Troppe tasse, burocrazia asfissiante e assenza di reddito. Gli imprenditori lanciano un "SOS" per salvare il settore: i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica. -
Parma, 20 marzo 2015 -
"SOS agricoltura". È un vero messaggio d'allarme quello che lanciano gli imprenditori agricoli del Parmense. Le aziende sono in grande difficoltà tra mancanza di reddito, pressione fiscale e burocrazia asfissiante. Questa mattina i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla – quella dell'azienda Araldi di Madregolo – per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica mentre a Bologna 300 agricoltori di Agrinsieme hanno organizzato un flash mob su una collina formando prima un disegno a forma di albero da frutto per poi passare a un disegno a forma di "SOS" per lanciare un messaggio con il quale testimoniare quanto sia grave la situazione del settore primario.
"Noi agricoltori siamo i veri custodi del suolo – il messaggio della presidente di Confagricoltura Parma Monica Venturini condiviso dalla presidente di Cia Parma Ilenia Rosi e dal funzionario di Confcooperative Parma Claudio Barilli -. Rappresentiamo la prima forma di intervento contro il dissesto idrogeologico, ma la politica troppe volte ci ha dimenticati caricando la nostra attività di balzelli burocratici inutili e di imposte cui non riusciamo più a fare fronte. L'agricoltura va difesa ed è per questo che abbiamo manifestato in modo da poter sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica per la tutela del settore primario".
La presidente di Cia Parma Ilenia Rosi ha poi posto l'attenzione soprattutto sulla redistribuzione del reddito lungo tutta la filiera agricola. "Il nostro settore vive grosse difficoltà a causa della mancanza di redditività – spiega Rosi -. Manca un reddito finale che permetta agli agricoltori di portare avanti la propria attività, in primis in un settore vitale come quello del parmigiano. In questo contesto si inserisce la grande preoccupazione per il post quote latte dal prossimo 31 marzo. L'atterraggio morbido previsto dal governo non sta portando i risultati attesi. I 108 milioni di euro stanziati non bastano per affrontare un cambiamento così radicale".
IL FLASH MOB DI BOLOGNA
La manifestazione parmigiana è avvenuta in contemporanea al flash mob organizzato da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate in regione. "Un quarto dell'ammontare dei fondi agricoli comunitari (Pac) – spiega Agrinsieme Emilia Romagna - se ne va per coprire i danni aziendali causati da calamità e dissesto idrogeologico, pari a circa 1000 milioni di euro nel 2014; il 43-45% in media del reddito imponibile ai fini Irpef delle aziende agricole se ne va per l'Imu. Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?" – è la protesta-provocazione di Agrinsieme Emilia Romagna.
Presente alla manifestazione anche l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli. "Occorre lavorare sull'organizzazione delle filiere per incrementare il valore e distribuirlo con equità – ha detto l'assessore - ma anche per essere più competitivi sui mercati internazionali, programmando le produzioni, concentrando l'offerta, migliorando la commercializzazione. Dai primi mesi del 2015 arrivano segnali incoraggianti sul fronte della congiuntura economica. Dobbiamo saperli cogliere, approfittando delle più favorevoli condizioni esterne ma soprattutto utilizzando al meglio le risorse della nuova Pac e del nuovo Psr ormai prossimo all'approvazione finale".
(Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura Parma)