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - continua Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy".

Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
(Fonte Coldiretti - il Punto )

Domenica, 18 Gennaio 2015 09:45

OGM, la posizione del Ministero


"È un successo della Presidenza italiana - ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810"

Roma, 13 gennaio 2015 -

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Parlamento europeo ha dato il via libera oggi al testo di accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia di OGM che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola.

"È un successo della Presidenza italiana - ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina - del ministro Galletti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto, che ha presieduto in questi mesi il Consiglio dei Ministri dell'Ambiente competente sulla materia OGM. Un risultato che non era scontato e sul quale si lavorava da più di 4 anni. Molto importante è stato anche il dialogo e il lavoro fatto dal Parlamento europeo e in particolare dalla delegazione italiana. È una scelta che risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo. Bene quindi che ora sia data libertà di scelta ai singoli Paesi dell'Ue. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i Ministri Lorenzin e Galletti per procedere".
(Mipaaf)


UE come Ponzio Pilato. Gli allevatori di vongole obbligati al righello mentre la Monsanto "libera" di trattare con gli Stati dell'UE. La partita del Trattato Transatlantico vede troppi interessi in gioco e la UE oggi è troppo indebolita dalla dalla finanza internazionale.

di Virgilio Parma 13 gennaio 2015 - La controversa vicenda degli OGM che vede la Multinazionale della chimica Monsanto, leader quasi monopolista mondiale detentrice del 90% del mercato delle sementi transgeniche, e l'UE si conclude con un pareggio nonostante le dichiarazioni di soddisfazione di quasi tutte le rappresentanze politiche e di categoria.

Ben vengano le modifiche apportate in sede parlamentare rispetto al testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti, che come segnala il Mipaaf, riguarda:
1- le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale;

2- gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di OGM, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l'autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di "negoziato" con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva;

3- gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall'ipotesi di divieto.

E' evidente che l'UE, indebolita da 7 anni di crisi finanziaria, è troppo allettata all'idea di poter accedere al mercato Statunitense sottoscrivendo al più presto il trattato di libero scambio TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o TAFTA (Transatlantic Free Trade Area) e disposta quindi a "calare le brache" purtroppo anche su punti fondamentali sui quali si regge la nostra economia agricola: altissima qualità tradizionale e rintracciabilità al limite dell'esasperazione e ovviamente l'etichettatura dei prodotti.

Con la libera circolazione delle merci e dei prodotti all'interno della Ue come sarà possibile difendersi dalle produzioni transgeniche per i produttori appartenenti agli Stati in cui il divieto fosse stato recepito?

Come al solito la UE sulle questioni importanti non decide mentre è molto ferrea sull'applicazione e regolamentazione delle questioni più insignificanti ma potenzialmente onerose per i piccoli produttori e artigiani su cui la nostra bell'Italia ancora si regge.

Quindi rete e righello per i pescatori di vongole e OGM a go-go.

A breve il nuovo vertice dirigenziale dell'ente elencherà le importanti novità e priorità per un Consorzio che si propone come player di riferimento per tutto il settore agroalimentare -

Parma, 16 gennaio 2015 -

Prosegue il cammino post-commissariamento del Consorzio Agrario di Parma e l' intensa opera di trasparenza operativa che a cominciare proprio dal periodo commissariale e quello immediatamente successivo gestito da Marco Bellora ha consentito all'ente fondato nel 1893 di liberarsi dalle scorie del passato lasciandosi così alle spalle il pericolo di un probabile e definitivo dissesto finanziario (con gravi ripercussioni per il comparto agricolo, gli indispensabili servizi forniti ai soci e le numerose professionalità interne.)
L'occasione della riunione del Consiglio di Amministrazione dei soci del CAP è stata propizia per la nomina di un nuovo presidente per un Consorzio che vuole sempre di più entrare come protagonista autentico nel mondo che più gli appartiene, ovvero quello di una agricoltura in fase di grande e globale cambiamento.

Il nuovo presidente sarà l'imprenditore agricolo Giorgio Grenzi, modenese, classe '49, già consigliere del CAP, figura di esperienza indiscussa e riconosciuto spessore, proviene dal mondo dell'associazionismo agricolo è un profondo conoscitore dei prodotti tipici, dei valori del territorio e di tutte le problematiche agroalimentari della regione Emiliano Romagna.
Nel 2010 fu anche tra gli artefici dell'importante opera di commissariamento della Coldiretti Provinciale di Parma, opera che consentì di riflesso un impegno concreto di risanamento reale e garanzia per molti servizi strettamente legati all'agricoltura tra cui anche quello svolto dal Consorzio Agrario di Parma.
A breve il nuovo presidente Grenzi, affiancato dal direttore Ivan Cremonini, elencherà nel dettaglio ai soci del CAP e a tutta la cittadinanza le priorità consortili e le novità nei servizi CAP che caratterizzeranno il 2015.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio Agrario Parma)

Grana Padano e Parmigiano Reggiano, quotazioni stabili da circa due mesi. Latte spot e burro, dopo la discesa rapida di fine anno nella prima seduta del 2015 confermano i listini.

di Virgilio 14 gennaio 2015 -

LATTE SPOT La prima quotazione veronese del nuovo anno ha lasciato tutto come prima. 34,54 €/100 litri e 35,57€/100 litri latte sono rispettivamente i prezzi minimo e massimo registrati a Verona. Rispetto al medesimo mese del 2014 la perdita che si è accumulata nel corso dl 2014 è del -27,53%. Anche per il latte spot pastorizzato di provenienza estera non ha registrato alcuna variazione di valore.

BURRO E PANNA Crollo dello zangolato a Parma e della crema a uso alimentare quotata a Milano. Invariati tutti gli altri listini il cui valore era già stato abbondantemente ridimensionato nelle ultime tre settimane d del 2014. -6,67% (1,40€/kg) e -6,45% (1,40 - 1,50€/kg) le perdite rispettivamente per lo zangolato e la crema.

GRANA PADANO Niente di nuovo sul fronte del padano. Prezzi fermi da diversi settimane per le due classi di stagionatura rilevate a Mantova e a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al Grana Padano anche per il Parmigiano Reggiano i listini non hanno subito variazioni. Alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma il 12 mesi è ancora fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. mentre tra 8,65 - 9,0€/kg risulta la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo in questa prima seduta del 2015 il 24 mesi di stagionatura.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015

(In alegato pdf scaricabile)

1.1 editoriale Il business del riciclo e la nostra stupidità.
3.1 ambiente 2014: luci e ombre dell'azione di Governo e Parlamento
4.1 Lattiero caseario Stabili i formaggi DOP. Burro e panna sempre più giù
5.1 export Parmigiano Reggiano e Grana Padano: porte aperte per la Corea del Sud.
5.2 pasta Pasta, istituita la cabina di regia
6.1 produzioni Parmigiano Reggiano: in dicembre calo del 1,1%
6.2 crisi Coldiretti, I consumi a tavola sono tornati indietro di 33 anni nel 2014
6.3 economia Europa in deflazione
7.1 Aziende Parmalat, tra acquisizioni e riorganizzazioni.

Copertina


Sbloccata commercializzazione Parmigiano Reggiano e Grana Padano in Corea del Sud. Martina: ottimo risultato del lavoro del Governo per supporto all'export e tutela dei prodotti di qualità italiani

Roma 7 gennaio 2015 -
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministry of food and drug security della Corea del Sud ha riconosciuto l'idoneità all'importazione nel Paese asiatico delle DOP Parmigiano Reggiano e Grana Padano. L'autorità coreana ha verificato che la sicurezza microbiologica di questi prodotti risulta essere equiparabile a quella del formaggio prodotto con il latte pastorizzato. È stata quindi risolta una controversia che aveva arrecato diversi danni alle esportazioni (-21% nei primi undici mesi dell'anno per il codice doganale che comprende anche Parmigiano e Grana) e che bloccava la commercializzazione dei due prodotti dai primi mesi del 2014.

"Parmigiano Reggiano e Grana Padano potranno finalmente tornare a essere venduti in Corea del Sud. Sono molto soddisfatto - ha spiegato il Ministro Maurizio Martina - per la soluzione positiva di una controversia commerciale che danneggiava l'export di due delle nostre eccellenze più apprezzate nel mondo. Il lavoro condotto in coordinamento con i Ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e degli Esteri ha portato a un giusto riconoscimento del lavoro delle nostre aziende e dei loro elevati standard produttivi e di controllo. Il mercato della Corea del Sud per l'agroalimentare italiano ha superato i 124 milioni di euro di valore, con una crescita di quasi il 30% dal 2012, e rappresenta un importante sbocco commerciale per il nostro Paese nel contesto asiatico".
Il successo delle trattative con la Corea del Sud si inserisce in un più ampio contesto di operazioni di supporto all'export e di tutela delle indicazioni geografiche sui mercati dei Paesi Terzi. Su questo fronte, infatti, il Governo sta lavorando intensamente perché le nostre eccellenze siano il più possibile e concretamente salvaguardate anche sui mercati internazionali.

"Nel 2014 - ha proseguito Martina - abbiamo applicato in oltre 140 casi la norma ex officio che ci consente di far rimuovere dal mercato europeo prodotti che violano le norme sulle indicazioni geografiche. Negli anni precedenti interventi di questo tipo erano meno di 10 all'anno. E' così ad esempio che i nostri ispettori della repressione frodi, con la collaborazione delle autorità inglesi, hanno tolto dagli scaffali di Harrod's un finto olio Igp toscano. Abbiamo, poi, insistito fortemente affinché nel mandato negoziale del Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti l'Unione europea inserisse tra le priorità la tutela delle indicazioni geografiche alimentari. Continueremo a spingere perché è evidente la necessità di recuperare spazi di mercato ora occupati da falso made in Italy sugli scaffali statunitensi e internazionali. Proprio per questo abbiamo appoggiato negli anni il lavoro diplomatico di Bruxelles per concludere trattati bilaterali che prevedessero il riconoscimento e la tutela delle nostre denominazioni nei Paesi terzi. Recentemente siamo riusciti ad ottenere importanti risultati con l'accordo Ue-Canada, aprendo nuove possibilità per l'export agroalimentare italiano che già oggi vale 34 miliardi di euro".

"Per quanto riguarda l'Asia, è bene ricordare che con la Cina è in vigore dal 2012 il cosiddetto progetto pilota "10+10" che prevede il reciproco riconoscimento di 10 indicazioni geografiche alimentari europee in Cina e di 10 cinesi nell'Ue. Nell'elenco di 10 figurano due prodotti italiani come il Grana Padano Dop e il Prosciutto di Parma Dop. Questo progetto si inserisce in un più ampio schema di collaborazione su questo fronte tra Ue e Cina, con un trattato bilaterale che è alle battute conclusive e che prevede un accordo di protezione per un numero complessivo di 100 denominazioni, tra le quali il Pamigiano Reggiano, l'Asiago, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala e il Pecorino romano. Si tratta di un lavoro diplomatico necessario che va in direzione diametralmente opposta a quello fatto dagli Stati uniti sullo stesso mercato. Insisteremo con la Commissione e con il Parlamento europeo, oltre che in sede di Consiglio, affinché siano adeguatamente tutelati i nostri prodotti su tutti i mercati".
"Con lo stesso obiettivo - ha concluso il Ministro - abbiamo intenzione di aprire un grande dibattito sul tema delle indicazioni geografiche in occasione di Expo Milano 2015. Siamo già al lavoro poi per l'organizzazione del Forum sulla lotta alla contraffazione, che si svolgerà a Lodi nel marzo del 2015, e che vedrà riunite le autorità di controllo europee e internazionali per un confronto sugli strumenti di contrasto alle frodi".

Ufficio Stampa MIPAAF


ll Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che per promuovere l'intera filiera e definire un programma di valorizzazione e rilancio del settore è stata istituita la 'Cabina di Regia sulla Pasta', grazie a un apposito decreto firmato dal Ministro Maurizio Martina e dal Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Roma 7 gennaio 2015 -
In particolare, la Cabina di Regia ha tra le sue principali finalità promuovere e sostenere la competitività dell'intera filiera, dalla produzione primaria del frumento fino alla trasformazione industriale della pasta attraverso l'incentivazione, lo stimolo e il supporto ad accordi di filiera tra coltivatori di grano e produttori di pasta per il sostegno alle coltivazioni di grano duro di qualità; favorire i processi di aggregazione dell'offerta della materia prima; individuare percorsi di valorizzazione e di incentivazione di frumento duro di qualità; individuare strategie di attrazione dei fondi comunitari destinati al settore nella programmazione 2014-2020 e di ulteriori fondi nazionali e comunitari per iniziative promozionali a supporto della produzione e dell'esportazione; incentivare l'investimento in innovazione e ricerca nell'intera filiera produttiva.

"Abbiamo voluto fortemente questa azione in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico - commenta il Ministro Martina - per andare incontro alle esigenze di un settore simbolo del Made in Italy come la pasta. Siamo leader mondiali con una produzione annua da 3,4 milioni di tonnellate, un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro con oltre 7.500 addetti impiegati. Negli ultimi dieci anni il trend delle esportazioni ha registrato tassi di crescita importanti, arrivando a 2 miliardi di euro. Con la Cabina di Regia potremo supportare meglio le aziende sul fronte dell'export, organizzare una promozione integrata in ambito Expo e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la filiera".

La Cabina di Regia sulla Pasta, composta da rappresentanti del Mipaaf e del Mise, riserva infatti un'attenzione specifica anche al tema dell'Esposizione universale di Milano in quanto mira a promuovere la filiera grano-pasta all'interno di Expo 2015 e sostenere in questo ambito iniziative di promozione culturale del modello agroalimentare italiano.

"L'Italia è il primo produttore europeo anche di grano duro e proprio per questo - prosegue Martina - abbiamo inserito questa coltura tra quelle a cui destinare parte degli oltre 146 milioni di euro annui che abbiamo stanziato per il piano seminativi all'interno delle risorse relative agli aiuti accoppiati".
Le attività della Cabina di Regia saranno svolte attraverso l'istituzione di Gruppi di Lavoro tematici, formati da rappresentanti delle principali associazioni industriali di settore e delle organizzazioni professionali e delle cooperative.
(Fonte Mipaaf)


La flessione è accompagnata da un aumento dell'export e dei consumi natalizi. Soddisfazione per la riapertura del mercato della Corea del Sud.

Reggio Emilia, 8 gennaio 2015 - "La decisione delle autorità della Corea del Sud, che ha consentito la riapertura delle esportazioni, è significativa non semplicemente per le quantità assorbite da quel Paese, pure interessanti, ma soprattutto perché consente la ripresa di un percorso di incremento costante che si è registrato in questi anni e che riguarda anche diversi altri Paesi dell'area asiatica".

A sottolinearlo è il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che evidenzia anche il fatto che la riapertura delle frontiere coreane cade in un periodo che ha visto il sistema Parmigiano Reggiano segnato da altri elementi positivi.
La produzione, a dicembre, è infatti diminuita dell'1,1%, segnando un'inversione di tendenza che assicura al 2014 una chiusura all'insegna di una sostanziale stabilità (circa 15.000 forme in più).

"Un segnale importante per i mercati", sottolinea il Consorzio. "In attesa delle decisioni dei singoli produttori circa la riduzione del 5% approvata dall'Assemblea dei caseifici per il 2015 e in linea con quanto già fatto da altri Consorzi di dop italiane, si è infatti in presenza di un calo che indica la via per il ripristino di un migliore equilibrio tra domanda e offerta".

Contemporaneamente, le esportazioni nei primi nove mesi 2014 sono apparse in aumento a livelli superiori al 5%, mentre per il mercato interno si è registrato, in occasione delle festività natalizie e di fine anno, un incremento delle vendite del 7% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Proprio in vista delle festività, sono state così collocate 285.000 forme di Parmigiano Reggiano, che rappresentano il 15% dell'intera produzione destinata in pezzi al mercato interno.

(Fonte CFPR)


A spingere il tasso d'inflazione medio annuo per il 2014 al minimo dal 1959 è stato il calo dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta, verdura, carne e pesce fresco che fanno registrare una riduzione dello 0,8 per cento e sono di fatto in deflazione.

Roma 7 gennaio 2015 - E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di dicembre.

L'andamento dei prezzi riflette la situazione nei consumi con gli italiani che hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dell'analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Il carrello della spesa degli italiani - conclude la Coldiretti - si è ulteriormente svuotato nel 2014 e pesa lo 0,6 per cento in meno rispetto al 2013, secondo il dati Ismea/Gfk relativa ai primi nove mesi del 2014.

(Fonte Coldiretti)

Domenica, 11 Gennaio 2015 09:46

Parmalat, tra acquisizioni e riorganizzazioni.


Dal Friuli all'Australia. Svanito l'accordo con Granarolo a causa dello scandalo aflatossine (giugno 2014), un ramo d'azienda di Latterie Friulane è passata a Parmalat. Consolidamenti anche in Australia con l'acquisizione di Logwarry Food Park.

di Virgilio Parma 8 gennaio 2015 - Dal Friuli all'Australia. Parmalat spa, che dal 15 luglio 2011 è controllata dal Gruppo Lactalis, dopo avere ripreso a volare in borsa (2,374€ share price 7/1/2015) prosegue nella sua evoluzione organizzativa e in chiusura 2014 porta a casa due nuove acquisizioni geograficamente agli antipodi ma entrambe ben radicate sui loro territori e di elevata specializzazione. Dalla triveneta Consorzio Cooperativo Latterie Friulane (Latterie Friulane) Parmalat spa ha acquistato un ramo d'azienda avente ad oggetto l'attività di produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti lattiero caseari (latte pastorizzato e UHT, yogurt, Montasio, mozzarella, ricotta) ivi compresi i marchi (Latterie Friulane, Latte Carnia, SILP, San Giusto, Castello, Cometa), lo stabilimento e la sede di Campoformido (Ud), gli immobili di Ponte Crepaldo (Ve), San Martino (Pn) e Monfalcone (Go) ed i contratti in essere. Il personale dipendente sarà trasferito contestualmente e ad oggi l'azienda occupa 156 lavoratori.
Con questa operazione, conclusa con il trasferimento di un capitale netto pari a circa 5,75 milioni di Euro e l'accollo di debiti verso banche per pari importo, Parmalat intende proseguire e sviluppare il marchio Latterie Friulane, realtà che ha un forte legame con il territorio, attraverso un piano di recupero della competitività. Recupero indispensabile dopo che lo scorso dicembre il Consorzio friulano venne investo dallo scandalo aflatossine per il quale 13 persone vennero indagate e una arrestata vanificando l'ipotesi di acquisizione da parte di Granarolo.

Dall'altro capo del mondo invece saranno 50 i dipendenti che passeranno sotto il controllo della multinazionale del latte a seguito della sottoscrizione (19 dicembre 2014) di un accordo per l'acquisizione di Longwarry Food Park Pty Ltd ("Longwarry"), che opera nella stato di Victoria ed è specializzata nella produzione di latte (in polvere, fresco e UHT) e formaggi spalmabili, da parte della propria controllata Parmalat Australia Pty Ltd. Con questa operazione, il Gruppo Parmalat rafforza ulteriormente la propria posizione nel mercato australiano, espandendo la propria capacità produttiva nel Paese, entra nel mercato del latte in polvere e consolida la propria base di approvvigionamento. Inoltre, migliora la capacità di esportazione di Parmalat Australia.

Il fine anno è stato anche l'occasione di una riorganizzazione del management apicale. Parmalat S.p.A. comunica infatti che il Dott. Antonio Vanoli lascia la carica di Direttore Generale per le Attività Operative del Gruppo Parmalat il 31 Dicembre 2014. "A decorrere dal 1 gennaio 2015, si legge nella nota, il Dott. Vanoli continuerà a dare supporto alla Direzione Generale del Gruppo Parmalat nelle aree Vendite, Marketing e Comunicazione, in qualità di Senior Executive Advisor. Inoltre, manterrà la carica di Presidente e Amministratore Delegato della Centrale del Latte di Roma S.p.A. A far data dal 1 gennaio 2015 verrà pertanto meno la Direzione Generale per le Attività Operative e le relative funzioni saranno assunte dal Direttore Generale Yvon Guérin."

Anche a Lodi cede il Latte Spot crudo nazionale e si allinea con Milano. Perdite significative tra 5 e 10 centesimi per il burro e la panna. Parmigiano e Padano stabili.

Di Virgilio, Parma 07 gennaio 2015

LATTE SPOT Il 2014 si conclude in negativo per il latte spot crudo nazionale. La quotazione quindicinale dello scorso 30 dicembre di Lodi ha registrato un calo del -3,55% che segue la perdita del -4,08% registrata nella quindicina precedente. 34,54€/100 litri di latte e 35,57€/100 litri di latte i prezzi minimo e massimo fissati alla borsa lodigiana. Prezzi che riproducono le quotazioni veronesi del 22 dicembre.

BURRO E PANNA Prosegue anche nell'ultima giornata dell'anno il calo di valore del burro e della panna ove quotato (Milano 29 dicembre). Il Burro CEE e il Burro di Centrifuga cedono altri 5 centesimi rispetto la precedente ottava e si collocano rispettivamente a 2,60€/kg e a 2,80€/kg.
10 centesimi invece li perde il Burro pastorizzato (1,80€/kg) così come pure lo zangolato di creme da burrificazione (1,60€/kg). Con un ulteriore -8% di perdita la crema di latte a uso alimentare si assesta a 1,38€/kg. Con quest'ultima quotazione si è consolidato a oltre il 15% la perdita riscontrata sul prezzo medio della Crema di Latte a uso alimentare del 2014 rispetto il 2013 (-15,13%).

GRANA PADANO Nessuna variazione rilevata nell'ultima fase di contrattazione del 2014. Sia a Mantova e sia a Milano i listini hanno replicato l'ottava precedente. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Le quotazioni sono ferme al 19 dicembre. Pertanto a titolo di promemoria riportiamo i listini di Parma che per il 12 mesi è fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. e tra 8,65 - 9,0€/kg è la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo del 24 mesi nell'ultima rilevazione del 2014.


La Lega Nazionale per la Difesa del Cane si rivolge alle istituzioni per fare chiarezza sulla questione dei lupi.

Parma, 04 gennaio 2015 ----
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha espresso costernazione dopo aver appreso dell'´invio di una lettera da parte di 16 comuni parmensi ubicati nella Valtaro e nella Valceno al presidente della Regione, al presidente della Provincia, alla Prefettura e al Corpo Forestale dello Stato per denunciare, a seguito di svariate segnalazioni sul loro territorio, attacchi avvenuti presumibilmente da parte di lupi che avrebbero provocato l´uccisione di animali d´allevamento, cani da caccia e, in alcuni casi, aggressioni alle persone.

La stessa Lega Nazionale per la Difesa del Cane in una lettera aperta si rivolge agli enti preposti non soltanto per esprimere perplessità ma anche per richiedere scrupolosi accertamenti in merito alle dichiarazioni esternate dai primi cittadini di Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgotaro, Compiano, Fornovo, Medesano, Pellegrino Parmense, Solignano, Terenzo, Tornolo, Valmozzola, Varano de Melegari e Varsi. Già da svariati anni la Provincia di Parma, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, provvede al risarcimento degli animali da reddito uccisi da lupi, fra l´altro con tempistiche relativamente celeri, previa certificazione che l´attacco sia effettivamente opera di un lupo.

Dice l'associazione animalista in una nota: "Il risarcimento è contemplato per la perdita di bovini, caprini, cervidi, suini ed equini. Ricordiamo inoltre che furono stanziati 250 mila euro per un progetto pubblico finalizzato a offrire agli allevatori la possibilità di installare recinzioni elettrificate sia fisse sia mobili. In merito ai cani da caccia ´´letteralmente sbranati´´ lo stesso Corpo Forestale dello Stato provinciale ridimensiona il problema.

Purtroppo i segugi ben addestrati dai cacciatori non di rado invadono le tane dei lupi con modalità aggressive, provocando una naturale reazione di difesa. Relativamente ai presunti attacchi a persone, gli ultimi rilevati oggettivamente risalgono a circa duecento anni fa. Per questo motivo LNDC si rivolge alle istituzioni al fine di fare chiarezza in merito a dichiarazioni che dovrebbero essere avvalorate da elementi oggettivi per risultare credibili". Conclude la nota della Lega Nazionale per la Difesa del Cane: "Si assiste, pertanto, con una periodicità costante, a iniziative di pubblici amministratori che pregiudicano l´incolumità del lupo fra l´altro già vittima di barbare uccisioni a fucilate o tramite bocconi avvelenati da parte di ignoti criminali quali i bracconieri".

(S.P.)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 52 28 dicembre 14


SOMMARIO Anno 13 - n° 52 28 dicembre14 - (scaricabile in allegato - formato pdf)

1.1 editoriale Nuovo anno, vecchie promesse.
2.1 Dop e IGP La nuova classifica Qualivita 2014
3.1 Lattiero caseario Crollo del latte spot e del burro.
4.1 mais e soia Dati previsionali 2014-2015
5.1 legge stabilità Legge di stabilità. Le principali novità nel settore agricolo.
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, contenuto l'aumento nello scorso novembre
6.2 credito agrario Coldiretti, 18mila imprese agricole in difficoltà finanziaria (+6%)
6.3 consumi -5% i consumi per le festività natalizie.
7.1 credito agrario Ismea: credito agrario ancora più giù.


Bardi si fa onore al Grand Prix Slow Food grazie a una azienda agricola fiore all'occhiello del parmense.

Bardi (PR), 27 Dicembre 2014
Il prestigioso premio "Grand Prix Slow Food" è stato assegnato alla Società Brugnoli F.lli di Bardi, una delle più rappresentative aziende agricole della provincia di Parma, iscritta al circuito Campagna Amica, che produce Parmigiano Reggiano bio secondo regole artigianali supportate da moderne tecnologie e che vanta un'esperienza consolidata da quattro generazioni.
Lo comunica Coldiretti Parma evidenziando che la famiglia Brugnoli si è aggiudicata il primo posto con questo prodotto d'eccellenza, una forma dal sapore dolcissimo e irresistibile datata ottobre 2010, all'interno del celebre salone "Montecarlo gastronomie", una vetrina enogastronomica che vanta 150 stand e oltre 12 mila visitatori.

"Esprimiamo grande soddisfazione - commenta il Direttore di Coldiretti Parma Alessandro Corsini- per questo importante riconoscimento che premia una nostra impresa agricola Campagna Amica, molto conosciuta sia in Italia sia all'estero. Ne sono testimonianza il primo posto ottenuto nella competizione Cheese of the year a livello mondiale nel 2006 e a livello nazionale nell'edizione del 2007. Anche il premio Oscar Green assegnatole nella selezione regionale 2011 nella categoria "esportare il territorio", nell'ambito del concorso nazionale indetto da Giovani Impresa Coldiretti per l'innovazione in agricoltura, aveva già confermato il primato di questa azienda e premiato la sua professionalità e capacità imprenditoriale. Un'azienda fiore all'occhiello della nostra provincia non solo nella produzione di Parmigiano Reggiano ma anche nell' allevamento di suini neri, con vendita di capi vivi e salumi quali prosciutto, spalla, salame coppa e pancetta".
(S.P.)
(Foto tratta dal profilo facebook - Festa sull'aia)

Domenica, 28 Dicembre 2014 11:31

DOP IGP La nuova classifica Qualivita 2014

 

Grana Padano DOP in testa alla classifica, Parmigiano-Reggiano DOP secondo. In terza posizione la Mela Alto Adige IGP

Roma - Quest'anno la classifica Qualivita, che misura le performance economiche dei 269 prodotti italiani a denominazione di origine, vede al primo posto il Grana Padano DOP, seguito dal Parmigiano-Reggiano DOP e, in terza posizione, dalla Mela Alto Adige IGP. Seguono Prosciutto di Parma DOP, Pecorino Romano DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Gorgonzola DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Speck Alto Adige IGP, Mela Val di Non DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Taleggio DOP e Toscano IGP.

DOP e IGP - La classifica per Regioni - Ismea - Qualivita

1° - Grana Padano DOP
Con circa 885 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale, 530 milioni all'export e il 30% della sua produzione che varca i confini nazionali il Grana Padano DOP guida la classifica 2014.

2° - Parmigiano-Reggiano DOP
Secondo posto, ma staccato di pochissimo dal primo, per il Parmigiano-Reggiano DOP: 809 milioni di euro il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 460 milioni all'export. Anche in questo caso il 30% della produzione viene esportato.

3° – Mela Alto Adige IGP
Terza principalmente in merito alla quantità percentuale esportata (pari al 61%) ha comunque buone performance economiche.

Ottime performance economiche anche per il Prosciutto di Parma DOP (4°): 500 milioni di euro per il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 241 milioni all'export. Il Pecorino Romano (4° pari merito) primeggia soprattutto per la quantità di produzione certificata esportata.

Note sulla Classifica Qualivita
La Classifica delle produzioni a DO vuole rispondere a esigenze pratiche del comparto, ma non vuole assegnare delle medaglie. La Fondazione
Qualivita intende infatti mettere in luce quelle Denominazioni che hanno mostrato una buona capacità di performance complessiva, con il solo
intento di creare dei "campioni" che le altre produzioni possano, mutatis mutandis, prendere a modello per il futuro e per fornire uno stimolo ai
"campioni" stessi, affinché proseguano lungo la via dell'innovazione.

Come funziona la classifica
La Classifica Qualivita si basa su una metodologia consolidata ed utilizzata dai ricercatori a tutti i livelli nella messa a punto di "classifiche " o "benchmark". La posizione di ciascuna produzione nella graduatoria finale scaturisce dalla media aritmetica delle posizioni ottenute in altre singole graduatorie.
Per la Classifica Qualivita le variabili scelte – ritenute importanti per il loro "potere esplicato" in termini di performance - per le singole graduatorie
sono:
• fatturato alla produzione sul mercato nazionale;
• fatturato al consumo sul mercato nazionale;
• fatturato da export;
• quantità esportata.
Per ciascuna variabile, è stata dunque creata una graduatoria che va da 1 a n prodotti, dove 1 è stato assegnato al best product per quella variabile e così via. Nel caso di prodotti con stessa posizione in graduatoria, ad esempio 4 prodotti in terza posizione, il rank di queste produzioni è stato posto come 3, per poi ripartire dalla posizione settima. La classifica finale promana dalla media aritmetica semplice dei rank così ottenuti. Si è deciso di non effettuare ponderazioni.

(Fonte Fondazione Qualivita - Ismea 17/12/2014)

Domenica, 28 Dicembre 2014 11:18

Mais & Soia, dati previsionali 2014 2015

Mais e Soia - dati di previsione 2014 - 2015 elaborazione dicembre 2014.

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 991.58 Mio t, in rialzo di 1.26 Mio t rispetto alle stime formulate a Novembre, riflettendo l'aumento del raccolto cinese (da 214 Mio t a 215.5 Mio t) ed europeo (da 73.05 a 73.59 Mio t).
 In Argentina, terzo Paese esportatore dopo Stati Uniti e Brasile, la produzione è stimata a 22 Mio t, -1 Mio t rispetto alle previsioni precedenti, a causa della riduzione dell'area coltivata. Anche le esportazioni sono quindi stimate in calo (da 13 a 12 Mio t).
 Negli Stati Uniti la produzione prevista per la stagione 2014-15 è invariata rispetto alle stime precedenti, mentre la stima delle scorte vede una riduzione di 0.26 Mio t per un totale di 50.75. La variazione negativa delle scorte USA è da attribuirsi ad un maggior utilizzo del Mais nel ramo dei dolcificanti.
 Le scorte mondiali di Mais si attestano a 192.20 Mio t, in aumento rispetto alla rilevazione precedente, riflettendo l'aumento di produzione e stock cinesi.

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SOJA: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è prevista al livello record di 312.81 Mio t, in aumento rispetto alle stime dei mesi scorsi, grazie ad un maggior raccolto previsto in Paraguay, il quarto Paese esportatore (dopo Stati Uniti, Brasile ed Argentina), Canada ed Ucraina.
 Le esportazioni globali sono dichiarate in aumento a 116.22 Mio t, riflettendo il ritmo elevato dell'export degli Stati Uniti delle ultime settimane.
 In Argentina e Brasile le esportazioni di semi di Soia sono previste in calo rispettivamente di 0.20 e 0.70 Mio t, pertanto le stime sulle scorte finali in questi due Paesi sono in aumento.
 Le scorte globali si attestano a 89.87 Mio t (-0.5%), con il calo degli Stati Uniti solo parzialmente compensato dall'aumento di Argentina e Brasile.

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(Fonte CLAL)


Aumenti produttivi contenuti per il Parmigiano Reggiano nello scorso mese di novembre. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione dei consumi domestici nel medesimo periodo è stata del 5,7%

Reggio Emilia 24 dicembre 2014 -
LA PRODUZIONE: La produzione dello scorso mese di novembre ha segnato un aumento contenuto allo 0,8% su base mensile, in linea con l'andamento tendenziale rilevato nel corso dell'annata casearia 2014 che sta volgendo al termine (+0,7%). Sostanzialmente stabili le produzioni delle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova. I caseifici di Modena e Bologna hanno segnato dall'inizio dell'anno un aumento pari rispettivamente al 2,8 e al 3,8%.
I PREZZI ALLA PRODUZIONE: In dicembre non si è registrata alcuna variazione nei listini del Parmigiano Reggiano di 12 mesi ed oltre, fermi a quota 7,45 €/kg (CCIAA di Parma). Stabili a 8,83 €/kg anche le quotazioni del Parmigiano Reggiano di 24 mesi. Gli undici contratti pubblicati dalle sezioni provinciali relativi alle vendite del terzo lotto 2013 si sono chiusi ad un prezzo medio nominale di 7,27 €/kg.
LE GIACENZE: L'indagine condotta alla fine di novembre presso il campione di magazzini generali mostra un aumento tendenziale delle giacenze totali del 4% (una variazione di uguale entità era stata rilevata al termine del precedente mese di ottobre). Se si considerano le sole scorte di Parmigiano Reggiano di oltre 18 mesi, il confronto con la situazione a novembre dell'anno passato indica una differenza pari a +9,6% (+10,8% lo scostamento rilevato alla fine di ottobre).
I CONSUMI DOMESTICI: Dal 1° gennaio al 31 di ottobre di quest'anno gli acquisti di Parmigiano Reggiano nei punti vendita della distribuzione moderna e nei negozi del dettaglio tradizionale hanno registrato un calo tendenziale del 2,9% in volume. Negli iper e supermercati la diminuzione è risultata pari al 2% a fronte di una contrazione del 6,2% rilevata nei canali della distribuzione tradizionale. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione nel medesimo periodo è stata del 5,7%.
(fonte SiPR - 24 dicembre 2014)

 


CreditAgri Italia chiude la gestione 2014 con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

Roma 23 dicembre 2014 - Risultano sostanzialmente aumentate le imprese agricole in difficoltà finanziaria che salgono ad oltre 18 mila con un amento del 6 per cent rispetto allo scorso anno con l'ammontare dei finanziamenti a sofferenza pari a 4.9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto al 2013. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul terzo bollettino statistico della Banca d'Italia che evidenzia una dinamica dei finanziamenti all'agricoltura in sostanziale tenuta di livello, con un ammontare dei fidi bancari che sfiora in 44 miliardi di euro, assolutamente il linea con le risultanze del 2013, ma con una incidenza dei crediti a sofferenza pari all'11 per cento. A pesare - sottolinea la Coldiretti - sono state le difficoltà di mercato ma anche quelle provocate dal maltempo che ha tagliato le principali coltivazioni agricole. In questo contesto – sottolinea Coldiretti - CreditAgri Italia, ente intermediario finanziario vigilato dalla Banca d'Italia ha avuto un importante ruolo di sostegno alle imprese agricole e cooperative del settore come conferma la sua dinamica evolutiva in controtendenza rispetto al mercato creditizio in generale. La gestione 2014 chiude con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

L'Assemblea di fine anno dei Soci dell'ente finanziario, nell'ottica di completare l'asset di governo e renderlo sempre più adeguato alle esigenze strutturali e organizzative, ha integrato il Consiglio di Amministrazione definendolo in nove componenti. Alla Presidenza della finanziaria resta Vincenzo Gesmundo, segretario generale della Coldiretti, coadiuvato dal Vice Presidente Aldo Mattia e dal Consigliere Delegato Roberto Grassa cui è affidata la direzione generale. Fanno inoltre parte del Consiglio, Franco Angelo Gatti, Giuseppe Romano, Angelo Della Valentina, tutti imprenditori agricoli e agroalimentari, e Giovanni Barbara, Sara Landini e Francesco Visco, docenti universitari rappresentanti del mondo accademico e libero professionale.
(Fonte Coldiretti)

Domenica, 28 Dicembre 2014 08:50

Ismea: credito agrario ancora più giù.


L'elaborazione dell'Ismea fotografa una situazione ancora in diminuzione. La contrazione ha interessato in misura più contenuti i crediti destinati alla ristrutturazione del debito.

Roma - Nel 2013 il credito agrario di medio-lungo termine ha registrato una contrazione di 3,7 punti percentuali su base annua. Le somme erogate nell'anno dal sistema bancario per le linee di finanziamento aventi scadenza oltre i diciotto mesi e accese a favore di operatori del settore agricolo sono ammontate a complessivi 2,07 miliardi di euro, livello questo inferiore di 79 milioni di euro rispetto a quello corrispondente del 2012. Questo il risultato dell'analisi dei dati sul credito agrario di fonte SGFA .

La contrazione che nel corso del 2013 è stata rilevata a livello Paese, nel dettaglio territoriale, ha interessato tutte le macro aree della nazione, seppure con diversa intensità: infatti la morsa del credito è risultata più marcata nelle Isole maggiori e nelle regioni di Nord Ovest; più attenuata al Centro; decisamente più contenuta nelle regioni di Nord Est e al Sud.

L'analisi per durata del finanziamento evidenzia poi che, a fronte della flessione complessiva registrata nell'anno, le linee di medio termine hanno seguito una dinamica lievemente crescente (+1,4% rispetto al 2012). Il calo quindi è unicamente ascrivibile all'andamento decrescente delle erogazioni di lungo termine (-6,7%).

Cambiando punto di osservazione e leggendo i dati per destinazione del finanziamento, si evince che la contrazione registrata nel 2013 ha interessato in misura contenuta i crediti concessi per la ristrutturazione del debito, mentre ha riguardato in modo più importante il credito di dotazione, solitamente concesso a supporto dell'esercizio dell'impresa agricola per le spese destinate a finanziare macchinari, impianti ed attrezzature agricole, nonché l'acquisto di capi di bestiame; sono rimaste invece pressoché stazionarie le erogazioni del credito di miglioramento, funzionale alla realizzazione di investimenti aziendali di medio-lungo termine.

Nel 2013, infine, diminuisce pure il numero delle pratiche istruite per accedere ad un credito bancario agrario e andate a buon fine che risulta di poco inferiore a 20mila, dopo le oltre 21mila dell'anno precedente.

(Report Ismea - IV trimestre 2014 e consuntivo d'anno - 28 novembre 2014)

Credito agrario Durata var

 

Mercoledì, 24 Dicembre 2014 08:40

Crollo del latte spot e del burro.

In perdita da due settimane consecutive il Burro e il Latte Spot. Non vengono coinvolti dall'ondata ribassista il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.

Di Virgilio, Parma 24 dicembre 2014

LATTE SPOT Chiusura d'anno col botto per il Latte Spot. Un'ulteriore perdita del - 5,56%, che segue il -4% dell'ottava precedente, registrata dal latte crudo spot nazionale. Nello specifico pertanto le quotazioni di Verona si attestano tra 34,54 e 35,57€/100 litri di latte contribuendo a trascinare al calo del prezzo medio pari a -11,24% rispetto l'anno precedente. Non è andata meglio al latte intero pastorizzato estero che aggiunge un -7,58% alla perdita realizzata nell'ottava precedente (-8,33%) consacrando una perdita del prezzo medio pari al -15,07% in confronto con il 2013.

BURRO E PANNA Anche il Burro e la Panna a uso alimentare, alla pari del latte spot, ha registrato significative perdite in questo chiusura d'anno. Altri 10 centesimi lasciati sul campo a Milano dal Burro CEE che quota 2,65€/Kg. 10 centesimi sono stati il calo anche dei listini di tutte le referenze prese in esame alla Borsa di Milano così come pure da quella di Parma dove lo zangolato è stato quotato a 1,40€/Kg. Nemmeno le creme a uso alimentare hanno resistito all'ondata ribassista. 12 centesimi rosicchiati al listino di Milano e 10 a quello di Verona fissando i prezzi a 1,50€/kg e tra 1,50 e 1,60 rispettivamente.

GRANA PADANO Ancora nessun riflesso negativo per il Grana Padano in entrambe le piazze di contrattazione (Mantova e Milano). Confermati i listini precedenti sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Il Re dei formaggi ha interrotto la sua fase discendente e chiude il 2014 con una perdita del prezzo medio del -6,12% e del 8,58% in confronto con l'anno precedente rispettivamente per il 12 e il 24 mesi di stagionatura quotati alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma ( 8,26€/kg e 9,61/ kg.). Nel dettaglio quindi a Parma il 12 mesi è stato quotato tra 7,25 e 7,65€/kg. e tra 8,65 - 9,0€/kg è la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo del 24 mesi rispettivamente.

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